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Lezione della Guida n 64 °

29 aprile 1960

VOLONTÀ ESTERNA E VOLONTÀ INTERNA – FALSE IDEE


SULL’EGOISMO
1. Saluti. Vi porto benedizioni, miei carissimi amici, quest’ora è benedetta.
2. Stasera tratteremo della forza di volontà. Si sente spesso dire che con la corretta applicazione della
forza di volontà si può ottenere praticamente tutto. Eppure, voi tutti vi siete accorti che anche se
desiderate fortemente qualcosa, lo fate invano. Ciò non è dovuto soltanto alle correnti di volontà
contrarie e inconsce che dividono la vostra volontà, ma anche a qualcos’altro che viene quasi sempre
trascurato. Mi riferisco al fatto che esistono due tipi diversi di volontà: quella interna e quella esterna.
È importantissimo che comprendiate questo fatto.
3. Vediamo innanzitutto qual è la differenza tra i due tipi e come distinguerli. Se esaminerete le vostre
emozioni e reazioni nella giusta luce sarete in grado di confermare la verità delle mie parole. Ognuno
di voi ha sicuramente fatto esperienza di entrambi i generi di forza di volontà, ma senza essere
consapevole del fatto che c’è una netta differenza tra le due. Sapere come distinguerle vi aprirà nuove
porte alla comprensione di voi stessi, degli altri e delle leggi dell’universo.
4. La volontà esterna è tesa, impaziente e ristretta. La volontà interna è calma, rilassata, priva di ogni
fretta. La volontà esterna è ansiosa e piena di dubbi. La volontà interna è sicura, non conosce né ansia,
né dubbio.
5. L’impazienza sorge quando si dubita del risultato voluto. Ad un attento esame, scopriamo che
l’impazienza non può esistere dove c’è certezza, ma quando si è incerti del risultato non si riesce ad
aspettare con calma. Dunque l’impazienza, il dubbio e l’ansia sono strettamente correlati fra loro.
Poiché la volontà interna non conosce dubbio alcuno, può attendere il momento adatto finché alla
fine riuscirà.
6. Per riuscire, la volontà esterna deve essere sostenuta, almeno in parte, dalla volontà interna. In misura
del buon funzionamento della volontà interna, le cose andranno bene. Se il grado di forza di volontà
interna è scarso in rapporto a quella esteriore, che è piena di correnti contrastanti, il risultato atteso
non si realizzerà.
7. La volontà interna deriva dal plesso solare. La volontà esterna deriva in parte dall’intelletto e in parte
dalle regioni superficiali dell’anima. La volontà esterna è spesso motivata da emozioni, desideri,
reazioni e ragionamenti immaturi. La volontà interna deriva interamente dal vostro sé superiore.
8. Consideriamo ora la ragione per cui la volontà interna non riesce a funzionare. L’impedimento è
causato da vari strati di errori, dalle deviazioni dalla verità, e dalle illusioni prevalenti nel mondo

