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Comitato scientifico
Luisa Amenta
Maria Antonietta Marchese
Elena Martinelli
Luisa Milia
Maria Elda Padalino
Maria Emanuela Piemontese
Alberto Sobrero
Rosaria Solarino
Matteo Viale
Miriam Voghera
L’elenco comprende i nomi dei componenti dei due comitati scientifici che si sono succe-
duti nell’ultimo anno. Entrambi i comitati hanno esaminato questo lavoro fornendo utili
suggerimenti nelle diverse fasi di elaborazione.
QUADERNI DI BASE
Prefazione di
Silvana Ferreri
Copyright © MMXV
Aracne editrice int.le S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
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Presentazione
Parte I
L’educazione plurilingue
nel progetto del Consiglio d’Europa
Capitolo I
Un’educazione plurilingue e interculturale per il cittadino euro-
peo
.. L’educazione linguistica del cittadino, un obiettivo per l’Europa,
– .. Il plurilinguismo, una competenza trasversale, – .. L’educa-
zione interculturale, – .. La scuola di fronte al plurilinguismo, –
... Insegnare a interagire, – ... Insegnare a imparare, – ... Edu-
care alle differenze e all’alterità, – .. Gli insegnanti e l’educazione
plurilingue, – ... Integrare gli insegnamenti linguistici, – ... Di-
versificare le competenze e i livelli, le metodologie, le forme di valutazione,
– .. Esperienze di educazione plurilingue, – , .
Capitolo II
Sulle lingue dell’educazione
.. Valori per l’Europa e educazione plurilingue, – .. Le lingue
dell’educazione, – ... La lingua di scolarizzazione: criteri e categorie
di analisi, – ... L’alunno: complessità dei processi di apprendimen-
to, – ... Le lingue straniere , – ... Possibili legami tra le lingue
dell’educazione, – .. Scelte a favore degli alunni svantaggiati, –
... Inclusione e successo scolastico , – ... Diversificazione, indivi-
dualizzazione, differenziazione, – .. Approcci didattici nel campo
delle lingue dell’educazione, – ... Approccio olistico agli insegna-
menti linguistici, – ... Educazione linguistica nella scuola italiana,
– ... Interdisciplinarità, – ... Approcci plurali e parziali, –
, .
Indice
Capitolo III
Il curricolo plurilingue
.. Finalità, obiettivi e contenuti, – ... Dalle finalità agli obiettivi,
– ... La scelta dei contenuti, – .. L’organizzazione del curricolo,
– ... Coerenza orizzontale, – ... Coerenza verticale, – .. Gli
alunni svantaggiati, – .. Una sfida da raccogliere, – , .
Capitolo IV
La lingua della scuola e le discipline non linguistiche
.. Lingua della scuola, lingua delle discipline, – .. Bisogni lingui-
stici e difficoltà di apprendimento, – .. Aspetti della dimensione
linguistica nelle discipline non linguistiche, – ... Le forme della
comunicazione in classe, – ... I generi di discorso, – ... Le ope-
razioni linguistiche e cognitive, – .. Come integrare la dimensione
linguistica nel curricolo, – ... Verso le competenze trasversali,
– ... Il sostegno linguistico, – .. La questione della lingua per
l’equità e la qualità dell’istruzione, – , .
Capitolo V
Gli approcci plurali
.. Approccio interculturale, – .. Intercomprensione, – .. Éveil
aux langues, – .. Didattica Integrata delle Lingue (), – .. Gli
approcci plurali e lo sviluppo della competenza plurilingue e intercul-
turale, – ... L’approccio interculturale e l’adattamento ai contesti di
alterità, – ... L’intercomprensione e la costruzione di un repertorio
linguistico plurale, – ... L’éveil aux langues e l’esperienza del decen-
tramento, – ... La didattica integrata delle lingue e l’ampliamento del
repertorio linguistico, – .. Gli approcci plurali per l’innovazione
didattica, – , .
Capitolo VI
Le lingue straniere per lo studio di altre materie
.. Il nel Quadro Comune Europeo, – .. Il nel Documento
Europeo di Riferimento sulle Lingue dell’Educazione, – .. Il nella
Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curricoli, .
Parte II
L’educazione plurilingue
nelle Indicazioni nazionali
del
Capitolo I
Plurilinguismo e cittadinanza
.. Un orizzonte di riferimento, – .. Competenze integrate, –
.. La cittadinanza, asse portante del sistema educativo, – ... Per
una nuova cittadinanza, – ... Cittadinanza e Costituzione, –
... L’alfabetizzazione culturale, – ... L’ambiente di apprendimen-
to, – .. L’educazione linguistica per la cittadinanza, – ... La
lingua italiana, – ... Le lingue straniere, – .. Un’ipotesi di
curricolo verticale, .
Capitolo II
Per una didattica linguistica che promuova l’educazione alla
cittadinanza
.. Principi fondanti per la didattica linguistica, – .. Traguardi e
obiettivi linguistici per la cittadinanza, – .. Le scelte metodologiche
, – ... Comunicazione come interazione e attività linguistiche, –
... Situazioni di formazione e compiti, – ... Organizzazione del
lavoro e gestione del gruppo–classe, .
Capitolo IV
Due lingue straniere nel primo ciclo
.. Per l’educazione plurilingue e interculturale, – ... Finalità
delle due lingue, – ... Un curricolo integrato e continuo, –
... Percorsi curricolari tra scuola primaria e secondaria di primo grado,
– ... Metodi e attività da privilegiare, – .. Un’ipotesi di lavoro,
Indice
Capitolo V
Strategie d’integrazione delle lingue
.. Sviluppi della Didattica Integrata delle Lingue (), – .. Ver-
so una competenza plurilingue, – .. Un’esperienza di nella
formazione in servizio, .
Capitolo VI
Trasversalità della lingua nel curricolo
.. La lingua italiana per le altre discipline, – ... La varietà dei
repertori linguistici individuali, – ... Trasversalità dei traguardi,
– ... Trasversalità degli obiettivi , – .. La dimensione linguistica
delle altre discipline, – ... Studio di casi, – ... Le competenze
linguistiche trasversali, – ... Un’ipotesi di lavoro, – .. Strategie
d’intervento coordinato, .
Appendice
. Principi dell’educazione linguistica democratica (VIII tesi)., – .
Sette tesi per la promozione di politiche linguistiche democratiche,
– . Profili di uscita, livelli di prestazione. L’educazione linguistica nella
scuola di base, .
. Languages in education, languages for education. A platform of resources and references for
plurilingual and intercultural education (www.coe.int/t/dg/linguistic/langeduc/le_platf).
Presentazione
. Vd. Riferimenti bibliografici, dove vengono riportati i titoli in originale (inglese e/o
francese) e l’eventuale traduzione italiana.
. http://carap.ecml.at/
. Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione.
