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“L’ORIENTALE”
Tesi di laurea
in
RELATORE: CANDIDATA:
1
SOMMARIO
INTRODUZIONE. .......................................................................................................... 3
CAPITOLO 1 .LA COMUNICAZIONE VERBALE, PARAVERBALE E NON
VERBALE. ....................................................................................................................... 7
1.1 INTRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE NON VERBALE. ........................................... 7
1.2 PAUL EKMAN. LA SCIENZA, I LAVORI E LE INNOVAZIONI........................................ 11
1.2.1 LE RICERCHE. .................................................................................................... 17
1.3 IL COMPORTAMENTO NON VERBALE NELL’OTTICA DI PAUL EKMAN....................... 25
1.4 LE CINQUE CATEGORIE DEL COMPORTAMENTO NON VERBALE. ............................. 30
1.4.1 EMBLEMI. .......................................................................................................... 30
1.4.2 ILLUSTRATORI. ................................................................................................... 31
1.4.3 REGOLATORI. ..................................................................................................... 33
1.4.4 ADATTATORI. ..................................................................................................... 34
1.4.5 AFFECT DISPLAYS. .............................................................................................. 35
CAPITOLO 2.IL COMPORTAMENTO NON VERBALE DELLA MENZOGNA. .. 40
2.1 INTRODUZIONE ALLA MENZOGNA. ....................................................................... 40
2.2 LE PAROLE. ........................................................................................................ 45
2.3 LA VOCE. ........................................................................................................... 47
2.4 IL CORPO. .......................................................................................................... 49
2.5 INDIZI DAL SISTEMA VEGETATIVO. ....................................................................... 52
2.6 IL VISO. .............................................................................................................. 55
CAPITOLO 3. “LIE TO ME”: IL CORPUS. .............................................................. 60
3.1 IL TELEFILM NATO DAL SUCCESSO DI “TELLING LIES”. ........................................ 60
3.2 ANALISI TRADUTTIVA DEI SOTTOTITOLI DELLA SERIE TV “LIE TO ME”. .................. 63
3.1 CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA TRADUZIONE DEI SOTTOTITOLI. ...................... 81
CAPITOLO 4.UNA PANORAMICA SULL’INGANNO NEL MONDO ARABO. .... 84
4.1 DIFFERENZE TRA HIGH-CONTEXT CULTURES E LOW-CONTEXT CULTURES. ............ 84
4.2 IL CONCETTO DI TAQIYYA. .................................................................................. 86
CONCLUSIONI............................................................................................................. 90
BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................... 92
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Introduzione.
La scelta delle tematiche esposte ed analizzate nel mio elaborato è stata dettata
affascinato il modo in cui comunichiamo con il corpo, lanciamo messaggi con gli
sguardi, interagiamo usando la mimica facciale e facciamo intuire come siamo fatti e
della menzogna. Sono stata subito attratta da tale proposta per diversi motivi.
pensi che sono circa trent’ anni che si indaga sulla menzogna) che affascina tantissimo
La ricerca sulla menzogna analizza, prima di ogni altra cosa, le esternazioni più evidenti
Tali studi prendono avvio dalle teorie di Paul Ekman, pioniere nel campo della ricerca
Un altro motivo per cui sono stata estremamente colpita è stato la visione del telefilm
“Lie to me”, nato in seguito al successo del libro “Telling lies” di Paul Ekman. Tale
politica, nelle occasioni pubbliche, nei tribunali. Il libro si articola in dieci capitoli
dedicati alla conoscenza della menzogna, ai modi in cui essa trapela, alle possibilità di
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dell’inganno, ai dubbi sorti nei confronti di tale scienza di rilevazione delle bugie. Il
telefilm spesso mostra una facilità eccessiva nell’individuazione dell’inganno anche se,
casi dei bugiardi patologici, degli attori nati o dei sociopatici ci rendiamo ben conto di
questa cosa!
mentire sempre più spesso perché è la società in cui viviamo che ci costringe ad agire in
questo modo. Generalmente siamo propensi a indossare una maschera, a vestire i panni
di qualcun altro. In alcuni casi recitiamo una parte pur di essere accettati dalla comunità,
pur di essere riconosciuti membri attivi della collettività. In altri casi non siamo capaci
di mostrare realmente chi siamo perché troppo fragili o inadatti a vivere in un mondo
che bada solo all’apparenza, all’esteriorità, alla posizione sociale ricoperta e non si cura
più dei rapporti umani, delle relazioni che dovrebbero costituire la base di una società
fondata sul rispetto reciproco, sulla meritocrazia, sulla volontà di dimostrare chi siamo
“La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date, ma è realtà per
voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do,
ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se
pp.59/60]
sé e per gli altri, è di Vitangelo Moscarda, protagonista di una delle più celebri opere di
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Luigi Pirandello, scritta nel 1925 (ma il suo inizio data 1909), “Uno, nessuno e
Il protagonista indossa una maschera diversa ogni volta che si relaziona con qualcuno.
Allo stesso tempo è uno, nessuno e centomila: nessuno per se stesso, uno per ogni
persona con cui si relaziona e centomila per le molteplici identità che assume.
Costruisce il suo essere a seconda della situazione in cui si trova quindi la sua vita ruota
Nel primo capitolo sarà affrontato il tema della comunicazione in linea generale poi sarà
posto l’accento sulla comunicazione non verbale analizzando in maniera quanto più
attenta possibile gli studi e le ricerche che hanno portato alle attuali teorizzazioni di
Nel secondo capitolo sarà affrontato il fenomeno della menzogna, analizzato attraverso
indicatori di menzogna come ad esempio la voce, le parole usate e gli indici fisiologici
marketplace, politics and marriage”. Saranno anche esaminati i modi in cui può essere
microespressioni.
