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Due matrici A, B ∈ Mn (K) si dicono simili, se esiste C ∈ GLn (K) tale che B = C −1 AC.
Osservazione 0.1. Matrici simili hanno lo stesso determinante.
Il prossimo risultato mostra che matrici associate ad un endomorfismo sono simili.
Proposizione 0.2. Sia V un K–spazio vettoriale tale che dim(V ) = n, siano E =
{e1 , . . . , en }, F = {f1 , . . . , fn } due basi di V e sia F : V −→ V un endomorfismo. Se
M è la matrice di passaggio da E ad F, AE,E è la matrice associata ad F rispetto alla base
E e AF ,F è la matrice associata ad F rispetto alla base F, allora AF ,F = M −1 AE,E M
Proof. Sia v ∈ V . Allora esistono (e sono uniche) le n–uple (x1 , . . . , xn ), (y1 , . . . , yn ) ∈ Kn
tali che v = x1 e1 + . . . + xn en = y1 f1 + . . . + yn fn . Inoltre
x1 y1 y1 x1
x2 y2 y2 x2
.. = M .. , .. = M −1 .. .
. . . .
xn yn yn xn
Poichè F (v) ∈ V , allora esistono (e sono uniche) le n–uple (x01 , . . . , x0n ), (y10 , . . . , yn0 ) ∈ Kn
tali che F (v) = x01 e1 + . . . + x0n en = y10 f1 + . . . + yn0 fn . Inoltre
x01 y10 y10 x01
x0 y0 y0 x0
2 2 2 −1 2
.. = M .. , .. = M .. .
. . . .
0 0 0
xn yn yn x0n
Dalla Proposizione ?? si ha che
y10 x01 x1 y1
y0 x0 x2 y2
2 −1 2 −1 −1
.. = M .. = M AE,E = M AE,E M .
.. ..
. . . .
0 0
yn xn xn yn
(0, 0, 1) = 0e1 + 0e2 + 1e3 , (0, 1, 1) = 0e1 + 1e2 + 1e3 , (1, 1, 1) = 1e1 + 1e2 + 1e3 ,
1
0 0 1
M = 0 1 1 .
1 1 1
Mentre la matrice di passaggio da B 0 a B risulta
0 −1 1
M −1 = −1 1 0 .
1 0 0
Infatti
F (v1 ) = (0, −1, 4) = 5v1 −1v2 +0v3 , F (v2 ) = (1, 0, 6) = 6v1 −1v2 +1v3 , F (v3 ) = 6v1 −3v2 +3v3 .
Se questo accade, allora E è detta base diagonalizzante per F . Analogamente, una matrice
A ∈ Mn (K) si dice diagonalizzabile se è simile ad una matrice diagonale.
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Proof. Siano λ, µ ∈ K autovalori relativi all’autovettore v. Allora F (v) = λv = µv e
quindi (λ − µ)v = 0. Poichè v 6= 0, si ha che λ − µ = 0 e pertanto λ = µ.
Sia Vλ (F ) = {0 6= v ∈ V | F (λv) = λv} l’insieme degli autovettori di F relativi
all’autovalore λ ∈ K. Il prossimo risultato mostra che Vλ (F ) ∪ {0} è un sottospazio
vettoriale di V .
Proposizione 0.7. Vλ (F ) ∪ {0} è un sottospazio vettoriale di V .
Proof. Siano v1 , v2 ∈ V autovettori dell’endomorfismo F : V −→ V relativi allo stesso
autovalore λ e siano c1 , c2 ∈ K. Se c1 v1 +c2 v2 6= 0, allora il vettore c1 v1 +c2 v2 è ancora un
autovettore di F relativo all’autovalore λ. Infatti F (c1 v1 + c2 v2 ) = c1 F (v1 ) + c2 F (v2 ) =
c1 λv1 + c2 λv2 = λ(c1 v1 + c2 v2 ).
