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Sociologia dei processi culturali - Salvatore Abbruzzese

Sociologia dei processi culturali e comunicativi (Università degli Studi di Trento)

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Introduzione alla sociologia dei processi culturali


Max Weber “Economia e società” (1922)

La sociologia è lo studio delle azioni sociali, delle dimensioni dell’agire che il soggetto attiva in un contesto storicamente e culturalmente definito tenendo
implicitamente o esplicitamente conto della reazione e della valutazione degli altri oppure scegliendo consapevolmente di ignorarla.
La società non è un concetto generalmente astratto bensì l’ambiente di cui fanno parte degli elementi concreti della società più prossima a noi. Il soggetto
sceglie e seleziona di tener conto o meno di aspetti differenti dei vari ambienti diversi che lo circondano e in ognuno di questi ci sono letture della realtà e
interpretazioni diverse. La società è quindi l’insieme di letture della realtà e di interpretazione di quest’ultima ed è l’insieme di tre elementi ai fini di
integrazione del singolo: linguaggio: dire “tizio” è diverso che dire “uomo”: descrivere è una lettura della realtà influenzata dalla cultura,
modelli di comportamento, norme e consuetudini
La cultura è invece una griglia interpretativa, un codice di lettura e di messa in ordine della realtà che ha una consistenza propria mentre la dimensione
morale è un vero e proprio orizzonte normativo all’interno di questa, e del quale il singolo deve tener conto. La cultura passa attraverso e produce:
rappresentazioni: modo grazie al quale la società vuole farsi vedere agli occhi esterni
Le credenze: il prendere per vero certe idee in assenza di certezze testimoniate alla presenza di una prova/ scelte in situazioni di razionalità limitata
valori condivisi: criteri di giudizio e valutazione della dignità di un’azione, criteri di orientamento che guidano l’individuo nelle sue decisioni (ex.
l’importante per me è la qualità dello studio o la velocità nel conseguire il titolo?), arte, conoscenza tecnica, etc.
Il processo culturale è l’affermazione, il consolidamento e la trasformazione anche parziale della cultura appresa e intesa come interpretazione tanto del
mondo e della vita e dei valori che lo orientano. Questa interpretazione del mondo e della vita costituisce l’anima di una visione condivisa da ogni società
che non sia un aggregato (cioè persone a caso in un posto a caso: ex. stazione). La trasformazione delle rappresentazioni del mondo e della vita nasce prima
in ambiti specifici e poi influiscono sulle dette rappresentazione che possono dunque succedere a causa di:
1
volontà esplicita: sia di individui che di istituzioni (ex. evangelizzazione in Europa da parte di monaci benedettini). Molti mutamenti intenzionali hanno
causato mutamenti non immediatamente sfociati in processi culturali (ex. rivoluzione russa d’ottobre causa prima un mutamento politico e poi culturale)
aspetti strutturali della società: quando gli attori sociali non sono consapevoli del mutamento culturale che stanno vivendo, sono mutamenti dovuti a
2
aspetti emergenti (ex. laicizzazione dell’istituzione matrimoniale) o 3condizionamenti storico-sociali: cioè la successione più o meno continuativa di fatti e
fenomeni tra loro indipendenti ed esterni all’intenzionalità degli attori sociali (ex. immigrazione, crisi, etc.) Un processo culturale implica sempre una
trasformazione delle rappresentazioni, delle credenze e dei valori.
Difficoltà dell’analisi sociologica: Un processo culturale non ha visibilità oggettiva sebbene produca delle conseguenze empiricamente visibili e concrete:
perciò i processi culturali possono essere negati o contestati: QUINDI è essenziale definire gli elementi che hanno caratterizzato il singolo processo e
precisare gli indicatori che lo rivelano ANCHE SE molto spesso si arriva a un realismo non sempre tollerato dai vari gruppi sociali che, ai fini della
legittimazione della propria lettura della realtà, hanno bisogno che questo processo in questione sia esaltato o negato.
(ad es. promesso di promozione/ostracismo: disinteresse politico ma interesse nell’amministrazione locale)
Inoltre molti processi culturali fanno parte di un fenomeno più vasto (ad es. il calo delle vocazioni religione parte dell’eclissi del sacro)
Il soggetto e attore sociale di cui ci parla la sociologia è pur sempre un soggetto in relazione, si definisce sempre e solo attraverso relazioni con gli altri
significativi e che vive in un universo morale.
Capitolo II: Il mondo esterno all’individuo
Ognuno di noi percepisce una realtà sociale già strutturata, indipendente dall’azione del singolo e che ci appare indifferente ad ogni nostro
comportamento. Questo mondo sociale non è riducibile alla semplice sommatoria di gruppi e popolazioni MA è strutturato anche da linguaggio, norme di
comportamento, valori condividi nonché dalle relazioni con quanti stanno al di fuori dell’universo della nostra vita.
(ad es. transizione da ambiente casalingo a scolastico dove non basta conoscere la lingua dominante ma è necessario acquisire conoscenze e valutazioni,
ma lo stesso vale anche per il quartiere, nelle associazioni,..)
Il mondo sociale proprio perché è innaturale (regole, norme che ci sembrano estranee) è la risposta storica alla necessità di fondare una coesione collettiva
interna: non è la proiezione della natura degli impulsi e delle relazioni umane MA la loro regolamentazione e controllo ovviamente a misura delle sue
esigenze.
Durkheim: società è artefice di fenomeni specifici (quelli che danno vita a un ambiente oggettivo, indipendente dalle intromissioni dei singoli) ma anche
l’agente che modifica quelli che accadono naturalmente: tesi derivante dall’impatto della sociologia come nuova scienza che sradicava il paradigma
illuminista di un uomo liberato dai vincoli sociali e ridato all’autorità dello stato.
La dimensione normativa dell’universo esterno sociale mette in moto la cultura: insieme di rappresentazioni, asserzioni cognitive, valori, norme che
detengono una capacità di orientamento e direzione.
(ad es. cultura ci suggerisce come comportarci con altri, nomi e funzioni di oggetti, comportamenti adatti)
Rousseau: la cultura è il semplice susseguirsi degli assetti storico-politici specifici (che rischiano di rovinare il patto sociale) in quanto il soggetto possiede
già dentro di sé la moralità. (NO perché cultura comporta un dover essere dal quale scaturiscono norme e principi, non semplice conoscenza di fenomeni
naturali e storici. La cultura detiene una dimensione normativa originata dal mondo sociale, la conoscenza informa solamente e rende nota questa
dimensione). Mondo sociale può anche perdere significato perché o acquisisce norme e rappresentazioni nuove che non condividiamo o pur restando lo
stesso perde di significato.
CONSEGUENZE: ritiro nel nostro universo privato (vecchi), chiusura nella vita interiore (asceti), emigrazione quindi anche fondazione di un nuovo ambiente
morale o creazione ex novo.