Nel terzo capitolo sarà illustrata la serie televisiva Lie to me e sarà presentata un’analisi
traduttiva dei sottotitoli degli episodi. In particolare il testo originale sarà messo a
confronto con due traduzioni: quella dei sottotitolatori ufficiali e quella dei fansubber.
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stati risolti alcuni problemi di traduzione che nascono inevitabilmente dal contatto della
lingua inglese con quella italiana, differenti sia a livello linguistico sia culturale e
sociale.
Nel quarto capitolo sarà fornita una descrizione del modo di mentire nel mondo arabo.
cultures, poi sarà illustrato il concetto di Taqiyya, contemplata in alcuni casi dal Corano
1
Questa parola viene utilizzata per indicare la linea di condotta del profeta Maometto, trasmessa di
generazione in generazione, oralmente, mediante una catena di persone degne di fede il cui primo anello
è un testimone appartenente alla cerchia dei compagni o seguaci del profeta. Questi, avendo visto o udito
direttamente, portano a conoscenza degli altri insegnamenti derivati dall’esempio dell’inviato di Dio.
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Capitolo 1 .La comunicazione verbale, paraverbale e non verbale.
L’assunto secondo il quale “non si può non comunicare” trova la sua validità nella
nostra quotidianità: anche quando non diciamo niente i nostri sguardi, i nostri
qualsiasi momento della nostra vita e per diverse ragioni. Lo facciamo per instaurare o
mantenere delle relazioni interpersonali, per argomentare le nostre opinioni, per avere
delle informazioni, per esprimere delle emozioni o per espletare altre funzioni primarie.
atto comunicativo.
comprende;
messaggio;
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Canale: il mezzo di propagazione fisica del codice (onde sonore o
comunicativo.
Una volta delineati gli elementi essenziali dell’atto comunicativo, è necessario fornire
bene prestare attenzione al registro linguistico, alle parole usate, allo stile del testo e alla
In base alla persona con cui si interagisce verbalmente bisogna decidere se usare il “tu”
o il “lei”, se adottare uno stile aulico piuttosto che uno colloquiale, se scegliere
Per quanto riguarda il rapporto sociale tra i parlanti è evidente che in ambito familiare lo
stile utilizzato risulterà diverso da quello adottato tra persone che hanno poca familiarità
o sono addirittura sconosciute. Lo stesso accade quando uno dei due interlocutori
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ricopre una carica sociale più alta rispetto all’altro; bisognerà adottare, in questo caso,
Il registro linguistico varia anche in base alle circostanze. Quanto più formale sarà la
Per quanto riguarda il mezzo utilizzato è ben noto che la scrittura predilige uno stile più
formale, più corretto mentre nel parlato si usano spesso espressioni più colloquiali e
quindi meno formali. Si faccia riferimento, per esempio, all’uso del pronome “Egli” nei
comunicativo.
timbro riguarda le caratteristiche individuali della voce: voce gutturale, nasale, soffocata
e dipende dalle parti del corpo che intervengono nella diffusione e amplificazione del
suono; il volume concerne l’intensità sonora, la capacità di calibrare la voce in base alla
distanza con gli altri interlocutori e in base all’argomento trattato; il tempo è inerente
alle pause, alla velocità o alla lentezza che scandiscono l’evento comunicativo e che ne
del modo in cui ci relazioniamo agli altri. Senza considerare tutti gli aspetti dell’atto
della comunicazione una percentuale del significato che si intende trasmettere andrebbe
persa.
La comunicazione non verbale è quella parte della comunicazione che comprende tutti
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puramente semantico del messaggio, ossia il significato letterale delle parole che
comunicazione non parlata tra persone. Della comunicazione non verbale fanno parte la
Uno studio del 1972 di Albert Mehrabian (Non-verbal Communication) ha mostrato che
ciò che viene percepito in un messaggio vocale può essere suddiviso nel seguente modo:
ci grattiamo o tamburelliamo con le dita inviamo dei segnali a chi ci sta di fronte, nella
Anche se non viene esplicitamente dichiarato l’intento comunicativo di questi gesti, non
nostri interlocutori producono siamo capaci di recepire lo stato emotivo del parlante, di
annoiano o lo infastidiscono.
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Il linguaggio non verbale copre un ampio campo di studi e generalmente viene
La mia tesi si concentrerà proprio sul linguaggio non verbale, focalizzando l’attenzione
che, grazie ai suoi studi sulle emozioni, si è guadagnato un posto tra i 100 psicologi più
importanti del ventesimo secolo e tra le 100 persone più influenti del mondo.
clinical psychology dopo aver svolto un anno di tirocinio presso il Langley Porter
Le sue ricerche sulle espressioni facciali e i movimenti corporei hanno avuto inizio nel
1954, come argomento di tesi per il suo Master nel 1955 e della sua prima
Nei suoi primi lavori il suo approccio era influenzato dalla semiotica e dall’etologia2 e la
sua attenzione era focalizzata sui gesti. A metà anni sessanta Ekman cominciò a
1
Il sistema cinesico comprende tutti gli atti comunicativi espressi dai movimenti del corpo.
L’aspetto prossemico della comunicazione analizza i messaggi inviati con l’occupazione dello spazio.
