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AFTER WAR GUNDAM X

Una volta, c’era una guerra ... Un conflitto scatenato da un movimento per l’indipendenza di una
colonia divenne una vera e propria guerra tra la Terra e le Colonie. Otto mesi in una situazione
di stallo nel conflitto spinsero le forze coloniali a richiedere la resa della Federazione sotto la
minaccia di schiantare le colonie sulla Terra, provocando gravi danni. Per evitare ciò, la
Federazione impiegò la sua arma segreta, progettata per la battaglia finale, denominata Mobile
Suit Gundam. Tuttavia, questo portò alla più grande tragedia nella storia dell'umanità. Accecate
dal desiderio di vittoria, le forze coloniali hanno proceduto nel la loro operazione, ma le forze
della Federazione sono state in grado di sopportare l'assalto. Nel pantano della guerra, al
Pianeta di origine di tutto il genere umano sono stati inflitti danni fatali. Quasi tutti i 10 miliardi
di abitanti della Terra sono morti. Non ci sono stati nè sconfitti nè vincitori. E quindici anni sono
passati ...

Questo evento fu talmente disastroso che si decise di cambiare la datazione passando ad


A.W. (After War, Dopo Guerra).
Immediatamente dopo la Settima Guerra Spaziale, in cui si contrapponevano le forze
delle Nazioni Unite della Terra (Federazione) e quelle coloniali (Armata Rivoluzionaria
dello Spazio), nella quale perse la vita la maggior parte della razza umana e venne
devastata una vasta area della superficie terrestre, i Governi di ambedue le parti
collassarono e fra i superstiti prevalse l'anarchia.
In questo mondo caotico, i signori della guerra e i capi delle singole città feudali colmano
il vuoto nel comando autoproclamandosi "sovrani". Nelle città rimaste intatte si tenta di
continuare a vivere normalmente, ma ora la normalita consiste nell’incontrare banditi e
predoni che tentano disperatamente di arraffare qualunque cosa possa essere venduta a
buon prezzo o spazzini, come il gruppo chiamato Vulture, che ripuliscono le carcasse di
ciò che è rimasto dopo la caduta delle colonie.
Purtroppo le due fazioni della Settima Guerra Spaziale non sono scomparse: in segreto i
potenti dei due schieramenti si sono nascosti per ricostituire i propri arsenali e ora sono
pronti a ricominciare la lotta per la supremazia. Fondamentali nei piani di ambedue le
forze sono dei soggetti umani dotati di facoltà paranormali chiamati Newtype.
In questo scenario catastrofico, nell'anno 0015 A.W, è ambientata la storia di Gundam X
al cui centro troviamo un solitario quindicenne nato appena dopo l’apocalisse, Garrod
Ran. Grazie alla sua abilità con i Mobile Suit gli viene affidato da un distinto signore
baffuto il compito di salvare una giovane ragazzina vagabonda, Tiffa Adil, da un gruppo
di mercenari chiamati Vulture che la tengono rinchiusa nella Freeden, una nave
comandata da un uomo misterioso e taciturno. Dopo aver compiuto la missione, al
momento della "consegna" di Tiffa, Garrod comprenderà dalla reazione della ragazza le
cattive intenzioni del signore con i baffetti e fuggirà con lei. Durante la rocambolesca
fuga sotto il fuoco dei Mobile Suit nemici Garrod scoprirà, con suo grande stupore, che
Tiffa è una Newtype e al termine della fuga riuscirà ad entrare in possesso del devastante
Gundam X. Ben presto i due entreranno a far parte dell'equipaggio della Freeden: terzo
schieramento che sta tentando di radunare intorno a sé tutti questi rarissimi miracoli della
natura, sotto la guida del comandante Jamil Neate.
Jamil, ex pilota del Gundam X e uno dei primi Newtype, vaga ora alla ricerca di Newtype
sopravvissuti alla devastazione per poterli proteggere dalle mire dei due schieramenti che
vorrebbero sfruttarli, in modo che questi non rivivano più le atrocità della guerra

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combattuta quindici anni prima, pronto a sfidare le due redivive superpotenze in nome dei
suoi ideali.

