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La musicoterapia

LA MUSICOTERAPIA
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La musicoterapia

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La musicoterapia

CONTENUTI

1. Cosa si intende con musicoterapia? 04

1.1. Aspetti caratteristici della musica 05

2. Storia della musicoterapia 09

3. Differenza tra musicoterapia e educazione musicale 12

4. Fondamenti della musicoterapia 15

4.1. Fondamenti biologici 15


4.1.1. La musica a livello cerebrale 15
4.1.2. La musica a livello fisico 19
4.2 Fondamenti psicologici 20
4.2.1. Musica e stato d’animo 20
4.2.2. Musica ed empatia 23
4.2.3. Musica ed intelligenza 23

5. Ambiti di applicazione della musicoterapia 25

5.1. La musicoterapia con fini terapeutici 25


5.2 La musicoterapia e la sanità 27
5.3 La musicoterapia per la crescita e il benessere personale 29
5.3.1. La musicoterapia e l’educazione emotiva 30
5.3.2. La musicoterapia e l’ozio 31
5.4 La musicoterapia nell’intervento sociale 32
5.5 La musicoterapia e la pedagogia speciale 32
5.6 La musicoterapia e la stimolazione cognitiva 35

Bibliografia 36

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1. Cosa si intende
con musicoterapia?

a musicoterapia consiste nell’utilizzare la musica e i suoi meccanismi per favorire e promuovere


L lo sviluppo di abilità come la comunicazione, l’apprendimento, la motivazione, l’espressione e
l’organizzazione, con il fine di migliorare alcune capacità fisiche, psichiche, sociali e cognitive.

La musicoterapia (da questo momento MT) ha il compito di


potenziare o ripristinare alcune capacità dell’individuo, con
lo scopo di ottenere un miglioramento nell’organizzazione
interpersonale (con gli altri), intrapersonale (con se stessi) e Sapevi che nell’essere
una migliore qualità di vita. umano, la prima capacità ad
Si può, inoltre, definire la MT partendo dalle due parole che essere sviluppata e l’ultima
compongono il termine:
a venire meno è la capacità
Musica: arte che consiste nel combinare i suoni producendo di elaborare il suono, la voce
un effetto estetico o espressivo piacevole all’udito.
e la musica?
Terapia: prassi che permette di alleviare le difficoltà di una
persona o di un gruppo.

Considerando la fusione tra musica e terapia, la musicoterapia


risulta essere contemporaneamente un’arte, una scienza e una procedura di sviluppo personale:

È arte poichè relazionata alla soggettività, alla creatività e alla bellezza suscitate dall’interpretazione,
dalla composizione e dall’improvvisazione. Corrisponde all’approccio creativo o di auto-espressione
della musica.

È scienza poichè relazionata all’applicazione sistematica e alla riproducibilità del processo. La


musicoterapia si basa sull’applicazione di metodi e conoscenze derivanti da diverse teorie e professioni.

Come processo sociale o di crescita personale, la musicoterapia è legata allo sviluppo delle abilità
interpersonali (le relazioni interne al gruppo) e intrapersonali (la relazione con il proprio io).

Originariamente, la musicoterapia era concepita da un punto di vista terapeutico; attualmente i campi di


utilizzo si sono estesi, rispetto al solo concetto di musica come trattamento.

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È considerata una tecnica di sviluppo personale, di conoscenza di se stessi ed efficace nello sviluppo di capacità
personali come la creatività, la percezione, l’automotivazione o la soddisfazione e il benessere personale.

Il fine ultimo della musicoterapia non è, quindi, meramente terapeutico. Questa, infatti, viene utilizzata
per attività e laboratori1 non terapeutici, lavorando su due livelli:

• Da una parte, è una tecnica utilizzabile durante un trattamento per la riabilitazione fisica o
psicologica di una persona o di un gruppo → Fini terapeutici.

In questi casi, il musicoterapeuta può essere un medico o psicologo che possiede una preparazione
in musicoterapia e che sfrutta questa conoscenza nel proprio lavoro; oppure può essere uno
specialista di MT esterno, che partecipa al trattamento e collabora continuamente con gli altri
professionisti (medici, psichiatri, psicologi...).

Si seguono metodologie rigide e schemi terapeutici ben definiti.

• D’altra parte, si può utilizzare la MT come una risorsa socioeducativa, per favorire la crescita
personale, o a fini ludici → Fini socioeducativi e del benessere personale.

Si può ricorrere alla MT lavorando con minori, adulti e anziani che non hanno necessariamente
bisogno di terapie specifiche.

In questo caso, non è necessario che il musicoterapeuta possieda una formazione specifica in terapia
occupazionale o psicologica, dal momento che non dovrà lavorare a livello di un trattamento. La
sua metodologia non è ben definita in quanto si basa su eventi socio-culturali, educazione sociale
e psicologia positiva.

1.1. Aspetti caratteristici della musica


Gli effetti positivi di queste attività e di questi laboratori sono numerosi e si relazionano con alcune
caratteristiche specifiche della musica che si possono riassumere in:

Universalità Simbolismo
Multidimensionalità Gusti musicali
Flessibilità Esperienza estetica
Struttura e ordine

Universalità. La musica è presente in tutte le culture ed è parte integrante di tutti gli avvenimenti
importanti di ciascuna comunità.

È un’arte accessibile a tutti e, nell’arco della propria esistenza, tutti gli individui hanno avuto almeno
un’esperienza musicale o hanno beneficiato dei suoi effetti.

1 Laboratorio: metodo di lavoro incentrato sulla praticità che ha come scopo finale la realizzazione di un prodotto concreto e che
richiede la partecipazione/implicazione attiva dei collaboratori. I laboratori sono concepiti come un insieme di sessioni pianificate
per le quali è necessario un mediatore.

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In che contesto troviamo la musica?

1
Solitamente, durante le competizioni sportive,
vengono trasmesse canzoni o inni con lo scopo di
incoraggiare gli sportivi e fare in modo che diano
il massimo delle proprie abilità e per fomentare
5
All’interno dei negozi e dei centri commerciali si
utilizza la musica per spingere ad un consumo
compulsivo (musica rapida) o ad un consumo
rilassato e prolungato nel tempo (musica lenta),

2
l’impegno nel difendere la propria squadra. Lo in base all’afflusso dei clienti e al momento della
stesso utilizzo della musica si riserva in guerra giornata.
con i soldati.
Inoltre, a seconda del prodotto da commercializzare,
si possono usare determinate musiche applicando
Nelle scuole, alcuni professori utilizzano la quello che si chiama audiomarketing.
musica durante alcune attività di rilassamento,

3
durante attività che richiedono concentrazione o Si tratta di una tecnica che utilizza il suono o la
per memorizzare dati con più facilità (canzoni per musica con il fine di condizionare il comportamento
memorizzare i colori, i paesi, i fiumi,...) dei consumatori e le loro decisioni. La musica riesce
a stimolare alcune parti del cervello relazionate con
le emozioni, condizionando considerevolmente il

4
Durante le visite mediche, la musica aiuta a
comportamento di un soggetto.
rilassare il paziente per ridurre paura e stress.

Durante un esperimento realizzato in un’enoteca,


Nel cinema, la musica svolge una duplice funzione:
nel momento in cui veniva proposta una
suscita nello spettatore determinate emozioni in
musica classica di un fisarmonicista francese,
relazione alle scene e permette di interpretare gli
si è osservato un aumento delle vendite di
stati d’animo dei personaggi, il loro carattere e la
vino francese. Durante lo stesso esperimento, è
loro personalità.
stata proposta la musica tipica di una birreria
tedesca: in quel caso si è osservato un aumento
Se guardiamo una scena di un film in silenzio delle vendite di vino tedesco.
o se ne cambiamo la musica, le emozioni
prodotte saranno diverse.

“Esperimento cinematografico:
il film senza la musica. Rocky
Balboa”
Fonte: barbaglio79

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Multidimensionalità. La musica ha la capacità di produrre effetti sulle diverse dimensioni della persona
(effetti fisiologici, spirituali, cognitivi, emotivi o sociali) e incide sulle aree più particolari e recondite di ciascuno.

Di conseguenza, dato che la musicoterapia rende possibile il vivere, creare e/o ricreare la musica, vengono
stimolate diverse dimensioni: aree o attività fondamentali come l’elaborazione dei suoni, la fonologia e i
processi di coordinamento; aree o funzioni cognitive come la concentrazione e la memoria; aree o attività
emotive come l’autostima e il benessere personale e diverse capacità multidimensionali: flessibilità,
creatività, sensibilizzazione nei confronti di temi culturali, autodisciplina, gestione dello stress,…

Flessibilità. La musica può essere sfruttata e valorizzata dalle persone di tutte le età e stimola una
gran varietà di stati d’animo ed emozioni. Questa caratteristica permette ai laboratori e alle attività di
musicoterapia di adattarsi a diversi livelli e obiettivi.

Struttura e ordine. La musica possiede una struttura: si organizza e si ordina sempre in un


determinato modo. Questa caratteristica, durante i laboratori e le attività di musicoterapia,
trasmette da una parte sicurezza e tranquillità e dall’’altra la possibilità di creare ed interpretare.

Simbolismo. La musica permette interpretazioni diverse e sottili più di qualsiasi altra forma di linguaggio,
facilitando l’espressione delle emozioni e dei sentimenti. L’esperienza musicale, come creazione o come
percezione, permette di dar forma e di simbolizzare le immagini, i sentimenti, i pensieri e i conflitti.