L’aptica è costituita dai messaggi comunicativi espressi tramite contatto fisico.
2
La semiotica è la disciplina che studia i segni e il modo in cui questi abbiano un senso (significazione).
L’etologia indica la moderna disciplina scientifica che studia il comportamento animale nel suo
ambiente naturale.
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interessarsi della faccia e delle emozioni, avviando una serie di cross-cultural studies
che diversi ricercatori, tra cui spicca lo stesso Paul Ekman, si occupano di questo campo
comunicano.
Questo ramo di indagine in passato non ha ricevuto l’attenzione dovuta per diversi
motivi: innanzitutto sono stati messi in rilievo soprattutto gli aspetti verbali dell’evento
comunicativo; secondariamente gli aspetti non verbali della comunicazione non sono
così semplici da rilevare poiché spesso sono esibiti in modo inconscio, inconsapevole e
Nonostante questo scarso interesse iniziale per la disciplina, dobbiamo constatare che,
quando ci facciamo un’idea della personalità, delle emozioni o delle opinioni di una
persona, prestiamo attenzione al linguaggio non verbale, alle sue espressioni facciali, al
suo tono di voce o alla sua postura. Da questi elementi siamo capaci di dedurre lo stato
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d’animo dell’interlocutore, l’intensità delle emozioni provate e la veridicità o mendacità
di queste ultime.
interpretabile in modo univoco dal destinatario. Spesso, sebbene le parole siano coerenti
con l’intenzione dell’emittente, questi potrebbe essere tradito da un tono di voce non
allora messo in guardia e, data l’incongruenza tra i sistemi comunicativi, crede che i
segnali non verbali siano più attendibili delle parole. Attraverso questa mancata
un’eventuale “menzogna”.
Paul Ekman ha fornito un contributo eccezionale per quanto riguarda lo studio sulle
emozioni e la loro espressione ed è noto per aver formulato, nell’ambito della sua teoria
Lo spunto per l’inizio degli studi viene fornito a Paul Ekman da Silvan Tomkins,
psicologo, teorico della personalità e ideatore della Affect Theory, teoria secondo la
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Mauro Cozzolino, La comunicazione invisibile. Gli aspetti non verbali della comunicazione, Ed. Carlo
Amore, 2003, pp. 38-39
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quale esistono solo nove emozioni, determinate biologicamente, che vengono espresse
tramite dei “display” ossia degli eventi biologici: l’emozione di gioia, per esempio, può
essere riconosciuta grazie alla comparsa del sorriso. Queste emozioni possono essere
osservate tramite le immediate reazioni facciali che le persone hanno in seguito ad uno
stimolo, generalmente prima di poter elaborare una reazione autentica allo stimolo.
Prima di Paul Ekman i due principali filoni di studi nell’ambito della ricerca sulle
Dopo aver a lungo riflettuto su questo tema nel 1872 Charles Darwin pubblicò
grande successo ma venne poi dimenticato per molto tempo. In questo saggio l’autore
fornisce dei dati che dimostrano che le espressioni dell’uomo, così come quelle degli
altri animali, sono innate, sono un semplice prodotto dell’evoluzione per cui molte
provenienti da differenti civiltà ma anche in altri animali; il fatto che, ad esempio, l’atto
del ridere sia molto simile negli scimpanzé e nell’uomo testimonia una comune origine
L’interesse di Darwin per l’espressione delle emozioni era cominciato molto presto
giacché si ritrovano delle annotazioni su questo argomento già nei suoi Taccuini del
1838. Negli anni successivi egli aveva osservato lo sviluppo emozionale del suo primo
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dell’espressione delle emozioni, aveva osservato il comportamento animale allo zoo di
patologica delle emozioni e aveva inviato dei questionari a diversi corrispondenti sparsi
nel mondo per capire se ci fossero delle differenze nell’esternazione delle emozioni
Mettendo insieme i suoi studi e le sue osservazioni, Darwin giunse ad affermare che le
riconosciute ovunque, anche nelle popolazioni che non sono ancora entrate in contatto
universalmente noti.
Margaret Mead, allieva di R. Benedict e F. Boas, è stata uno dei personaggi più
importanti del ‘900 per quanto riguarda il mondo dell’antropologia. Intraprese viaggi
compagnia del marito, G. Bateson, fu tra i primi antropologi a servirsi della fotografia e
Tra le altre cose, Margaret Mead aveva l’obiettivo di comprendere se la classica “crisi
sociali. La studiosa era dell’idea che bisognasse analizzare le popolazioni non ancora
venute in contatto con la civiltà moderna in modo diretto, immergendosi nella loro
quotidianità. Per questo motivo partì per le Isole Samoa; vi restò per diverso tempo e
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riuscì a scoprire che le adolescenti samoane vivevano il periodo di transizione all’età
adulta in maniera serena, senza stress emotivi o psicologici o ansia. Questo accadeva
perché erano libere di sperimentare e di costruirsi una propria identità senza pressioni
esterne.
