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Racconto (basato sull’episodio storico della battaglia di Wounded Knee)

Mi chiamavo Ehawee perché ridevo sempre. La mia tribú mi aveva dato questo nome pochi giorni
dopo la mia nascita. Il capo aveva detto a mia madre e a mio padre che ero una creatura fatta per
sorridere. Infatti non piangevo mai. Nemmeno quando intorno a me piangevano perché i nostri
fratelli soffrivano e morivano per mano dell’uomo bianco.

Parlavo il lakota. Ero una miniconjou e vivevo nella grande pianura centrale. Eravamo divisi in gruppi.
Ci chiamavano Sioux. Noi peró ci davamo altri nomi ed eravamo tanti che spesso non ci
conoscevamo gli uni con gli altri. C’erano quelli che vivevano tra le foglie; quelli della pianura; i figli
del pesce giunto in terra; la gente del lago Spirit e molti altri.

Il Grande Spirito Wakan Tanka ci aveva dato la terra e la terra era una grande pianura che ci
alimentava con i suoi animali e ci dissetava con i suoi fiumi. Per questo ringraziavamo ogni giorno
Wakan Tanka. Per questo ballavamo per lui sotto il sole fino a bruciarci la schiena.

Noi donne passavamo la giornata a seccare la carne al fumo per l’inverno, a raccogliere radici, a
confezionare i vestiti e le scarpecon pelli di bufalo e corde di yute. Noi donne lavoravamo sempre
anche se eravamo bambine e lavorare era divertente perché si stava tutte insieme, si raccontavano
storie e si rideva. I vestiti piú belli erano quelli della battaglia: ci cucivamo ossa, piume e pietre
colorate, ci passavamo le dita imbevute di terre verdi e azzurre, ma non li avevamo mai usati.

Di notte dormivamo nei tipis. Accendevamo il fuoco nel centro e il fumo saliva al cielo. Parlavamo e
ridevamo insieme nel tipi guardando le stelle finché le voci non si spegnevano. Io ero sempre l’ultima
a dormire. Non volevo perdermi neanche un momento di quella vita. Come se avessi saputo che
Wakan Tanka mi aveva concesso poco tempo.

Era un giorno gelato quando il capo Piede Grosso ci disse che Toro Seduto era morto. Noi donne
smontammo i tipis e raccogliemmo tutto. Marciammo per chilometri insieme agli uomini e ai
bambini . Andavamo verso l’accampamento di Nuvola Rossa a cercare la sua protezione. Dopo giorni
e notti di strada l’uomo bianco ci si presentó davanti: enorme sui suoi cavalli. Ci portó in un posto
chiamato Wounded Knee. Noi donne e i bambini restammo sulla riva di un fiume e non ci fu
permesso neppure di montare i tipis per proteggerci dal freddo. Gli uomini furono portati dall’altra
parte. Costretti a camminare con i fucili puntati. Il giorno dopo corse voce che Piede Grosso era
morto nella neve e che gli uomini dovevano consegnare le loro armi. Coyote Nero peró era nato
sordo e non capí quello che gli veniva detto. Si tenne stretta la sua carabina Winchester e l’uomo
bianco cominció a sparare. Quasi tutti gli uomini morirono e noi donne, impazzite dal dolore,
vedendo tutto dall’altra sponda, ci mettemmo a urlare e fummo anche noi uccise.

A Wanded Knee l’uomo bianco ha cancellato il mio sorriso. A Wanded Knee l’uomo bianco ha
cancellato il mio nome. Non sono piú Ehawee, figlia di Chumani ed Enapay, della tribú Miniconjou e
la grande pianura si é rimpita di morte.

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