Diretta da Shinji Takamatsu e prodotta da Bandai, Sunrise e Sotsu Agency, After War
Gundam X (Kido Shin Seiki Gandamu X) è una serie TV anime di genere mecha.
E’ la terza saga prodotta ad essere ambientata in un universo alternativo alla metaserie
Gundam ed è andata in onda in Giappone nel 1996, subito dopo Gundam G e Gundam
Wing. Ancora inedita in Italia, si trova sottotitolata in inglese dai FanSub Hero Legends e
Suteki Yume.
L'After War è una timeline spesso disprezzata o ignorata. E' tornata in auge solo di
recente grazie a un manga che la riprende dopo la fine della serie tv: un sequel intitolato
"Gundam X: Under the Moonlight".
Gundam X prospetta il tipico scenario post-bellico di molti anime giapponesi (Akira/Ken
il guerriero): un mondo ridotto quasi ad un deserto da una terrificante guerra, ma in
maniera diversa dai soliti canoni, in cui la guerra è in genere ancora in pieno
svolgimento. Gundam X è forse il meno tragico delle serie “gundamiche” proprio perché
parte già da una distruzione che ha quasi estinto il genere umano e su questo segue un po’
la filosofia poi ripresa da Turn A Gundam, ma senza esagerare, con una giusta alternanza
tra drammaticità e momenti di ilarità: in una guerra del genere un futuro di questo tipo è
più credibile!
La storia è ben costruita: ha un approccio a brevi cicli narrativi, molto diverso dal modo
di sceneggiare tipico delle serie di Gundam. Questo è il suo punto di forza e, allo stesso
tempo, la sua debolezza di fronte ad un pubblico abituato a ritmi narrativi serrati e non
nettamente scanditi.
Fino a che non inizia la vera e propria ricerca dei Newtype la storia è, tutto sommato,
continua nella narrazione. Quando invece la Freeden ed il suo equipaggio partono per la
sua vera missione si susseguono diverse storie tutte praticamente separate l'una dall'altra,
per poi ritornare alla narrazione continua (con qualche eccezione) durante l'ultima parte.
Spesso vengono introdotti nuovi elementi nella storia, rendendo varia e piena di sorprese
la narrazione: purtroppo però le varie parti che compongono l'anime sono soggette a
scarti di qualità. Infatti ce ne sono alcune che sono nella media, se non addirittura al di
sotto, ed altre che invece riescono a catalizzare l'attenzione dello spettatore fino alla fine.
La serie riprende tutti i temi e le situazioni dell'UC proiettandole in un'ambientazione
originale e interessante: fin dai primi episodi si percepisce una forte tensione ed un
presupposto di storia degna delle migliori Side-Story del Gundam classico.
Non un capolavoro, ma le battaglie sono ben studiate, nonostante al protagonista abbiano
messo tra le mani sin dalla prima puntata il potere di distruggere una Nazione!
Un altro punto debole è la lentezza della trama che ci mette un po’ troppo tempo per
ingranare la marcia e partire. Gundam X si scatena appena dopo 12-14 puntate, rivelando
quindi tutte le problematiche e i retroscena legati ai Newtype, che in questa serie
diventano i veri protagonisti, così come voleva l'idea base di Tomino.
In questa storia ogni personaggio vede i Newtype in modo diverso: chi li osanna, chi li
odia, chi li disprezza, chi li protegge, chi cerca di capirli. Qui i Newtype sono quasi più
importanti dei Mobile Suit, la sensazione è di trovarsi di fronte ad uno spin-off
dell’Agenzia Flanagan tanto si entra nel dettaglio dei Newtype, rendendo questa serie
unica e originale.

