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Esplorare le proprietà del suono e aspetti della sua percezione con il

sensore €Sense

Francesca Leto, Giacomo Zuccarini


Università degli Studi di Udine

Il sensore del suono €Sense misura le variazioni


nella pressione dell’aria provocate dal suono e la
sua intensità (dB). Gli intervalli di misurazione sono
i seguenti:
-Variazioni di pressione: -9.5 … 9.5 Pa
-Intensità: 50 … 110 dB
-Frequenze misurate: 100 … 16000 Hz
Altre specifiche importanti sono l’accuratezza
(±3dB) e la max frequenza di campionamento
-Variazioni di pressione: 40kHz
-Intensità: 2.5 kHz

Nella tabella 1, di seguito riportata, si elencano le attività previste da Coach; in questo contesto ci
concentreremo sull’analisi approfondita di tre attività: 1. Quanto rumore, 2. Racconta una storia sul suono,
3. Rendere visibile il suono. Si propone inoltre una quarta attività aggiuntiva a quelle previste dal software:
l’esplorazione della diversa sensibilità del nostro orecchio a suoni di uguale intensità ma altezza diversa.

Tabella 1. Descrizione attività proposte dal sensore

ATTIVITÀ DESCRIZIONE ESPERIMENTO FINALITÀ DELL’ ATTIVITÀ


1. QUANTO Si prendono tre sveglie: prima si fa suonare una Misurazione:
RUMORE sola sveglia, poi due insieme ed infine tre - della variazione dell’intensità del suono
- dell’intensità di diverse forme di rumore
- del cambiamento dell’intensità in
relazione alla variazione della distanza tra
sorgente e sensore
- della sovrapposizione di diverse
perturbazioni sonore, esaminando
separatamente l’intensità delle singole
perturbazioni e poi quella della loro
sovrapposizione
2. RACCONTA Si mette la radio ad una certa distanza dal Esplorazione dell’intensità sonora.
UNA STORIA SUL sensore e poi la si accende.
SUONO Si varia il volume in modo da aumentarlo
gradualmente e diminuirlo molto velocemente.
Si valuta cosa succede nel grafico.
3. RENDERE Si colpisce un diapason avviando la raccolta Esplorazione dell’altezza di un suono.
VISIBILE IL dati. Connessione tra altezza e frequenza.
SUONO Gli studenti sono invitati a misurare il periodo di
una sinusoide completa dal grafico.
Si ripete poi lo stesso procedimento con un
diapason di altezza diversa invitando gli
studenti ad individuare cosa è cambiato.
4. ANALISI DEI Ascolto della voce di un uomo, di una donna, di Il timbro del suono viene visualizzato in
SUONI VOCALI un bambino o di una bambina termini di forma d’onda.
5. ANALISI DEI Si propone l’ascolto di vari strumenti musicali: Serve per comprendere il concetto di
SUONI E DEGLI un flauto, una chitarra, un violino, uno xilofono timbro: due strumenti diversi che
STRUMENTI e una batteria. Subito dopo si effettua l’analisi emettono la stessa nota producono dei
della differenza tra il suono del diapason e suoni differenti.
quello degli strumenti: qual è il più piacevole?
6. COME VIAGGIA Si propone di inserire ostacoli di diverso Serve per mostrare che l’interposizione di
IL SUONO tipo(vetro, cartone, ecc.) tra la sorgente e il ostacoli riduce l’intensità sonora e che la
sensore: come cambia l’intensità percepita? riduzione cambia a seconda del tipo di
ostacolo utilizzato.
7. COME SI PUO’ La sorgente sonora viene chiusa dentro una Quale materiale isola meglio il suono? Si
FERMARE O scatola. Poi questa viene ricoperta di diversi sperimenta con diversi materiali e si
ISOLARE IL materiali (ovatta, tessuti differenti, cartone registra come viene isolato il suono.
SUONO portauova, carta da giornale, ecc.) ed ogni volta
si registra il suono col sensore.
8. IL LIVELLO Si varia la distanza della sorgente sonora dal Come cambia l’intensità del suono
AUDIO VARIA sensore (avvicinandola o allontanandola). Lo variando la distanza della sorgente
CON LA studente prevede il risultato e poi confronta la sonora dal sensore.
DISTANZA sua ipotesi con la misurazione rilevata.