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Per Durkheim l’ambiente morale condiziona in modo decisivo l’individuo, esistono però due confini:
- società: “vita sociale” non corrisponde a intera società ma solo alla sua parte fisiologica (presenza di piano morale), contrapposta a quella
morfologica (assenza di piano morale: economia, gestione, organizzazione, etc)
- individuo: okay che è immerso in rete di principi e norme ma non è passivo ad esse.
Distinzione tra cultura e civilizzazione: Cultura: relativamente stabile da una generazione all’altra ≠ Civilizzazione: implicando lo sviluppo di forme
produttive e organizzative, presenta il concetto di progresso
Quindi la società è composta da:
- morfologia sociale: ponti, strade, etc, piano demografico, organizzativo e economico-produttivo, stimolata da efficacia funzionale
- fisiologia sociale: ambienti morali, si alimenta a partire dalla coscienza che ha di sé
MA AL CONTRARIO per Giuseppe Sergi questa distinzione è forzata e inutile perché entrambe fanno parte dello stesso sviluppo evolutivo. La società ha un
carattere fondamentalmente biologico: gli individui mossi dall’istinto di sopravvivenza rispondono alle sollecitazioni dell’ambiente (prospettiva
evoluzionista)
Durkheim: la consistenza e l’autonomia dei fatti non è scontata, la fisiologia della società agisce in modo autonomo dalla natura e si impone
ragionevolmente dagli ostacoli naturali che da quelli individuali.
Prospettiva antipositivista: il mondo sociale è un prodotto culturale non dato dalla natura umana che quindi non si sviluppa spontaneamente ma risente
delle circostanze storiche. Questo mondo sociale si consolida tramite le rappresentazioni.
L’insieme delle rappresentazioni con cui l’uomo definisce sé stesso e ogni elemento che lo circonda fornisce la struttura stabile di significati che il solo
apparato biologico non gli mette a disposizione.
Alfred Schuetz: non esistono puri e semplici fatti, l’uomo non guarda il mondo con occhi vergini MA vengono sempre interpretati. Non vuol dire che non
siamo capaci da afferrare la realtà del mondo MA che afferriamo solo certi aspetti che noi reputiamo rilevanti ad farci riconoscere dalla collettività. La
società è necessaria all’individuo nella misura in cui lo emancipa dalle sue sole esigenze biologiche elementari.
Durkheim: ogni logica tende ad essere pensata in modo generale, arrivando a un mondo fatto di ideali stabili. L’uomo verifica la plausibilità di ogni ideale.
Alcuni ideali però hanno un’origine sociale (concetto di spazio, tempo, etc) in quanto capaci di riassumere le coscienze di ciascuno. La cultura è QUINDI la
messa in ordine sistematica della realtà.
Capitolo III: Gli elementi di comprensione del mondo sociale
Durkheim: dimensione morfologica: colta attraverso educazione scolastica
dimensione fisiologica: attraverso ogni sfera della vita sociale (famiglia, tradizioni, discorsi ufficiali, etc)
Esiste QUINDI una dimensione conoscitiva che è indipendente e precede il percorso di formazione scolastico: la dimensione morfologica appare così com’è
e non ha bisogno di essere accettata con ragioni, MA la dimensione fisiologica sì: necessita di principi esplicativi che la legittimino.
Dimensione descrittiva (rappresentazioni): lettura della realtà che ogni cultura compie al fine di avvicinarsi al vero (tramite immagini, simboli, miti, etc) in
modo semplice e leggibile, spesso semplificante MA non implica banalizzazione: ricchezza di metodi espressivi come letteratura da cui si esprimono modelli
ideali + arte figurativa: ha successo comunicativo tale da riepilogare riassunti di fatti: concetto di trasmissione della cultura:
(ad es. Grecia omerica: narrazioni leggendarie, cortei di miti e divinità, democrazia ateniese con filosofi e poeti: riprese da neoclassicismo e fatte proprie)
(ad es: universo monastico: attraverso testi e documenti ma anche attraverso arte figurativa che lo fa diventare patrimonio collettivo che genera
conoscenza diffusa ma parziale: causa anche fraintendimenti.
IN PARTICOLARE: arte perché necessità di chiarimento immediato e trasmissione di conoscenza a generazioni future- perché religione si oppone al caos,
vuole dare risposte a morte, mondo- mentre sistematizzazione razionale appartiene solo a gruppi specifici)
I contenuti delle rappresentazioni sociali variano da epoca a epoca. (ad es. rappresentazioni religiose  primo tentativo di riassumere in modo unitario
tutta l’esperienza acquisita della vita quotidiana che altrimenti resterebbe contradditoria  greci: relazione con divino implica contemplazione di natura e
dei, ebrei, poi cristiani: personificazione di Dio QUINDI necessità di trasmettere dialogo tra lui e uomini QUINDI passaggio da scultura a pittura G. Simmel.)
(ad es. venir meno della dim. apocalittica modifica le rappresentazioni religiose: monaci del IV sec con celle senza fondamenta convinti di temporaneità e
precarietà della vita, mentre la Chiesa si convincerà sulla stabilità del mondo)
Arte diventa un segnale di ricordo e ammonizione: in Oriente (754, vittoria degli iconoclasti) sono ausili per pregare mentre in Occidente ha ruolo anche
pedagogico: ammonisce ma ricorda quali sono le virtù.(differenziazione tra cattolici e protestanti: arte barocca VS. volontà di espressione essenziale e
aderente alle scritture)
Le rappresentazioni culturali sono proiezioni riassuntive della realtà sociale raccolte come narrazioni e immagini utili a trasmette in modo più eloquente la
realtà stessa o suoi aspetti principali.(ad es. Siena, affreschi nella Sala dei Nove denunciano tramite immagini sia il mal che il buon governo)
La rappresentazione sociale è diffusa sia perché permette sintesi adeguata della realtà, sia perché dà un’immagine attraverso la quale il gruppo sente di
essere rappresentato: ovviamente queste rappresentazioni non sono omogenee tra loro (per differenziazione di gruppi e ceti)
Le lotte si servono spesso del conflitto tra rappresentazioni contrapposte della stessa realtà sociale (ad es. propaganda in tempo di guerra che dà stereotipi
degradanti sul nemico) MA l’individuo non è passivo: le rappresentazioni operano comunque su un consenso volontario anche implicito.
Quando le rappresentazioni non possono contare su fatti storici si fondano su credenze fattuali: la verità di un fatto o di un avvenimento che non può
essere testimoniato dall’esistenza di una prova ma che viene reputato comunque vero sulla base di giudizi di adeguatezza e coerenza. E’ ovvio che quindi il
soggetto cercherà la condivisione della credenza da parte dei suoi simili ed è quindi necessario creare una dimensione collettiva che confermi o meno la
credenza (ad es. dibattiti: più partecipazione, più si crede nel consenso) L’insieme delle credenze si arricchisce con testi, documenti, profezie e
testimonianze dettagliate che diventano quasi la prova della loro verità (ad es. necessità dei miracoli ma questo causa anche diffusione di prove artefatte)

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Le credenze cognitive: non si limitano ad attestare la presenza di un fatto MA mirano ad avvalorare una spiegazione di un fenomeno in assenza di una
procedura di verifica adeguata. Esse sono sottoscritte sia dalla socializzazione ma anche e soprattutto a partire da determinati presupposti che il soggetto
adotta in modo consapevole. La verifica empirica e la conformità teorica sono i due percorsi metodologici per validare i fatti sia scientifici sia sulle credenze
cognitive, solo che in queste ultime esse non possono essere confermate. QUINDI uomo cerca sempre prove esterne ma trova sempre elementi di
giustificazione nel suo giudizio personale: 1cognitivo (se spiegazione percepita come possibile e accettabile), 2valoriale (se adeguata a principi generali che
governano la natura umana). La funzione delle credenze cognitive è quella di recuperare un senso ogniqualvolta che esso perde coerenza e linearità.
(ad es. Jean Delumeau: Europa XIV-XVII secolo: credenza dell’apocalisse perché razionalmente c’erano i presupposti giusti: carestie, peste, islam, 2 papi)
Le credenze normative: legittimano un modello di azione sociale in grado di indirizzare il comportamento dei singoli. Non ha solo funzione cognitiva
(spiegare) ma anche una funzione normativa (indirizza l’agire del soggetto). (ad es. credenza protestante che rifiuta principio di grazia divina come
conseguenza di azioni umane a favore della libera volontà di Dio presenta vantaggi: libera dalla mediazione ecclesiastica romana a favore di rapporto di sola
fides E ANCHE fa apparire la vita del credente come rispondente alla chiamata di Dio e quindi legittima successi e risultati)
Le credenze assiologiche: ogni credenza cognitiva sfocia in una serie di principi normativi e quindi diventa portatrice di credenze assiologiche che
riguardano non ciò che è BENSI’ ciò che è giusto che sia. L’obiettivo dell’azione diventa dunque l’esercizio del bene in linea di principio. (sia laicamente che
religiosamente: amore per città di Ari) Questo ordine morale ha tanta più probabilità di consolidarsi quanto più investe la totalità della realtà stessa.
I valori: principi in base ai quali si giudicano le azioni in base a se/quanto sono degne e si pone dunque una gerarchia tra le priorità presenti nei diversi
progetti di azione. Il giusto viene dedotto attraverso valori (così come il vero viene dedotto attraverso la ricerca scientifica). La ricerca di un criterio di verità
nei valori deduce la possibilità di esistenza di valori universali. I valori possono emergere: 1da fondamento cosciente condiviso (valore del lavoro nelle
società industriali) o 2derivare da un processo (familismo amorale in una collettività contadina 1)
Valori: 1capaci di strutturare una cultura orientandola dentro una gerarchia normativa  problema dell’origine dei valori  soggetto consapevole: accetta
principi ragionevoli, 2Vilfredo Pareto: valori sono come vernice logica, simulano la capacità di direzione morale dell’agire che il soggetto non ha innata per
occultare i suoi interessi che in realtà persegue  problema: li vede come conseguenza dei processi di socializzazione, li riduce a conseguenza  soggetto
inconsapevole: passivo nell’ambiente che lo circonda, si illude di poter scegliere perché in realtà è immerso in scaletta di valori già data.
IN REALTA’ i valori sono sempre sottoscritti perché vengono creduti adeguati a guidarlo nell’azione + ogni sistema culturale pretende di essere riconosciuto
e seguito nella sua dimensione normativa: chiede e ottiene sottoscrizione cosciente.
Differenza tra credenze assiologiche e valori: Credenza ass.: “credo che”, è prendere per vero in assenza di prove, funzionali al mantenimento e alla tenuta
dei valori ma non sono valori in sé, versione più molla dei valori ≠ valori: “credo in”, sono caratterizzati da compiutezza e non rinviano a situazioni concrete,
stabiliscono principi generali che valgono in quanto tali, criteri di orientamento delle azioni + valori subiscono costanti trasformazioni: o formulazione su
piano giuridico, o ridimensionamento (QUINDI accettati solo se limitati al recinto tranquillo delle cr. ass.)
MA divario è fluido: contingenze storiche e/o momenti di tensione possono trasformare cr.ass. in valori assoluti, validi per tutti sempre e comunque +
viceversa: principi assoluti spostati nell’ambito delle credenze.
Capitolo IV: Gli esiti di un universo culturale condiviso. Dalla relazione alle norme.
Il mondo appare al soggetto come alla sua portata in quanto: ha immagine condivisa o sottoscrive credenze e valori MA ANCHE perché percepisce che può
estendere in maniera illimitata l’insieme delle relazioni possibili.
Max Weber: relazione sociale: comportamento di più individui instaurato sul contenuto di senso e orientato in conformità, coincide con l’interazione 
soggetto vive in mondo culturalmente strutturato, ed è percepito come tale grazie alle relazioni sperimentabili e già sperimentate.
Per la relazione sociale non basta linguaggio e interpretazione condivisa del mondo MA ANCHE:
Le norme: proposizioni che regolano la condotta/comportamento del soggetto/collettività, possono anche essere non scritte, generano comportamenti
attesi o respinti consentendo così di stabilizzare le relazioni sociali, togliendo l’aleatorità degli umori e caratteri dei singoli.
Max Weber: uniformità di fatto: primo risultato della relazione sociale è quello di sedimentare razionalmente l’agire che ha origine da quella relazione
sociale che viene permessa dall’universo culturale (rappresentazioni, credenze e valori).
QUINDI: si può parlare di consuetudine che a lungo andare dà luogo al costume.
Il costume: regola non garantita dall’esterno in base alla quale l’individuo che agisce volontariamente si conforma di fatto e che egli si aspetta sia
condivisa dagli altri.
Passaggio da costume a convenzione (anche se ora è diffuso anticonformismo) e da convenzione a diritto sono passaggi fluidi.
Non tutte le convenzioni provengono da consuetudini o costumi, per molti queste emergono anche come corrispondenza agli interessi dei singoli:
l’interesse è di gran lunga più efficace e diffuso (prospettiva individualista: uomo già moralmente definito) MA interesse fonda la morfologia sociale
(economia, mercato, etc) ma non la fisiologia (relazioni affettive, basate su stili di vita simili, appartenenza territoriale, etc): esse sono dettate dal
desiderio costante di corrispondenza e dalla volontà di relazione (prospettiva opposta: uomo matura all’interno della vita sociale): MA uomo non è
totalmente dipendente dal riconoscimento degli altri pur di sviluppare una relazione: essa si sottomette sempre alla ragione individuale.
Non tutte le relazioni sono importanti uguali: per prime ci sono le dimensioni relazionali elementari: riguardano la condivisione stessa dell’ambiente
morale riaffermando rappresentazioni, credenze e valori. Sono la premessa per tutte le altre relazioni e si affermano grazie alla lettura del mondo fisico-
naturale, facilmente descrivibile. Sono la base per un processo di inserimento sociale del singolo che da lì comincia a produrre opinioni personali a partire
da universo culturale condiviso. POI passaggio da questo al mondo morale, che comporta individuazione di qualità e loro giudizio.
Weber: processi di interazione possibili grazie a linguaggio condiviso e minimo comun denominatore culturale