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Vi è un episodio interlocutore, il 15, che segna la fine della prima parte delle concitate
vicende di Tiffa e Garrod e che curiosamente coincide con l’episodio interlocutorio
numero 15 della serie classica che poi Tomino ha fatto togliere dalle nuove edizioni.
In questo episodio c’è una sorta di parallelo dell’incontro tra Amuro e sua madre, visto
però in un’ottica completamente diversa: qui infatti non è il protagonista ad incontrare
sua madre, ma uno dei comprimari.
Altra particolarità di Gundam X è che molte volte si combatte per depredare il nemico del
suo Mobile Suit, quindi si mira al pilota piuttosto che al robot: l’esatto contrario di G
Gundam, dove la prima regola dei combattimenti è non mirare al cockpit.
Non vi do troppi dettagli per non rovinare la visione, ma in questo anime troverete una
bella rivisitazione, sotto ottiche differenti ed approfondite, di tematiche già trattate nella
serie classica, come la crescita di Garrod e la sofferenza di Tiffa, oppure la problematica
della pulizia etnica o le bande guerrigliere (temi trattati in seguito anche in 08th, in 00 e
SEED). Ci sono poi moltissime citazioni dell’UC, da semplici rimandi a nomi di plotoni,
da sagome di asteroidi ad armi di distruzione di massa.
Non manca l’elemento tragico, come nell’episodio in cui il neo RambaRal tenta la sortita
sulla nave perché incolpa la Federazione Terrestre e i suoi Newtype per la morte della
moglie e della figlia; queste infatti si trovavano su una delle colonie spaziali orbitanti a
cui, come un'ultima disperata mossa, l'Armata Rivoluzionaria dello Spazio
nell’Operazione Lilac, attaccò motori a razzo per colpire la superficie del Pianeta.
Come avvenne dopo Dublino per la Base Bianca, la puntata della spia vista nella serie
classica è rivista qui in un’ottica capovolta e più tesa verso la fusione con la guerriglia.
Nel lungo conflitto tra Estardo e la New Federation si nota come le mosse politiche
abbiano maggior peso di quelle militari e di come quattro Gundam possono sì vincere le
singole battaglie, ma non necessariamente una guerra, rispecchiando una triste realtà.
Alla ventesima puntata però gli autori si lasciano prendere la mano e creano una puntata,
“quella del delfino”, unanimemente riconosciuta come la meno realistica.
Nota dolente la fretta con cui si conclude la storia: negli ultimi episodi c’è un sensibile
calo di cura e un modo sempre più sbrigativo di sciogliere le questioni rimaste in sospeso.
Sembrerebbe proprio che non avendo avuto il successo sperato, la Sunrise abbia tagliato i
fondi obbligando gli autori a terminare la saga anticipatamente e a tagliare quindi una
decina di puntate di collegamento e approfondimento. Si percepisce chiaramente che
avendo a disposizione più episodi l'ultima parte sarebbe stata migliore. Questo Gundam
avrebbe potuto essere ricordato per la sua capacità di approfondimento dei personaggi e
non dell'epopea, per la particolarità di non cercare la strage finale a tutti i costi, purtroppo
lasciare molti subplots incompleti o chiusi in modo raffazzonato ha rovinato la chiusura
della serie: forse sarebbe stato meglio fermarsi alla puntata 36.
Infatti verso le puntate 35-36 la serie cambia completamente impostazione, si avvita su se
stessa, insomma viene praticamente abbandonata dalla Sunrise.
Nelle ultime puntate troviamo la classica escalation tipica non solo delle storie
“gundamiche”, ma anche della realtà storica: rapida progressione degli eventi e declino
finale fino al conflitto. Quindi l’idilliaco finale terribilmente ottimista, ma alcune
spiegazioni affrettate lasciano molti punti in sospeso, facendo desiderare ai fan un film
riassuntivo ed esplicativo sul modello di quelli già fatti per la serie classica e per Gundam
Wing, considerando anche che spesso i giapponesi utilizzano questi film per correggere
gli errori o le evoluzioni impreviste della serie.

