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giornalino di fatti, racconti e curiosità | anno 2019

Per un piccolo editoriale.


Fondo, dicembre 2019.

Rieccoci! “Lampi di genio” è finalmente tornato: il nostro giornalino si è vestito di nuovi abiti, ha raccolto
altri collaboratori e racconta nuove storie; nelle sue pagine troverete articoli scritti seguendo passioni,
interessi e curiosità. Le voci sono quelle dei ragazzi della nostra scuola che si sono riuniti in “redazione”:
tutti si sono messi in gioco e hanno provato a collaborare, ognuno a modo suo, ognuno facendo quello che
sapeva meglio fare. Il “Lampi di genio” che iniziate a leggere è proprio così, frutto del lavoro di ciascuno
che si completa solo accanto a quello degli altri, per fare in modo che tutte le parti costruiscano un tutto
unico, ma allo stesso tempo diverso e variegato.
Il formato esclusivamente digitale che abbiamo pensato di regalare al nostro giornale è un esperimento
attuale e solo un poco azzardato: gli articoli sono infatti completati da aperture, collegamenti, link ad altre
pagine e a documenti esterni, per fare in modo che i contenuti diventino espansi, e lo scritto si trasformi in
una sorta di ipertesto, come si usa dire.
“Lampi di genio” è una bella prova, ci sembra, anche per mostrare quello che per noi è la scuola: il luogo
dove ognuno trova il proprio posto, dove ognuno può dire la sua, dove l’oggi diventa parte importante
dell’imparare, dove si impara a crescere con gli altri.
Ringraziamo chi non si è tirato indietro, chi ci ha dato una mano, chi ci ha ascoltato.
Un bell’applauso, dunque, a tutti.
E agli altri... buona lettura.

La redazione.

1
In questo numero di

troverete:

I primi passi alle medie: La giornata


dell'accoglienza ­ pag 3
Tutta un'altra cosa! I nuovi arredi
per le classi prime ­ pag.4
La corsa campestre ­ pag.5
JOINKI: DEUTSCH UND ENGLISCH
IN DER FAMILIE LERNEN ­pag.6
In redazione: Hanno collaborato: A teatro con il barone ­ pag. 8
Ghalimi Ibtissam Maglio Massimo Un'occhiata al… Pakistan ­ pag. 9
Marches Lorenzo Luca David Agostin Cinque curiosità sul Natale ­ pag. 10
Piz Michela Larcher Milena Un viaggio in… Marocco ­ pag.12
Springhetti Dimitri Sofia Dalpiaz УКРАИНА! ­ pag.14
Ianes Sara Corazza Laura Un scuola d'altri tempi… ­ pag.16
Maglio Sofia I “tortei de patate” ­ pag.17
Zuin Nicola
Hrytsay Karina
Parentesi. Arte! ­ pag. 18
Trevisan Ylenia
Compiti sì, ma quali? ­ pag. 19
Serafini Pierluigi
The Simpson ­ pag. 21
Pollo Moreno
Arte: insufficiente ­ pag. 23
Scarabello Isabella
Un'insalata di… fiabe ­ pag.25
Aabdouttalib Amine Una principessa da conquistare ­ pag. 27
Bruni Caterina Tutto scorre, niente passa ­ pag.29
Inama Michele Harry Potter ­ pag. 31
Waheed Hooria Leggere, che passione!!! ­ pag. 32
Salvaterra Gabriele Ringraziamo inoltre Parentesi. Arte! ­ pag. 33
Bardhi Chiara tutti quelli che hanno Io e… il cubo! ­ pag. 34
Ianes Mayra portato il loro Ciof! Palla a canestro… ­ pag.36
Pellegrini Brandon contributo in diversi Fondo: lo sport prende il volo ­ pag. 38
Paolazzi Francesca K­POP MANIA! ­ pag. 39
modi fornendo vignette,
Giuliani Francesco I colmi di Moreno ­ pag.40
disegni, parole.
Seppi Valeria GameSpiele ­ pag.41

Qualche avvertenza prima di partire:


Quando trovi questo simbolo puoi cliccarci sopra: ti invierà a pagine web che hanno
a che vedere con l'articolo che stai leggendo.
Quando invece trovi questo , il link è a un contributo video.
Il vuol dire che l'articolo continua sulla pagina successiva.
buon viaggio!

2
Storie dall'IC Fondo

Giovedì 19 settembre noi alunni delle classi prime abbiamo festeggiato i nostri primi passi alle
medie trascorrendo un'intera giornata insieme per fare amicizia, conoscerci meglio e creare così il
gruppo classe.
La mattina l'abbiamo trascorsa svolgendo due diverse attività: la visita al Canyon Rio Sass e alla
mostra “Camminamente”. Per il Canyon ci siamo attrezzati con il caschetto e, seguendo la nostra
bravissima guida Lorenzo Abram ci siamo avventurati nel percorso che si snoda tra le rocce
sotterranee scavate dal torrente.
E' stato bello e istruttivo allo stesso tempo: a noi ragazzi è piaciuto molto fare una passeggiata a
contatto con la natura, abbiamo imparato a rispettare l'ambiente e ci siamo stupiti di fronte alle
meraviglie della natura.
L'altra tappa dell'uscita è stata la visita alla mostra
“Camminamente”. In una sala del Comune di Fondo
erano esposte delle scarpe che raccontavano la storia di
chi le ha indossate. Abbiamo capito che queste scarpe
sono importanti e hanno tutte una storia, per esempio
degli zoccoli di legno, enormi, che usavano i deportati di
Auschwitz. Abbiamo anche fatto una piccola caccia al
tesoro: ci siamo divisi in gruppi e abbiamo dovuto
cercare informazioni sul personaggio segnato sulla
scheda che gli insegnanti ci avevano assegnato.
Dopo aver mangiato pranzo in mensa ci siamo recati a
Malosco in località Fontanelle. Il percorso dell'andata è stato piuttosto faticoso, perchè tutto in
salita e, inoltre, faceva un gran caldo; ma dopo varie tappe alle fontane per rinfrescarci siamo
arrivati a destinazione. Qui ci siamop divisi per classi e abbiamo realizzato degli splendidi
cartelloni con delle belle frasi prese dalla mostra e sui nostri buoni propositi per il nuovo viaggio
alle scuole medie.
E' stato davvero un bel modo per iniziare il nostro percorso alle scuole medie: abbiamo infatti
potuto conoscerci meglio, fare nuove amicizie e gettare le basi per creare lo spirito del gruppo
classe che ci dovrà accompagnare nei prossimi tre anni.

3
Storie dall'IC Fondo

di Sofia Maglio

E'stata una grande sorpresa per noi alunni delle prime medie di Fondo entrare nelle nostre classi
una mattina e trovarle arredate con nuovi mobili! Questi arredi sono composti da sedie di diverso
colore per ogni classe, armadietti in tinta con le sedie e banchi di forma ovale pensati per essere
uniti e facilitare così i lavori di gruppo. Naturalmente anche gli insegnanti hanno avuto il loro
regalo: una cattedra e una sedia colorata regolabile in altezza.
Insieme agli arredi ci sono anche degli enormi schermi che svolgono la funzione di lim e lavagna.
Gli armadietti e gli schermi non sono purtroppo ancora stati installati, ma vogliamo rassicurare
gli studenti che questi oggetti esistono veramente e che a breve faranno la loro comparsa nelle
classi.
Tutti gli studenti sono entusiasti di questa novità. Si spera che anche i futuri “primini” si possano
godere questo regalo, e soprattutto che questi mobili non vengano in alcun modo danneggiati.
Questo regalo è stato fatto dai comuni da cui provengono gli studenti, che hanno versato una
somma di denaro per far si che l'ambiente scolastico sia il più accogliente e colorato possibile.
Il nostro ringraziamento va dunque alle amministrazioni comunali e a tutti coloro che hanno reso
possibile il rinnovamento delle nostre aule.

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Storie dall'IC Fondo

di Sara Ianes

I FASE: la corsa dell'Istituto


Venerdì 25 ottobre 2019 si è tenuta la tradizionale corsa campestre d'Istituto in località Pradiei.
Si tratta di una gara che consiste nel correre su un percorso segnato dagli insegnanti di
educazione fisica. Tutti i ragazzi hanno partecipato suddivisi in sei categorie. Hanno aperto la
competizione le femmine delle classi prime, poi i maschi. Poi è stato il turno delle seconde e infine
delle terze.
I primi quattro classificati di ogni categoria sono:

Classi I Classi II Classi III Posizione


Femmine NADIA EMILY MELANIA 1
SOFIA MARIKA SARA 2
ANNA ESTER GIULIA 3
SARA NICOL ISABEL 4

Maschi DAVIDE OMAR FRANCESCO 1


GABRIEL MATIAS MASSIMO 2
ARTAN DANIELE LEONARD 3
RAYAN GIANCARLO MARINEL 4

Queste persone hanno portato i colori di Fondo a Villa Lagarina, alla fase provinciale della
campestre. Durante la gara è accaduto un piccolo incidente: la nostra compagna Isabel è caduta a
pochi passi dall'arrivo e si è sbucciata il mento. Eravamo tutti preoccupati ma appena arrivati a
scuola la Dirigente ci ha tranquillizzati: ”Non è successo niente, Isabel sta meglio e si riprenderà
presto!”.

II FASE: La provinciale a Villalagarina


Il giorno mercoledì 13 novembre a Villa Lagarina hanno gareggiato i primi quattro classificati di
ogni categoria .Il percorso era abbastanza lungo e con un salita di un 20 %, ma il problema vero
era percorrerlo due volte. Per me la parte più dura era la seconda salita, comunque è stato
bellissimo!!!!! I professori sono stati molto disponibili e ci hanno sostenuto e accompagnato per
tutta la giornata.
Alle corse provinciali, il migliore dell' istituto è stato Francesco Bonvicin, chè è arrivato ottavo;
sfortunatamente, solamente i primi sei classificati potevano partecipare alla fase successiva.
Ecco le parole di Francesco intervistato da noi pochi giorni dopo quest'esperienza:
“Prima di fare la corsa campestre a Villa Lagarina ero nervoso e avevo un po' di paura, ma una
volta finita mi sentivo meglio ed ero felice. Pensavo di ottenere un risultato migliore, ma sono
felice lo stesso. Mi sento benissimo e orgoglioso di essere il migliore dell' istituto”.

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Storie dall'IC Fondo

JOINKI: DEUTSCH UND ENGLISCH IN DER FAMILIE LERNEN

Dank des Projekts JOINKI sind in den letzten Jahren viele SprachtutorInnen in unsere Schule
gekommen. Dieses Jahr war Marisa Arena (18, aus Überlingen) in unserer Schule, letztes Jahr war
Emily Janke (22, aus Kaltenkirchen­Hamburg) da und vor zwei Jahren war unser Gast Janna Baimler
(23, aus Hannover). Was machen diese SprachtutorInnen? Warum sind sie da? Wie kann man sie in
unseren Familien aufnehmen? Was ist JOINKI? Diese und andere Fragen hat unsere Zeitung an
Sabrina Pasquin gestellt. Sie ist nämlich die Referentin des Projekts JOINKI.

