Il recente divieto del ministero della pubblica istruzione di utilizzare animali a
scopo didattico nelle scuole, suscita diversi interrogativi…
FABRIZIO PANCINI
Riprendendo l’articolo del collega Oscar Grazioli pubblicato su “Libero” nei
giorni scorsi, di cui condivido la tesi di fondo secondo la quale l’uso indiscriminato degli animali a scopo didattico nelle scuole è certamente da evitare, ritengo necessario però alcuni distinguo, per evitare generalizzazioni che non farebbero chiarezza su ciò che si intende per animale, sul fatto che vengano utilizzati animali vivi nelle scuole elementari ed infine sull’opportunità che il ministero della pubblica istruzione, individui come unico interlocutore deputato all’insegnamento del rispetto per gli animali la pur rispettabilissima Lega Antivivisezione. La nota ministeriale del 29 aprile scorso infatti, cita dottamente la Legge 20 luglio 2004, n° 189 che, all’articolo 1, modifica il codice penale all’articolo 544 bis, sanzionando con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale...”, ma la nota non riporta che la stessa legge, all’articolo 3, cita testualmente che: “Le disposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice penale non si applicano ai casi previsti dalle leggi speciali in materia di caccia, di pesca, di allevamento, di trasporto, di macellazione degli animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici, nonché dalle altre leggi speciali in materia di animali. Le disposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice penale non si applicano altresì alle manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla regione competente”. La stessa nota del ministero poi, cita il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n° 116, attuazione della direttiva n. 86/609/CEE in materia di protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici, nel quale, all’articolo 8 comma 2, viene ribadito il divieto degli esperimenti a scopo didattico-dimostrativo. Tale concetto, viene esplicitato anche nella circolare n. 17 del 5 maggio 1993 del ministero della sanità, che recita testualmente: “Gli esperimenti a scopo didattico sono anch’essi ammessi in via eccezionale, in via preventiva ed in sede di programma di progetto didattico quando siano insieme presenti due condizioni: l’inderogabile necessità e l’impossibilità di ricorrere ad altri sistemi dimostrativi.” QUALI ANIMALI? Fin qui, nulla da obiettare, se non il fatto che le norme richiamano genericamente gli animali senza specificarne le specie interessate. A questo punto viene spontanea la domanda: ma gli insetti e gli invertebrati (come lombrichi o lumache) sono ricompresi tra gli animali genericamente indicati nella normativa? L’Art. 2 del Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n° 116, chiarisce tale domanda affermando che: “Ai sensi del presente decreto si intende per: animale non altrimenti specificato: qualsiasi vertebrato vivo non umano...” La nota del ministero della pubblica istruzione, inoltre, fa riferimento anche a parti di animali che vengono utilizzate a scopo didattico nelle scuole da parte degli insegnanti di scienze. Anche in questo caso quale normativa vieta l’uso di una parte anatomica di un animale a scopo didattico? Forse si potrebbe condividere che un cuore o un altro organo da dissezionare a livello di scuola elementare possa rappresentare una forma di violenza gratuita nei confronti dei bambini che assistono alla lezione della maestra, tuttavia, quante volte capita che un bambino (magari il nostro) possa assistere all’eviscerazione di un pollo o di un pesce da parte della mamma durante la preparazione di un prelibato manicaretto o che un padre, portando il proprio figlio a pescare, utilizzi un povero vermicello quale esca da infilzare sull’amo, senza che questo possa ingenerare l’intervento preoccupato di una qualsiasi associazione animalista? IMPIEGO NON DIFFUSO La mia esperienza di veterinario pubblico mi lascia alquanto dubbioso sul fatto che esista un così diffuso uso sistematico di animali vivi nelle scuole, soprattutto nelle