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Ett Drӧmspell

August Strindberg

Personaggi

Harriet

Il vetraio

L’ ufficiale

La madre

Il padre

Lina

La portinaia

L’attacchino

La ballerina

Le escluse

Il corista

L’avvocato

Cristina

Il viveur

Il poeta

Lui

Lei

La brutta edit

La madre di edit

Il maestro

Nils

Lo sposo novello

La sposa novella
Il primo rettore

Il decano di teologia

Il decano di filosofia

Il decano di medicina

Il decano di giurisprudenza

Inzio. Harriet e il vetraio sul davanti, hanno entrambi un orologio senza lancette. Si muovono sulle
voci registrate. Il poeta si stacca lentamente dal fondo per prendere gli orologi. L'attachino,
doppiando il poeta prima del dialogo, toglie il cappello al vetraio. Altri si trovano in scena
occupati in azioni lentissime o in stop, altri ancora fuori scena.

Harriet (Emiliana) e Il Vetraio (Alessandro).

HARRIET Il castello continua a crescere dalla terra: vedi quant’è cresciuto dall’anno scorso?

IL VETRAIO Non ho mai visto prima questo castello. Non ho mai sentito che un castello cresca.
Ma… sì, è cresciuto di due braccia, l’hanno concimato.

HARRIET Dovrebbe fiorire presto, la festa di mezza estate è già passata.

IL VETRAIO Non vedi il fiore, in alto?

LA FIGLIA Perché i fiori spuntano dalla sporcizia?

IL VETRAIO Nella sporcizia non si sviluppano, per questo salgono quanto più in fretta possono
verso la luce, per fiorire in essa, e morire.

HARRIET Till Paris, till Paris, ska vi rida pa un gris. Sai chi abita nel castello?

IL VETRAIO Lo sapevo, ma l’ho dimenticato.

HARRIET Credo ci sia un prigioniero... E aspetta certo che io lo liberi.

IL VETRAIO Ma a che prezzo?

HARRIET Sul dovere non si discute! Entriamo nel castello!...

IL VETRAIO Entriamo!

Il vetraio porta in groppa al castello crescente Harriet che inizia a parlare con il lontanissimo
ufficiale sulla cima della scala. Il suo doppio si trova incatenato nella costruzione di scale e dà
voce all'altro.
Harriet (Emiliana) e L'Ufficiale (Gianni).

HARRIET Sei prigioniero nel tuo alloggio, sono venuta a liberarti!

L’UFFICIALE Me l’aspettavo, ma non ero certo che tu lo volessi.

HARRIET Il castello è solido, ha sette muri, ma… riusciremo! Vuoi o non vuoi?

L’UFFICIALE Per essere sincero, non lo so. In un modo o nell’altro, soffrirò lo stesso! Ogni gioia
della vita deve essere pagata con un dolore doppio. Dove sono ora mi è difficile vivere, ma se mi
pago la dolce libertà, soffrirò tre volte di più… Harriet, preferisco andare avanti così, purché possa
vederti!

HARRIET Cosa vedi in me?

L’UFFICIALE La Bellezza, che è l’armonia dell’Universo. Ci sono linee nella tua figura, che
ritrovo solo nelle orbite del sistema solare. Sei una figlia del cielo!

HARRIET E tu un figlio.

L’UFFICIALE Perché allora dovrei badare ai cavalli?

HARRIET Perché ti venga il desiderio di andartene!

L’UFFICIALE Io voglio, ma è così difficile staccarsi!

HARRIET Kara kara du! Cercare la libertà nella luce, è un dovere!

L’UFFICIALE Un dovere? La vita non ha mai riconosciuto doveri verso di me!

HARRIET Ti sembra che la vita ti abbia fatto torto?

L’UFFICIALE Si, è stata ingiusta. (Tutti gli fanno eco)

Il padre staccandosi dalla serva Lina si avvicina alla madre. Intanto l'ufficiale sceso dal castello
crescente procede strisciando verso il centro della scena per trovarsi ai piedi della madre dal lato
della panchina.

Il Padre (Karl), La Madre (Claudia) e Lina (Giordana).

IL PADRE (porgendole una mantiglia di seta) Non la vuoi?

LA MADRE Una mantiglia di seta per me, caro! A che serve, devo presto morire!

IL PADRE Credi a quanto dice il medico?

LA MADRE Anche a quello che lui dice, ma più che altro credo alla voce che parla qui dentro.

IL PADRE E’ grave allora? E fino all’ultimo pensi ai tuoi figli!


LA MADRE Erano la mia vita, la mia ragione d’essere… la mia gioia, e la mia pena…

IL PADRE Cristina, perdonami tutto!

LA MADRE E che cosa? Perdonami tu, caro. Ci siamo tormentati: perché? Non potevamo farne a
meno!... Ma ecco la biancheria nuova per i ragazzi… guarda che si cambino due volte la
settimana… Devi uscire?

IL PADRE Debbo andare in ministero! Alle undici!

LA MADRE Prima di andartene, chiedi ad Alfredo di venire qui!

IL PADRE E’ qui, carissima!

LA MADRE Ma pensa, comincio a vedere poco… Sì, sta diventando buio… Alfredo, vieni!

La madre alza l'ufficiale facendolo dondolare avanti e indietro quasi come fosse il filo che
precedentemente stava districando. Il padre intrappola Lina utilizzando proprio la matassa di
cotone della madre.

LA MADRE Chi è quella ragazza?

L’UFFICIALE E’ Harriet.

LA MADRE Oh, è questa Harriet? Sai cosa dicono? Che è scesa sulla terra per sapere come stanno
veramente gli uomini… ma non dire niente!

L’UFFICIALE Una creatura divina, sì!

LA MADRE Alfredo mio, presto lascerò te e i tuoi fratelli… vorrei dirti una parola per la vita!

L’UFFICIALE Dimmi!

LA MADRE Una parola sola: non litigare mai con Dio!

L’UFFICIALE Cosa intendi?

LA MADRE Non sentirti sempre trattato male dalla vita.

L’UFFICIALE Ma se mi trattano ingiustamente?

LA MADRE Pensi ancora alla volta in cui fosti punito ingiustamente per aver rubato una moneta
che poi ritrovammo?

L’UFFICIALE Sì! Quella ingiustizia dette una direzione sbagliata a tutta la mia vita!

LA MADRE Certo... Oppna dorret!


L’UFFICIALE Ma allora lo sai! è…

LA MADRE La Bibbia, per cui tu fratello fu punito. Tu strappasti e nascondesti il libro.

L’UFFICIALE E dire che dopo vent’anni quell’armadio sta ancora lì! Abbiamo cambiato casa tante
volte, e mia madre è morta dieci anni fa!

LA MADRE Che vuol dire? Con le tue eterne domande rovini quello che c’é di più bello nella
vita!... Ma ecco Lina!

Lina cade ai piedi della madre. Mentre l'ufficiale si ritira.

LINA Snälla frun, jag får tacka så mycket, men jag kan icke gå på kristignen… (Cara signora, la
ringrazio, ma non posso andare al battesimo…)

LA MADRE Perché bimba mia?

LINA Jag har ingenting att på mig! (Non ho niente da mettermi!)

LA MADRE Ti presto questa mantiglia!

