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Indice
Prefazione………………………………………………….
Introduzione………………………………………………..
Capitolo primo
Il Welfare in azienda
Capitolo secondo
2.4 la progettazione…………………………………………….
2.5 L’attuazione………………………………………………….
2.6 Monitoraggio
Capitolo terzo
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3.4 La somministrazione del Seven Cicle Test…………………………..
Conclusioni……………………………………………………………
Ringraziamenti……………………………………………………….
Appendice
Intervista………………………………………………………….. Pag.
30
Bibliografia……………………………………………………………
Sitografia………………………………………………………………
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Il valore di una persona non è dato dal peso che riveste nella società,
curato e formato, meglio di quanto noi stessi abbiamo fatto per noi.
dell’economia.
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Introduzione
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https://www.ninjamarketing.it/2018/04/09/frasi-pensiero-attuale-adriano-olivetti/
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In questo contesto l’espressione Welfare aziendale assume un valore vario e
di grande interesse, oggi questa pratica è una delle più diffuse all’interno di
contesti di grandi o medie dimensioni, mentre resta ancora molta strada da
fare per le piccole e micro imprese, all’interno di questo testo sarò presenti
tre capitoli, dove sarà affrontata proprio questa difficoltà legata alle piccole e
micro imprese. La capacità di consentire uno sviluppo di questa pratica
all’interno di queste piccole realtà aziendale, permetterebbe la creazioni di
nuovi percorsi e campi di azione, un orizzonte in cui è necessario dirigersi,
specialmente per tutti quei dipendenti che sono occupati all’interno di queste
aziende, e che spesso vedono disperdersi molte possibilità e opportunità da
questo punto di vista. Sviluppo, cultura e organizzazione sono la chiave di
questo percorso affinché possa prendere avvio e muoversi di pari passo con
la società che circonda queste piccole imprese.
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Capitolo primo
Il Welfare in azienda
Nel campo del welfare aziendale è importante sapere a livello storico che
il concetto di welfare aziendale trova le sue radici alla fine del XIX
secolo inizi del XX secolo, ed è con Titmuss2 che si inizia a parlare di tre
categorie di welfare aziendale: social welfare, fiscal welfare e
2
R. Titmuss Saggi sul «Welfare state», edizione Lavoro, Roma 1986, pag. 30.
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occupational welfare. Titmuss fornisce anche una chiara definizione di
queste tre tipologie di Welfare:
Termine Definizione
Primo Welfare Si rivolge all’insieme dei cittadini di una
nazione ed è garantito dallo stato.
Secondo Welfare Insieme di misure e interventi a
finanziamento non pubblico, erogati da una
molteplicità di attori del mondo profit e del
non profit o dell’associazionismo (aziende,
sindacati, associazioni, assicurazioni,
fondazioni bancarie, terzo settore e
volontariato).
Welfare sussidiario Ha funzioni integrative o alternative a del
primo Welfare ovvero quello pubblico
Comprende risorse private.
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Welfare aziendale Erogato dal datore di lavoro in adempimento
obbligatorio di un’obbligazione originata da una
contrattazione sindacale o da un regolamento
unilaterale.
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Tabella ottenuta dal testo E. Massagli, S. Spattini, M. Tiraboschi, Fare Welfare in Azienda:
guida pratica per imprese, consulenti, sindacalisti, operatori, edizione Ubi Banca e Adapt,
2018, pag. 9-10-11.