In «Annali della Pubblica Istruzione», Numero speciale . Vd. in www.indicazioninazionali.it
Presentazione
Lingua al plurale
Lavorare con le lingue e sulle lingue come via per garantire i diritti
di cittadinanza: si potrebbe condensare in queste parole il senso del
volume Educazione linguistica e plurilinguismo: dal progetto europeo al
contesto italiano. Rosa Calò offre al mondo della scuola e a quanti si
occupano di educazione linguistica una chiave didattica interpretativa
del plurilinguismo, molto più della ‘semplice’ presentazione ragionata
di materiali elaborati in sede europea nel campo del plurilinguismo,
o della sintesi delle Indicazioni nazionali per il curricolo: nel libro c’è il
depositato di anni di insegnamento fruttuoso di una lingua straniera,
di esperienza in qualità di Ispettore ministeriale, di ricerca –– pura
e di ricerca–azione –– nel campo della linguistica educativa e nel
campo della formazione docente.
L’Autrice sa che operare con una lingua, materna o seconda o
straniera, ha sempre a che fare con la pluralità. Ogni lingua, se viva,
porta in sé il germe della diversità e gli individui sono in diversa
misura plurilingui, sebbene il diverso configurarsi delle loro risorse
idiomatiche non sempre sia riconosciuto come fattore positivo dalla
società e dalla scuola. Rosa Calò ci guida a riconsiderare l’universo
delle lingue attraverso i lavori che il Consiglio d’Europa ha elaborato
in tanti anni di riflessioni e studi. Cammino per niente agevole se
non fosse per l’abilità di chi ci fa da guida. Il merito più grande del
lavoro che qui si presenta è quello di offrire al lettore il come si fa
a orientarsi in una selva di pubblicazioni sul tema. Ne viene fuori
un quadro che connette i documenti europei alle Indicazioni per il
curricolo con una sapiente cucitura che fa emergere e scoprire nei
testi, europei e italiani, aspetti che non avevamo considerato e illumi-
na zone trascurate o neglette che dopo il lavoro di analisi appaiono
chiare e ricche di spunti. Ciò che emerge e si impone sopra tutto è
la lezione metodologica che l’Autrice ci offre senza dirlo né preten-
derlo. L’operazione metodologica va a buon fine perché l’Autrice si
orienta con sicurezza e orienta nella lettura forte delle sue coordinate
Prefazione
Silvana Ferreri
P I
L’EDUCAZIONE PLURILINGUE
NEL PROGETTO
DEL CONSIGLIO D’EUROPA
Capitolo I
. Dopo varie bozze e revisioni di gruppo, il documento finale è stato redatto nel
da Jean–Claude Béacco nella versione integrale in lingua francese (De la diversité linguistique à
l’education plurilingue: Guide pour l’élaboration des politiques linguistiques éducatives en Europe) e
da Michael Byram in una versione breve in lingua inglese (From linguistic diversity to plurilingual
education: Guide for the development of language education policies in Europe). Nella Piattaforma
sono presenti le due versioni. Di seguito vengono proposti due stralci del testo tradotti dal
francese. Molti dei documenti del Consiglio d’Europa sono stati tradotti in lingua italiana e
pubblicati nella rivista on line «Italiano LinguaDue» (www.italianolinguadue.unimi.it). Nelle
note si richiamano i documenti europei nella traduzione italiana, se esistente, citando l’autore
(o gli autori) e l’anno di pubblicazione della versione originale.
Educazione linguistica e plurilinguismo
In tutti i testi prodotti dal Consiglio negli ultimi venti anni vengono
indicate misure atte a favorire l’acquisizione di competenze lingui-
stiche, viene incoraggiato l’uso delle lingue straniere nello studio
di alcune materie scolastiche, viene sottolineata l’esigenza di diver-
sificare l’offerta di lingue in tutti i livelli scolastici, anche al fine di
contrastare la predominante presenza dell’inglese .
Nella Guida per l’elaborazione delle politiche linguistiche i conte-
nuti già esposti in quei testi sono ripresi e riorganizzati intorno
alla nozione di repertorio plurilingue degli individui. Le politiche
linguistiche educative devono tendere a valorizzare e sviluppa-
re i repertori linguistici dei parlanti (definiti ‘attori sociali’) at-
traverso un’educazione plurilingue e pluriculturale, che miri al-
l’accettazione della diversità delle lingue e alla comunicazione
interculturale.
Questa nozione è centrale per cogliere il rapporto tra istanze
educative e politiche linguistiche: il destinatario delle politiche
linguistiche educative è il parlante in quanto ‘attore sociale’, cioè
in quanto cittadino che interagisce in un contesto multilingue e
multiculturale.
Le politiche linguistiche devono essere orientate a sviluppare la
competenza plurilingue di ogni individuo, lungo l’arco della vita, e
a fare in modo che tutti percepiscano il valore economico, sociale
e culturale del plurilinguismo. Attraverso l’educazione plurilingue
ogni cittadino è messo nelle condizioni più favorevoli per realizzare
un percorso professionale dinamico, inserirsi nella società in modo
adeguato, essere riconosciuto e accettato all’interno di comunità
culturali e sociali diverse da quelle di provenienza.
L’educazione plurilingue e interculturale concorre quindi all’edu-
cazione alla cittadinanza democratica. Lo studio delle diverse lingue
rende ogni individuo consapevole del proprio repertorio linguisti-
co, sviluppa il rispetto dei singoli parlanti, dei diritti linguistici degli
individui e dei gruppi: attraverso l’accettazione della pluralità delle
. Vd. Béacco (): «... on croit communément que tant que l’on n’a pas acquis une
compétence de natif, on parle mal. Contre cette croyance ordinaire, on proposera des ensei-
gnements conduisant à des compétences diversifiées (en termes de niveau de maîtrise et
de compétence: compréhension, compréhension et production, connaissance de la culture
cultivée)», p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Vd. Stralcio . Far cadere gli steccati tra gli insegnamenti linguistici, p. .
. Un’educazione plurilingue e interculturale per il cittadino europeo
STRALCI
Tutti questi testi, e altri ancora, invitano i governi degli Stati mem-
bri, pur nel rispetto delle loro specificità, a prendere delle misure atte
a favorire l’acquisizione di competenze linguistiche, incoraggiando
l’uso delle lingue straniere per l’insegnamento di alcune discipli-
ne scolastiche, a facilitare l’apprendimento delle lingue lungo tutto
l’arco della vita o anche a considerare la diversificazione linguistica
come la priorità nell’ambito delle politiche linguistiche educative. La
Raccomandazione R () ricorda, ad esempio (capoverso )
che «le statistiche esistenti mostrano che la maggioranza schiacciante
degli alunni in Europa studia l’inglese, mentre altre «grandi» lingue
europee, come il francese, il tedesco, lo spagnolo e l’italiano si piaz-
zano ben lontano. Lingue parlate da centinaia di milioni di persone
nel mondo come il russo, il portoghese, l’arabo o il cinese occupano
un posto residuale nei curricoli scolastici. . . ».