LINA Nei, kära, det er inte bro! (No signora, non è bene!)

LA MADRE Non capisco perché! Io non andrò più fuori…

L'ufficiale è seduto in prossimità della madre e si rivolge a lei rimanendo nella stessa posizione.

L’UFFICIALE Che dirà papà? E’ un suo regalo…

LA MADRE Che meschinità!

Il padre si avvicina alla madre, che alla fine della scena alza le braccia per poi cadere come una
marionetta senza fili.

IL PADRE Vuoi prestare il mio regalo alla serva?

LA MADRE Non dire così… ricordati che ho fatto anch’io la serva… perché devi offendere un
innocente…
IL PADRE Perché devi offendere me… tuo marito…

LA MADRE Questa vita! Quando si fa una buona azione, c’è sempre qualcuno che la giudica
cattiva… se si fa del bene a uno, si fa del male a un altro. Ah, livet!

Cambio atosfera. Harriet intrattiene un piccolo scambio di battute con l'ufficiale, entrambi
mantengono la posizione in cui si trovano.

HARRIET Che pena gli uomini!

L’UFFICIALE Trovi?

HARRIET Sì, la vita è difficile, ma l’amore vince tutto!

Harriet si siede accanto alla portinaia sulla panchina.

Harriet (Emiliana), La Portinaia (Martina) e L'Attacchino (Tommaso).

HARRIET Non è ancora pronta la coperta a stelle?

LA PORTINAIA No bambina; ventisei anni sono nulla, per un lavoro come questo!

HARRIET E il fidanzato non è mai tornato?

LA PORTINAIA No. Ma non era colpa sua. Doveva partire… poveretto. Ormai sono trent’anni!

HARRIET Era del balletto, vero? Lassù, a teatro!

L’ATTACCHINO Era prima ballerina… ma quando lui partì, fu come se portasse via anche la sua
danza… non le dettero più una parte…

HARRIET Tutti si lamentano, se non con la voce, con gli occhi…

L’ATTACCHINO Io non mi lamento troppo… non adesso, che ho una rete e un paniere per i pesci!

HARRIET E questo la rende felice?

L’ATTACCHINO Sì, tanto felice, tanto… era il sogno della mia giovinezza… ora si è avverato!

HARRIET Tanti anni per una rete e un paniere…

L’ATTACCHINO Un paniere verde, verde…

TUTTI En grön sump!


*

Sul fondo si scorgono le ballerine di spalle intente a celebrare una sorta di voto mentre una corda
viene tesa sul davanti. Carrellata di pianti e disperazione.

HARRIET Mi dia il suo scialle, siederò qui e guarderò la gente. Ma lei deve starmi dietro e
spiegare!

LA PORTINAIA Oggi è l’ultimo giorno, il Teatro, dopo, chiude… Adesso vengono a sapere se sono
state scritturate…

HARRIET E quelle escluse?

LA PORTINAIA Eh, già, Gesù mio che spettacolo… Io mi calo lo scialle sugli occhi…

HARRIET Poverette!

LA PORTINAIA Guardi, ne arriva una!... Non è stata scelta… Guardi come piange…

HARRIET Che pena gli uomini!

LA PORTINAIA Ma guardi là; guardi che aspetto ha un uomo felice!

L'ufficiale salta in piedi con un mazzo di rose e al cominciar della musica improvvisa un balletto
sul centro della scena; alcune aspiranti e sospiranti pretendenti tentano di ballare con lui per
essere scelte. L'ufficiale inevitabilmente le scaccia una ad una essendosi reso conto che nessuna di
loro è la donna che sta cercando.

LA PORTINAIA Sposerà la signorina Vittoria!

L’UFFICIALE Vittoria!

LA PORTINAIA La signorina viene subito!

L’UFFICIALE Bene! La carrozza aspetta, la tavola è apparecchiata, lo champagne è in ghiaccio…


Permettete che vi abbracci, signore. Vittoria!

UNA VOCE (Karl canta) Sono qui!


L’UFFICIALE Bene, aspetto!

L'ufficiale si avvicina alla panchina.

HARRIET Mi conosci?

L’UFFICIALE No, conosco una donna sola… Vittoria! Sono sette anni che cammino qui,
aspettandola… Guardi qui, sull’asfalto, le tracce dell’innamorato! Urrà! è mia! Vittoria! (Non
riceve risposta) Si starà vestendo! (All’ATTACCHINO) Ha una rete, vedo. A teatro, tutti hanno una
passione per le reti… o piuttosto per i pesci! Per pesci muti, che non possono cantare… Quanto
costa una roba simile?

L’ATTACCHINO Ganska!

HARRIET Abbastanza!

L’UFFICIALE Vittoria! Adesso si starà pettinando la frangetta… (Ad HARRIET) Signora, mi lasci
andare a prendere la mia sposa!

LA PORTINAIA Nessuno può accedere al palcoscenico!

L’UFFICIALE Sono sette anni che cammino qui! Sette volte trecentosessantacinque fanno
duemilacinquecentocinquantacinque… E questa porta l’ho guardata
duemilacinquecentocinquantacinque volte, senza sapere su cosa si apra. C’è qualcuno là dentro? Ci
abita qualcuno?

LA PORTINAIA Non lo so! Non l’ho mai vista aperta!...

L’UFFICIALE Sembra la porta di una dispensa che vidi quando avevo quattro anni. Ho visto tante
cucine in vita mia, ma il Teatro non può avere una dispensa, non ha una cucina! Vittoria!... Senta,
signora, non potrebbe uscire da un’altra parte?

LA PORTINAIA No, non ci sono altre uscite!

L’UFFICIALE Bene, allora la incontrerò!

TUTTI escono di corsa, L’UFFICIALE li scruta

L'UFFICIALE Questi teatranti, si fanno sempre aspettare!

Momento sul davanti per l'ufficiale.

L’UFFICIALE Tra poco dovrebbe essere qui!... Ci sono due colombe azzurre… ma poi arriva
un’ape, ed entra nel fiore… io penso: adesso ti prendo! e stringo il fiore. Ma l’ape mi punse
attraverso i petali, e io piansi… Poi a cena ci dettero fragole di bosco con latte!... Mi pare si faccia
buio… (All’ATTACCHINO) Dove va?

L’ATTACCHINO A casa, a cena.

L’UFFICIALE A cena? A quest’ora? Senta!... Posso entrare un momento, per telefonare al «castello
crescente»?

HARRIET Cosa vuoi, di là?

L’UFFICIALE Voglio dire al vetraio che metta vetri doppi. Presto sarà inverno, e ho un freddo da
morire!

Harriet parla con la portinaia sulla panchina.

HARRIET Chi è la signorina Vittoria?

LA PORTINAIA La sua innamorata!

HARRIET Ecco la risposta giusta! Quello che è per noi e per gli altri, non gli importa! Lei è solo
quello che è per lui!...

LA PORTINAIA Oggi annotta presto.

HARRIET Per gli dèi un anno è come un minuto!

TUTTI E per gli uomini un minuto può essere come un anno!

L' ufficiale spunta da dietro la scala per pochi istanti.

L’UFFICIALE Non è ancora venuta?

HARRIET Nej, inte annu!

