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Da alcuni anni mi sto dedicando, nel tempo libero, quantitativi di materiale, che l’azione del gelo e del
alla ricerca dell’oro alluvionale. Nella zona dove ghiaccio contribuiva a staccare dalle pendici delle
abito ho la possibilità di raggiungere in poco tempo più alte montagne. In questo modo si costituirono
numerose località adatte allo scopo, ma il fiume diffuse e grandi strutture deposizionali definite
lungo le cui sponde vivo è sempre tra le mie mete morene.
preferite.
Il Ticino offre infatti svariate aree per ritrovamenti Le morene terminali del Lago Maggiore iniziano
di oro alluvionale, a pochi chilometri dallo sbocco proprio in prossimità di Varallo Pombia ed è da
nel Lago Maggiore fino all’ingresso nel Po a Pavia. questa zona in poi che nelle sabbie del Ticino
Sono segnalate e documentate importanti possiamo trovare il giallo metallo, meta delle nostre
testimonianze di ricerche aurifere fin dall’antichità, ricerche.
a partire dalle cinture moreniche esterne nel Molti testi spiegano approfonditamente
territorio di Varallo Pombia (NO). l’importanza dell’azione dei ghiacciai nella creazione
Il Lago Maggiore deve la sua principale origine di depositi ed accumuli di materiale pesanti e
all’azione delle grandi glaciazioni quaternarie. I vasti inalterabili, che quando rivestono una certa
ghiacciai, che per milioni di anni hanno occupato le importanza economica vengono definiti placers.
valli alpine, hanno di fatto contribuito in maniera Una cosa che però resta difficile da dimostrare è la
fondamentale a modellare il territorio reale provenienza dei materiali che si trovano
pedemontano tra Lombardia e Piemonte; le valli all’interno di un placers alluvionale. In particolare,
ossolane accoglievano lunghissime lingue di l’oro presente nelle sabbie del Ticino può trarre
ghiaccio che si gettavano nel grande bacino del origine a partire dalle notissime miniere della Valle
ghiacciaio del Lago Maggiore attraverso la valle del Anzasca fino alle meno note miniere di Gondo nella
Toce. In questo grande collettore confluivano vicina Svizzera.
lunghissimi e profondi ghiacciai a partire dal San Un aspetto importante potrebbe essere il
Gottardo fino a tutta la valle Ossola. L’azione ritrovamento di un particolare materiale la cui
modellatrice di questi enormi ghiacciai non era solo origine è estremamente limitata a una ristretta
quella di scavare le tipiche vallate a “U”, ma anche fascia di territorio; quando poi questo materiale
quella di trasportare al suo interno enormi assume anche delle caratteristiche di qualità
gemmologica, ecco che risulta doverosa una
segnalazione di tale ritrovamento.
La ricerca dell’oro alluvionale, per la stragrande
maggioranza di coloro che vi si dedicano, è limitata
alla sola presenza del giallo e prezioso metallo ed in
particolare nelle sabbie del Ticino questa pratica
trae le sue origini a partire dall’età del bronzo con
testimonianze ben visibili nelle aurifodinae della
regione del “Campo dei fiori” nel territorio di
Varallo Pombia .
Il primo pensiero fu
Figura 2: Approfittando della situazione di "magra" del Ticino
Ad ogni
uscita
venivano
raccolti
almeno una
decina di
corindoni, la
maggior
parte di
colore
grigiastro ma
comunque
gatteggianti
ed alcuni di
una intensa
colorazione
blu,
addirittura
uno rosato
che dalle
analisi è
risultato poi
essere quindi
Figura 5: si scava fino al letto argilloso-limoso sottostante.
varietà rubino.
Il vero ed importante ritrovamento è stato
comunque effettuato dagli amici con cui ho
condiviso questa esperienza, Silvio e Vittorio si sono
messi subito ad osservare il materiale setacciato e
la frazione che rimaneva nel piatto alla ricerca fiume Ticino se ne trova una citazione a proposito
dell’agognato corindone. Ed è così che sono stati della componenti identificative del materiale di
trovati i primi due rubini del fiume Ticino. Ad oggi, questi depositi ma al di là di indicare la presenza del
dopo una trentina di giornate di ricerca sul fiume si corindone di più non se ne evince. Qui con questa
arricchisce anche la varietà dei cristalli di interesse intendiamo segnalare sia la presenza della varietà
collezionistico nelle frazioni pesanti delle sabbie blu, lo zaffiro che la varietà rossa del rubino;.
aurifere alluvionali con cristalli di rutilo fin a quasi Quest’ultimo, oltre a mostrare la tipica fluorescenza
un centimetro e curiosi cristalli di andalusite nella agli U.V. ad onda lunga, evidenzia, osservato con
pregiata varietà chiastolite. uno spettroscopio a visione diretta, lo spettro di
I rubini trovati sono ad ora solamente 5 ma il range assorbimento tipico della varietà con una
di colori dei corindoni del Ticino è quasi completo caratteristica banda di emissione nella fascia del
rosso, indizio della presenza di cromo.