Gusti musicali. La musica, presentandosi attraverso diverse forme, permette a tutti sia di sentirsi identificati
con un genere, sia di stabilire la propria preferenza musicale. La musicoterapia si basa sul concetto secondo
cui tutti siano capaci di beneficiare e di esprimersi attraverso la musica. Inoltre, tanto la pratica musicale
quanto l’ascolto sono in grado di apportare benefici, risultando attività gratificanti e piacevoli.

In generale, ascoltare musica risulta beneficioso dal punto di vista emotivo; mentre suonare e praticare
musica risulta un vantaggio dal punto di vista cognitivo ed attitudinale.

Esperienza estetica. La musica, come arte, è un’esperienza estetica che produce effetti positivi. Ma cosa
intendiamo con esperienza estetica? Si considera esperienza estetica quella che il soggetto sperimenta in
relazione alla bellezza, sia questa legata a un paesaggio naturale o ad un’esperienza artistica.

Cosa intendiamo con esperienza estetica? L’esperienza estetica è conosciuta come l’incontro tra l’individuo
e la bellezza, per esempio artistica o di un paesaggio naturale.

Pertanto, si può affermare che una persona abbia vissuto


un’esperienza estetica in relazione alla musica, nel
momento in cui, per esempio si sia emozionata ascoltando
una melodia.

L’estetica porta inevitabilmente con sè il tema dei


gusti personali; sebbene ogni persona possieda propri
gusti personali e considerando la gran varietà di gusti,
possiamo affermare che esistono gusti “buoni” e “cattivi”
e che questi si possano in qualche modo educare grazie
alla possibilità di migliorare la nostra percezione del
bello mediante l’esercizio. Per esempio, un movimento
artistico come l’impressionismo ha dimostrato la
possibilità di modificare il rifiuto iniziale, sostituendolo
con un’ammirazione molto profonda. Il giardino dell’artista a Giverny. Claude Monet

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CHE FATTORI INFLUISCONO SUI GUSTI MUSICALI PERSONALI?


APPROFONDIMENTO

Contributi della psicologia della musica.

Alcune ricerche si sono basate sull’analisi dei gusti personali di persone con o senza formazione
musicale, per capire se questa caratteristica influisce sulla scelta del proprio genere preferito.

In questo modo, alla domanda Perché ti piace la musica?, le persone con formazione musicale
hanno risposto che questa rappresenta un modo per esprimersi e un elemento importante
del proprio vissuto (parenti musicisti, legami con la musica fin da piccoli…); il gruppo senza
formazione musicale ha risposto di apprezzare la musica per il suo potere rilassante.

Inoltre, tra i due gruppi, sono state riscontrate differenze anche riguardo i generi musicali. Il
primo tende a preferire il genere colto (inscrivibile in una tradizione musicale scritta) e il rock;
il secondo tende a preferire la musica popolare come il pop.

Sembra che una distinzione tra i gusti musicali possa dipendere dall’educazione musicale.
Secondo alcuni ricercatori, l’educazione musicale (fattore associato al gusto musicale e alla
scelta del genere preferito), sviluppa la sensibilità estetica e il gusto artistico.

Altri ricercatori affermano, sulla base dei propri studi, che esista una relazione tra genere
musicale preferito ed età: i giovani tendono a preferire un tipo di musica che non piace
ai propri genitori o che questi non sopportano. In base alle circostanze sociali di ciascun
periodo, si distinguono tre fasi:

▶▶ Fase intensa (adolescenza). Caratterizzata da stili come punk e metal, relazionati alla
ricerca della propria identità.

▶▶ Fase contemporanea (inizio dell’età adulta), si includono stili come Pop o Rap. Questa
fase coincide con il momento in cui si inizia a socializzare nei posti in cui la musica è più
“ballabile”. Favorisce i legami.

▶▶ Fase sofisticata (maturità). Si smette di apprezzare la musica contemporanea, per


passare ad un genere di musica più “sofisticata” come jazz o musica classica. Secondo i
ricercatori, questa fase è propria dei soggetti lavoratori e con famiglia, i quali ricercano
nella musica una via di fuga e relax.

Riassumendo: i gusti musicali cambiano in base all’educazione musicale e al momento della


vita di un individuo.

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2. Storia della
musicoterapia

L a musica ha sempre avuto funzioni importanti nel corso del tempo: pratiche magiche, religioni, scienza, ecc…

XIX secolo: Prima Guerra


Preistoria: Mondiale:
danze, funerali, riti religiosi, diffusione del termine
musicoterapia cura dei feriti secondo
matrimoni, nascite,...
approcci comuni

Barocco: 1950:
Egitto:
musica che risveglia istituita l'Associazione
fini terapeutici
passioni o affetti Americana di Musicoterapia

Attualidà:
Grecia e Roma: Rinascimento: la musicoterapia si diffonde e
educazione della personalità musica come medicina si sviluppa come vera e
propria specializzazione

Nel corso della preistoria la musica aveva una funzione divina e veniva utilizzata durante le danze e riti
religiosi come funerali, matrimoni, nascite o per migliorare i raccolti. Veniva inoltre utilizzata da stregoni
e sciamani per allontanare le forze maligne e attrarre quelle benigne attribuendo, così, alla musica una
funzione magica.

Successivamente, in Egitto, la musica iniziò ad essere utilizzata a fini terapeutici, per far fronte alle malattie
all’interno degli ospedali o per favorire la fertilità della donna. Inoltre, uno dei medici più conosciuti, Erofilo,
riusciva a regolare la pressione arteriosa attraverso le scale musicali.

Gli egizi affermavano (e lo insegnavano fin dall’infanzia), che la musica influenzasse le emozioni. In questo
modo, facevano sì che i bambini crescessero razionalmente e non trasportati dalle passioni.

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La musicoterapia

In Grecia si iniziò ad utilizzare la musica per gli effetti positivi


che rilasciava sull’educazione personale. La musica era inoltre
associata al potere religioso, poiché si credeva che alcune divinità
fossero portatrici del male e che da quest’ultimo ci si liberasse
solo comunicando attraverso la musica.

Tra i greci, Ippocrate venne definito il padre della medicina;


Platone e Aristotele i precursori della musicoterapia.

Aristotele propose la teoria dell’Ethos secondo cui l’essere


umano e la musica sono intimamente collegati, in quanto
questa influisce sugli stati d’animo e sul carattere delle persone.

Inoltre, attribuì alla musica un valore curativo affermando che


“i soggetti incapaci di controllare le proprie emozioni, possono
tornare alla normalità solo dopo aver ascoltato melodie che
conducono all’estasi, come se fossero stati sottoposti a un
trattamento medico o disintossicante”.

Platone credeva negli effetti specifici della melodia sullo spirito


dell’ascoltatore. Il piacere provocato dalla musica può essere
un effetto permanente, esattamente come l’effetto prodotto
dall’educazione. “La musica è per l’anima ciò che la ginnastica
è per il corpo”

Come in grecia, anche a Roma si utilizzava la musica per curare


diverse patologie, soprattutto i disturbi mentali e l’insonnia.

Più tardi, con il cristianesimo, si continuò ad apprezzare l’utilizzo


della musica per curare diverse patologie e per pregare.

Nel libro di Samuel, per esempio, David suona l’arpa per Saul.
Quest’ultimo afferma che, nel momento in cui ascolta quelle
melodie, si sente più libero dallo spirito maligno che lo tormenta.

Durante il Medioevo, così come nei periodi precedenti, molti


hanno fatto riferimento all’importanza della musicoterapia.
Seneca affermava che “chi non conosce la musica, non conosce
niente che abbia un senso”.

Nel corso del Rinascimento si diffusero trattati2 sulla musica con il


duplice obiettivo di educare e stabilire criteri scientifici relativi a
teorie musicali a partire dalla filosofia musicale.

In questo periodo si iniziò a considerare che attraverso la musica


si potessero alleviare i dolori fisici dei malati e, in seguito, il
personale sanitario iniziò a riflettere sulla possibilità di utilizzare
la musica non solamente a fini medici e curativi.

2 Trattato: genere letterario appartenente alla didattica che consiste


nell’illustrazione integrale, oggettiva e ordinata di determinate conoscenza su una
questione o tema in concreto.

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Parallelamente, durante questa fase, la musica e altre dimostrazioni artistiche iniziarono ad essere
considerate come proiezioni individuali e metodi per comunicare le esperienze emotive dell’individuo,
assumendo quindi un ruolo civilizzatore.

Il Barocco rappresenta un periodo in cui si provò a dare una spiegazione scientifica a tutti i fenomeni
naturali e, dal punto di vista artistico, ciò che si riteneva importante non era la bellezza (come sosteneva il
Rinascimento) ma i sentimenti.

In questo periodo si iniziò a considerare la musica come la responsabile principale del risveglio delle
passioni e degli affetti (amore, odio, paura, dolore,…), prodotti e stimolati in maniera indipendente. Questa
concezione emotiva della musica, capace di alimentare i sentimenti, aiutò a consolidare il concetto di
musica in relazione allo stato d’animo.

Successivamente, durante il XVIII secolo, si diffusero numerose teorie sul funzionamento della musica e
sugli effetti benefici che può apportare allo stato d’animo delle persone. Si trattava di un potere analgesico
e ipnotico per far fronte ai disturbi mestruali e alla febbre.

Il tipo di musica utilizzato dipendeva dal caso e dalla persona, anche se le musiche con ritmi
particolarmente forti sono sempre state considerate nocive.

