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Rivista di Scienze Preistoriche - LVI - 2006

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ENZA SPINAPOLICE*

L’uso dello spazio a Grotta Breuil:


risultati preliminari dall’analisi
degli strati inferiori (6, 7 e 8)

PREMESSA

Questo lavoro si inserisce in uno studio interdisciplinare sul sito di Grotta


Breuil, condotto dal Laboratorio di Ecologia Preistorica del Dipartimento di
Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Roma “La Sapienza”, sotto la
direzione scientifica del prof. A. Bietti, ed è stato possibile grazie ad una borsa di
studio dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria.
In questa sede ci si propone di analizzare la disposizione spaziale dei reperti
relativi agli strati inferiori di Grotta Breuil, concentrandoci in modo particolare
su una visione globale del sito, con lo scopo di rintracciare in modo più specifi-
co le attività svoltesi al suo interno e la loro eventuale ripartizione nell’area della
grotta.

GROTTA BREUIL: BREVE INTRODUZIONE AL SITO

Grotta Breuil (Monte Circeo, Latina) è un sito chiave nel periodo di transi-
zione tra il Paleolitico medio ed il Paleolitico superiore in Italia, rappresentando
uno degli ultimi siti che conservano traccia della presenza degli uomini di Ne-
andertal, con una datazione assoluta molto recente (intorno ai 33.000 anni BP)
(SCHWARCZ et alii 1990-91).
Le ricerche sul campo sono iniziate nel 1986 e proseguite fino ad oggi. Il
lavoro svolto in questi anni ha un’impostazione multidisciplinare ed ha com-
portato, tra l’altro, lo studio dell’industria litica in senso tipologico, tecnologico

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* Dottorato in Archeologia, Facoltà di Scienze Umanistiche - Università di Roma “La Sapienza”, Via Pale-
stro 63, 00185, Roma; e-mail: enza.spin@iol.it; Université de Bordeaux 1, Sciences et technologies -
IPGQ, Avenue des Facultés, 33405, Talence, France; Istituto Italiano di Paleontologia Umana, Piazza
Mincio 2, 00185 Roma.
2 E. SPINAPOLICE

(BIETTI e GRIMALDI 1995, 1996; KUHN 1995; GRIMALDI 1996) e delle tracce
d’uso (LEMORINI 2000), delle faune - mammalofaune e avifaune - (ALAHIQUE et
alii 1998, 2000; RECCHI 1995) e dei resti umani neandertaliani (MANZI 1990-
91, 1995), oltre alla realizzazione di numerose attività sperimentali (ALAHIQUE e
LEMORINI 1996).
Si sono così riconosciuti a Grotta Breuil molti dettagli che riguardano la
sussistenza di un gruppo di cacciatori raccoglitori e cioè l’acquisizione delle pre-
de, il loro trasporto nel sito, la macellazione e lo scarto dei rifiuti, insieme alla
produzione e utilizzazione di utensili in pietra, dall’approvvigionamento della
materia prima allo scarto.
L’analisi spaziale costituisce l’ultima di una lunga serie di analisi ed il suo
necessario complemento.