di Eva Broch Pierrakos


© 1996 The Pathwork Foundation (Edizione 1996)
Questa traduzione non è definitiva - Lezione della Guida N° 64 • (Edizione 1996)
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manifesto. In breve, la volontà interna viene impedita dalle immagini, dalle conclusioni errate e dai
fraintendimenti che conservate nella mente cosciente e inconscia. Questi vi rendono sempre insicuri
e interiormente divisi, perché dentro di voi sapete che qualcosa non va. Anche se lo sentite solo
vagamente, sapete che non si accorda con la verità, e non si risolverà a meno che non facciate il lavoro
di ricerca interiore e di scoperta di sé. La vaga sensazione che qualcosa non va vi rende del tutto
insicuri, anche sui vostri desideri e sulla la loro realizzazione. Anche se i desideri sono legittimi e sani,
voi non ne siete ancora veramente convinti. Questo non avviene solo perché una parte del motivo alla
base del risultato voluto, può essere talmente immaturo ed egoistica da mettere in ombra tutti gli altri
motivi buoni e sani, ma anche perché le deviazioni e i malintesi inconsci - a parte il desiderio in sé –
sono sufficienti a schermare la volontà interna e a fare in modo che non funzioni.
9. Supponiamo che abbiate un desiderio relativamente piccolo, non intralciato da motivi insani. La vostra
volontà interna non riesce ancora a funzionare pienamente a causa delle vostre immagini che
potrebbero non aver alcun rapporto diretto con quel particolare desiderio. In breve, più la psiche è
sana e meglio funziona la volontà interna, in senso in generale. La psiche non sana è sempre confusa,
non solo riguardo agli altri e al mondo, ma anche e soprattutto riguardo a se stessa. La confusione
crea il dubbio, il dubbio l’impazienza e l’impazienza ansia e tensione. In aggiunta a questa reazione a
catena, vanno considerate altre correnti. Se vi è un dubbio riguardo ad un desiderio, questo è
accompagnato da un senso di colpa. Tuttavia, il desiderio può essere doppiamente forte, dovuto in
parte al motivo buono e sano e in parte a quello non sano. Un motivo non pulito porta sempre ad
avere un atteggiamento impulsivo. Dunque, senso di colpa e impulsività – due direzioni contrastanti
– inibiscono ulteriormente la volontà interna.
10. Voi potete anche desiderare qualcosa con tutte le forze, ma se vi trovate in uno stato diviso e confuso,
la vostra volontà interna non può penetrare gli strati non sani. Quello che desiderate al di fuori, lo
mettete poi in dubbio interiormente. Non solo dubitate di poter ottenere ciò che desiderate, ma
dubitate anche della legittimità e della giustificazione di ciò. Avete una vaga e inconscia sensazione che
il vostro probabile egoismo comprometterà la buona riuscita, perché non ve lo meritate. Inutile dire
che questi dubbi rappresentano il più grave ostacolo al buon funzionamento della forza di volontà
interna.
11. Più la volontà interna è bloccata, più si cerca di compensarla rafforzando quella esteriore. Ma la forza
della volontà esterna non è mai sana. È un cattivo sostituto, carico di tensione, ansia e impazienza.
Dal momento che non può funzionare genera anche frustrazione, e con ciò un rinnovato dubbio in
se stessi. Il senso di inadeguatezza e inferiorità riceve così nuova linfa.
12. La volontà esterna può anche essere composta da motivi sani. I motivi distorti, come l’importanza di
sé, l’orgoglio, la vanità o la volontà di dominio possono esistere solo nella volontà esterna, mai in
quella interiore. Quest’ultima è pura, sana e priva di dubbio. Scorre silenziosamente. Sa. La volontà
esterna non fluisce. Spinge e tira in tutte le direzioni. Vista dalla nostra prospettiva, appare come una
corrente rigida e irregolare, si muove come un fulmine, a volte più forte e a volte più debole. È
spigolosa, aguzza, ondeggiante in direzione e frequenza. Al contrario, la volontà interna mantiene un
flusso lento e regolare, sempre tondeggiante.
13. Questo vi mostrerà di nuovo la necessità di guarire la vostra anima da tutti gli atteggiamenti e le
reazioni insane e distorte. È importante per la vostra felicità. È vero che potete smuovere le montagne
con una volontà sufficientemente forte, che dovrà provenire dall’interno, e che presuppone l’esistenza
di un’anima sana. Se e quando scoprirete che la volontà proviene dalla personalità esteriore, potete
guardare oltre per capirne il perché, e indagare su quali motivi e incertezze bloccano la vostra volontà
interna. Questo getterà nuova luce sulla comprensione di voi stessi.
14. Ancora una volta, risulterà molto utile fare una lista dei vostri desideri. Poi mettetevi profondamente
in ascolto di voi stessi, sintonizzandovi con precisione su come sentite la vostra forza di volontà,
cercando di determinare di che tipo è. Se è la volontà esterna, avrete un leggero senso di dubbio, degli
scrupoli, un certo senso di colpa, e la domanda, forse, se avete diritto o meno a quello che desiderate.