1 1954-1955: studi di Edward Banfield, The Moral Basis of a Backward Society, Montegrano (vero è Chiaromonte), Potenza, Basilicata: precarietà
data dal fatto che si vuole massimizzare i vantaggi materiali a breve termine del nucleo familiare, supponendo che tutti facciano allo stesso modo.

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Attraverso la relazione il soggetto accede al mondo sociale che lo rende inserito nella collettività (capisce e valuta errori di comunicazione) ma anche il
soggetto collabora a attivare il mondo sociale esterno QUINDI universo culturale condiviso è premessa a relazione ma anche effetto emergente.
IN BREVE dim. morfologica è risultato di cooperazione tra soggetti per strade, ponti, etc mentre dim. fisiologica è risultato di relazione tra soggetti che
condividono insieme di rappresentazioni, credenze e valori sviluppando solidarietà morale.
Durkheim: la reciprocità delle relazioni ci apre a un universo di vita nuovo causando due piani nei quali vive l’uomo: piano dell’esistenza individuale
(strettamente limitato alla nostra organizzazione) e piano della società (realtà più elevata che possiamo conoscere nell’ambiente intellettuale e morale).
QUINDI per D. possono esistere periodi storici nei quali la dim. relazionale è ridotta AKA problema della società moderna
INOLTRE sempre per D. società: è consolidamento morale di una serie costante di relazioni sociali che hanno già assimilato la riduzione banale dei
semplici interessi per configurarsi come sottoscrizione di valori condivisi sulla base della venerazione morale AKA soggetto riconosce legittimità
(INFATTI relazioni per interesse sono sì più diffuse ma sono anche le più facili, poi tradizioni perché autorevolezza morale, poi relazione legittima)
MA il radicarsi di ordinamento è adesione non è stato solo processo temporale di sedimentazione normativa  importante ruolo del sacro INFATTI:
Marcel Gauchet/Durkheim: sacro in primo luogo era narrazione a fini normativi e riguardanti convenzioni e costumi ponendo presente in relazione
assolutamente dipendente con il passato mitico MA ora però è in declino perché dopo un po’ norme e consuetudini si affermano senza riferimento al
passato mitico INFATTI Weber: mondo della relazione sociale è risultato di un ritrarsi della normativa che deriva dalla narrazione religiosa sulla base del
riconoscimento di legittimità di un profeta.
Adesione a un ordinamento per: 1tradizione, 2credenza affettiva/emotiva  non si vedono motivi per rinunciare ad esse, non è defezione di ragione,
3
valore (si aderisce a ordinamento perché viene creduto esemplare), 4seguire ordinamenti di autorità che si crede legale e legittima.
La legittimità può venire sia da 1convenzione, 2da diritto o 3dall’interno (religione: tu sei responsabile dei tuoi peccati quindi controllati e comportati bene)
Può essere che ordinamenti siano seguiti solo in parte. Società con pluralità di ordinamenti consente proliferazione di costumi e interessi non coerenti tra
loro causando segmentazione sempre più marcata. di ogni ambiente morale generale e sviluppo di relazioni solo dentro universi sociali sempre + specifici.
Viene problema di solidarietà e coesione sociale: sociologia ha dovuto cambiare anche ambiti (diventa coscienza della crisi, scienza di equilibri, etc)
Problema anche delle due diverse concezioni dell’uomo: 1uomo ha morale in sé + patto sociale: problema perché presupponi individuo già totalmente
determinato nelle sue intenzioni e esigenze, 2uomo condizionato da società che produce ambienti morali: problema perché invalida il patto originario e
dichiara inesistente la nascita della società fondata semplicemente su accordi condivisi.
Risoluzione: uomo è animale con vocazione della polis, AKA uomo è sia ragionevole che politico. (+ D: fa riferimento a ricerca di appartenenza)
Capitolo V: Determinismo e autonomia
Probelma2: degli elementi distintivi dell’umano (se società lo ha plasmato, in che modo può operare tralasciando il patrimonio culturale che lo ha
plasmato?), ci sono due tesi:
1: assoluto adattamento del soggetto all’ambiente sociale e quindi si sa i anticipo comportamenti e orientamenti MA problema dei fattori che strutturano
ambiente, sia sotto aspetto morfologico che fisiologico
2: responsabilità assoluta di soggetto che decide se aderire a certi comportamenti e orientamenti MA problema di capire le ragioni che costruiscono poi
l’adesione QUINDI insieme di razionalità soggettiva e ragioni
Ora come ora però infinita diversità di culture causa infinità di diverse rappresentazioni della realtà (QUINDI NON verità condivise), due correnti socio:
1: selezione di significati che definisce cultura X è arbitraria perché non possono essere dedotte da nessuna natura umana, principio universale, fisico, etc
AKA culture sono diverse interpretazioni dei fatti che sono sempre uguali QUINDI cultura va analizzata non per quello che dice ma per funzioni che assicura
CONSEGUENZE: realtà culturale appare condizionata da strutture economico-politiche e biologiche/psichiche + universo culturale è espressione percepita
degli assetti conseguiti da una tale formazione sociale
2: non esiste la possibilità stessa di giungere a una rappresentazione della realtà universalmente condivisibile.
AKA quando un sistema culturale non ritiene di possedere criterio veritativo, ogni lettura del reale è considerata ideologia (collettività) o opinione (singolo)
CONSEGUENZE: si arriva a pensare che società si fonda su illusioni
IN REALTA’: affermare ogni contesto culturale come esito del contesto storico-sociale significa relegarlo nell’ambito della pura strumentalità
SBAGLIATO PERCHE’: nessuna cultura si ritiene solo un POV relativo e QUINDI si dota di costante criterio di verifica per controllare adeguatezza di
rappresentazioni/interpretazioni rispetto alle continue esperienze della realtà osservata INFATTI Boudon: è oggettivo che anche alcune credenze (cosiì
come istituzioni) ce n’è sempre una migliore di un’altra
Weber: teorie normative ugualmente a scientifiche si sviluppano sulla base di principi non dimostrati MA danno vita a programmi che sono destinati a
consolidarsi o essere abbandonati a causa della costante verifica di adeguatezza che il singolo e la comunità li espongono AKA razionalizzazione diffusa
QUINDI rappresentazioni credute vere non per illusioni MA perché spiegano la realtà adeguatamente
(ad es. procedimenti che fanno credere a danza della pioggia uguali a previsioni meteo MA differenza di bagaglio di conoscenze)
Adesione ai valori per: 1percezione di ragionevolezza MA ANCHE secondo due sociologi che hanno due sistemi di spiegazione diversi:
Tocqueville: valore si impone al soggetto attraverso circostanze che impongono quel valore come dominante ma anche attraverso un sistema di
interdipendenza tra ruoli che lo rende preferibile dal punto di vista dell’esperienza personale
IN BREVE: nessun valore viene meno in quanto tale ma solo in conseguenza della sua perdita di efficacia nel fornire criteri di orientamento utili all’agire
intenzionale dei soggetti nei diversi contesti
(ad es. anticlericalismo nella Francia dell’Ancien Régime: QUINDI effetto cumulativo tra contrapposizione tra culture (tradizione vs. progresso, rispetto del
passato x Gesù vs. progresso, gerarchia vs. fusione dei ceti) MA ANCHE opposizione di ruoli (controllore vs. controllato) CAUSATO DA censura MA ANCHE
processo di adattamento di maggioranza credente che si percepisce come minoranza e quindi si adegua alla folla