ESTENSIONE E CARATTERISTICHE DEGLI STRATI

Grotta Breuil si apre direttamente sul mare, ad un’altezza di 3,5 m ed alla


base di una falesia che si innalza per oltre 100 m al di sopra di essa. L’apertura
della grotta, che guarda ad ovest ed è in parte crollata, è ampia 12 m ed immette
in un ambiente unico, orientato secondo la direzione E-O. Si tratta di uno spa-
zio allungato verso l’interno, la cui altezza va decrescendo da un massimo di 18
m in prossimità dell’apertura, fino a terminare, sul fondo, con un cono detritico
che probabilmente deriva da un’apertura della volta, attualmente chiusa.
La stratigrafia generale è stata descritta in un precedente lavoro (BIETTI et
alii 1990-91) e si presenta nel complesso piuttosto discontinua. Gran parte del
deposito non antropico è costituito da frammenti calcarei dovuti al disfacimen-
to delle pareti o della volta, insieme alla stalagmite formatasi in momenti umidi.
Il deposito antropico è particolarmente ricco, ma non sono state riconosciute
“strutture evidenti” (sensu LEROI GOURAHN 1972); tra le strutture latenti vanno
ricordate solo sporadiche lenti di cenere.
Purtroppo i dati sedimentologici e della micromorfologia dei suoli non sono
attualmente disponibili (ma in corso di studio) e questo rende provvisoria tutta
l’interpretazione della sequenza stratigrafica.
Le entità stratigrafiche si basano su i cambiamenti del sedimento. Questo lavo-
ro è incentrato sui livelli inferiori del deposito, ossia sugli strati 6, 7 e 8 (Fig. 1 A).
Lo strato 6 è presente in tutti i quadrati, e nelle file superiori si trova diret-
tamente a contatto con lo strato 3; ha uno spessore variabile ma che si aggira
intorno ai 50 cm ed un andamento particolarmente discontinuo. Si presenta
colore marrone scuro a volte nerastro, la matrice è sabbiosa e sciolta. I clasti
calcarei, fortemente alterati e di colore bianco, sono abbondantissimi e di di-
mensioni medio piccole; inoltre sono spesso sciolti nel sedimento; sono presenti
diverse concrezioni di spessore variabile. È stato scavato nei quadrati D0, D1,
D2, D3, E1, F0, F1, F2.
Anche lo strato 7 è ha un’ottima estensione orizzontale ed è presente prati-
camente in tutti i quadrati, con uno spessore medio di 30 cm e quindi inferiore
a quello dello strato 6. Alla base di questo strato sono presenti nei quadrati D
una serie di blocchi di dimensioni piuttosto grandi. Il livello ha un colore mar-
L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA BREUIL: RISULTATI PRELIMINARI … 3

FIG. 1 – A) Profilo della sezione Nord, quadrati D; B) ripartizione delle vestigia archeologiche in
pianta, strato 6.
4 E. SPINAPOLICE

rone rossiccio; la consistenza è molto friabile, a tratti sabbiosa (polverosa). Pre-


senza di clasti calcarei di medie e grandi dimensioni. È stato scavato nei quadra-
ti D0, D1, D2, D3, E0, E1, F0, F1, F2.
Lo strato 8 non è stato messo in luce in tutti i quadrati e quindi non se ne
conosce esattamente l’estensione e la profondità. Nei quadrati D, dove lo strato 8
è stato completamente scavato, esso raggiunge uno spessore di ca. 50 cm. Il livello
8 presenta molte delle caratteristiche dello strato 7, ma ha un colore più chiaro;
inclusi di piccole dimensioni. È stato scavato nei quadrati D1, D2, D3, E1, F1.

METODOLOGIA DI ANALISI

1. La raccolta dati
Lo scavo stratigrafico ha comportato, dopo l’identificazione degli strati ge-
ologici, la loro rimozione per tagli artificiali di ca. 5 cm di spessore. La docu-
mentazione è costituita da una scheda su cui si riportano tutte le caratteristiche
del taglio e su cui si disegna la pianta, insieme con una “Scheda di coordinate
dei reperti”, su cui si annota la posizione del pezzo nelle sue tre dimensioni
(rispetto alla griglia di riferimento).
In corso di scavo ogni pezzo, cui viene dato un numero progressivo (per
taglio), è identificato come “industria”, “osso”, “dente”, “microfauna”, “malaco-
fauna” o “altro”. Sono messi in pianta tutti i frammenti di osso maggiori di 3 cm
e tutta la litica con una dimensione superiore ai 1,5 cm. La microfauna general-
mente non viene coordinata ma recuperata direttamente dopo la setacciatura.
Con il termine “altro” si raccolgono in genere ciottoli interi sia di selce sia di
calcare, che potevano essere usati come materia prima o come percussori, oltre a
qualsiasi altro oggetto che possa avere una provenienza esterna alla grotta.
I clasti calcarei di dimensione maggiore di 10 cm vengono disegnati e
quotati.
La terra residua viene tutta setacciata ad acqua e vagliata all’interno del
sito stesso.

2. Organizzazione informatica dei dati di scavo


Il gran numero di reperti con coordinate ha reso necessaria un’organizza-
zione informatica dei dati di scavo. Questo lavoro prevedeva una ridefinizione
del database contenente tutti i dati di scavo e la digitalizzazione del materiale
grafico, volta ad una migliore comprensione della stratigrafia in vista di un’ana-
lisi della distribuzione spaziale dei reperti. Il database di scavo è stato creato
come strumento per: a) migliorare la fruizione della schede di scavo; b) creare
un collegamento tra i dati provenienti dalle diverse analisi portate avanti sui
materiali; c) inserire i dati spaziali da riutilizzare nella analisi successiva.