di Eva Broch Pierrakos


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Può darsi che la vostra volontà esterna sia così impaziente, pressante e tesa, che al solo pensare ad un
particolare desiderio vi sentite tutti annodati. Dietro la pressione e l’urgenza che traspare in superficie,
ritroverete sempre la stessa incertezza e lo stesso dubbio. In entrambi i casi, si consiglia di indagare i
motivi non sani che possono coesistere accanto a quelli sani. Come ben sapete, questi ultimi servono
sempre a giustificare i primi. La consapevolezza che non potete ottenere ciò che desiderate, a meno
che non vi liberiate dei motivi insani ed erronei, può darvi un nuovo incentivo a fare questo lavoro.
15. Se scoprite che, in alcuni casi, la volontà interna funziona, vi sentirete in maniera molto diversa. Non
sentirete alcuno scrupolo, sentirete che nei vostri desideri c’è una calma e profonda serenità. Sentirete
la certezza che avrete successo. Forse ci vorrà del tempo, ma non sarete impazienti né rassegnati.
Sarete uno con voi stessi. Nella volontà interna vi è una forza pura, una forza che non vi rende tesi.
16. Questo lavoro è molto importante per voi, miei cari amici, perché è l’unico modo di eliminare i livelli
della volontà esterna che ostacolano il funzionamento di quella interiore. Anche se entrambe le
correnti di volontà perseguono lo stesso obiettivo, anche se la volontà esterna e quella interiore
desiderano la stessa cosa, il semplice fatto che la volontà esterna è tesa e impaziente impedisce alla
volontà interna di dispiegarsi, di fluttuare e di influire sulle forze cosmiche.
17. Come ho già affermato, anche le immagini personali e i pregiudizi sono di ostacolo alla volontà interna.
Ma questo lo fanno alcune immagini di massa che avete adottato a causa dei vostri personali conflitti
interiori. Vorrei ora discutere uno di questi pregiudizi, peraltro molto diffuso, e che in qualche modo
influenza praticamente tutti. È un elemento molto forte che impedisce il funzionamento della volontà
interna. Sto parlando del vostro concetto di egoismo e altruismo.
18. Spesso la gente pensa – e se non lo fa consciamente, lo fa inconsciamente – che qualunque cosa la
renda felice va a danneggiare qualcun altro. Quindi, è inevitabile che la vostra coscienza vi infastidisca
tutte le volte che siete felici, non importa se siete egoisti o meno. Questo senso di colpa affligge
inevitabilmente la vostra volontà interna di felicità.
19. La vostra idea inconscia è che se vi piace qualcosa, il piacere che provate va automaticamente a spese
di qualcun altro. Poiché vi è stato insegnato che è sbagliato essere egoisti, sentite di dover reprimere il
desiderio “egoista”. Non riuscite a distinguere se i vostri desideri sono egoisti o meno, e così
sopprimete indiscriminatamente tutti i desideri. Convinti che tutti i desideri di felicità siano egoisti,
non osate desiderare più niente. Nel processo di soppressione, incapaci di distinguere l’uno dall’altro,
fate tutto un fascio di desideri veramente egoisti e di quelli realmente sani, che non hanno nulla a che
vedere con l’egoismo. Così non riuscite a differenziare, a giudicare, a venire a patti con loro. Solo dopo
che lo fate, sarete nella posizione di decidere liberamente per alcuni desideri, rifiutandone altri.
20. In breve, l’idea inconscia è questa: poiché i desideri mirano alla felicità, e volere la felicità è da egoisti,
meglio sopprimere tutti i desideri. Non vi rendete conto che quando li scacciate, essi continuano ad
esistere sottoterra. I desideri veramente egoisti vi fanno sentire in colpa nell’inconscio, ma lo fanno
anche i desideri legittimi. Entrambi continuano a reclamare e a pretendere attenzione al vostro interno,
spesso senza che ve ne rendiate conto. Oltre a tutto questo, il divieto che vi infliggete vi rende pieni
di risentimento. Vi risentite con il mondo perché vi impedisce di essere felici, mentre in realtà la causa
è il vostro malinteso riguardo alla felicità. Nel processo di soppressione di tutti i desideri ed impulsi,
quelli infantili, cioè quelli realmente egoisti, non riescono a maturare e a raffinarsi. Lo possono fare
solamente se vengono affrontati e trattati con consapevolezza. Di conseguenza, i vostri desideri ed
impulsi sani e legittimi, che non sono minimamente egoisti, non possono realizzarsi.
21. Siete tutti appesantiti dalla conclusione inconscia che una cosa è egoista solo perché vi rende felici.
Questo è molto tragico, amici miei. È un inutile prezzo che pagate in termini di gioia e felicità. Non
osate desiderare la felicità solo perché non sapete distinguere tra egoismo reale e immaginario. Ogni
volta che vi esprimete manifestando un impulso giusto e sano, sentite e pensate che si tratti veramente
del vostro egoismo immaturo.
22. La questione, adesso, è quella di come affrontare il vero egoismo che esiste nella parte immatura di