Queste Convenzioni e Raccomandazioni sono l’espressione di
un consenso particolarmente coerente, in armonia con le esigenze
nazionali, nell’ambito della progettazione e della realizzazione di
politiche linguistiche globali. I progressi nel campo delle lingue e
del loro insegnamento sono stati notevoli, e ben superiori ai mezzi
impegnati dal Consiglio d’Europa: i suoi lavori e i suoi strumenti
di riferimento si diffondono in quanto si rivelano pertinenti in sé e
svolgono un ruolo di catalizzatori nell’orientamento delle politiche
linguistiche educative nazionali.
. Vd. Coste, D., Cavalli, M., Crişan, A., Van De Ven, P.–H., (). Un cadre européen de
référence pour les langues de l’éducation? Trad. it. a cura di R. Calò e S. Ferreri (). Viterbo:
Sette Città.
Educazione linguistica e plurilinguismo
Nel viene dato ampio spazio al ruolo svolto dalle lingue nella
formazione della persona e nell’acquisizione di competenze chiave: vi
si afferma che i valori devono essere il fulcro dell’educazione. Come
valori per l’Europa, la scuola deve assumere le seguenti finalità:
. « Ci sono problemi della società che presentano una dimensione scientifica (cambia-
menti climatici, biodiversità, risorse energetiche, ecc.). La scuola deve riflettere su come le
discipline scientifiche possono servire a dare consapevolezza ai cittadini e a prepararli alla citta-
dinanza come capacità di partecipazione democratica». In Kolstø S. D. (b). Science education
for citizeship – through language competence. www.coe.int/t/dg/linguistic/Prague_studies.
. Sulle lingue dell’educazione
. Per l’analisi dei contesti d’uso della lingua, vd. in particolare il , cap. , pp. –.
. Sulle lingue dell’educazione
. Vd. Stralcio . I repertori degli studenti e le varietà linguistiche in uso a scuola, p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Vd. Stralcio . I repertori degli studenti e le varietà linguistiche in uso a scuola, p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Nella scuola e in ogni singola classe gli alunni sono tutti diversi:
diversa la loro provenienza socio–culturale e spesso quella geografica,
diversi i loro patrimoni linguistici. Perciò è importante che i principi
della diversificazione, della individualizzazione e della differenziazione
costituiscano le basi dell’innovazione metodologico–didattica.
Soprattutto a livello di scuola dell’obbligo, il progetto di educa-
zione plurilingue prevede che la scuola assuma degli obiettivi che
tendano a fornire a tutti gli alunni un insieme di competenze ne-
cessarie alla loro formazione. La scuola deve assicurare agli alunni
delle competenze chiave, sia in quanto persone sia in quanto futu-
ri cittadini; deve cioè dare a tutti una base comune di competenze
che rappresenti per ciascuno un punto di partenza per il proprio
personale sviluppo.
Questo insieme di competenze di base deve essere costruito in rela-
zione ai bisogni e alle potenzialità di sviluppo di ognuno e quindi deve
essere strettamente correlato con il repertorio individuale di partenza
e costituirne un rafforzamento e un arricchimento. Alle competenze
di base devono affiancarsi quelle competenze che vengono definite
strategiche per il futuro degli apprendenti, in quanto permettono
. Sulle lingue dell’educazione
... Interdisciplinarità
STRALCI
Coste, D., Cavalli, M., Crişan, A., Van De Ven, P.–H., (). Un cadre
européen de référence pour les langues de l’éducation? Conseil de l’Europe. Trad.
it. a cura di Rosa Calò e Silvana Ferreri (). Viterbo: Sette Città.
Il curricolo plurilingue
. Béacco, J.C. et alii (). Guide for the development and implementation of curricula for
plurilingual and intercultural education. Trad. it. di E. Lugarini, in: «Italiano Lingua Due», vol. ,
n. , .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Alla base del curricolo plurilingue c’è la ricerca delle trasversalità tra
tutte le lingue: tra le lingue presenti nel curricolo come discipline e
tra queste e le altre discipline.
La Guida fornisce criteri per l’analisi delle diverse forme di tra-
sversalità. La prima forma riguarda le diverse lingue straniere, la
seconda investe la lingua di scolarizzazione, le lingue straniere e le
altre discipline del curricolo.
Scuola dell’infanzia. Ogni bambino e ogni bambina sono accettati nella loro
diversità linguistica e sono guidati ad accettare la diversità linguistica dei
compagni e degli insegnanti. Fanno esperienze di ascolto e sono ascoltati;
imparano a dialogare e ad osservare come si dialoga a scuola, in famiglia,
nelle diverse culture. Fanno esperienze non solo con la parola ma anche
con il corpo e imparano a coordinare la parola, il suono, il movimento, il
ritmo. . . , a comunicare con diverse modalità e linguaggi (colore, immagine,
suono, materiali, gesti). Imparano filastrocche, conte, canzoncine nella loro
lingua e nella lingua dei compagni. Cominciano a riflettere sui diversi modi
di esprimersi e comunicare, sulle lingue e sulle identità culturali.
Una modalità per disporre lungo l’asse del tempo gli obiettivi di
insegnamento e progettare lo sviluppo dei percorsi di formazione è
l’elaborazione di uno scenario curricolare. Per “scenario curricolare”
si intende quindi una forma di simulazione globale di ciò che potreb-
be essere — per grandi linee — lo sviluppo di un curricolo scolastico
per ognuna delle lingue e nei rapporti tra le diverse lingue.
Nello scenario curricolare sono previsti e tra loro coordinati,
a partire da un quadro dei bisogni linguistici degli apprendenti,
gli insegnamenti delle diverse lingue: quale lingua straniera deve
essere introdotta per prima (a quale età, per quante ore), quan-
do introdurre lo studio di una lingua regionale o minoritaria o
della migrazione, quando e come trattare la lingua di scolarizza-
zione per gli alunni immigrati o per gli alunni linguisticamente
deprivati, quando introdurre una seconda lingua straniera, quan-
do cominciare ad usare la lingua straniera nello studio di altre
discipline e con quali modalità, ecc. Uno scenario rappresenta il
modo per realizzare la finalità del sistema educativo, lo strumento
che permette all’insegnante di delineare insieme lo sviluppo longitu-
dinale e la trama dei rapporti orizzontali. Infatti, nello scenario sono
previsti sia gli apprendimenti per ciascuna lingua nel loro sviluppo
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Si vedano gli sviluppi, anche recenti, delle esperienze o e i documenti prodotti
in questo campo dal Consiglio d’Europa in www.coe.int/lang/
. Vd. , cap. , pp. – e , § .., pp. –.
. Vd. Stralcio . Uno scenario di base, p. (riformulazione parziale del testo originale).
. Il curricolo plurilingue
. Per convenzione internazionale (UNESCO ), le diverse fasi della scolarità sono
indicate con l’acronimo (International Standard Classification of Education), in francese
CITE (Classement International des Types d’Education), e dalle cifre per la scuola dell’infanzia,
per la scuola primaria, per la secondaria di primo grado, per la secondaria superiore.