A partire dalla seconda metà del XIX secolo si diffuse l’uso della musica come trattamento: si utilizzò per
la prima volta il termine musicoterapia. Negli Stati Uniti, già precedentemente alla Prima Guerra Mondiale,
si utilizzava la musica all’interno degli ospedali per alleviare le tensioni prima che il paziente entrasse in
sala operatoria.

All’inizio del XX secolo la musica iniziò ad essere concepita come metodo terapeutico in alcune istituzioni
sanitarie, anche se medici, psicologi, musicisti e volontari non erano in possesso di un metodo ben
definito. Durante la Prima Guerra Mondiale, con la necessità di assistere regolarmente i feriti di guerra,
si svilupparono i primi studi sulla formazione in musicoterapia. Nel 1950 venne fondata la prima
istituzione formale di musicoterapia degli Stati Uniti.

Al giorno d’oggi, la MT è in via d’espansione e il numero di specialisti che si dedicano alla ricerca del
benessere, attraverso le risorse musicali è in continuo aumento.

Questo si deve soprattutto ai progressi della neuroscienza. Grazie alla ricerca è stato
possibile osservare l’attività cerebrale durante l’ascolto, l’immaginazione o la
composizione di musica.

Grazie a tali ricerche, si è scoperto che, la musica non solo attiva la corteccia
uditiva, ma anche altre aree del cervello specializzate in compiti diversi: quelle
incaricate del controllo dei muscoli (ballando o suonando uno strumento), i
centri del piacere, le aree relazionate con le emozioni e le aree incaricate di
interpretare il linguaggio. Secondo gli specialisti, l’anatomia cerebrale si può
modellare in base alle proprie abitudini musicali, con la possibilità di attivare
quelle aree specifiche del cervello che funzionano in maniera anomala,
sfruttando la plasticità neuronale per rigenerarle.

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3. Differenza tra musicoterapia


e educazione musicale

dimostrato che fare o ascoltare musica abbia una funzione terapeutica e che la differenza tra
È educazione musicale e musicoterapia è davvero sottile → Questo sembra essere uno dei grandi
problemi quando si associa la figura dell’insegnante di musica a quella del musicoterapeuta.

LA MUSICA NELL’ISTRUZIONE
APPROFONDIMENTO

Nel contesto dell’istruzione, la musica è presente in forme distinte:

Da una parte, l’educazione musicale formale, dagli anni della


scuola materna a quelli della scuola secondaria di primo
grado. Parallelamente e ufficialmente, i conservatori e i
centri autorizzati forniscono insegnamenti della musica
su tre livelli: elementare, professionale e superiore.

Dall’altra parte, l’educazione musicale non formale,


racchiude tutte le attività esterne al sistema formale,
ugualmente organizzate e pianificate, con l’obiettivo di
fornire insegnamenti riguardo alla musica.

Infine, l’educazione musicale informale, un processo non


metodologico che dura tutta la vita. Le persone acquisiscono e
accumulano quotidianamente conoscenze, abilità e attitudini relazionate con la musica.

L’educazione informale riguarda sia le istituzioni, che ne facilitano il contatto attraverso


esposizioni, concerti, ecc..., sia le interazioni spontanee come televisione, internet, discoteche,
karaoke, ecc.

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Tanto l’educazione musicale, quanto la musicoterapia utilizzano la musica e tutti i suoi elementi, anche se
con fini diversi:

L’obiettivo fondamentale dell’educazione musicale è l’apprendimento delle tecniche e dei processi, lo


sviluppo della creatività e/o l’apprendimento dei concetti musicali o della storia della musica. Si tratta di
trasmettere conoscenze.

Al contrario, il fine della musicoterapia, è quello di favorire una crescita personale ottimale e migliorare la
qualità della vita. La musica è utilizzata per favorire i processi di miglioramento personale e di trattamenti
psicoterapeutici o socioeducativi.

EDUCAZIONE MUSICALE MUSICOTERAPIA

Musica fine a se stessa Musica come mezzo per produrre cambiamenti

Procedimento chiuso e educativo basato su un Procedimento aperto, sperimentale, interattivo e


curriculum* in continua evoluzione

Corsi programmati e organizzati per diversi livelli.


Gruppi misti: diversi livelli e età
Omogeneità

Attività concepite per migliorare le esecuzioni Esecuzioni fini a se stesse

Non sempre si procede alla valutazione. Le


Criteri di valutazione prestabiliti. Si valuta valutazioni effettuate hanno come unico obiettivo
ciascuno in maniera lineare l’analisi iniziale dei partecipanti per adeguare le
attività

Clima di supporto, i contenuti sono presenti


Il professore contribuisce e motiva l’esperienza
all’interno delle persone

Il professore aiuta lo sviluppo delle abilità Il facilitatore pone in relazione l’esperienza


musicali musicale con il benessere

* Insieme di conoscenze che un alunno deve acquisire per ottenere un titolo accademico

La musicoterapia si serve dell’esperienza musicale per lavorare su obiettivi non musicali. Utilizza la musica
per produrre cambiamenti su alcune aree della vita dell’ individuo o per migliorare il suo stato generale,
agendo simultaneamente nell’ area sensoriale, affettiva e cognitiva.

In musicoterapia non è importante la perfezione dell’espressione musicale, ma il fatto che la persona possa
in qualche modo esprimersi. In una sessione di musicoterapia, qualsiasi forma di espressione sarà accettata
e ben accolta, tranne nei casi in cui si possa correre il rischio di pregiudicare il singolo o il gruppo.

Se però consideriamo le caratteristiche comuni tra educazione musicale e musicoterapia, si può considerare che:

1. Entrambe utilizzano la musica come elemento fondamentale del lavoro, del linguaggio e come
mezzo di comunicazione.

2. Propongono obiettivi ed esecuzioni musicali.

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La musicoterapia

3. Si crea una relazione interpersonale tra chi supervisiona il processo e i beneficiari.


4. Sono entrambi processi sistematici, intenzionali, organizzati e regolari.

È necessario, inoltre, aggiungere che musicoterapia ed educazione musicale si arricchiscono reciprocamente:

La musicoterapia offre all’educazione musicale una visione più amplia del fenomeno sonoro e della sua
relazione con la vita fisica, psicologica e sociale dell’individuo, aiutando ad alleggerire ed elaborare il
processo di creazione musicale da una prospettiva più aperta e dinamica, non solo dal punto di vista estetico
musicale ma anche espressivo.

L’educazione musicale offre alla musicoterapia una serie di risorse metodologiche specifiche e strategiche e
una serie di metodi per comprendere il processo e valutarlo.

Riassumendo
Esiste una differenza importante tra attività di educazione musicale e attività di musicoterapia:
le persone non partecipano ai laboratori di musicoterapia con l’intenzione di diventare
musicisti professionisti (nonostante possa succedere), ma per alleviare le proprie difficoltà
personali e/o sociali.

Allo stesso modo si è dimostrato che, attraverso insegnamenti musicali, si possono conseguire
obiettivi non solo musicali ma anche di sviluppo personale.

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La musicoterapia

4. Fondamenti della
musicoterapia

a musicoterapia, tanto con fini terapeutici, quanto con fini socioeducativi e mirati al benessere, si basa
L sull’accesso diretto della musica ai diversi livelli del funzionamento umano, biologico e psicologico.

4.1 Fondamenti biologici


A livello biologico, la musica ha la capacità di alterare diverse funzioni
dell’individuo a livello cerebrale e fisico. In questo modo:

• La musica stimola i due emisferi e i quattro lobi cerebrali,


favorendo un miglioramento delle funzioni cerebrali nel suo
insieme.
A livello biologico, la
• Ascoltare musica che risulti piacevole aiuta a produrre sostanze musica ha la capacità di
chimiche relazionate con il piacere.
alterare diverse funzioni
• La musica produce onde cerebrali legate alla concentrazione,
l’apprendimento, l’immaginazione e la creatività.
dell’individuo a livello
cerebrale e fisico.
• La musica coordina i ritmi cardiaci, respiratori e la tensione
muscolare.

4.1.1. La musica a livello cerebrale


Nel cervello umano si distinguono due emisferi, il destro e il sinistro. Sebbene ciascun emisfero sia impiegato
in diverse funzioni, questi non funzionano in modo indipendente. È possibile che pochi processi abbiano
luogo in un emisfero solo.

Nonostante i primi studi sugli emisferi cerebrali abbiano stabilito che l’emisfero sinistro è sede dei processi
del linguaggio (emisfero intellettuale) e l’emisfero destro della musica e dell’estetica visiva (emisfero
artistico), con le nuove tecnologie e l’analisi dei diversi componenti della musica si è giunti alla conclusione
che i processi musicali interessino tutto il cervello e non solo il destro come si pensava inizialmente.

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La musicoterapia

A sua volta, il cervello umano è suddiviso in quattro lobi (frontale, temporale, parietale e occipitale) e il
cervelletto. Il comportamento dell’essere umano è molto complesso e coinvolge sempre più aree, per le
quali è possibile formulare alcune generalizzazioni in merito alle loro funzioni:

»» Il lobo frontale è legato alla pianificazione, al linguaggio, all’autocontrollo e all’estrapolazione


del significato globale degli stimoli che si ricevono attraverso i sensi, prima di ricollegarli ad altre
informazioni già immagazzinate.

»» Il lobo temporale è relazionato con l’udito e con la memoria.

»» Il lobo parietale è collegato ai movimenti muscolari e alla conoscenza dello spazio.

»» Il lobo occipitale è legato alla vista.