INTERVIEWER: Hallo Sabrina. Was ist eigentlich das Projekt JOINKI?


SABRINA: Das Projekt JOINKI will mit Muttersprachlern als Sprachtutoren den Familien beim
Lernen von Deutsch und Englisch helfen.
INTERVIEWER: Wer arbeitet an diesem Projekt?
SABRINA: Mit mir arbeiten Fiametta, Miriam und die Italienischlehrer, die den Sprachtutoren mit
der italienischen Sprache helfen.
INTERVIEWER: Wer sind die Sprachtutoren? Und was machen sie?
SABRINA: Ein Sprachtutor spricht Deutsch oder
Englisch als Muttersprache, hilft den Kindern mit der
Sprache, mit den Hausaufgaben und macht kleine
Lektionen mit der Familie.
INTERVIEWER: Wie wählt ihr diese Personen aus?
SABRINA: Wir sprechen mit ihnen immer über Skype.
Sie sollen die Sprachen mögen, die Sprache gut können
und offen und freundlich sein.
INTERVIEWER: Wie lange bleiben die Sprachtutoren
normalerweise in Italien?
SABRINA: Maximal 1­2 Monate.
INTERVIEWER: Was machen sie hier in der Familie?
SABRINA: Sie verbringen den Tag mit der Familie und helfen ihnen mit Deutsch oder Englisch.
INTERVIEWER: Was muss eine Familie den Sprachtutoren bieten?
SABRINA: Die Familien werden von JOINKI ausgewählt. Ein Sprachtutor braucht ein
Einzelzimmer und eine freundliche Familie, die Englisch und Deutsch lernen will.
INTERVIEWER: Wenn eine Familie an diesem Projekt interessiert ist, was muss diese Familie
machen?
SABRINA: Die Familie muss JOINKI kontaktieren über die Website: http://www.joinki.it/it/ oder
über meine Handynummer: 338 1821 874.
INTERVIEWER: Danke Sabrina für dieses Interview!

Unsere Zeitung hat auch die Erfahrungen von Stefano Piechenstein (3D) und Giulia Abram (3A)
gesammelt, die in den letzten Jahren eine Sprachtutorin aufgenommen haben.

|
aufnehmen = ospitare helfen = aiutare | auswählen = scegliere | |
verbringen = trascorrere beiten = offrire
die Erfahrung = l’esperienza

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Storie dall'IC Fondo

Piechenstein Stefano hat Janna Baimler im Jahr 2017 aufgenommen.


Im September 2017 haben ich und meine Familie ein deutsches Mädchen aufgenommen. Sie heißt Janna
Baimler und sie wohnt in Hannover. Sie ist 40 Tage bei uns geblieben. Ich und meine Schwester Anna haben
viele Aktivitäten mit Janna gemacht. Ich habe viele neue Wörter gelernt: das Essen, das Obst, das Getränk, den
Körper, die Kleidung, die Familie, das Haus...
Ich und Janna haben den Canyon in Fondo besucht, dann haben wir den Smeraldosee gesehen. Wir sind mit
dem Fahrrad gefahren. Wir sind auch mit meiner Schwester und meinen Eltern an den Gardasee gefahren und
dann haben wir ein Museum in Rovereto besucht.
Ich, meine Schwester und Janna haben manchmal gekocht und Kuchen gemacht.
Ich hatte mit ihr viel Spaß und ich habe auch Deutsch gelernt!“

Dieses Jahr war Marisa Arena bei der Familie von Giulia Abram (3A).
„Im November haben ich und meine Familie Marisa aufgenommen. Sie ist in
Sarnonico angekommen und sie ist 6 Wochen bei mir geblieben.
Sie ist am 10 Dezember 2000 geboren, sie ist 19 Jahre alt. Marisa kommt aus
Überlingen. Das ist eine Stadt in der Nähe von dem Bodensee. Marisa hat das
Gymnasium in Deutschland besucht. Nach dem Abitur hat sie eine Erfahrung
als Lehrerin in Kenia gemacht.
Zu Hause hat sie immer Deutsch mit mir und Englisch mit meinem Bruder
gesprochen. Sie ist mit mir in die Schule gekommen und als Sprachtutor hat sie einigen Lehrern meiner Schule
bei der Gestaltung des Unterrichtes geholfen.
Sie ist nett, sympathisch und freundlich. Ich habe viel mit ihr gemacht: Wir sind shoppen gegangen, Ski
gefahren, am Sonntag haben wir Wanderungen gemacht, am Abend haben wir deutsche Filme zusammen
gesehen, wir haben viel Deutsch gesprochen.
Ich hatte mit ihr viel Spaß und mit ihr habe ich meine Sprachkenntnisse verbessert.
Wir sind gute Freundinnen geworden und an Ostern werde ich sie besuchen.“

Einige Schüler haben auch ihre Erfahrungen mit den Sprachtutoren in der Klasse kommentiert. Hier sind ihre
Kommentare.
Giuliani Caterina – 3D „ … Dieses Jahr ist eine Sprachtutorin in unsere klasse gekommen: Marisa. Sie kommt
aus Deutschland und sie wohnt in Überlingen. Hier in Italien hat sie bei einer Schülerin von der 3A, Abram
Giulia, gewohnt. Marisa kann Deutsch, Englisch, Italienisch und Französisch sprechen. Ich meine, dass sie sehr
gut diese Fremdsprache spricht.“

Battisti Marianna – Giuliani Loredana – Marino Annalisa – 3D „ … Marisa ist


ein schönes Mädchen, … . Sie hat eine ältere Schwester und sie hat keine
Haustiere. Marisa liebt reisen: Sie ist schon nach England, Italien, Spanien,
Afrika und Amerika gereist. Sie mag Politik, weil sie mit Menschen sprechen
mag. Sie will mit der Politik arbeiten, aber sie möchte keine Politikerin
werden. Ihre Heimatstadt Überlingen ist für Tauchtourismus, Äpfel,
Weintrauben, Kliniken und Thermen sehr bekannt.“

Timis Denis Nicola – 3D „ … Marisa spricht Deutsch, Spanisch, Englisch und


Französisch. Sie hat sogar in Kenia gelebt!“

Endrizzi Tommaso – 3D „ … Marisa hat uns in Deutsch geholfen. Sie war mit uns in den Deutsch­ und
Erdkundenstunde. Sie hat uns im Computerraum mit einem Projekt über das Klima geholfen. Es war sehr
lustig!“

sammeln = raccogliere | ankommen = arrivare | bleiben = rimanere | in der Nähe von = nelle vicinanze di |
das Gymnasium = il liceo | das Abitur = la maturità | die Gestaltung = la strutturazione | die Wanderung = l’escursione

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Storie dall'IC Fondo

di Sofia Maglio

Siete mai stati a teatro? Noi si e ora vi racconteremo ciò che abbiamo visto...
Martedì 12 novembre le classi prime medie e le quinte elementari dell' istituto hanno infatti
partecipato allo spettacolo teatrale “Il barone di Munchausen”. Lo spettacolo è liberamente tratto
dall'omonimo libro scritto nel 1781 da Karl Friendrich, nato nel 1720 a Bonwerder in Germania
che parla di un barone che si divertiva a raccontare storie...spesso immaginarie.
Sulla scena il servitore del barone adora giocare con il suo telefono, mentre il barone racconta le
sue avventure e disavventure avvenute tempo prima. Il ragazzo all' inizio non si interessa, ma poi
si lascia coinvolgere recitando i bizzarri ruoli che il padrone gli ordina. Questo spettacolo insegna
che il telefono è spesso un accessorio inutile e che si può anche viaggiare e conoscere mondi
lontani utilizzando solamente la nostra fantasia. Dopo la visione abbiamo fatto un' “intervista” a
Fabio e Davide, i due attori. Dopo alcune domande banali ne è uscita una personale “Cosa vi piace
del vostro lavoro?” Fabio, che interpretava il ruolo del servitore, ci ha risposto “Dare e ricevere
emozioni”. Dopo questo spettacolo abbiamo capito che...
il teatro può essere utile per imparare alcune cose che a scuola purtroppo non si
possono apprendere!

8
Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

di Hooria Waheed

Il Pakistan è uno degli Stati più colorati dell'Asia, ha molte tradizioni, molti vestiti, molti cibi...
oggi voglio farvi scoprire qualche aspetto di questo
meraviglioso Paese da cui io provengo.

La bandiera del Pakistan è verde con una banda bianca


sul lato dell'asta. Al centro della parte verde sono
presenti una luna calante e una stella a cinque punte,
entrambe bianche. La sezione verde rappresenta la
maggioranza musulmana, mentre quella bianca
rappresenta le minoranze non musulmane. La
mezzaluna e la stella sono due simboli pre­islamici. Il
nome della bandiera in urdu è Parc̱a m ­e Sitārah o-Hilāl
("Bandiera della mezzaluna e della stella").

ALCUNE PRELIBATEZZE...
‫اکت غرم‬ Chicken tikka
è un piatto composto da pollo e spezie. I pezzi di carne
vengono cosparsi con del ghee, un burro chiarificato, a
piccoli intervalli in modo da aumentarne il sapore. Viene
solitamente consumato con salsa chutney di coriandolo
verde e tamarindo, o utilizzato per la preparazione del pollo
tikka masala, un piatto a base di curry.

‫ ےرھب ھتاس ےک گار ہسومس‬Samosa ripieno


di ragù
La samosa è un popolare antipasto e snack indiano diffuso
in tutta l'Asia centro­meridionale e che da lì si è diffuso
tutto intorno all'Oceano Indiano: nella penisola arabica, nel Corno d'Africa.
Mangiando questi piatti ci verrà sicuramente un po' di sete!!!
La bevanda più conosciuto in pakistan è ‫یسل‬ , cioè LASSI composto da latte, panna o fragole,
alcuni pezzi di mandorla, un pizzico di cannella e miele a seconda dei gusti.

FESTIVITA’ MUSULMANE
RAMADAN ‫ناضمر‬ : è il nono mese lunare islamico del digiuno che ricorda i trenta giorni
durante i quali il profeta Mohamed, in meditazione in una caverna, ricevette l’ispirazione divina e
il Corano.

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Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

I fedeli devono osservare un mese di completo digiuno, astenendosi dal consumare acqua e cibo
dall’alba al tramonto.

ID­UL­AZHA ‫کرابُم دیع‬ : Celebra la decisione di Abramo di sacrificare il figlio Isacco.


