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INSTITUTO DE BIOCIÊNCIAS, LETRAS E CIÊNCIAS EXATAS

CÂMPUS DE SÃO JOSÉ DO RIO PRETO


PROGRAMA DE PÓS-GRADUAÇÃO EM ESTUDOS LINGÜÍSTICOS

PROVA DE PROFICIÊNCIA EM LÍNGUA ITALIANA

Instruções:

• Responda em português, na folha de respostas, às questões abaixo sobre o fragmento do capítulo 4 –


Teoria Linguistica e Insegnamento della Grammatica, escrito por Laura Brugè, extraído da obra La
formazione di base del docente di italiano a stranieri, organizada por Roberto Dolci e Paola Celentin.

• Evite responder às questões apenas citando partes do texto ou traduzindo-as.

• É permitida a utilização de um dicionário impresso durante a prova.

Questões:

1. Qual é a tese ou idéia refutada pela autora?

2. Identifique e comente, em linhas gerais, dois argumentos utilizados pela autora que evidenciam
sua tese ou idéia refutada.

3. Quanto ao conteúdo comunicativo, no que se diferenciam os enunciados 5b e 5c, já que, em


ambos, os objetos indiretos [a Maria (5b) e A MARIA (5c)] encontram-se em posição inicial?

4. Em relação à ordem dos elementos na frase, como são denominados, pela gramática gerativa, as
construções 5b e 5c?

5. Que considerações a autora faz no que diz respeito a línguas que podem apresentar orações com
sujeito nulo (soggetto nullo) e àquelas que não podem?

Funzione e forma nella lingua

Gli studi rivolti a sviluppare metodi sempre più efficaci per l’apprendimento delle lingue straniere
sostengono che l’insegnamento della grammatica debba essere affrontato partendo dal significato.
Questa linea di condotta, coerente con i pressuposti cognitivisti, non entra in conflitto con la
proposta, che vogliamo difendere in queste pagine, di adottare le ipotesi sviluppate da teorie formali
quali la grammatica generativa per l’insegnamento della grammatica dell’italiano. Come abbiamo
presentato nei capitoli precedenti, infatti, la grammatica generativa, nei suoi sviluppi più recenti,
assegna grande importanza al significato, e al tempo stesso riconosce un ruolo importante alle
funzioni della lingua. In relazione alle funzioni della lingua, l’ipotesi che le differenze nella forma
possono essere associate a differenze nel significato viene accettata dalla grammatica generativa. Ciò
che essa respinge, naturalmente, è l’ipotesi “forte” secondo la quale forma e significato siano sempre
in relazione biunivoca tra loro, assunzione, peraltro, facilmente falsificabile dal punto di vista empirico.
A tale proposito si potrebbe menzionare l’ordine con cui le parole si dispongono all’interno della
frase. Rispetto alla disposizione degli elementi maggiori all’interno della frase, l’italiano risponde
all’ordine S(oggetto) V(erbo) O(ggetto). Quest’ordine, però, può essere alterato per esprimere
contenuti informativi differenti.
Se prendiamo in esame le costruzioni in (5), si può osservare che, nonostante il loro contenuto
proposizionale sia lo stesso, esse non possono essere prodotte indistintamente in tutti i contesti:
(5) a. Regalerò un libro a Maria.
b. A Maria(,) le regalerò un libro.
c. A MARIA, regalerò un libro.
Nei casi in (5b) e (5c) l’anteposizione dell’oggetto indiretto deve attribuirsi alla distinzione
informazione conosciuta (dato) e informazione nuova (nuovo) con cui, dal punto di vista informativo
si divide, in generale, la frase1. In (5b) l’oggetto indiretto viene espresso in posizione iniziale perché
rappresenta l’informazione conosciuta, rispetto all’informazione nuova veicolata dal resto della frase.
(5b) è compatibile come risposta a una domanda del tipo: Che cosa hai deciso per Maria?
In (5c), invece, l’oggetto indiretto anteposto, enunciato con forte enfasi melodica, costituisce
l’informazione nuova, in contrasto con il contesto. (5c) è compatibile come risposta ad un enunciato
del tipo: Potresti regalare un libro a Francesca.
Queste costruzioni, marcate in quanto all’ordine degli elementi, e che nell’ambito della
grammatica generativa vengono denominate, rispettivamente, dislocazione a sinistra e
topicalizzazione, mostrano che forma e contenuto comunicativo sono vincolati tra loro.
Tuttavia se si esaminano le lingue naturali, non sembra appropriato affermare che il contenuto e
la forma siano sempre associati tra loro, tesi, questa, difesa dalle teorie funzionaliste, le quali
sostengono che dalla funzione comunicativa derivi la forma stessa della lingua.
Se si considera, infatti, la frase in (5b), si deve ammettere che, oltre all’ordine alterato delle
parole, che, come si è detto segue il paradigma funzionale dato-nuovo, esiste comunque un requisito
formale indipendente che deve essere rispettato per la buona formazione stessa della costruzione, e
cioè che, all’interno della frase si realizzi un pronome clitico (le) associato al costituente dislocato (a
Maria). Lo stesso requisito non può essere soddisfatto nel caso della costruzione in (5c), la quale,
però, a sua volta, richiede, come scelta formale indipendente dal contenuto, che il soggetto, se si
realizza lessicalmente, occupi la posizione postverbale (cfr. UNA MACCHINA NUOVA, vuole Gianni vs.
?*UNA MACCHINA NUOVA, Gianni vuole).
Un altro argomento, che invalida la tesi funzionalista nella sua versione “forte”, ci viene offerto,
sempre nell’ambito dell’ordine delle parole nella frase, da costruzioni del tipo seguente:
(6) a. La musica classica piace a Maria.
b. A Maria piace la musica classica.
In (6b) non sembra possibile sostenere che il costituente oggetto indiretto venga espresso in
posizione iniziale (dislocata) per soddisfare obbligatoriamente il paradigma funzionale dato-nuovo,
come accade, invece, nel caso in (5b), e neppure il paradigma funzionale nuovo-dato espresso dal
caso in (5c). Infatti, la frase in (6b) può essere considerata, dal punto di vista informativo, come tutta
nuova, alla stregua di (5a) e (6a): può essere emessa, ad esempio, come inizio di discorso.
Adottando quanto proposto da Cardinaletti (2002), l’oggetto indiretto rappresenterebbe, in casi
di questo tipo, il soggetto della predicazione, e non equivarrebbe ad un elemento dislocato per precisi
scopi funzionali. Non ci sarebbe, pertanto, coincidenza tra forma e funzione comunicativa.2 / 3