»» Il cervelletto contribuisce alle emozioni e alla pianificazione dei movimenti.

l’attività musicale implica tutte le regioni del cervello, poiché le diverse regioni si relazionano a diversi aspetti
della musica: al linguaggio (quando si canta o si ricordano i testi delle canzoni), alle emozioni (rievocate
attraverso una canzone), al movimento (quando si balla o si canta), alla memoria (quando ci si ricorda di una
di una canzone o di un ballo), ecc.

Da ciò si deduce che l’attività musicale interessi l’intero cervello e, anche se determinati danni cerebrali
possono alterare le funzioni dei processi musicali, la plasticità del cervello e le caratteristiche della
musica permettono di potenziare e di far emergere capacità cerebrali in quelle parti del cervello che
non sono state danneggiate.

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La musicoterapia

Parti del cervello attivate


dalla musica
Fra tutte le attività, l’ascolto della musica è quella che stimola contemporanemaente il maggior
numero di parti del cervello.

TESTO

TONALITA’ Area di Wernicke

Corteccia Prefrontale Area di Broca


(a seconda del tipo di musica)
Cervelletto
Corteccia Visiva
Lobo Temporale (a seconda del tipo di musica)

Corteccia motoria
(se si tamburella con le dita)

Risposta emotiva

RITMO

Corteccia Frontale SX

Corteccia Parietale SX

Cervelletto destro

Un altro aspetto importante dell’attività cerebrale relazionato con la musica è la produzione di sostanze
chimiche che influiscono sul buon funzionamento dell’organismo. La musica è in grado di provocare un
rilascio maggiore di serotonina, endorfina, ossitocina e dopamina (sostanze rilasciate nel momento in cui
gli stimoli esterni provocano piacere). Il tasso di rilascio di queste sostanze dipende dal livello di piacere, in
base a ciascun genere musicale. La produzione di queste sostanze produce euforia, aiuta a diminuire i livelli
di stress, rafforza il sistema immunitario e aiuta a resistere al dolore.

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Infine, il cervello produce costantemente diversi impulsi elettrici che prendono il nome di onde cerebrali.
Esistono quattro tipi di onde:
ONDE BETA (14-30 Hz)

Si producono quando il cervello è attivo e coinvolto nelle attività umane. Si tratta di onde
ampie e trasmesse con più facilità rispetto alle altre. Indicano un’attività mentale intensa.

Per esempio, mentre stiamo risolvendo un problema di matematica il nostro cervello cerca di
trovare una soluzione producendo questa tipologia di onde.
ONDE ALFA (8-13.99 Hz)

Rappresentano una scarsa attività cerebrale e rilassamento. Sono onde più lente e più ampie
rispetto alle beta.
Una persona soddisfatta del proprio lavoro, che ha appena terminato un compito e si presta
a sedersi per riposare, si trova in uno stato alfa, così come la persona che, passeggiando, si
gode il paesaggio.
ONDE THETA (4-7.99 Hz)

Si relazionano ad uno stato di calma profonda. In questo stato tutti i compiti sono stati portati
a termine e non è più necessario restare attenti e concentrati sull’esecuzione del proprio
lavoro. Il soggetto può prendere mentalmente le distanze da questo.
Per esempio, quando entriamo nella fase di “sognare ad occhi aperti” o quando, dopo aver
guidato per un po’, non ci ricordiamo gli ultimi chilometri che abbiamo percorso.
ONDE DELTA (0.1-3.99 Hz)

Le onde cerebrali non sono mai pari a zero, altrimenti questo significherebbe morte cerebrale.
Si producono in uno stato di “sonno profondo”. Quando andiamo a dormire, le onde cerebrali
passano da beta ad alfa, theta e infine delta.

Divulgazione Dinamica
18
La musicoterapia

4.1.2. La musica a livello fisico


I diversi componenti della musica hanno la capacità di incidere
sul ritmo dell’attività fisica di un individuo.
Il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa si modificano in base
al volume e al ritmo della musica, aumentando in funzione
della velocità e del ritmo musicale. Accelerano con le canzoni
rapide e rallentano con le canzoni lente.

Alcuni ricercatori dell’Università del Capacità di


Maryland hanno dimostrato che il
suggestione e
SAPEVI CHE...

diametro dei vasi sanguigni, misurato


nella parte alta del braccio, aumenta
del 26% quando ascoltiamo la nostra
musica preferita. Al contrario, la musica
che consideriamo stressante, riduce il
diametro del 6%. Gli esperimenti hanno
autosuggestione
inoltre dimostrato che ascoltare canzoni
divertenti dilata i vasi sanguigni del 19%,
mentre una musica rilassante permette La musica produce molte onde alfa:
una dilatazione dell’11%. per esempio, quando si suona uno
strumento, si ascolta musica o quando
si ascolta un determinato tono di voce.

Sapevi che durante gli stati alfa aumenta


Anche la respirazione, così come il battito cardiaco, si la nostra capacità di suggestione e
modifica con gli stimoli sonori. In questo modo, le canzoni lente autosuggestione? Qualsiasi cosa ci
sono accompagnate da respiri più profondi che indicano uno venga detta durante questo stato è
stato di calma e di controllo delle emozioni; contrariamente, molto probabile che venga accettata
un ritmo più veloce, è accompagnato da respiri accelerati, con meno “filtri” rispetto agli stati di
comportamenti impulsivi e azioni poco controllate. razionalità consapevole.

Considerando che il nervo acustico collega la parte interna Ciò era noto ai sacerdoti nell’antichità
dell’orecchio a tutti i muscoli del corpo attraverso il Sistema che, attraverso canzoni monocorda
Nervoso Autonomo, di conseguenza l’elasticità, la forza e il (come il gregoriano) o quelle dell’organo
tono muscolare di una persona sono influenzati dal suono e (che producono una frequenza in hertz
dalla vibrazione della musica. molto simile a quelle dello stato alfa),
riuscivano a far mettere in pratica le
Ciò dipende dalla velocità: quando il ritmo è rapido l’attività idee dei loro sermoni. Allo stesso modo,
muscolare è intensa e si produce energia e vitalità; quando il esistono molti strumenti che producono
ritmo è lento ci si libera dalla tensione muscolare e si favorisce onde simili alle onde alfa (come il tono di
uno stato di rilassamento fisico. voce di alcune persone) ed è per questo
che esistono persone che, per esempio
durante un concerto, si addormentano
o, al contrario, si sentono “trasportati”
in un’altra dimensione.

Divulgazione Dinamica
19
La musicoterapia

4.2 Fondamenti psicologici


Sebbene risulti difficile distinguere gli effetti della musica a livello biologico o psicologico, poiché si
influenzano reciprocamente, dal punto di vista psicologico si considera che la musica possa aiutare a far
riaffiorare (in base alla situazione) ricordi o sensazioni percettive dell’olfatto o della vista, a modificare la
percezione dello spazio e del tempo, a stimolare la fantasia, a rievocare momenti di successo o di fallimento
e facilitare l’espressione delle emozioni.

4.2.1. Musica e stato d’animo


Stimolando diverse regioni cerebrali, la musica favorisce la produzione di onde cerebrali e aumenta la
produzione di diverse sostanze, influendo direttamente sullo stato d’animo della persona.

Esistono, in questo senso, criteri comuni a qualsiasi genere musicale che, in base alle caratteristiche
personali di ciascuno, permettono alla musica di influire sullo stato d’animo in tutti i modi possibili.

EMOZIONI E UNIVERSALITÀ DELLA MUSICA


APPROFONDIMENTO

Tutti sono capaci di riconoscere una musica allegra e, a meno che non sia legata a un
determinato ricordo, questa produrrà uno stato d’animo più o meno simile in tutti gli individui.

Ma come si fa ad essere certi che la musica produca emozioni comuni a tutti gli individui,
se ciascuno ha ascoltato, nel corso della propria vita, musica in relazione a determinate
immagini o a situazioni che hanno “educato” la nostra capacità di emozionarci?

Il dottor Fritz ha analizzato la reazione emotiva di persone che non avevano mai ascoltato
musica occidentale.

Con questo proposito, il team del dottor Fritz iniziò a cercare etnie che fossero completamente
isolate e decise di dedicarsi al popolo dei Mafa (Camerun).

Lo studio consisteva nel far ascoltare estratti di musica occidentale, allegra, triste o che
trasmettesse paura, per una durata di 9-15 secondi, per accertarsi che provocassero le
stesse emozioni sui Mafa.

Chiesero a ciascun individuo di indicare una fotografia che mostrasse un viso felice, triste
o spaventato, espressioni che i Mafa (così come tutti) erano in grado di identificare: i
Mafa identificarono con precisione (anche se con meno precisione rispetto agli ascoltatori
tedeschi, che avevano il compito di tenere sotto controllo la situazione) le musiche
occidentali come allegre, tristi o spaventose.

Lo studio evidenzia l’universalità della musica come linguaggio emotivo. Ciò non significa che
le melodie di diverse culture non possiedano caratteristiche proprie; anzi è probabile che le
melodie proprie trasmettano in maniera migliore determinate emozioni ai componenti della
cultura di appartenenza.

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20
La musicoterapia

Nonostante ciò, l’esperienza musicale, ossia il significato che ciascun individuo attribuisce alla musica, è
influenzata dalla storia musicale e dalla situazione specifica di ognuno. Per questo, l’esperienza interiore
vissuta durante l’ascolto della musica, non rappresenta una risposta naturale o universale della musica
stessa ma un modo di relazionarsi alla cultura e di costruire la propria identità.

Alcuni autori definiscono l’esperienza interiore come “identità sonora”, alludendo a tutti i messaggi sonori
ricevuti fin dai mesi antecedenti alla nascita. In questo modo, non tutti associano gli stessi ricordi o le
stesse sensazioni a una canzone, né si sentono attratti dallo stesso genere musicale, nonostante si possano
riscontrare gusti simili.