Il principale rito della festa è il sacrificio simbolico di una capra o di una pecora che viene sgozzata
pubblicamente. Tra amici e parenti è abitudine scambiarsi la carne dell’animale ucciso e poi
regalarla ai poveri come elemosina o premio. In tutte queste occasioni si usa radunarsi, vestirsi
con gli abiti colorati della festa, per pregare collettivamente in grandi distese o piazze libere,
create appunto per questo scopo.

di Chiara Bardhi

Il Natale è ormai alle porte e per introdurci in questa magica atmosfera, abbiamo cercato alcune
curiosità piuttosto o su questa suggestiva festa che si celebra in tutto il mondo.

Messico: il ravanello gigante


Nella regione di Oaxaca si svolge la noche de rabanos, cioè
la notte dei ravanelli, un festival di arte un po' surreale che
si tiene ogni anno il 23 dicembre e in cui gli artigiani locali
competono intagliando l'ortaggio del titolo in sculture
elaborate. Il ravanello gigante locale, secondo una
tradizione antica di secoli,è stato scelto per essere onorato e
intagliato e usato come tipico rito di Natale. Oggi la
migliore scultura è premiata con generosi premi in denaro.

Svizzera: sfida tra Babbi Natale


La piccola città svizzera di Samna unè il luogo dove si svolgono i ClauWau, noti anche come i
Campionati del mondo di Babbo Natale. Qui, squadre provenienti da tutto il mondo, vestite a
festa in sgargianti abiti da Babbo Natale, si incontrano in una stazione sciistica locale per
competere in diverse gare: quelle con racchette da neve, con la slitta, fino a un concorso di
decorazione di pane di zenzero. C'è anche un concorso di arrampicata, durante il quale i Babbi
devono portare sacchi pieni di giocattoli sulle spalle e, dopo aver suonato i campanelli delle case,
salire su fino in cima alla canna fumaria.

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Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

Ucraina: ragnatele decorate


In Ucraina i ragni e le loro tele sono di buon auspicio, e così mentre in
gran parte del mondo viene addobbato l'albero di Natale, qui vengono
decorate le ragnatele per assicurare benedizioni e buona fortuna per
l'anno successivo. Questa usanza si basa su un'antica leggenda ucraina
in cui una vedova povera non aveva soldi per decorare l'albero di Natale
della sua famiglia, con grande tristezza dei suoi figli. Dopo che i
bambini andarono a letto, alcuni amichevoli ragni usarono le lacrime
dei bambini per creare splendide e filanti ragnatele per decorare
l'albero spoglio. Quando i bambini si svegliarono la mattina di Natale
trovarono l'albero splendidamente decorato. Sembra proprio la trama
di una meravigliosa storia natalizia.

Norvegia: nascondete le scarpe!


La vigilia di Natale è una notte molto superstiziosa in Norvegia. Qui si ritiene infatti che questa
sia la notte in cui gli spiriti maligni provochino gli esseri viventi. La credenza vuole che il 24
Dicembre le streghe escano per andare alla ricerca di scope da rubare e con cui volare via nella
notte fredda e buia. Per questo è tradizione che le donne nascondano tutte le scope e gli stracci
per timore che possano essere rubati mentre gli uomini hanno il compito di spaventare le streghe
maligne.

Repubblica ceca: lancia la scarpa e scopri se ti sposi


Per i cittadini della Repubblica Ceca il periodo di Natale si tinge di rosa invece che rosso: i cechi
credono possa essere il periodo giusto per trovare finalmente la dolce metà: qui infatti la
tradizione vuole che una donna si affacci dalla porta di casa e lanci una scarpa da sopra le spalla,
se la scarpa cade con la punta rivolta verso la porta la donna si sposerà l'anno seguente.

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Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

di Ibtissam Ghalimi

Ciao a tutti. Io volevo invitarvi a fare un piccolo viaggio nel mio paese: il Marocco.
Il Marocco è un paese bellissimo, ricco di belle cose da vedere e buonissimi cibi da provare. Siete
pronti? Buon viaggio!

Marocco in Arabo si dice così: ‫ةیبرغملا ةكلمملا‬


Questa è la sua bandiera: rossa con una stella in mezzo. Il rosso rimanda al colore del sangue
mentre il verde è il colore dell’Islam.
Le cinque punte della stella invece indicano i cinque
pilastri dell’Islam, che sono:
• la professione di fede (shahāda)
• la preghiera (salāt)
• l'elemosina legale (zakāt)
• il digiuno (sawm o siyam) nel mese di Ramadan.
• il pellegrinaggio (hajj) alla Mecca.

La capitale del Marocco è Rabat, che in arabo si dice così: ‫طابرلا‬


Il centro di Rabat è costituito dalla Medina, racchiusa entro le mura del XII secolo. Una delle sue
strade più note è la Via dei Consoli, così chiamata perché nel XIX secolo vi si installarono le prime
sedi diplomatiche di paesi europei.
Lo sapevate che la città vecchia di Rabat figura
nella lista dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità?
Proprio come le Dolomiti...

La moneta del Marocco è il Dirham


marocchino: 1 Dirham marocchino equivale a
0,094 euro. Per esempio, andare al cinema in
Marocco costa 5,62 Euro (60,00 MAD).
Oppure, una coca cola costa 0,51 Euro
(5,48 MAD)...

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Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

Adesso vi propongo alcuni piatti che potreste assaggiare se andaste in Marocco.

Il primo, forse uno dei più famosi, è il Cuscus, che in Arabo


‫سكسك‬
si dice così:
Il Cuscus è un alimento tipico del Marocco e del Nord Africa, ma lo si può trovare anche in Sicilia
occidentale e in Sardegna.
Nella sua versione più diffusa si presenta in piccoli granelli di
semola di grano duro (anche integrale) lavorata con acqua e da
cuocere al vapore.

Poi potreste assaggiare anche il pane Msemen, che in arabo si


scirve così‫نمسمل‬
Questo è il vero pane marocchino: è simile alle crêpes e può
essere semplice o farcito all’interno.
Vi voglio lasciare la ricetta scritta in arabo. Eccola qui:
‫غ‬200‫حمقلا قیقد‬
‫غ‬200‫ضیبالا قیقد‬
‫قودلا بسح حلملاو ةریمخلا ةیوش‬
‫نمسملا قرون شاب ةقیقرلا ةدیمسلا ةقلعم عم ةطلخم ةنیل ةدبزلا‬
‫يدنهلا ملیفلا داه لالخ نم ةناب ةقیرطلاو نیجع نوكنو رصانعلا طلخن‬
‫لیوط اقب نكلو ونم صقن تییع ههههه‬
Da assaggiare assolutamente c'è il tè.
Il Tè in Arabo si dice ‫ياش‬
Il tè marocchino alla menta è una bevanda calda molto
digestiva, tipica di tutto il Nord Africa.
Per fare un buon tè marocchino servono poche cose:
l’acqua bollente, dei rametti di menta, tè verde di buona
qualità e zucchero, bianco o di canna.

Vi Siete immaginati i sapori che possono avere queste


buone cose?

A me, la cosa che mi piace mangiare di più in Italia


‫ازتیب‬
è la
Che cos’è secondo voi? Vi do alcuni indizi: è rotonda e si cuoce nel forno; sopra di solito ci sono la
mozzarella e il pomodoro ma oltre a queste cose potete metterci quello che volete... funghi,
prosciutto, perfino le patatine fritte. Avete capito di cosa sto parlando?

Buon viaggio (e buon appetito) a tutti da Ibtissam.

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Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

УКРАИНА!
di Karina Hrytsay

Ciao a tutti, mi chiamo Karina e frequento la IIIA dell' Ic Fondo. Io e la mia famiglia abbiamo
origini ucraine; ho scelto quindi di raccontarvi qualcosa di questo magnifico Paese: ci sono tanti
bei posti da visitare, persone simpatiche da conoscere e soprattutto ottimi cibi da gustare! Qui
troverete solamente alcuni tra i piatti più famosi...per conoscerli tutti dovrete per forza
programmare qui il vostro prossimo viaggio...

L'Ucraina ­ Україна è uno Stato dell'Europa orientale con una superficie di 603
628 km².
Ha uno sbocco sul Mar Nero a sud e confina con la Russia ad est, con la Bielorussia
a nord, con Polonia, Slovacchia e Ungheria a ovest e con Romania e Moldavia a sud­ovest. La
lingua ufficiale è l'ucraino.

Alcuni dei piatti tipici sono...

БОРЩ / BORSCH
famosissima zuppa a base di barbabietole si è diffusa in
gran parte dell'Europa dell'est dalla Polonia alla
Romania e alla Lituania. viene tradizionalmente servito
con panna acida o yogurt greco. ne esiste anche una
versione tedesca. Si fa con: patate, carote, cipolla, carne,
prezzemolo, barbabietola, cappuccio, panna acida, olio,
sale, fagioli.

ХЛЕБ / PANE
Per la preparazione del pane, vengono utilizzate
farina di grano e segale, meno spesso ­ mais,
orzo e altri.
Il pane può essere mangiato da solo, ma spesso
viene accompagnato con burro, olio di arachidi o
di girasole, marmellata, gelatina e miele.

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Viaggiando da fermi: i paesi degli altri

пасхальний пиріг / IL DOLCE DI PASQUA


La paska è un pane dolce rotondo dell’ucraina ,
simile al panettone italiano. Il termine паска,
ovvero "pasqua" in lingua russa o nella lingua
dell'Ucraina. Il paska è composto da:latte, burro,
uova, farina e zucchero e ricoperto da una glassa a
base di acqua e uova. Altre versioni della paska sono
a base di cioccolato, riso o miscele salate a base di
formaggio e possono contenere ciliegie al
maraschino.

Kвас / KVAS
La Kvas è una bevanda che ha l’aspetto della birra scura, è frizzante, leggermente alcolica e in
Russia è popolare quanto la vodka. Tra i russi è amatissima, a bevono per dissetarsi durante le
calde giornate estive ed è popolare sia tra gli adulti che tra i bambini. Ha una preparazione
piuttosto lunga: si parte dal pane che viene seccato al forno e poi messo in una capace pentola
assieme ad acqua bollente. Dopo un certo tempo viene filtrata e unita al lievito sciolto a parte; il
pane viene quindi eliminato e poi vengono aggiunti zucchero ed erbe aromatiche. E per chi
volesse cimentarsi a casa nella preparazione
di questa bevanda... ecco la ricetta!