. L’insegnamento delle lingue a livello di scuola professionale si duplica in: ) Costruire una
competenza plurilingue e interculturale nell’ambito di una cultura professionale. ) Gestire un
repertorio di risorse linguistiche e culturali per entrare nel mondo del lavoro. L’insegnamento
delle lingue regionali si duplica in: ) Valorizzazione della lingua regionale in relazione ad altri re-
pertori linguistici in contesti sociolinguistici eterogenei. ) Uso scolastico delle lingue regionali
in un contesto sociolinguistico relativamente omogeneo e monolingue. L’insegnamento bilingue
si duplica in: ) Insegnamento bilingue nella lingua di scolarizzazione e in una lingua straniera.
) Insegnamento bilingue con alternanza delle due lingue di scolarizzazione.
Educazione linguistica e plurilinguismo
STRALCI
Da: Béacco, J.C., Byram, M., Cavalli, M., Coste, D., Egli Cuenat, M., Gouil-
lier, F., Panthier, J. (). Guide for the development and implementation of
curricula for plurilingual and intercultural education. Council of Europe. Trad.
it. di E. Lugarini. In «Italiano Lingua Due», vol. , n. , Supplemento, .
. La variabilità (§ ...)
Gli obiettivi indicati per questa fase sono: accogliere la pluralità linguistica,
aprire le menti dei bambini alla diversità culturale, rendere loro familiari
gli usi più comuni della lingua di scolarizzazione attraverso esperienze ed
attività diversificate.
Le vie per lo sviluppo di questi obiettivi sono specificate in una serie di
indicazioni, tra le quali si evidenziano le seguenti:
— valorizzare i repertori linguistici dei bambini nel loro spontaneo
manifestarsi;
— favorire l’interazione nella lingua di scolarizzazione tra i bambini e
l’insegnante;
— familiarizzare i bambini alle norme d’uso e ai diversi generi di discor-
so attraverso l’ascolto, la memorizzazione di canzoni, di filastrocche,
di poesie;
Nella scuola secondaria di primo grado gli obiettivi della lingua di scolarizza-
zione diventano più complessi e diversificati: le competenze comunicative si
precisano in riferimento sia ai vari tipi di attività (comprensione e produzio-
Educazione linguistica e plurilinguismo
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Per una descrizione delle dimensioni da prendere in esame per individuare le caratteri-
stiche della lingua delle discipline, vd. Thürmann, E. (). Le rôle des langues dans l’apprentissage
et l’enseignement des matières scolaires, p. .
. Vollmer (). In «Italiano Lingua Due» vol. , n. , , p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Deve essere chiaro a tutti gli insegnanti delle diverse discipline che
non si chiede loro di diventare insegnanti di lingua, ma di insegnare
meglio la propria disciplina, facendosi carico del processo di elabora-
zione della conoscenza, che si attiva per il tramite della lingua. Ogni
insegnante deve essere consapevole del fatto che l’allievo che appren-
de una disciplina è impegnato contemporaneamente su due fronti: a)
sviluppare conoscenze e competenze disciplinari, b) ampliare e ap-
profondire il suo repertorio linguistico. In relazione a questi bisogni,
i comportamenti linguistici e le scelte metodologiche dell’insegnante
sono determinanti.
Le competenze linguistiche che gli alunni possono sviluppare
sono correlate alle modalità di comunicazione in classe, ai generi di
discorso della disciplina ai quali sono esposti, alle operazioni linguistiche
e cognitive necessarie per elaborare le conoscenze.
. Vd. Stralcio . A partire dagli enunciati ‘io - qui - ora’, p. .
. La lingua della scuola e le discipline non linguistiche
. Béacco et al. (). In «Italiano Lingua Due», vol. , n. , , p. .
. Béacco et al. (). In «Italiano Lingua Due», vol. , n. , , p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Nella Piattaforma si trovano quattro studi sull’analisi della lingua delle discipline (storia,
scienze, letteratura, matematica) dai quali si possono ricavare elementi per fare un inventario
dei generi di discorso (www.coe.int/t/dg/linguistic).
. Béacco et al. (). In «Italiano Lingua Due», vol. , n. , , p. .
. La lingua della scuola e le discipline non linguistiche
. Vd. Thürmann et al. (). In «Italiano Lingua Due» vol. , n. , , pp. –.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Esso è ricavato da Thürmann (). Le rôle des langues dans l’apprentissage et
l’enseignement des matières scolaires, “Compétences de réflexion critique”, p. .
. In tutti gli studi del Consiglio d’Europa sulla lingua delle discipline si sottolinea la
centralità della dimensione linguistico–cognitiva e si suggeriscono strumenti e strategie per
far sì che gli insegnanti delle singole discipline si facciano carico di sviluppare le competenze
linguistiche necessarie all’esecuzione dei compiti cognitivi.
. I risultati delle indagini PISA e PIRLS degli ultimi anni attestano bassi livelli di
alfabetizzazione in lettura dei giovani immigrati e/o socialmente svantaggiati.
. La lingua della scuola e le discipline non linguistiche
. I documenti sui quali si basa questo paragrafo sono: Thürmann et al. () e Thürmann
() citati. Si vedano su questo tema anche i testi precedenti.
. Thürmann et al. (). § , pp. e segg.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Béacco et al. , in «Italiano Lingua Due», vol. , n. , , p. .
. Vd. Raccomandazione CM/Rec (), in Riferimenti bibliografici.
Educazione linguistica e plurilinguismo
STRALCI
Da: Béacco, J. C., Coste, D., Van de Ven, P. H., Vollmer, H. (). Langues et
matières scolaires. Dimensions linguistiques dans la construction des connaissances
dans les curriculums. Trad. it. di E. Lugarini, in «Italiano Lingua Due», vol. ,
n. , .
↓
Costruzione congiunta
L’insegnante partecipa con gli allievi alla stesura scritta di testi conformi al
genere considerato (addestramento, co–costruzioni, ricostruzioni, ecc.)
↓
Costruzione autonoma
L’insegnante riduce per quanto possibile il suo sostegno man mano che
l’allievo acquisisce il controllo del genere in questione.
↓
Possibilità di una riflessione più approfondita sulle caratteristiche e sulle
funzioni/implicazioni del genere e di un’analisi critica.