1.Quanto rumore

Materiale necessario: 2-3 sveglie uguali o 2 diapason di uguale fattura

Attraverso questa attività si può valutare l’intensità di diverse forme di rumore (sospiro, sveglia, grida, ecc.),
e valutare come l’intensità cambia variando la distanza tra la sorgente ed il sensore. A tale scopo serve una
sorgente in grado di produrre un rumore a intensità costante, possibilmente regolabile. Si può inoltre
esplorare la sovrapposizione di diverse perturbazioni sonore, esaminando separatamente l’intensità delle
singole perturbazioni e poi quella della loro sovrapposizione. Come indicato nell’attività, si possono
utilizzare a tale scopo sorgenti che producono un suono/rumore a intensità costante (diverse sveglie).
Fissata una distanza adeguata dal sensore (affinché sia l’intensità dei suoni singoli che della loro
sovrapposizione rientri nel suo intervallo di misurazione) le sorgenti vengono azionate prima in sequenza e
poi insieme. In mancanza d’altro si possono usare dei diapason identici, con l’avvertenza di dare intensità
comparabili al colpo, e confrontare i valori iniziali di picco, perché l’intensità del suono prodottosi attenua
naturalmente.

Al di fuori delle finalità proposte nel software, la sperimentazione può essere usata per mostrare che il
valore in dB dell’intensità prodotta da due suoni di uguale intensità non è il doppio dell’intensità prodotta
singolarmente da ciascun suono. Ciò non corrisponde ad un dato fisico, in quanto l’energia trasportata dalle
due perturbazioni è circa doppia, ma ad un dato psicoacustico: per ragioni adattive il nostro orecchio non la
percepisce così, e la scala usata è strutturata appositamente per descrivere la nostra percezione. Vedi fig. 3.

Fig 3. Intensità sonora di un diapason, e poi di due diapason identici insieme.

Per utilizzare il fonometro, vale a dire la scala rappresentata in Fig.3, bisogna cliccare sulla seguente icona
, selezionare il fonometro dal menù a comparsa, premere ok, portarlo con il mouse sull’area del
grafico e premere con il tasto sinistro.

2. Racconta una storia sul suono


Materiale necessario: radio, brano musicale registrato, 2 diapason di uguale fattura

Attraverso questa attività si può introdurre la rappresentazione grafica della correlazione tra due grandezze
fisiche: l’intensità sonora e il tempo. L’esperimento permette infatti di analizzare la variazione nel tempo
dell’intensità sonora e connetterla con la sua rappresentazione grafica. Il software suggerisce di posizionare
la radio a 10 cm dal sensore ed accenderla, avviando la raccolta dati con un click sul pulsante verde di start.
Durante la raccolta dati aumentare lentamente il volume e poi abbassarlo più rapidamente, mostrando agli
studenti il grafico sullo schermo.

Si può ripetere l’esperimento una seconda volta aumentando e diminuendo il volume in modo diverso, e
chiedere agli studenti di tracciare la loro previsione sul quaderno senza mostrare il grafico. Infine
confrontare i disegni con il grafico e discutere con gli studenti su come si può rappresentare una variazione
lenta ed una veloce. In mancanza di una radio, lo stesso esperimento può essere condotto con un brano
registrato in uno stereo o su un pc. La presenza del sensore da un lato e delle casse dall’altro può essere
utile per discutere sulla produzione del suono e sulla sua ricezione: le casse hanno una funzione analoga ad
una bocca parlante, il sensore al nostro orecchio, ed il software sul PC al nostro cervello che analizza
l’informazione sonora.

Oltre alle attività proposte, si possono utilizzare i due diapason per mostrare un particolare fenomeno
fisico: i battimenti. Per quanto prodotti in serie, i diapason infatti non producono suoni puri esattamente
della stessa altezza (cioè di uguale frequenza). Quando due suoni puri di altezze leggermente diverse si
sovrappongono producono dei battimenti, che sono effetti vibratori particolari, caratterizzati da
modulazioni periodiche dell’intensità sonora. Essi vengono utilizzati dai musicisti per accordare strumenti a
corda come la chitarra: quando il battimento rallenta e poi scompare vuol dire che due corde sono state
accordate. In figura si può confrontare la curva intensità-tempo prodotta da un solo diapason:
con quella prodotta da due diapason:

Si suggerisce di produrre il suono con un solo diapason e mostrare la curva ottenuta. Poi ripetere
l’esperimento con due, chiedendo agli studenti di ascoltare e tracciare la curva corrispondente alla loro
percezione. Infine mostrare il grafico dei due diapason. I battimenti infatti non sono sempre facilmente
percepibili e lo studente deve concentrarsi sulla propria percezione per dare una descrizione affidabile del
fenomeno.