Ingredienti:
500 g. di pane di segale
40 g. di lievito
100 g. di zucchero
5 cucchiai di acqua tiepida
un mazzetto di menta
50 g. di uva passa
la scorza di un limone bio
qualche foglia di ribes

Per prima cosa tagliate il pane di segale a fette, fatelo seccare nel forno, quindi ponetelo in un
recipiente capace e versatevi sopra 4 litri di acqua bollente. Coprite con uno strofinaccio e lasciate
riposare 4 ore, quindi filtrate il tutto. Sciogliete il lievito in poca acqua tiepida zuccherata, lasciate
riposare 20 minuti quindi aggiungetelo al composto precedentemente filtrato.
Togliete dal composto il pane rimasto strizzandolo, unite lo zucchero, la menta e le foglie di ribes.
Lasciate fermentare il kvas per una notte in un luogo caldo. Filtrate nuovamente e travasate nelle
bottiglie.
Aggiungete all’interno di ogni bottiglia l’uva passa, una foglia di menta e della scorza di limone.
Chiudete bene le bottiglie e conservatele in frigo per 3 giorni. Al termine dei tre giorni l’uva passa
dovrebbe essere salita in superficie: a questo punto filtrate di nuovo il tutto, travasatelo in nuove
bottiglie e servite finalmente il kvas ben fresco.

15
Da qui vicino: Trentino e Val di Non

Una scuola d'altri tempi... ...


di Seppi Valeria

Oggi andare a a scuola è una cosa normale per tutti noi ragazzi. Siamo abituati ad avere tutte le
comodità, autobus, zaini con rotelle, diversi tipi di penne, matite, gomme di ogni forma e colore. A
tutte queste comodità non riusciremmo mai a fare senza, ma… Come era la scuola anni fa?
Bella domanda... beh io l'ho chiesto ai miei nonni e mi hanno raccontato che a quel tempo la scuola
era molto diversa da oggi. Per esempio gli insegnanti erano molto più severi, non c'erano gli autobus e
la cartella era molto più pesante anche perché c'era l'astuccio di legno e ogni giorno si dovevano
portare tutti i libri.
Ora se volete scoprire di più leggete questa intervista ai miei nonni Fausto e Lucia, di Ruffrè.

­ In che anni andavate a scuola?


­ Negli anni '60 e '58
­ Qual era la vostra materia preferita?
­ L: A me piaceva tanto scienze
­ F: Ovviamente ginnastica
­ Avevate un insegnante preferito?
­ L: Avevamo solo una maestra ma fra tutte quelle che ho avuto... la maestra Sandrin
­ F: Nessuna…non mi piaceva la scuola poi mi hanno mandato in collegio e mi ricordo che lo odiavo
però c'erano tutti i miei amici.
­ Una volta come funzionava la vita quotidiana?
­ L: La nostra giornata iniziava con l'alzarsi,poi si andava a scuola, e si finiva sempre con il scappare a
giocare per poi prendere la legna e fare i compiti (solo quando ero obbligata)…mangiare e dormire.
­ F: Ci alzavamo, si andava a scuola, si mangiava... purtroppo si tornava a scuola, si scappava a giocare
e poi... prenderle perché non facevi i compiti.
­ Come funzionava il telefono?
­ L e F: Andavamo al bar del paese: era un po' l'impresa del giorno, soprattutto se era inverno.
­ Come funzionava con la spesa?
­ L e F: Avevamo un libretto dove alla fine del mese si pagava tutto
­ Quali erano i giochi preferiti del tempo?
­ L e F: Facevamo gallerie nel fieno e a volte giocavamo a
nascondino… sempre disobbedendo agli adulti
­ Cosa facevate con gli amici per divertirvi?
­ L e F: D'inverno per esempio facevamo un pupazzo di
neve con un buco al interno e uno a turno spaventava la
gente che passava.

Alla fine dell'intervista Lucia e Fausto hanno voluto


aggiungere che noi ragazzi di oggi siamo molto più
disciplinati e maturi di una volta....sarà forse grazie alle
maggiori possibilità, strumenti e tecnologie che oggi
abbiamo a disposizione?

16
Da qui vicino: Trentino e Val di Non

Il Tortel de patate è uno dei piatti tipici più buoni del Trentino e si mangia con la marmellata di ribes o
con altri contorni (cavolo cappuccio, cappuccio, speck, fagioli borlotti o formaggio stagionato).
La preparazione è di difficoltà media per gli inesperti ma più si continuano a fare e più diventa facile.
L’unica cosa che si deve avere è la pazienza: non solo nel pelare e grattugiare a mano le patate, ma anche di
rispettare i diversi passaggi.
Non bisogna confonderlo con il Rostì de patate un piatto tipico altoatesino sempre a base di patate che
però si cuoce in padella o in forno.
Gli ingredienti dei Tortei de patate sono pochi e semplici:
­ Patate;
­ Sale (quanto basta);
­ Olio di arachidi per friggere;
­ Un po’ di farina bianca se l’amido lasciato dalla patata non basta

Si crea una pastella composta dalle patate “scolate”,


dall’amido prodotto dalle patate grattugiate e scolate
successivamente, da uno­due pizzichi di sale, infine
da un po’ di farina se l’amido non è sufficiente. In
una padella antiaderente viene messa una grande
quantità (circa un centimetro) di olio di arachide.
Quest’ultimo si deve scaldare bene e solo quando
l'olio è bello caldo (non bollente) si può immergere
uno per uno, con un cucchiaio grande, la pastella
pronta.
I tortelli devono essere mangiati subito, belli caldi e
croccanti, altrimenti, se riscaldati, diventano molli e
appiccicosi.

Lo sapevate che? A Sporminore, nel 1998, è


stata fondata la "Confraternita della torta e
del tortel da patate" che riconosce la ricetta
originale composta di soli tre ingredienti:
patate (tipo Kennebec), sale e olio...

Esistono anche delle varianti regionali:


In Toscana si mettono nel ripieno: patate, uova, burro, parmigiano reggiano, sale, noce moscata e per
condire il ragù di carne.
A Reggio Emilia il ripieno è a base di patate, parmigiano, uovo, ricotta, panna, lardo, cipolla, aglio,
prezzemolo, salvia, burro e sale.
Solamente in Trentino c’è la ricetta originale per cucinarli gustosi e non troppo pesanti: è una ricetta
tramandata da generazione in generazione; per fortuna, anche a casa, mia gli ingredienti per farli non
mancano mai. Praticamente se a cena o a pranzo non si sa cosa cucinare, per alternare alla pasta o riso
l’ideale sono i tortei da patate!
Per concludere... BUON APPETITO!

17
Parentesi. Arte!

In 2 D abbiamo scoperto che nel medioevo le persone viaggiavano molto. Arrivavano nei paesi più
lontani e riportavano notizie veramente originali. Per esempio, raccontavano di popoli fantastici
che avevano delle caratteristiche particolarissime: un unico piede, teste di cane, orecchie enormi.
Abbiamo provato a immaginarceli, alcuni di questi popoli. Ecco come li abbiamo visti...
se vuoi scoprire i loro nomi, segui i link!

18
Approfondimenti

di Dimitri Springhetti e Lorenzo Marches

Li chiamiamo “compiti” e il dizionario Treccani ci ricorda che sono “ciò che spetta di fare in
relazione al proprio ufficio”. Nella scuola chi si occupa di compiti sono gli alunni che li svolgono
­veramente non sempre!­ e gli insegnanti che li assegnano regolarmente. Per esempio,
ultimamente noi di 1A abbiamo redatto una mappa di scienze, scritto un testo, abbiamo
completato sul libro frasi in inglese e in tedesco. Ma abbiamo anche dipinto con le tempere il
cerchio di Itten, ripetuto le proprietà dei materiali e la caduta dell’Impero romano.
Abbiamo chiesto ad alcuni docenti la loro opinione sui compiti:

Barbara Sokolic, matematica


­ Secondo Lei, i compiti, servono? A cosa?
­ Sì, ogni ragazzo a casa, visto che è da solo, deve capire se riesce a svolgere il compito.
­ Lei ne dà molti? No, ma quelli che occorrono.
­ I compiti che dà, sono per tutti uguali? Sì, c’è chi li fa più o meno velocemente.

Christian Traldi, italiano


­ Secondo Lei, i compiti, servono?
A cosa?
­ Molto, per esercitare quello che si è capito in
classe.
­ Lei ne dà molti? No, poco ma spesso.
­ I compiti che dà, sono per tutti uguali?
­ Dipende dalle situazioni, ma, di solito, sì.

Alessandra Spedicato, matematica


­ Secondo Lei, i compiti, servono? A cosa?
­ Sì, a consolidare ciò fatto in classe.
­ Lei ne dà molti? A volte sì… comunque quanto basta
­ I compiti che dà, sono per tutti uguali? Assolutamente sì.

Laura Falangone, matematica


­ Secondo Lei, i compiti, servono? A cosa?
­ Sì, molto. Per imparare ed esercitarsi.
­ Lei ne dà molti?
­ Sì, sono favorevole a dare molti compiti.
­ I compiti che dà, sono per tutti uguali?
­ Solitamente sì.

19
Approfondimenti

Ai professori quindi i compiti piacciono perché


aiutano noi alunni a consolidare ciò che abbiamo
imparato in classe e a vedere se abbiamo capito
tutto.
Anche gli alunni dell’I.C. Fondo sono convinti
dell’utilità dei compiti. Molti di loro, però, finiscono
per annoiarsi.

Ma esistono compiti che possano essere


contemporaneamente utili e piacevoli?

Questi sono alcuni dei


compiti piacevoli che secondo noi verrebbero graditi
maggiormente:
ricerca di informazioni a turno su un tema di studio da riferire in
classe;
­ svolgimento di un esperimento e relazione con fotografie;
­ costruzione di oggetti, seguendo istruzioni;
­ mappe concettuali e presentazioni con strumenti informatici;
­ lavoro a computer sincronizzati;
­ lettura di un racconto/articolo di giornale per la discussione in
classe;
­ visione di un filmato/documentario;
­ disegno/fotografia con didascalie su argomenti di studio;
­ cruciverba con definizioni in tedesco/inglese;
­ lavoro a gruppi;
­ scrittura di un articolo per il giornalino scolastico.

Pur sapendo che certi compiti ripetitivi sono indispensabili per


imparare, ci auguriamo che qualche insegnante venga ispirato dalla Jeff Kinley, da "Diary of
a Wimpy Kid"
nostra indagine nell'assegnazione dei prossimi compiti.

Se vuoi saperne qualcosa in più, inizia da qui

20
Approfondimenti

di Pierluigi Serafini

I Simpson (The Simpsons) è una sitcom animata statunitense, creata dal fumettista Matt Groening
nel 1987 che andò in onda nel 1989 sul canale FOX U.S.A. La stagione in corso di svolgimento è la
31^ ed in tutto sono stati prodotti 672 episodi. La serie è incentrata sulla famiglia Simpson, composta
da Homer, l'americano di classe media, pigro e pasticcione, dalla moglie Marge, molto gentile e
premurosa nei confronti della famiglia e dai figli Bart, il classico monello combina guai e
disobbediente, Lisa con la sua intelligenza e la piccola Maggie con il suo ciuccio. La loro città è
Springfield, dove si svolgono gli episodi con tutti i loro numerosi amici e parenti che appaiono spesso
nella serie. L' intenzione dell'autore, infatti, è stata quella di non far capire di quale Springfield si
trattasse, visto che negli Stati Uniti ci sono molte città con questo nome.