Funzione
La relazione di sintesi serve a trasmettere conoscenze e a facilitare la
comprensione dei lettori/ascoltatori che non conoscono perfettamente
l’argomento oggetto della relazione
Caratteristiche generali. La relazione di sintesi:
. La lingua della scuola e le discipline non linguistiche
— ascoltare attentamente;
— rispondere in modo appropriato;
— fare domande pertinenti ed eventualmente chiedere di precisare;
— reagire in modo appropriato a quanto detto da altri;
— esaminare attentamente le consegne di lavoro e i compiti da
affrontare;
— organizzare appunti scritti in modo chiaro e produttivo in
funzione del lavoro da fare;
— presentare i risultati del lavoro svolto in forma strutturata e
comprensibile;
— prendere accordi sugli aspetti del lavoro di gruppo relativi alla discipli-
na e assumere ruoli specifici nel gruppo (coordinatore, relatore...);
— fare proposte sulle procedure di lavoro, esplicitando chiara-
mente i propri bisogni e interessi.
a) nominare, definire
— designare esseri viventi, oggetti, processi, eventi, ma
anche argomenti e dati di un problema in base alle loro
caratteristiche (con riferimento ai concetti fondamentali
di una disciplina).
b) descrivere, rappresentare
— formulare oralmente asserzioni relative alla disciplina
in modo da farsi capire;
— descrivere esseri viventi, oggetti, processi, eventi, ren-
dendo conto delle loro caratteristiche evidenti, delle
loro funzioni e relazioni;
Educazione linguistica e plurilinguismo
Questi saperi, saper essere e saper fare non riguardano una sola lingua,
ma permettono di vedere i legami tra diverse lingue e culture; perciò
costituiscono le basi su cui si fondano le competenze plurilingui e
interculturali.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Strumenti che possono aiutare gli insegnanti di lingua materna e di lingua straniera ad
attuare un approccio interculturale si trovano in particolare in due siti: nel primo (www.coe.int/
/t/dg/autobiography/Source/AIE) si propongono informazioni teoriche, strumenti per far
costruire agli alunni la loro autobiografia linguistica, nonché istruzioni per l’uso dei materiali.
Si tratta di attività che possono essere fatte in classe e dirette a ciascun alunno o al gruppo; nel
secondo (www.incaproject.eu/web/content.asp?) si presenta un manuale elaborato in lingue
per alunni dai ai anni: il progetto inca (Intercultural Calendar for Early Multilingual Learning)
consiste in un pacchetto didattico per l’apprendimento delle lingue europee in un contesto di
apertura alle diversità culturali.
Educazione linguistica e plurilinguismo
.. Intercomprensione
. Il compito è tratto dal CARAP. Vd. «Italiano Lingua Due», vol. , n. , , p. e
segg.
. Nella Tabella delle competenze globali del CARAP la competenza di adattamento fa parte
della più generale Competenza nel gestire la comunicazione linguistica e culturale in un contesto di
alterità (C). La Tabella è riprodotta in Stralcio , pp. -.
. Gli approcci plurali
. Esempi: No usar el ascensor (ES)/Não usar o elevador (PT). stare lontano dalle finestre e
dagli specchi (IT)/Stai diparte de finestre şi oglinzi (RO).
. Testo dato in sei lingue (tra cui l’italiano) da tradurre in francese: Prima di partire per un
viaggio, il Piccolo Principe pulisce accuratamente i vulcani perché nessuno di loro entri in eruzione.
Pulisce anche il vulcano estinto, perché, come dice: «Non si sa mai. . . ».
. Gli approcci plurali
. Questo esempio è tratto da: Materiali didattici in linea del CARAP. Si tratta di un
modulo ELODIL .
. Gli approcci plurali
. Questo esempio è tratto da: Materiali didattici in linea del CARAP.
. Gli approcci plurali
Nel Quadro di Riferimento per gli Approcci Plurali alle Lingue e alle
Culture si sottolinea il ruolo fondamentale che possono svolgere
questi approcci nella costruzione della competenza plurilingue e
interculturale di ciascun individuo in quanto:
STRALCI
Da: CARAP – Un Cadre de Références pour les Approches Plurielles des Langues et
des Cultures, Compétences et Ressources, ECML. Trad. it. a cura di di A. M. Curci e
E. Lugarini. In «Italiano LinguaDue», vol. , n. , .
C C
Competenza nel gestire la comuni- Competenza di costruzione e di am-
cazione linguistica e culturale in un pliamento di un repertorio linguistico
contesto di alterità e culturale plurale
C . C . C . C .
Competenza di riso- Competenza di ne- Competenza nel Competenza nell’at-
luzione dei conflit- goziazione trarre profitto dalle tivare, in contesti
ti/ostacoli/malintesi proprie esperienze di alterità, procedu-
interculturali/inter- re di apprendimen-
linguistiche to più sistematiche,
più controllate
C . C .
Competenza di Competenza di
mediazione adattamento
C
Competenza di decentramento
C
Competenza nell’attribuire senso a ele-
menti linguistici e/o culturali non
familiari
C
Competenza di distanziamento
C
Competenza nell’analizzare in maniera
critica la situazione e le attività (comuni-
cative e/o di apprendimento) nelle quali
si è impegnati
C
Competenza nel riconoscimento del-
l’Altro, dell’alterità
Educazione linguistica e plurilinguismo
Saper fare
S . Saper identificare comportamenti particolari legati a differenze importante
culturali
S . Saper padroneggiare procedure di comparazione necessario
S . Saper confrontare le culture comunicative necessario
S . . . Saper confrontare i propri repertori / necessario
comportamenti con quelli di parlanti altre lingue
S . . . Saper confrontare le pratiche di comunicazione necessario
non verbali di altri con le proprie
S . Saper chiarire malintesi importante
S . Saper comunicare tenendo conto delle differenze sociolinguisti- necessario
che/socioculturali
. Gli approcci plurali
Saperi
K Avere conoscenze su ciò che sono le culture, sul loro necessario
funzionamento
K . Sapere che in ogni cultura gli ‘attori’ definiscono necessario
regole /norme/valori (parzialmente) specifici
concernenti le pratiche sociali/i comportamenti
K . Saper che la cultura e l’identità influiscono sulle necessario
interazioni comunicative
K . Sapere che le differenze culturali possono essere importante
all’origine di difficoltà nel momento della
comunicazione/dell’interazione verbale/non verbale
K . Sapere che l’interpretazione che gli altri danno dei necessario
nostri comportamenti può essere diversa dalla nostra
K . Conoscere le [essere consapevoli delle] reazioni che si necessario
possono avere nei confronti della differenza (di
lingua/di linguaggio/di cultura)
K . Conoscere strategie che permettono di risolvere i necessario
conflitti interculturali
Saper essere
A . Essere disposto ad assumere un atteggiamento di necessario
distanza dalla propria lingua/cultura ed osservare la
propria lingua dall’esterno
A . Volontà di adattamento/flessibilità del proprio importante
comportamento nell’interazione con persone
linguisticamente/culturalmente diverse da sé
Capitolo VI
Le lingue straniere
per lo studio di altre materie
Educazione linguistica e plurilinguismo
Scuola primaria. Si inizia l’approccio ad una lingua straniera ( ) con l’obiet-
tivo di sviluppare la sensibilità generale ai fenomeni linguistici mettendo in
rapporto la lingua nativa con altre lingue presenti nell’ambiente scolastico.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Vd. Coste et alii (). Trad. it. a cura di R. Calò e S. Ferreri (). § ..., p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Béacco et al. (). In «Italiano Lingua Due», n. , , § .., pp. –.