Tornata a New York, pubblicò il risultato dei suoi studi nel libro “Coming of age in
Samoa” che diventò subito il suo libro più celebre e che, ancora oggi, è un bestseller
internazionale.
manifestazione degli stati emotivi, quindi, non è considerata più un fattore universale
Paul Ekman apporta delle innovazioni nello studio delle manifestazioni delle emozioni:
egli sembra unire le due principali correnti di pensiero in questo ambito, quella di
Darwin e quella della Mead. Sebbene egli ammetta che alcuni elementi del linguaggio
non verbale, come ad esempio la gestualità, siano culture specific ovvero cambino a
seconda della cultura presa in esame, sostiene anche che le emozioni sono
di rabbia, ad esempio, noteremo (in ogni angolo del mondo) che le sopracciglia si
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1.2.1 Le ricerche.
esaminato pazienti psichiatrici, individui normali, adulti e alcuni bambini, nel suo paese
All’inizio dei suoi studi negli ultimi anni cinquanta, egli non nutriva un interesse
particolare per le espressioni facciali; ciò che lo affascinava erano i movimenti delle
mani. Se non fosse stato per due eventi puramente casuali, probabilmente egli non
avrebbe spostato il focus delle sue ricerche sull’espressione facciale. La fortuna volle
che la Advanced Research Projects Agency (ARPA) del Dipartimento di Difesa gli
conferisse una borsa di studio per dei cross-cultural studies sul comportamento non
verbale. Egli non aveva richiesto questo aiuto ma ci fu uno scandalo, un progetto più
ampio dell’ARPA fu cancellato e i fondi per esso stanziati andavano spesi durante
quell’anno fiscale in ricerche oltremare. Incontrò, per puro caso, l’uomo che aveva
l’incarico di spendere quei fondi. Quest’uomo era sposato con una donna Tailandese ed
era rimasto colpito dalle differenze nel loro comportamento non verbale. Incaricò
Ekman di capire quali aspetti fossero universali e quali, invece, fossero culturalmente
variabili.
Inizialmente lo psicologo statunitense era convinto, così come il gruppo di persone a cui
aveva chiesto dei pareri, che le emozioni fossero apprese socialmente e che variassero in
base alla cultura esaminata. Sebbene Darwin avesse affermato l’esatto contrario, cioè
che le emozioni sono universali, Paul Ekman era talmente certo che egli avesse torto
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Il secondo colpo di fortuna fu l’incontro con Silvan Tomkins. Egli aveva scritto due
libri sulle emozioni in cui affermava che le espressioni facciali erano innate e universali
per la nostra specie, ma non aveva prove per sostenere le sue affermazioni.
Ekman riteneva che Tomkins, proprio come Darwin, sbagliasse nel ritenere le
Nel suo primo studio mostrò delle fotografie ad un campione di persone di 5 culture
diverse provenienti da Cile, Argentina, Brasile, Giappone e Stati Uniti e gli chiese di
e ciò suggerì che, con tutta probabilità, le emozioni fossero realmente universali.
C’era un problema però: come era possibile che avessero trovato persone di molte
Il punto di vista che dominava l’antropologia culturale e gran parte della psicologia era
che, qualsiasi cosa socialmente rilevante, come le espressioni emotive, fosse il prodotto
by coming up with the idea of display rules. These, I proposed, are socially
expression, about who can show which emotion to whom and when they
can do so.” [Paul Ekman, Emotions Revealed, Times Books, 2003, pp. 21]
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Alcuni studi successivi mostrarono che i Giapponesi e gli Americani, in risposta alla
espressioni controllate.
esisteva ancora una falla in grado di confutare i risultati raggiunti. Era possibile che le
condizionate dalla visione dei film, dal cinema e dal contatto con persone di altre
culture. Ciò di cui c’era bisogno era l’analisi di culture visivamente isolate in cui le
persone non avevano mai letto giornali, mai visto film e incontrato solo qualche, o
Decise quindi di andare in Nuova Guinea per raccogliere prove a sostegno dell’idea che
Nel 1967 si recò nelle South East Highlands per effettuare uno studio sulla popolazione
dei Fore che vivevano in piccoli gruppi di villaggi a sette mila piedi di altitudine. Per lo
studio delle espressioni presso questa popolazione, Ekman doveva trovare un metodo
diverso da quello usato per la sua prima ricerca: non poteva chiedere di osservare delle
all’espressione mostrata. Lo studioso aveva provato diversi metodi: aveva registrato dei
espressioni, aveva provocato delle situazioni per suscitare delle emozioni, aveva chiesto
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ai partecipanti di raccontare delle storie per capire in quali occasioni potessero
person show this expression, and what is going to happen next." [Paul
Nonostante tutto non si era ancora trovato un modo valido per studiare le espressioni dei
Fore fino a quando Ekman non scoprì la tecnica che era stata adottata dallo psicologo
John Dashiel per lo studio dell’interpretazione delle espressioni facciali da parte dei
bambini. Il metodo consisteva nel leggere una storia e mostrare una serie di immagini.
Ciò che bisognava fare era scegliere l’immagine che corrispondeva alla storia.
“The sets of pictures were mounted onto transparent pages, with a code
number written on the back of each picture that could be seen from the
backside of the page. We did not know, and made a point of not finding
out, which codes went with each expression. Instead a page would be
turned toward the subject, arranged so that the person writing down the
answers would not be able to see the front of the page. The story would be
read, the subject would point to the picture, and one of us would write
down the code number for the picture the subject had chosen.” [Paul
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Il risultato fu che la maggioranza delle persone che partecipavano all’esperimento
paura e la sorpresa non venivano distinte tra di loro ma erano distinte da gioia, rabbia,
disgusto e tristezza.
