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I GUADAGNI DELLO SCAMBIO

La produzione e l’impresa

Come possiamo definire, dal punto di vista economico, l’impresa in modo che si possano includere sia
l’IBM (o la General Electric o la Ford) che una delle nostre PMI? Se la nostra PMI è un’impresa, posso dire
lo stesso di una chiesa, una cooperativa (sociale e non), di una famiglia? Nei libri di testo l’impresa è la
scatola nera all’interno della quale si trasformano fattori per ottenere prodotti.
A volte si menziona che in effetti l’attività di produzione implica il coordinamento delle attività di diverse
persone, ovvero i fornitori di capitale, lavoro, prodotti intermedi, terra e materie prime, che devono
cooperare per arrivare alla produzione dei beni e servizi finali.
L’ambito istituzionale nel quale questi agenti si coordinano può variare molto, ma si può dire che quando
essi cooperano attraverso un sistema di contratti bilaterali tra ognuno di essi ed un ‘singolo agente
contrattuale’ – invece di operare attraverso un sistema esplicito di contratti che leghi ogni agente ad ogni
altro agente - l’ingrediente essenziale dell’impresa è presente.
Quindi, dal punto di vista dell’economia, è appunto la natura della soluzione contrattuale che mantiene
insieme i diversi agenti che forma il cuore della teoria dell’impresa.

La Scarsità

Lo studio dell’economia è lo studio delle scelte, soprattutto quando le risorse sono scarse, perché diventa
importante in queste situazioni scegliere tra alternative.
“L’Economia Politica è la scienza che studia il comportamento umano come relazione
tra fini e mezzi limitati che hanno usi alternativi” Robbins (1935)
Definizione non molto interessante quando applicata ad individuo in isolamento. Più interessante e
complesso è il caso invece di una comunità di individui che devono coordinare la loro attività con quella
degli altri individui. Allora, determinare il miglior uso delle risorse scarse in questo caso implica accordi
con altri individui: lo studio dell’economia diventa allora lo studio dei meccanismi sociali che facilitano
questi accordi. Due preoccupazioni distinte.
L’economista si chiede se una particolare allocazione di risorse, cioè un insieme di accordi, è la migliore,
nel senso che nessun individuo o sottoinsieme di individui possa guadagnare uscendo dall’accordo
sostituendolo con altri accordi fattibili (Pareto-efficienza). In altri termini, l’economista cerca allocazioni
che siano nel ‘core’ di un gioco di scambio di mercato. Esempio: 4 individui finiti su di un’isola possono
vivere in isolamento oppure accordarsi sull’allocazione delle risorse se questo li porta ad un benessere
maggiore. Ci sarà accordo tra gli individui se e solo se ognuno di essi godrà di un livello di benessere
maggiore di quello che avrebbe vivendo in isolamento e se non è possibile formare altri accordi che diano
la possibilità ad un individuo o sottoinsieme di individui di raggiungere un maggior benessere con altri
accordi diversi. Quindi, un insieme di accordi tale per cui non è nell’interesse dei singoli individui o del
gruppo rinunciarvi si dice che è nel “core”.
Le allocazioni di ricorse che sono nel core per definizione sono una soluzione del problema di allocazione
delle risorse. Vedremo alcuni esempi di questo tipo, ed in particolare si vedrà come il classico approccio
dell’equilibrio economico generale si possa a volte dimostrare inadeguato.
à Lo studio delle organizzazioni economiche è molto interessato al processo con il quale gli accordi
vengono formulati. Notare però che quando:
• gusti e preferenze sono noti,
• abilità e dotazioni di risorse sono definiti,
• tutte le opzioni disponibili tecnicamente sono elencabili,

allora dovrebbe essere possibile trovare/calcolare tutti gli accordi mutuamente vantaggiosi esistenti.
Quindi determinare le allocazioni nel ‘core’ diventerebbe una questione di calcolo: tutte le informazioni
sono presenti e si tratta di avere una persona o computer in grado di fare i calcoli. Questo però NON ci
dice molto sui metodi adottati dai nostri 4 individui per risolvere il problema allocativo.
Immaginiamo che ciascuno dei 4 individui su un’isola deserta: non conosce le abilità sue e dei suoi colleghi
in questo contesto, non conosce il potenziale dell’isola in termini di sostentamento, le tecniche per usare
le risorse di cui dispone. In altri termini, i 4 individui non necessitano di un calcolatore ma di informazione.
Dovendo sopravvivere, i 4 individui probabilmente si accorderanno per cooperare. Questi accordi non
rappresenteranno la “soluzione ideale” al problema di allocazione delle risorse, visto che nessuno di fatto
conosce la modalità ideale di procedere. È invece più facile pensare all’accordo come ad un possibile
stadio di un processo di apprendimento e scoperta.
Man mano che il tempo passa, nuove conoscenze vengono acquisite sulle abilità di ognuno e le proprietà
e potenzialità delle risorse. Quindi è pensabile che gli accordi possano essere modificati alla luce delle
esperienze passate e delle aspettative sul futuro. Anche in questa situazione si può affermare che
l’economia studia l’allocazione delle risorse, però è chiaro che la natura del problema economico quando
le opportunità non sono del tutto note è ben diversa rispetto al problema di determinare l’uso migliore
delle risorse con informazione perfetta.