Gli spettatori sono milioni e sono tantissimi quelli che ritengono di sapere tutto, ma proprio tutto sulla
celebre e fortunata sitcom. Ma siete sicuri sia davvero così? Vi svelerò un po di curiosità che hanno per
protagonisti le creature di Groening.

1) I Simpson sono stati disegnati in giallo per poter essere immediatamente riconoscibili da chi fa
zapping sul televisore.

2) Tutti i personaggi della serie hanno 4 dita a eccezione di Dio e Gesù ai quali ne sono state
disegnate 6.

3) Quando la piccola Maggie, nella sigla, viene passata


sulla cassa, il valore riportato al lettore è di 847,63
dollari. La cifra ha un senso se si considera il fatto che,
nel 1989, la spesa media mensile calcolata per poter
crescere un bambino era proprio quella.

4) I personaggi della famiglia Simpson hanno i nomi


dei membri della famiglia di Groening. La madre del
fortunato fumettista si chiama Margaret (e quindi
Marge), il padre Homer, due delle sue sorelle Lisa e
Maggie e sua zia Patty.

Oltre a divertirci un sacco, i Simpsons riescono anche


a predire il futuro. Tante delle invenzioni attuali si I Simpson nel 1987!
ritrovano in alcuni episodi vecchi del cartone.
Ad esempio:
Nel 1999 delle radiazioni creano pomodori mutanti.
Nel 2013 la stessa cosa succede in Giappone.
In una puntata del 2008 Homer vota per Obama con un sistema elettronico, ma il computer seleziona
John McCain. I problemi con il voto elettronico si ripresenteranno, nella realtà, 4 anni più tardi.
Nel 1995 il ragazzo di Lisa comunica con un orologio cellulare. Nel 2013 esce la Samsung Galaxy Gear.
Nel 1994 un prodotto Apple non capiva cosa voleva dire il proprietario. Nel 2011 Siri non capisce
ancora bene.

21
Approfondimenti

Nel 1998 i bambini di Springfield giocano ad un simulatore di lavori della fattoria. Nel 2009 esce
Farmville.
Nel 1995, la bibliotecaria è in realtà un robot. Nel 2011 l’università di Chicago utilizza robot per
sistemare i libri.
Nel 1995 nella camera di Lisa è attaccato un poster del Tour dei Rolling Stones in carrozzina. Nel 2012
il gruppo ha intrapreso un nuovo tour.
Nel 1996, un citofono assomiglia ad un iPod. Nel 2001
esce l’iPod di prima generazione.
Nel 1995, i cellulari del futuro sono capaci di effettuare
videochiamate. Nel 2010 esce Face Time.
Nel 2016 il mondo si sveglia con la notizia di Donald
Trump Presidente degli Stati Uniti d'America. Era già
accaduto in un'occasione soltanto: nell'episodio dei
Simpson "Bart to the Future", andato in onda nel
2000.
La futuristica performance di Lady Gaga durante il Super Bowl del 2012 era già apparsa in una
puntata dei Simpson alcun i anni prima.
In un episodio del 1994 il correttore automatico di un palmare Newton di Apple cambia
completamente il senso di una frase scritta: a chi usa chat e messaggi capita oggi in continuazione.
Nel 2005, in una puntata in cui si immagina Lisa nel futuro, c'è una scena in cui da una polaroid di
una torta si sviluppa in automatico un dolce vero e proprio. Oggi la stampa 3D di cibo, pizze e torte
comprese, è una realtà.
La serie tv ha causato molte lamentele nei genitori di tutto il mondo, che etichettavano la serie come
diseducativa a causa di alcuni contenuti poco formativi. La serie, a
causa dei temi trattati, è incorsa più volte nella censura da parte
delle emittenti o anche dei governi dei paesi esteri. La FOX non ha
mai adottato politiche di censura sul cartone. Lo show ha subito
censure anche in Gran Bretagna, Venezuela, Argentina ed è stato
bandito in Russia e Cina.
In Italia, invece, a differenza di quanto accaduto ad altre molte
serie animate americane per bambini e per adulti, come South
Park, I Griffin ed American Dad! e alcuni anime trasmessi dalle
reti Mediaset, la serie non ha subito censure di rilievo, ma sono
stati soltanto "alleggeriti" i dialoghi.
I Simpson hanno vinto dozzine di premi dal debutto della serie televisiva, tra cui 33 Emmy Awards.
Nel 1999 la rivista statunitense TIME li definì come la miglior serie televisiva del secolo e, nella stessa
rivista, Bart Simpson venne inserito nella lista dei 100 personaggi più influenti dello scorso secolo.
Il 14 gennaio del 2000, la fama de I Simpson è stata premiata con una stella nella Hollywood Walk of
Fame.
La serie ha ispirato nuovi giochi come giochi di carte, edizioni speciali di giochi da tavolo, come
Monopoli, Cluedo e Scarabeo e videogame per le più famose piattaforme.

L'indirizzo e­mail di Lisa è smartgirl63@yahoo.com, mentre ChunkyLover53@aol.com è quello


di Homer. Sono davvero registrati e i fan che scrivono ottengono sempre risposte.

22
C'era una volta... Fiabe e racconti

Arte: insufficiente.
Di Marcello Delcampo

Ecco cosa è successo oggi, in classe: il prof di arte mi ha messo insufficiente perchè mi ha chiesto di dirgli
cos’è l’arte e io gli ho detto che non si può dire proprio con precisione. Lui però dopo un pò si è arrabbiato
e mi ha detto che non lo sapevo. E poi alla fine mi ha messo insufficiente nel registro. E’ andata proprio
così, come vi scrivo:

­ Allora, F., mi dici cos’è l’arte?


­ Non si può dire con precisione, prof. Mi sembra molto difficile...
­ Questa non l’ho mai sentita. Dai, provaci, perchè c’è una
definizione. Anche il libro la dice. Su.
­ Mmmmm. Non saprei. Tutto quello che mi vien in mente mi
sembra sbagliato.
­ Ecco, senti qua. Te la leggo: “Qualsiasi forma di attività dell'uomo
come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua
capacità espressiva”. Vedi cos’è?
­ Ah. Però vuol dire che se faccio, non so, un disegno veloce, a penna,
qui su questo foglio, faccio arte?
­ No, ovviamente. Non basta...
­Ah. Però c’era un artista che faceva proprio così: un francese...
Andrè Masson. E’ stato uno bravo no?
­ Sì sì vabbè lui... ma ci vuole anche la tecnica per essere un artista.
Ecco, l’arte è, per esempio, bravura tecnica: bisogna saper dipingere
bene, per esempio.
­ Ah. Però vuol dire allora che, non so, uno come Piet Mondrian
non è tanto bravo? I suoni dipinti non sono proprio belli,
tecnicamente... Però Mondrian è stato importante, no?
­ Sì sì vabbè lui era un caso che non... insomma, l’arte si fa con la
bellezza: l’arte, per esempio, ecco, è bellezza.
­ Ah. Però allora non so, tanta arte è fatta di opere “brutte”, che
sono però importantissime. Mi vengono in mente i dadaisti...
­ Sì sì bè diciamo che... insomma. L’arte, in sostanza, è il frutto
del lavoro manuale dell’artista e...
­ Però scusi se la interrompo ma Marcel Duchamp tante sue
opere non le ha fatte lui: ha scelto degli oggetti fatti da altri e poi
li ha firmati come se li avesse fatti lui... sono fondamentali, nella
storia dell’arte.

23
C'era una volta... Fiabe e racconti

­ Sì sì vabbè però lui, ecco... ma... non so bene, però... ecco una cosa
definitiva: l’arte è fatta di opere che devono essere uniche, ad
esempio. Prendiamo, non so, la Gioconda, oppure la Dama con
l’ermellino ...
­ Ah. Però Andy Warhol faceva dei quadri in decine e decine di
copie... e adesso le sue opere sono in tutti i musei del mondo.
­ Sì sì vabbè ecco, insomma... mi prendi in giro? Allora ti dico che
l’arte è... è... sì, ecco... è quella che si vede raccolta nei musei. Sei
contento, adesso?
­ Ah. Però allora non so... ci sono tanti artisti di strada, graffitisti,
oggi, che dipingono sui palazzi e sulle case, per le vie delle città. Loro
non sono artisti? Sono bravi, hanno la tecnica, per esempio, e certe
volte fanno dei bellissimi
lavori, che sono pezzi
unici...
Sì sì vabbè ma l’arte è un’altra cosa, però. Sì, è una... cosa che...
sì... piace a tutti, per esempio, ecco: L’arte è arte se piace a molti.
­ Ah. E quanto è “molti”, prof? Più di mille?
O almeno diecimila?
­ Insomma adesso basta! Non lo sai cos’è. Bastava dirmelo subito
che si risparmiava tempo.
­ Ma prof me lo dice lei allora, cos’è?
­ Lo abbiamo detto all’inizio... “Qualsiasi forma di attività
dell'uomo come riprova o esaltazione del suo talento eccetera
eccetera”...non ti i ricordi già più?
­ Ah. Però vuol dire che se faccio, non so, un disegno veloce, a
penna, qui su questo foglio faccio arte?
Proprio qui mi ha detto che mi dava insufficiente, perchè non
avevo saputo rispondere alla sua domanda.
E chi lo dice, adesso, a casa, che ho preso insufficiente in arte?