Ci siamo comunque posti anche
l’interrogativo dell’origine dei rubini e della
loro evidente minor abbondanza e
dimensioni in confronto alla massa di
corindoni comunque rinvenuti anche in altri
depositi dell’area del fiume Ticino. La
probabile risposta è giunta parlandone con
l’amico collezionista Franco Vanini,
appassionato ricercatore di minerali e
profondo conoscitore della mineralogia
Svizzera. La sua ipotesi è che i cristalli di
rubino che stiamo trovando nei placers del
Figura 6: il raccolto di una giornata di lavoro: diversi piombini, fiume Ticino possano provenire dalle rocce
granati, uno zaffiro e circa un grammo di scagliette di oro. metamorfiche contenenti appunto corindoni
nella varietà rubino della Val Traversagna nel
cantone dei Grigioni. Anche in questo caso si
con cristalli sui toni del verde, alcuni violacei, fino al
tratta di un bacino che può avere contribuito alla
giallastro. Un solo esemplare fin’ora si è rivelato
formazione dei depositi quaternari glaciali del Lago
sufficientemente
trasparente da
permetterne la
sfaccettatura in
compenso diversi si
sono dimostrati ottimi
campioni di qualità
cabochon, con degli
splendidi rubini e dagli
interessanti effetti ottici
dati dal gatteggiamento.
L’elevata durezza, tipica
del corindone, rende
difficile la lavorazione
ma davvero ottimo il
polimento finale con
importanti e lucenti
gemme … italiane!
Figura 11: il range di colori dei corindoni rinvenuti alla "Punta degli amici”, il cristallo centrale più rosso misura 10,5 x 7,5 mm
corindoni dalla colorazione blu più o meno Rari
Rari sono i corindoni dalla colorazione blu più o pezzature decisamente diverse, nella parte più alta
meno intensa e rarissimi si sono dimostrati ad ora sono state rinvenute scagliette di quasi un
quelli nella varietà rubino. Si suggerisce di centimetro di sviluppo e numerosi granuli spugnosi,
osservare anche nella frazione attorno al a volte ancora con indizi di cristallinità, altre volte
centimetro di dimensione dove si possono con parziale compresenza di quarzo legato all’oro.
incontrare corindoni di colore giallastro e Nella parte alta quasi assente la frazione finissima e
interessanti frammenti di colore blu intenso o non riconosciute sferette o residui di lavorazioni
violaceo. aurifere del passato. L’oro rinvenuto invece in
Difficile poter fare questo tipo di ricerca con prossimità di Castelnovate si è rivelato più piccolo
l’utilizzo della tipica canaletta ma per chi utilizza il con indizi di maggiore trasporto e selezione, alcune
tradizionale piatto, uno sguardo prima del lavaggio scaglie mostrano una parziale ricopertura
finale potrà ricompensarvi con un interessante superficiale di ossidi di colore nerastro o rugginoso.
ritrovamento. Da segnalare che comunque tutto il Questo aspetto è legato probabilmente alla lunga
materiale riferibile a corindone ha mostrato una permanenza in zone di ossidazione a ridosso di
ottima lavorabilità e la possibilità di raggiungere un materiale ricco di ferro, in questa parte di deposito
ottimo grado di polimento. è abbondante anche la magnetite, molto più scarsa
Oro: l’oro alluvionale che si rinviene nei due siti di nella ricerca di Varallo Pombia.
ritrovamento dei corindoni si presenta con due
Figura 12: il primo zaffiro rinvenuto nel placers di Varallo Pombia, l'esemplare è bagnato per esaltarne la colorazione e
renderlo in condizioni equivalenti al momento del suo rinvenimento, misura 4.9 x 4,0 cm.
Figura 13: una selezione delle migliori scagliette rinvenute alla "punta degli zaffiri", la maggiore misura 6 mm, nell'immagine sono
rappresentati 3 grammi di oro.
Bibliografia:
- Piccoli, G. C., Maletto, G.,
Bosio, P., Lombardo, B.
(2007). Minerali del Piemonte
e della Valle d'Aosta.
Figura 14: Cristallo di rutilo di 4 mm di dimensione, ben riconoscibili le linee di
Associazione Amici del Museo F. geminazione
Eusebio - Alba, Ed., Alba (Cuneo).
- Pipino G. (2003) – Oro, miniere e
storia. Miscellanea di giacimentologia e storie
mineraria italiana – Museo storico dell’oro
italiano – Ovada
Nota: tutte le foto e gli esemplari sono a cura dell’autore G. Bogni