3. Rendere visibile il suono

Materiale necessario: un diapason, un diapason di altezza diversa da 440Hz o alternativamente la


riproduzione di un onda sonora pura equivalente.
L’attività ha lo scopo di visualizzare il suono come vibrazione e di connettere la proprietà sonora dell’altezza
al numero di vibrazioni in un intervallo di tempo fissato. A tale scopo si posiziona il sensore di fronte ad un
diapason, e lo si colpisce, premendo subito dopo il pulsante start per avviare la raccolta dati. Il grafico
mostrato risulterà di dimensioni ridotte. Per una corretta visualizzazione bisogna posizionare il mouse
sopra il grafico e premere il tasto destro: comparirà un menù con varie voci, tra cui “Adatta alla finestra”,
che va selezionata. Il risultato è mostrato in figura:

Qualora il grafico risultasse asimmetrico rispetto all’asse delle ascisse, è bene tarare il sensore posizionando
il mouse sopra l’immagine del sensore in basso a destra in corrispondenza dell’icona del microfono, e
cliccare con il destro: si aprirà un menù su cui va selezionata la voce “Imposta a zero”. Come si vede dal
grafico, è possibile sia misurare il periodo di un onda (in millisecondi) che la frequenza: a tale scopo basta
contare il numero di picchi (alti o bassi) che si vedono in 10ms, che sono 4 e mezzo (il primo è presente solo
a metà) e moltiplicare per 100. Infatti se ci sono 4 picchi e mezzo in 10 millisecondi, ce ne saranno 450 in
1000ms (cioè in 1s). Per mostrare quale differenza c’è tra un suono di un diapason standard e un suono
puro più alto, si può utilizzare un diapason di altezza diversa, o in mancanza di esso la riproduzione di un
onda sonora pura equivalente. A tale scopo basta andare su google e digitare le parole chiave “sound wave
generator”. Compariranno una serie di link a programmi, scaricabili o utilizzabili online, che consentono di
produrre un onda dell’altezza, intensità, durata e forma d’onda desiderata (“sine wave”).

4. Relazione tra altezza del suono e sua intensità nella percezione dell’orecchio umano
Materiale necessario: la riproduzione (anche mediante le casse del PC) di un onda sonora pura a 200Hz e di
una a 3000Hz.

Lo scopo è la distinzione tra l’intensità del suono come grandezza fisica e la percezione dell’intensità sonora
da parte del nostro orecchio. Mentre l’intensità del suono è direttamente legata all’energia che passa al
secondo attraverso una superficie unitaria, il nostro orecchio è strutturato per percepire con maggiore
chiarezza suoni di un determinato intervallo di frequenze. In particolare l’orecchio risulta molto più
sensibile a suoni attorno ai 3000 Hz che a suoni attorno ai 200 Hz. Nella figura che segue è rappresentata
una curva di uguale intensità acustica percepita alle diverse frequenze.

Si propone alla classe di ascoltare alla classe un suono puro a 200 Hz e un altro suono puro a 3000 Hz della
stessa intensità. Si chiede poi agli studenti di stabilire quali dei due suoni è il più forte. Fatto ciò, si
riproducono nuovamente i due suoni mostrando con il fonometro (vedi attività 1) la loro uguale, o almeno
comparabile intensità. A tale scopo sarebbe utile avere due pc per operare separatamente: uno viene
collegato al sensore e, se lo si ha a disposizione, anche al videoproiettore. L’altro viene usato per riprodurre
i suoni e aggiustare il volume in modo da accertarsi che l’intensità misurata sia effettivamente uguale.

Considerazioni conclusive
Il sensore del suono €Sense può rappresentare un valido supporto nell’esplorazione delle proprietà del
suono come anche del rapporto tra grandezze fisiche e percezione umana. Per sfruttare al massimo le sue
potenzialità educative, se ne suggerisce l’adozione all’interno di un percorso didattico validato sui fenomeni
acustici, come ad esempio “Il suono: una proposta didattica basata su un percorso di esperimenti” di
Marisa Michelini e Adele Toffolo (Forum editore, 2006). Il sensore propone attività ludiche con cui anche gli
studenti della scuola primaria possono esplorare le proprietà fisiche del suono. Da questo punto di vista il
sensore può essere uno strumento utile all’interno di diversi ordini scolastici: dalla scuola primaria a quella
secondaria di secondo grado permette, a diversi livelli, di approfondire le proprietà del suono seguendo un
punto di vista diverso da quello comunemente adottato a scuola tramite l’educazione musicale, ovvero la
prospettiva fisica che caratterizza il suono stesso.

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