. Le lingue straniere per lo studio di altre materie
Scuola secondaria di primo grado. In questo ciclo inizia lo studio di una se-
conda lingua straniera con la stessa finalità già stabilita per la prima lingua
straniera nel ciclo elementare. Gli insegnanti di lingue cercano di perse-
guire obiettivi e metodi convergenti nelle due lingue straniere, anche se
con opportuni scarti temporali. L’educazione plurilingue e interculturale si
fonda in parte sui contenuti delle varie discipline. Gli insegnanti delle lingue
e delle diverse discipline riflettono insieme e pianificano i loro interventi
disciplinari a livello linguistico, discorsivo e semiotico. Nella prima lingua
straniera, insegnata come materia, vengono utilizzati anche documenti ri-
feriti alle diverse discipline e vengono praticate forme di espressione orale
e scritta simili a quelle che si praticano in lingua di scolarizzazione nelle
altre discipline. Queste attività possono essere svolte anche nelle ore relative
alle diverse discipline se gli insegnanti delle discipline considerate hanno la
necessaria competenza linguistica. Si prevedono anche lezioni in collabora-
zione tra e con gli insegnanti di lingue.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. I livelli A, A, B, B, C, C (di cui al ) indicano i diversi gradi di competenza
linguistico–comunicativa in una lingua straniera in senso progressivo, dal livello iniziale (A)
fino a un livello di padronanza simile a quella di un parlante nativo (C).
. Preparare il terreno al plurilinguismo
All’inizio ci siamo chiesti che cosa fare per favorire l’educazione plu-
rilingue e interculturale. Uno sguardo d’insieme alle attività sopra
presentate ci permette di dire che molto si può fare, a partire da
oggi e nel medio termine, se si comincia a ragionare sulle risorse
disponibili e anche sulle concrete esperienze gia fatte.
Il quadro di cui sopra contribuisce a delineare almeno in parte
una didattica del plurilinguismo. Cerchiamo di mettere a fuoco alcune
sue componenti.
ri, per capire e farsi capire, per imparare dagli altri che vivono
anche in contesti lontani e diversi;
— un aspetto caratterizzante della didattica plurilingue è la pra-
tica dell’alternanza linguistica: è previsto e incoraggiato il
passaggio da una lingua all’altra: dalla lingua materna alla lin-
gua straniera e viceversa, da una lingua straniera ad un’altra
lingua straniera. Questo favorisce la comprensione tra i par-
lanti in situazione di autenticità negli incontri internazionali,
ma non solo. L’alternanza linguistica è anche incoraggiata in
quanto attività coerente con la variazione, fenomeno costan-
temente presente nella realtà della comunicazione ordinaria
tra parlanti una stessa lingua.
L’EDUCAZIONE PLURILINGUE
NELLE INDICAZIONI NAZIONALI DEL
Capitolo I
Plurilinguismo e cittadinanza
. Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione. In «Annali della Pubblica Istruzione», Numero speciale , p. .
. Indicazioni, pp. –.
. Indicazioni, nota , p. .
. Indicazioni, p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Nel capitolo dal titolo Per una nuova cittadinanza viene proposta l’e-
ducazione alla cittadinanza come asse portante del sistema educativo.
L’essere cittadino comporta:
— aderire alle regole e ai valori che stanno alla base della vita
collettiva;
— essere consapevole di sé, della propria identità, delle proprie
radici culturali;
— riconoscere l’identità culturale altrui;
— essere disponibile ad affrontare i problemi che toccano sin-
gole persone o comunità più ampie nei vari contesti (locale,
nazionale, europeo e mondiale).
. Indicazioni, p. –.
. Il testo richiama la necessità di assicurare continuità tra la scuola dell’infanzia e il primo
ciclo: «È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadi-
nanza attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell’infanzia».
Per avere un quadro degli apprendimenti che la scuola dell’infanzia è chiamata a promuovere,
vd. in particolare il campo di esperienza Il sé e l’altro. In Indicazioni, pp. –.
. Sono considerati imprescindibili gli articoli , , , –, –, –, elencati a p. .
. Plurilinguismo e cittadinanza
il senso che si può dare alla seguente indicazione: «Alle attività di-
dattiche finalizzate a far acquisire all’alunno la capacità di usare la
lingua, il docente affiancherà gradualmente attività di riflessione per
far riconoscere sia le convenzioni in uso in una determinata comunità
linguistica, sia somiglianze e diversità tra lingue e culture diverse,
in modo da sviluppare nell’alunno una consapevolezza plurilingue e
una sensibilità interculturale» .
Questo orientamento trova conferma nei traguardi relativi alla
riflessione, sia per la lingua inglese sia per la seconda lingua comuni-
taria, che figurano nelle Indicazioni del . Ecco degli esempi:
Scuola primaria
Inglese: «Individua alcuni elementi culturali e coglie rapporti tra forme lin-
guistiche e usi della lingua straniera» .
Scuola primaria. Nel corso dei cinque anni, le lingue possono dare un lo-
ro preciso contributo. In lingua italiana possono essere importanti, per
l’educazione alla cittadinanza, i seguenti obiettivi:
— prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione,
discussione), rispettando i turni di parola;
— leggere semplici testi di divulgazione per ricavarne informazioni
utili;
— produrre semplici testi funzionali legati a scopi concreti (per utilità
personale, per comunicare con altri, per ricordare, ecc.).
In lingua inglese, possono essere funzionali allo scopo i seguenti obiettivi:
— interagire con un compagno per presentarsi e/o giocare;
— descrivere persone, luoghi o oggetti familiari utilizzando parole e
frasi già incontrate ascoltando e/o leggendo;
. Giscel (). Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica. Edizione trilingue a cura
di Silvana Ferreri. Viterbo: Sette Città,. VIII tesi, in Appendice, p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Simulazione (esempio)
Compito
. Si propone qui una lettura trasversale del testo delle Indicazioni sull’italiano, con
riferimento sia all’introduzione (pp. –) sia ai traguardi e agli obiettivi (pp. –).
. Indicazioni, p. .
. Indicazioni, p. : «La cura costante rivolta alla progressiva padronanza dell’italiano
implica, dunque, che l’apprendimento della lingua italiana avvenga a partire dalle competenze
linguistiche e comunicative che gli allievi hanno già maturato nell’idioma nativo e guardi al
loro sviluppo in funzione non solo del miglior rendimento scolastico, ma come componente
essenziale delle abilità per la vita».
Educazione linguistica e plurilinguismo
... Oralità
La pratica della lingua orale mira allo sviluppo delle seguenti capacità:
comprendere discorsi e testi di vario tipo, produrre discorsi per scopi
diversi, interagire, elaborare il pensiero. Queste capacità nel loro insieme
disegnano il profilo di un soggetto che sa usare il canale orale nella
varietà delle situazioni comunicative che si presentano in contesti diversi,
scolastico ed extrascolastico, sia negli usi diretti, sia in quelli indiretti o
mediati.