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Valore può essere penalizzato anche se pur essendo sostenuto è in realtà contraddetto dal funzionamento reale del sistema
(ad es. disinteresse scolastico negli USA: eccessiva standardizzazione in conformità al principio dell’uguaglianza causa la costrizione a passare per lo stesso
iter, sottomettendo gli uomini a una moltitudine di stesse procedure che causano appunto disinteresse)
Weber: soggetto preferisce un valore non perché sia più o meno ragionevole MA perché esso viene imposto come dominante dalle circostanze e quindi
viene interiorizzato e perseguito. La religione:
Tocqueville: Weber:
- religione è l’attenzione alle verità eterne e ai principi morali di - religione è una forma specifica di agire e quindi al centro degli interessi
regolazione dell’esistenza, è intimamente ragionevole perché del singolo c’è l’azione religiosa proposta dalla dottrina di salvezza alla
risolve sul piano della rivelazione teologica i problemi filosofici quale aderisce. Esiste un conflitto tra le dottrine e la scelta dei gruppi di
senza risposta. adottarla o no.
- Aderire a una religione è per esperienza della vita quotidiana, - Aderire a un credo dipende dal gruppo di fedeli che lo accoglie e dalla
una scelta motivata dalla coscienza dei propri interessi capacità del credo di generare relazioni con la vita quotidiana di chi vi
- aderisce, esperienza delle domande originarie sulla finitudine e su
- I valori sono come vernice sociale che accompagna il soggetto bene/male. (esperienza è comune ai due)
nella vita civile incrementando certe virtù o debellando certi - A partire da un certo livello di sviluppo le dottrine prescindono
vizi dall’utilitarismo e dall’inserimento nel mondo
- I valori sono in grado di rendersi autonomi dal presupposto
intramondano di partenza e valgono in quanto tali.
Vita quotidiana: il singolo accetta l’universo dogmatico così come gli viene proposto in quanto il reale e il sacro sono nettamente divisi + le dottrine di
salvezza non sono riassumibili nel puro dato della tradizione (differenza radicale tra l’agire magico-religioso praticato dai singoli e processo di auto
perfezionamento interiore). Drammatizzazione dell’esistenza data da: caducità, rischio continuo di crisi senza recupero della vita, coscienza del male
radicale: CONSEGUENZA: ricerca di percorsi che consentano di sopravvivere e edificare l’esistenza  nulla di tutto questo può essere creduto attraverso il
solo agire magico-religioso aka la sola tradizione PERCHE’ è routinizzazione commemorativa INFATTI dottrine di salvezza di presentano con la loro
autonomia relativa permettendo così di normare la vita del singolo (con pratiche che separino la sua vita quotidiana con la dimensione religiosa: messa)
Durkheim: separazione tra sacro e profano Weber: il profano deve essere rimosso dall’uomo aka suo mondo quotidiano
Dottrine di salvezza diverse da religioni tradizionali in quanto creano una comunità per proprio conto, sui generis che non sono delle semplici
sovrastrutture funzionali alle singole collettività MA smantellano gli apparati di potere istituzionale innescando un conflitto permanente che genera costanti
compromessi e riaggiustamenti.
Figura del profeta: la sua relazione particolare con la divinità causa la produzione da parte delle dottrine di salvezza di nuovi gruppi sociali sui generis. Il
passaggio di routinizzazione del carisma personale del profeta in carisma d’ufficio la cui autorità è garantita dall’istituzione, crea un clero organizzato.
Elementi che manifesta la dimensione religiosa una volta radicata in un contesto sociale sono:
1: capacità generatrice: deve esistere come premessa società che si pensi come oggetto di relazione nel suo insieme CAUSANDO COSI’ la trasformazione
del rapporto personale della relazione privata con profeta/stregone a relazione collettiva a beneficio di tutti quelli che riconoscono tale dio e lo venerano.
MA dettaglio: società rifiuta l’idea che lei si crei Dio da sola, vuole che venga scoperto: da manifestazione improvvisa costituita dall’irruzione profetica che
la religione diventa socialmente generativa aka comunità nuova, sui generis
2: irruzione profetica causa tensione con altri ambienti morali dalla quale scaturiscono nuove forme di organizzazione sociale, economica e politica
(ad es. innovazione agricola, etica del profitta nell’economia capitalista, etc) MA ANCHE conseguenze nella vita privata dei soggetti (pratica dell’esame di
coscienza, partecipazione obbligatoria a riti AKA disciplinamento sociale) QUINDI necessario sempre ricordare evento fondatore della dottrina per rifondare
identità comunitaria e riproporre messaggio di speranza (ad es. cristianesimo: nascita e resurrezione / Natale e Pasqua) ma queste non sono semplici
riproponi menti di celebrazioni e riti PERCHE’ manca promessa di uomini a dio e ripromessa di impegno di dio a uomini
3: assoluto e totale richiamo del soggetto alla coscienza desta aka condizione esistenziale permanente: attenzione a aspetto fisiologico e morfologico (certi
doveri da onorare, etc) per costante assunzione di responsabilità cosciente e consapevole.
Le religioni non vogliono un soggetto passivo che si adegua per abitudine delle tradizioni perché priva del supporto di autenticità costituito dalla decisione
volontaria e autonoma del fedele convinto
MA ORA: Tocqueville (religione seguita per affinità morale), Durkheim (sa di abitare in società secolarizzata), Weber (religione per pura convenienza) AKA
società moderna secolarizzata QUINDI capacità generativa e comunitaria ridotta a CAUSA DI processo di individualizzazione che fa perdere centralità ai
temi di protezione, riassicurazione, salvezza nell’aldilà e senso di peccato (e di conseguenza anche niente ricerca delle proprie colpe) MA tutto questo non
altera il fondamento carismatico delle religioni di salvezza.
DIFATTI: società moderna secolarizzata e individualizzata fa in modo che si verifichi abbandono di credenze date dal semplice disinteresse (Tocqueville:
disinteresse da tutto quello che non concerne interessi pratici + Durkheim: soggetto valuta e sottoscrive quanto percepisce come credibile: soggetto libero
sia di abbandonare certe credenze ma comunque una loro ri-produzione aka nuova messa in ordine delle credenze)
(ad es. nuove confessioni religiose specialmente all’interno di religioni storiche)
Il soggetto del quale parlano le dottrine di salvezza è un soggetto ferito con un vuoto da colmare (≠uomo libero della polis, etc) CIOE’
Charles Péguy: ogni uomo persegue una promessa di memoria e una promessa di città AKA città: bisogno di luogo con progetto condiviso al quale
appartenere + memoria: sfuggere all’oblio (assicurata dal dogma della vita eterna)
Queste due esigenze convincono l’uomo ad impegnarsi in relazioni che gli diano risposte ad entrambi
Ipotesi: 1: contrattualista: soggetto razionale e autonomo cerca attraverso contratto di negoziare condizioni migliori di esistenza materiale