L’UFFICIALE Ma che dice... Verrà di certo! Lei verrà di certo! Ma, giusto, forse farei meglio a
disdire il pranzo!... Ormai è sera… Sì, farò così!

Sulla panchina la portinaia e Harriet.


LA PORTINAIA Mi dia il mio scialle, adesso.

HARRIET No, cara, va pure tranquilla. Farò io il tuo servizio… Voglio conoscere gli uomini e la
vita, per sapere se è dura come dicono.

LA PORTINAIA Ma in questo posto non ci si può addormentare, mai addormentarsi, né di notte né


di giorno…

HARRIET Neppure di notte si può dormire?

LA PORTINAIA Sì, se uno è capace, col cordone del campanello legato al braccio… Sul
palcoscenico ci sono guardie notturne che hanno il cambio ogni tre ore…

HARRIET è una tortura…

LA PORTINAIA Lo dice lei, noi siamo contenti di un posto simile, sapesse come sono invidiata…

HARRIET Invidiata? La torturata viene invidiata?

LA PORTINAIA Già, ma vede, quello che è più pesante della veglia e della fatica, delle correnti
d’aria, del freddo e dell’umidità, è ricevere le confidenze di quei disgraziati lassù… In questa
coperta ci sono trent’anni di dolori miei e altrui!

HARRIET è anche pesante, e brucia come ortica…

LA PORTINAIA La porti, visto che la vuole… Ma sia gentile con i miei poveri amici, non si
stanchi di ascoltare i loro lamenti.

HARRIET: In nome di che cosa?

LA PORTINAIA: In nome del mio amore.

HARRIET: Che cosa vuol dire questa parola?

LA PORTINAIA: L'amore è la mia gioia passata e il mio amore di oggi.

HARRIET: Lei parla un linguaggio che davvero non capisco. Amore, gioia, dolore sono parole che
non ho mai sentito.

L'ufficiale uscito da dietro la scala si dirige alla panchina per parlare con Harriet e poi con
l'attacchino.

L’UFFICIALE A giudicare da tutti i segni, l’estate è passata, ma l’autunno è la mia primavera,


perché allora il teatro riapre! E lei dovrà venire. Gentile signora, posso sedere intanto su questa
sedia?

HARRIET Sieda pure, io posso stare in piedi!


L’Ufficiale Se potessi dormire solo un po’, andrebbe meglio!... (Si addormenta un momento, si alza
di scatto per camminare avanti e indietro; si ferma davanti alla porta, la tocca) Questa porta che non
mi dà pace... Cosa c'è dietro? qualcosa ci dev'essere! Ecco! Sono cominciate le prove! Che cos'è?
Luce, buio; luce, buio?

(le ballerine cadute addormentate simulano il trascorrere del giorno e della notte e l'alternarsi
della luce e del buio muovendo le gambe)

HARRIET Giorno, notte; giorno, notte! Una provvidenza benevola vuole abbreviare la tua attesa!
Per questo i giorni fuggono, inseguendo le notti!

L'UFFICIALE Ecco l'attacchino, con la rete... è andata bene la pesca?

L'ATTACCHINO Ma sì! L'estate è stata calda, e abbastanza lunga... La rete era buona, ma non
come mi ero immaginato...

L'UFFICIALE (Ripete caricando) Non come mi ero immaginato!... Detto benissimo!

IL CORISTA ( Karl) Benedictus!

L'UFFICIALE Niente è come mi ero immaginato, perché l'idea è più della cosa, è più in alto di
tutto... (esaltato)

L'ATTACCHINO Non è ancora scesa, eh?

L'UFFICIALE No, non ancora, ma verrà presto!... Lei sa cosa c'è dietro la porta?

L'ATTACHINO No, non l'ho mai vista aperta.

L'UFFICIALE Voglio telefonare a un fabbro, perché venga ad aprirla!

Harriet, sempre seduta sulla panchina nelle vesti della portinaia, dialoga con l'attacchino.

HARRIET Cosa mancava alla rete?

L'ATTACCHINO Cosa mancava? Beh, mancare non mancava nulla... Ma non era come avevo
immaginato, per questo la mia gioia non è stata tanto tanto grande!

HARRIET Tanto tanto! Come avevi immaginato la rete?

L'ATTACCHINO Come? Non saprei dirlo!

HARRIET Lascia che lo dica io... Te l'eri immaginata come non era! Doveva essere verde, ma non
di quel verde!

L'ATTACCHINO Lei signora, lei sa sempre tutto! Per questo tutti vengono da lei con le loro
preoccupazioni... Se una volta volesse ascoltare anche me...

HARRIET Volentieri! Venga qui e apra il suo cuore...


*

L'uffciale trovandosi vicino alle ballerine chiede informazioni sulla signorina Vittoria.

L'ufficiale (Gianni) e La Ballerina (Giordana e Claudia).

L’UFFICIALE è già uscita la signorina Vittoria?

LA BALLERINA ( Claudia) No, non ancora!

L’UFFICIALE Allora aspetto! Verrà presto, vero?

LA BALLERINA ( Giordana) Certo!

L’UFFICIALE Non se ne vada, vedrà cosa c’è dietro la porta, ho mandato a chiamare il fabbro!

LA BALLERINA ( Claudia) Sarà molto interessante vedere aprire questa porta. ( Giordana) la
porta e il castello crescente, ( insieme) conosce il castello crescente?

L’UFFICIALE Se lo conosco? Ci sono stato prigioniero!

LA BALLERINA ( Giordana) ma no! Era lei? Perché c’erano tanti cavalli?

L’UFFICIALE Era un castello-scuderia, naturalmente…

LA BALLERINA ( insieme) Che stupida ero a non capirlo!

TUTTI Che stupida eri a non capirlo!

L'ufficiale non ancora soddisfatto chiede al corista che passa di là.

L’UFFICIALE è già uscita la signorina Vittoria?

IL CORISTA No, non è uscita! Non va mai via!

L’UFFICIALE Perché mi ama!... Corista, non se ne vada, prima che il fabbro abbia aperto la porta.

IL CORISTA Oh, aprite la porta! Ma che bello!... Voglio solo chiedere una cosa alla portinaia.

Entra il vetraio con il diamante e tutti si avvicinano abbandonando le proprie azioni e oggetti
dicendo “jag kommen” guidati dall'ufficiale.
L’UFFICIALE è lei il fabbro?

IL VETRAIO No, il fabbro è impegnato da una visita; il vetraio andrà bene lo stesso.

L’UFFICIALE Sì, certo… Certo, ma ha portato il diamante?

IL VETRAIO Naturale! Un vetraio senza diamante, cosa sarebbe?

L’UFFICIALE Proprio niente! Al lavoro, allora! Fabbro – o vetraio – faccia il suo dovere! Un
momento come questo non si presenta spesso nella vita di un uomo, quindi, amici miei, vi prego…
di pensarci bene…

La folla accalcatasi prima sul davanti si disperde al tuonare della voce del poliziotto. Tutti si
lamentano sostenendo le parole dell'ufficiale.

LA VOCE DEL POLIZIOTTO ( Martina) In nome della legge, proibisco che si apra questa porta!

L’UFFICIALE Oh Dio, quanto chiasso, quando si vuol fare qualcosa di nuovo e grande!... Ma
faremo causa!... Dall’avvocato! Vedremo se le leggi valgono ancora!...