3. Analisi informatizzata della disposizione dei reperti


In seguito, ritenendo un’applicazione di tipo GIS inadatta al tipo i dati
disponibili, si è scelto di proseguire l’analisi con il sowtware Surfer 8 (Golden
Software). Questo programma presenta il vantaggio ottenere profili e piante di
L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA BREUIL: RISULTATI PRELIMINARI … 5

distribuzione in modo semplice e rapido, e consente di fare diversi tentativi di


distribuzioni fino ad ottenere la pianta desiderata. Il risultato sono delle nuvole
di punti (piante e sezioni) con un aspetto sintetico, che facilita la comprensione
e la lettura della ripartizione spaziale.

4. Analisi della densità dei reperti


L’analisi della densità dei reperti per quadrato è uno strumento utile a defi-
nire eventuali differenze nelle modalità di utilizzazione e di scarto delle diverse
aree della grotta tramite una visualizzazione dell’accumulo di reperti per qua-
drato. Nel nostro caso è importante perché tiene in conto della distribuzione di
tutti i reperti e non solo di quelli coordinati in corso di scavo, con i quali viene
confrontata.

5. Rimontaggio dell’industria litica


Tramite il refitting si può definire la natura delle relazioni nello spazio tra i
resti archeologici e quindi valutare l’integrità contestuale di aggregati di manu-
fatti. Durante lo studio tecno-tipologico dell’industria litica di Grotta Breuil
sono state identificate tutte le fasi della chaîne opératoire, essendo ugualmente
presenti nuclei, prodotti di débitage e strumenti. Questo ci ha indotto ad intra-
prendere un’attività di rimontaggio dell’industria litica, con lo scopo di verifica-
re questo aspetto sia sul piano strettamente tecnologico che su quello spaziale.
Durante il lavoro di tesi di laurea (SPINAPOLICE 2002; CORINALDESI 2003), si
è intrapreso il refitting degli strati 7 ed 8 ed in seguito quello dello strato 6.

6. Analisi statistica
Sul materiale archeologico di Grotta Breuil sono attualmente in corso due
diversi tipi di analisi statistica della distribuzione spaziale: il test del chi quadro
e la k-means cluster analysis.
Il test del chi quadro non parametrico è probabilmente uno dei metodi più
usati per riconoscere delle correlazioni statisticamente significative in insiemi di
dati archeologici. Un test del χ2 è stato eseguito sugli strati 7 ed 8.
È in corso inoltre una k-means cluster analysis. I risultati preliminari che
riguardano lo strato 6 sono stati presentati al Meeting della IV commissione
UISPP (BIETTI e TAGLIAVINI cds).

RISULTATI

È opportuno ricordare che questa analisi costituisce la parte preliminare di


un lavoro che dovrà comprendere tutti i livelli di Grotta Breuil, e pertanto i
risultati qui discussi si riferiscono esclusivamente a questa prima fase ed alla sua
impostazione.
Per il momento l’intera metodologia illustrata nel paragrafo precedente è
stata applicata allo strato 6; gli strati 7 ed 8 sono stati analizzati in maniera
parziale e le analisi degli altri strati (3, 4 e 5) sono in corso. Nelle Tabb. 1-4 sono
6 E. SPINAPOLICE

TAB. 1 – Composizione del materiale dello strato 6.

Q UADRATO T OT . T OT . LITICA % T OT . FAUNA . % A LTRO %


D0 234 99 42 132 56 3 1
D1 471 271 57 187 40 13 3
D2 506 255 50 250 50 1
D3 113 59 53 50 44 4 3
E1 559 242 44 310 55 7 1
F0 270 130 48 139 52 1
F1 1093 393 36 688 63 12 1
F2 221 35 16 181 82 5 2
T OT . 3467 1484 43 1937 56 46 1

TAB. 2 – Composizione del materiale dello strato 7.