Il Problema dell’Allocazione

Continuiamo con esempio dei 4 individui (A, B, C e D) che hanno disponibilità di risorse diversa con la
quale possono produrre due beni, x e y. Possiamo rappresentare le curve delle possibilità produttive CPP
(esempio aa’ per l’individuo A).
CPP ha inclinazione negativa perché per produrre di più di un bene devo ridurre la produzione dell’altro
bene. La pendenza della CPP mi dice a quanto y devo rinunciare per aumentare la produzione di x. Nel
caso di A, si tratta di 4 unità di y per 1 di x. In altri termini, la pendenza della CPP è il costo di opportunità
di una unità aggiuntiva di x. Possiamo conoscere questo costo solo quando tutte le opzioni di A sono note
con certezza.
Nella Figura 1.1, B è quello più fortunato perché riesce ad ottenere quello che nessun altro riesce a fare.
D’altro canto, D è quello più povero ma anche quello per il quale produrre x costa di meno. Date queste
possibilità produttive, ogni individuo in isolamento dovrà scegliere un punto della CPP. Supponiamo che
abbiamo delle preferenze Leontieff (perfetti complementi o proporzioni fisse), cioè vogliono consumare i
due beni in proporzioni fisse. Senza scambio, il paniere consumato sarà determinato dal punto di
intersezione tra la bisettrice e la CPP di ognuno.
y
T
29.5 yC
T
29.5
C

B
B
12 b

10 a 12 b
aa’: 10-4x = y
10 a bb’: 12-3xaa’:
= y10-4x = y
A
c
6 A cc’: 6-2xbb’:
= y 12-3x = y
c
6 dd’: 3 - xcc’:
= 2y6-2x = y
d dd’: 3 - x = 2y
1.5 b’ d T’
1.5
a’ c’ b’ T’
34 12.5
a’ c’ x
Avremo perciò: 34 12.5 x
Avremo perciò: Tabella 1.1.Avremo
Consumo perciò:
senza scambio:
Tabella 1.1. Consumo x senza scambio:
y
A 2 2x y
B A 3 32 2
C B 23 3
gruppo: si vede per esempio che2 se tutti producessero solo x si
D C 1 2
1 x=12,5 (e 2
arriverebbe ad una produzione complessiva di y=0).
Totale D 8 1
8. 1
Totale 8 8.
A produce y al costo minore à A ha il vantaggio comparato
maggiore
David tra i 4 attoriper
Ricardo a produrre
primo ilperò
bene y.notò come questi individui
David Ricardo per primo però David
notò comeRicardo
questi per primo
individui però notò
potrebbero come
molto questi individui di
potrebbero potrebbero
fare moltofaremeglio molto
scegliendo
meglio
difare
scegliendo di
meglio escegliendo
specializzarsi
specializzarsi e se
specializzarsi e praticando lo scambio.
Sepraticando
A si specializza
lo inPer
y eesempio,
scambio. B,Per e DTT’
in nella
C esempio x, TT’figura
allora è figura
la CPP arrivare
potremmo
nella dellagruppo:
è CPP si vede che
del
tutti producesseroalsolo x si A
punto praticando
arriverebbe
(mantenendo lo scambio.
ad una produzione
preferenze Percomplessiva
esempio
Leontieff): TT’ nella figura
di x=12,5
la specializzazione è la CPP del
(e y=0).
A produce y al costo minorelaàproduzione
aumenta A ha il vantaggio comparato
di 2 unità di y E dimaggiore
x. tra i 4 attori a produrre 5 y.
5
Se A si specializza in y e B, C e D in x, allora potremmo arrivare al punto A (mantenendo preferenze
Leontieff): la specializzazione aumenta
Come distribuire la produzione
i guadagni di 2 unità di y E di x.
della specializzazione?
Come distribuire i guadagni
Suddivisodella specializzazione?
equamente? Vedi tabellaSuddiviso equamente?
1.2 (+ 0,5 a tutti) Vedi tabella 1.2 (+ 0,5 a tutti)

Tabella 1.2. Allocazione fuori dal core.

A B C D Totale
Unità di x e y 2,5 3,5 2,5 1,5 10

Però NON è soluzione fattibile (stabile), perché non impedisce che 2 individui trovino accordo separato
Però NON
che li faccia star meglio sonoèpossibili
soluzione fattibile
diverse (stabile),
coalizioni cheperché nona payoff
portano impedisce che (vedi Tabella 1.3).
maggiori
2 individui trovino accordo separato che li faccia star meglio à
sono possibili diverse coalizioni che portano a payoff maggiori
(vedasi tabella 1.3).

Tabella 1.3. Payoff congiunto per ogni possibile allocazione


Coalizioni Payoff* Coalizioni Payoff
A 2 BC 5,25
B 3 BD 5,25
Però NON è soluzione fattibile (stabile), perché non impedisce che
2 individui trovino accordo separato che li faccia star meglio à
sono possibili diverse coalizioni che portano a payoff maggiori
(vedasi tabella 1.3).

Tabella 1.3. Payoff congiunto per ogni possibile allocazione


Coalizioni Payoff* Coalizioni Payoff
A 2 BC 5,25
*Unità di x e y conseguibili.
B 3 BD 5,25
Vedi figura
*Unità
1.2 su CD.
di x e y conseguibili.
C 2 CD 4
y figura 1.2 su1 CD.
Vedi
D ABC 7,6
AB
y 5,2 ABD 7,6
AC 4,4 BCD 7,5
AD D4,4 ACD 6,8
*Unità di Dx e y conseguibili. ABCD 10
*Unità di x e y conseguibili. Vedi
Vedi figura 1.2susuCD.
figura 1.2 CD.
6
y
4
4 C
D
C

4
C 6 x
4
4 6 x

à Suddividere equamente NON è nel core.