Fu condotto un ulteriore esperimento non semplice per i soggetti analizzati: uno degli
interpreti pidgin leggeva loro una delle storie e gli chiedeva di mostrare che faccia
avrebbero fatto nei panni del protagonista. Furono filmati nove uomini, nessuno dei
quali aveva partecipato al primo studio. Le pellicole integrali furono mostrate a degli
abitanti della Nuova Guinea. Ecco alcuni esempi delle interpretazioni delle emozioni dei
Nuovi Guineani:
GIOIA TRISTEZZA
RABBIA DISGUSTO
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Molti antropologi erano ancora fermamente convinti, nonostante le prove raccolte da
Ekman, che le espressioni fossero differenti in ogni cultura. I risultati raggiunti fino ad
Il miglior modo per fugare ogni dubbio sarebbe stato quello di ripetere l’intero studio in
un’altra cultura preletteraria, isolata. Idealmente chiunque altro avrebbe potuto condurre
lo studio ma era preferibile che lo facesse qualcuno che aveva l’intenzione di provare
che Ekman si sbagliava. Se questo ricercatore avesse raggiunto gli stessi risultati di
Ekman il suo caso si sarebbe rinforzato notevolmente. L’antropologo Karl Heider stava
Heider aveva da poco condotto uno studio sui Dani, un altro gruppo isolato nel West
Irian, parte dell’Indonesia. L’antropologo credeva che ci fosse qualcosa di errato nelle
ricerche di Ekman perché i Dani non avevano neanche delle parole per descrivere le
emozioni. Lo psicologo si offrì di dargli il suo materiale di ricerca e gli impartì delle
istruzioni per condurre l’esperimento una volta ritornato presso la popolazione dei Dani.
paura e sorpresa.
Tuttavia, non tutti gli antropologi sono riusciti a convincersi dell’universalità delle
linguaggio, che affermano che le parole usate per descrivere ciascuna emozione non
cui si sono attribuite diverse emozioni ad una stessa espressione: in tutti gli studi
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effettuati la maggioranza delle persone concorda sul riconoscimento delle emozioni
esibite.
Dopo aver svolto alcuni studi atti a determinare che tipo di informazioni si possono
ricavare osservando il comportamento del viso e del corpo, Ekman ha potuto constatare
patologie possono essere tratte anche da osservatori che non sono stati specificamente
addestrati per tale scopo (Ekman, 1964; Ekman, 1965a; Ekman and Friesen,
1965,1968). Questi talenti naturali, anche detti “Truth wizards”, sono capaci di
In un’altra serie di studi hanno cercato di stabilire il tipo di informazioni affettive che
possono essere ricavate da differenti aree del corpo (Ekman, 1965b; Ekman and Friesen,
1967, a). Hanno riscontrato che il volto conferisce più informazioni riguardo alla natura
delle emozioni che all’intensità dello stato emozionale. Le informazioni che derivano
dall’osservazione del corpo sono differenti a seconda che riguardino gli atti (movimenti
di mani e braccia, gambe e piedi, spalle o la postura nel suo complesso) o le posizioni.
Gli atti forniscono dettagli sia sull’intensità che sulla natura delle emozioni; le posizioni
Altre ricerche erano focalizzate sul significato dell’atto definito come una classe di
4
Il “Progetto Wizards” era un progetto di ricerca dell’Università della California condotto da Paul Ekman
e Maureen O’Sullivan che studiava l’abilità delle persone di individuare le menzogne. Il progetto
originariamente si chiamava “Progetto Diogene” , dal nome del filosofo greco che, in cerca di un uomo
onesto, guardava il volto delle persone usando una lampada.
23
(Ekman and Friesen, 1966, 1968). Carezzarsi la fronte, coprirsi un occhio e grattarsi le
“We found that such acts have fairly specific meaning; their frequency of
occurrence varies with the psychological state of the sender; they can be
dall’altro interagente e a volte dal pianto. Gli osservatori che vedono solo l’atto di
che mostra l’atto e tutti gli altri comportamenti verbali e non verbali modificano il
ai due studiosi di individuare diversi tipi di comportamenti non verbali: alcuni sono
In studi successivi Ekman è riuscito a scoprire quante sono le espressioni che il volto
può mostrare (più di dieci mila!) e ha identificato quelle che sembrano essere centrali
per le emozioni. Egli e Wally Friesen hanno anche compilato il primo atlante della
faccia, una descrizione sistematica con parole, fotografie e film per comprendere come
misurare i movimenti facciali in termini anatomici. Nel 1978 il loro strumento per
24
attualmente è usato da centinaia di scienziati in tutto il mondo per misurare i movimenti
facciali .
laboratorio in cui creava situazioni particolari per suscitare delle emozioni nei soggetti
analizzati. L’uso del Facial Action Coding System ha anche permesso di identificare i
segni facciali che rivelano le menzogne. Quelle che Ekman definisce microespressioni,
nascondere. L’utilizzo di questo strumento e i suoi studi sulla menzogna gli hanno
permesso di collaborare con giudici, poliziotti, avvocati, FBI e CIA in diversi processi e
indagini. Attualmente sta seguendo gli sviluppi di una delle più attive aree di ricerca in
ambito di comportamento non verbale, ossia quella che riguarda i meccanismi cerebrali
Paul Ekman e Wally Friesen descrivono gli aspetti salienti del comportamento non
verbale.
behavior – that is, any movement or position of the face and/or the body –
repertoire, the circumstances of its use, and the rules which explain how
25
fundamental considerations ORIGIN, USAGE and CODING.” [Paul
Il comportamento non verbale fornisce valide informazioni quando non ci si può fidare
di ciò che viene detto verbalmente, sia perché il parlante sta cercando di proposito di
Nell’ambito dello studio dei dettagli non verbali che si ricavano quando è in atto un
inganno, Ekman e Friesen hanno elaborato una teoria per spiegare il motivo per cui il
Friesen, 1967b, 1969) fornendo sia dei deception clues, ossia segnali che indicano che
possibile mentire anche attraverso il linguaggio non verbale quindi non si può credere a
tutto ciò che si vede. Esistono ovviamente delle enormi differenze tra la faccia, le mani
e i piedi, sia nel tipo che nella frequenza di fughe di notizie e di indizi di inganno. Tutto
ciò ha condotto i due ricercatori a porsi delle domande sulla censura o controllo
informazioni.
