www.consorziosanita.com Novembre 2010 n.

00 IL NETWORK DEL SISTEMA SANITARIO

Mensile di Informazione per la Sanità

IL NETWORK DEL CONSORZIO

GLI ASSOCIATI I FORNITORI LEADER
Centro Antidiabete AID Stabia Bayer
Castellammare di Stabia · 0818711389
Centro Antidiabete AID Oplonti LifeScan - Johnson & Johnson company
Torre Annunziata · 0818614375 Roche
Centro Antidiabete AID Napoli
Napoli · 081411195 Menarini
Centro Antidiabete AID Irpino G.E. Medical
Avellino · 0825680031 Bionova Srl
Centro Antidiabete AID Nocera
Nocera Inferiore · 0815178406 Sterilfarma
Centro Antidiabete AID Nola Chorus
Nola · 0815125333
ABA Medica I costi standard per la sanità.
Centro Antidiabete AID Tirreno
Cava dei Tirreni · 089464273 Tipolito Emmegi Una opportunità?
Laboratorio Ce.Di. dei Mille AL.CA. Plast
Si ma attenzione…
Napoli · 081401790 Nella bozza dei regolamenti attuativi del federalismo
Marigo Srl
Centro Podologico “Cura del Piede” fiscale, è compresa la disciplina inerente i Costi Standard
Castellammare di Stabia · 0818719496 Philips in sanità, che ad oggi è in discussione presso la Conferenza
Stato Regione. I costi standard rappresenteranno il costo
Centro Posturologia - Ok Postura medio (per ogni singola voce di spesa), a cui ogni regione
Castellammare di Stabia · 0818711389 dovrà attenersi per la effettuazione delle prestazioni
sanitarie previste dai LEA, nonché il costo medio da considerare per gli acquisti di
beni e servizi. I costi standard rappresenteranno una rivoluzione per la pubblica
amministrazione, che per la prima volta avrà un indicatore semplice e preciso per valutare
dal 1952 per la prevenzione, le Regioni realmente virtuose ed efficienti. Questa novità sarà un valido strumento di
sistema premiante per le Regioni virtuose, che attueranno tale disciplina nella gestione
lo studio e la cura del diabete delle risorse regionali, oltre che valido mezzo strategico per la razionalizzazione dei
costi in sanità. Ma tale lavoro non risulta cosa agevole e difatti si segnalano diverse
e delle sue complicanze criticità. La determinazione degli effettivi costi standard si sta trascinando tante
polemiche tra le Regioni ed il Governo centrale. A sollevare maggiori dubbi sono le
Regioni meridionali, in quanto, per determinare la media nazionale dei costi definiti
SEDI standard saranno presi in considerazione i costi di alcune regioni del nord definite
virtuose. Proprio tale criterio è messo in discussione in quanto, sarebbe un errore non
Napoli Castellamare di Stabia (NA) tener presente le oggettive problematiche legate a fattori socio-economici cha alcune
Via M. D’Ayala, 1 Pizza Spartaco, 7 Regioni meridionali denunciano e rischiano di causare squilibri. Quindi sarebbe utile,
Tel. 081.41.11.95 Tel. 081.871.13.89 per evitare errate valutazioni economiche, prendere in esame anche i costi sostenuti
da alcune Regioni del meridione, al fine di calcolare correttamente i costi standard ed
Torre Annunziata (NA) Avellino assicurare un corretto equilibrio economico su scala nazionale senza alcune disparità di
Via Dante, 16 Via Nazionale, 246 valutazione su base regionale. È importante sottolineare un principio imprescindibile,
Tel. 081.861.43.75 Tel. 0825.68.00.31 i fattori economici non possono mortificare i livelli essenziali di assistenza ne tanto PRESIDENTE ONORARIO
meno i livelli minimi quali-quantitativi dell’assistenza sanitaria e questa definizione Giovanni Longobardi
Nola (Na) Nocera Inferiore (Sa) trova una sua logica anche in termini economici. Difatti altro argomento di confronto
Via Annibale, Via Origlia, 28 a livello centrale è sui cosiddetti “isobisogni” ovvero i bisogni che corrispondoino alle
reali esigenze del cittadino-utente e che in caso di disattenzione oltre a causare danni AMMINISTRATORE UNICO
Tel. 081.512.53.33 Tel. 081.517.84.06
in termini di salute arreca maggiori diseconomie. Infatti, nel caso in cui le Regioni Alfonso Longobardi
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programmassero il proprio piano sanitario regionale con il solo fine di adeguarsi ai
costi standard nazionali, disattendendo i reali bisogni della popolazione, correrebbero COMITATO SCIENTIFICO