à Suddividere equamente NON4è nel core. 6 x
Una soluzione nel
à Suddividere equamente NON è nel core. core è in tabella 1.4.
Una soluzione nel core è in tabella 1.4.
Una soluzione nel core è in Tabella 1.4.
Tabella 1.4. Allocazione
à Suddividere di consumo
equamente NONnel core.
è nel core.
Tabella 1.4. Allocazione di consumo nel core.
A nel core
Una soluzione B è in tabellaC1.4. D Totale
Unità di x e y A
2,4 B
3,1 C
2,3 D
2,2 Totale
10
Unità di Tabella
x e y 1.4.2,4Allocazione
3,1 di consumo
2,3 nel core.2,2 10
Però, soluzione nonPerò,
unica:soluzione non unica:
Però, soluzione non unica: A B C D Totale
Unità di x e y 2,4 3,1 2,3 2,2 10
Tabella 1.5. Non unicità: altre allocazioni di consumo nel core.
Tabella 1.5. Non unicità: altre allocazioni di consumo nel core.
A non B
Però, soluzione unica: C D Totale
A B C D Totale
Unità di x e y 2,5 3 2,25 2,25 10
Unità di Tabella 2,5Non unicità:
x e y 1.5. 3 altre allocazioni
2,25 di2,25
consumo nel 10
core.
Unità di x e y 2 A3,2 B 2,4 C 2,4 D 10 7
Totale7
e y di 2,22
Unità di xUnità x e y 2,53,11 3 2,332,25 2,33 2,25 1010
Rinegoziazione e Problema Allocativo 7

Che dire del meccanismo attraverso 4. Rinegoziazione e problema


il quale si raggiunge allocativo
l’accordo? Potrebbe essere un processo molto
lungo – fino a che tutti sono d’accordo (=nessuno vuole cambiare).
Che dire
Se informazione completa, del meccanismo
risultato attraverso
utile: all’aumentare il qualedeisipartecipanti
del numero raggiunge il core si restringe
l’accordo? Potrebbe essere un processo molto lungo – fino a che
fino ad arrivare ad allocazione unica. Bel risultato.
tutti sono d’accordo (=nessuno vuole cambiare).
Ma problema quando informazione incompleta: processo di scoperta della soluzione richiede risorse
scarse? Se sì, se il core
Se siinformazione
restringe potrebbe significare
completa, una ulteriore
risultato complicazione (come
utile: all’aumentare del si trova?). Come
uso le risorse scarsenumero
nel trovare un accordo?
dei partecipanti il core si restringe fino ad arrivare ad
allocazione unica. Bel risultato.

Ma problema quando informazione incompleta: processo di


scoperta della soluzione richiede risorse scarse? Se sì, se il core si
restringe potrebbe significare una ulteriore complicazione (come
si trova?). Come uso le risorse scarse nel trovare un accordo?
Tatônnenment

Questa sezione analizza il ruolo dei mercati e del sistema dei prezzi come meccanismo di coordinamento
delle diverse attività.
DalSupponiamo
punto di che gli agenti
vista dellapossano scambiare
produzione (Figsul1.1),
mercato
l’ due beni xAe ydeve
agente in rapporto
1 ad 1. Questo significa che sul mercato
sacrificare si può ottenere
0.25 unità di x perunaottenere
unità di x rinunciando
una unità addiunay.unità di y (ovvero
Questo
il prezzo di y è 1 disignifica
x e viceversa).
che il costo marginale di produzione del bene y è pari a
Dal punto di vista della produzione (Fig 1.1), l’ agente A deve sacrificare 0.25 unità di x per ottenere una
0.25x, e quindi inferiore al prezzo di mercato di y. Per A è quindi
unità di y. Questo significa che il costo marginale di produzione del bene y è pari a 0.25x, e quindi inferiore
al prezzo di mercato conveniente specializzarsi
di y. Per A è quindi convenientenella produzione
specializzarsi del bene y.
nella produzione delIn questo
bene y. In questo
modo, A può produrre 10 unità di y e consumare
modo, A può produrre 10 unità di y e consumare 5 unità di ogni bene (Fig. 1.3). 5 unità di ogni
bene (Fig 1.3).
Figura 1.3
y
punto di produzione di A
10
0 linea delle opportunità di mercato di A