di Eva Broch Pierrakos


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ogni essere umano. La maniera più comune ma errata di trattare questo problema è quella di
sopprimere l’egoismo e di sovrapporvi un altruismo forzato e non autentico. Da questa forzata
sovrapposizione si origina l’idea inconscia che sarebbe effettivamente molto più piacevole essere
egoisti. Questa idea si imprime in voi, e inconsciamente pensate che sareste più felici se foste egoisti,
ma che, purtroppo, non vi viene permesso di esserlo. Erroneamente ritenete che se doveste cedere al
vostro desiderio di essere felici, non verreste amati né approvati. Dal momento che l’amore e
l’approvazione sono così importanti per voi, preferite rinunciare alla ‘felicità.’ Il conflitto interiore può
essere espresso in questi termini: “Se potessi essere egoista, potrei fare tutto quello che voglio. Questo
sarebbe per me la felicità! D’altra parte, se non mi amano e non mi approvano non potrei essere felice.
Quindi, per essere felice devo essere infelice.” La cosa suona completamente illogica, ma l’inconscio
immaturo è proprio questa parte inconscia, questa parte contraddittoria. Ora potete vedere la
confusione che esiste nell’anima umana. Sono sicuro che non avrete troppi problemi nel confermare
la presenza di simili sentimenti dentro voi. Mi permetto di dire che questo conflitto esiste in certa
misura in tutti gli esseri umani.
23. Questa conclusione errata spiega la totale disperazione che così spesso provate. Una disperazione che
trova sfogo in occasionali malesseri per i quali a volte trovate ragioni e giustificazioni esterne a voi. È
proprio questo conflitto la realtà sottostante alla vostra disperazione. Se il vostro malinteso fosse vero,
la felicità sarebbe davvero impossibile. Avreste quindi tutta la ragione di sentirvi disperati perché non
potreste essere felici senza essere amati, e voi credete di non poter essere amati se siete felici poiché,
secondo la vostra strana idea, la felicità è egoista. In un modo o nell’altro, vi sentite infelici. Potrete
fluttuare tra questi due modi, ma in qualunque modo la giriate alla fine vi sentite infelici e frustrati.
Spesso vi ribellate interiormente e cercate di forzare le persone intorno a voi a violare questa legge, o
quella che vi sembra una legge. Ma la vostra convinzione di trovarvi in una situazione senza uscita vi
spinge a cercare di uscirne nel modo sbagliato. L’ironia è che in realtà voi a volte cercate di uscirne
agendo quasi sempre i vostri impulsi puerili ed egoistici, anziché quelli legittimi e sani. Questo non
può che offendere gli altri, provocando la loro reazione negativa nei vostri confronti. E questo, a sua
volta, vi convince nuovamente che la vostra situazione è davvero senza speranza. Poiché la causa della
vostra ribellione è inconscia, non vi viene neanche in mente di scegliere di agire secondo i vostri
impulsi sani; scegliete invece quelli più drastici per il vostro esperimento. Solo con una crescente
consapevolezza e maturo discernimento, potete trovarvi nella posizione di fare le scelte giuste e avere
la prova che la vostra conclusione era sbagliata. Diventa evidente che questo conflitto vanifica la vostra
volontà interna e rende impossibile la giusta realizzazione del vostro desiderio.
24. L’idea che l’egoismo, se fosse consentito, sarebbe uno stato più felice, non può che risiedere
unicamente nella vostra mente inconscia, mentre a livello cosciente voi conoscete tutte le risposte. In
tal caso, interrogandovi in modo giusto, arriverete più vicini a notare la contraddizione interiore.
Andando abbastanza in profondità, le vostre risposte saranno sempre meno convincenti, persino a
voi stessi. Quando ciò accade, vi state avvicinando all’area dolente. Alcuni di voi, se si prendessero la
briga di pensarci su, potrebbero persino trovare la convinzione che sareste più felici se vi fosse
permesso di essere egoisti.
25. Sia che questo equivoco si trovi nella mente cosciente o in quella inconscia, in entrambi i casi come
potete essere liberi e altruisti nelle vostre azioni giorno dopo giorno? Non agire in modo altruistico vi
fa sentire in colpa, il farlo vi appare come una violazione alla vostra volontà e convinzione. Non può
essere un atto libero, scelto in modo indipendente. Ogni volta che agite per costrizione e non perché
siete voi a dire di sì, non potete essere uno con voi stessi. Vi dividete internamente, siete in conflitto,
perdete la vostra pace interiore e il vostro senso di giustezza. Come potete essere felici se fate qualcosa
che vi fa sentire in colpa, o se fate qualcosa che vi sembra andare contro i vostri interessi personali?
Vi sentireste insoddisfatti da entrambi le cose.
26. Esaminiamo ora perché questo concetto è sbagliato. Mi rivolgo a quella parte della vostra personalità
che si aggrappa al malinteso. Innanzitutto, non tutto quello che vi piace è automaticamente egoistico
e va a scapito degli altri solo per il fatto che vi fa felici. Proprio il contrario. Quando siete felici, siete