Ekman e Friesen hanno dovuto specificare quali sono le differenze di base tra le varie
forme di attività non verbali e per fare ciò hanno dovuto considerare l’uso, l’origine e la
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Il termine “origine” si riferisce al modo in cui il comportamento non verbale è diventato
parte del repertorio della persona. Si possono distinguere almeno tre tipi di origine.
Un primo tipo di origine del comportamento non verbale è la relazione tra eventi-
stimolo e attività non verbali che si crea nel sistema nervoso di tutti i membri della
specie. Il riflesso è l’esempio più ovvio, e secondo alcuni autori anche le espressioni
specie; questo differisce dal primo tipo di origine nel senso che non si deve presupporre
che il comportamento non verbale sia innato ma che, piuttosto, sia acquisito come parte
ambientazioni.
Il terzo tipo di origine del comportamento non verbale è l’esperienza che varia in base
alla cultura, alla classe sociale, alla famiglia o all’individuo. Alcuni comportamenti non
verbali sono appresi come parte di un compito il cui scopo è la padronanza di una
particolare attività (coltivare, guidare, nuotare). Altri atti non verbali sono appresi come
Il termine “uso” fa riferimento alle circostanze che si presentano quando viene prodotto
si verifica ossia tutte quelle circostanze che incidono sul significato dell’atto
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come, ad esempio, l’ambientazione, il ruolo dei partecipanti, il tono emozionale
dell’interazione;
verbale ad esso associato. Tale aspetto si riferisce sia alla sequenza temporale o
comunicativi e interattivi.
Il codice che descrive il modo in cui il significato è contenuto in un atto non verbale può
essere estrinseco o intrinseco. Un codice si dice estrinseco se l’atto significa o sta per
significante stesso.
Ekman fornisce quindi una descrizione di questi tre principi della codificazione: codici
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Gli atti che sono codificati arbitrariamente non hanno alcuna somiglianza con quello
che significano. In questa accezione sono simili alle parole che, per la maggior parte,
non hanno una netta corrispondenza tra suono e significato. Le parole onomatopeiche
suono.
“When the opening and closing of the raised hand signifies greeting or
Gli atti codificati iconicamente contengono nella loro esecuzione materiale delle
indicazioni per poter essere decodificati; l’atto non verbale, il segno, sono simili in
Gli atti che sono codificati intrinsecamente sono, come gli atti codificati iconicamente,
collegati visivamente con quello che significano ma, diversamente dagli atti codificati
in parte. Se una persona colpisce qualcun altro durante una conversazione non si tratta
significante.
Non è sempre semplice operare una distinzione netta tra atti iconicamente codificati e
più semplice da utilizzare come segnale comunicativo; è più forte, forse più astratto e
somigliare.
29
1.4 Le cinque categorie del comportamento non verbale.
1.4.1 Emblemi.
Gli emblemi differiscono dalla maggior parte degli altri comportamenti non verbali
principalmente per il loro uso e in particolare per il rapporto che hanno con il linguaggio
verbale, la consapevolezza e l’intenzionalità. Gli emblemi sono quegli atti non verbali
che possono essere tradotti verbalmente in maniera diretta o hanno una definizione
specifica, solitamente composta da una parola o due, o magari da una frase. Questa
classe sociale o di una cultura. Un emblema può ripetere, contraddire o sostituire parte
del comportamento verbale concomitante; ciò che è cruciale nella sua individuazione è
l’informazione trasmessa. Generalmente le persone sono consapevoli del loro uso degli
comunicare anche se esistono delle eccezioni. Un emblema è tale anche quando viene a
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Gli emblemi sono prodotti maggiormente quando lo scambio verbale è impedito da
diversi fattori come il rumore, circostanze esterne, distanza, intesa o da handicap della
parte del messaggio che verrebbe tipicamente comunicata attraverso le parole. Gli
Non si sa con certezza perché gli emblemi siano usati in un punto della conversazione
piuttosto che in un altro; è probabile che siano usati maggiormente negli aspetti più
parte culture-specific e può essere mostrato in qualsiasi area del corpo. Alcuni emblemi
sono arbitrariamente codificati, nel senso che l’azione non somiglia a ciò che significa
come nel caso dell’alfabeto dei segni delle persone sorde. Altri emblemi possono essere
1.4.2 Illustratori.
Gli illustratori sono legati in maniera diretta al linguaggio e servono ad illustrare ciò che
movimenti che forniscono un’idea della direzione del pensiero; Deictic movements
5
Ekman and Friesen in “The repertoire of non-verbal behavior: categories, origins, usage and coding”,
Semiotica, 1969, 1, 68
31
delineano un’azione del corpo. Il sesto tipo di illustratore, non descritto da Efron, è
quello dei Pictographs (Pittografici), che tracciano un disegno del loro referente. Tutti
trasmessa verbalmente.