punto di consumo di A
5

2
45° linea delle possibilità di produzione di A

2.5 5 x
Tuttavia, il costo marginale di produzione di y è inferiore al prezzo di mercato anche per gli agenti B e C.
Solo per l’agente DTuttavia, il costo
è vantaggioso marginale
specializzarsi nelladiproduzione
produzione di x,di y èche
dato inferiore al prezzo
per D il costo marginale di
x è inferiore al suo prezzo di mercato. Se i quattro agenti si specializzano nella produzione delD
di mercato anche per gli agenti B e C. Solo per l’agente è in cui
bene
hanno dei vantaggivantaggioso
comparati, essispecializzarsi nella produzioneunadiquantità
produrranno complessivamente x, datorelativamente
che per D ilelevata
di y, e l’allocazionecosto
finale sarà perciò suldipunto
marginale x è Cinferiore
della frontiera
al suodelleprezzo
possibilità
di produttive
mercato.(inSeFig.i 1.1) in
cui si ha una elevata quantità del bene y ed una bassa quantità del bene
quattro agenti si specializzano nella produzione del bene in cui x.
Date le preferenze dei consumatori, questo genererà un eccesso di domanda per il bene x. Per indurre gli
hanno dei vantaggi comparati, essi produrranno complessivamente
agenti B e C a specializzarsi nella produzione di x è necessario che il prezzo del bene x sia più elevato del
prezzo del bene y.una quantità
Il punto A vienerelativamente elevatadidiscambio
raggiunto se il rapporto y, e l’allocazione
tra i due beni èfinale
compresosaràtra 3 e 4
y per 1x. Un unicoperciò
rapportosul punto C
di scambio perdella frontiera
tutti gli delle possibilità
agenti garantisce produttive
il raggiungimento (in
di un equilibrio di
mercato nel punto A. Fig 1.1) in cui si ha una elevata quantità del bene y ed una bassa
Questa soluzione quantità
di mercatodel bene x. al concetto di “core” introdotto nella sezione precedente.
è collegata
Supponiamo che il rapporto di scambio sia di 3y per 1x. Questo non influenza B, mentre A si specializza
nella produzione diDatey (produce 10 unità) edei
le preferenze scambia 7.5 unità diquesto
consumatori, y per 2.5 unità di x.
genererà unB eccesso
e C si specializzano
di
in x (3 unità ciascuno) e scambiano 0.75 unità di x per 2.25 unità di y. Questa allocazione delle risorse altro
domanda per il bene x. Per indurre gli agenti B e C a specializzarsi
non è che una allocazione appartenente al core (ed in particolare la prima allocazione del “core” della
tabella 1.5).
In generale, si può dimostrare che ogni equilibrio competitivo genera un’allocazione appartenente9al core.
(Provare come esercizio che con rapporto di scambio di 4y per 1x produce l’allocazione core della seconda
riga della tabella 1.5. Idem per 3,5y per 1x (terza riga tabella 1.5))
In modo analogo alla teoria dello scambio di Edgeworth, anche la teoria dell’equilibrio competitivo ha
delle difficoltà. La teoria indica che esiste un sistema di prezzi relativi tale da generare delle risposte da
parte degli agenti che sono compatibili con l’equilibrio in ogni mercato, ma NON specifica come
individuare questo sistema di prezzi.
Tuttavia, la teoria suppone che esiste un “banditore d’asta” con il compito di stabilire i prezzi, e gli
acquirenti raggiungono degli accordi sulla base di questi prezzi. Se esiste un eccesso di domanda o di
offerta il banditore modifica i prezzi in modo da eliminare il disequilibrio e gli accordi vengono rinegoziati.
Questo processo è denominato “tatônnement” ed il suo nome è associato principalmente alla figura di
Leon Walras.
Il maggior problema del meccanismo Walrasiano è che nella realtà le risorse non sono allocate secondo
un’asta alla Walras. Un meccanismo di questo tipo sarebbe infatti estremamente costoso da realizzare
data l’estrema complessità delle relazioni di scambio. Questo dimostra, ancora una volta, il paradosso
della teoria dell’equilibrio.

Il metodo dell’equilibrio

La teoria dell’equilibrio generale ha delle implicazioni importanti per lo studio della teoria dell’impresa e
delle organizzazioni economiche in generale. Date certe condizioni, in un mondo popolato da individui
che differiscono per capacità, risorse e preferenze, la teoria indica che esiste un sistema di prezzi relativi
di beni e fattori compatibile con un equilibrio di mercato universale. Questo significa che esiste un sistema
di accordi tra gli individui che nessuno ha interesse a cambiare. Le attività dei diversi agenti sono tutte
perfettamente coordinate. Dato un certo sistema di preferenze e possibilità tecnologiche, vi è una
specifica soluzione al problema di allocazione delle risorse. Questo perfetto coordinamento richiede che
tutti gli accordi siano conclusi nello stesso momento e che NON ci siano costi di transazione. Si deve inoltre
assumere che vi sia completa conoscenza delle capacità tecnologiche presenti e future. La stessa idea del
trascorrere del tempo è un artificio: se le preferenze del consumatore includono anche il consumo in
diversi periodi di tempo e il range di possibilità produttive include la trasformazione di “beni di oggi” in
“beni di domani” per mezzo di investimenti, allora è possibile caratterizzare un sistema intertemporale di
prezzi.
Gli accordi presi riguardano perciò anche tutte le transazioni future, il cui esito risulta pertanto essere
predeterminato al momento “presente” in cui vengono prese tutte le decisioni di produzione e consumo.
Formalmente, “una mela oggi” ed “una mela domani” rappresentano due beni diversi e non un unico
bene “mela”. Le decisioni sui livelli di consumo e produzione sono prese “adesso”. L’idea di tempo in sé
implicherebbe il riferimento ad un futuro incerto che, come tale, creerebbe dei problemi in ogni teoria di
scelte razionali. Per i teorici della teoria dell’equilibrio è possibile un’estensione che includa le transazioni
contingenti allo stato del mondo (state-contingent claims): si assume che ogni agente possieda una lista
di tutti i possibili “scenari” futuri ed una stima della probabilità di realizzazione di ciascun scenario (stato
del mondo). Quindi, data una certa dotazione iniziale delle risorse, ogni agente può scambiare diritti sulle
risorse a seconda del verificarsi di diversi scenari. Per esempio, un diritto ad un kg di cacao nel periodo 3
nel caso in cui si verifichino forti piogge in Ghana può essere scambiato, in equilibrio, con due diritti ad un
kg di caffè nel periodo 4 nel caso in cui il Brasile sia risparmiato dalle gelate.
A parte i costi di transazione, il problema è che, quando si parla di eventi futuri, lo sforzo per trovare
l’equilibrio incontra difficoltà ancora maggiori. Dato che sembra non esserci limite alla lista di tutti i
possibili scenari, il nostro agente economico risulterebbe razionale illimitatamente. Prendere delle
decisioni data questa forma di incertezza non può essere considerato razionale, dove razionale significa
fare la scelta migliore dato un certo insieme di opportunità.
Istituzioni e informazione