di Eva Broch Pierrakos


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maggiormente in grado di portare gioia e felicità agli altri. Avete il diritto alla stessa considerazione per
voi stessi come per qualsiasi altro. Solo come individui liberi, forti e felici potrete avere una vita
gratificante ed essere costruttivi nel vostro ambiente. Per realizzare questo dovete sicuramente
prendere in considerazione anche voi stessi, rispettare anche i vostri diritti, ed essi non entreranno in
conflitto con gli interessi e i diritti degli altri. Se a volte vi sembra che sia così, verificate la verità con
assoluta onestà da parte vostra. Non ci sono regole fisse per determinare se le azioni sono giuste o
sbagliate quando sembrano andare contro gli interessi di un’altra persona. Tuttavia è essenziale che
diveniate completamente consapevoli di tutti i vostri desideri, impulsi e motivazioni. Solo in questo
modo sarete in grado di distinguere e giudicare quale di questi è egoistico e quale no.
27. Per quanto riguardo l’attuale egoismo che, più o meno consapevolmente, vi appare così attraente e
conveniente, le cose stanno così: in realtà l’egoismo non può offrirvi nessun vantaggio, anche se forse
al momento vi sembra così. Più alta è la vostra coscienza, più assoluta sarà per voi questa convinzione.
Al momento vi può essere difficile comprendere questa verità, quindi dovreste semplicemente cercare
di raggiungere questa visione più completa come obbiettivo. Ma questo vero concetto di egoismo non
può divenire parte di voi finché vi costringete ad accettarlo; finché agite correttamente solo perché
pensate di doverlo fare; finché la decisione non è completamente vostra, e dunque libera. Nel
frattempo, tutto quello che potete, e dovreste fare, è di essere onesti con voi stessi.
28. Quando pensate ancora che l’atto egoistico sia il più attraente, meditate su questo: un evento isolato,
con tutte le sue cause ed effetti, apparirà in modo diverso rispetto allo stesso evento visto in un
contesto più ampio. In altre parole, un particolare avvenimento può effettivamente giustificare la
convinzione che l’egoismo sia di vantaggio. Ma se seguite tutti i passaggi della reazione a catena, non
potrete che giungere ad una diversa prospettiva. Questa vi farà nascere il desiderio di scegliere
volontariamente e liberamente di agire in modo altruistico, anziché esservi costretti come accadeva
prima. Questo di per sé farà già una grandissima differenza. Vi aprirà automaticamente una nuova
prospettiva, mostrandovi che l’egoismo non è mai vantaggioso, né ora né a lungo termine. Esso è
separato dalla realtà. Finché vi fermate ai primi effetti di un’azione, non possedete la visione del quadro
completo. Rimane solo un segmento, e un segmento non può trasmettere la totalità.
29. Supponiamo che vi venga mostrata una piccola pietra presa da una grande casa. Osservando la pietra
potrete fare alcune deduzioni: la qualità, il materiale e anche il colore. Ma dalla pietra non potete
dedurre l’aspetto della casa. Non potete dir nulla né della bellezza, dell’architettura, delle proporzioni,
dell’arredamento delle stanze.
30. Lo stesso vale per le azioni, gli atteggiamenti e le reazioni interne ed esterne dell’essere umano. Se si
considera solo l’effetto immediato, vi prendete l’incarico di giudicare l’intero quadro sulla base della
disponibilità di un solo frammento. È necessario ampliare la visuale in modo da essere in una posizione
tale da poter vedere più chiaramente. Questo non significa accettare le cose con un atto di fede; e
nemmeno che ad essere buoni sarete ricompensati nell’aldilà. L’effetto della giusta azione può essere
osservato qui ed ora, mentre siete ancora su questo piano terreno.
31. Quando pensate o sentite che l’egoismo vi sarebbe di vantaggio, state omettendo l’ovvio. Non riuscite
a porre in relazione la causa con l’effetto, e quindi la vostra vista è offuscata. Ma non c’è bisogno di
una visione sovrannaturale o di una conoscenza metafisica per fare due più due. Dovete solo pensare,
andare un po’ più avanti e guardare quello che sta proprio di fronte ai vostri occhi.
32. Supponiamo che dobbiate fare una scelta tra un atto egoistico ed uno altruistico. L’atto altruistico non
sembra portarvi nessun vantaggio, almeno non direttamente. Tuttavia, se siete obiettivamente convinti
che sia utile in quanto tale, sia per il mondo in generale, per un piccolo gruppo, o per un’altra persona,
è destinato in qualche modo a beneficiare anche voi, forse non sempre immediatamente, ma spesso
molto prima di quanto pensiate. Questa convinzione crescerà in voi. Diverrà un fatto interiore, ma
solo se avrete preso una decisione piena e incondizionata di agire in modo altruistico. Decidetevi per
questo solo perché siete convinti che sia giusto, e non impulsivamente perché volete ricevere una
ricompensa, che si tratti di affetto, amore, approvazione, o per costringere gli altri, o perché credete