TUTTI Dall’avvocato!

Tutti di spalle fermi in fondo alla scena dopo un respiro all'unisono si voltano con un salto
imitando nella posizione e nell'espressione L'urlo di Munch.

Il poeta e l'avvocato di spalle sul davanti. Harriet rimane in disparte. Gli altri a coppie (uomo-
donna) sciogliendo le posizioni si fermano in stop.

Il Poeta (Matteo) e L'Avvocato (Karl).

IL POETA Guarda questi muri, non è come se tutti i peccati avessero insudiciato le carte da parato?

L'AVVOCATO Guarda questi fogli, sui quali scrivo storie sull'ingiustizia: guarda me! Qui non
viene mai nessuno che sorrida; solo sguardi maligni, denti stretti, pugni chiusi...

IL POETA Guarda le mie mani, sono nere e non si possono più pulire!

L'AVVOCATO E sai cos'è peggio di tutti? Separare i coniugi: è come se venissero grida dalla terra
e dal cielo...

IL POETA Una volta... sì, si trattava, mi pare di un'insalata verde, un'altra di una certa parola, per lo
più di niente...

Si animano le coppie che litigano: “cosa t'ho fatto?...”


Harriet intanto passa e toccandoli uno ad uno con atteggiamento compassionevole li libera dalle
posizioni.

L'AVVOCATO Credi che qualcuno potrebbe essermi amico?

IL POETA Credi che qualcuno potrebbe essermi amico?

L'UFFICIALE (Avanzando da dietro) Che tristezza essere uomo!

HARRIET Che pena gli uomini!

Il poeta e l'avvocato si voltano.

L'AVVOCATO è così!

IL POETA E di cosa vivano gli uomini è un mistero!

L'AVVOCATO Si sposano con duemila corone d'entrata!

IL POETA Quando ne occorrono quattromila...

L'AVVOCATO Fanno debiti...

IL POETA Naturalmente, tutti fanno debiti...

L'AVVOCATO Si arrampicano sui vetri fino alla morte, e si lasciano dietro i loro debiti!

IL POETA E chi alla fine deve pagare? Dimmelo tu!

HARRIET Colui che nutre gli uccelli!

L'AVVOCATO Sì, ma se quello che nutre gli uccelli volesse scendere sulla terra per vedere come
vivono gli uomini, avrebbe forse compassione...

HARRIET Che pena gli uomini...

Il poeta e l'avvocato sono di profilo l' uno davanti all'altro.


Il poeta chiude la giacca e incrocia le braccia come se fossero le ante di un armadio.
L'ufficiale si avvicina piano piano con aria spaesata attirato dal poeta-armadio.

L’AVVOCATO Cosa desidera?

L’UFFICIALE Volevo solo chiedere se la signorina Vittoria è uscita!

L’AVVOCATO No, no ancora, può stare tranquillo… Perché tocca il mio armadio?

L’UFFICIALE Mi pare che la porta somigliasse tanto…


L’AVVVOCATO Ah no, no. No!

Tutti dissentono.

HARRIET Come vi siete combinati figli di uomini! Bambini!

Dal fondo la signorina Bosse mentre apre civettuosamente un ombrellino arriva sul davanti
mimando una sorta di passerella. Dopo qualche istante d'attesa l'avvocato inginocchiandosi le
abbraccia le gambe. Il vetraio prende l'ombrello dalle mani della signorina e improvvisa una
girandola dietro di loro.
Sullo stile musical si tiene il dialogo tra i due.

Harriet (Giordana) e L'Avvocato (Tommaso).

L’AVVOCATO Signorina Bosse, vuole avere un figlio con me?

HARRIET Sì, grazie!

L’AVVOCATO Dove siamo?

HARRIET Cosa senti?

L’AVVOCATO Sento cadere gocce...

HARRIET Sono lacrime, quando gli uomini piangono… Cosa senti, ancora?

L’AVVOCATO Sospiri… gemiti… lamenti…

HARRIET Fin qui è arrivato il lamento degli uomini…non oltre. Ma perché questo eterno lamento?
Non c’è niente nella vita, di cui rallegrarsi?

L’AVVOCATO Sì, la cosa più dolce, che è anche la più amara: l’amore! Moglie e casa! La vetta e
l’abisso!

HARRIET Che lo provi!

L’AVVOCATO Con me?

HARRIET Con te! Tu conosci gli scogli, i pericoli, perché li possiamo evitare!

L’AVVOCATO Sono povero!

HARRIET Che importa, se ci amiamo? E un po’ di bellezza non costa niente!

L’AVVOCATO Io ho antipatie che, per te, forse, sono simpatie?

HARRIET Si potranno equilibrare!

L’AVVOCATO Se ci stancheremo?

HARRIET Verrà il bambino e ci porterà una distrazione sempre nuova!


I due scappano sul fondo a fare all'amore.

Scena Doppia.
Le coppie disposte di profilo una da una parte del palco l'altra di fronte. Cristina entra, gli sposi si
avvicinano a ritmo di musica per poi iniziare le rispettive scene.
Il vetraio intanto solleva formando una croce “ la precedente” Harriet (Emiliana) appoggiandola
sulla panchina. Il vetraio e l'ufficiale si trovano poi sulla scala a seguire lo svolgimento dei litigi.
La scena si districa tra il dialogo verbale poeta e Harriet, rapporto tra portinaia-Harriet, costretta
in un sogno di impedimento, giovane Harriet succube dell' avvocato-poeta.
La giovane Harriet si attiva per uccidere il suo aggressore e scappa sotto la rete con il giovane
poeta (Gianni) mentre l'avvocato e la portinaia iniziano un rapporto dalle connotazioni
diametralmente opposte al precedente.

Cristina (Claudia), Harriet (Martina) e L'avvocato (Karl).

CRISTINA Incollo! Incollo!

HARRIET Togli l’aria! Soffoco!...

CRISTINA E’ rimasta solo una piccola fessura!

HARRIET Aria, aria, non posso respirare!

CRISTINA Incollo, incollo!

L’AVVOCATO Giusto Cristina; costa caro il calore!

HARRIET E’ come se mi incollassi la bocca!

L’AVVOCATO Dorme, il bambino?

HARRIET Sì, finalmente!

L’AVVOCATO Questi strilli fanno scappare i miei clienti!

HARRIET Cosa si può fare?

L’AVVOCATO Niente!

HARRIET Dobbiamo prendere una casa più grande!

L’AVVOCATO Non abbiamo soldi!

HARRIET Posso aprire la finestra? Quest’aria cattiva mi soffoca.

L’AVVOCATO Allora il calore se ne va, e noi geliamo!

HARRIET E’ terribile! Possiamo almeno pulire il pavimento qui fuori?

L’AVVOCATO Sei troppo debole per pulire il pavimento, io lo stesso, e Cristina deve incollare;
deve incollare tutta la casa, ogni fessura, sul soffitto, sul pavimento, sulle pareti!

HARRIET E’ peggio di quanto mi fossi sognata!

L’AVVOCATO C’è chi sta peggio! Nella pentola c’è ancora da mangiare!

HARRIET Ma che mangiare è?

L’AVVOCATO I cavoli costano poco, sono nutrienti e buoni!