Ai fini della teoria dell’impresa, l’aspetto importante del metodo dell’equilibrio generale è che,
escludendo il tempo e l’incertezza dall’analisi, tutte le transazioni avvengono senza costi e
istantaneamente. In questo contesto NON esistono le imprese. Gli sforzi di tutti gli individui sono
coordinati da una complessa rete di obbligazioni contrattuali simultanee, e l’economia è costituita da una
moltitudine di singoli agenti in relazione l’uno con l’altro con un intricato sistema di rapporti individuali.
Questa NON è tuttavia un’accurata descrizione della realtà economica. Istituzioni quali imprese,
associazioni, partiti politici, sindacati e apparati burocratici si osservano nella realtà e la loro esistenza può
essere spiegata come il risultato degli sforzi di individui razionali miranti a risolvere problemi di allocazione
delle risorse. Se le imprese favoriscono il processo di allocazione delle risorse, devono dunque
rappresentare una risposta a fattori dai quali la teoria dell’equilibrio economico generale astrae (esempio
orologio).
Le imprese vengono costituite e vivono quale riposta istituzionale ai costi di transazione. In un mondo in
cui la conoscenza è acquisibile senza sostenere costi, le imprese non hanno ragione di esistere, ma in una
realtà in cui nuove opportunità emergono di continuo e in cui la stipula di accordi fra individui è un’attività
costosa, l’impresa può essere vista quale strumento per ridurre tali spese.
Ogni impresa è caratterizzata da un sistema di contratti bilaterali, nel senso che ogni persona perviene ad
un accordo con l’“impresa”, dove l’agente contraente può essere il singolo proprietario nel caso di piccole
attività o suoi rappresentanti, come impiegati, manager, obbligazionisti nelle organizzazioni più
complesse.
Tali contratti non sono molto specifici, ovvero non descrivono in maniera estremamente dettagliata
quando, dove e come devono essere svolti particolari incarichi. Quando veniamo assunti acconsentiamo
a fare, entro certi limiti, ogni cosa ci venga chiesta, ovvero acconsentiamo a venire “organizzati”. Quando
siamo assunti come manager, accettiamo invece di organizzare le risorse, godendo pertanto di maggiore
discrezionalità.
Questa mancanza di specificità dei contratti deriva dal fatto che i dettagli precisi delle azioni richieste agli
impiegati possono non essere conosciuti con esattezza al momento della stipula del contratto. Il processo
decisionale si svolge nel tempo e solo il tempo rivelerà le decisioni da prendere in futuro coerenti con il
miglior piano d’azione per l’impresa. Se i contratti dovessero essere rinegoziati ogni volta che si verifica
un piccolo cambiamento di politica aziendale, l’impresa non sarebbe più un meccanismo efficiente di
allocazione delle risorse.
All’interno dell’impresa vengono raccolte informazioni su possibili proficue collaborazioni, sulle
competenze del personale, sulle innovazioni tecniche, sulla domanda dei consumatori e così via. Questa
informazione viene trasmessa ai centri decisionali competenti che devono scegliere e implementare un
piano d’azione. L’allocazione delle risorse all’interno dell’impresa NON è pertanto il risultato di decisioni
interamente decentrate, prese da singoli individui in risposta a particolari circostanze, come in un
processo di mercato, né il risultato di un accordo simultaneo fra tutti i contraenti come in un sistema di
equilibrio generale.
Le risorse all’interno dell’impresa sono allocate in base a decisioni consapevoli prese da pianificatori. Il
processo di mercato viene sostituito da un processo di pianificazione, sempre che sia possibile tracciare
una netta linea di demarcazione fra i due sistemi. Spesso le relazioni contrattuali possono variare
sensibilmente sia all’interno dell’impresa che fra un’impresa e l’altra.
L’esistenza stessa delle imprese suggerisce comunque che una struttura di contratti durevoli e non del
tutto specificati può avere dei vantaggi rispetto al meccanismo di mercato. Può essere infatti vantaggioso
accettare limitazioni alla propria discrezionalità, se il processo decisionale all’interno dell’impresa rende
possibile coordinare le attività in modo più produttivo.
rispettare tali diritti è forte il rischio di conflittualità. Servono
dunque delle convenzioni sulle quali fare affidamento nelle
transazioni, una cultura Istituzioni
chee rispetto dei contratti
favorisca lo scambio, altrimenti
saremmo in una guerra di tutti contro tutti à la Hobbes.
Il gioco dello scambio