I traguardi riconducibili all’ambito dell’oralità orientano verso
l’acquisizione di competenze specifiche. Considerandole in dettaglio,
possiamo delineare un curricolo dell’oralità in due tappe .
. Indicazioni, p. .
. Indicazioni, pp. – e –.
. Diversità e pluralità nel curricolo d’italiano
per i quali l’italiano orale serve solo negli scambi informali, alunni
che non riescono a formulare correttamente una domanda, alunni
che hanno difficoltà a esporre un argomento di studio, ecc. Le Indi-
cazioni ci aiutano a leggere i bisogni specifici nell’ambito della lingua
orale e a individuare attività di apprendimento mirate.
La diversità e la pluralità possono entrare nel curricolo di ascol-
to–parlato del primo ciclo attraverso la previsione di una varietà di
scambi (dialogo, conversazione, discussione), di situazioni comunica-
tive (tra pari, con adulti, in presenza, a distanza, ecc.), di generi o for-
me di discorso orale (narrazioni, descrizioni, esposizioni, istruzioni,
argomentazioni).
... Lettura
. Sul curricolo di ascolto-parlato nel primo ciclo, vd. De Renzo, F., Tempesta, I.(). Il
parlato a scuola. Roma: Aracne Editrice
. Indicazioni, p. .
. Indicazioni: «Saper leggere è essenziale per il reperimento delle informazioni, per
ampliare le proprie conoscenze, per ottenere risposte significative», p. .
. Indicazioni, p. : «La lettura connessa con lo studio e l’apprendimento e la lettura più
spontanea, legata ad aspetti estetici o emotivi, vanno parimenti praticate in quanto rispondono
a bisogni presenti nella persona.»
. Diversità e pluralità nel curricolo d’italiano
... Scrittura
. Sul curricolo di lettura nella fascia dell’obbligo resta fondamentale il volume di Ferreri
S. (a cura di) (). Non uno di meno. Strategie didattiche per leggere e comprendere. Collana Giscel,
Firenze: La Nuova Italia.
. Diversità e pluralità nel curricolo d’italiano
... Lessico
. Indicazioni, p. . Sul tema dell’educazione lessicale nella scuola dell’obbligo e
oltre, vd. Ferreri S. (). L’alfabetizzazione lessicale. Studi di linguistica educativa. Roma:
Aracne Editrice; Barni M., Troncarelli D. e Bagna C. (). Lessico e apprendimenti. Il ruolo
del lessico nella linguistica educativa. Collana GISCEL. Milano: Franco Angeli.
. Indicazioni, pp. ––.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Indicazioni, pp. –. Un recente volume del Giscel è stato dedicato proprio alla
riflessione linguistica: Corrà L. e Paschetto W. (). Grammatica a scuola. Collana GISCEL,
Milano: Franco Angeli.
Educazione linguistica e plurilinguismo
Esempio
Esempio
... Le competenze
. Vd. Giscel (a cura di) (). Educazione linguistica democratica. A trent’anni dalle Dieci
tesi. Milano: Franco Angeli (vd. in particolare Percorsi tematici, pp. -).
. Diversità e pluralità nel curricolo d’italiano
... La variazione
. Vd. in particolare, Parte I, Capitolo II, pp. – e Capitolo III, pp. –.
Capitolo IV
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Vd. Indicazioni, p. : «Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una
condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza,
per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico
in ogni settore di studio. Per realizzare queste finalità estese e trasversali, è necessario che
l’apprendimento della lingua sia oggetto di specifiche attenzioni da parte di tutti i docenti, che
in questa prospettiva coordineranno le loro attività».
. Indicazioni. p. : «Attraverso la progettazione concordata degli insegnamenti di italiano,
delle due lingue straniere e di altre discipline si realizza la trasversalità in orizzontale come
area di intervento comune per lo sviluppo linguistico–cognitivo».
. Due lingue straniere nel primo ciclo
. Tra le modalità d’integrazione della seconda lingua nel curricolo plurilingue e in-
terculturale vi è l’intercomprensione (IC), forma di sperimentazione sviluppata negli ultimi
decenni in molti paesi europei e extraeuropei che propone lo sviluppo di singole abilità (es.
la comprensione scritta) in più lingue. Altro versante della ricerca che può offrire spunti per
l’integrazione della seconda lingua è l’approccio interculturale. Per documentarsi sulle diverse
ricerche, esperienze e produzioni, vd. Gli approcci plurali, p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Inglese — Comprende brevi messaggi [orali e] scritti relativi ad ambiti familiari.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. , § ... pp. –. Vd. L’area degli insegnamenti linguistici, p. e segg.
. Strategie d’integrazione delle lingue
. Indicazioni, p. e .
. Strategie d’integrazione delle lingue
U
Prima fase
The Maldives
. The language of the Maldives is Dhivehi but most people speak
English too. The population is about ,, but people live on only of
the islands.
. I testi qui riportati sono tratti da: Calò R., Le lingue in classe. Insegnare apprendere
comunicare, Sette Città, Viterbo, , parte III.
. Strategie d’integrazione delle lingue
. The Maldive islands are wonderful — but they
have a big problem. The ocean is getting higher and the islands are going
under the water.
. Are you looking for a special holiday? Nowhere is more
beautiful than the Maldives. You can relax on the white sand and swim in
the clear blue sea — there are amazing fish, but look out for sharks. Do you
like shopping? Then go to the capital — Malé — and you can buy clothes,
necklaces, nags and lots more.
Era un vecchio che pescava da solo su una barca nella Corrente del Golfo.
Era magro e scarno e aveva ________ profonde sulla nuca. Sulle guance
le chiazze del cancro della pelle, provocato dai riflessi del sole sul mare
tropicale. Le chiazze scendevano lungo i due lati del viso e le mani avevano
cicatrici profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze i ________
pesanti. Ma nessuna di queste ________ era fresca. Erano tutte ________
come erosioni di un deserto senza pesci. Tutto in lui era ________ tranne
gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti.
Régions touristiques
. L’une des régions les plus pittoresques de France. Paradis des skieurs,
des alpinistes. Nombreuses stations d’été et de sports d’hiver. Mont Blanc,
Dent du Midi, Parc naturel de la Vanoise. Climat rude en hiver. Nombreuses
spécialités gastronomiques: fondue, charcuterie.
. La Provence est célèbre par son climat ensoleillé aux hivers
très doux, aux étés chauds. On y pratique tous les sports balnéaires. Si la
Côte est envahie par les touristes, l’arrière–pays offre de nombreuses cu-
riosités: villages perchés, châteaux, musées. Festival d’Avignon (théâtre),
d’Aix–en–Provence (musique). Parmi ses spécialités culinaires, la bouilla-
baisse, l’aïoli, la ratatouille.