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2: relazionale: soggetto razionale vive in autonomia apparente perché è sempre alla ricerca di relazioni significative che gli garantiscono l’accesso a un certo
ambiente morale che il soggetto vede come corrispondente alle proprie credenze.
3: determinista: soggetto già situato in contesto morale e da relazioni familiari per lui significative MA E’ ANCHE VERO che esiste continua verifica delle
rappresentazioni e delle credenze sottoscritte
Capitolo VI: L’affermarsi della modernità come senso normativo della storia
Progresso tecnologico ostentato nelle esposizioni internazionali (1851 a Londra, 1867 a Parigi) alimenta una vera e propria utopia sociale che era convinta
che al progresso tecnologico sarebbe succeduto il progresso civile e politico, che aveva le proprie leggi (dell’evoluzione sociale, che doveva scoprire la
sociologia). Guerre dell’epoca (franco-prussiana, guerra civile, fine del Secondo Impero, inizio Terza Repubblica) non scalfiscono queste sensazioni.
V. Hugo + Stefan Zweig: si crede al progresso più della Bibbia, non si temevano ricadute barbariche aka guerra, valore universalmente creduto è tolleranza
H. Arendt + Charles Péguy: le innovazioni non scalfiscono comunque i problemi fondamentali dell’uomo.
Processo di crescente differenziazione > Processo di industrializzazione CAUSA dislocazione e mobilità sociale da campagna a periferie industriali che
CAUSA atomizzazione dei nuclei familiari > avvio del processo di segmentazione aka società articolata da persone con percorsi sempre + individuali
Sociologia dell’epoca affronta tema di assenza di legame sociale e solidarietà (da prima metà del XIX secolo)
Tocqueville: lettura solidaristica: è causata dalla rivoluzione democratica: prima gerarchie davano all’uomo persone in alto a cui chiedere protezione e
persone in basso da proteggere, ora affermazione di uguaglianza QUINDI inutile solidarietà strumentale sia tra ceti diversi sia all’interno degli stessi ceti
MA in Europa scarsamente visibile:
Marx: lettura conflittualista prevale: intrecci tra conflittualità e conseguente perdita del legame sociale (ad es. associazionismo europeo sa che al momento
della creazione di associazioni esse causeranno conflitti, nessuna solidarietà interna senza questa consapevolezza)
Durkheim: lettura corporativa: per lui lettura conflittualista avrebbe solo accentuato tensioni PERCHE’ se premetti solidarietà mancata allora essa causa
conflitti infiniti: individui disorganizzati + attività collettiva complessa + Stato lontano da individui + relazioni intermittenti tra lui e cittadini = rinuncia di
relazioni collettive, disgregazione.
IN REALTA’ okay assenza di convergenza morale e politica MA va anche presa in esame la rivoluzione dell’economia moderna capitalista CHE CAUSA
interesse per i beni esteriori (CHE CAUSA distruzione dell’aspetto onorevole del lavoro) + materializzazione di interessi e aspirazioni (CHE CAUSA primato
della razionalità strumentale riducendo lo spazio alla dimensione etica): la razionalità strumentale è l’azione razionale rispetto allo scopo, valida per gli
obiettivi che raggiunge e non per i valori che trasmette. Crisi non per motivi univoci ma è conseguenza di lungo processo che coinvolge intera
rappresentazione della realtà che ricade più o meno direttamente su valori, credenze, obiettivi e comportamenti diffusi.
Modernità è periodo storico caratterizzata dall’intersezione di tre processi culturali storici spesso ostacolati da crisi e conflitti politici tra diverse élites, ogni
processo produce una specifica percezione della realtà e delle specifiche rappresentazioni:
1: razionalizzazione: origine nella capacità della filosofia greca di individuare lo strumento euristico del concetto e che si vede rinforzata dall’avvento
dell’esperimento razionale del XIV secolo (Galilei, Bacone)
2: individualizzazione: processo di crescita costante dell’individuo, non ha origine in quanto è sempre esistita (Durkheim) MA nella modernità ha sviluppo
progressivo. Per Marcel Mauss: è risultato di percorso iniziato con civiltà greco-latina che arriva alla sua definizione con il Concilio di Trento che stabilisce il
carattere personale e individuale dell’anima
3: secolarizzazione: autonomia progressiva dei diversi ambiti della vita sociale da qualsiasi riferimento al trascendente MA non significa solo perdita dei
punti di riferimento di senso spirituale
IN PARTICOLARE:
2: individualizzazione: Durkheim: individualismo non nasce da nessuna parte ma si è sviluppato a partire dall’affermazione di determinati presupposti
religiosi. Egitto, Greci, Romani: ambienti morali dove l’instabilità istituzionale era compensata dalla persistenza delle concezioni del mondo date dalla
religione, un sistema teologico rivelato una volta per tutte non sottoposto a trasformazioni e questo si estende all’intero ordine umano (ad es. re: chi
detiene potere soggiace a imperativo di conservazione dello stato di fatto, mutamenti politici dovevano essere legittimati da dim. religiosa) MA
(1: razionalizzazione) non significa che non ci sia stata produzione di conoscenze o sapere IN REALTA’ ANZI importanza della formazione della cultura animi
(grammatica, dialettica, retorica + materie superiori aka musica, aritmetica, geometria, astronomia) in quanto l’importante era comprendere e ammirare il
mondo in quanto realtà già data (non trasformarlo). Comune è dire che inizio modernità sia con Galileo/Copernico e okay ma IN REALTA’ ci doveva già
essere una base di disincantamento del mondo (Weber): necessario che il divino si fosse ritratto da mondo occupando dimensione delimitata.
La formazione del potere politico non sembra avere nessuna conseguenza di trasformazione della dimensione religiosa MA SBAGLIATO:
Marcel Gauchet: universo religioso legato a fatto storico: concretizzazione ed espansione di potere politico CAUSA fine di universo unitario o coerente 
nascono dicotomie: 1dominanti vs. dominati (anche dimensione religiosa è chiamata a identificarsi in una delle due + potere in terra deve garantire ordine
clericale dei cieli e viceversa) + 2fedeli vs non fedeli: CONSEGUENZE: tensione continua perché il dominio di un apparato dello Stato impone un regime del
fare: obv dare un ordine, anche se proveniente da Dio, significa introdurre un principio di mutamento aka fine della specularità tra mondo divino e terreno.
Con avvento dello stato si produce anche gerarchia tra gli uomini sia in termini di maggior/minor fedeltà a dio sia il clero professionale/fedeli.
Problema: quando dio scende dall’ordine celeste ed è chiamato ad essere rappresentato da persone arriva il problema di adeguatezza delle pratiche rituali
con le quali si prega + problema dell’adeguatezza del mondo rispetto al volere di dio (è ormai chiaro che il mondo preda di costanti trasformazioni è altro
rispetto all’eterno) chiamato in causa ai fini della propria legittimazione, l’universo religioso invade il presente perché dim. religiosa non è più un universo
parallelo MA dim. che è a rischio di essere sovvertita
CONSEGUENZE: universale irrompe nell’esperienza umana  ricerca di legittimazioni religiose (okay ma non solo): dio richiamato sulla Terra con la
funzione di legittimare e supportare CAUSA l’elaborazione di uno spazio di vita spirituale aka spazio meta quotidiano  il quotidiano può ora essere