HARRIET Per chi ama i cavoli! Io li trovo ripugnanti!

L’AVVOCATO Perché non l’hai detto?

HARRIET Perchè ti volevo bene! Ho voluto sacrificare i miei gusti!

L’AVVOCATO Allora io devo sacrificare i miei per te! I sacrifici debbono essere reciproci.

HARRIET Ma che cosa mangeremo? Il pesce? Tu detesti il pesce.

L’AVVOCATO E’ anche caro!

HARRIET Questo è più duro di quanto credevo!

L’AVVOCATO Vedi quanto è duro!... E il bambino che doveva essere legame e benedizione… sarà
la nostra rovina!

HARRIET Amore! Finirò col morire qui dentro!

L’AVVOCATO Povero fiore, senza luce, senza aria…

HARRIET E tu dici che c’è chi sta peggio!

L’AVVOCATO Io sono tra gli invidiati di questo quartiere.

HARRIET Tutto andrebbe bene, se solo potessi avere un po’ di bellezza, in questa casa!

L’AVVOCATO So che vuoi un fiore, un tulipano; ma costa una corona e cinquanta: sono sei litri di
latte oppure quattro chili di patate.

HARRIET Starei volentieri senza mangiare, se avessi solo il mio fiore.

L’AVVOCATO C’è una bellezza che non costa niente, e se manca in una casa, è il peggior
tormento, per un uomo sensibile!

HARRIET Qual è?

L’AVVOCATO Se te lo dico ti arrabbi!

HARRIET Abbiamo fatto il patto di non arrabbiarci!

L’AVVOCATO Abbiamo fatto il patto… Va tutto bene, Harriet… solo non il tono brusco, duro…
Lo conosci?
HARRIET Non lo sentiremo mai!

L’AVVOCATO Per quanto dipende da me, mai!

HARRIET Dillo, allora!

(Cambio)

Harriet (Emiliana) e L'Avvocato (Matteo).

L’AVVOCATO Ecco. Quando entro in una casa, guardo prima come la tenda è sistemata in basso…
Se cade giù come uno straccio, me ne vado subito… Dopo, do un’occhiata alle sedie… Se sono
disposte in ordine, rimango. Poi guardo le candele nei candelieri… Se sono storte, c’è qualcosa di
storto nella casa… Vedi cara, è questa la bellezza che non costa niente!

HARRIET Non il tono brusco, August!

L’AVVOCATO Non era brusco!

HARRIET Sì, lo era!

L’AVVOCATO Accidenti!

HARRIET Che linguaggio è?

L’AVVOCATO Perdonami, Harriet. Ma io ho sofferto tanto del tuo disordine, quanto tu soffri della
sporcizia.

HARRIET E’ così difficile essere sposati… E’ più difficile di tutto! Bisognerebbe essere un angelo,
credo!

L’AVVOCATO Credo anch’io!

HARRIET Credo che comincerò ad odiarti dopo questo!

L’AVVOCATO Guai a noi, allora!... Cerchiamo di prevenire l’odio! Ti prometto che non farò più
osservazioni sull’ordine… anche se per me è una tortura!

HARRIET E io mangerò i cavoli, anche se per me è una sofferenza!

L’AVVOCATO Una convivenza sofferta, insomma! Il piacere dell’uno è il tormento dell’altro!

HARRIET Che pena gli uomini!

L’AVVOCATO Te ne rendi conto?

HARRIET Sì! Ma cerchiamo, per l’amor di Dio, di evitare gli scogli, ora che li conosciamo così
bene!

L’AVVOCATO D’accordo! Siamo, in fondo, gente umana, illuminata; possiamo perdonare ed


essere indulgenti!

HARRIET Possiamo sorridere delle sciocchezze!


L’AVVOCATO Noi, soltanto noi, possiamo!... Sai ho letto oggi sul “Mattino”… A proposito: dov’è
il giornale?

HARRIET Che giornale?

L’AVVOCATO Perché, c’è più di un giornale?

HARRIET Sorridi, e niente voce dura… Col tuo giornale ho acceso il fuoco…

L’AVVOCATO Accidenti!

HARRIET Sorridi!... L’ho bruciato perché oltraggiava ciò che per me è sacro…

L’AVVOCATO Che per me non è sacro! Bah!... Voglio sorridere, voglio sorridere fino a scoprire i
molari… Voglio essere umano e dissimulare le mie opinioni, dire di sì a tutto, fare l’ipocrita! Bene,
tu hai bruciato il mio giornale! Bene! Vedi, adesso sto mettendo in ordine un’altra volta, per farti
arrabbiare… Harriet, questo è semplicemente impossibile!

HARRIET E’ vero!

L’AVVOCATO Eppure dobbiamo tenere duro, non perché ce lo siamo promessi, ma per il bambino!

HARRIET E’ vero! Per il bambino! Dobbiamo tenere duro!

L’AVVOCATO Ora devo tornare di là, dai miei clienti.

HARRIET Poveri, poveri uomini! E questo incollare!

CRISTINA Io incollo, incollo! Finché non possono più respirare.

Santa Lucia. Sul davanti le donne cantano intorno ad un candelabro mentre gli uomini creano
un'orchestra di corpi sul retro. Harriet si trova staccata dagli altri cantando o dirigendo.

In scena Giordana, Claudia e Martina.

Natten går tunga fjät


rund gård och stuva;
kring jord, som sol förlät,
skuggorna ruva.
Då i vårt mörka hus,
stiger med tända ljus,
Sankta Lucia, Sankta Lucia.

Sul finire della musica di Santa Lucia iniziano delle danze. Il poeta e il giovane poeta continuano a
suonare sul fondo. Edit si sistema di fronte alla fila di scarpe, il pianoforte.

La madre (Claudia) e Edit (Giordana).


( HARRIET Come mai non vai a ballare?

LA CAMERIERA Io?

L’UFFICIALE è una serva! )

HARRIET è vero! ma perché Edit se ne sta seduta lì, invece di ballare?

L’UFFICIALE Non domandarglielo, da tre ore sta seduta lì, senza essere invitata…

HARRIET Che divertimento crudele!

LA MADRE Perché non entri, come di ho detto?

EDIT Perché non posso offrirmi. Lo so di essere brutta, per questo nessuno vuole ballare con me,
ma non voglio che me lo ricordino!

Tutti incantati dalla musica si avvicinano a Edit seguendo le sue mani con il corpo e la testa.

Irrompe l'ufficiale rivolgendosi ad Harriet. Tutti si alzano, alla fine anche Edit, e iniziano a
prepararsi per andare a Portobello

L’UFFICIALE Vieni con me, adesso?

HARRIET Subito, dove?

L’UFFICIALE A Portobello. Là è estate, là splende il sole, là trovi gioventù, bambini e fiori, danze
e canzoni, feste e gioia!

Harriet Sì, vengo!

L’UFFICIALE Vieni!

Come su una nave tutti salgono sulle scale con in mano i sacchetti di plastica, agitandoli come
fossero fazzoletti. Primi tra tutti la portinaia-Harriet e il giovane poeta.
Solo l'ufficiale rimane a terra a salutare gli altri e a raccogliere la forcella che cadrà in mare.

Lui (Tommaso) e Lei (Martina)

LUI Evviva, porto bello dei miei giovani anni, quando sognavo i primi sogni rosa! Signorina Bosse,
vuole avere un figlio con me?

