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Gli impianti di illuminazione esterna comprendono tutti gli impianti installati all’aperto,
completamente o in parte, come ad esempio quelli per l’illuminazione di strade, parchi, campi
sportivi, gallerie, sottopassaggi, illuminazione di monumenti, ecc..
La progettazione di questo tipo di impianti è piuttosto complessa ed implica conoscenze
interdisciplinari.
1. Generalità
Gli impianti di illuminazione esterna comprendono tutti gli impianti installati all’aperto, completamente o in
parte, come ad esempio quelli per l’illuminazione di strade, parchi, campi sportivi, gallerie, sottopassaggi,
illuminazione di monumenti, ecc.. (fig. 1).
Per quanto concerne le caratteristiche meccaniche dei pali, materiali, dimensioni, protezione dalla
corrosione, verifica della stabilità si rimanda invece alla Norma CEI 11-4, quando i sostegni sorreggono
anche linee aeree, e alla serie di Norme UNI EN 40.
Saranno inoltre presi in considerazione i soli impianti in derivazione a bassa tensione (anche se alcuni
componenti dell’impianto possono presentare alcune parti ad alta tensione) ritenendo ormai completamente
abbandonati i cosiddetti “impianti in serie a corrente costante” alimentati in alta tensione a qualche migliaio di
volt. La scelta e la posa in opera delle condutture deve invece rispondere alla Norma CEI 11-4 per le linee
aeree esterne e alla Norma CEI 11-17 per le linee in cavo interrato o posato in aria.
• apparecchi di illuminazione;
• sostegni (pali, bracci, mensole, ecc..);
• linee di alimentazione costituite generalmente da cavi aerei o interrati;
• apparecchi di comando e protezione (interruttori magnetotermici, interruttori differenziali, teleruttori
comandati da interruttori crepuscolari, ecc..).
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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a
socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti.
Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono
possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
Negli impianti di illuminazione esterna la protezione contro i contatti diretti viene attuata principalmente
proteggendo le parti attive mediante isolamento, barriere, o involucri con adeguato grado di protezione
mentre la protezione dai contatti
indiretti può essere ottenuta
secondo una delle seguenti
modalità (fig. 2):
• messa a terra e
interruzione automatica
dell’alimentazione;
• componenti di classe II;
• separazione elettrica.
Separazione elettrica
Il collegamento equipotenziale fra le masse trasforma il doppio guasto in un corto circuito che come tale può
essere interrotto nei tempi stabiliti (0,4 s se U0/U=230/400 V) dai dispositivi di massima corrente
opportunamente coordinati posti a protezione dei singoli utilizzatori (fig. 8).
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
Sistemi TT
Per migliorare le
caratteristiche complessive
del dispersore è possibile
sfruttare quale dispersore di fatto
la parte interrata del palo
collegandolo alla corda nuda
interrata (fig. 11).
Naturalmente è sempre
possibile, anche se poco pratico,
collegare a terra ogni palo con
singoli picchetti purché
interconnessi fra di loro a
costituire un unico impianto di
terra (fig. 12).
Fig.10: Impianto di terra unico ottenuto collegando ogni centro luminoso ad una
corda nuda di rame interrata
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
Sistemi TN
Ovviamente se si utilizzano
interruttori differenziali la Ia
coincide con la Idn. U0 è la
tensione nominale verso terra
dell’impianto e Zs è l’impedenza
Fig.11:Impianto di terra unico ottenuto collegando la base di ogni palo a una
corda nuda di rame interrata.La base del palo annegata nel cemento è
dell’anello di guasto determinata
considerata dispersore di fatto(contatto col terreno) al centro luminoso più lontano.
Fig.12: Impianto di terra unico ottenuto collegando ogni palo con singoli
picchetti interconnessi fra loro mediante conduttore di terra isolato
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
Fig.13:Alimentazione di impianto di
illuminazione esterna tramite sistema TN
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
La sezione minima dei vari elementi costituenti l’impianto di terra si determina seguendo le prescrizioni
generali previste nella Norma CEI 64-8.
Spesso le derivazioni fra i vari pali viene eseguita nella morsettiera inserita in ciascun palo. In questo
caso il conduttore di protezione (PE) deve avere sezione compatibile con quella della dorsale. Il conduttore
di terra che collega il palo al dispersore, se come spesso accade non è protetto ne contro la corrosione ne
meccanicamente, deve avere sezione pari a 25 mm2 se in rame e 50 mm2 se in ferro.