Q UADRATO T OT . T OT . LITICA % T OT . FAUNA % A LTRO %


D0 124 19 15 94 76 11 9
D1 88 11 12 71 81 6 7
D2 137 39 28 94 69 4 3
D3 122 55 45 63 52 4 3
E0 846 80 9 731 86 35 4
E1 560 28 5 510 91 22 4
F0 239 33 14 196 82 10 4
F1 608 37 6 552 91 19 3
F2 1014 39 4 962 95 13 1
T OT . 3738 341 9 3273 88 124 3

TAB. 3 – Composizione del materiale dello strato 8.

Q UADRATO T OT . PZ. T OT . LITICA % T OT . FAUNA % A LTRO %


D1 570 121 22 395 69 54 9
D2 309 71 23 210 68 27 9
D3 370 125 34 207 56 38 10
E1 480 75 16 376 78 29 6
F1 191 20 11 159 83 13 7
T OT . 1920 412 22 1347 70 161 8

TAB. 4 – Riassunto composizione materiali degli strati 6, 7 ed 8.

S TRATO T OT . T OT . LITICA % T OT . FAUNA % A LTRO %


6 3467 1484 43 1937 56 46 1
7 3738 341 9 3273 88 124 3
8 1920 412 22 1347 70 161 8
T OT . 9125 2237 25 6557 72 331 3
L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA BREUIL: RISULTATI PRELIMINARI … 7

illustrati i valori assoluti e le percentuali della composizione del materiale degli


strati considerati in questa sede.
L’analisi informatizzata della distribuzione dei reperti (Fig. 1 B) ci ha con-
sentito, per il solo strato 6, l’elaborazione di piante tematiche e dei profili delle
sezioni. La distribuzione dell’industria litica e della fauna risulta abbastanza
omogenea in tutti i quadrati scavati (Fig. 2) e la divisione per grandi classi tec-
nologiche (nuclei, schegge e strumenti) non mostra la presenza di aree di débita-
ge né di concentrazioni di strumenti. Per quanto riguarda le faune, l’analisi tafo-
nomica e zooarcheologica ha indicato l’uomo come il maggior agente di accu-
mulo, individuando tracce di taglio e di fratturazione delle ossa per l’estrazione
del midollo ed un ridotto numero di testimonianze della presenza di carnivori
(ALAHIQUE et alii 2000; TRINETTI 2004). La sostanziale uniformità nelle specie
presenti (prevalentemente cervo) si riflette anche nella distribuzione delle ossa.
Le tracce di macellazione e gli elementi combusti (Fig. 3 A) sono presenti in
tutti i quadrati scavati, anche se si rileva una concentrazione maggiore in alcuni
quadrati, come il D2 e l’E1. I profili delle sezioni ci mostrano nuovamente la
grande ricchezza del deposito archeologico di Grotta Breuil e la forte pendenza
dello strato 6 in senso E-W (Fig. 6 B nn. 1-2), mentre in senso N-S il deposito
si presenta sostanzialmente piano (Fig. 6 B n. 3).
L’analisi della piante di densità dei reperti (Fig. 4) e la pianta con percentuali
relative nelle composizione del record archeologico (Fig. 5 A), ci consentono di
fare un primo confronto tra lo strato 6 e gli strati 7 ed 8. Purtroppo l’estensione
degli strati non è la stessa in tutti i quadrati e le dinamiche dell’indagine archeolo-
gica non hanno consentito di scavare esattamente la stessa porzione di deposito.
Come si nota dalle figure, l’abbondanza di resti per quadrato non è costante
e si rilevano importanti differenze sia in uno stesso strato che nel confronto tra
strati diversi. In particolare è da osservare la grande densità di pezzi nel quadra-
to F1 per lo strato 6 e nel quadrato F2 per lo strato 7.
Tali differenze risultano particolarmente evidenti nella composizione dei
materiali e quindi nella proporzione di litica e faune, con un sostanziale equili-
brio nello strato 6 ed un’abbondanza sia relativa (% per quadrato), sia assoluta
di faune nello strato 7, che si mantiene, seppur in misura minore, nello strato 8.
I risultati del refitting dell’industria litica sono riassunti nella Tab. 5. I ri-
montaggi sono in totale 18 e comprendono 47 pezzi, tra nuclei, schegge e fram-
menti. Tra essi, solo quelli relativi a pezzi con coordinate sono illustrati in pian-
ta (Fig. 5 B). Come si vede dalla figura, le distanze in pianta ed in sezione tra i
pezzi rimontati sono relativemente ridotte: questo indica che non ci sono stati
grossi movimenti postdeposizionali all’interno della grotta e che il deposito si è

TAB. 5 – Percentuale materiale rimontato strati 6, 7 ed 8.

