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Il ciclope

L’idillio presenta il canto di un ciclope innamorato: un monologo comico, nel quale il rude protagonista
cerca di sedurre la dea Galatea con rustici doni di formaggio. Egli è ormai pienamente integrato all’interno
dell’esile mitologia bucolica: è un enorme e rozzo pastore goffamente innamorato di una giovane ragazza
che lo rifiuta; un ciclope immaturo non ancora abbandonato alla sua natura selvaggia. Il suo
corteggiamento a Galatea è certamente una parodia dell’uomo brutto e goffo che non capisce il motivo per
il quale viene respinto e perciò continua le sue avances con suppliche e doni. Nell’idillio si può leggere un
messaggio naturalistico per il quale anche un personaggio rozzo come il ciclope può essere piegato e
affranto dall’amore. Questo testo è intessuto di caratteri tipici dell’ellenismo: ironia, intimi quadretti,
l’amore pastorale, introspezione psicologica del personaggio che inesperto paragona la sua amata a ciò che
di più bello lo circonda.

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