Vλ (F ) è detto autospazio relativo all’autovalore λ. Inoltre autovettori relativi ad auto-
valori distinti risultano linearmente indipendenti, come mostrato dal prossimo risultato.
Proposizione 0.8. Se λ1 , . . . , λn ∈ K sono a due a due distinti e v1 , . . . , vn ∈ V sono
autovettori relativi agli autovalori λ1 , . . . , λn , rispettivamente, allora v1 , . . . , vn sono lin-
earmente indipendenti.
Proof. Per induzione su n. Base d’induzione. Per n = 1, v1 è linearmente indipendente,
in quanto v1 6= 0.
Ipotesi d’induzione: la tesi è vera per n − 1.
Tesi d’induzione. Siano v1 , . . . , vn ∈ V autovettori relativi agli autovalori λ1 , . . . , λn ,
rispettivamente. Siano c1 , . . . , cn ∈ K tali che c1 v1 + . . . + cn vn = 0, allora
λ 1 c 1 v1 + . . . + λ 1 c n vn = λ 1 0 = 0 (0.1)
e
F (c1 v1 +. . .+cn vn ) = c1 F (v1 )+. . .+cn F (vn ) = c1 λ1 v1 +. . .+cn λn vn = F (0) = 0. (0.2)
Sottraendo la (0.1) dalla (0.2), si ha
c2 (λ2 − λ1 )v2 + . . . + cn (λn − λ1 )vn = 0.
Per ipotesi d’induzione v2 , . . . , vn sono linearmente indipendenti, quindi c2 (λ2 − λ1 ) =
. . . = cn (λn − λ1 ) = 0. Poichè λi − λ1 6= 0, per ogni i = 2, . . . , n, si ha che c2 = . . . =
cn = 0. Quindi otteniamo che c1 v1 = 0 e pertanto anche c1 = 0, essendo v1 6= 0, come
volevasi.
Sia A ∈ Mn (K) e sia X un’indeterminata. Il determinante della matrice A − XIn è
un polinomio di grado n, pA (X) = |A − XIn |, a coefficienti in K nell’indeterminata X,
detto polinomio caratteristico di A.
Sia F : V −→ V un endomorfismo, sia E una base di V e sia AE,E la matrice associata
ad F rispetto ad E. Allora pAE,E (X) è detto polinomio caratteristico di F e si denota con
pF (X). Il prossimo risultato mostra che il polinomio caratteristico di F non dipende dalla
base E.
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Lemma 0.9. Matrici simili hanno lo stesso polinomio caratteristico.
Proof. Siano A, B ∈ Mn (K) matrici simili. Esiste, pertanto, M ∈ GLn (K) tale che B =
M −1 AM . Allora B − XIn = M −1 AM − XIn = M −1 (A − XIn )M . Pertanto |B − XIn | =
|M −1 (A − XIn )M | = |M −1 ||A − XIn ||M | = |A − XIn |.
Proof. Sia B = {v1 , . . . , vn } una base di V e sia A la matrice associata ad F rispetto alla
base B. Si noti che un vettore 0 6= v = x1 v1 + . . . + xn vn ∈ V appartiene a Vλ ∪ {0} se
e solo se (x1 , . . . , xn ) ∈ Kn è soluzione non–banale del sistema omogeneo di n equazioni
nelle n incognite X = (X1 , . . . , Xn )t
(A − λIn ) X = 0.
Poichè det(A − λIn ) = 0, si ha che rg(A − λIn ) = r < n. Allora mg (λ) = dim(Vλ ∪ {0}) =
n − r ≥ 1.
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Sia d = mg (λ) e sia {e1 , . . . , ed } una base di Vλ ∪ {0}. Dal Teorema del completamento
ad una base esistono n − d vettori di V \ (Vλ ∪ {0}), ed+1 , . . . , en , tali che E = {e1 , . . . , en }
è una base di V . Se M è la matrice associata ad F rispetto alla base E, allora
λId B
M= ,
0 C
dove 0 ∈ Mn−d,d (K) è la matrice nulla, B ∈ Md,n−d (K) e C ∈ Mn−d (K). Allora il
polinomio caratteristico di F risulta
ii) per ogni autovalore la molteplicità geometrica coincide con la molteplicità algebrica.
