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La mia terra

Lettera mai scritta per una lontana parente per Maria Antonia
Quaglieri
avenida st. Miguel, 65 Caracas Venezuela

Carissima Antonia,
ti scrivo seduta sulla seggia di papà, te la ricordi?
Tanto ti piaceva che quando sei partuta quasi
quasi te la portavi appresso! Oggi è lunedì e
finalmente è finita tutta la baraonda. Ci sta il
compare Lucio, con tutta la famiglia, che
ripartono giovedì, Antonio, Giacomo e Rosina si
addormono da Concetta e tornano alla Francia
domenica a sera.
Ieri è stata 'na giornata assai longa e faticosa, ma
ringraziando tutti i santi è ite tutto bene, anzi
benissimo. Alla chiesa ci eravamo tutti noi i
parenti, tranne mamma e nonno che non ci
possono venire perché gli anziani, così dicono che
deve essere, se si vogliono tenere le lontane le
disgrazie dagli sposi. Il prete è parlato così bene
che a me mi è venuto tanto da chiagne.
Lucia stéva vestuta con la vèsta che io e Pasquale,
il sartore, cisiamo cuciuta. Non ti posso dice
come stéva bella, pareva una di quelle che si
vedeno sui giornali della domenica. Ettoruccio, lo
sposo, dentro a quella giacchetta che pareva
ancora più sìcco! I capiglie 'pomatati, le scarpe
lucide, che se l'era cagnàte alla Cona e un vento
di colonia che si senteva per tutta la chiesa. Dopo
la benedizione, siamo sciti per la via e datosi che
non pioveva, a pèt a pèt, siamo arrivati alla casa
di Ettoruccio, gli sposio davanti sotto braccio,
dietro noi e via via gli altri.
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Gli uagliùni facevano annanzi i arrete pé chiappà
qualche soldo i qualche caramella che gli uomini
ogni tanto tràvano.
Francesca è ammassato i maccheroni e Teresa è
preparato il sugo con la carne, il profumo si
sentiva già alla girata.
A mamma, Ettoruccio ci ha mandato una canestra
con tutto il pranzo completo.
Antonio ha appicciato il forno, già il forno per
cuocere il pane, la pizza dolce e qualche altro
dolcetto. Poi la mattina hanno infornato i polli
che avevano acciso venerdì.
I tavoli li hanno preparati dentro alla stalla
nuova, datosi che ancora le bestie non ci stanno.
La mamma di Ettoruccio ha fatto il brodo, e tanto
che c'è piaciuto a tutti quanti che non ci è
avanzata neanche una gliotta. Prima però ci siamo
mangiati il prosutto del porco che teneva due
anni. È uscito buono. Anche le oglive erano
saporite. Dopo il brodo ci siamo mangiati i
maccheroni al sugo, e appresso i polli con le
patane, la carne di vaccina abbotata con il battuto
e cotta nel sugo e poi i fagiolini. Per chi non si era
abbottato, Marcello ha cotto le partucce di
abbacchio, datosi che lo avevano acciso propio
per il matrimonio.
Ci stava pure la 'nzalata e la verdura, il vino
dell'anno passato è scorto e non ti posso dice chi è
che non stava bevùto. La pizza dolce l'è
acconciata Raffaele Vitale "glie napeletane"
assieme alla sora d'Ettoruccio, è c'è messo il
succhero bianco (glie naspre) e qualche
confettuccio. Poi, alla fine, dopo la frutta gli sposi
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hanno passato i confetti, che ne stavano sette ogni
sacchetto, e tutti quanti hanno lasciato la bustina
col penziero di soldi. A una certa ora il compare
Razzotto è cacciato l'organetto e s'hanno miss a
ballà tutti quanti, compresa Marietta la roscia, che
ci ha quasi 80 anni.
Se n'hann iti tutti quanti ch'era scuro, chi a pèt e
chi 'ncima alle spalle di un altro.
Domenica prossima attocca a noi preparare il
pranzo agli invitati e per fortuna ca ci aiutano le
femmine vicino (A) casa, perché sennó, con tutto
la fatìa che ci sta, noi sole non ce la potessimo
fare.
Noi tutti sempre ti pensiamo e il'chiagne si
spreca.
Gli spusi s'hann ite a durmì dent alla camera ando
s murett papà, che da allora non ci ha dormito
chiù nessuno.
Ti baciano e ti ringraziano proprio assai per la
rimessa che ci sei fatta.
Mamma sta sempre a pensà a te.
Scrivi che poi ti saccio a dice di più.

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