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riguarda i servizi e gli strumenti di welfare aziendale. Gli articoli
principali sono due:
1. Il capo IV: gli articoli 49, 51 e 52 inquadrano la normativa per
il reddito da lavoro dipendente;
2. L’articolo 100 che definisce il reddito delle imprese
Il Tuir è stato modificato in virtù della legge di stabilità del 2016, che ha
fornito un’ulteriore spinta verso i piani di sostegno ai dipendenti delle
aziende italiane introducendo i Voucher, ossia dei documenti di
legittimazione sia cartacei, sia elettronici, per erogare beni, prestazioni,
opere e servizi ai dipendenti; i benefit potranno essere sia a beneficio dei
dipendenti, che dei loro familiari (coniuge, coniuge non legalmente ed
effettivamente separato, figli, compresi quelli adottati o affidati, ma
anche genitori, suoceri, fratelli e sorelle), la modifica del teso con
l’inserimento della legge di stabilità 2016, prevede un ampliamento dei
servizi rivolti al dipendente beneficiario ampliando fino all’età prescolare
dei figli i benefit legati alla formazione, servizi di mensa, centri estivi,
ludoteche ecc., inoltre prevede l’inclusione di somme e prestazioni che
riguardano “servizi di assistenza ai familiari anziani o non
autosufficienti”. Sempre con la modifica del testo unico, il vantaggio
fiscale che prima era limitato ai contributi previdenziali e di assistenza
sanitaria, alle spese per la mensa, ai pasti, al trasporto e alla mobilità, alle
somme, servizi per asili nido, colonie estivi e borse di studio è stato
allargato anche ad altri servizi per l’infanzia.
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Interessi passivi su mutui/finanziamenti (entro il 50% della differenza tra
TUS e tasso applicato dalla banca, Chiedere);
L’articolo 1004:
“L’articolo 100 del TUIR identifica gli oneri di utilità sociale come spese
relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalità dei dipendenti o
categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalità
di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o
culto…”
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Testo unico delle imposte sui redditi, edizione il Fisco, 2019.
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annuo, l’area di beneficiari, gli importi dei premi erogabili aumentano da
2.000 a 3.000 euro nella generalità dei casi, e da 2.500 a 4.000 per le
aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione
del lavoro.
12
Capitolo Secondo
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punti 5 , ma ne aggiungeremo un altro che comunque grazie ad una
rielaborazione di studio, rientra in modo adeguato nella fase di
progettazione di Welfare qualora si decida di attuarlo in modo
Volontario:
1. Valutazione preliminare,
2. Inquadramento e analisi della popolazione aziendale,
3. Progettazione,
4. Attuazione,
5. Monitoraggio,
6. Redazione di un regolamento aziendale e di un contratto aziendale sul
Welfare.
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Per quanto concerne le modalità di finanziamento queste sono varie, ma
non alternative, alcune tra le più importanti sono: le risorse aggiuntive
aziendali, l’intervento e il risparmio su voci di bilancio, le risorse
derivanti da bandi/finanziamenti pubblici, nazionali e locali, su welfare
aziendale e conciliazione vita-lavoro, la condivisione di parte dei benefici
fiscali goduti dall’azienda derivanti da un alto tasso di conversione dei
premi di produttività in welfare.
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2. Colloquio individuale, è uno dei metodi più utili per coinvolgere il
dipendente, e capire al meglio le sue esigenze, al tempo stesso aiuta ad
eliminare possibili paure e avversioni legate al cambiamento, è un tipo di
strumento legato a realtà aziendali piccole o di medie dimensioni.
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Analisi X X X
preliminar
e
Colloquio X X
individuale
Questionar X X X
io
Focus X X
Group
2.4 La progettazione
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gestore privato che per conto dell’azienda attua tutta la fase di avvio e
progettazione del piano.
2.5 L’attuazione
2.6 Monitoraggio
6
E. Massagli, S. Spattini, M. Tiraboschi, Fare Welfare in Azienda: guida pratica per imprese,
consulenti, sindacalisti, operatori, edizione Ubi Banca e Adapt, 2018, pag. 59
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azioni messe in atto su quanto emerso nella fase di monitoraggio. Questa
fase si compone di due livelli di sviluppo:
7
E. Massagli, S. Spattini, M. Tiraboschi, Fare Welfare in Azienda: guida pratica per imprese,
consulenti, sindacalisti, operatori, edizione Ubi Banca e Adapt, 2018, pag. 67
19
X. Gestione dei residui, si realizzano quando non tutti i dipendenti
usufruiscono dei beni e dei servizi messi a loro disposizione;
XI. Clausole di adattamento automatico o clausole finali.
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Definizione e interpretazione personale del concetto di Welfare aziendale analizzato fino a qui.