Il collegamento all’impianto di terra di estese strutture metalliche (ad esempio recinzioni e guard-rail)
deve in genere essere evitato. Si ritiene infatti che anziché limitare il pericolo di contatto fra parti
simultaneamente accessibili come si desidererebbe ci sia invece maggiore rischio che tensioni pericolose
possano essere trasferite in un punto più lontano difficilmente controllabile (fig. 17).
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
Negli impianti di illuminazione pubblica non è praticamente possibile tenere sotto controllo la situazione
(controllare che le varie parti della recinzione siano elettricamente connesse e che il pericolo non sia
introdotto in nessun punto per tutta la lunghezza della recinzione spesso notevolmente estesa).
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
5.
Fig. 17: Deve essere evitato il collegamento all’impianto di terra di estese strutture metalliche. Il collegamento equipotenziale fra le
masse dell’impianto di illuminazione e la recinzione metallica impedisce lo stabilirsi di tensioni pericolose fra i due elementi ma
introduce il pericolo che tensioni pericolose possano essere trasferite in punti lontani difficilmente controllabili. La persona a
contatto contemporaneamente con la recinzione metallica e con una conduttura idrica a potenziale praticamente nullo è sottoposta
ad un grave pericolo.
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
5. Dimensionamento elettrico
La schermatura di un campo La corrente di impiego IB in ciascun tronco fra un centro luminoso e l’altro è
data, posto uguale a uno il fattore di contemporaneità, dalla somma della corrente assorbita da ciascuna
lampada derivata a valle. La corrente di impiego è quindi massima all’inizio della dorsale, decresce
spostandosi a valle, fino a corrispondere al valore di corrente assorbito dall’ultima lampada nel tratto
terminale in fondo alla linea.
Nota la potenza e la tensione di alimentazione la corrente di impiego IB può essere calcolata nel seguente
modo:
P (W)
Circuito fase-neutro o fase-fase
IB= U (V) · cos
φ
P (W)
Circuito trifase
IB= 1,73 · U (V) · cos
φ
Dove:
U è la tensione fase-neutro o fase-fase nel primo caso e la tensione concatenata per i circuiti trifase.;
cosfi è il fattore di potenza variabile a seconda che il carico sia resistivo (lampade ad incandescenza
cosfi=1) oppure induttivo (lampade fluorescenti rifasate cosfi=0,9)
Calcolata la IB si può scegliere il cavo in funzione della portata (IZ>IB) che dipende, oltre che dalla sezione,
dal tipo di conduttore, dall’isolante e dalle condizioni di posa. Negli impianti di illuminazione esterna la
portata però passa spesso in secondo piano rispetto alla caduta di tensione, risultando predominante il
vincolo di quest’ultima.
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Guida agli impianti di illuminazione esterna (prima parte)
E’ richiesta invece la protezione contro il corto circuito secondo i criteri generali riportati nella Norma CEI
64-8.
Il potere di cortocircuito Icn (interruttori per uso domestico - CEI 23-3) o il potere di interruzione estremo Icu
(interruttori per uso industriale - CEI 17-5) non deve essere inferiore alla corrente presunta di cortocircuito
nel punto di installazione e l’energia specifica I2t lasciata passare dal dispositivo di protezione durante il
cortocircuito non deve essere superiore a quella ammissibile dal cavo K2S2.
Seppur non richiesta la protezione dei circuiti contro il sovraccarico è comunque sempre consigliata. Si
migliora la sicurezza e si evita la verifica di corretto intervento dei dispositivi di protezione quando il corto
circuito si manifesta in fondo a linee lunghe. La protezione da sovraccarico è assicurata quando la corrente
nominale In del dispositivo di protezione (interruttore automatico o fusibile) è minore o al limite uguale alla
portata IZ del cavo e la corrente If, corrente che assicura l’effettivo funzionamento entro il tempo
convenzionale ed in condizioni definite del dispositivo di protezione, è al massimo uguale a 1,45 volte la
portata IZ del cavo.
Inoltre la In del dispositivo di protezione deve e essere maggiore della corrente di impiego IB del circuito e
di valore sufficiente a sopportare eventuali spunti di corrente che si possono presentare all’accensione di
lampade a scarica o a vapori di sodio. Riassumendo deve essere:
IB ≤ IN ≤ IZ
If ≤ 1,45 IZ
dove:
If - corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo convenzionale
ed in condizioni definite.
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