Un ponte termico è essenzialmente una singolarità in cui il flusso termico devia
dalle condizioni di monodirezionalità. Detto questo, significa che è ponte termico
l'angolo di un edificio (qualsiasi sia la stratigrafia), così come l'attacco tra elementi di copertura ed elementi verticali, e pure la frontiera serramento-parete. Per il calcolo dei ponti termici si possono utilizzare i cosiddetti "atlanti" dei ponti termici: -UNI EN ISO 14683, è una norma di facile reperimento utile specialmente per gli edifici di nuova costruzione -Norma francese TH-K77, norma molto utile per gli stati di fatto e/o le ristrutturazioni -Testi che trattano con formulazioni analitiche semplificate il problema (es. Moncada-Lo Giudice, "Elementi di impianti tecnici") Che cosa restituiscono questi metodi di calcolo? Essi ci danno un valore di "psi" (trasmittanza lineica, W/mK) che va moltiplicato per la lunghezza del ponte termico considerato (es. il ponte termico rappresentato dall'angolo di un edificio è "lungo" quanto l'altezza dell'edificio) per ottenere un valore di flusso termico (W/K) omogeneo con quello ricavato per le pareti. Problema successivo è capire se il ponte termico è "corretto". Precisiamo che il termine "corretto" viene introdotto a livello di D.Lgs. 192/05 s.m.i. e NON HA ALCUNCHE' A CHE VEDERE CON UN DATO FISICO: infatti il ponte termico, per come l'ho definito in apertura, RIMANE! Il termine "corretto" semmai significa che esso diviene trascurabile. La metodologia proposta dalla 192 è semplificata, come desunto da Allegato A: si tratta di valutare la differenza tra la "parete reale" e quella "fittizia" in termini di trasmittanze monodimensionali di parete (quelle classiche che si calcolerebbero con la UNI EN ISO 6946), da tenere sotto il 15%. Se il ponte termico è corretto, si può nel calcolo di fabbisogno omettere il contributo di ponte termico. Classico caso in cui questo succede quasi di routine è l'impiego di un isolamento "a cappotto". Se il ponte termico non è corretto, il contributo di ponte termico va conteggiato nel fabbisogno nei termini discussi prima, e cioè con un valore di trasmittanza lineica "integrata" sulla lunghezza del ponte termico. Ovvero: per il conto del fabbisogno, il ponte termico viene trattato come fosse una parete SOLO PER LA VERIFICA CONVENZIONALE DI PARETE FITTIZIA/PARETE REALE. Invece, per il conteggio di verifica delle trasmittanze, la 192 s.m.i. chiede un conteggio di media pesata sulle aree delle trasmittanze delle pareti (reali + fittizie) su ogni elemento edilizio (pareti verticali, coperture, etc.) per garantire il rispetto delle Ulimite. 15.10.2012 Deliberazione 15-10-2012 - Regione Piemonte La Regione Piemonte, con la Deliberazione del 15 ottobre 2012 n. 35-4745, ha modificato la normativa inerente la produzione di acqua calda sanitaria con obbligo di utilizzo di energia rinnovabile solare, rendendola più attinente alle nuove tecnologie disponibili sul mercato. Infatti la precedente regolamentazione in merito, contenuta nell'art. 3.1 della Legge regionale 28 maggio 2007, n. 13, prevedeva che il 60 % del fabbisogno di energia per la produzione di acqua calda sanitaria fosse soddisfatto attraverso l'installazione di pannelli solari termici integrati nella struttura edilizia, senza prendere in considerazione l'utilizzo di altre fonti rinnovabili di energia. La nuova delibera modifica il paragrafo dell'articolo suddetto, introducendo la possibilità di soddisfare il fabbisogno di acqua calda sanitaria mediante l'utilizzo di "energia aerotermica, geotermica o idrotermica come definite dall'articolo 2 del d.lgs. 28/2011". Questa modifica di fatto consente di utilizzare, per la produzione di ACS, non solo l'energia solare, ma anche altre forme di energia come quella geotermica o ancora meglio quella aerotermica, energia cioè che si trova nell'aria dell'ambente esterno, in quantità illimitata, sempre disponibile tutto l'anno, anche di notte. La delibera quindi aggiorna in modo significativo un limite normativo, aprendo la possibilità di utilizzo di pompe di calore anche per la produzione di acqua calda ad uso sanitario.