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La propriocezione si basa sullo sviluppo della relazione tra il corpo e le varie risposte che esso è in grado di

dare agli stimoli esterni. È un abilità che può essere migliorata.

È considerata un sesto senso in quanto è regolata da una parte specifica del cervello. La
propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del
movimento tramite i neuroni di feedback sensoriale, per cui viene utilizzata efficacemente anche
in fisioterapia di recupero ed in allenamenti sportivi.

La propriocezione vive sul continuo scambio di informazioni che raggiungono il


sistema nervoso e di azioni indotte dallo stesso per far sì che il soggetto rispetti
in ogni momento le caratteristiche di equilibrio, confort e non dolore.







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LA PROPRIOCEZIONE: COS'È E A COSA SERVE


La propriocezione è una forma di percezione al contrario che si basa
sull'ascolto dei segnali che arrivano dal corpo. Si tratta di un processo utile
durante la crescita, ma anche per la riabilitazione e la pratica sportiva

Competenze
Di Francesca Cilento

La percezione è un insieme di meccanismi attraverso il quale riceviamo ed elaboriamo le


informazioni che giungono dall'esterno. Esiste anche un percorso a senso inverso: la propriocezione.

I propriocettori sono i terminali nervosi, le strutture che ricevono i segnali che provengono dal
nostro organismo e ci segnalano cosa stia avvenendo al nostro interno.

Come per la percezione ognuno di noi è dotato di un particolare grado di sensibilità sullo stato dei
nostri muscoli, sull'attività dei nostri organi e sul grado di benessere generale dell'organismo.
Come funziona la propriocezione: un po' di biologia

Come funziona la propriocezione? Il tutto parte da terminazioni nervose che ricevono gli stimoli da
muscoli, tendini e altre strutture e li trasmettono al midollo spinale e da qui arrivano al cervello.

I propriocettori sono di ausilio al corpo sia in termini di prevenzione (cogliendo quando si arriva al
limite dello sforzo in modo da non andar incontro al dolore o a un danno), ma anche nella
semplice regolazione dei movimenti.

Un esempio che potrebbe riuscire a dare l'idea della funzionalità di queste strutture è l'equilibrio.
Camminare per noi adulti è un processo del tutto automatico, quasi banale, ma la difficoltà del
mantenere l'equilibrio la possiamo comprendere attraverso gli sforzi e la fatica di un bambino che sta
imparando.

Osservando i piccoli infatti scopriamo che tanti sono i settori da tenere sotto controllo, indicativamente
dobbiamo coordinare i piedi (l'appoggio e la spinta), le ginocchia, i muscoli, le braccia e la testa che
ondeggia di qua e di là.

La propriocezione si innesta proprio in questa serie di movimenti cercano di coordinarli in modo che
fluidamente si susseguano permettendo di perdere e ritrovare l'appoggio sul baricentro senza cadere.

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