24
C'era una volta... Fiabe e racconti

di Caterina Bruni

Tanto tempo fa, nello sconosciuto regno incantato, Cenerentola e la sua migliore amica Bella
Addormentata stavano facendo una passeggiata nel bosco alla ricerca di funghi, frutti selvatici e
fiori rari ed ognuna teneva in mano il proprio cestino. Erano arrivate dove il bosco si fa più fitto,
quando ad un tratto la furba Cappuccetto Rosso salto' fuori da un cespuglio, rubando il cestino a
Cenerentola.
Cappuccetto infatti doveva
portare del cibo alla nonna
che era malata, ma il cestino
pieno di leccornie che le
aveva dato la mamma glielo
avevano mangiato quattro
dispettosi lupacchiotti.
Cenerentola e La Bella
Addormentata si misero a
chiamare aiuto, subito giunsero i loro prodi cavalieri che dopo aver ascoltato l'accaduto, si misero
a rincorrere Cappuccetto che però era ormai lontana. Cappuccetto convinta di aver seminato i
cavalieri si sdraiò stanca sotto un albero e si addormentò profondamente.
Nel mentre, di lì passarono tre curiosi porcellini che affamati, cercavano
cibo e quando videro Cappuccetto Rosso che dormiva accanto al cestino
con il goloso contenuto, si misero a mangiare così rumorosamente che
Cappuccetto si svegliò all'improvviso sorprendendo i porcellini.
Cappuccetto era arrabbiata, ma proprio un quell'attimo giunsero i cavalieri
in groppa ai loro possenti cavalli e con aria di sfida
fissarono Cappuccetto che a sua volta fissò i
porcellini. Poi in un momento di distrazione, i furbi
porcellini se la filarono a gambe levate, Cappuccetto li seguì e infine anche i
cavalieri si misero a correre dietro a Cappuccetto. Corsero e corsero fino a
che, stanchi morti, si fermarono in una radura dove si trovava la casetta dei
sette nani. Bussarono alla porta, la bella Biancaneve
aprì e, vedendoli sfiniti, li accolse con una buona
tazza di the facendosi raccontare l'accaduto, poi mentre i personaggi
facevano un pisolino, a Biancaneve venne un'idea. Fece una telefonata alle
sue amiche principesse e disse loro di raggiungerla il prima possibile, poi
mandò alcuni animali a chiamare i nanetti che in quel momento stavano
lavorando nella miniera dei diamanti e infine svegliò i cavalieri,
Cappuccetto e i porcellini.
In seguito chiese al porcellino più intelligente di progettare il più grande e
resistente edificio di tutto il regno fantastico, il porcellino allora cominciò a progettare il grande
castello mentre a poco a poco arrivavano le belle principesse e i piccoli nanetti.

25
C'era una volta... Fiabe e racconti

Poco dopo l’intelligente porcellino finì di completare il progetto del grande edificio e tutti assieme
si misero a prendere il materiale e a costruire il castello che avrebbe ospitato tutti i personaggi
delle fiabe.
I nanetti presero le pietre per costruire e i diamanti per decorare, i cavalieri andarono a prendere
il legname mentre le principesse e Cappuccetto Rosso assemblavano i pezzi portati dagli altri
personaggi.
Dopo qualche ora il lavoro era terminato e tutti insieme si fermarono ad ammirare il capolavoro
fatto unendo le forze. Poi arrivò la nonna di Cappuccetto che nel frattempo si era ripresa e aveva
preparato dei buonissimi pasticcini al cioccolato. Con queste leccornie l’intera compagnia
festeggiò la riuscita del grande castello e da quel giorno i personaggi delle fiabe vissero in
quell’edificio per sempre felici e contenti.

­ Guarda un pò che schifezza ha fatto tuo figlio!

Vignetta offerta dalla classe III D: a un disegno di Botter è stata cambiata la battuta...

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C'era una volta... Fiabe e racconti

di Sofia Dalpiaz

C’era una volta una reggia color ocra che si stagliava sulle impervie vette dei monti alpini: Roccadocra.
Qui vi abitavano re Caspian II e la regina Anna che aveva due figli della stessa età: David, biondo con
occhi verdi, simpatico e allegro, anche se geloso del fratello, ed Eric, spiritoso e appassionato di
volatili, che aveva capelli corvini e occhi azzurri. Quest’ultimo era stato trovato quando era ancora in
fasce, in un nido d’aquila del giardino del re e quindi la famiglia reale aveva deciso di adottarlo.
Nel regno di Roccadocra regnava la pace: tutti avevano un lavoro, non c’erano schiavi e nemmeno
differenze fra le classi sociali, perché il re estraeva oro dalle miniere, così il popolo non doveva pagare
le tasse.
Ma un giorno l’oro finì e da quel momento gli abitanti iniziarono ad estrarre solo normali pietre grigie.
Allora il re chiamò i suoi figli e disse loro: “Come ben sapete non c’è più oro nelle miniere e il nostro
popolo, non abituato a pagare le tasse è caduto in una profonda disperazione”. Fece una pausa e poi
continuò: “Ho mandato un telegramma al re del Paese vicino, un mio caro amico, e lui è d’accordo”
un’altra pausa. “Padre arriva al punto!” intervenne David. Allora lui continuò: “Sapete, non mi piace
obbligarvi...però uno di voi deve sposarsi con la principessa Isabel, futura regina del reame vicino,
anch’ella in età da marito” poi si sedette sul tavolo, sfinito. I principi in realtà erano felici di poterla
sposare anche perché Isabel era
nota per la sua bellezza.
Il giorno seguente i due principi si
presentarono al cospetto della
principessa Isabel, nella sala del
trono dove era riunita tutta la sua
famiglia. Appena la videro
rimasero incantati dalla sua
bellezza: aveva occhi azzurri e
limpidi come l’acqua di sorgente,
capelli castano chiaro e lunghi che
le cadevano morbidi sulle spalle, la
pelle candida, bianca come la neve e aveva un' aria dolce.
Per decidere chi sposare, lei aveva deciso di farli sfidare in tre prove: una scalata, una corsa a ostacoli
e un duello di scherma. Durante le prove ci sarebbero stati sua madre, il mago di corte che con la sfera
di cristallo sorvegliava le prove e la principessa.
La prima gara si svolgeva su una parete retta con appigli molto appuntiti e la vinse Eric. La corsa era
su una strada sterrata e stretta nel groviglio di alberi di un bosco in montagna intervallato di tanto in
tanto da frane, alberi, mucchi di terra...

27
C'era una volta... Fiabe e racconti

La prova iniziò, i due erano a pari passo quando un cinguettio disperato fece arrestare Eric: un uccello
stava cadendo dal nido. Lui corse per prenderlo al volo, si tolse la giacca e la allargò in modo che
l’uccello potesse caderci dentro, e funzionò. Ma in questo modo perse la sfida.
Alla fine di questa prova il mago, per ricompensare Eric della sua buona azione, gli donò una
spilla magica: nei momenti di pericolo gli sarebbe bastato sfiorarla e dire una formula da lui
inventata. Eric rimase sorpreso e osservò attentamente il premio ricevuto: la struttura era in
filigrana decorata con un bassorilievo d’edera, al centro era incastonata una pietra trasparente.
David si arrabbiò molto per il dono del mago a suo fratello, secondo lui se lo meritava più lui,
perché non si era distratto e aveva continuato la sfida per la principessa!
Allora la regina lo chiamò, gli diede una pozione e gli disse: “Ti premierò io, questa pozione fa
diventare forti e muscolosi ma gli effetti si mostreranno solo dodici ore dopo averla bevuta.” Lui la
bevve. In verità quell’intruglio faceva sì diventare muscolosi ma faceva anche scaturire la voglia di
uccidere Eric. La regina glielo diede perché non voleva assolutamente che vincesse Eric; in quel
caso sua figlia si sarebbe sposata con un giovane di normale sangue rosso.
Il giorno successivo si tenne la terza sfida. David si sentì subito più forte e infatti si notava che i
suoi muscoli erano più pesanti. Inizialmente Eric andò subito in vantaggio, muoveva la spada così
velocemente che era difficile vederla ma anche David non se la cavava male, rispondeva e schivava
senza fare fatica. Trascorse così un’ora e nessuno voleva arrendersi quando David, come accecato
da un’ira misteriosa ma in realtà sotto l’effetto della pozione, corse alla parete più vicina, staccò
una sciabola e la sguainò contro Eric. Lui indietreggiò fino a toccare il muro, poi si ricordò della
spilla e gridò: “Oh, spilla di diamante
risolvi la situazione in un istante!” Si
sprigionò così un fascio di luce che
avvolse David, facendo svanire della
pozione e rimettendo la sciabola a
posto.
Poi Eric toccò David con la spada di
scherma e vinse la sfida.
All’improvviso David ricordò tutto, di
come la regina si era presa gioco di
lui e disse: “La regina mi ha dato una
pozione per questo ho aggredito Eric!” lei negò ma il mago intervenne: “Mia regina io vi rispetto
ma avete commesso un grande errore, per cui non può non esservi data una severa punizione!” e
tutti furono d’accordo con il mago. Allora la regina cercando di giustificarsi disse:” Io volevo solo
che mia figlia si sposasse con un principe di sangue blu!”
Ma nessun volle ascoltare la sue perfide ragioni così la sua punizione fu quella di diventare
schiava, ma lei si rifiutò dicendo: “preferisco l’esilio!” così se ne andò per sempre dal Paese.
Il giorno dopo Eric e Isabel si sposarono, le faccende economiche del regno furono sistemate, e
vissero per sempre contenti e felici.

28
di Alocin Niuz

D’estate, in quei lunghi pomeriggi assolati, quando


fa troppo caldo per giocare a pallone, mi piace
andare a fare il bagno al fiume. Conosco un posto
perfetto, dove il fiume rallenta e forma una
bellissima ansa che pare una piscina. L’acqua è
sempre fresca e pulita e il piccolo prato lì accanto
sembra fatto apposta per stendersi al sole ad
asciugarsi. C’è anche una roccia sporgente, da cui è
divertente tuffarsi. Soltanto noi ragazzi del paese
conosciamo quel posto segreto, così non c’è mai
troppa calca, ma c’è sempre qualche amico per stare
in compagnia.
Quel giorno d’agosto, però, in fondo il ripido
sentiero che porta al nostro posto segreto, non
trovai nessuno dei miei amici («saranno tutti partiti
per il mare», pensai): c’era invece soltanto uno
strano signore che non avevo mai visto in giro e che
quasi mi spaventò (la mamma mi dice sempre di
non fidarmi degli sconosciuti!). Sembrava un tipo
molto distinto, con la barba bianca e piuttosto
lunga, abbronzato. Aveva addosso un grande
asciugamano bianco e stava leggendo un libro
seduto su un tronco, all’ombra.
«Buongiorno signore». Lo salutai.
«Buongiorno a te, ragazzo». Mi rispose gentile. Come ti chiami?
«Filippo».
Sulle prime rimasi perplesso. Stavo per rispondergli «mi creda, io e i miei amici veniamo qui da
anni, per tutta l’estate…». Ma poi decisi di non dire nulla. Mi tolsi in fretta la maglietta e le scarpe,
mi arrampicai sulla roccia dei tuffi e… Splaaasch! Entrai nel fiume a bomba, schizzando
dappertutto e bagnando con una certa soddisfazione anche il telo di quel presuntuoso signore.
Riemergendo in superficie sputai un lungo zampillo e gridai: «Uno!»
«Che luogo incantevole è questo!» Esclamò guardandosi intorno.
«Oh sì. E’ certamente uno dei posti più belli del mondo. Noi ci veniamo sempre a fare il bagno».
«Vorresti farmi credere che hai già fatto il bagno in questo fiume?» mi chiese lui curioso.
«Almeno mille volte!» Risposi io pieno d’orgoglio.