Per esempio, tutti possono definire e percepire una canzone estiva come allegra, a qualcuno può piacere perché
solitamente ascolta quel genere musicale, ad altri può non piacere perché evoca ricordi di un’estate triste.

La musica influisce in maniera diversa sulle caratteristiche musicali e sonore di ciascun individuo. Queste
caratteristiche si sviluppano a partire dal ventre materno, lungo tutta la durata della vita, nello stesso modo
in cui altri aspetti si evolvono stando a contatto con la cultura e con la famiglia.

La musica influisce sullo stato d’animo personale e, poiché esiste una relazione molto stretta tra un
determinato stato d’animo e la sua espressione, si utilizza la musicoterapia per agire sulle emozioni a
beneficio del soggetto.

Si produce, inoltre, un meccanismo di feedback (o retroazione) in cui un determinato stato d’animo produce
un’espressione emotiva che a sua volta tende a svegliare o conservare lo stato d’animo.

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La musicoterapia

Le esperienze musicali
Immaginiamo tre gruppi di persone che assistono in diretta a tre concerti diversi ma nella stessa città:

• un concerto dell’Orchestra Filarmonica di Vienna,


• un concerto di Bruce Springsteen,
• un concerto – meditazione di musica Shirai.

Cosa hanno in comune e quali sono le differenze tra i gruppi?

Senza prendere in considerazione la passione per la musica comune ai tre gruppi, questi ultimi
sperimenteranno sicuramente sensazioni ed effetti diversi in ciascun caso. Le sensazioni e gli effetti
saranno diversi, non solo tra i gruppi, ma anche all’interno di soggetti appartenenti allo stesso gruppo.

Difficilmente due persone sperimenteranno le stesse sensazioni e gli stessi effetti, anche se in base
al genere musicale alcune caratteristiche devono necessariamente essere comuni all’interno dello
stesso gruppo, così come lo saranno anche tra i diversi generi musicali.

Se potessimo osservare i tre gruppi ci renderemmo conto che:

Nel primo caso (concerto di musica classica), le persone rimarranno calme, a riposo, sedute ai
propri posti, mostando le proprie emozioni solo attraverso espressioni facciali.

Nel secondo caso (concerto rock), saranno evidenti movimenti ed euforia generale, sperimentando
una sensazione di allegria e felicità.

Nel terzo caso (concerto – meditazione), osserveremo una grande calma, occhi chiusi e totale
passività, insieme ad una percezione di pace e serenità.

Se ciascuno disponesse di rilevatori bioelettrici per misurare le funzioni vitali, noteremmo una serie
di effetti comuni: aumento delle palpitazioni, sudore, variazione della resistenza elettrica della
pelle, ecc.

Se fosse possibile misurare gli stadi emotivi, ci renderemmo conto che vengono sperimentate
sensazioni di felicità, euforia, allegria, tranquillità, serenità, pace,...

Se fossimo infine capaci di indagare sulle menti di ciascuno, vedremmo immagini, ricordi e pensieri.
Se riuscissimo, addirittura, ad addentrarci nella parte consapevole riusciremmo ad identificare
quali connessioni si instaurano con la parte intima e spirituale delle persone.

Commentando questo esempio in una sessione di musicoterapia è importante pianificare quali


effetti si vogliono ottenere, quali sono i gusti dei partecipanti e quale genere musicale produrrà
determinate emozioni o stati d’animo.

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La musicoterapia

4.2.2. Musica ed empatia


La musica può favorire l’empatia, capacità che ci permette di comprendere e riconoscere gli stati emotivi e
le necessità di chi ci circonda.

Attraverso un’esperienza musicale si attivano le aree del cervello che si occupano di imitazione ed empatia,
aree in cui si trovano numerosi neuroni specchio, i quali rendono proprie le azioni e le intenzioni di terzi. In
questo modo le persone riescono a condividere sentimenti ed emozioni (dolore, allegria, tristezza...), oltre a
pianificare le proprie azioni in funzione delle intenzioni altrui.

I neuroni specchio sono un gruppo di cellule scoperte negli anni 90 da un gruppo di neuroscienziati
dell’Università di Parma (guidati da Giacomo Rizzolatti), durante lo studio dei neuroni incaricati dei
movimenti della mano nelle scimmie. Con sorpresa dei ricercatori, questi neuroni si attivavano non solo
quando la scimmia realizzava un determinato movimento delle mani ma anche quando questa vedeva un
altro membro della sua specie realizzare lo stesso movimento.

I neuroni specchio possono definirsi come un gruppo di neuroni dei primati, i quali si attivano sia quando
realizziamo un’azione, sia quando osserviamo le azioni degli altri.

Per esempio: quando un professionista esegue un brano musicale e i suoi gesti riproducono le sue emozioni, è
possibile che i movimenti dello spettatore, di fronte ai gesti e alla musica del professionista, siano fortemente
relazionate all’attività dei neuroni specchio, i quali lo faranno sentire e agire come il professionista.

4.2.3. Musica e intelligenza


Uno dei concetti più conosciuti, in relazione alla musica e all’intelligenza, è quello di Intelligenza Musicale.

L’intelligenza musicale appartiene al modello delle intelligenze multipli di Howard Gardner, psicologo
statunitense, secondo il quale non esiste un unico livello di intelligenza ma 8 tipi ben distinti (intelligenza
linguistica, intelligenza logico-matematica, intelligenza spaziale, intelligenza musicale, intelligenza corporeo-
cinestetica, intelligenza intrapersonale, intelligenza interpersonale e intelligenza naturalistica).

Ciascuno di noi è predisposto a tutte le diverse intelligenze, senza uno standard predefinito, ma è possibile
che un tipo di intelligenza prevalga sull’altra. Sebbene, teoricamente, le intelligenze si trovino tutte sullo
stesso piano, si è sempre attribuita più importanza all’intelligenza logico-matematica e all’intelligenza
linguistica.

L’intelligenza musicale, secondo la teoria delle intelligenze multipli, allude alle capacità (indipendentemente
dall’udito) di percepire, distinguere, trasformare ed esprimere i diversi generi musicali. Include la sensibilità
al ritmo, al tono e al timbro.

Quali sono le caratteristiche delle persone con intelligenza musicale? Chi possiede intelligenza musicale è
particolarmente capace di individuare le sfumature tra le melodie, pensare in termini di ritmo, timbro e
tono e distinguere suoni simili che si producono separatamente o simultaneamente. È anche più semplice
esprimersi musicalmente. Questa intelligenza può essere suddivisa tra diverse abilità:

• Capacità di identificare ritmo, tono e timbro di una composizione musicale.


• Facilità nel comporre, interpretare o adattare composizioni musicali.
• Capacità di distinguere la musica da un semplice rumore.
• Abilità di riconoscere i diversi generi musicali che influiscono in una composizione.
• Facilità nel creare melodie mediante l’uso di diversi oggetti in modo improvvisato.

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La musicoterapia

Secondo Howard Gardner, l’intelligenza musicale è la prima a svilupparsi durante il corso della vita, fin dai
primi mesi. Quindi, non dipende dall’educazione musicale.

Inoltre, questo tipo di intelligenza sembra essere collegata all’intelligenza logico-matematica e alle abiltà
relazionate al pensiero creativo. Da ciò deriva il particolare interesse a incrementare l’intelligenza musicale
all’interno delle scuole, utilizzando programmi specifici per stimolare quest’area.

LA CONTROVERSA TEORIA SCIENTIFICA DELL’EFFETTO MOZART

Una delle teorie scientifiche più controverse e più conosciute è l’effetto Mozart, secondo la quale ascoltare
musica in ambienti rilassanti potenzia l’intelligenza nei bambini e nelle bambine. Si diffuse nel 1993, grazie
alle ricerche dell’Università della California, Irvine.

Per portare a termine questa ricerca, si chiese a diversi studenti di ascoltare la “Sonata K448 per due
pianoforti di Mozart” durante 15 minuti, prima di svolgere una prova di ragionamento geografico. Dalla prova
emersero risultati migliori di quelli ottenuti abitualmente e gli studenti si mostrarono più rilassati.

I sostenitori di questa teoria affermano che la musica


di Mozart, a differenza di altri generi musicali, possiede
proprietà particolari (ritmo, melodia, metrica, tono, timbro
e frequenza) capaci di stimolare il cervello umano grazie a
suoni semplici e puri.

Come conseguenza, molti mezzi di comunicazione diffusero


le proprietà della musica di Mozart, capace di apportare
molti benefici alla salute mentale e fisica e di migliorare il
quoziente intellettivo nei neonati.

Viceversa, la corrente inversa, metteva in discussione sia


l’apporto dei benefici, sia il potenziamento del quoziente
intellettivo da parte della musica di Mozart, sostenendo che “Mozart - Sonata for Two
questi fossero semplicemente gli effetti dell’ascolto di un Pianos in D, K. 448 [complete]”
tipo di musica piacevole, indipendentemente che questa Fonte: Am4d3usM0z4rt
fosse composta da Mozart. Si realizzarono altri studi per
dimostrare l’esistenza dell’effetto Mozart, ma non si giunse
a conclusioni rilevanti.