Posto
si ha che
e1 + . . . + er = 0. (0.4)
Inoltre dalla Proposizione 0.7, si ha che ei ∈ Vλi ∪ {0}, mentre dalla Proposizione 0.8,
i vettori e1 , e2 , . . . , er sono linearmente indipendenti. Allora, da (0.4), necessariamente
e1 = e2 = . . . = er = 0. Infine, tenendo conto delle (0.3) e del fatto che i vettori di Bi ,
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1 ≤ i ≤ r, sono linearmente indipendenti, si ha che α1 = . . . = αm1 = β1 = . . . = βm2 =
γ1 = . . . = γmr = 0, come volevasi.
Viceversa, se F è diagonalizzabile e B è una base diagonalizzante per F , allora gli
n vettori di B sono autovettori di F . Inoltre, la matrice M ∈ Mn (K) associata ad F
rispetto a B è una matrice diagonale e gli elementi della diagonale principale di M sono
autovalori di F . Ne segue che la somma delle molteplicità geometriche degli autovalori di
F è maggiore o uguale ad n. D’altro canto, dalla Proposizione 0.12 e dall’Osservazione
0.11, si ha che la somma delle molteplicità geometriche degli autovalori di F è esattamente
n. Allora, necessariamente valgono le proprietà i) e ii).
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si consideri l’endomorfismo F : M2 (R) −→ M2 (R) definito da F (X) = XM − N X.
Mostreremo che F è diagonalizzabile e troveremo una base diagonalizzante per F . Se
x11 x12
X= ,
x21 x22
allora
2x11 + x12 x11 + 2x12
F (X) = .
x21 + x22 x21 + x22
La matrice associata ad F rispetto alla base canonica di M2 (R) è
2 1 0 0
1 2 0 0
A= 0 0 1 1 .
0 0 1 1
4 0 0
ammette le ∞ soluzioni (0, 0, t, −t) ∈ R , t ∈ R. Pertanto V0 (F ) = | t∈R =
t −t
0 0
. Allora mg (0) = dim(V0 (F )) = 1.
1 −1
Per l’autovalore 1 il sistema
X1 + X2 = 0
X1 + X2 = 0
X4 = 0
X3 = 0
t −t
ammette le ∞ soluzioni (t, −t, 0, 0) ∈ R4 , t ∈ R. Pertanto V1 (F ) = | t∈R =
0 0
1 −1
. Allora mg (1) = dim(V1 (F )) = 1.
0 0
Per l’autovalore 2 il sistema
X2 = 0
X1 = 0
−X 3 + X4 = 0
X3 − X4 = 0
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4 0 0
ammette le ∞ soluzioni (0, 0, t, t) ∈ R , t ∈ R. Pertanto V2 (F ) = | t∈R =
t t
0 0
. Allora mg (2) = dim(V2 (F )) = 1.
1 1
Per l’autovalore 3 il sistema
−X1 + X2 = 0
X1 − X2 = 0
−2X 3 + X4 = 0
X3 − 2X4 = 0
4 t t
ammette le ∞ soluzioni (t, t, 0, 0) ∈ R , t ∈ R. Pertanto V3 (F ) = | t∈R =
0 0
1 1
. Allora mg (3) = dim(V3 (F )) = 1.
0 0
Ne segue che una base di M2 (R) rispetto alla quale F ha una matrice diagonale è data
da
0 0 1 −1 0 0 1 1
, , , .
−1 1 0 0 1 1 0 0
La matrice associata ad F rispetto a tale base di M2 (R) è
0 0 0 0
0 1 0 0
D= 0 0
.
2 0
0 0 0 3