LEI Sì, certo!

IL POETA Guardate come splendono! Sentite come risuonano le acque! Eros!


LEI Forcella in mare! Forcella in mare!

L’AVVOCATO La forcella è la più perfetta delle cose create! Una retta simile a due parallele…

Allo scoppiare del colera tutti si infilano i sacchetti di plastica biodegradabile e respirano
affannosamente.

L'ISPETTORE della quarantena (Luigi e Andrea) è scoppiato il colera!

LEI (Giordana) Oh, il mio abito azzurro scolorirà!

L'ISPETTORE (Luigi e Andrea) Diventerà bianco! (all'UFFICIALE) Anche le tue rose rosse
diventeranno bianche

LUI (Luigi e Andrea) E anche le tue guance scoloriranno in quaranta giorni!

LEI (All'UFFICIALE) Ti farà piacere!

Lui e Lei, con gli altri, si ammucchiano in un angolo:

TUTTI (a turno) Poveri noi / Che abbiamo fatto?

L'ISPETTORE DELLA QUARANTENA (Luigi e Andrea) Non occorre aver fatto nulla per essere
colpiti dalle piccole seccature della vita!

TUTTI (c. s.) Così brevi sono la gioia/ La felicità/ Per quanto dobbiamo rimanere qui?

L'ISPETTORE Quaranta giorni e notti...

TUTTI Meglio buttarsi in mare...

L'attacchino si stacca dagli altri per andarsi a sedere lentamente sulla panchina dove il poeta si
trova girato di spalle.

L’UFFICIALE C’è di nuovo il colera?

Ispettori della quarantena Non lo sai?

L’UFFICIALE Sì che lo so, ma dimentico tanto spesso quello che so! Io desidero spesso di poter
dimenticare, soprattutto me stesso; per questo vado a mascherate, feste in costume, spettacoli di
filodrammatici. Se ne parlo, passo per vanitoso, se taccio, mi chiamano ipocrita!

L’ATTACCHINO Nessuno è perfetto!

Dopo aver detto la sua battuta l'attacchino si gira specularmente al poeta. I due si ritrovano con le
posizioni scambiate. Il poeta inizia il suo monologo mentre l'attacchino si alza lentamente per
lasciare la scena ad Harriet e il poeta.
Gli altri fermi in stop.

IL POETA Così dicono tutti! E se taci, dicono: parla! Questi irriducibili uomini!

(Legge) «Io ero, quell’inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, furori non eroici, non vivi;
furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo
chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un’ora, due ore, e
stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi
aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e
passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l’acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi
era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte,
muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete.
Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. »

Dove mi hai portato?

HARRIET Lontano dal mormorio e dal lamento degli uomini, sulle estreme acque dell’universo.
Ascolta!

IL POETA Come? Qui?

HARRIET Non vedi che questa grotta è fatta come una conchiglia? Sì, lo vedi. Non sai che il tuo
orecchio è fatto come una conchiglia? Lo sai, ma non ci hai pensato. Non hai, da bambino, tenuto
una conchiglia contro l’orecchio e sentito… sentito fluire il sangue del tuo cuore, il brusio dei tuoi
pensieri nel cervello, lo strappo di migliaia di piccole fibre logorate nel tessuto del tuo corpo…
Questo senti nella piccola conchiglia, immagina cosa devi sentire nella grande!

IL POETA Non sento niente, soltanto il sussurro del vento…

HARRIET Allora sarò io la sua interprete! Ascolta!

Valzer dei relitti. Ogni uomo invita la propria dama a ballare un valzer spostati nei movimenti
come se fossero su una nave in balia delle onde.
Al cambiare della musica tutti, piegandosi gli uni sugli altri, si accasciano al suolo.
Cercando di sollevarsi tendono il corpo e le mani. Harriet e il poeta camminano attraverso i relitti
distesi.

HARRIET Guarda qui… Tutta roba che il mare ha trascinato via, schiacciato.

IL POETA Ecco la nave che partì da Portobello con il figlio del cieco… Affondata! E a bordo c’era
il fidanzato di Alice, l’amore senza speranza di Edit.

HARRIET Il cieco? Portobello? Devo aver sognato! E il fidanzato di Alice, la brutta Edit, l’ufficio
dell’avvocato, il corridoio, la signorina Vittoria, il castello crescente e l’ufficiale… Devo aver
sognato…

*
Scena quotidiana. Harriet dando precedentemente le spalle al pubblico si gira con il tulle rosso
sotto il vestito.

HARRIET Dunque, sono incinta... Non capisco come sia potuto succedere. Ma non hai usato il
preservativo come...

IL POETA Non sei felice?

HARRIET Incinta, dio mio, come è potuto accadere?

IL POETA Già, appunto... Dopo la prima notte di nozze sei andata a dire a tua sorella che io non
sono uomo... e adesso, eccoti incinta... Questo come lo spieghi?

Il Poeta torna in sé. Tirando via da sotto il vestito il velo rosso.

IL POETA In ogni caso il bambino prenderà il mio cognome.

Durante la scena il vetraio (Alessandro) prende la giovane Harriet (Giordana) e la porta via dal
giovane poeta (Tommaso), inscenando un omicidio. La giovane si libera e corre dal giovane poeta
urlando:
“August!”

HARRIET (Come se si svegliasse) Non capisco... è come se tutto questo l'avessi già vissuto...

IL POETA Lo scrissi, una volta, in una poesia!...

HARRIET Allora sai cos’è la poesia…

IL POETA Allora so cos’è il sogno… Cos’è la poesia?

HARRIET Non è la realtà, ma più della realtà… Non è un sogno, ma un sognare da svegli…

TUTTI E i figli degli uomini credono che noi giochiamo soltanto… Inventiamo e immaginiamo!

HARRIET Tanto meglio, altrimenti il mondo sarebbe devastato dalla mancanza di stimoli.

IL POETA Come puoi parlare così, tu che per appartieni per metà al mondo di lassù…

HARRIET Hai ragione di rimproverarmi: sono rimasta troppo quaggiù, infangata come te… I miei
pensieri non sanno più volare… fango sulle ali… terra ai piedi… e io affondo, affondo…

L'Ufficiale e l'Ispettore della Quarantena aiutano Harriet ad alzarsi. Harriet diventa una bambola
tenuta sotto le ascelle dall'ufficiale. Cicalone si trova sulla panchina.

L'ispettore della quarantena (Luigi e Andrea)

L'UFFICIALE Guarda chi si vede, Cicalone! Sei finito qui!


L'ISPETTORE DELLA QUARANTENA Già, sono qui!

L'UFFICIALE E questo è Portobello?

L'ISPETTORE DELLA QUARANTENA No, è quello di fronte. Questa è Cala della Vergogna!

L'UFFICIALE Allora abbiamo sbagliato strada...

L'ISPETTORE Abbiamo? Non vuoi presentarmi?

L'UFFICIALE No, non si può! Capisci, è l'ex-moglie di Strindberg in persona!

L'ISPETTORE Ah... Lo sai che temperatura abbiamo nei nostri forni?

L'UFFICIALE No.

L'ISPETTORE Quando disinfettiamo i sospetti di divorzio... sessanta gradi!