S TRATO T OT . LITICA T OT . PZ. RIM . %


6 1473 14 1
7 341 12 3,5
8 412 21 5
T OT . 2226 47 2
8 E. SPINAPOLICE

FIG. 2 – A) Ripartizione dell’industria litica in pianta; B) ripartizione delle faune in pianta, strato 6.
L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA BREUIL: RISULTATI PRELIMINARI … 9

FIG. 3 – A) Ripartizione delle tracce di taglio e degli elementi combusti in pianta, strato 6; B) pro-
filo dei materiali, strato 6: 1) sezione E-W, quadrati F; 2) sezione E-W, quadrati D; 3)
sezione NS, quadrati D-E-F.
10 E. SPINAPOLICE

FIG. 4 – Frequenza del materiale archeologico (A), densità percentuale litica (B) e fauna (C) per
quadrato, strati 6, 7, 8.
L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA BREUIL: RISULTATI PRELIMINARI … 11

FIG. 5 – A) Percentuali relative di litica e fauna per quadrato: strato 6 (1), strato 7 (2), strato 8 (3);
B) pianta dei rimontaggi relativi agli strati 6, 7, 8.
12 E. SPINAPOLICE

conservato essenzialmente intatto. È da sottolineare la forte differenza nel nu-


mero di rimontaggi individuati nello strato 6 e negli strati 7 ed 8, con una
percentuale che va dallo 5% per lo strato 8 all’1% per lo strato 6. Tale differenza
è imputabile innanzitutto al maggior numero di pezzi appartenenti allo strato 6,
che rende il refitting molto più difficile. Inoltre essa può essere attribuita alla
diversità tecnologica dei diversi livelli, con una maggiore riduzione dei nuclei
nello strato 6.
I risultati dell’analisi statistica sono in corso di elaborazione e verranno
pubblicati prossimamente.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Questa prima analisi del palinsesto di Grotta Breuil, in senso sincronico,


per quello che riguarda lo strato 6, e diacronico, nel paragone con gli strati 7
ed 8, avvicina questo sito alla maggior parte dei siti in grotta del Paleolitico
medio europeo. Infatti, la natura stessa del deposito e la grande quantità di
materiali pongono gli stessi problemi già riscontrati altrove (RIGAUD 1988;
M EIGNEN 1994, per citarne solo alcuni), per risolvere i quali i risultati migliori
sono di solito frutto di metodologie combinate di diversi metodi di analisi
(B IETTI 1991).
L’occupazione dello spazio da parte dei neandertaliani è stata definita sem-
plice e ripetitiva (P ETTIT 1997), caratteristica di un comportamento limitato
nella variabilità e di natura abitudinaria. Nel caso di Grotta Breuil, avendo
perduto i dati che riguardano la porzione anteriore della grotta, definire
un’eventuale distinzione in spazi living, processing e dumping risulta ancora
più difficile. Ci troviamo di fronte non ad un suolo di abitato, con le sue
caratteristiche di deposizione rapida e di una singola occupazione, ma ad un
palinsesto, indice di una serie ripetuta di occupazioni, in cui uno dei passi
fondamentali è quello di riconoscere e separare eventi deposizionali distinti.
L’analisi spaziale di questi livelli ci dimostra che la stratigrafia geologica
concorda sostanzialmente con quella archeologica e che la distinzione tra i
diversi livelli rispecchia un reale cambiamento nelle attività svolte all’interno
del sito. È chiaro che lo spessore di ciascuno strato può rappresentare un lasso
di tempo abbastanza lungo, e quindi una serie importante di occupazioni.
Nonostante questo, però, i rimontaggi e le analisi statistiche in corso ci dico-
no che il deposito della parte posteriore di Grotta Breuil sembra non essere un
semplice scarico di rifiuti, ma potrebbe costituire una vera zona di attività. Lo
spazio interno della grotta, se pur non strutturato, poteva avere una divisione
funzionale (sensu B INFORD 1973), che probabilmente non veniva mantenuta
nel corso delle occupazione successive. Il risultato di tale comportamento è
l’impossibilità di distinguere nello spazio e nel tempo le diverse attività.
L’analisi spaziale degli strati inferiori conferma quindi essenzialmente l’idea
che grotta Breuil sia definibile come un “sito residenziale”, proprio grazie al
gran numero di attività svoltesi al suo interno e alla loro forte ripetizione nel
tempo.
L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA BREUIL: RISULTATI PRELIMINARI … 13