di Eva Broch Pierrakos


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che Dio vi premierà per essere stati dei bravi bambini. La vostra azione deve essere scelta come fine
a sé stessa, indipendentemente da chi sembra beneficiarne nell’immediato. Quando agite così, sarete
uno con voi stessi. Questo amplierà i vostri orizzonti ed eleverà la vostra coscienza alla necessaria
maturità. Allora diverrà ovvio che l’egoismo non è di alcun vantaggio e non è assolutamente nel vostro
interesse. O, per metterla in maniera differente, l’altruismo è un sano “egoismo”.
33. Ho detto prima che compiere un’azione altruista al fine di ottenere una ricompensa si risolve in un
atto egoistico. Tuttavia, se fate la cosa giusta in modo giusto e maturo, senza secondi fini e per libera
scelta, riceverete una ricompensa di altro tipo, vale a dire la piacevole sensazione di essere uno con voi
stessi, quella sicurezza che solo il rispetto di sé può offrirvi. Fare qualcosa con tutto il cuore vi dà in
aggiunta un grande rispetto di sé che è un netto vantaggio che si manifesta in molti modi. Vi darà, tra
le altre cose, la forza di superare molte delle debolezze per le quali vi disprezzate. Diminuirà alcune
paure ed ansie, specialmente nelle relazioni con gli altri. La vostra paura degli altri si basa sempre sul
fatto che vi sentite deboli e inadeguati. Affrontando le vostre confusioni, prendendo decisioni
indipendenti per il compimento di azioni disinteressate, essendo così uno con voi stessi, vi guadagnate
quel rispetto di sé che riduce quel senso di inadeguatezza e di disprezzo di voi stessi, che vi rende
sempre così deboli e timorosi verso gli altri.
34. Non posso sottolineare mai abbastanza il fatto che esiste una fondamentale differenza tra il compiere
un’azione altruistica perché lo volete veramente, o perché pensate di doverla fare. Finché vi manca la
convinzione che vi spinge a compierla, dovete continuare il lavoro di auto-ricerca, il lavoro di
esaminare i motivi e i concetti confrontandoli poi con la verità obiettiva, finché alla fine non ne sarete
convinti. Solo a quel punto sarete capaci di fare una scelta libera, una scelta che non sia dettata
dall’impulsività. Questo, a sua volta, vi mostrerà che l’altruismo non è un peso che vi dovete caricare
contro la vostra intima convinzione. Al contrario, verificherete senza ombra di dubbio che l’altruismo
è in effetti “egoismo” in senso sano, e che va a vostro vantaggio, purché le vostre motivazioni siano
giuste, le vostre decisioni libere, le vostre reazioni mature.
35. Questo vi libererà dal malinteso che l’egoismo potrebbe rendervi felici se solo poteste indulgere in
esso. L’altro malinteso, cioè che la felicità è egoista, e quindi proibita – esiste a causa di questo primo
malinteso. A causa di tutti queste conclusioni sbagliate, la vostra volontà interna non riesce a
funzionare, non può fluire da voi. Ogni volta che sentite il desiderio di essere felici, una vocina in voi
ve lo proibisce spezzando la volontà interna. Il desiderio può rinascere a livello esterno, ma, come ho
detto prima, la volontà esterna non basta per avere successo: essa vi farà semplicemente a pezzi;
distruggerà la vostra forza interiore, la serenità e la pace.
36. Cercate, tutti voi, di conoscere la vostra volontà; da dove si origina e come la si sente. Se scoprite che
la volontà interna è bloccata, esaminate dove e perché avete dei dubbi sul fatto che il vostro desiderio
sia legittimo. A volte questo sospetto può essere giustificato, perché il vostro desiderio potrebbe
risultare dannoso a voi o agli altri. Altre volte, un desiderio può essere giustificato, ma altri motivi
inconsci e non sani potrebbero coesistere con quelli sani. E inoltre, un desiderio può essere del tutto
giusto e buono, ma i vostri pregiudizi - sull’egoismo e in altre aree – potrebbero impedire alla volontà
interna di funzionare.
37. Stasera mi sono concentrato su un problema cruciale e diffuso. Dovremo probabilmente lavorare su
questo argomento con tutti voi, individualmente. Preparatevi pensandoci su, sentendo come queste
parole si applicano anche a voi.
38. C’è ora qualche domanda su questo argomento?
39. DOMANDA: Quando compiamo un atto altruistico e sappiamo che non proviene dal vero Sé, ma lo
compiamo per fare un cambiamento, non lo vogliamo fare impulsivamente. Ma ci si stanca così tanto,
ci si esaurisce, e non se ne comprende il motivo …
40. RISPOSTA: Il fatto stesso che vi sentite esausti è segno che state compiendo quest’azione in contrasto
con la vostra intima convinzione, e la fate veramente perché vi sentite costretti. Vorreste essere buoni