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Se solo fosse stata completata come meritava sarebbe probabilmente entrata in
competizione con la leggendaria serie madre, la 0079.
Consigliata soprattutto agli appassionati di Gundam, che avranno così l'occasione di poter
vedere una buona saga ed anche a quelli che cercano un anime pieno di avventura e di
azione, specie se appassionati di saghe robotiche, sconsigliatissima a chi volesse
cominciare proprio da questa serie.

Si tratta, pur con tutti i suoi limiti, di una delle migliori serie di Gundam, un prodotto
eccellente con spunti interessanti e una bella ambientazione, che seppe dare nuova linfa al
marchio Gundam, non a caso, moltissime idee comparse in questa serie verranno poi
riprese nelle serie successive, sia nell'UC che nelle altre timeline.
I temi trattati sono molto profondi così come la psicologia dei personaggi, ma tutto si
perde in una regia terribilmente soporifera e poco lineare che si mantiene tale dall'inizio
alla fine.
a) Un aspetto nettamente positivo è la caratterizzazione dei personaggi, davvero curata e
decisamente superiore rispetto ad altre serie. Questo vale in particolar modo per Garrod
Ran che all'inizio è solo un ragazzino immaturo che vive nel mondo degli adulti
estraniandosi da loro, senza capirli, per poi diventare sempre più maturo e responsabile,
sia come persona che come pilota di Gundam. Belle anche le caratterizzazioni di Tiffa,
inizialmente una ragazza timida e chiusa, ma che, grazie alle esperienze che vivrà e a
Garrod, riuscirà ad aprirsi di più con gli altri (forse discutibile il suo taglio di capelli) e
della pilota di Mobile Suit Enil El, la cui complessa storia e personalità richiederebbe
diversi spoiler per poter essere spiegata al meglio.
Si rivede l’atmosfera di grandi epopee alla Capitan Harlock con un Jamil sopra le righe,
forte e apparentemente sicuro di sé, ma che ancora risente del cataclisma avvenuto
quindici anni prima, un neo Bright maturo come lo si era visto in Gundam Zeta e si rivive
un po’ di aria tipica dell’Enterprise, con un ruolo decisivo dei meccanici manutentori e
del dottore.
Qui la parte di Amuro è scissa: la figura del pilota è ricoperta dall’esuberante Garrod, che
durante la serie matura passando da ragazzino sconsiderato a unico personaggio deciso a
sconfiggere tutte le previsioni più nefaste, ma la parte Newtype è riservata alla timida
Tiffa, che, come Amuro, condivide una buona parte di scene in una cabina della nave nel
suo letto e come lui vive i mutamenti psicologici che abbiamo già visto nella serie
classica.
Purtroppo un certo semplicismofa sì che si trovino alcuni personaggi, soprattutto fra i
comprimari, eccessivamente stereotipati: come i due fratelli Frost, i “villains” frustrati
perché considerati scarti genetici, pur essendo gli unici telepati di tutta la serie (gli
Innovator vi dicono qualcosa?), stanno dalla parte del torto e si comportano da mostri
inumani, il loro ruolo è comunque importante nella caccia dei Gundam per evitare un
futuro ostacolo alla rinascente Federazione.
b) Nel complesso il mecha design è molto curato, come è logico essendo una saga di
Gundam (Kunio Okawara è una garanzia!), la maggior parte dei Gundam sono ben
caratterizzati e disegnati, così come i "semplici" Mobile Suit dei nemici.
L’originalità e la bellezza dei Mobile Suit si nota però meglio nel manga, mentre
nell’anime troviamo alcuni elementi dissonanti. Infatti la nota stonata che fin dall’inizio