Questo tipo di comportamento non verbale è simile a quello degli emblemi in termini di
leggermente meno consapevole di ciò che sta facendo e il suo uso degli illustratori può,
quando non pianifica ciò che sta per dire e quindi non è molto prudente nella scelta delle
sue parole.
dei bambini, di coloro con cui desiderano identificarsi o a cui vogliono assomigliare;
essi variano in base al background culturale e sociale degli individui, com’è stato
Tutti gli illustratori sono sia iconicamente sia intrinsecamente codificati. L’illustratore
contenuto dei messaggi. Sono iconicamente codificati, ma in termini del ritmo. Gli
32
con esso. I cinetografici sono comportamenti cinetici, iconici se rappresentano il
1.4.3 Regolatori.
Un altro tipo di comportamento non verbale è quello dei regolatori, atti che mantengono
ritmo della conversazione, suscitare più interesse, essere meno volgare, concedere il
aspettare, a prendere il turno di parola, etc. I regolatori sono legati al flusso della
categoria dei regolatori i contatti realizzati attraverso gli occhi, i leggeri movimenti in
avanti, piccoli cambi posturali, il sollevamento delle sopracciglia e altri piccoli atti non
verbali.
parlanti senza porre enfasi sulla parola. Il fatto che un’altra persona possa essere
ricordarsene e a ripeterlo. Allo stesso modo, l’altro parlante riesce a percepire quando i
regolatori vengono rimossi ma raramente è consapevole della loro presenza. Questi atti
33
non sono intenzionali ma quasi involontari. Essi sono culture-specific e variano,
1.4.4 Adattatori.
Gli adattatori costituiscono la categoria del comportamento non verbale più complessa
da descrivere. Ekman e Friesen suppongono che questi atti siano stati appresi
originariamente (durante l’infanzia) come parte di sforzi adattivi per soddisfare esigenze
adaptors) che hanno origine in movimenti appresi nei primi contatti interpersonali e gli
quindi che gli adattatori emessi dagli adulti sono legati all’abitudine, non intendono
34
1.4.5 Affect displays.
Ekman e Friesen, proprio come Tomkins (1962, 1963, 1964), ritengono che il luogo
primario di realizzazione degli affect displays sia il viso. Tuttavia alcuni comportamenti
facciali, come i movimenti della bocca conseguenti alle parole, il mordersi delle labbra
e la chiusura degli occhi sono meglio caratterizzati come adattatori. Alcuni movimenti
corporei, come la reazione istantanea allo spavento e forse il tremore, sono esibitori di
emozioni e sono rilevanti per stabilire il modo in cui la persona fa fronte alle emozioni
I due ricercatori concordano con Tomkins e Darwin sul fatto che i movimenti dei
muscoli facciali siano distintivi per ciascuno stato affettivo primario e che questi siano
metodi, nella nazionalità dei soggetti esaminati, diversi studi (inclusi quelli di Ekman e
Friesen) hanno dimostrato una certa coerenza che ha condotto gli studiosi a stilare una
lista provvisoria, forse parziale, delle emozioni primarie: gioia, sorpresa, paura,
Ekman e Friesen hanno anche constatato che ciascuno di questi stati affettivi può essere
facilmente distinto dagli osservatori degli affect displays facciali all’interno della
propria cultura e che molte di queste emozioni possono essere prontamente distinte
dagli osservatori nelle altre culture, nonostante le difficoltà linguistiche nella traduzione
35
introdurre errori che possono essere interpretati in maniera sbagliata come differenza
culturale.
Darwin sosteneva che gli affect displays si fossero evoluti dalle attività funzionali
Tomkins ha proposto una teoria del modo in cui questi meccanismi dovrebbero
funzionare supponendo che almeno alcuni degli stimoli che suscitano le emozioni
Pur non distaccandosi dalle teorie di Tomkins, Ekman e Friesen hanno cercato delle
spiegazioni alternative che non prevedono un’associazione ereditaria tra gli stimoli che
emozione primaria. È probabile che gli affect displays facciali si evolvano allo stesso
modo per ciascun individuo durante il corso del suo sviluppo; questi esibitori facciali di
Gli affect displays per il disgusto, per esempio, potrebbero essere l’evoluzione di alcuni
movimenti della bocca e del naso coinvolti nel rifiuto di gusti o odori sgradevoli.
Gli affect displays per la rabbia potrebbero essere derivati dai movimenti muscolari
nelle aree della bocca e degli occhi necessari a prevenire la rottura dei capillari degli
occhi e dei polmoni quando viene esercitato uno sforzo maggiore in queste aree, o forse
Gli affect displays della tristezza potrebbero trarre origine dallo stato di relax
36
La paura potrebbe derivare dalla combinazione del riflesso spontaneo allo spavento e
Ekman e Friesen credono che, mentre i muscoli facciali che si muovono quando viene
suscitata una particolare emozione sono gli stessi nelle varie culture, gli stimoli che
Gli stimoli evocatori (evoking stimuli), secondo Tomkins, possono essere sia non
appresi dall’uomo sia appresi socialmente in relazione ad eventi, ricordi e emozioni. Per
attenuare gli indizi visivi di una data emozione; per esempio, se si è molto impauriti si
non mostrare alcuna emozione e apparire quindi neutrali. Una quarta regola suggerisce
un’altra emozione. Ekman e Friesen ritengono che ci siano delle norme sociali ben
stabilite per capire quale regola di esibizione sia appropriata per ciascuna emozione
37
Diversi studi hanno suggerito che in ogni istante la faccia trasmette delle combinazioni
di emozioni (affect blends) piuttosto che un singolo stato emozionale. Queste emozioni
multiple potrebbero essere dettate dalle circostanze che le suscitano oppure potrebbero
avere origine da abitudini che associano un’emozione con un’altra. Le emozioni che
vengono combinate possono variare a seconda degli individui, delle classi sociali e delle
famiglie o essere comuni all’interno di una cultura, e possono essere esibite sia
affect displays di diverse culture. Se, ad esempio, in una cultura la tristezza provata per
un funerale viene associata alla paura ma in un’altra cultura la tristezza viene associata
alla rabbia, sicuramente si avranno delle differenze nelle esibizioni facciali di emozione.