29
«Questo è impossibile!» Ribatté lui con piglio sicuro.
E poi, agitando l’indice davanti a me aggiunse: «Ricordati:
nessuno può fare il bagno due volte nello stesso fiume».
Poi nuotai fino a riva. Uscii dall’acqua. Corsi sul prato fino
alla roccia dei tuffi e di nuovo mi lanciai nel fiume, questa
volta di testa. Con due ampie bracciate arrivai fino al centro
dell’ansa e poi mi girai per urlare a squarciagola: «E Due!».
«Ha visto, signore?» gli domandai spavaldo, andando a
sedermi vicino a lui. «Ha visto, signore? Ho appena fatto il
bagno due volte nello stesso fiume».
«Ne sei sicuro?»
«Beh… è evidente».
«Come descriveresti questo fiume?» mi chiese.
«Uhm… come tutti i fiumi: è acqua! Un fiume è tanta
acqua».
«Il fiume dunque, è l’acqua?»
«Certo ­ insistei ­ acqua che passa in mezzo a due rive.
«Interessante! Acqua che passa» ripetè pensoso. «E da dove
viene? E dove va? E da quanto tempo passa? E smette mai
di passare?».
Avevo sempre più l’impressione di parlare con un pazzo. Ma
risposi ugualmente, tutto d’un fiato: «Viene dalla
montagna, va verso il mare e non smette mai. Scorre da
sempre, per quanto ne so».
«Se così fosse» riprese quel signore «se l’acqua sempre
passa e scorre, l’acqua in cui ti sei tuffato la seconda volta
non può essere la stessa del primo bagno, giusto?»
«Questo è vero» ammisi io di malavoglia.
«Ma allora, se il fiume è l’acqua e l’acqua del primo bagno non è la stessa del secondo bagno…
significa che non hai fatto il bagno due volte nello stesso fiume».
Rimasi in silenzio, pensando a cosa rispondere, ma non mi veniva in mente nulla da dire.
«D’accordo, l’acqua è cambiata, ma il fiume è lo stesso. E’ lo stesso fiume di sempre».
«Vero!» disse lui, togliendomi per un attimo da quella imbarazzante situazione. Ma poi aggiunse:
«allora dovremmo concludere che l’unico modo di essere sempre lo stesso fiume è non essere mai
lo stesso fiume».
Nel frattempo cominciò a raccogliere le sue cose: si rimise i sandali, infilò il libro nella bisaccia e
prese in mano il bastone con cui si aiutava a camminare.
«Ricordati: non è soltanto il fiume» mi disse sorridendo. «Tutto scorre, caro Filippo».
«Come… tutto?" chiesi io. «cosa vuol dire?»
«Pensaci bene. Anche tu ed io scorriamo. Siamo sempre gli stessi, ma non siamo più gli stessi di
prima, siamo cambiati: tu ora conosci il fiume come non l’avevi mai conosciuto in tanti anni ed io,
che sono arrivato qui triste e stanco, riparto pieno del piacere di aver conosciuto un ragazzo in
gamba come te».
«Come si chiama, signore?» gli chiesi, mentre si addentrava nella boscaglia.
«Eraclito».

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Passatempi, giochi e tempo libero

di Isabella Scarabello

“Non vado in cerca di guai, di solito sono i guai che trovano me” questo dice il giovane Harry
Potter sempre impegnato in una battaglia o missione.
Il libro di cui stiamo parlando è “IL PRIGIONIERO
DI AZKABAN” cioè il terzo di una lunga serie.
Per chi non sapesse chi è, Harry è un giovane mago che,
tempo prima, perse i suoi genitori per colpa di Lord
Voldemort, un vecchio studente della scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts. Dopo l'accaduto Harry fu portato
da Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, dai suoi zii e da lì
iniziarono le sue avventure.
Nel libro succederanno molte cose: Harry farà nuovi
incontri, scoprirà una cosa che non avrebbe mai avuto
sapere, si imbucherà a Mielandia dove assaggerà i suoi
buonissimi dolci di cui aveva tanto sentito parlare e farà
gonfiare la zia! Chissà, riusciranno a tirarla giù? Questo lo
lascio scoprire a voi.
I libri di Harry Potter sono usciti tra il 1996 e il 2007 dalla
casa editrice J.K. Rowling, che fu proprio il libro ufficiale, cioè quello in inglese.
Dopo qualche anno uscirono anche quelli in italiano, da un altra casa editrice, la Salani Editore.
I libri si intitolano:
1. Harry Potter e la pietra filosofale
2. Harry Potter e la camera dei segreti
3. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
4. Harry Potter e l' ordine della Fenice
5. Harry Potter e il principe Mezzo sangue
6. I doni della morte capitolo 1°
7. I doni della morte capitolo 2°.

Adesso lascio a voi l'onore di scoprire quante cose belle, strane e divertenti ci sono in questi libri.
Spero di avervi messo almeno un po' di curiosità e...
BUONA LETTURA!!!

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Passatempi, giochi e tempo libero

di Valeria Seppi

Ho letto dei libri questa estate e mi ha rilassato molto; un libro può trasmettere tante cose.
Per esempio per me leggere è molto più che alla fine di un libro dire se mi è piaciuto, perché
leggere mi catapulta in un altro mondo, dalle radure incantate a una guerra spaziale…
perciò vi do dei consigli su quale potrebbe essere la vostra nuova avventura!

Diario di una schiappa… praticamente un classico della letteratura giovanile scritto dal mitico
Jeff Kinney…
Ce ne sono di “Diari” oggi vi parlo del
Diario di una Schiappa ­ Una vacanza da panico:
Fa freddo…è arrivato l’inverno e Greg ha i programmi ben chiari
stare al caldo e non muovere un muscolo per tutta la stagione,
peccato che Greg non abbia pensato ai suoi genitori …loro avevano
tutt’altri programmi. Per l’inverno avrebbero passato una vacanza
su un isola …bello ma se si fa parte della famiglia di Greg basta
finire dalla parte sbagliata dell’isola per trasformare una vacanza da
sogno in una da PANICO!!!

Fairy Oak scritto dalla genia indiscussa Elisabetta Gnone …anche


qui è una collana però questo è il primo della serie ovvero Il segreto
delle gemelle
La storia è ambientata nel villaggio di Fairy Oak, nella valle di
Verdepiano, dove convivono pacificamente umani privi di poteri detti Nonmagici, maghi e
streghe, distinti in Magici della Luce e Magici del Buio, e fate.
La storia è narrata in prima persona da Felì ( Felì è il
soprannome della fata ma in realtà il suo nome è
Sefeliceiosaròdirvelovorrò), la fata­tata delle protagoniste
Vaniglia e Pervinca Periwinkle.
A Fairy Oak nascono, a dodici ore di distanza l'una dall'altra,
Pervinca e Vaniglia Periwinkle. Pur identiche nell'aspetto, le
due bambine sono molto diverse caratterialmente: Pervinca,
soprannominata Vì, è coraggiosa, ribelle e con note di dolcezza,
mentre Vaniglia, soprannominata Babù, è gentile, dolce Ma
coraggiosa e testarda. Inoltre, le gemelle hanno anche poteri
contrastanti: Pervinca è un Magico del Buio, mentre Vaniglia
un Magico della Luce, e insieme rappresentano l'Equilibrio. Per
questo motivo, intorno al decimo anno delle gemelle, il
Terribile signore del buio, un antico nemico del villaggio, attacca Fairy Oak cercando di
separare le gemelle per far trionfare il Buio sulla Luce.

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Parentesi. Arte!

La mia zattera della Medusa: osservando ed analizzando "La zattera della Medusa" di
Theodore Gericault, emblema del Romanticismo, e successivamente l'interpretazione di essa
fatta da Bansky con uno stencil sul muro di un edificio di Calais, abbiamo tentato di dare anche
noi una nostra libera interpretazione allo sfondo della zattera della Medusa, proponendo
graficamente le nostre riflessioni, suggestioni, emozioni.

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Passatempi, giochi e tempo libero

Il cubo di Rubik: un famoso rompicapo che alcune persone odiano per essere troppo complicato.
Il cubo di Rubik è un rompicapo livello 10 su 10 nella scala dei rompicapi; la maggior parte delle
persone non riesce a risolverlo mentre altri ci fanno le gare e lo risolvono in meno di 5 secondi!
Anche se molto complicato, molti streamer su youtube spiegano varie alternative per risolverlo;
questi metodi però vanno visti e rivisti più volte e soprattutto bisogna capire gli algoritmi e
riuscire a metterli in pratica.
Ora vi racconterò la storia del cubo più famoso del mondo, alcune curiosità e come io stesso ho
imparato a risolverlo.

Un pò di storia
Il cubo di rubik fu inventato a metà degli anni 70’: Ernò rubik lavorava al dipartimento di Interior
Design della “Mohly­Nagy University of art and design” a Budapest. Nonostante la nota versione
secondo cui Rubik avrebbe costruito il cubo come uno strumento didattico per insegnare ai suoi
studenti a comprendere gli oggetti 3D, il suo vero obiettivo era di risolvere il problema strutturale
di muovere le singole parti in modo indipendente, senza far crollare l’intero meccanismo.
Non si rese conto di aver creato un rompicapo finchè non
mescolò per la prima volta il cubo e cercò di ricomporlo. Il cubo
originale era lievemente diverso da quello odierno: era
monocolore, di legno e con gli angoli smussati; all’inizio si
diffuse solo tra i matematici ungheresi, interessati ai problemi
statistici e teorici che il cubo poneva. Rubik ottenne il brevetto
ungherese per il suo “magic cube” nel 1975, dopo aver apportato
le modifiche che lo avrebbero portato ad essere tale e quale al
puzzle moderno.

Velocità! Competizioni di speedcubing


Lo speedcubing (o speedsolving) è la pratica di provare a
risolvere il cubo di Rubik nel minor tempo possibile. Ci sono un
gran numero di competizioni di speedcubing che si svolgono
ogni anno in tutto il mondo; il campione al momento è il
22enne australiano Feliks Zemdegs con il suo tempo di 4,22
secondi. Il primo italiano che si trova nella classifica mondiale è
I primi prototipi del cubo Sebastiano Tronto, che in 16 secondi è riuscito a risolvere il
cubo nel minor numero di mosse possibili.
Ci sono anche gare in cui bisogna risolvere il rompicapo con i piedi, o bendati!

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Passatempi, giochi e tempo libero

La sua struttura
Spero proprio che sappiate com’è fatto il cubo di cui stiamo parlando... in ogni caso, ve lo
spiegherò io adesso: dato che il rompicapo è un cubo ha, ovviamente, sei facce: ognuna composta
da nove cubetti più piccoli; in una i cubetti hanno la faccia visibile di colore bianco, nel quadratino
al centro è spesso presente il logo della marca produttrice. Le altre facce sono: una arancione, una
verde, un rossa, una blu e una gialla. Solitamente, il bianco è opposto al giallo, il rosso
all'arancione, e il verde al blu. Attraverso un meccanismo interno i colori delle facce si possono
scombinare: la sfida è quella di riuscire, dopo aver mescolato il tutto, a ricomporre tutte le facce,
ognuna completa con il suo colore.