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Le nozioni di dato e nuovo appartengono alla grammatica del discorso. Adottando questa dicotomia, si afferma
che le frasi (o enunciati) si compongono, in generale, di una parte data (ciò che l’emittente presuppone sia
conosciuto dal ricevente al momento dell’enunciazione) e di una parte nuova (ciò che si suppone come non
conosciuto dal ricevente). D’accordo con il principio che nella comunicazione si tende a partire dal dato per
raggiungere il nuovo, nella frase la parte data precede sempre, nell’ordine, la parte nuova. Secondo questa
ipotesi, in (5b) il costituente dativo si realizza ad inizio di frase poiché rappresenta la parte data della
costruzione. L’emittente, comunque, sempre per ragioni informative, può alterare quest’ordine “oggettivo” e
realizzare l’ordine nuovo-dato. È ciò che accade nel caso in (5c), dove il costituente dativo A MARIA rappresenta
la parte nuova dell’enunciato.
2
Come osserva Cardinaletti (p. 10 e segg.), l’oggetto indiretto che compare in costruzioni del tipo di (5b) non
può essere trattato come l’oggetto indiretto anteposto che troviamo in costruzioni del tipo di (6b). Infatti,
mentre i costituenti dislocati a sinistra (cfr.(5b)) non possono comparire né in costruzioni gerundive in cui
Come ulteriore osservazione sull’inadeguatezza di assumere, nell’insegnamento della
grammatica, l’ipotesi che dal contenuto comunicativo derivi necessariamente la forma, possiamo
addurre il fatto che, se esaminate in un’ottica comparativa, le lingue molto spesso codificano stessi
contenuti mediante scelte formali differenti. A tale proposito, si prenda in considerazione il parametro
del soggetto nullo. Nelle lingue a soggetto nullo, come ad esempio l’italiano, il soggetto pronominale
si realizza, in generale, quando si vuole assegnare a questo elemento un valore di rilievo; oppure, la
sua realizzazione è obbligatoria in quei contesti in cui si darebbe luogo ad ambiguità nella
determinazione del referente, indipendentemente dal contenuto comunicativo (es. Spero che (lui)
possa farcela vs. Spero che #(tu) possa farcela). Nelle lingue non a soggetto nullo, come ad esempio
l’inglese, non è invece possibile ricorrere alla scelta formale presenza/omissione del soggetto
pronominale per veicolare lo stesso contenuto informativo che si ottiene in italiano; nelle lingue non a
soggetto nullo la posizione di soggetto strutturale deve essere sempre occupata lessicalmente.
Infine, un ultimo esempio che si potrebbe citare è rappresentato dal fenomeno dell’accordo nei
tratti di persona, numero e genere. Questa proprietà grammaticale, di natura esclusivamente formale,
permette di esprimere i vincoli che all’interno di una struttura si vengono a stabilire tra due o più
elementi linguistici solo in quelle lingue che possiedono morfemi flessivi di accordo. La mancanza di
morfemi di flessione in altre lingue permette di determinare variazioni quali a nice girl dell’inglese e
una ragazza simpatica dell’italiano.
Se si esamina la grammatica di una lingua, e delle lingue in generale, pertanto, non si può
negare l’esistenza di principi formali che non possono essere derivati direttamente da principi
funzionali.

Referência:

BRUGÈ, L. Teoria linguistica e insegnamento della grammatica. In: DOLCI, R. E CELENTIN, P. (Orgs.). La
formazione di base del docente di italiano a stranieri. 2ª ed. Roma: Bonacci Editore, 2000.

l’ausiliare si realizza in posizione iniziale, (i.a), né in subordinate completive con complementatore non espresso,
(ii.a).
(i.) a. *Avendo(le) a Maria regalato un libro,...
b. ?*Credevo a Maria (le) avessero regalato un libro.
un ausiliare al gerundio in posizione iniziale, così come la non realizzazione del complementatore che, sono
compatibili con un costituente dativo anteposto in costruzioni del tipo di (6b):
(ii.) a. Essendo a Maria piaciuta la musica classica,...
b. Credevo a Maria piacesse la musica classica.
Pertanto, nonostante l’ordine degli elementi sia lo stesso e il contenuto informativo veicolato dalle costruzioni in
(5b) e (6b) possa essere lo stesso, per rendere conto dei contrasti in (i) e (ii) è necessario ipotizzare strutture
formali differenti.
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Per costruzioni del tipo di (6b) sembra, quindi, intervenire un fenomeno più generale, vale a dire la tendenza a
scegliere come soggetto della predicazione l’argomento del verbo a cui viene assegnato il ruolo tematico più
prominente.

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