Sulla panchina si trovano lo sposo (Tommaso) e la sposa (Martina).


Dietro l'avvocato si crocefigge al muro mentre l'ufficiale e la cameriera lo piangono.
Il cameriere (Luigi) si avvicina alla panchina portando the rose poison tea agli sposi.

LO SPOSO La mia felicità è così sconfinata, che vorrei morire…

LA SPOSA Perché morire?

LO SPOSO Perché nel cuore della felicità si sviluppa un seme d’infelicità; la felicità consuma se
stessa, come la fiamma… non può ardere eternamente, si deve spegnere. Questo presentimento
della fine distrugge la felicità proprio al suo culmine.

LA SPOSA Moriamo insieme, adesso!

LINA Here's for you rose poison tea... (bevono e muoiono)

TUTTI Goodnight, sleep tight! Forever!

LA PORTINAIA Buonanott'!

Buio.

Nel buio si sentono le voci di bambini che si preparano per andare a scuola. Al cominciare della
musica tutti si sistemano in formazione sulla panchina. Harriet rimane sulla scala. Il maestro
prepara la maestosa entrata rimanendo fuori scena. L'ufficiale arrivato in ritardo si siede su un
piccolo sgabello in prima fila.

Il maestro (Karl), L'ufficiale (Gianni) e Nils (Tommaso).


IL MAESTRO Allora, giovanotto, mi sai dire quanto fa due per due?

L’UFFICIALE …

IL MAESTRO Ti devi alzare, quando sei interrogato.

L’UFFICIALE Due… volte due… Mi faccia pensare… Fa due due!

IL MAESTRO Ah, sì? Non hai fatto il tuo compito!

L’UFFICIALE Sì, l’ho fatto, ma… So com’è, ma non lo so dire…

IL MAESTRO Cerchi delle scappatoie! Lo sai, ma non lo puoi dire. Ti debbo aiutare? (lo tira su per
l’orecchio)

L’UFFICIALE Ahi, è terribile, terribile!

IL MAESTRO Sì, è terribile che un ragazzo così grande non abbia amor proprio…

L’UFFICIALE Un ragazzo grande, sì, sono grande, è vero, molto più grande di questi qui; sono
adulto, ho finito le scuole… Mi sono laureato… Perché sto seduto qui? Non sono laureato?

IL MAESTRO Sicuro, ma vedi, devi sedere qui e maturare. Devi maturare… Non è giusto?

L’UFFICIALE Sì, è giusto, bisogna maturare… Due volte due… fa due, e lo dimostrerò con una
prova analogica, la più valida delle prove! Mi ascolti… Uno per uno fa uno, dunque due volte due
fa due! Perché quello che vale per l’uno, vale anche per l’altro!

IL MAESTRO La prova è perfettamente conforme alle leggi della logica, ma la risposta è sbagliata!

L’UFFICIALE Ciò che è conforme alle leggi della logica non può essere sbagliato! Facciamo la
prova! L’uno nell’uno sta una volta, dunque il due nel due sta due volte!

IL MAESTRO Esattissimo secondo la prova analogica. Ma quanto fa, allora, una volta tre?

L’UFFICIALE Fa tre.

IL MAESTRO Di conseguenza, anche due volte tre fa tre!

L’UFFICIALE No, non può essere giusto… Non può… oppure… No, non sono ancora maturo!

IL MAESTRO No, non sei per niente maturo…

L’UFFICIALE Ma allora, quanto dovrò ancora sedere qui?

IL MAESTRO Quanto tempo, qui? Credi che esistano tempo e spazio?... Ammesso che esista il
tempo, dovresti saper dire cos’è, il tempo. Cos’è, il tempo?

L’UFFICIALE Il tempo… Non lo so dire, ma so che cos’è: ergo, posso sapere quanto fa due per
due, senza saperlo dire! Signor Maestro, lei sa dire che cosa è il tempo?

IL MAESTRO Certo che lo so!


TUTTI I RAGAZZI Lo dica, allora!

IL MAESTRO Il tempo… Lasciatemi pensare! Mentre noi parliamo, il tempo fugge. Dunque, il
tempo è qualcosa che fugge mentre parlo!

NILS Adesso il maestro parla, e mentre il maestro parla, io fuggo; dunque io sono il tempo!

IL MAESTRO Esattissimo secondo le leggi della logica!

L’UFFICIALE Ma allora le leggi della logica sono insensate, perché Nils, che è fuggito, non può
essere il tempo!

IL MAESTRO Anche questo è esattissimo secondo le leggi della logica, pure se è insensato!

L’UFFICIALE Allora la logica è insensata!

IL MAESTRO Sembra veramente che sia così! Ma se è insensata la logica, tutto il mondo è
insensato… Mi pigli il diavolo, piuttosto, se rimango qui a insegnarvi assurdità! Se qualcuno offre
un cicchetto, andiamo tutti a fare il bagno!

L’UFFICIALE Questo è un posterus prius, ovvero il mondo alla rovescia, perché prima si usa fare il
bagno, poi prendere il cicchetto! Vecchio bacucco!

IL MAESTRO Dottore, non tanta superbia, la prego!

L’UFFICIALE Signor Ufficiale, se non le spiace! Sono un ufficiale, e non capisco, perché stia qui,
tra scolaretti, a incassare sgridate…

IL MAESTRO Volevamo maturare!

TUTTI Volevamo maturare!

L'attacchino rimane, dopo che gli altri si sono alzati, sulla panchina disteso e si rivolge ad Harriet.

HARRIET La vita è cattiva! Che pena gli uomini!

L’ATTACCHINO Guardi quello che sta arrivando! E’ il più invidiato tra i mortali, qui.

Entra su una sedia a rotelle, accompagnato da due ragazze (Giordana e Claudia), il viveur mentre
una terza (Martina) si accoccola ai suoi piedi.
Sul finire del monologo le due tirano indietro la sedia.

Il Viveur/Il Cieco (Alessandro).

IL VIVEUR / IL CIECO Io non vedo, ma sento!... Mio figlio, il mio unico figlio, partirà per
l’estero, sul mare vasto; potrò accompagnarlo solo coi miei pensieri… Adesso sento che qualcosa
sventola e sbatte, come biancheria stesa su una fune, fazzoletti bagnati, forse… E sento gemiti e
singhiozzi, come di gente che piange… saranno le ragazze sulla spiaggia… le abbandonate… le
inconsolabili…

Il viveur appena finito di parlare si alza togliendosi gli occhiali da sole e, accendendosi una
sigaretta, si unisce al gruppo maschile in semi-stop sul fondo.

Harriet parla con la portinaia, della quale si sente solo la voce falsata; i decani di teologia,
filosofia e medicina entrano in scena tenendosi le gonne per riuscire a frenare lo stimolo della pipì.

HARRIET Non è ancora arrivato il Primo Rettore?

LA PORTINAIA (Alessandro) No!

HARRIET E i Decani?

LA PORTINAIA No!

HARRIET Allora chiamali, subito, perché si aprirà la porta…

LA PORTINAIA E’ così importante?

HARRIET Sì, perché c’è un dubbio: che la soluzione dell’enigma della vita sia là dentro!... Chiama
il Primo Rettore e i Decani delle quattro Facoltà! E non scordarti del vetraio col diamante,
altrimenti non facciamo niente!

