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Silvia “Sister”
Luca
Rosy
in
Introduzione 5
Ringraziamenti 7
Into the wild 9
21 febbraio 2009
Bowling o non bowling? 11
19 Agosto
The long and winding road 13
20 agosto
Going to California 21
21 agosto
L’apparenza inganna 33
22 agosto
La donzelletta vien dalla campagna 39
23 agosto
Un lunedì da leoni 47
24 agosto
Passavia e il complesso di Edipo 53
25 agosto
Train de vie 61
26 agosto
Danubio blu e McDonald 65
Pensieri … 67
3
4
INTRODUZIONE
Capito?
Buona lettura.
5
6
RINGRAZIAMENTI
7
Ringrazio i soliti noti, amici, genitori e parenti
tutti, perché è consuetudine ed è doveroso.
Di nuovo grazie,
8
Into the wild
9
10
21(?) febbraio 2009
Bowling o non bowling?
11
12
19 Agosto 2010
The long and winding road
13
Rho – Eichstätt (ca. 650 km)
14
• n. 1 tavolo invisibile in cucina per far
credere di poter mangiare tutti insieme
come dei cristiani, salvo poi rendersi conto
che il tavolo invisibile non vuole proprio
saperne di comparire e dunque tutti sono
costretti a mangiare dove capita.
• n. 3 uova che a quanto pare sono le uniche
sopravvissute all’ultima scorpacciata del
povero Bismarck, prima di iniziare il suo
Kulturkampf (1870) e dichiarare bandite le
uova dalla faccia della Germania.
• n. 2 lavandini, di cui uno in bagno e uno in
camera.
• n. 0 bidet, perché in Germania, come nel
resto del mondo, non ci si lava mai.
15
ruote“ . Tradotto, tre ferracci con il freno a
pedale (e per chi non l’ha mai provato, non c’è
modo di spiegare cosa significhi, per l’uomo
medio, guidare una bici con il “freno a pedale”),
sofferenti del morbo di Parkinson (almeno la
mia, che guidata senza mani pareva subìre una
scossa sismica del nono grado della scala
Richter). “Dei mezzi perfetti”. Si, per un museo.
Ma tant’è, forse io e Luca siamo abituati troppo
bene e in effetti siamo stati gli unici a
lamentarci. Una volta prese le bici, e lasciato un
quarto del nostro stipendio annuale per
noleggiarle per sei giorni, ci dirigiamo verso
casa per lasciarle e fare un giro della città a
piedi. Nel frattempo, Silvia aveva lasciato la sua
bici per farle sistemare il freno, con la promessa
di ritirarla entro mezz’ora. E chi conosce Silvia,
sa già che cosa succederà!
16
principiante. Sfrecciando tra le vie quali aquile
alla vista di un serpente, giungiamo in negozio
a ritirare la bici di Silvia alle 17, 59 minuti e 59
secondi. Quel secondo ci ha salvato la vita,
cosa che invece non succederà più avanti.
L’uomo del negozio, tedesco “perfetto”, stava
già per chiudere il negozio. Ma noi no, noi
gliel’abbiamo eroicamente impedito!
17
Menù di serata
Primi piatti
Pasta in bianco, senza burro e senza olio
Dessert
Banane al cioccolato, dolce un po’ salato (del
colore e della consistenza di qualcos’altro che
non devo nemmeno specificare)
18
nascita al Premio Nobel, ed. Mondadori, e
Accademia di Stoccolma, Albo d’oro dei Premi
Nobel per la letteratura e per la fantasia, ed.
StockHolmes).
19
20
20 agosto
Going to California
21
Eichstätt – Ingolstadt (ca. 30 km)
22
arriviamo a Ingolstadt, è Ingolstadt ad arrivare a
noi.
O Danubio blu,
mio caro Danubio blu,
ti amoooooo,
ti adorooooo,
ma non ti trovo più,
mio caro Danubio blu…
23
Dopo minuti interminabili di richieste di
indicazioni, troviamo un ponte! Un ponte!
Supponiamo, con un sillogismo inferenziale non
accuratamente comprovato, di aver trovato il
Danubio! Ma non si può mai sapere …
24
Siamo stati 5 giorni ad Eichstätt, andando in
piscina dalla mattina alla sera, prendendo il sole
e non facendo proprio nulla. E voi che
speravate di leggere le cronache di una
vacanza in bici, vi state per sorbire un
noiosissimo racconto di ore e ore passate sotto
il sole cocente a leggere Novelle Duemilen e a
spettegolare su tutto e tutti.