Oggigiorno, l’effetto Mozart si considera una falsa teoria poiché non esiste certezza del fatto che la sua
musica o la musica classica possano incrementare l’intelligenza. Quindi, perché i soggetti realizzavano i
propri compiti in maniera più efficace dopo aver ascoltato musica classica? Semplicemente perché, le zone
che si attivano pensando a una determinata canzone o ascoltando musica in generale, sono le stesse. Per
questo, stimolare il cervello attraverso la musica stimola il ragionamento, rendendolo più rapido ed esteso,
incrementando abilità come memoria, coordinazione e attenzione.

Al contrario, suonare uno strumento, produce benefici a livello cognitivo come il miglioramento della
padronanza del linguaggio, della memoria e dell’attenzione.

Divulgazione Dinamica
24
La musicoterapia

5. Ambiti di applicazione
della musicoterapia

rendendo in cosiderazione l’influenza della musica, tanto a livello biologico quanto psicologico,
P esistono diversi ambiti di applicazione di questa disciplina. I principali sono: ambito terapeutico,
sanità, sviluppo e benessere personale, intervento sociale, pedagogia speciale e stimolazione cognitiva.

Sviluppo e benessere
Ambito terapeutico Sanità
personale

Intervento sociale Pedagogia speciale Stimolazione cognitiva

5.1. La musicoterapia con fini terapeutici


Dal punto di vista terapeutico, la musicoterapia utilizza il suono, la musica e il movimento con l’obiettivo di
avviare trattamenti da un punto di vista psicologico. Solitamente serve come supplemento ad altre terapie.

1
Alcuni dei disturbi per i quali la musicoterapia viene utilizzata con più frequenza sono le tossicodipendenze,
i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi d’ansia e depressione e disturbi psicotici3.

Tossicodipendenze: il consumo di sostanze produce distorsione e alterazione delle emozioni (euforia,


tristezza, irritabilità...). La terapia musicale permette al soggetto di percepire la propria difficoltà e di scoprire
i propri limiti. Inoltre, la MT ha la capacità di allentare la tensione e l’ansia accumulata con l’astinenza
attraverso musica e rilassamento.

3 Disturbi psicotici: disturbi mentali gravi che provocano la perdita di contatto con la realtà a causa di idee e percezioni distorte.

Divulgazione Dinamica
25
La musicoterapia

2
Generalmente, la musicoterapia viene utilizzata all’interno di programmi di prevenzione poiché il linguaggio
e i messaggi pieni di significato permettono di avvicinarsi ai giovani, aiutandoli a prendere coscienza in
merito a determinati argomenti.

Disturbi del comportamento alimentare: in relazione a questi disturbi (DCA), la musicoterapia aiuta
a rafforzare l’autostima, a raggiungere un grado maggiore di autodisciplina emotiva, ad evitare l’isolamento
incoraggiando la socializzazione e ad integrare un nuovo concetto di immagine e visione del proprio corpo.

La musica aiuta ad esprimere i problemi, le preoccupazioni, le paure, alleviando il blocco emotivo e diminuendo
le ansie legate alla società (fattore diffuso nei soggetti con disturbi del comportamento alimentare).

3
Nelle sessioni si utilizza un linguaggio simbolico relativo alla musica, agli strumenti e al corpo, permettendo
alla persona di sconnettersi dai sintomi e riconnettersi con se stessa.

Ansia e depressione: per la depressione, la musicoterapia aiuta a stabilire un contatto diverso con le
proprie emozioni, esprimendole e sperimentando cambiamenti positivi sullo stato d’animo. Contribuisce

4
al rilassamento, difficile da conseguire per le persone che soffrono d’ansia. Si utilizza, solitamente, musica
classica o suoni della natura. Partecipare a sessioni di gruppo favorisce, inoltre, la partecipazione ad attività
che già di per sé producono benessere solo grazie al contatto con altre persone.

Disturbi psichici: nei soggetti affetti da disturbi psichici, la musica aiuta a ristabilire contatti con la realtà
esterna e con il mondo interiore. L’attività musicale migliora le relazioni interpersonali. Riduce l’isolamento
e incrementa l’interesse per la realtà esterna poiché permette di esprimere le paure e le preoccupazioni in
maniera diversa dalla forma verbale, capacità in molti casi deteriorata.

PERCHÉ ASCOLTIAMO MUSICA TRISTE QUANDO NON CI SENTIAMO BENE?


Secondo le diverse ricerche, ascoltare musica triste permette di sperimentare tristezza
APPROFONDIMENTO

senza produrre ripercussioni sulla vita di ciascuno. La canzone termina senza alcuna perdita
o angoscia reale.

Inoltre, quando una persona triste ascolta una melodia corrispondente al suo stato d’animo,
si sperimentano sentimenti di empatia e comprensione. Ci si identifica con qualcuno che ha
vissuto la stessa sensazione in determinati momenti.

D’altra parte, ascoltare musica triste rievoca emozioni complesse come la nostalgia, la
tranquillità o la tenerezza. In questo modo, ascoltare musica triste apporta conforto e aiuta
a regolarizzare gli stati d’animo negativi.

Quando in musicoterapia si lavora con persone che soffrono di depressione, solitamente


si utilizza musica triste (ma è consigliabile introdurre piano piano altri generi musicali per
invertire le tendenze, le esperienze e le emozioni sperimentate).

Divulgazione Dinamica
26
La musicoterapia

5.2 La musicoterapia e la sanità


In questo ambito, la musicoterapia può essere utilizzata come elemento complementare all’intervento
medico con due fini principali: tecnico, utilizzando la musica come ansiolitico, antistress e/o come diversivo;
e umano, migliorando la qualità dell’attenzione e favorendo l’avvicinamento emotivo e personale al paziente.

Inoltre, all’interno degli ospedali, le sessioni di musicoterapia apportano un’esperienza in grado di migliorare
l’ambiente per i pazienti e i familiari, offrendo situazioni non strettamente relazionate al contesto ospedaliero.

La musicoterapia viene utilizzata durante gli interventi chirurgici, per la gestione del dolore, la gravidanza e
il parto, la riabilitazione e le cure palliative.

1. Interventi chirurgici: gli effetti dello stimolo musicale sul corpo sono ben conosciuti (sincronizzazione
del battito, respirazione, onde cerebrali, agenti chimici...) e con la MT, l’uso degli anestetici è diminuito di
un terzo grazie alla sua capacità di ridurre i livelli di ansia nei pazienti prima che questi entrino in sala
operatoria.

2. Gestione del dolore: la musica può essere utilizzata per qualsiasi malattia dolorosa. Grazie alla musica,
infatti, vengono rilasciate nell’organismo sostanze generatrici di piacere che permettono di “mascherare”
il dolore poiché, secondo gli esperti, la soglia del
dolore dipende in gran parte dallo stato d’animo del
paziente. La MT, quindi, crea un clima piacevole, aiuta
a concentrarsi su pensieri positivi, distrae l’individuo e
riduce la percezione del dolore.

La musica è conosciuta come analgesico uditivo e, in


ogni caso, è un trattamento complementare ad altri
trattamenti analgesici.

3. Gravidanza e parto: a partire dal quarto mese di


gestazione, il feto percepisce i suoni all’interno del
ventre materno, l’udito è già in funzione e il liquido “Ricoclaun, avviata la
che circonda il feto è un buon trasmettitore di suoni. musicoterapia all’ospedale
Inoltre, la sensazione di benessere nella madre durante di Vasto”
le sessioni di MT è trasmessa al feto grazie al rilascio Fonte: Zonalocale
di sostanze chimiche che favoriscono il benessere
dell’organismo.

Le sessioni di musicoterapia aiutano ad instaurare una buona relazione madre-figlio, aiutano ad


aumentare la consapevolezza del proprio corpo e delle sensazioni che scaturiscono dalla gravidanza e a
sbloccarsi fisicamente ed emotivamente, influendo positivamente sullo sviluppo del piccolo.

Per quanto riguarda il parto, la musica favorisce la concentrazione e distrae dal dolore delle contrazioni,
stimola i pensieri piacevoli e aiuta nel processo di respirazione e rilassamento.

4. Riabilitazione: la musica ristabilisce il ritmo, facilita i movimenti a livello muscolare ed osseo, riduce
il dolore e allevia la tensione.

Per la riabilitazione è specialmente importante che il cervello risponda internamente agli stimoli esterni.
L’obiettivo è stimolare la pianificazione, l’anticipazione, l’attivazione e l’esecuzione motoria per ottenere
indipendenza, coordinazione, direzionalità, sicurezza e forza motrice, capacità associate al lavoro cardiaco.

Divulgazione Dinamica
27
La musicoterapia

Una malattia per la quale si riscontrano grandi benefici, grazie all’utilizzo della MT è il Parkinson. Sembra
che la musica induca e faciliti il movimento e permetta di pianificare ed eseguire sequenze più lunghe di
movimenti. Inoltre, suonando diversi strumenti, si migliora la motricità dei malati.

Il dottore e scienziato Oliver Sacks descrive, nella sua opera Risvegli (1973), il modo in cui somministrò
la musica ai malati di Parkinson, “Sapevo che la musica, in qualche modo e per almeno qualche minuto,
sarebbe prevalsa sul Parkinson e avrebbe liberato i pazienti: permetteva loro il movimento. A volte,
funzionava anche solo immaginare la musica: solo pensando a ritmi e melodie, i pazienti superavano
le difficoltà. E tutto cambiava con la musica: onde cerebrali e cambiamenti a livello neurologico”.

5. Cure palliative: in questo caso il compito della musica è quello di accompagnare il paziente e la sua
famiglia, dal momento che rappresenta un mezzo di comunicazione ed espressione capace di favorire
una connessione profonda con la realtà, con se stessi, con gli altri e con la spiritualità.