In ritardo si presenta accanto agli altri decani quella di giurisprudenza. Dalla scala sorge il primo
rettore.

Il decano giurisprudenza (Karl), il decano teologia (Claudia), il decano filosofia (Martina), Il


decano medicina (Giordana), il primo Rettore (Tommaso).

IL DECANO DELLA FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA Qual è l’opinione del Primo Rettore su


questa porta e sulla sua apertura?

PRIMO RETTORE Opinioni? Io non ho opinioni. Sono solo nominato dal governo per badare che
non vi rompiate testa e gambe a vicenda… mentre educate la gioventù. opinioni? No, mi guardo
bene, io, dall’avere opinioni!

IL DECANO DELLA FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA Che cos’è la verità? Dov’è la verità?

IL DECANO DELLA FACOLTA’ DI TEOLOGIA Io sono la verità e la vita…

IL DECANO DELLA FACOLTA’ DI FILOSOFIA Io sono la sapienza delle sapienze…

IL DECANO DELLA FACOLTA’ DI MEDICINA Io sono la scienza esatta…


IL DECANO DELLA FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA Io dubito! (Si azzuffano)

HARRIET Signore, vergognatevi! Vi accuso, tutte quante, di seminare dubbio e discordia nelle
anime dei giovani!

I decani rispondo ad Harriet accusandola a loro volta delle medesime colpe. Spazientita dice:

Buio!

IL DECANO DELLA FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA è lei stessa a destare tra i giovani il


dubbio sulla nostra autorità! Poi ci accusa di seminare il dubbio! Non è questa, chiedo a tutti i
benpensanti, un'azione criminale?

TUTTI Sì, è criminale!

IL DECANO DELLA FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA Tutte le persone benpensanti ti hanno


condannata! Va in pace col tuo vile profitto! Altrimenti verrai lapidata! Oppure crocifissa!

Buio. Harriet prende per mano il poeta. Si mettono al centro della scena l'uno di spalle all'altra
mentre tutti con delle torce li illuminano. Il vetraio si posiziona dietro di loro con il diamente.

HARRIET Me ne vado. Vieni con me, e conoscerai la soluzione dell’enigma!

IL POETA Quale enigma?... Perché non parli più? Loro non significano niente, sono cose che noi
chiamiamo chiacchiere. Hanno chiacchierato.

HARRIET Ma mi hanno profondamente offeso!

IL POETA Ed era certo anche loro intenzione… Gli uomini sono fatti così.

Il vetraio li separa per poter aprire la porta.

Apertura della porta. Tutti si accalcano sul davanti. Il respiro è meno grottesco della prima
apertura. La porta viene aperta, tutti si sporgono.

IL PRIMO RETTORE Cosa si nascondeva dietro la porta?

TUTTI Nulla! Non c’è nulla! Ci hanno ingannati!

IL PRIMO RETTORE Chi vi ha ingannati?

TUTTI Harriet!
Urlando il nome di Harriet la folla sia apre a metà lasciando un corridoio composto di dita puntate
in fondo al quale si trova Harriet che avanza tra le accuse verso il poeta accovacciato in prima
fila.

IL PRIMO RETTORE Vuole la signorina Harriet Bosse essere così gentile da dirci quali erano le
sue intenzioni con l’apertura di questa porta?

HARRIET Se lo dicessi, non mi credereste.

L’AVVOCATO Ma non c’è nulla!

HARRIET L’hai detto… ma non l’hai capito!

Sul davanti la madre legata con delle corde (da Alessandro) e il padre. Gli altri, ciascuno con uno
specchio, si muovono intorno a loro.

Harriet (Claudia) e L'Avvocato (Karl).

L’AVVOCATO Hai dimenticato i tuoi doveri?

HARRIET Ahi, Dio mio, no! Ma ho doveri più alti.

L’AVVOCATO E il tuo bambino?

HARRIET Il mio bambino! Che cosa, ancora?

L’AVVOCATO Il tuo bambino ti chiama.

HARRIET Il mio bambino! Ahimé, sono legata alla terra… Ma questo tormento che cos’è?

L’AVVOCATO Sono i rimorsi.

HARRIET I rimorsi?

L’AVVOCATO Sì! Si presentano dopo ogni dovere trascurato, dopo ogni piacere, anche il più
innocente, ammesso che ci siano piaceri innocenti, dopo ogni dolore che rechiamo al prossimo.

HARRIET E non c’è espiazione?

L’AVVOCATO Sì, una sola! Compiere subito il proprio dovere…

HARRIET Sembri un demonio, mentre pronunci la parola “dovere”. Ma quando, come nel mio
caso, ci sono due doveri da compiere?

L’AVVOCATO Allora si compie prima l’uno, poi l’altro.

HARRIET Prima il più alto… Quindi bada tu al mio bambino, così io compirò il mio dovere…

L’AVVOCATO Il tuo bambino soffre per la tua mancanza… Puoi sopportare che un essere umano
soffra per te?
HARRIET Adesso l’inquietudine mi è entrata nell’anima… e l’anima si è lacerata, la tirano in due
sensi opposti!

L’AVVOCATO Vedi, sono le piccole disarmonie della vita!

HARRIET Ahi, come tirano!

HARRIET Ahi, come tirano!

Harriet e il poeta giocano tra di loro con una palla. Tutti ritornano alle loro iniziali occupazioni
con molta leggerezza.

IL POETA E’ come se questo l’avessi già vissuto…

HARRIET Sembra anche a me…

IL POETA L’avrò sognato?

HARRIET O forse scritto in una poesia?

IL POETA O forse scritto in una poesia…

HARRIET Allora sai cosè la poesia…

IL POETA Allora so cos’è il sogno. Che cos’è il sogno?

HARRIET Mi sembra che abbiamo già detto queste parole, in un altro posto.

IL POETA Allora sai cos’è la realtà!

HARRIET O il sogno!

IL POETA O la poesia!

Harriet scuote la terra dai piedi e si allontana.

HARRIET Adesso scuoto la polvere dai miei piedi… La terra, il fango…

*
Ognuno cerca di recuperare con calma gli oggetti da bruciare.
In fila tutti gettano qualcosa nel secchio sul davanti e si siedono sulla panchina.
Harriet è in piedi al lato della scena girata di spalle.

LA PORTINAIA Posso bruciare il mio scialle?

L’UFFICIALE E io le mie rose? Sono rimaste solo le spine!

L’ATTACCHINO Via i manifesti, ma la rete, mai!

IL VETRAIO Il diamante che ha aperto la porta. Addio!

L’AVVOCATO Il verbale del grande processo!

LA MADRE La mia bellezza, il mio dolore!

EDIT La mia bruttezza, il mio dolore!

IL VIVEUR Do la mia mano per un occhio!

L’AVVOCATO Presto, fate presto, la vita è breve! Vita brevis est!

IL POETA Nemo nisi mors! Ho letto che quando la vita si avvicina alla fine, tutto ci passa davanti
in un sol tratto. E’ questa la fine?

HARRIET: Questo mondo dunque non è fatto per me, questa casa non è la mia.

LA PORTINAIA: Il mondo è fatto perché vi si muoia e le case per dormirvi.

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