25
26
Ho pensato tutto questo, quel primo giorno. E
credo che, minimamente, l’abbiano pensato un
po’ tutti. Ma chi BEEP ce l’ha fatto fare?
Tentativo uno.
27
Tentativo due.
Tentativo tre.
28
di pensione e desideroso di andare a pescare,
nel mentre in cui vedendoci in preda al delirio,
si fermò e si offrì di aiutarci. Presa dunque la
sua automobile, tal generoso signore tornò
indietro, prese il suo kit di riparazione, ci riparò
la gomma e ci regalò il suddetto kit,
andandosene come un arcangelo portatore di
divine notizie, senza voler alcunché in cambio.
29
Gogging”). Città per giovani, come avremo
modo di verificare.
30
mega wurstel lungo 1,2 metri, e patate in
quantità. Un wurstel a testa per me, Luca e
Silvia, e un’insalata per la Rosy, per una cena
che sarà quasi costante lungo tutto il nostro
viaggio.
31
spirazione necessaria per chiudere in bellezza
questo resoconto.
Ho capito.
Buona notte.
32
21 agosto
L’apparenza inganna
33
cambi, tra pannelli solari da una parte e
piantagioni di luppolo dall’altra.
34
dopo aver fatto una breve ma quanto mai
intensa pedalata per raggiungerlo.
35
Rosy, ci narrano di mirabolanti sculture e dipinti,
nonché di un organo molto grande. Io e Silvia li
fissiamo stralunati. Ma siamo sicuri di essere
stati nello stesso posto? E così, non convinti,
rientriamo ed effettivamente notiamo tutto ciò
che ci era sfuggito in precedenza.
Pedala, pedala…
36
Dopo una mezz’ora di pausa, il cui maggior
pregio è quello di far riposare il deretano
sufficientemente sofferente per le numerose ore
di bicicletta fin qui effettuate, ripartiamo
raggiungendo in scioltezza Regensburg.
37
panchina con vista Danubio, mangiamo il primo
kebab, che non ci sazia e che ci impone di
ordinarne un altro, e un altro ancora.
38
22 agosto
La donzelletta vien dalla campagna
39
Non c’è bisogno che mi citi da solo, ma lo faccio
lo stesso: “piccola e sconosciuta”, “minuscola e
insignificante”, Regensburg .
Quanto è strano ripensare a Regensburg,
sapendo che è quella che noi chiamiamo
Ratisbona. Non è più “piccola e sconosciuta”,
“minuscola e insignificante”, ma all’improvviso
diventa “famosa e piacevole”, oltre che
“romantica nella sua semplicità”. Per cui, viva
Ratisbona! Abbasso Regensburg! Aumenta in
me il rimpianto per averla osservata con un
occhio distaccato, e non averla apprezzata per
come merita; ma la vita è una sola, e si deve
andare avanti. Addio Regensburg! Addio
Ratisbona!
40
Per fortuna, affidandoci al buon orientamento di
Luca, e a qualche indicazione di persone gentili,
ritroviamo il Danubio, destinazione Walhalla!
41
piede dal 1931. Entriamo, affamati, e ci
troviamo un baldo giovane che non fa
assolutamente niente se non dirci di sederci
dove vogliamo.
42
surreale: noi ci guardiamo e ridiamo,
inconsapevoli dei pericoli, dei discorsi ignoti che
fanno le altre tre persone presenti. Una volta
rifocillati il giusto, decidiamo di ripartire sotto il
sole sahariano, desiderando solo di incontrare
pinguini e orsi polari, volpi bianche e iceberg.
43
Forti di questa nuova esperienza, scendiamo
rapidamente, quando all’improvviso sentiamo il
suono delle sirene antiaereo, proprio quelle
usate durante la seconda guerra mondiale;
personalmente, l’ho trovato agghiacciante,
considerando anche il posto dove ci trovavamo.
Non abbiamo capito il perché, ma il suono
riesco ancora a sentirlo nelle mie orecchie ogni
volta che penso a quel giorno.
44
ha pensato di essere nel bel mezzo del film
Hostel dove a dei ragazzi viene offerto posto in
un ostello e poi questi ragazzi vengono
mangiati dai cannibali. Alzi la mano chi, in Italia,
avrebbe accettato. Nessuno. Perfetto.