L’impresa,La intesadifficoltà
quale sistemaa chestabilire
consenta ai talecontraenticultura puòal cambiamento
di adattarsi essere colta e in grado di
incoraggiarerappresentando
la scoperta di nuove ognipossibilità
possibile scambio nella
di cooperazione formavantaggiose,
mutuamente di un gioco. è un concetto
importante. Due Talepersone
concetto può peraltro essere
possono sviluppato
intravedere undavantaggio
un altro puntopotenziale
di vista complementare.
nello
Considerando nuovamente l’esempio dei naufraghi, un aspetto importante quanto la conoscenza delle
scambio di x con y. Un individuo C potrebbe pertanto suggerire a
possibilità tecniche a loro disposizione è la mancanza di informazione circa la fiducia che possono riporre
un individuo
l’uno nell’altro. I vantaggi D perdiil gruppo
cedergli nel1.5
suo unità
complessodi x,derivanti
per ricevere in cambio,attraverso
dalla cooperazione, a la
consegna
divisione del lavoro e loavvenuta, 1.5 unità
scambio, richiedono di y.
un rispetto D potrebbe
reciproco replicare che
degli accordi.
Lo scambio richiede che
sarebbe ciascun
ancora contraente
meglio se Caccetti il diritto
fornisse perdella controparte
primo 1.5 unità sulledi
risorse attualmente in
y e che,
suo possesso, cosa difficile da stabilire su un’isola deserta.
una volta ricevute, gli consegnerebbe subito 1.5 unità di x. Senza un’autorità in grado di far rispettare tali
diritti è forte il rischio di conflittualità. Servono dunque delle convenzioni sulle quali fare affidamento nelle
transazioni, una cultura che favorisca lo scambio, altrimenti saremmo in una guerra di tutti contro tutti à
la Hobbes.Se nessuna delle due parti si fida dell’altra, lo scambio non avrà
luogo
La difficoltà e il tale
a stabilire payoff
culturasarebbe
può essere zero.
coltaSe invece gli ogni
rappresentando individui
possibilesono
scambiodegni
nella forma di
un gioco. Due
di persone
fiduciapossono
e lo intravedere
scambio un si vantaggio
realizzapotenziale
in modo nello onesto,
scambio dientrambi
x con y. Un individuo
C potrebbe pertanto suggerire a un individuo D di cedergli 1.5 unità di x, per ricevere in cambio, a
ricevono un beneficio netto dalla transazione. Infine, se una delle
consegna avvenuta, 1.5 unità di y. D potrebbe replicare che sarebbe ancora meglio se C fornisse per primo
1.5 unità didue parti
y e che, unaerroneamente
volta ricevute, gli si fida dell’altra,
consegnerebbe nonunità
subito 1.5 ricevendo
di x. nulla in
Se nessuna cambio,
delle due possiamo supporre
parti si fida dell’altra, che il non
lo scambio payoff dell’imbroglione
avrà luogo e il payoff sarebbesia zero.2 Se invece
mentre
gli individui quello
sono degni di colui
di fiducia che si sièrealizza
e lo scambio fidatoinsia -1. onesto,
modo (Tabella 1.6) ricevono un beneficio
entrambi
netto dalla transazione. Infine, se una delle due parti erroneamente si fida dell’altra, non ricevendo nulla
in cambio, possiamo supporre che il payoff dell’imbroglione sia 2 mentre quello di colui che si è fidato sia
In questo gioco simmetrico, i payoff di C sono riportati a sinistra
-1. (Tabella 1.6)
In questo in ogni
gioco coppia di
simmetrico, valori
i payoff di Ce sono
quelli di D aa sinistra
riportati destra.inIogni
valori
coppiaassociati
di valori agli
e quelli di D a
esitiassociati
destra. I valori non sono importanti,
agli esiti ciò che ciò
non sono importanti, conta è la èstruttura
che conta la strutturadel gioco,noto come
del gioco,
dilemma del noto prigioniero.
come dilemma del prigioniero.
Tabella 1.6 La struttura dei payoff in un gioco di scambio