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fa storcere il naso anche ai più tolleranti è il design della nave Freeden… La vista frontale
la fa assomigliare ad una vasca da bagno con le gambe!
Altra pecca i Mobile Suit dei due fratelli Frost, troppo "transformer" (il Gundam Virsago
di Shagia Frost è una sorta di fusione tra Altron e l'Epyon di Gundam Wing) e nel
Gundam Leopard di Roybea Loy, che ricorda in modo impressionante l'Heavyarms di
Trowa Barton in Gundam Wing: un po’ di originalità non avrebbe guastato, per fortuna la
cosa riguarda soltanto due Gundam.
Una nota di merito invece va sicuramente al Gundam X, al Gundam X Divider ed allo
spettacolare Gundam Double X, che sono realizzati in modo splendido. Il mecha ha
provato forse a strizzar troppo l'occhio al mercato dei modellini, ma senza ricevere il
successo sperato. A livello di armi ed accessori è impossibile non parlare della valida
trovata dei creatori: tutta la nuova generazione di Gundam X è dotata di un potentissimo
cannone satellitare posto sulle spalle, alimentato da un raggio energetico che arriva da
una centrale solare posta sulla superficie della Luna e utilizzabile grazie ai poteri psichici
dei piloti Newtype.
Fa invece sorridere lo snowboard che usano i Mobile Suit nemici in alcuni episodi.
c) Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, le animazioni ed i disegni, arriviamo alla
vera nota dolente di tutto l'anime: aspetti nei quali Gundam X perde diversi punti
(Gundam Wing è fatto molto meglio a livello estetico ed è un opera antecedente). La
grafica delle puntate è abbastanza mediocre e la realizzazione delle animazioni è piuttosto
semplice, quando non terribilmente insignificante, migliora soltanto nelle sigle. Una
maggiore cura avrebbe giovato, specie nella realizzazione degli scontri tra Mobile Suit: in
Gundam Wing ci sono tantissimi scontri corpo a corpo, mentre in Gundam X ci sono per
lo più scontri con armi da fuoco. In questo aspetto Gundam X vince sul piano del
realismo ma perde punti sul piano della spettacolarità.
d) I suoni (ad es. il Leopard che sventaglia) e la colonna sonora sono molto curati. Validi
gli opening, “Resolution” e “Dreams”, e l’ending “Human Touch”, musiche ottime ed
orecchiabili. L'unico sottofondo degno di nota è il motivo che si sente quando Garrod
utilizza il Satellite Cannon, musica davvero struggente.
Pur nella maggior leggerezza portata dai giovani personaggi della serie, le atmosfere
suggerite musicalmente sono molto cupe e il coro femminile da un’ulteriore tocco
malinconico.
e) A livello di dialoghi non c'è nulla di particolare da segnalare: ogni tanto ci sono dei bei
monologhi, ma per lo più i dialoghi sono ridotti all'essenziale. Sul piano delle voci invece
Gundam X è praticamente perfetto: in particolare citerei la voce di Garrod che è
meravigliosa, di una sonorità stupenda, tanto che vale la pena di vedere quest'anime
anche solo per sentirgli dire uno dei suoi "Iku ze!". Bella anche la voce di Tiffa, che è
molto bassa e particolare, non dev'essere facile trovare una doppiatrice in grado di fare
una vocina come la sua.

Cerchiamo quindi di analizzare nel dettaglio le cause che portano a considerare Gundam
X una serie minore. Mentre in Turn A avviene lo scontro tra fan storici e Tomino, che
voleva togliersi i macigni che aveva nelle scarpe, qui il problema è proprio una questione
di serie che precipita su se stessa a causa di aspetti difficili da digerire per il nocciolo
duro: anche se il Gundam GX viene spesso ridotto in condizioni pietose, come nel primo
incontro tra Garrod e il NewType Caris, i Mobile Suit non finiscono mai il carburante ed