45
momento di pagare, si aspettava una mancia.
Che razza di gente! Ma come loro non fanno i
panini a colazione, noi non siamo soliti dare la
mancia. E come noi, alla fine, i panini li
abbiamo fatti lo stesso, quel giorno lì abbiamo,
alla fine, dato la mancia alla cameriera. E’
giusto così.
46
23 agosto
Un lunedì da leoni
47
ce ne accorgiamo solo qualche chilometro
dopo), una frazione minuscola di qualche città
più famosa, e andiamo avanti fino a
Mariaposching-beach, un paese composto da
una sola via e affacciato sul Danubio.
48
meno, pronti per andare da qualche parte. Se vi
succede tutto questo, allora vi chiamate, in
ordine alfabetico, Alessandro, Luca, Rosy e
Silvia.
49
Pluc.
Pluc. Pluc.
…
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
50
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
51
tempo emettendo suoni non convenzionali e in
realtà assai gradevoli, laddove invece dalle ore
sette e zero uno di sera fino a un orario non ben
identificato “si limita” a suonare ogni quarto
d’ora, notte compresa; ivi essendo la nostra
“locanda” dietro la chiesa ed essendo
Hofkirchen un paese di 12 metri quadrati, le
campane si sentono benissimo e conciliano in
maniera particolare l’insonnia. Detto questo a
Hofkirchen si sta benissimo ci vivono ben 32
persone e 4 turisti devo dire che mi sono
innamorato a prima vista di questa megalopoli e
soprattutto della nostra locanda del taverniere
dalla pancia piena e delle camere che odorano
di vita vissuta e del legno che copre le pareti e
del cioccolatino sopra il cuscino oh che colpo
da maestro.
Doccia cena e bisteccona con patate
condiscono la nostra serata trascorsa a parlare
di film di vegetariani e di cola mix. Dopo la
cena, allo stesso modo, segue la passeggiata
sul Danubio dove la gente e in particolare il
sottoscritto si divertono a dare definizioni
auliche e raffinate su cose oggetti e persone
conosciute.
Sonno sonno sonno e forse riuscirò a
recuperare le virgole i punti e i punti e virgola
visto che evidentemente le ho perse durante il
viaggio.
52
24 agosto
Passavia e il complesso di
Edipo
53
gemellata con il mitico comune di Montecchio
Maggiore in Vicenza.
La bicicletta
I
Mi parve d'udir nella siepe
la sveglia d'un querulo implume.
Un attimo . . .Intesi lo strepere
cupo del fiume.
Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito . . . Vidi un filare
di neri cipressi.
Mi parve di fendere il pianto
d'un lungo corteo di dolore.
54
Un palpito . . . M'erano accanto
le nozze e l'amore.
dlin . . . dlin . . .
II
Ancora echeggiavano i gridi
dell'innominabile folla;
che udivo stridire gli acrìdi
su l'umida zolla.
Mi disse parole sue brevi
qualcuno che arava nel piano:
tu, quando risposi, tenevi
la falce alla mano.
Io dissi un'alata parola,
fuggevole vergine, a te;
la intese una vecchia che sola
parlava con sè.
dlin . . . dlin . . .
III
Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io ?
Che importa? Ch'io venga o tu vada,
non è che un addio!
Ma bello è quest'impeto d'ala,
ma grata è l'ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo . . . Già cala
la notte: io ritorno.
La piccola lampada brilla
per mezzo all'oscura città.
Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va. . .
55
dlin... dlin...
56
cittadina che sembra uscita da un racconto di
Geoffrey Chaucer.
57
trovato neppure un addetto delle pulizie. Beh,
forse è ancora meglio che in Italia, dove cinque
minuti prima della chiusura la gente è già via;
però, c’è da dire, nel nostro Belpaese gli uffici,
forse, chiudono un’ora dopo.
58
federe; Silvia comincia a sfidarci dicendo che
“noi ingegneri” non siamo capaci di fare i letti.
Ma come ogni (quasi) buon ingegnere che si
rispetti, può imparare a farlo semplicemente
osservando il meccanismo; e così feci,
imparando per osmosi e arrivando alla
conclusione ben prima della suddetta Sister,
con Luca che nel frattempo stava già dormendo
sul suo nuovo letto ben preparato. La Rosy
assiste tranquilla alla scena, preparando con
rara abilità il suo letto.