La musicoterapia allevia l’ansia, i problemi di insonnia, la tristezza e la confusione, la solitudine, la paura,


la mancanza di comunicazione e la preoccupazione per i familiari, migliorando il rapporto con la malattia.

Inoltre, la musica ricopre una funzione molto importante nella fase finale della vita perché permette di
ricordare, sentire e ancorarsi ai momenti significativi del proprio vissuto. Alcune delle tecniche utilizzate
sono l’improvvisazione mediante la voce o gli strumenti, componendo canzoni che siano significative per
il paziente (che rappresentino un messaggio da lasciare a qualcuno, un riassunto della propria vita,...)

Divulgazione Dinamica
28
La musicoterapia

5.3 La musicoterapia per la crescita e il


benessere personale
In questo ambito, la musicoterapia viene utilizzata Un concetto molto interessante è quello del
preventivamente per preservare e migliorare la flusso creativo: uno stato cosciente durante
salute, potenziando e creando i fattori di protezione il quale si agisce quasi automaticamente,
per migliorare la qualità della vita e dello sviluppo esercitando uno sforzo minimo, ma restando
personale. L’efficacia della MT è stata certificata sia molto concentrati. Questo stato rappresenta una
nei bambini, sia negli adulti e anziani. sorta di oblio: il soggetto abbandona il contesto
e le preoccupazioni per concentrarsi sull’attività
»» La Musicoterapia e i bambini. È stato da portare a termine. Ci si concentra sull’attività
dimostrato che la musicoterapia è in grado di spontaneamente, per il solo piacere di
migliorare capacità cognitive come l’attenzione, esecuzione e sperimentando emozioni positive.
la concentrazione e la memoria. Inoltre,
Le sessioni di MT di gruppo che soddisfano il
aumenta l’immaginazione, la creatività e i
bisogno di socializzare, di svagarsi, di alimentare
collegamenti mentali. A livello motorio, è
le capacità e la soddisfazione personale aiutano
utile per la coordinazione e per l’espressione
a raggiungere questo stato di flusso creativo e a
corporale e per liberare l’energia repressa.
migliorare il benessere personale.
Infine, aumenta l’autostima e migliora la
gestione dei sentimenti.
»» La Musicoterapia e gli anziani: in questo
caso la musicoterapia viene utilizzata come
terapia occupazionale. All’interno dei laboratori
Numerosi studi hanno la musica viene utilizzata con il fine di fortificare
dimostrato che ancor prima del le capacità funzionali.
SAPEVI CHE...

raggiungimento del primo anno


di vita, i bambini possiedono le A livello motorio, previene i disturbi del sistema
stesse capacità di percezione muscolare e scheletrico mediante attività come
musicale degli adulti. Sembra la danza e lavora sulla psicomotricità servendosi
che per la musica esista una di vari strumenti.
competenza innata, simile a
quella linguistica. A livello di interazione, si offre uno spazio dove
poter socializzare in modo ludico, in cui sentirsi
utili e conservare la stabilità emotiva nei
momenti difficili come quelli legati alla perdita
»» La Musicoterapia e gli adulti. I laboratori
di persone care o durante la vecchiaia.
di musicoterapia aiutano gli adulti ad abbassare
i livelli di stress grazie al clima di relax, il quale A livello cognitivo, le attività realizzate durante
favorisce il contatto con il proprio corpo e con le sessioni di musicoterapia proteggono le
le proprie sensazioni, proponendo al soggetto funzioni cerebrali da possibili deterioramenti
un approccio con la realtà e con le esperienze migliorando le capacità cognitive.
diverso dal comune.
Quando si parla di capacità cognitive ci si
La musica stimola la creatività4, l’immaginazione riferisce alla capacità del cervello di attivare reti
e la fantasia, capacità che molto spesso si neurali alternative, nel caso in cui esistessero
perdono durante il passaggio dall’infanzia difficoltà per ottenere una risposta dalle reti
all’età adulta. neuronali comuni.

4 Capacità di affrontare un problema visualizzandolo


chiaramente e affrontandolo con uno schema nuovo e non
convenzionale.

Divulgazione Dinamica
29
La musicoterapia

Le capacità cognitive possiedono una base


biologica (grandezza del cervello o numero
Musicisti, anche dilettanti, ottengono
e densità di neuroni); le caratteristiche delle dei grandi benefici suonando uno
sessioni di musicoterapia permettono di

SAPEVI CHE...
strumento, benefici che possono
potenziare tali capacità. persino durare tutta la vita. Suonare
uno strumento è un’attività molto
Ne deriva che, secondo diverse ricerche, uno
impegnativa per quanto riguarda le
stile di vita che include la musica (concepita
risorse cognitive.
come imparare a suonare uno strumento
o come partecipazione assidua a eventi Diversi studi scientifici hanno
musicali), permetterebbe di ritardare o ridurre dimostrato che, le connessioni che
si generano con la pratica musicale,
le patologie associate al deterioramento delle
permettono al soggetto una
funzioni cerebrali.
maggiore capacità cognitiva che
Inoltre, oltre a questi benefici concreti, i può neutralizzare gli effetti negativi
laboratori di MT per il benessere personale dell’invecchiamento ed aiutare
sono associati all’educazione emotiva e ad affrontare diverse patologie
neurologiche.
rappresentano un’opzione per trascorrere il
proprio tempo libero.

5.3.1. La musicoterapia e l’educazione emotiva


Di frequente, nella nostra società, si attribuisce poca importanza allo sviluppo emotivo personale, dando
priorità ad altri aspetti come lo sviluppo intellettuale o sociale. Tuttavia, conoscere e saper gestire le proprie
emozioni permette all’individuo di provare una sensazione di benessere con se stesso, di conoscere il proprio
essere e di adattarsi al contesto.

Per questo motivo, sarebbe ideale introdurre l’educazione emotiva a partire dall’infanzia, inserendola tra le
materie di studio dei minori.

Ad ogni modo, questa rappresenta un cammino che si può intraprendere in qualsiasi momento della
vita, servendosi della musica come una risorsa capace di facilitare la connessione con le proprie emozioni,
imparando così a canalizzarle ed esprimerle. Ciò è possibile in quanto musica ed emozioni condividono
struttura e forma: in breve, è possibile rappresentare le proprie emozioni e ridurre i livelli di stress
potenziando l’intelligenza emotiva5, partendo da una connessione tra corpo e mente e tra mondo interiore
e mondo esterno.

In questo modo, la musica è utilizzata come uno strumento che trasmette emozioni e che, a volte, permette
di esprimerle. In questo senso, è importante distinguere le emozioni percepite e le emozioni provate.

Le emozioni percepite attivano un meccanismo cognitivo che rileva l’intenzione della musica, senza
necessariamente attivare un’emozione: quando un soggetto riconosce una determinata canzone come
una melodia triste.

Le emozioni provate sono emozioni reali, le quali vengono trasmesse dalla musica alla persona: quando
un soggetto, ascoltando una determinata canzone, sperimenta tristezza.

5 Intelligenza emotiva: Insieme di coscienza e condotta utili per riconoscere ed esprimere correttamente le proprie emozioni e quelle
degli altri.

Divulgazione Dinamica
30
La musicoterapia

5.3.2. La musicoterapia e l’ozio


L’ozio rappresenta quel tempo in cui l’individuo si dedica volontariamente e completamente a riposare, a
divertirsi, a studiare o a partecipare attivamente alla vita nella comunità, per puro piacere e intrattenimento
personale. Inoltre, è stato dimostrato che l’ozio è un’esperienza necessaria per il proprio sviluppo personale.

La musica ricopre una funzione molto importante in entrambe le tipologie di ozio esistenti:

Ozio passivo o relazionale: chiacchierare con i propri amici, andare al cinema,


uscire a bere qualcosa, ecc... La musica è un elemento presente in
maniera indiretta (come una melodia in sottofondo) o diretta
(nel caso del karaoke o discoteca). Anche in questo tipo di
ozio passivo, la musica rappresenta un elemento costante
e indispensabile per il benessere personale.

Il secondo tipo di ozio prevede nuove sfide o la scoperta


di cose nuove e presuppone attività che includano
regole o obiettivi. In questo caso, la musica ricopre un
ruolo centrale e intorno ad essa si propongono obiettivi
di diversa natura. È su questo che si basano le sessioni
di musicoterapia.

I laboratori di musicoterapia per l’ozio si basano sulla


pedagogia dell’ozio culturale, alla luce del carattere
autopotenziante della musica. I partecipanti dei laboratori, siano
questi minori o adulti, condividono il loro tempo di ozio sotto la guida
di un esperto per realizzare attività musicali con scopi ludici e ricreativi.

In questo senso, tutti i laboratori di musicoterapia, a prescindere dall’obiettivo specifico che si propongono,
rappresentano attività considerate di ozio in quanto sono fonte di piacere, intrattenimento e sviluppo personale.

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5.4 La musicoterapia nell’intervento sociale


In questo ambito, la musicoterapia si utilizza come intermediaria per quelle attività educative utili alle
comunità o all’integrazione, promuovendo l’autonomia delle persone e contribuendo a stabilire o a ristabilire
norme e relazioni sociali ottimali.

Durante queste sessioni è importante lavorare mediante l’empatia, la comprensione, l’accettazione, per
agire da supervisore e da appoggio emotivo.

• La musicoterapia con Minori a rischio di emarginazione: l’intervento socioeducativo prevede


che i minori possano finalmente essere in grado di prendere le proprie decisioni per costruire e delineare
il proprio progetto di vita. In questo senso, i benefici dei laboratori di musicoterapia apportano coesione
nel gruppo, stabiliscono relazioni significative e di uguaglianza tra i partecipanti, diffondendo questo
sentimento nella vita quotidiana, dal momento che la musica permette di scoprire se stessi e aumenta
l’autostima.