Si ringraziano l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria per il contributo economico che ha


reso possibile questo lavoro, il prof. A Bietti per avermi affidato questa parte così importante
dell’analisi di Grotta Breuil, tutta l’équipe che lavora da anni su Grotta Breuil, ed in partico-
lare: il dott. Grimaldi (Università degli Studi di Trento) per lo studio dell’industria litica dello
strato 6, la dott.ssa Alhaique e la dott.ssa Trinetti (Universita di Roma “La Sapienza”) per lo
studio delle faune; la dott.ssa Corinaldesi (Università di Roma “La Sapienza”) per lo studio
dell’industria litica degli strati 7 ed 8 e per aver condiviso con me il lavoro di refitting, il dott.
Hermon (Università di Ben Gourion, Beer Sheva, Israele), per l’aiuto con Surfer.

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14 E. SPINAPOLICE

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RIASSUNTO. — L’USO DELLO SPAZIO A GROTTA B REUIL: RISULTATI PRELIMINARI DALL’ANALISI DE-
GLI STRATI INFERIORI (6, 7 E 8). — Grotta Breuil (Monte Circeo, Latina) è un sito chiave nel periodo
di transizione tra il Paleolitico medio ed il Paleolitico superiore in Italia, rappresentando uno degli
ultimi siti che conservano traccia della presenza degli uomini di Neandertal con una datazione assolu-
ta molto recente (intorno ai 33.000 anni BP).
In questo lavoro si presentano i primi risultati dell’analisi della distribuzione spaziale dei reperti.
La sostanziale integrità del deposito è confermata dalla presenza di numerosi rimontaggi e le varie
attività documentate dall’analisi spaziale correlata ad un’analisi tafonomica e tecnologica. Inoltre l’analisi
della distribuzione dei reperti permette di individuare sostanziali differenze tra i diversi strati che
costituiscono il deposito archeologico della grotta, che probabilmente rispecchiano una diversa fun-
zionalità del sito nel corso del tempo. Nuovi dati sull’analisi degli strati superiori e sulla micromorfo-
logia dei suoli, in corso di studio, saranno necessari per completare il quadro d’insieme di questo
imponente deposito.

SUMMARY. — SPATIAL ANALYSIS AT GROTTA B REUIL: PRELIMINAR RESULTS FROM UPPERS LAYERS (6,
7 AND 8). — In this paper we present preliminary results from spatial analysis of Grotta Breuil
(Monte Circeo, Latina), an important site of the transition between Middle and Upper Palaeolithic in
Europe, with an age of 33.000 BP. We present distributions of artefacts in layers 6, 7 and 8 of the
sequence. Activities in Grotta Breuil are confirmed by technology of lithic industries, processing of
faunas and lithic refitting. Scatter plots of layer 6 are obtained with Surfer 8 software. Significant
differences between layers are showed, probably indicating functional changes in the utilisation of the
site. New data from the others layers will be needed to complete the analysis of the site.

RÉSUMÉ. — L’UTILISATION DE L’ESPACE À GROTTA BREUIL: RÉSULTATS PRELIMINAIRES SUR L’ANALY-


SE DES COUCHES INFERIEURES (6, 7 ET 8). — Grotta Breuil c’est un des sites les plus importants de la
période de la “Transition” et une des plus récentes qui témoignent la présence de l’Homme de Nean-
dertal en Italie. Dans ce travail nous présentons les premiers résultats de l’analyse de la distribution
spatiale des vestiges archéologiques. L’intégrité du dépôt est confirmée par la présence de nombreux
remontages et l’analyse a été combinée avec une étude technologique et taphonomique. L’analyse de la
distribution des vestiges nous a permis d’identifier des importantes différences parmi les couches du
dépôt, qui probablement calquent une diverse utilisation du site même. Des nouvelles données sur les
autres couches et sur la micromorphologie des sols, en cours d’étude, seront nécessaires pour com-
pléter le cadre de cet important site.

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