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Capitolo terzo
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Grafico acquisito dal testo Aa.Vv., Welfare Index OMI, Generali Italia 2019, pag. 13
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1.3 Che cosa è il Welfare Organization Learning?
Questo strumento prova a fornire nuove chiavi di lettura, per far si che
anche le piccole e micro imprese possano avvicinarsi consapevolmente al
sistema welfare. Per garantirne una corretta elaborazione e attivazione, è
necessario che questa fase venga seguita da un referente specifico ed
esterno all’azienda; il nome che potrebbe essere dato a tale figura
potrebbe essere il seguente: Welfare Learning Manager, a lui spetterà il
compito di gestire e attivare le sette fasi relative all’avvio del Welfare
Organization Learning. Questo percorso gestito quindi dal W.L.M. è
strutturato su un ciclo sviluppato su sette fasi e presenta diverse sequenze
in base alle quali viene proposta una conoscenza strutturata e mirata sul
welfare aziendale, le seven cicle si strutturano come segue:
10
Definizione elaborata, da Samanta Donati, con lo scopo di valorizzare aspetti essenziali del concetto
e delle declinazioni organizzative e operative del Welfare aziendale in particolari contesti.
11
F. Varanini, W. Ginevri, il Project management emergente, il progetto come sistema complesso,
edizione Guerrini e Associati, pag. 159.
22
The Seven Cicle of Welfare Organization Learning
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1. Strategia della dinamica relazionale: questa strategia consente di
gestire nel migliore dei modi il possibile insorgere di eventi conflittuali in
sede lavorativa sia legati all’area relazionale che a quella emotiva12,
2. Marketing relazionale: questa strategia viene utilizzata per creare un
buon rapporto tra cliente e azienda, in questo caso serve per garantire un
giusto rapporto tra l’azienda, che diviene cliente del W.L.M.
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Le due aree sono differenti l’una dall’altra, quando si parla di area emozionale si fa
riferimento ad un insieme più complesso di stati d’animo e sentimenti, le emozioni sono dei
sentimenti rivolti a qualcuno o a qualcosa, gli stati d’animo sono dei sentimenti meno
complessi delle emozioni che non hanno una causa contestuale, le emozioni sono legate con
essi e stati d’animo negati o positivi ci rendono più o meno motivati ad affrontare determinati
eventi e o situazioni lavorative. Da questa definizione nasce il concetto di lavoro emozionale
ovvero una situazione in cui una persona esprime emozioni volute dall’organizzazione nelle
relazioni interpersonali sul lavoro, ciò crea la cosiddetta dissonanza emotiva, cioè una
mancata corrispondenza tra emozioni provate ed emozioni dimostrate, per questo motivo è
importante tenere sempre presente il peso che può avere la sfera emotiva sulla vita di una
persona all’interno di una situazione lavorativa. Questa elaborazione è presa dal testo di S. P.
Robbinson, T. A. Judge, D. Bodega, Comportamento organizzativo: conoscere e sviluppare
competenze organizzative, edizione Pearson, Milano 2016. Per quanto riguarda l’area
relazionale, essa viene studiata dalla sociologia relazionale (o teoria relazionale della società)
è stata inizialmente formulata dal sociologo italiano Pierpaolo Donati all'inizio degli anni
ottanta del novecento nel volume “Introduzione alla sociologia relazionale” (Franco Angeli,
Milano, 1983, seconda edizione 1986). Questa “Introduzione” è nata come una sorta di
“Manifesto della sociologia relazionale”, anche se allora pochi se ne sono accorti. Secondo
questa prospettiva la società è fatta di relazioni (precisamente di relazioni sociali) che devono
essere concepite non come una realtà accidentale, secondaria o derivata da altre entità
(individui o sistemi), bensì come realtà sui generis. Tale relazione può essere colta attraverso
tre modalità di essere: 1. la relazione in quanto riferimento simbolico-intenzionale (refero), 2.
la relazione in quanto connessione o legame , 3. la relazione in quanto effetto emergente
(anziché come effetto aggregato). Quando la relazione ha un'esistenza reale, e non è un mero
ente astratto di ragione, tali modalità sono necessariamente compresenti fra loro.