Io e il cubo
Io ho imparato a risolvere il cubo 2 anni fa: il mio primo cubo è
stato quello di mio papà. Imparai a risolvere solo una faccia; l’unico
problema era che il cubo era vecchissimo: più o meno degli anni 80’
perciò ruotare anche solo una parte era difficile. Il giorno dopo lo
portai con me ed iniziai a giocarci. Un altro ragazzo portò il suo e ci
sfidavamo in una piccola casa di legno nel cortile di un giardino;
metà delle persone veniva a vederci “combattere” e chi non ci stava
nella casetta guardava dalle finestre. E’ andato tutto avanti così per
circa 3 giorni; poi, un’animatrice ci ha chiesto di prendere i cubi:
dopo qualche minuto li aveva risolti entrambi e da lì ho voluto
imparare anch’io, a risolverlo completamente. Ho guardato un
video su youtube e su un foglio ho scritto tutti gli algoritmi. Ho
continuato a usare il foglio finché non ho imparato a risolverlo a
memoria, dopo circa due settimane. Restituii il cubo a mio papà,
che me ne comprò uno nuovo; oggi uso il GAN 356 R. Il mio record è di circa 21 secondi.

Una curiosità: La macchina risolvi­cubo di Lego!


La macchina che risolve il cubo di Rubik fatta
interamente di Lego: una genialata. Nel Web ci
sono molte persone che costruiscono macchine­
risolutrici. Una delle più “semplici” ci mette circa 5
minuti a risolvere completare il cubo: consiste in
una base che può ruotare, delle “braccia” che
prendono e ruotano il cubo e di una parte
elettronica, la sola non di Lego; la sua funzione è
quella di scansionare i colori del cubo e trasmettere i
dati a un piccolo computer che elabora gli algoritmi
e manda gli impulsi alle braccia. Il set si può
acquistare e si chiama "Mindstorm".

Potete vederlo in azione qui: Buon divertimento!

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Passatempi, giochi e tempo libero

di Dimitri Springhetti

Il basket nasce a Springfield nel 1891, grazie all'idea di James Naismit, medico ed insegnante di
educazione fisica canadese che, scocciato dai suoi alunni, lancia una palla di gomma in un cilindro
di ferro.
La prima partita di basket fu giocata nel 5/10/1889 a Chicago.
Le differenze fra il basket odierno e il basket di un secolo e mezzo fa sono molte.

LO SCOPO
Lo scopo di ognuna delle due squadre è quello di realizzare punti facendo passare la palla
nell’anello del canestro avversario e di impedire ai giocatori dell'altra squadra di fare altrettanto.
Ogni azione dura soli 24 secondi.
Si dice che “l’attacco vende I biglietti, la diffesa vince le partite”.

IL CONTEGGIO DEI PUNTI


un canesro può valere da 1 a 3 punti a seconda della
distanza dal canestro e dalle circostanze del gioco. Gli
arbitri valutano il valore dei punti con i seguenti criteri.
­1 punto: quando c’è stato un fallo e ci sono dei tiri liberi
(a cronometro fermo dalla “lunetta”)
­2 punti: nella maggior parte dei casi quando si tira all’
interno della linea dei 6,75 m
­3 punti: quando si tira all’esterno della linea dei 6,65
m. (Questa regola esiste solo dal 1967,
nell’ ABA )

IL CAMPO
Il campo è generalmente rivestito in legno. Le misure regolamentari sono di 28 metri per 15, a
metà dei lati corti sono montati i canestri (altezza di 305 cm nel campionato italiano) il cui centro
si trova a 1,575 metri dal fondo. Le linee che delimitano il campo e le aree all'interno di esso
hanno uno spessore di 5 centimetri. Nella pallacanestro le linee perimetrali non fanno parte
dell'area di gioco.
Il terreno di gioco è diviso a metà da una linea, al cui centro vi è un cerchio del raggio di 1,80
metri. All'inizio della gara solo i due giocatori che si contendono il pallone alzato dall'arbitro
possono entrare in questo cerchio.
La linea dei tre punti dista alla base 90 centimetri dalla linea laterale, poi disegna un arco che
rimane a 6.75 metri dal canestro.

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Passatempi, giochi e tempo libero

Nella pallacanestro, l'area dei tre secondi, o pitturato (in quanto è colorata in modo diverso dal
resto del campo per poter essere ben visibile), è una delimitata zona del campo di forma
rettangolare. Ve ne sono obbligatoriamente due, sotto i due canestri.

I GIOCATORI
I giocatori in campo cono cinque. A seconda del modo in cui gioca un giocatore può essere
classificato secondo le seguenti categorie, anche se nel basket moderno un giocatore deve riuscire
spesso ad eseguire più ruoli.
1) il playmaker: solitamente è il più basso, ha una maggiore lettura del gioco.
2) la guardia tiratrice: piuttosto alto, è un esterno che ha anche capacità di penetrazione.
3) L'ala piccola: è a metà tra un esterno e un interno quindi deve essere capace di tirare da fuori e
anche da vicino.
4) L'ala grande: vicino al centro, come l’ ala piccola ma gioca più vicino al canestro.
5) Il centro o pivot: generalmente è il più alto, è il perno della squadra e gioca sotto canestro.

­ Te l'avevo detto, che era meglio se stavi ferma...

Vignetta offerta dalla classe III D: a un disegno di Botter è stata cambiata la battuta...

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Passatempi, giochi e tempo libero

Gli alunni dei gruppi sportivi salgono in testa alla classifica


FONDO: LO SPORT PRENDE IL VOLO
di Maglio Massimo e Luca David Agostin

Da 9 anni i Gladiatori Nero­Gialli di Fondo raggiungono sempre l’ultimo posto, ma quest’anno


sono pronti a vincere.

“Passa ca palla!­­Passa ca palla!” e Massimo vola in porta per segnare il gol decisivo. Siamo nella
palestra dell’I.C. di Fondo dove una trentina di ragazzi di tante classi diverse della scuola media si
sfidano l’un l’altro, nella speranza di essere convocati per le partite contro altre scuole della Valle
di Non.
Ma che cosa lo ha spinto a rimanere a scuola oltre l’orario scolastico obbligatorio? Fin dalla prima
media Massimo ha partecipato ad allenamenti di calcio, pallavolo, pallamano e atletica.
“Volevo prima di tutto migliorare le mie capacità” dice “e fare anche qualcosa per la scuola”.
E’ la stessa cosa che ha pensato…
Le attività sportive extra scolastiche si tengono a Fondo, come in molte altre scuole dell’Alta Valle,
da 10 anni. Tutti gli alunni che lo desiderano si possono fermare in palestra alla fine delle lezioni
pomeridiane obbligatorie per
provare nuovi sport e
impararne le regole. Alla fine
di ogni corso di prova, gli
insegnanti selezionano dei
ragazzi che si confronteranno
con altre squadre del
territorio.

Ma come avviene la selezione?


Le professoresse di ginnastica, Rosati e Ravelli, in un’intervista ci informano che per essere
convocati si deve, per primo, partecipare ai gruppi sportivi, poi la selezione avviene in base
all’impegno sia in classe sia nei gruppi sportivi e per ultimo in base al comportamento generale,
cioè anche al di fuori dei gruppi sportivi.
Inoltre per partecipare a tutte le attività bisogna presentare un certificato medico aggiornato.
Tutti gli insegnanti ricordano che la partecipazione a queste attività, il comportamento e i risultati
ottenuti sono elementi di cui si tiene conto per la valutazione finale. Alcuni alunni si augurano
che futuro vengano aggiunte nuove attività come unihockey o tennis. Gli insegnanti ci spiegano
che alcuni sport come unihockey non si possono svolgere perché non esiste il torneo delle scuole a
cui si potrebbe partecipare. Per le persone che vorrebbero partecipare, il corso di tennis è già
istituito.
Il 27.11 la squadra che ha rappresentato Fondo ai tornei di pallamano ha vinto in finale con uno
schiacciante 8­4: complimenti ai giocatori e agli allenatori!

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Passatempi, giochi e tempo libero

K­POP MANIA! di Francesca Paolazzi


Ciao a tutti! Oggi parleremo delle band più conosciute del K­pop
CHI SONO BTS, BLACKPINK E IKON?
Prima di tutto... che cos' è il k­pop? Si tratta di un modo veloce e fichissimo per dire Korean
Pop.
I BTS sono un gruppo formato da sette ragazzi che si chiamano: Jung­Kook, V, Suga, Jin,
Park Ji­min, J­hope e Rap Monster.
Che vuol dire BTS ?
La sigla BTS sta per Beyond The Scene, anche se prima stava per “Bangtan Sonyeondan” (in
cinese Bangtan Boys=“ragazzi a prova di proiettile”) da cui,
attraverso un gioco di parole, deriva il nome del loro
fandom: ARMY (letteralmente army significa esercito, ma
army è anche l'acronimo di “Adorable Representative MC
for Youth”)
E i loro album?
Gli album che hanno fatto sono esattamente 11. Il primo si
chiama “DARK AND WILD”;
l' ultimo si chiama “LOVE YOUR SELF”.
Sapete qual è stata la loro prima canzone?
I BTS Hanno debuttato il 13 giugno 2013 con la canzone
“No More Dream” dall'album singolo 2
Cool 4 Skool con il quale hanno vinto numerosi premi come
nuovi artisti dell'anno; l’ultimo
album invece si chiama “love yourself” con la nuova canzone “all night”.

CHI SONO LE BLACKPINK?


Le blackpink sono un gruppo formato da cinque ragazze
che si chiamano: Lisa, Rosè, Jennie Kim e Jisoo.
Per poco tempo, quando ancora non erano sotto i grandi
riflettori e le telecamere, le ragazze venivano chiamate
Pinkpunk e ora Rosè ammette sui social che e
decisamente meglio il nome BLΛƆKPIИK :)
RAGAZZE, AVETE MAI SENTITO PARLARE DEGLI iKON? CHE FOOOORTI!
Gli iKON, invece, sono un gruppo formato da sette ragazzi che si chiamano: Jinhwan, Yunhyeong,
Bobby, B.I, Donghyuk, Junhoe e Chanwoo. Ultimamente sonop finiti sulle prime pagine dei
giornali perchè il loro leader, B.I, è stato accusato di aver assunto droghe e per questo è uscito dal
gruppo. Il 31 Luglio 2019 gli iKON si sono esibiti per la prima volta in Giappone senza B.I, tra le
lacrime di alcune fans ancora incredule per l'accaduto.

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ODD ONE OUT IID

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