• La musicoterapia nelle Prigioni: in questo campo la musica permette di dare un valore nuovo
all’esperienza in prigione, permettendo ai detenuti di ricostruire la propria identità. Con i laboratori di
MT si cerca di favorire le interazioni, la comunicazioine e le connessioni con il proprio io, con le proprie
emozioni e con la circostanza vissuta.

• La musicoterapia contro la Violenza di genere: per le donne vittime di violenza, la musica viene
utilizzata spesso come un mezzo per favorire l’espressione delle emozioni, spesso represse e mascherate,
sviluppando nuove capacità per affrontare la vita. Inoltre, la MT permette a queste donne di riconnettersi
con se stesse e di riprendere coscienza del proprio corpo con maggiore sicurezza.
Imparare qualcosa di nuovo permette di mettersi in gioco e, in questo senso, la musica permette di
sentirsi realizzati, producendo stati d’animo positivi che aumentano l’autostima.
In questo ambito si lavora spesso con suoni e improvvisazioni musicali, in cui le donne esprimono le
proprie emozioni e sensazioni. È un laboratorio ideato per fare in modo che la donna si senta ascoltata
e per darle la possibilità di essere se stessa, esprimendo le proprie opinioni e decidendo per se stessa.

5.5 La musicoterapia e la pedagogia speciale


La musica viene in gran parte utilizzata con persone che hanno bisogno di pedagogia speciale, grazie ai
benefici prodotti dalle attività di musicoterapia in quelle aree in cui suddette persone presentano particolari
difficoltà. Alcuni obiettivi specifici sono:

▶▶ Sviluppare la coordinazione motoria: ballare ed imitare i movimenti a ritmo di musica aiuta a migliorare
il coordinamento delle diverse parti del corpo.

Inoltre, utilizzando le parti del corpo come strumento (il battito delle mani, lo schiocco delle dita,...) si
scoprono possibilità sonore e ritmiche provenienti dal nostro stesso corpo. Viene stimolata la motricità
fine a se stessa attraverso la creazione e l’uso degli strumenti, si sviluppa il senso del ritmo, dello spazio,
del tempo e la propria posizione nei confronti degli altri.

▶▶ Diminuire eventuali comportamenti ripetitivi, spostando l’attenzione sui movimenti ritmici, con l’obiettivo
di distogliere l’attenzione da eventuali automatismi comportamentali.

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▶▶ Coinvolgere e riconoscere il proprio corpo per ottenere un’immagine di se stessi più veritiera attraverso
canzoni e danze, imparando a gestire il corpo e a spostarsi nello spazio, a lavorare sull’espressività,
permettendo a ciascuno di scoprire il proprio linguaggio corporale.

▶▶ Lavorare sull’attenzione e sulla concentrazione, dal momento che la musica è ritenuta uno stimolo uditivo
in grado di indirizzarle meglio rispetto ad altri stimoli sensoriali.

▶▶ Aumentare la memoria grazie alla capacità della musica di evocare e facilitare il recupero dei ricordi e
alle proprietà di immaginazione favorite dalle danze, dalle canzoni ed interpretazioni.

▶▶ Sviluppa il linguaggio e l’espressione orale attraverso


l’articolazione, la vocalizzazione e accentuazione, ecc.
La musica viene utilizzata per controllare la loquacità
eccessiva o ridurre la frequenza e l’intensità dei toni di
voce troppo alti.

▶▶ Fornire nuovi spunti di interesse relazionati con la musica


e stimolare attività fisiche ed emotive acquisendo
competenze e mezzi di espressione corporale,
strumentale e spaziale.

▶▶ Favorire nuove forme di comunicazione e facilitare le


relazioni in cui non vi è contatto verbale ma solamente
“Corso di musica per
visivo; aumenta l’impegno, la spontaneità nell’instaurare
persone disabili”
relazioni, il rispetto verso gli altri, l’ attenzione combinata
Fonte: Luca Primavera
e l’ empatia. In questo modo, risulta molto utile per
quelle persone che hanno difficoltà nell’esprimersi
verbalmente.

In questi casi specifici, per preparare le sessioni di musicoterapia, è sempre necessario prendere in
considerazione i destinatari, le caratteristiche e le problematiche. Sia per le sessioni di gruppo sia per
quelle individuali, l’obiettivo è adattarsi alle esigenze di ciascuno.

Una sessione di musicoterapia per una persona con difficoltà intellettuali e difficoltà di comprensione,
è completamente diversa da una sessione per una persona ipoudente con difficoltà di accesso ai suoni.

Attraverso la musicoterapia, queste persone migliorano la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento,


il movimento, l’espressione e l’organizzazione. Per questo, grazie ai suoi numerosi benefici, è una terapia
molto utilizzata nel campo delle disabilità.

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Musicoterapia e ipoudenti
Anche se sembra strano utilizzare la musicoterapia in questi contesti, le persone ipoudenti
riescono a stabilire una comunicazione con il mondo esterno attraverso le vibrazioni e le
sensazioni e, sono capaci di esprimerle attraverso il corpo.

Chi non è affetto da difficoltà uditive, o presenta una lieve disabilità, entra in contatto con
le vibrazioni sonore attraverso l’udito (senza alcun supporto o con l’aiuto degli auricolari);
viceversa, le persone ipoudenti, non ricevendo stimoli dall’esterno, si servono delle vibrazioni,
sperimentando differenze e sfumature nella durata, nell’intensità, nell’altezza, nel ritmo e nella
melodia della musica.

Si è verificato, inoltre, che la musicoterapia può aiutare il ritmo del linguaggio e, attraverso
il canto, accresce la capacità linguistica, controlla la salivazione e la respirazione. La musica
contribuisce, inoltre, in modo molto particolare, a migliorare la lettura del labiale, dato che
movimento e ritmo possono essere percepiti mediante la vista.

È molto importante osservare le espressioni del corpo, la grafia, gli strumenti, le danze, ecc.

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5.6 La musicoterapia e la stimolazione


cognitiva
La stimolazione cognitiva è l’insieme di azioni mirate a conservare o a migliorare i processi mentali che ci
permettono di ricevere, selezionare, memorizzare, trasformare, elaborare e recuperare le informazioni che
provengono dall’ambiente circostante.

La musica apporta molti benefici soprattutto alle persone


affette da demenza. In questo ambito, se da un lato la capacità
del linguaggio subisce un deterioramento, dall’altro alcune
abilità legate alla musica si conservano e si può lavorare
sulla stimolazione delle principali funzioni cognitive (come
per esempio la memoria, in quanto la musica permette di
ricordare eventi e canzoni che sembravano dimenticate).

Conoscere i gusti musicali delle persone aiuta a rendere


le sessioni più efficienti, utilizzando melodie che possano
rievocare il vissuto di ciascuno, per ricordare i testi e lavorare
sulla memoria. “Musica e demenza: insieme
per ritrovare il sorriso”
In questo modo, si favorisce la memoria autobiografica6 che Fonte: Paola Reani
restituisce al soggetto il sentimento di identità, di sicurezza
e di familiarità.

Inoltre, se da un lato le fasi avanzate di demenza provocano nel soggetto disorientamento e perdite cognitive,
dall’altro succede spesso che le attività di MT aiutino la persona a rilassarsi, permettendole di rievocare
ricordi da cui scaturiscono emozioni piacevoli, favorendo tranquillità.

Riassumendo
Cercando di riassumere i benefici apportati dalla musicoterapia, indipendentemente
dall’ambito in cui viene utilizzata, possiamo affermare che:

• Favorisce lo sviluppo delle abilità motorie, cognitive e sociali.


• Aiuta a gestire lo stress e le emozioni.
• Consolida la consapevolezza di sé e l’autostima.
• Stimola la creatività.
• Produce benessere e divertimento.
In questo modo, i laboratori di musicoterapia puntano ad enfatizzare uno o più aspetti a
seconda dei soggetti con cui si lavora o degli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere.

6 Memoria autobiografica: insieme di ricordi e conoscenze relative alle esperienze di vita proprie di un individuo

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Referenze bibliografiche
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musicoterapia evolutiva.

»» Beaulieu, J. Música, sonido y curación: guía práctica de musicoterapia (1994).


»» Benenzon, R.O. Musicoterapia e professione tra teoria e pratica.Dal primo contatto alla supervisione. Ed.
Il Minotauro

»» Betés de Toro, M. (2000). Fundamentos de musicoterapia. Madrid. Morata.


»» Bonny, Helen L. (1994) La música y su mente: Cómo la música puede transformarnos interiormente.
»» Bruscia, Kenneth. Modelli di improvvisazione in musicoterapia. Ed. Gli Archetti, ISMEZ Editori; 2011.
»» Despins, Jean Paul (1989): “La música y el cerebro”. Barcelona: Ed. Gedisa.
»» Flores, E. & Díaz, J. (2009). La respuesta emocional a la música: atribución de términos de la emoción a
segmentos musicales. Salud Mental, 32 (1), 21-34.

»» Gaston, E. Thayer. (1993). Tratado de musicoterapia


»» Jauset, J. (2008). Música y Neurociencia: la musicoterapia sus fundamentos, efectos y aplicaciones
terapéuticas. Barcelona: Ed. UOC.

»» Lacarcel, M, J. (1995), “Musicoterapia en educación especial”. Murcia, Compobell.

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