il rischio di non riuscire a garantire i Livelli essenziali di assistenza e i relativi livelli
minimi quali-quantitativi. Tutto ciò con il rischio di una doppia ricaduta negativa: Sandro Gentile
1) una mobilità passiva dei propri cittadini verso altre regioni con incidenze negative Gerardo Corigliano
in termini di compensazioni passive con altre regioni; 2) diventare fanalino di coda
tra le regioni virtuose con le debite conseguenze. Il metodo: Bisogna tener presente RESPONSABILE LEGALE
in via preliminare le caratteristiche di ogni Regione, le problematiche connesse al Amedeo Iannella
territorio, i fattori epidemiologici, il livello di scolarizzazione della popolazione, il
livello di ricchezza pro-capite, il livello di povertà, la densità abitativa del territorio,
Progettazione SOFTWARE l’incidenza delle malattie, collegando pertanto elementi socio economici ad indicatori PROGETTO GRAFICO
Sede: Rampe Brancaccio, 45 · 80132 Napoli legati direttamente al territorio. Solo imboccando tale strada sarà possibile realizzare un Michele Esposito
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Amministratore Unico Consorzio Sanità
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Longevità, Benessere e Salute
se fedeli alla Dieta Mediterranea
PRIMA PARTE
INTERVISTA ALLA PROF.SSA ANNA RAFFONE
Docente di scienza degli Alimenti
La Dieta Mediterranea, tipica dei paesi
che si affacciano sulle coste del medi-
terraneo, è caratterizzata da abbondanti
quantità di prodotti vegetali (frutta, ver-
dura, pane, altri tipi di cereali, legumi,
noci e altri frutti a guscio, semi), frutta
fresca , olio extra vergine di oliva come
principale alimento per condire, latticini
(soprattutto formaggio e yogurt), pesce,
uova, pasta. Questa dieta è povera di gras- si saturi (non
più del 7-8% dell’apporto energetico complessivo), ricca
di fibre e sostanze antiossidanti indispensabili per la pro-
tezione del nostro organismo dagli stress ossidativi.
D. La dieta mediterranea si riferisce ad un modello alimen-
tare indirizzato per persone con particolari esigenze nutri-
zionali o può essere consigliata per tutti?
R. La Dieta Mediterranea è un tipo di alimentazione pro-
pria dell’Italia, della Francia, Spagna, Grecia ed alcune
regioni del Nord Africa, e punta soprattutto al benessere
ed alla salute dell’individuo. Apprezzata oramai in tutto il
mondo, si basa principalmente sul consumo di alimenti di
origine vegetale derivanti da coltivazioni biologiche come
pane, pasta, ortaggi, frutta, olio d’oliva, ma sono ammessi,
pur se in quantitàmoderate, anche latte e carni magre.
Questo stile alimentare non presenta controindicazio-
ni ed è auspicabile per tutte le fasce di età e per tutte le
condizioni fisiologiche, garantendo un’aspettativa di vita
maggiore. Nel 2006 la Comunità Europea ha decretato la
Dieta Mediterranea come l’alimentazione piu salutare ed
equilibrata e quindi fortemente raccomandabile ai cittadi-
ni della comunità.
D.Quali sono gli alimenti tipici che rapresentano la Dieta
Mediterranea?
R. Nella cultura mediterranea non c’è alimento che meglio
della Pasta e dell’ Olio di Oliva, dimostri questi legami.
Riscoprire questo preziosi nutrimenti, riconoscerne i me-
riti e gli apporti insostituibili alla nutrizione dell’uomo è
anche un modo per rendere omaggio alla storia alimenta-
re della civiltà mediterranea. Un’altro simbolo della dieta
mediterranea famoso in tutto il globo è la pizza propinata
nelle sue più fantasiose ricette; da sola, se ben calibrata
negli ingredienti, può essere considerata un piatto com-
pleto a tutti gli effetti conciliando al gusto anche la prati-
cità di consumo. La ricchezza e la varietà di cereali prefe-
ribilmente non raffinati, i legumi ( considerati anticamente
“la carne dei poveri” perchè ricchi di proteine seppur di
minor pregio nutrizionale rispetto alle proteine animali), le
verdure fresche di stagione, il pesce azzurro, latte e deri-
vati, le carni preferibilmente bianche e il vino rosso ricco
di antiossidanti come il resveratrolo rendono la dieta me-
diterranea un fattore di protezione contro l’insorgere delle
così dette malattie del benessere: trombosi, arterosclerosi,
infarto, diabete, ipertensione, malattie digestive e obesità.