. A Paris, le touriste pourra visiter les musées (le Louvre), flâner sur
les quais de la Seine. Le soir, il aura le choix entre les théâtres, les cinémas,
les concerts et les cabarets. S’il veut s’échapper de la capitale, Versailles,
Fontainebleau, Chartres sont à deux pas. Paris, où il ne fait jamais ni très
chaud ni très froid, est beau en toutes saisons. Paris n’offre pas que le
«steak–pommes–frites», mais la cuisine de toute la France y est proposée.
. S’il fait un peu froid en hiver, les étés chauds et secs favo-
risent la culture de la vigne; la «Route du vin» propose les grands crus
célèbres: Pommard, Gébrey–Chambertin, Vosne–Romanée. Ces vins peu-
vent accompagner une cuisine riche et abondante: escargots, volailles, bœuf
bourguignon. . . Dijon est une ville d’art. Cluny, Vézeley et bien d’autres
merveilles de l’art roman attendent le touriste.
Griglia di lettura
Leggere le informazioni sulle regioni turistiche della Francia. Annotare le caratteristiche di ogni regione.
Seconda fase
Consegna
Per ogni testo letto, quale operazione cognitiva prevale e quale tipo
di comprensione si attiva?
Consegna
Griglia
(per riflettere)
Griglia
(per riflettere)
. Già nelle Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica del Giscel () si affermava
che per lo sviluppo delle capacità linguistiche vi è la «necessità di coinvolgere . . . non una, ma
tutte le materie, non uno, ma tutti gli insegnanti». L’attenzione del Giscel alla trasversalità della
lingua si è manifestata in maniera ricorrente nel tempo attraverso iniziative di vario tipo di cui
si conserva ampia documentazione in diversi volumi della Collana Giscel. Vd. in particolare:
Giscel (a cura di) (). Educazione linguistica democratica. A trent’anni dalle Dieci tesi. Milano:
Franco Angeli, pp. –.
. Indicazioni, pp. –.
Educazione linguistica e plurilinguismo
. Indicazioni, p. : «La cura costante rivolta alla progressiva padronanza dell’italiano
implica, dunque, che l’apprendimento della lingua italiana avvenga a partire dalle competenze
linguistiche e comunicative che gli allievi hanno già maturato nell’idioma nativo e guardi al
loro sviluppo in funzione non solo del miglior rendimento scolastico, ma come componente
essenziale delle abilità per la vita».
. Trasversalità della lingua nel curricolo
a) Scuola primaria
— L’allievo partecipa a scambi comunicativi (conversazio-
ne, discussione di classe o di gruppo) con compagni
e insegnanti rispettando il turno e formulando mes-
saggi chiari e pertinenti, in un registro il più possibile
adeguato alla situazione;
— utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei te-
sti scritti informazioni utili per l’apprendimento di un
argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza,
in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un
primo nucleo di terminologia specifica.
I due traguardi includono diverse competenze. Ad esempio:
— saper interagire con i compagni e con gli insegnanti
nelle attività che si svolgono in classe;
— saper cercare informazioni in testi scritti;
— saper scrivere una sintesi;
— capire e usare termini specifici.
b) Scuola secondaria
— Espone oralmente all’insegnante e ai compagni argo-
menti di studio e di ricerca, anche avvalendosi di suppor-
ti specifici (schemi, mappe, presentazioni al computer,
ecc.);
— usa manuali delle discipline o testi divulgativi (continui,
non continui e misti) nelle attività di studio personali
e collaborative, per ricercare, raccogliere e rielaborare
dati, informazioni e concetti.
I due traguardi implicano l’acquisizione di competenze a un
livello più maturo e autonomo, quali:
— saper presentare oralmente un argomento di studio
usando anche supporti scritti;
. Indicazioni, p. .
. Indicazioni, p. .
Educazione linguistica e plurilinguismo
Obiettivi:
— ° anno: verbalizzare le procedure di calcolo;
— ° anno: esprimere oralmente o per iscritto, in forma verbale, la
procedura seguita per risolvere un problema;
— ° anno: esprimere chiaramente e sinteticamente il significato dei
calcoli effettuati per risolvere un problema;
— ° anno: sviluppare un piano, oralmente e per iscritto, descrivendo
il procedimento da seguire per risolvere un problema.
. Indicazioni, p. .
. Vd. Riferimenti bibliografici: Ongstad, S. (); Byram, M. ().
. Trasversalità della lingua nel curricolo
Parlare
— utilizzare il lessico specifico della matematica nelle diverse situazioni
didattiche;
— formulare oralmente, con l’aiuto, dell’insegnante, un ragionamento
rigoroso;
— partecipare a un dibattito e ascoltare/ proporre argomenti a sostegno
della validità di una soluzione.
Leggere
— leggere correttamente la consegna di un esercizio, l’enunciato di un
problema;
— ricavare informazioni da un documento scritto che comprende
anche rappresentazioni (diagrammi, schemi, grafici);
— leggere e comprendere formule specifiche (es. geometria).
Scrivere
— redigere un testo per comunicare il procedimento seguito e il risulta-
to di una ricerca individuale o collettiva;
— elaborare, con l’aiuto dell’insegnante, dei testi scritti da utilizzare per
svolgere determinate attività.
Comunicare la posizione di oggetti nello spazio fisico, sia rispetto al soggetto, sia
rispetto ad altre persone o oggetti, usando termini adeguati (sopra/sotto, davan-
ti/dietro, destra/sinistra, dentro/fuori) .
Descrittori di competenze :
— formulare testi semplici in modo comprensibile, senza errori e
utilizzando un lessico appropriato;
— rispettare le regole fondamentali di costruzione della frase, di collo-
cazione delle frasi e delle parole;
— scegliere parole funzionali per la precisione, la linearità e la coerenza
logica nella comunicazione;
— segnalare con precisione il luogo;
— spiegare un fenomeno o un evento utilizzando termini precisi;
— ..........................................................................................
Alcune ricerche sulla lingua della scuola e sulla lingua delle disci-
pline non linguistiche condotte in ambito europeo ci consento-
no di formulare un’ipotesi di lavoro, il cui iter potrebbe essere il
seguente:
. A proposito di sostegno linguistico si rinvia alla Parte I, pp. – e –.
Appendice
Appendice
Da: “Idee per un curricolo”. In (a cura di), Educazione linguistica democratica.
A trent’anni dalle Dieci tesi. Milano: Franco Angeli, .
Riferimenti bibliografici
Riferimenti bibliografici
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QUADERNI DI BASE
. Simonetta Rossi
Scuola .: come insegnare a scrivere testi. Indicazioni per la scuola se-
condaria di primo grado e per il biennio
----, formato × cm, pagine, euro
. Rosa Calò
Educazione linguistica e plurilinguismo. Dal progetto europeo al contesto
italiano
Prefazione di Silvana Ferreri
----, formato × cm, pagine, euro
Finito di stampare nel mese di luglio del
dalla tipografia «System Graphic S.r.l.»
Roma – via di Torre Sant’Anastasia,
per conto della «Aracne editrice int.le S.r.l.» di Ariccia (RM)