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criticato perché non conforme ai principi che Dio detta al singolo: CONSEGUENZE: sviluppo di correnti di pensiero religioso teoricamente strutturate
(Buddha, Zarathustra, profeti d’Israele aka tra VIII e II secolo). Principio di individualità comincia a concretizzarsi: il referente del messaggio religioso diventa
l’individuo nella sua dim. interiore aka distanza da mondo esterno che causa anche presa di distanza da vita pubblica o il permesso che il singolo ritiene di
avere di criticarla aka individualismo è imputabile al dialogo tra dio e l’uomo.
Karl Jaspers: periodo assiale: periodo tra 800 e 200 a.C.: in religione: da contemplazione divina a realizzazione del comando divino (tramutata in ascesi aka
sforzo e impegno sistematici per recupero di sé dove potere è impotente ed esterno, dialogo con dio è personale) aka da ordine ricevuto/già dato a ordine
voluto/da realizzare  soggetto che sceglie e riconosce tale ordine diventa con dignità propria aka realtà irriducibile.
Max Weber + Ernst Troeltsch: mondo moderno è risultato di processo storico + l‘ergersi imponente dello Stato e dall’idea dello Stato: modello organizzativo
la cui legittimità risiede per intero all’interno di sé e nei principi che lo strutturano, indipendentemente da chi si trovi al comando. (rivoluzione del periodo
assiale culminata con Gesù aka Cesare≠Dio: re non più incarnazione di legame tra cielo e terra ma rappresenta l’assenza di dio che lascia la comunità degli
uomini a sé stessa) MA ANCHE VERO CHE Stato sebbene completamente immanente non concentra su di sé il dominio di tutto: soggetto gli sfugge (sta nella
dim. religiosa con dio) QUINDI ha comunque bisogno di legittimazione da parte di dim. religiosa che è diventata indipendente e importante alla direzione
spirituale dei singoli (ad es. consacrazione del re: sancisce unione con principio religioso MA ANCHE attesta fine di legame naturale con dio, necessità di
legame attraverso sacramento): 2 ordini in conflitto costante.
Jean Delumeau: anche periodi di crisi: nel Medioevo universo ecclesiale aveva funzione amministrativa, regolamentazione rapporti sociali, garanzia morale
MA da XIV14 secolo: guerra dei cent’anni (1339-1453) + peste nera (1348-1353) + carestie + scisma (1378-1417) + minaccia turca = angoscia collettiva che
porta a pensieri apocalittici e sull’Anticristo. Chiesa cattolica non contribuiva: molti interdetti aka proibisce accesso a certe funzioni della chiesa in certi luoghi.
CONSEGUENZE: risposta a necessità di placare angoscia: riforma protestante + cattolica.
Giovanni Ruysbroeck (+ Gerard Groote): Devotio moderna (da XIV secolo) aka meditazione personale strutturata e metodica, essenzialmente verso Cristo.
CONSEGUENZE: totale indipendenza spirituale del soggetto (poi con movimento giansenista, dim. devozionale, protestanti: legame diretto uomo/Dio)
Stato moderno e Chiesa cominciano a prendere strade diverse pur essendo comunque parallele: Stato non ha dominio di tutto (non ha singolo) e Chiesa
perde commistione con strutture politico-amministrative MA rimane l’opera nell’ambito dei sentimenti, speranze, emozioni , etc aka “forze irrazionali”
(Troeltsch) (Stato non vuole esserne a parte perché: perderebbe qualità di immanentismo e razionalismo - oppure approda a utilitarismo)  nascita della
democrazia: prospettiva individualista (che ha origini anche nel diritto naturale) 1favorisce spirito di libera associazione che si amplia sempre di più
CONSEGUENZA: anche lo stato appare soltanto come una libera associazione che abbraccia tutte le altre + 2rinforza la democrazia che si delinea come
individualismo politico dal quale derivano due tendenze antitetiche:
1: individualismo razionalistico: origine nel diritto di natura svicolato dal fondamentalismo cristiano, prevale principio di uguaglianza naturale degli individui
+ esigenza di uno stato capace di realizzare gli scopi del singolo (concetti di Rousseau: uomo già buono e completo per natura che necessita solo di piena
realizzazione grazie a uno stato che assicuri buon governo e non ne intralcino il cammino)
2: individualismo irrazionalistico: origine nell’esigenza di libertà di fede e cultura che devono essere difese di fronte all’onnipotenza dello stato aka
necessario controllare sempre che stato renda possibile tale libertà  relazione tra dio e uomo diventa assoluta, non subordinabile ad alcunché
Nascita dello stato moderno è relazionata a un mondo restituito a dinamiche puramente terrene  processo di laicizzazione dello stato che non deve
educare il popolo ma solo i comportamenti eco, poli, sociali per assicurare prosperità. CONSEGUENZE (per T.): rinforzo del processo di individualizzazione del
modo di pensare e sentire già affermato dalla dimensione religiosa
Dal XIV società inizia a rappresentare sé stessa (pittura per analfabeti aka testo per acculturati by Greg Magno): Troeltsch (causa è stato laico) + G. Simmel
(riforma Prot. e Catt. iniziano processo di razionalizzazione): individuo non rappresentato attraverso i simboli che ricopre MA attraverso caratteri personali
(ritratto di Vermeer + Moliére, Avaro, Misantropo) e natura ordinata che perde valenza magico-sacrale relazionata a vita interiore determinata da scelte
personali: soggettività in ricerca della profondità del proprio sé + armonia naturale possibile
IN BREVE: processo di individualizzazione del modo di pensare e sentire è stato causato da due percorsi diversi: 1: trasformazioni della dimensione religiosa
CAUSATE DA crisi del XIV e XV sec, tensione spirituale  personalizzazione della dim. religiosa/importanza della dimensione umana + maggiore
consapevolezza pastorale con le riforme cattoliche; 2: affermazione dello stato laico aka istituzione burocratico razionale dove al potere tradizionale si
sostituisce l’organizzazione militare della struttura burocratico-razionale, insufficienze etica aka stato idgaf della fede e emozioni (altri percorsi che hanno
giovato: invenzione della stampa a caratteri mobili, rotte atlantiche e asiatiche, economia moderna, etc)
Max Weber, Ernst Troeltsch: mondo moderno è esito di processo di razionalizzazione di lungo periodo nel quale eredità culturali delle epoche precedenti
interagiscono con un nuovo contesto di scoperte geografiche/scientifiche, innovazioni istituzionali, razionalizzazione delle dottrine religiose. Questo causa
una nuova modalità di azione sociale che tenderà a trasformare la società nel suo insieme. Con capitalismo si alimenta immanentizzazione di interessi e
aspirazioni.
L’economia moderna: Troeltsch: riassunto nel capitalismo aka possibilità di disporre sia di capitale da inserire nel circuito produttivo per valorizzarlo secondo
un determinato calcolo di investimento sia di lavoro salariato, espressione di processo di razionalizzazione che riguarda tutti i settori produttivi.
CONSEGUENZE: immanentizzazione di interessi e aspirazioni, euforia per la potenza dell’uomo (assicurazioni), ottimismo nel progresso, esaltazione del
nuovo come senso normativo della storia MA ANCHE assottigliarsi di: senso di dipendenza a natura, senso di precarietà, dim. religiosa, nuovi rapporti di
dipendenza (ad es. Stato dipende da potenze finanziarie internazionali) QUINDI tensione permanente tra soggetto che percepisce propria individualità e
condizione oggettiva nella quale questa tensione è marginalizzata in quanto si è in universo immanente di interessi e aspirazioni materiali
N.B. questo individualismo (da capitalismo) è diverso da quello dell’individuo che sente e percepisce la profondità del proprio sé (da materialismo pratico).
La scienza moderna: (della natura): affermazione del processo di razionalizzazione che non è conoscenza reale ma sicurezza di poterla conseguire.
Troeltsch + Weber: basta volere per potere, tutto può essere dominato con la ragione e con i mezzi tecnici (ottimismo di volontà e pessimismo di ragione)