di Eva Broch Pierrakos


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e altruisti, ma ancora sentite profondamente che l’egoismo vi darebbe più vantaggi. Così vi costringete,
e questo vi stanca. Non potete lasciare immediatamente questo stato di costrizione e raggiungere
quello stato in cui scegliete liberamente. Questa libera scelta può essere presa solo dopo aver realizzato
che l’atto altruistico va a vostro vantaggio, mentre quello egoistico no. L’equivoco può essere
profondamente sepolto in voi, e deve innanzitutto essere reso cosciente. Non potete ignorare questa
fase. Se ci provate, la vostra azione altruistica rimarrà una costrizione, e non sarà mai libera. In altre
parole, dovete prima rendervi completamente consapevoli del fatto che in realtà non volete agire
altruisticamente, e il perché. Dovete prendere coscienza della ribellione contro la vostra passata
sottomissione a conformarvi all’altruismo, così come il senso di colpa dovuto alle vostre azioni
egoistiche. Questa parte del lavoro è essenziale, anche se a volte un po’ dolorosa, almeno per un po’
di tempo. Ma non può essere saltata. Solo dopo aver superato questa fase, sarete in condizione di
discriminare, giudicare e scegliere le vostre azioni e atteggiamenti. Sarete quindi in grado di riformulare
i vostri concetti.
41. In molte terapie, le persone rimangono bloccate ad un certo stadio. Scoprono che i loro desideri e
impulsi legittimi venivano soppressi, ma questa scoperta fa emergere, oltre a questi, anche i desideri
egoistici, che ora vengono agiti, passando da un estremo sbagliato all’altro. In questi casi la persona
non progredisce. Non è necessario agire gli impulsi egoistici. Ci sono altre opzioni oltre alle due
alternative di sopprimerli o di agirli. Potete scoprirli senza indulgere in alcun comportamento egoistico
e dannoso. Ma dovete riconoscerli in tutta onestà, altrimenti non potete procedere.
42. Per inciso, per il fatto che le persone in terapia esternano spesso i loro impulsi appena scoperti, l’analisi
psicologica viene spesso accusata di rendere le persone più egoiste. Se la terapia fosse gestita
correttamente, questo non accadrebbe. Adesso non dovete decidervi per l’alternativa sbagliata, solo
perché nel passato avete scelto di agire bene in base a intenzioni sbagliate. Potete, se volete, continuare
ad agire in modo giusto anche mentre siete nel processo di divenire consapevoli che non vi piace farlo.
Vi trovate in ogni caso in uno stato temporaneo. Si tratta di un periodo di transizione. Più importante
di qualsiasi altra cosa, per il momento, è rendervi conto del perché state compiendo un’azione, e che
cosa sentite mentre la state facendo.
43. Per riassumere: all’inizio, prima della ricerca di sé, eravate convinti di compiere un atto altruistico,
mentre lo odiavate, senza rendervi conto del vostro odio e di questa ribellione contro di esso. Poi
scoprirete l’odio e la ribellione contro questa azione. Scoprirete inoltre che date probabilmente la colpa
ad altre persone che – così vi piace credere – vi forzano a farlo. Il passo successivo sarà di riconsiderare
le ragioni perché state facendo questa azione, e quali sono i vostri veri motivi. Nella maggior parte dei
casi, scoprirete che la fate perché è quello che ci si aspetta da voi, e che non volete offendere quelle
persone perché ne desiderate l’approvazione. Un’ulteriore indagine vi mostrerà, oltre a queste ragioni,
che in realtà voi vorreste comportarvi in modo egoistico. Quando vi chiedete perché, la risposta sarà
che questo è più piacevole e vi porta più vantaggi. A quel punto, avrete riconosciuto il malinteso, che
può essere corretto soltanto trovando il giusto concetto di egoismo. Quando sarete completamente
consapevoli di questo malinteso, in tutte le sue sfaccettature, dovrete riconoscere che l’azione altruista
era in realtà egoista, impulsiva e non libera, più che altro perché volevate l’approvazione. Quindi, la
vostra azione apparentemente altruista si rivela essere in realtà egoista. L’aspetto egoistico era stato
semplicemente rimosso.
44. Questo processo in cui scoprite come stanno veramente le cose non può essere evitato. A quel punto
potete decidere se desiderate o meno continuare ad agire come prima. Nel corso di questo lavoro
potete scoprire che alcune delle vostre azioni erano ingiustificate e inutili, e che altre persone si sono
approfittate di voi in un modo che alla fine si rivelerà dannoso per loro. Ma in altri casi, il vostro agire,
in quanto tale, può essere stato valido e ragionevole, e potete scegliere di continuare così anche se le
motivazioni alla base non vi sono ancora chiare. In entrambi i casi, la cosa importante è riconoscere
le vostre emozioni, le motivazioni, le reazioni, i concetti che sono spesso inconsci e, soprattutto, come
vi ingannate.