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Un bravo W.L.M. possiede delle ottime competenze comunicative e sa
dialogare consapevolmente con l’altro, evitando incongruenze e
atteggiamenti che possono scoraggiare l’altro.
Nel dettaglio è ora necessario parlare delle sette fasi del seven cicle e
dell’attività svolta dal W.L.M.
13
F. Varanini, W. Ginevri, il Project management emergente, il progetto come sistema complesso,
edizione Guerrini e Associati, pag. 159.
14 14
Citazione dal testo F. Varanini, W. Ginevri, il Project management emergente, il progetto come
sistema complesso, edizione Guerrini e Associati, pag. 170/171.
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Saving, sostegno alla formazione dei figli dei dipendenti, ecc..
(diagramma delle esigenze),
Queste due fasi vengono, attivate e svolte dal W.L.M. attraverso l’uso
pratico di strumenti formativi, indispensabili al raggiungimento dello
scopo, quali l’elaborazione del diagramma delle esigenze al cui interno
troviamo anche il questionario qualitativo.
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Elaborazione personale dei due questionari visionabile nell’appendice del testo, pag. 26
26
DIAGRAMMA DELLE ESIGENZE
RILEVAZIONE DELLE
ESIGENZE
ESIGENZA 1
ESIGENZA 3
Passando alle analisi dei dati nelle ricerche che si prefiggono di costruire
una matrice dei dati alle quali applicare strumenti più o meno complicati
di analisi, si può dire, in termini generali, che in una ricerca descrittiva
l’elaborazione consisterà principalmente in una restituzione dei dati in
forma grafica o di tabella, tale da evidenziare la distribuzione delle
diverse caratteristiche del campione, in ragione delle varie proprietà
considerate rilevanti. Nel caso di una ricerca esplicativa, i dati verranno
organizzati in modo da consentire il controllo delle ipotesi, nessuna
elaborazione ha realmente un significato, se non è sorretta da una
riflessione sociologicamente fondata che sappia leggere ogni relazione
individuata in termini di connessioni di senso al livello degli attori sociali
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e di riferimento a teorie sociologiche più generali. In linea generale,
l’elaborazione dei dati serve dunque sia per descrivere in modo più
compatto e sintetico i dati raccolti, anche a fini comparativi, sia per
ricercare relazioni tra variabili. Inoltre, anche l’utilizzo di grafici e tabelle
per presentare i dati deve essere coerente con l’intendimento illustrativo
del ricercatore. I dati non parlano da soli, e neppure si presentano da soli.
Ogni elaborazione corrisponde ad una scelta e come tale va meditata e
motivata. In tema di elaborazione dei dati le principali distinzioni corrono
tra variabili qualitative e quantitative e tra elaborazioni riferite a una, due
o più variabili.
3.6 La progettazione della fase formativa
Questa fase prende l’avvio successivamente alle prime due in cui sono
stati acquisiti e in secondo tempo analizzati i dati emersi. Progettare la
fase formativa richiede un grande utilizzo di competenze e conoscenze
legate al mondo della formazione continua degli adulti, e la capacità
prima di tutto di comprendere le reali esigenze e conoscenze già in
possesso del committente e dei suoi dipendenti, per tale motivo in
precedenza è stata fatta un’analisi dei dati a livello qualitativo, però per
ottenere un giusto processo formativo è necessario ampliare le
informazioni ricavate con altri dati, tramite altre attività di ricerca e
analisi, che sono:
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6) Fase avvio della formazione,
7) Verifica delle conoscenze/competenze apprese.
29
Conclusioni
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formulazione di essa in cui siano presenti tre elementi fondamentali:
Organization, Welfare e Learning, che garantiscano lo sviluppo della
cultura aziendale in una chiave di crescita delle conoscenze e delle
competenze, che porti, verso una logica di benessere “totale” all’interno
del sistema impresa, come parte integrante della quotidianità di ogni
prestatore di lavoro, che in essa vive.