Individuo D

Cooperare Imbrogliare

Cooperare 1,1 -1,2


Individuo C
Imbrogliare 2,-1 0,0

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Consideriamo la situazione dal punto di vista dell’individuo C. Se D collabora e fornisce a C la quantità di
unità x pattuita, C riceverà un payoff maggiore se non coopera. D’altra parte, se D imbroglia e non gli
consegna la quantità concordata, è sempre vero che D ricaverà un beneficio più elevato da un
comportamento non cooperativo. Imbrogliare è pertanto una strategia dominante nel dilemma del
prigioniero, anche se, da un punto di vista sociale, i payoff combinati di C e D associati ad un
comportamento cooperativo risultano superiori alle altre alternative.
Molte situazioni della vita economica che richiedono un impegno cooperativo possono essere modellate
utilizzando la struttura del gioco del dilemma del prigioniero. Ora, se la cooperazione è cosa difficile da
realizzarsi, come mai osserviamo nella realtà tanta attività cooperativa? Quattro possibili risposte sono
condizionatamente a quanto accaduto nella primo stadio e così via.
Tuttavia, sia l’intuizione che l’analisi formale confermano che una
sufficientemente elevata probabilità di interazioni ripetute fornisce
date dallo
unsviluppo
contestodella
inreputazione, l’evoluzione può
cui la cooperazione delle svilupparsi.
norme, l’utilizzo di monitoraggio esterno e
l’applicazione di penalità e la creazione di un’etica cooperativa attraverso la leadership.
La strategia che ha attratto maggiore attenzione teorica e che
Convenzioni e norme
meglio si è comportata nelle simulazioni dei giochi ripetuti del
dilemma
L’obiezione più ovvia del prigioniero
alla versione è ildilemma
statica del “pan delperprigioniero
focaccia” è che(tit-for-tat). Una come un
presenta lo scambio
singolo epersona che gioca
non più ripetuto incontro“pan
fra dueper focaccia”
persone coopera
che non sanno al primo
nulla l’una stadio,
dell’altra. Se gli individui C
e D potessero
mentre in quelli successivi coopera o meno a seconda I giochi
invece ripetere lo scambio più volte nel tempo, il gioco cambierebbe natura. del ripetuti
possono essere difficili da gestire perché il numero di possibili strategie individuali cresce
comportamento dell’altro giocatore. L’ovvio vantaggio di tale
esponenzialmente con il numero delle ripetizioni.
strategia
Non si tratta è che le due
più semplicemente persone
di decidere se coopereranno
cooperare o menonel primostadio
nel primo e indeltutti glima anche
gioco,
stadicondizionatamente
nel secondo, successivi, limitando la loronelvulnerabilità
a quanto accaduto solovia.agli
primo stadio e così incontri
Tuttavia, sia l’intuizione
che l’analisi formale confermano
con persone non cooperative. che una sufficientemente elevata probabilità di interazioni ripetute
fornisce un contesto in cui la cooperazione può svilupparsi.
La strategia che ha attratto maggiore attenzione teorica e che meglio si è comportata nelle simulazioni
dei giochiSupponiamo che dopo
ripetuti del dilemma ogni stadio
del prigioniero viper
è il “pan siafocaccia”
una probabilità
(tit-for-tat).di
Una ¾persona
che il che gioca
“pan pergioco venga
focaccia” coopera ripetuto
al primo(ovvero una probabilità
stadio, mentre su quattro
in quelli successivi coopera che
o menoquella
a seconda del
comportamento dell’altro
sia l’ultima giocatore.
mossa). L’ovvio vantaggio
I giocatori non sannodi tale in strategia è che levolte
realtà quante due persone
coopereranno nel primo e in tutti gli stadi successivi, limitando
giocheranno, ma il numero atteso delle ripetizioni sarà quattro. la loro vulnerabilità solo agli incontri con
persone non cooperative.
Questo
Supponiamo puòogni
che dopo essere
stadiosufficiente affinché
vi sia una probabilità di ¾il che
“pan per venga
il gioco focaccia”
ripetutosia(ovvero una
unasustrategia
probabilità quattro che praticabile (Tabella
quella sia l’ultima 1.7).I giocatori non sanno in realtà quante volte
mossa).
giocheranno, ma il numero atteso delle ripetizioni sarà quattro. Questo può essere sufficiente affinché il
“pan per focaccia” sia una strategia praticabile (Tabella 1.7).

Tabella 1.7 Payoff attesi in un gioco di scambio con


probabilità di ripetizione 3/4
Individuo D
“pan per Imbrogliare
focaccia” sempre
“pan per
4,4 -1,2
focaccia”
Individuo C
Imbrogliare
2,-1 0,0
sempre

Se gli individui C e D giocano entrambi “pan per focaccia” ricevono un payoff atteso di 4 ciascuno.
Entrambi cooperano nel primo stadio del gioco ed in seguito, poiché ognuno ha collaborato, continuano
a cooperare. Se entrambi imbrogliano ad ogni incontro il loro payoff è zero come nel caso statico.
19 Quando
una persona imbroglia e l’altra gioca “pan per focaccia”, quest’ultima viene sfruttata solo al primo
incontro – l’imbroglione riceve 2, il cooperativo -1. Nelle mosse successive entrambi imbrogliano e
ricevono zero payoff.
Una probabilità sufficientemente elevata di ripetizione pertanto cambia la struttura del gioco. Di fronte
ad una persona non cooperativa la miglior strategia rimane imbrogliare, ma NON si tratta più di una
strategia dominante. Se qualcuno gioca “pan per focaccia” è meglio rispondere allo stesso modo.
Assumendo che sia impossibile conoscere in anticipo quali strategie giocheranno gli individui, la scelta
della strategia dipenderà dalla probabilità soggettiva assegnata alla possibilità di incontrare persone che
giochino “pan per focaccia”.
Sia p* tale probabilità e (1 - p*) quella di incontrare un imbroglione. Il rendimento atteso della strategia
non cooperativa sarà
4p* + (-1) · (1 - p*)
Analogamente, il rendimento atteso della strategia non cooperativa sarà
2p* + (0) · (1 - p*)
Pertanto, “pan per focaccia” fornisce il payoff atteso più elevato a patto che
5p* - 1 > 2p*
Cioè p* > 1/3.
Se la probabilità di incontrare una persona che giochi “pan per focaccia” è superiore a 1/3, giocare questa
strategia risulterà vantaggioso. Pertanto, una volta che nella popolazione viene superata questa
proporzione, essa tenderà a crescere perché le persone impareranno che la cooperazione è nel loro
interesse. Più elevata è la probabilità di interazioni ripetute, e dunque il numero atteso di ripetizioni, più
bassa sarà questa probabilità critica p*.
Con i payoff indicati in Tabella 1.7, se la probabilità che ogni fase del gioco sia l’ultima è solo 1/100 (e
dunque il numero atteso delle giocate è 100) “pan per focaccia” darebbe il maggior rendimento atteso,
anche se la probabilità di incontrare un giocatore “pan per focaccia” fosse 1/99. Talmente elevati sono i
potenziali benefici derivanti dal trovare un soggetto cooperativo, che la sua ricerca giustifica il
sostenimento iniziale di perdite significative con soggetti non cooperativi.
Sotto certe condizioni, un comportamento auto-interessato può portare all’adozione diffusa di strategie
“pan per focaccia”, al punto da diventare una convenzione (Sudgen, 1986). Una volta stabilita la
convenzione, l’interesse personale tende a mantenerla, anche se regole alternative potrebbero essere
sviluppate. Le persone si adeguano alle convenzioni non tanto per intima convinzione, quanto perché
rispondono ai loro interessi personali. Tuttavia, una volta introdotte, esse possono acquisire nel tempo
un’aura di accettabilità morale, cosicché le persone vi si adeguano in quanto credono che le norme
abbiano rilevanza morale.
Pertanto, le persone possono sentirsi in dovere di cooperare anche in situazioni dove un singolo gioco è
ciò che ci si attende. I turisti, ad esempio, non necessariamente corrono un rischio maggiore di essere
truffati in un piccolo hotel rispetto ad una grande catena internazionale, che verosimilmente spera di
attrarre nuovamente i suoi clienti in altre località. Tuttavia, l’esistenza di una “tassa del viaggiatore” non
è in generale messa in discussione.