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Sanità: integrazione privato e
pubblico - cooperazione e telematica
In tempo di crisi, è importante parlare
della Sanità del nostro Paese, con il Ser-
vizio Sanitario Nazionale che ha ormai
compiuto 32 anni. Il privato costruisce
e gestisce servizi sanitari con l’obiettivo
prioritario di governance della salute di
tutti i cittadini in un sistema complemen-
tare alla sanità pubblica, ma più sensi-
bile al bilanciamento tra costi sostenuti
e prestazioni erogate con un sano inte-
resse imprenditoriale. La Sanità italiana nel suo insie-
me (pubblico e privato) è la prima realtà economica del
Paese: contribuisce direttamente e indirettamente alla
creazione di un enorme valore economico. Valore pur-
troppo non sempre corrispondente al livello di qualità
prodotto e soprattutto percepito dai cittadini. La collabo-
razione tra pubblico e privato può rappresentare quindi
un importante supporto al sistema sanitario e numerose
aziende sanitarie private sono pronte a offrire cultura e
competenze integrate nell’ambito di una cooperazione
che abbia come obiettivo la tutela della salute di ogni
individuo e la sostenibilità del sistema sanitario. L’infor-
matica sanitaria e la standardizzazione dei processi può,
e deve, supportare questa collaborazione. Connettere le
aziende sanitarie pubbliche e private alla stessa rete in
cui sono collegati le strutture territoriali e i medici di
base consente di ottimizzare i processi evitando sprechi
e migliorando l’appropriatezza delle prestazioni erogate.
In questa direzione il governo centrale sta sbloccando i
fondi puntando a far fare un impegnativo salto di qualità
organizzativo e procedurale a tutte le aziende sanitarie e
ospedaliere entro la fine della legislatura agendo soprat-
tutto sul coordinamento e la diffusione su scala nazionale
dei programmi e delle best practice già avviati da diverse
Regioni. Il Consiglio dei Ministri del 24 settembre scorso
ha infatti approvato il disegno di legge “Sperimentazio-
ne clinica e altre disposizioni in materia sanitaria”che
prevede misure in materia di ricerca sanitaria, di sicu-
rezza delle cure, di riforma degli ordini delle professioni
sanitarie, di fascicolo elettronico e di registri di rilevan-
te interesse sanitario. Il Fascicolo sanitario elettronico
(FSE), fino ad oggi non disciplinato a livello nazionale
da norme di carattere primario o secondario, è definito
come l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sani-
tario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti
e trascorsi, riguardanti l’assistito. Il Fascicolo sanitario
elettronico è istituito dalle Regioni e Province autonome,
nel rispetto della normativa vigente in materia di prote-
zione dei dati personali a fini di prevenzione, diagnosi,
cura e riabilitazione; studio e ricerca scientifica in campo
medico, biomedico ed epidemiologico; programmazione,
gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria
e sarà il tessuto connettivo dello sviluppo della collabo-
razione tra pubblico e privato.
Dott. phd Francesco Amato
Amministratore CHORUS
Consulente Sistemi Informatici
Centri AID - Consorzio Sanità
SANITÀ e TERRITORIO...
INTERVISTA ALLA DOTT.SSA ANNUNZIATA TAVELLA
Resposnsabile UOAS Distretto Sanitario 53
Dibattito aperto sulla sanità territoriale. Approfondiamo
alcuni spunti con la dottoressa Annunziata Tavella diri-
gente responsabile Unità Operativa Assistenza Sanitaria
Distretto 53.
D. Dottoressa quali sono i compiti della sua Unità Operativa
R. La unità operativa ,di cui sono responsabile, è la U.O.,
Assistenza Sanitaria di Base, cui competono i compiti di
assicurare ai cittadini l’accesso e la fruizione di molti dei
L.E.A.(LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA). È a
sua volta un’articolazione operativa del Distretto Sanitario
che assicura i servizi di assistenza primaria relativi alle
attività sanitarie e sociosanitarie, nonchè il coordinamen-
to delle proprie attività con quella dei Dipartimenti, dei
servizi aziendali e delle strutture ospedaliere,inserendole
organicamente nel PAT (Programma delle Attività Terri-
toriali).
D. Quali le prospettive del progetto integrato Ospedale Ter-
ritorio?