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Ringraziamenti
Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto sin dal
primo momento della stesura di questa ultima tesi, e le persone che hanno
creduto in questa strana idea.
Vorrei dire che scrivere queste poche pagine per me è stato davvero
complicato, non ho mai messo nero su bianco le mie idee, qualcosa di
così personale, ma devo dire che grazie al mio relatore il quale è stato
sempre paziente e gentile con me e a tollerato i miei ritardi nel
consegnare l’ultimo capitolo, mia sorella che come sempre è artefice
delle correzioni e della rilettura della tesi, mio fratello che con il cuore mi
è sempre stato vicino e mamma e papà che con la loro tranquillità mi
hanno permesso di raggiungere tutti gli obiettivi da me prefissati.
Vi lascio sperando che quanto detto in queste pagine sia stato di Vostro
interesse, e mi auguro un giorno di potere mettere davvero in pratica tutto
questo, con le dovute migliorie e i giusti accorgimenti e aggiornamenti.
Grazie a tutti
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Appendice
-Imprenditori/Datori di Lavoro –
Domande Note/Riflessioni
personali
o Si
o No
o Si
o No
o Assistenza Sanitaria
o Formazione
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o Flessibilità di orario
o Banca ore
o Integrazione maternità
o Corsi formazione
o Flessibilità di orario
o Part-time
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o Integrazione Maternità
o Buoni Pasto
o Si
o No
o Produttività
o Concentrazione
o Motivazione
o Nessuno di questi
o Si
o No
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tra:
o Benefit/convenzioni/buoni/sconti
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Intervista
2. Quali sono i valori che l’hanno ispirata nella scelta di tale pratica nella
Sua azienda?
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Chi lavora in Generali ha un pacchetto di welfare di oltre 70 benefit
contrattuali e extracontrattuali che vanno dalla sanità e la previdenza
integrativa fino al sostegno all’istruzione di figli e familiari passando per
la conciliazione vita-lavoro, l’assistenza per i
i genitori, le pari opportunità.
Abbiamo voluto condividere questa nostra esperienza con le PMI, la
struttura portante del sistema paese attraverso il Welfare Index PMI. Per
le imprese il Welfare Index PMI è un utile strumento grazie al quale, con
un semplice self assessment, possono misurare le loro iniziative di
welfare e confrontarsi con le esperienze più avanzate del proprio settore.
Sostenere la diffusione del welfare aziendale nelle piccole e medie
imprese - rendendolo una pratica di successo - è lo scopo del nostro
progetto.
Grazie a questa esperienza nasce anche Generali Welion, la nostra
nuova società̀ di servizi che si occuperà̀ di welfare integrato e di flexible
benefit che rappresentano sempre più una grande opportunità di welfare.
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Il “secondo welfare” è ormai una realtà consolidata capace di colmare
il “primo welfare” e di rispondere, sempre di più, a molti dei bisogni
sociali emergenti dell’imponente mutamento demografico, con profonde
conseguenze sul sistema previdenziale e socio-sanitario, e del rapido
mutamento socio-culturale che sta impattando sulle strutture familiari
“tradizionali” che per lungo tempo ha sopperito alle lacune del welfare
pubblico.
Purtroppo, il secondo welfare è ancora fortemente penalizzato da una
scarsa consapevolezza del suo potenziale, non solo come leva fiscale, ma
anche come motore di crescita sociale e economica. E’ necessaria una
sua continua promozione affinché diventi una pratica comune e di
successo, presso tutti gli attori interessati: imprese, assicurazioni,
associazioni di volontariato, cooperative, sindacati, associazioni di
categoria e anche i lavoratori.
Realtà molto eterogenee e per questo richiedono una continua e mirata
informazione e formazione sul valore del secondo welfare.
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Bibliografia
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S. P. Robbinson, T. A. Judge, D. Bodega, Comportamento organizzativo:
conoscere e sviluppare competenze organizzative, edizione Pearson,
Milano 2016.
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Sitografia
La Costituzione:
https://www.senato.it/1025?sezione=123&articolo_numero_articolo=51.
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