Reputazione

In base alle argomentazioni della sezione precedente, un comportamento cooperativo nasce perché
rounds successivi nel gioco di scambio sono giocati con la stessa persona. Il dilemma del prigioniero non
ripetuto è un gioco in cui i giocatori non sanno nulla l’uno dell’altro se non che, in assenza di un imperativo
morale, i giocatori sono virtualmente costretti a barare. La ripetizione del gioco fa sì che il fatto di barare
possa essere punito in futuro tramite mancanza di cooperazione.
Si era ipotizzato che ogni agente acquisisse delle conoscenze sugli altri agenti interamente tramite
esperienza personale. Quelli che giocano una strategia “tit-for-tat” si ricordano di coloro che hanno barato
e coloro che hanno cooperato nel loro ultimo incontro. Questa esperienza influenzerà le strategie giocate
in futuro con queste persone, e in questo modo le scelte strategiche vengono personalizzate.
Chiaramente la cooperazione si potrebbe rafforzare se l’informazione sulle scelte strategiche in un
incontro con un agente fosse messa a disposizione di altri potenziali avversari. Una persona scoperta a
barare al primo round saprebbe allora che tutti i rounds futuri non porterebbero a nulla per lui, anche se
fossero giocati con nuovi giocatori. I nuovi giocatori saprebbero che quel qualcuno ha barato al primo
round e risponderebbero con una simile strategia nei rounds futuri. Coloro che avrebbero potuto giocare
‘tit-for-tat” al primo incontro con chi ha barato saranno messi in guardia e bareranno invece. Solo un
periodo di cooperazione di fronte al “venir meno” da parte degli altri può ristabilire la “posizione” della
persona dopo la sua decisione iniziale di barare.

Monitoraggio e Penalità

Esiste un’alternativa alla ripetizione del gioco per generare la cooperazione: una parte terza potrebbe
monitorare il rispetto degli accordi presi e punire chi trasgredisce. Se colui che monitora impone una
multa maggiore di 1 su coloro che barano, i payoffs nella tabella 1.6 vengono modificati in modo che la
strategia dominante sia la cooperazione anche in un solo round.
È probabile che questa soluzione di monitoraggio venga applicata qualora vi sia poca informazione sui
comportamenti. Nel caso del gioco di scambio ogni agente ha chiaro quale strategia è stata giocata
dall’avversario, e il fatto di doversi continuamente confrontare può essere sufficiente ad assicurare la
cooperazione. Tuttavia, in molti casi NON è possibile sapere se qualcuno ha cooperato semplicemente
guardando il risultato finale. Soprattutto quando vi sono molte persone che lavorano ad un comune
progetto (produzione in team), stabilire di chi siano le responsabilità finale può non essere fattibile.
Gli agenti sono di nuovo di fronte al dilemma del prigioniero, ma la ripetizione del gioco non è una
soluzione. Non solo può essere difficile stabilire chi ha cooperato e chi no, ma anche una risposta razionale
a questa informazione non è ovvia.
Laddove sia possibile valutare in modo abbastanza accurato il comportamento individuale e si possa
focalizzare la punizione su chi non ha cooperato si può avere un certo “ordine spontaneo”. Tuttavia, in
molte organizzazioni economiche il ruolo di un agente che monitora e controlla è fondamentale. L’impresa
come strumento per far rispettare i contratti sarà perciò un tema ricorrente di tutto il libro.

Leadership Morale

L’imposizione di una multa su chi bara può, in linea di principio, trasformare un gioco come il dilemma del
prigioniero in un gioco di armoniosa cooperazione. Tuttavia, Casson (1991) sottolinea che in caso di costi
di monitoraggio elevati, la leadership dovrebbe fare in modo di associare il barare ad una penalità per
mezzo di una “manipolazione morale”. In questo modo la sanzione è psicologica piuttosto che materiale.
Questo tipo di manipolazione può essere efficace perché opera anche nei casi in cui il fatto di barare non
è scoperto da altri. Ovviamente, se le persone si sentono in colpa quando ingannano, si creano maggiori
opportunità per degli scambi mutuamente vantaggiosi. In questo modo, le spese per una propaganda che
sottolinei il “senso di colpa” vanno a sostituire i costi da sostenere per un sistema di monitoraggio.

Conclusioni

L’impresa può essere considerata come una risposta a due maggiori problemi economici. Primo, le
persone hanno il problema di adattare le loro attività economiche a situazioni in continuo cambiamento.
Essi hanno anche bisogno di flessibilità per usare le nuove informazioni generate dalle loro stesse
operazioni. Questo genera l’idea di un’impresa come strumento per far fronte al cambiamento.
Secondo, gli accordi tra gli agenti devono essere messi in atto. Questo può creare delle relazioni stabili e
durature basate sulla fiducia oppure può creare un sistema di monitoraggio basato su sanzioni e penalità.
Prima però vediamo i costi di transazione, che tanta parte hanno nella teoria delle organizzazioni
economiche.

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