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il fascino del realismo finisce per risentirne, colpi super-extra-iper potenti anche se quasi
mai usati, ma piuttosto minacciati a scopo deterrente sono troppo da SuperRobot.
I fan volevano rivedere in azione i classici Mobile Suit di Zeon, non un "What…if…"
della prima storica serie classica, convalidando la prova di come l'UC abbia influenzato
tutte le altre saghe, in Gundam X troviamo accenni, non copiature marcate, ma
evidentemente ciò non ha reso molto.
Purtroppo Gundam X è una serie con grandissime potenzialità, ma la mancanza di un
elemento accattivante ha fatto sì che non abbia quel "magnetismo" che può portare i fan a
interessarsi alla serie, magari solo scoprendola distrattamente in un canale televisivo,
mentre invece con altre serie, meno lavorate sul piano della sceneggiatura, non è successo
perché graficamente più attraenti. Una triste dimostrazione che realizzare una "bella
storia", può non essere abbastanza.
C'è poi da dire che Garrod e Tiffa sono quasi gli unici 16enni della storia, e sebbene molti
occidentali abbiano adorato il fatto che i personaggi siano quasi tutti maturi, questo non è
assolutamente piaciuto all'utenza Giapponese a cui le serie sono rivolte.
Il problema infatti non è nella trama e neanche nei personaggi, nè nel bellissimo design
dei Mobile Suit, bensì nello scontro diretto che a suo tempo ha avuto con Evangelion
capace di dirottare gran parte dei fan di Gundam .
Questa realizzazione scarsa, congiunta al periodo (1996) un po’ fiacco per una serie di
Gundam e all'uscita di Evangelion, ha fatto crollare l'audience portando la Sunrise a
terminare la serie.
Ora vediamo di fare chiarezza una volta per tutte sulla sfida: Evangelion ha sicuramente
avuto il suo ruolo nella distruzione di Gundam X, ma questo è capitato proprio perchè ai
vertici si era già deciso di troncarla, cosa che appunto avvenne per lo scarso interesse del
pubblico giapponese, così venne tagliata una decina di episodi prima delle altre serie
portandola alle trentanove attuali.
Pare che alla prima messa in onda, nell’ottobre del 1995, Evangelion andò male, fatto che
permise al Gundam Wing, messo in onda dall’aprile dello stesso anno, di mantenere
buoni ascolti fino alla fine della serie, grazie soprattutto al pubblico femminile.
Entrambe le serie si conclusero nel marzo del 1996 e Gundam X partì proprio nell'aprile
di qull’anno per tentare di emulare il successo di Gundam G e Wing.
La serie partì con ascolti sul 6.0 e 6.5 che sono ascolti ritenuti medio alti per un anime e
che si sono mantenuti fino all'episodio 20. La puntata del delfino è il momento in cui la
Sunrise ha smesso di scommettere sul AW Gundam X!
Ciò che molti ignorano è che la replica di Evangelion avvenne subito dopo le vacanze del
1996, con alle spalle una spasmodica attesa nata da miliardi di recensioni positive e
articoli che le riviste come Newtype avevano divulgato nei mesi precedenti.
Nella replica del 1996 Evangelion raggiunse ascolti record mai visti in dieci anni (10% o
11%) e in quel periodo Gundam X era più o meno all'episodio 25. Il che avrebbe anche
senso con l'immediato crollo di ascolti e il conseguente spostamento al sabato mattina. In
Patria fu un tale fiasco che subì un trattamento persino troppo duro: venne tagliato di 11
episodi e la seconda parte della serie fu spostata alle 6.30 del sabato mattina.
Penso che se la Sunrise invece di fare prodotti differenziati come Gundam X, Gundam
Wing e G-Gundam, avesse trovato un filo conduttore, forse queste tre sottoserie
avrebbero avuto un destino diverso.

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Tutto il non canon dell’UC poteva confluire in After War, serie che sarebbe potuta essere
correlata con Gundam Wing (la nuova tipologia delle colonie, rifatte dopo la distruzione
delle prime, gli Imperi stile 1800 come ad indicare una nuova restaurazione dopo il
tracollo della Federazione, i modelli dei Mobile Suit molto legati anche dal fatto che
effettivamente Gundam Wing vede la luce proprio l’anno prima di Gundam X) per poi
terminare con Turn A Gundam (magari colmando il buco temporale con una serie che
raccogliesse i fili).
Non e' UC, ma e' un'interessante divagazione su un possibile futuro alternativo dell'UC e
se, visto che il difetto maggiore di Gundam X è la sua realizazione grafica, venisse
riproposto come un evento della CE come è accaduto per la serie classica e per Gundam
Z?

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