elementari e che il divieto di utilizzare un organo di un animale a scopo didattico sia il miglior sistema per prevenire forme di maltrattamento sugli animali da parte dei bambini e che questa pratica, definita ottocentesca, si possa trasformare tout court in violenza sugli esseri umani. Comunque è indubbio che, se si sono verificati gli abusi segnalati dalla Lega Antivivisezione, sarà come sempre la magistratura a stabilire i fatti e a punire i responsabili in modo rigoroso, secondo le vigenti norme in materia di maltrattamento. SPIEGARE, NON VIETARE Per chiudere questo argomento ritengo che le cose alle quali i ragazzi possono assistere durante l’ora di scienze, andrebbero spiegate invece che vietate, se non altro perché la politica del divieto generalizzato (credo ne converrete che esiste una differenza tra scuola elementare e scuola superiore in fatto di approccio pedagogico), non è certamente educativa. E I VETERINARI? Un ultimo ma non meno importante aspetto di questa nota ministeriale è che essa fa riferimento ad un protocollo d’intesa tra il ministero stesso e la LAV Onlus, Lega Antivivisezione, rinnovato nel febbraio dello scorso anno, che si fonda sulla promozione, diffusione ed approfondimento dei temi dell’educazione finalizzati al rispetto di tutti gli esseri viventi, in tutte le scuole di ogni ordine e grado. La nota si chiude con l’invito, indirizzato agli insegnanti interessati a diffondere una più profonda conoscenza del mondo animale, a contattare il Settore Educazione della LAV. Lungi dall’esprimere considerazioni corporative, mi pare che l’invito del Ministero della Pubblica Istruzione, non tenga conto dell’esistenza di una fondamentale categoria di professionisti qual è quella dei medici veterinari, che per mestiere e spesso per vocazione, hanno improntato tutta la loro vita a diffondere, con cognizione di causa, i principi legati al benessere psicofisico degli animali e del rapporto tra questi, l’uomo e l’ambiente. Da diversi anni infatti la FNOVI ha prima promosso e poi attuato il cosiddetto “Progetto Scuola”, una proposta finalizzata ad introdurre nei programmi scolastici i temi della prevenzione, alimentazione e tutela della salute umana e animale. Sarebbe auspicabile che il ministero della pubblica istruzione riconoscesse il ruolo formativo e informativo dei veterinari (soprattutto pubblici), affinché vengano attuati e garantiti sistematicamente degli interventi differenziati e modulati a seconda del grado di maturazione raggiunto da bambini e ragazzi nell’ambito della scuola, lasciando ai veterinari pubblici il compito istituzionale di stabilire la liceità ed i limiti sull’utilizzo degli animali o di parti di essi a scuola e sull’eventuale violazione del loro benessere. LA SIVAL Un’ultima considerazione o, se preferite, autocitazione che riguarda la società SIVAL (Società Italiana Veterinari Animali da Laboratorio) che ho avuto l’onore di fondare insieme ad altri più autorevoli colleghi. Scopo della SIVAL, società federata ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), è quello di promuovere il principio delle 3R (Reduction, Refinement Replacement) ma soprattutto di introdurre quello di altre 2R (Responsability, Respect) nell’ambito della sperimentazione animale, allo scopo di favorire lo sviluppo e il miglioramento delle metodiche esistenti e la diffusione di metodi alternativi e/o complementari all’uso degli animali. SIVAL, infine, si è resa disponibile fin dalla sua fondazione a fornire la più ampia collaborazione con le Autorità e le Istituzioni preposte alla regolamentazione ed al controllo della sperimentazione animale, oltre allo stesso Ministero dell’Istruzione, per qualsiasi attività di supporto in merito all’informazione ed alla formazione degli studenti. Solo attraverso un rapporto di stretta collaborazione reciproca tra i diversi attori coinvolti e coinvolgibili (Ministero, istituzioni, LAV, FNOVI e ANMVI) e da un lavoro sinergico e di rete si potranno educare le nuove generazioni al vero rispetto e alla concreta tutela degli animali e del loro benessere.