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Galileo: linguaggio matematico è codice del mondo CONSEGUENZE: perdita di ricerca della dim. eterna + determinazione del singolo
La speranza tecnologica: è l’unico ambiente dove si ha la certezza che il nuovo si riaffermi costantemente QUINDI speranza tecnologica AKA non variare esito
delle connessioni causali ma perlomeno indirizzare la loro forza verso specifici processi riproduttivi a vantaggio dell’uomo
Marx: processo di mutamento tra modello di sviluppo (capitalismo) e assetti assi metrici tra classi sociali MA Arendt: problema se uomo non riesce a
controllare la tecnologia provocando fenomeni innaturali (ad es. bomba atomica)
Come la morfologia (con capitalismo, vincoli su territorio, etc) registra stretegie di adattamento, cos’ anche fisiologia individua un nuovo ambiente morale.
Marx + Durkheim: da XIX, seconda fase della modernità aka idea del progresso tecnico-scientifico come elemento costante e permanente, entrambi vedono
mutamento sociale riconducibile a conflittualità tra gruppi sociali che è fenomeno storicamente superabile MA questa conflittualità è:
Marx: Durkheim: -storicamente circoscritta alla perdita di legami sociali +
- strutturale in ogni società storica avanzamento di autonomia individuale
- superabile quando viene meno il processo che risiede nei rapporti sociali di - superabile con ricostruzione di società morali
produzione
- aka portare avanti rivoluzione di capitalismo perché solo mutamento di - aka ricostruire legame sociale (no need to cambiare morfo) ma produrre
morfologia può cambiare annche fisiologia nuovo ambiente morale con funzione pedagogica
QUINDI esito di entrambe le prospettive: società non è solo morfologia o fisiologia ma anche Ralph Dahrendorf: chances di vita aka opportunità di crescita e
di realizzazione del singolo (problemi uguali vengono risolti da culture diverse con soluzioni diverse perché insiemi di opportunità diversi), aka intreccio tra
opzioni (possibilità di scelta) + legature (relazioni, legami di senso e ancoraggio che permettono al singolo di percepirsi come identità preziosa)
Homo sociologicus: vive per e dentro una relazione articolata tra sé e serie di soggetti che lui ritiene significativi ≠ Homo aeconomicus (utilitarista)
Durkheim: soggetto costituisce la sua realizzazione in società che lui riconosce come autorevole, il cui contesto sociale gli propone tot opportunità tra le quali
lui può scegliere QUINDI okay individualismo ma non scompare desiderio di legami e appartenenza MA è anche vero che individualismo sempre più forte CHE
CAUSA ricerca di emancipazione sempre più forte aka Chantal Delsol: legame è limite a libertà: filtra opzioni possibili diminuendo scelte
PARALLELAMENTE: consumo (pagamento rateizzato a interessi zero, moneta elettronica) + (istruzione: diritto di studio): estensione di opzioni
CONSEGUENZE: uomo in tensione tra riservarsi il maggior numero di opzioni possibili e esigenza di legami + con rappresentazione si intende visione artefatta
della realtà, ora non la si descrive ma si cerca di capire rapporti di interdipendenza
Nascente sociologia si interessa di mutamento sociale e delle condizioni influenti, svela contraddizioni di modernità riassunta da corrosione di legame sociale
Capitolo VIII: Le crisi e le ricomposizioni del moderno
IMPO: premesso che modernità (stato moderno+capitalismo+scienza sperimentale+speranza tecnologica+materializzazione di aspirazioni+) è ancora in
corso MA ognuno di questi tratti ha subito variazioni (metà Ottocento ≠ prima metà Novecento) colonialismo+totalitarismo+WW2 QUINDI cambia sia
morfologia che fisiologia aka ribaltamento della piramide dei valori (’68)
La prima guerra mondiale è trauma generale che causa sfiducia nel progresso e inversione del concetto precedente di modernità. Varie innovazioni:
- piano militare: no sosta invernale, nuove tecnologie (gas asfissianti) - politica: fragile struttura diplomatica e sistema di alleanze che peggiora situa
- sociale: leggerezza di entrata in guerra CAUSATA DA: reazione costante contro determinismo + necessità di recuperare vuoto relazionale
Esigenza di interazionefratellanza d’armi + fraternizzazione con nemico (non si bombarda mentre mangiano, Natale o Pasqua) + relazione con il potere
cambia (si esige di morire disciplinatamente senza combattere ma venendo uccisi in tentativi di attacco che fallivano quasi sempre)
CONSEGUENZA: generazione indurita che darà i natali a XX sec con comunismo e nazismo
WW1 CAUSA atomizzazione aka perdita del legame sociale che CAUSA da Anni ’20 disinteresse politico perché percepito come inutile (nonostante
innovazioni scientifiche) + reputare ininfluente questa indifferenza MA è sbagliato (Tocqueville: indifferenza è correlato di società non stratificata perché
appartenenze di ceto aiutavano a mantenere legami sociali + Arendt: quelle di classe aiutano con legame con istituzioni)  insieme di delusi e esclusi genera
ideologie: squalifica semplicistica di persone o della lettura del loro agire ridotta alla sola dimensione utilitaria, degli interessi CONSEGUENZA:
totalitarismo: Stato entra nell’universo privato di emozioni, affetti e genera nuovo orizzonte normativo coerente con gli interessi culturali e politici dello stato
aka sorveglia, controlla e educa
- Italia: fascismo di Mussolini (1922-1945): non proprio totalitarismo ma dittatura perché condanne politiche poche e lievi
- URSS: stalinismo (1924-1953): sì totalitarismo: elimina rapporti sociali (purghe: convogliano attenzione solo su famiglia e vedono tutti come nemici)
- Ger: nazismo di Hitler (1933-1945): sì totalitarismo con selezione di razza
INIZIO nuova fase modernità (prima esaltazione normativa del nuovo) ORA disincantonovità viste con sospettosi procede per occultamenti aka censure
Okay che Arendt: regimi tota facilmente rimossi MA dopo questo difficile dimenticare (Alain Finkielkraut + Theodor Adorno + George Steiner)
Troeltsch: crisi della modernità mediata dalla speranza tecnologica che dopo WW2 è sotto forma di industria di beni di consumo di massa società può non
riprodurre legame sociale ma può comunque ottenere risultati impo nell’efficienza con il sistema di welfare Anni ’60: affermazione di progetto di felicità
privata aka disimpegno sociale e politico MA fino metà 900 persiste etica del dovere anche se ragione laica la conosce anche senza istituzione religiosa che
gliela indichi ANCHE SE etica del dovere ha due ostacoli: 1: consumo di massa aka primato del tempo libero, 2: critiche alla dim normativa della modernità da
parte di marxismo, Nietzsche, etc.. Arendt: bulimia dei consumi che distrugge cultura per alimentare tempo libero + Roland Barthes: cultura di massa
funzionale a sistema sociale perché segna ingresso a mondo immaginario dove consumi si accompagnano a divi del cinema (indagine di Montegrano)
A UN CERTO PUNTO etica del dovere sbarazzata da primato della dim espressiva contro valori puritani e utilitaristi coagulata da evento storico: Maggio 68
AKA rivoluzione studentesca, 1968, in partic. Francia per diritto a espressività soggettiva sotteso a sviluppo di industria di consumi di massa MA ANCHE storia
del campus universitario + crisi politica (riforme rinviate, assenza di presidente che di 1 ministro + polizia alla sorbonne, etc)