R. Proprio a proposito del coordinamento con le strut-
ture ospedaliere già da tempo si sta lavorando per rea-
lizzare una maggiore integrazione Ospedale-Territorio,
soprattutto per la gestione del paziente cardiologico post
acuto. Un miglioramento della comunicazione fra Repar-
I CONSORZI COME STRUMENTO DI RILANCIO
La necessità di ottimizzare le risorse a disposizione, per far delle loro economie di scala. Un’ulteriore
fronte alla concorrenza delle aziende di maggiori dimen-
sioni e alle contingenze negative di mercato, porta le PMI
a cercare nuove soluzioni che garantiscano la loro stessa
sopravvivenza. Strumento utile ed efficace per giungere
all’obiettivo di razionalizzare i costi è la partecipazione ai di garanzia collettiva (i Confidi) che possono
consorzi, i quali consentono alle PMI di ottenere servizi ed
economie di scala che altrimenti sarebbero loro preclusi.
Attraverso la partecipazione ai consorzi le piccole realtà
possono esternalizzare servizi che tipicamente vengono
svolti all’interno dell’azienda e che comportano elevati co-
sti. La partecipazione ai consorzi può risultare addirittura
necessaria per quelle imprese che non possono agire sulle
dinamiche dei propri ricavi, come ad esempio le aziende
sanitarie convenzionate con il servizio sanitario pubblico.
In questo caso, con le ultime normative regionali, le azien-
de sanitarie private sono costrette ad erogare prestazioni
entro determinati limiti quantitativi che diventano di volta
in volta più stringenti. In queste condizioni le uniche voci
di bilancio su cui possono agire direttamente sono rappre-
sentate dai costi di esercizio, e sulla base di queste esigenze imposta, da quelli con attività esterna che rientrano nell’al-
sono nate varie aggregazioni di imprese nel settore della
Sanità. Tipico è l’esempio dei Consorzi di acquisti che per-
mettono alle piccole imprese del settore di avere maggiore
forza contrattuale nei confronti delle grandi aziende farma-
ceutiche, che a loro volta possono ridurre i prezzi dei loro
prodotti per ordinativi più elevati grazie allo sfruttamento dottore commercialista
to ospedaliero e Territorio consentirebbe di concordare
e formulare percorsi diagnostici terapeutici individuali
e ottenere il risultato di porre il paziente al centro di una
rete assistenziale che parte dal cardiologo ospedaliero,
passa attraverso il Medico di Medicina Generale e arriva
al Distretto
D. Quali potrebbero essere gli effetti positivi indotti?
R. Una aderenza più costante dei pazienti ai trattamenti e
ai controlli diagnostici con conseguente minor rischio di
recidive una diminuzione dei ricoveri inappropriati una
diminuzione della mobilità passiva verso Aziende Ospe-
daliere
D. Arriveremo secondo Lei ad una reale integrazione?
R. Per far si che l’integrazione si realizzi operativamente
occorre un cambiamento culturale che la profonda crisi
della Sanità Campana non ci consente più di rimandare
soprattutto per l’obiettivo di ridurre gli sprechi di risorse
con le prestazioni inappropriate che spesso sono l’effetto
collaterale proprio della mancanza di Comunicazione e
Coordinamento.
Nello de Martino
Giornalista
considerazione che può spingere le piccole
imprese all’aggregazione è la possibilità per
i consorzi che raggiungono una maggiore di-
mensione patrimoniale di costituire organismi
permettere alle PMI di ottenere finanziamen-
ti, e conseguente liquidità, altrimenti inac-
cessibili. Considerando le norme civilistiche,
i consorziati provvedono ad una contribuzione i n i z i a l e
che viene trattata alla stregua del capitale sociale. Tale fon-
do consortile deve rimanere vincolato a garanzia e tutela
dei terzi. Dal punto di vista contabile le società che hanno
partecipazioni in consorzi, rappresentate da quote del fondo
consortile, devono iscrivere le stesse nell’attivo dello Stato
Patrimoniale alla voce “Partecipazioni in altre imprese”. Le
somme erogate invece ai consorzi quali corrispettivi per ser-
vizi ottenuti sono costi d’esercizio e fiscalmente deducibili.
Per quanto riguarda la disciplina IVA bisogna distinguere
i consorzi con attività interna che non sono soggetti a tale
veo di tale tributo nel momento in cui svolgono servizi per
conto dei consorziati coprendo i costi con i loro contributi.
Quindi le quote versate dai consorziati per servizi ottenuti
dal consorzio sono soggette ad IVA.
Paolo Somma
ODCEC di Torre Annunziata
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