59
nessuno; i nostri 4 eroi, però necessitano di un
treno in grado di portare le biciclette, e questo
treno è alle 8.25; ci sono BEN 35 minuti
scoperti. Se, in un paese civile, tutto ciò si
risolve andando direttamente dal controllore del
treno e spiegando la situazione, in un paese da
malati di mente tutto ciò si risolve con un
casino, perché i controllori passano
sicuramente e, in secondo luogo, sono
INFLESSIBILI. Onde evitare una multa
stratosferica, ipotizziamo di nuotare attraverso il
Danubio, di prendere l’aereo, di andare a piedi
e infine di prendere le biciclette per fare quel
tratto di strada che ci separa dalla prima
stazione “successiva alle ore 9”. Devo
confessare di non essere riuscito a descrivere
al meglio la nostra discussione a riguardo.
C’era Silvia che insisteva sulla multa assicurata,
c’era Luca che non sapeva cosa dire, c’era la
Rosy che insisteva nel dire che, avendo parlato
con un’operatrice che aveva dato il benestare al
nostro viaggio, tutto il nostro discorso non
aveva senso. Io, dal canto mio, asserivo che i
tedeschi fossero malati di mente, a buon diritto
oserei dire, ma nonostante tutto non contribuivo
certo a risolvere il problema. E così, dopo aver
discusso per qualche tempo, andiamo a letto
con l’idea di decidere l’indomani ed,
eventualmente, di fare l’ultima sgambata in
bicicletta.
60
25 agosto
Train de vie
61
Sì, uno scherzo.
62
Per scendere con le bici, abbiamo dovuto far
spostare 1.833.259 persone, impiegandoci
all’incirca 287,6 secondi, tanto che, alla fine, il
macchinista dall’altoparlante di ha chiesto se
eravamo pronti.
63
solamente svolto la funzione di eliminare il
caldo in eccesso, decidendo di risparmiarci una
doccia non richiesta. Anche questo viaggio
prosegue tranquillo, tra i miei tentativi di
imparare il tedesco e poco altro.
64
26 agosto
Danubio blu e McDonald
65
torniamo alle nostre attività. Solo i giorni che
passano ci daranno la possibilità di analizzare,
di riflettere, di pensare a tutto ciò. Ma, forse,
non è nemmeno necessario: forse è proprio la
spontaneità di tutta la settimana, il vivere alla
giornata, in balìa degli eventi, a costituire la
bellezza di questo viaggio. Non so. Però so che
un’esperienza come questa, per mille motivi,
rimarrà indimenticabile.
66
Pensieri vari,
eventuali,
parziali, casuali,
attitudinali,
escatologici,
astrofisici,
filosofici,
ergonomici e
anche un po’
catartici
67
68
Le frasi che introducono ogni singolo giorno
sono tratte dal film Into the Wild, da cui è tratto,
evidentemente, anche il titolo. Ho scelto questo
film perché nel mio mondo immaginario
rappresenta al meglio lo spirito con cui abbiamo
(almeno, con cui ho) affrontato la vacanza di cui
sopra. La natura, così bistrattata al giorno
d’oggi, è una componente fondamentale della
nostra vita; il fatto di poter riscoprire un rapporto
genuino con lei, per me è stato il punto basilare
che ha dato un senso a questa vacanza che, di
per sé, è molto faticosa. La soddisfazione che
personalmente ho provato in questa
“riscoperta”, unita alla capacità di unione e di
cementificazione del gruppo data dalla
sofferenza e condivisione quotidiana delle
proprie sensazioni, hanno ampiamente ripagato
qualunque sforzo.
69
Poiché la mia ispirazione poetica è giunta al
termine da parecchio tempo, mi riservo di
condividere un ultimo pensiero sulla bicicletta,
opera di un tal Alfredo Oriani :
70
nelle salite. Seduti come in un treno non ci
tornerà più l’illusione di essere giovani,
correndo coll’impeto stesso della giovinezza;
non avremo trionfato del vento, non ci saremo
ritemprati nella fatica al sol; ma la nuova
macchina c’imporrà le preoccupazioni dei propri
guasti non riparabili al momento, c’impedirà di
sognare, perché non potremo più guidarla
istintivamente, e ci darà il senso doloroso del
limite, appunto perché separata da noi, sospinta
da una forza che non può fondersi colla nostra".
71