di Eva Broch Pierrakos


© 1996 The Pathwork Foundation (Edizione 1996)
Questa traduzione non è definitiva - Lezione della Guida N° 64 • (Edizione 1996)
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45. Solo permettendo alle vostre vere emozioni di emergere in superficie, raggiungerete finalmente il
punto in cui i vostri concetti delle cose cambieranno, e la sicurezza della verità sarà vostra.
46. DOMANDA: Malgrado abbia fatto io stesso una scelta libera, conoscendo tutti questi motivi sbagliati,
e volendo allo stesso tempo cambiare, mi sento ancora un po’ egoista. Non è tanto per il desiderio di
approvazione o amore, ma forse voglio provare qualcosa di nuovo.
47. RISPOSTA: Forse non vuoi così tanto l’approvazione o l’amore, anche se potresti non esserne
pienamente consapevole, forse desideri fare la volontà di Dio, essere una persona spiritualmente
avanzata. Non importa quale sia il motivo. Il motivo può anche essere sovrapposto. Nel momento in
cui senti che l’egoismo è ancora lì, nonostante tu abbia riconosciuto le tue motivazioni negative, non
sei ancora completamente consapevole di tutte le tue emozioni, delle conclusioni e dei pensieri
inconsci. Potresti non essere ancora consapevole di quanto una parte di te ancora pensi che seguire il
desiderio egoistico originale sarebbe in realtà più piacevole. Del resto, potresti persino non essere
completamente consapevole di quali siano questi desideri. A causa di questo equivoco, i desideri stessi
sono spesso repressi e devono essere riportati allo scoperto.
48. Che cosa desideri davvero, e perché lo desideri? Per quanto a prima vista, questa domanda suoni così
semplice, trovare una risposta, all’inizio, non è facile. Il necessario lavoro iniziale è spesso più difficile
di quanto possiate pensare. Quando sarà compiuto, il lavoro diventerà molto più facile. Il problema è
sempre che, durante questo lavoro, non sapete ancora veramente cosa stia succedendo dentro di voi
prima di aver raggiunto un certo punto. Vi sentite frastornati, ma non riuscite ad individuarne la
ragione. Spesso siete del tutto inconsapevoli di quali siano i vostri veri desideri, e perché li avete.
Quando imparerete a prenderne coscienza ogni volta che vi sentite infastiditi e ansiosi, avrete fatto un
grande progresso sul sentiero. Non potete approfondire e indagare questi fattori, se prima non avete
chiaro che cosa volete. Quando lo scoprirete, sentirete spesso che la sensazione di disturbo diminuisce
notevolmente per il semplice fatto che ora sapete cosa volete e cos’è che vi disturba veramente, al di
là delle razionalizzazioni.
49. Miei carissimi amici, possano le mie parole darvi ulteriore materiale e nutrimento per il vostro
progresso interiore. Esse contengono un seme molto importante per tutti voi. Queste parole possono
aprire nuove prospettive verso una nuova libertà. Contengono una delle più importanti chiavi per
liberare il vostro vero Sé dalla sua prigione. Siate benedetti tutti, miei cari, siate in pace, siate in Dio!

Editing del testo originale inglese a cura di Judith e John Saly


Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Maggio 2019

di Eva Broch Pierrakos


© 1996 The Pathwork Foundation (Edizione 1996)
Lezione della Guida N° 64 • (Edizione 1996) - Questa traduzione non è definitiva
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di Eva Broch Pierrakos


© 1996 The Pathwork Foundation (Edizione 1996)

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