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Varie interpretazioni: 1Presidente della repubblica: è complotto, 2Raymond Aron: parodia di riv., 3PCF: conflitto sociale tradizionale per fine di crescita
produttiva e aumento disoccupazione MA IN REALTA’ 4socio e filo: crisi di modello di civiltà + 5Cornelius Castoriadis: volontà di rottura radicale con mondo
capitalista burocratico + 6Edgar Morin: nuova avanguardia che crea scompiglio
MA ANCHE: Régis Debrayscuola marx: società francese ancora sotto valori di nazione e classe operaia inconciliabili con promozione di soggettività quindi riv.
Gilles Lipovetskypensiero Tocque: NO perché non esiste natura umana da coltivare, è semplice affermazione iperbolica di individualità da confermare
QUINDI Alain Finkielkraut: se non ci sono costruzioni sociali allora tutte sono legittime.
DOPO una volta negata la consistenza di ogni natura umanaeteronomia in nome della quale l’Io fluidificato di svuota di ogni sostanza (no soggetto ma
individuo) processo di disgregazione dell’Io e relativizzazione, negli Anni ’80: riciclaggio di soggettività perduta in sistema di personalizzazione
Dinamiche principali: affermazione dell’individuo + crisi legami sociali  porta a individualismo autoreferenziale + ricerca di microcolletività tensione
Ulrich Beck: processo di individualizzazione comporta: 1affrancamento dai ceti (perdita di capacità delle comunità morali di essere universo normativo
riconosciuto per soggetto) > 2disincanto (perdita di sicurezze tradizionali) > 3reintegrazione (costruzione da parte di soggetto di nuovo legame sociale) 
società fragile se conflitti si declinano in mille forme diverse CONSEGUENZA: se individuo è libero e può scegliere tra tante opzioni ALLORA
responsabilizzazione (assunzione della responsabilità anche in caso di scelte sbagliate e anche quelle non prese) mentre in passato scelte semi-automatiche.
QUINDI: volontà di elaborare strategie di recupero MA comunque inevitabile che tensioni sfocino in crisi strutturale fino a punto di non ritorno (anche dato
da disequilibrio psicologico) aka “cataratte della soggettivizzazione e dell’individualizzazione” -cit
Ferdinand Ebner: autoreferenzialità dell’Io è malattia dello spirito per eccellenza + Durkheim: “suicidio anomico”2 finisce con nuove turbe mentali/patologie
Gilles Lipovetsky: nuovo tipo di consumatore aka iperconsumatore aka a caccia di esperienze sensoriali per comfort psichico ma anche elevata qualità di vita
+ Felicità paradossale: felicità perché maggioranza si dichiara felice e effettivamente condizioni di vita mai state così alte MA paradossale perché malumore e
stress aumentati, ottimismo moderno ignora tutto questo  fatica di essere sé stessi, depressione diventa malattia della responsabilità
MA E’ ANCHE VERO che persiste comunitarismo nelle società rurali + minoranze etniche, ling, reli + comunità di destino
E’ possibile che i soggetti che non riconoscono autorità di certa istituzione, ambiente morale, etc decida cambiamento. Due modalità:
1: spostamento di ancoraggi del soggetto verso realtà associative diverse ma che rientrano nello stesso contesto culturale e normativo: Albert Hirschman 
abbandono delle istituzioni a causa di degrado interno negli Anni ’60 (questa è matrice politica: causa è perdita di credibilità) MA anche matrice economica
(causa è qualità del prodotto): qui cambi associativi sono più facili se la nuova comunità morale all’accesso non aveva richiesto sacrifici o impegni.
Rodney Stark: anche in universo religioso: facile se associazioni e reti interni a stesso ambiente morale non hanno alti costi di adesione
AKA meno avvertibile come trauma per singolo se ambiente di partenza e arrivo sono dentro stessa cornice culturale aka condividono ambiente morale
(ad es. abbandono di movimento di ordine religioso tanto meno traumatico quanto + altre realtà riconoscono Chiesa legittima + hanno stessa cornice morale
MA cambio di partito fa contrasti perché c’è struttura competitiva secondo la quale debolezza di X è forza di Y che non supporta cambi del genere)
2: spostamento del soggetto verso una nuova società da accogliere nella sua interezza (AKA rappre + credenze + principi normativi orientativi): ad es.
emigrazione, spostamento campagna-città, trasferimento in altro stato, avvento dell’informatica
Richard Sennett: flessibilità operativa dei soggetti causa conseguenze anche su piano di appartenenze e legami sociali. QUI INFATTI fisio segue morfo: i
principi seguono le condizioni concrete presenti sul nuovo territorio MA le società originarie come ambienti morali non scompaiono ma vengono riprodotte
su nuovo contesto (perché cambiamento della dim. cognitiva non comporta cambiamento in quella normativa: nuove condizioni lavorative non implicano
scomparsa di valori di ambiente morale originario) ANZI spesso persiste anche stessa lettura di rappre aka dim. cognitiva  Chinatown (quartiere),
associazioni come Italiani all’esteroCONSEGUENZE: conflitti: assenza di relazioni con esterno fanno sì che abbandono di un membro risulti tradimento
Problemo: comunità di accoglienza che rischiano integrazione parziale aka semplice contenitore culturale con sviluppo solo morfo e non fisio condivisa MA
non del tutto vero: reazioni contro ondata di profughi siriani dopo 2011 è prova di reazioni contro dissolvenza della dim morale e normativa (ad es.
autonomia espressiva - velo in FRA - o culturale -moschee in Italia- che dà impressione di essere collettività senza valori  fenomeni di rifiuto o
contenimento)molti parlano di shock delle cultura MA SBAGLIATO perché è + un confronto assimentrico tra richiesta di riconoscimento di culture con
chiara identità e società di accoglienza che ha crisi in proprio progetto culturale che alimenta idea di contenitore culturale
Ostacolo a integrazione: religione perché ognuna rivela la sua verità come incontrovertibile: ORA non più catt vs prote MA religioni monoteistiche universali
PERCHE’: sia fatti storici (1978: rivoluzione khomeynista + 15 marzo 2011: guerra civile siriana) MA NON SOLO: processi di de-territorializzazione e de-
culturazione AKA per circolare universo religioso deve apparire come universale QUINDI sviluppo cultura separata da universo religiosoritorno al puro
religioso aka religione separata da ogni universo culturale MA Pierre Manent: distinzione tra strutture istituzionali: questo vale in Occidente (incertezza dei
costumi coniugata a stabilità statale) MA NON in Oriente (incertezza dello stato ma profonda stabilità dei costumi dove religione è anche legge, morale, stile
di vita) soluzione: recupero della dimensione politica intesa come capacità di produrre bene comune da parte della comunità dei cittadini.
Esiste anche altra opzione AKA cambio di ambiente morale verso uno che richieda metanoia aka consenso esplicito identificativo  costi di adesione quando
realizzati permettono difficoltà a uscire da comunitàpassaggio da ambiente a altro implica condanna di ambiente di partenza  comunità pone ambiente
morale, principi e valori e poi dei a protezione di questo (ad es. gruppi familiari, associazioni di scopo o ideale ma anche sette religiose)
Esiste anche abbandono volontario di una comunità in ragione di svuotamento di significato verso neutralità agnostica, indifferenza poli, individual sociale.
Tocqueville: morte delle religioni: distacco da religione è distacco sia da comunità che la rappresenta sia di universo morale verso indifferenza  è reazione
all’irrilevanza. Danièle Hervieu-Léger: “espulsione culturale” aka exculturation: sano rifiuto aka personalizzazione delle convinzioni fino a separaz completa

2 suicidi: altruistico (per soddisfare imperativo sociale aka comandante nave), egoistico (per carenza di legami sociali aka il depresso), anomico (numero suicidi aumenta
in periodi di sovrabbondanza come in quelli di carestia)

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Ulrich Beck: rinuncia ad ambiente morale per sua incapacità di formulare lettura adeguata di realtà per spiegare presente complesso. Ralph Dahrendorf:
scelte del soggetto sono in parte di beni, servizi o credenze prima c’è scelta della comunità morale di riferimento, scegliere a chi/cosa ancorarsi (scelta non
solo di un luogo,prima scelta di rete di persone significative)
Capitolo X: Una conclusione di metodo: Le alternative epistemologiche
Analisi sociologica: 1descrizione di scenari poli, eco, cult nei quali il soggetto è immerso  focus su elementi contestuali ma rischio che diventi sola descriz o
critica sociale (perché è società che condiziona individuo: annullamento dimensione individuale); 2analisi di funzionamento di istituzioni regolative in un
sistema sociale + azioni di soggetti che una volta aggregate producono fenomeno focus su ragioni e interessi MA spiegare non è giustificare (2 GIUSTA)
PROVA: si cerca teoria generale di mutamento sociale a partire da struttura sociale (prima la statica, poi la dinamica) Karl Marx: rapporti materiali di
produzione promulgano mutamento aka rapporti determinati, necessari, indipendenti da volontà di qualcuno aka sviluppo di forze produttive mutano tutta
struttura sociale MA Max Weber: non esiste teoria che unifichi psiche sociale in una formula a meno che non si accettino mille smentite dai fatti storici +
Talcott Parsons: non esiste ma si può fare teoria dei sottoprodotti del mutamento dentro sistema, #same per Boudon: effetti di retroazione dei risultati del
sistema MA retroazioni sono okay suggerite ma condizioni strutturali del sistema ma non sono scontate, passano per individuoabbandono tesi del
condizionamento sociale radicale perché incrina tesi di mutamento socialesi favorisce modello individualistico
Stesso è per mutamento di credenze e valori MA 1possibili pressioni dall’esterno aka morfologia non cambia ma pone basi per mutazione in fisiologia (ad es.
avvento di globalizzazionecambiamento di valori verso flessibilità, mobilità, disponibilità a imparare cose) ANCHE SE non è mutamento imperativo: può
essere che mutamento morfo non cambi fisio: appunto perché non retta da sola tradizione ma capacità di svolgere ruolo utile per stabilità di coesione soc.
ANCHE 2possibili pressioni dall’interno: si modifica la morfo per conservare o recuperare la dim morale che caratterizzava fisio causata dal venir meno di
autorità morale dei principi alla base (ad es. trasformaz ordine benedettino con Benedetto di Aniane, Bernone&Oddone, Roberto di Molesme)
IN BREVE morfo e fisio separate strutturalmente MA si influenzano per via indiretta tramite comportamenti e scelte degli attori sociali Frédéric Le Play:
bassi salari degli operai ma in osteria spesso: cambiamento sistemi produttivi (morfo) ma non dell’importanza di schemi relazionali tipici di comunità
contadina di origine (fisio) + es: same in ambiente morale: dei (Europa: da paganesimo a cattolicesimo) possono essere cambiati ma valori base rimangono
MA VERO ANCHE OPPOSTO: fisio può mutare anche morfo (quando reli impone pratiche che hanno conseguenze nella quotidianità OPPURE diritto
ricongiungimento familiare aka direttiva eu 2001 ha conseguenze su immigrazione)

DUNQUEH socio analizza società sia come fatto storico che come realtà con esiti aperti aka chances di vita  questi due trovano pieno sviluppo a crisi di
modernità (dalla quale sono nati)  disancoramento del singolo nei confronti delle diverse culture di appartenenza (luogo, ceto, religione etc) crea secondo
disincanta mento singoli chiamati a fare scelte necessità di criteri:
1. razionalità strumentale: + diffuso e comprensibile MA inutile quando si deve scegliere su cose di cui non sappiamo le conseguenze
2. razionalità assiologica: posto per sottoscrivere valori, è giusto e bene fare X
3. razionalità cognitiva: persegue la verità, tipico delle materie scientifico-filosofiche  Weber: razionalizzazione diffusa per risolvere problemi
progresso di norme

Scaricato da Annachiara Sartori (annasartori692@gmail.com)

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