essere facilmente determinata dalla postura del corpo e dai movimenti, sebbene la faccia
Tali movimenti spesso non differenziano un’emozione facciale da un’altra; per esempio,
paura, o persino disgusto in particolari contesti sociali. Il fatto che le persone mostrino
movimenti corporei molto diversi dopo aver esibito la stessa espressione facciale non
Grazie all’ottimo feedback che abbiamo sul comportamento facciale, siamo solitamente
consapevoli di ciò che succede nel momento in cui cambiamo movimenti facciali;
possiamo monitorare, inibire e dissimulare con i nostri volti. Il problema per chi osserva
38
corso, è quello di capire quali emozioni siano menzognere e quali costituiscano una fuga
Gli altri interagenti pongono grande attenzione e inviano un feedback esterno, in forma
Gli affect displays possono essere legati al linguaggio verbale in diversi modi: possono
maniera così esplicita da essere riconosciuto ed usato come emblema; in molte culture il
degli altri interagenti. Molti affect displays non sono comunicativi poiché sono emessi
rules di modificare gli affective display di solito avviene al di sotto del livello di
La codificazione degli affect displays non è del tutto ovvia. Sia la spiegazione di
Darwin della loro evoluzione, sia il racconto di Ekman e Friesen di come alcuni
esibitori possano naturalmente svilupparsi nel corso della vita di ogni persona,
39
Capitolo 2.Il comportamento non verbale della menzogna.
“Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento.”
Nella commedia “Il Bugiardo” di Carlo Goldoni Lelio, uno dei protagonisti, cerca
incessantemente di smetterla di dire bugie ma, come afferma, non vi riesce facilmente in
quanto ogni bugia ne genera un’altra in maniera istantanea come se, per coprirne una,
bisognasse costruirne altre per rimediare al danno che la menzogna stessa ha prodotto.
Sembra quasi che l’unico metodo efficace per giustificare una bugia sia un’altra bugia.
Ekman e Friesen nel 1969. Essi hanno descritto due ampie categorie di indizi: leakage
cues e deception cues. I leakage cues rivelano ciò che i bugiardi stanno tentando di
facciale è talmente breve da non poter essere percepita, allora l’esibizione della
inganno potrebbe essere in corso, senza indicare la natura dell’informazione che si sta
nascondendo.
I due studiosi (1969) hanno anche esaminato varie condizioni in cui sembra che i
bugiardi abbiano maggiori probabilità di riuscire nei loro tentativi di inganno (forse
I tentativi che i bugiardi fanno per controllare i loro comportamenti, affinché possano
tenere in piedi il loro inganno, possono paradossalmente diventare degli indizi che
comportamento dei bugiardi potrebbe apparire meno spontaneo di quello di chi dice la
40
verità. Può succedere anche che l’incapacità dei bugiardi di controllare tutti gli aspetti
del loro comportamento si traduca in discrepanze verbali e non verbali. Sono proprio
tali discrepanze che mettono in guardia l’ascoltatore e lo spingono ad indagare per poter
bugiardi da coloro che dicono la verità. Per esempio, la preoccupazione per l’inganno
messo in atto è suggerita dagli indizi di paura. Questi includono toni di voce più alti,
modo di parlare più veloce e più rumoroso, pause, errori nel parlare e discorso indiretto.
Più grande sarà la preoccupazione di essere scoperti, più evidenti saranno gli indizi di
paura. Per esempio, i bugiardi potrebbero apparire più impauriti man mano che la posta
Questo è ciò che afferma Paul Ekman riguardo alle bugie nell’Introduzione a “Telling
Lies”, che si potrebbe quasi considerare il manifesto degli studi sulla “deception
detection”:
“Lies can be cruel too, but all lies aren't. Some lies, many fewer than liars
will claim, are altruistic. Some social relationships are enjoyed because of
the myths they preserve. But no liar should presume too easily that a
victim desires to be misled. And no lie catcher should too easily presume
the right to expose every lie. Some lies are harmless, even humane.
Unmasking certain lies may humiliate the victim or a third party.” [Paul
41
Nella definizione di menzogna di Paul Ekman “una persona intende trarre in inganno
un’altra deliberatamente, senza avvertire delle sue intenzioni e senza che il destinatario
effettivamente nulla di falso. Nella falsificazione, invece, non solo l’informazione vera
nascondere qualcosa è più semplice che dire il falso perché non bisogna inventare nulla
e non c’è il rischio di essere scoperti senza aver preparato una storia che regga. Bisogna
ovviamente anche avere una buona memoria per mentire. La dissimulazione forse è
preferita anche perché il mentitore può sentirsi meno colpevole di aver nascosto la
Le bugie per omissione sono anche facili da coprire se in seguito vengono scoperte. Il
falsificazione. Se, ad esempio, siamo nella condizione di dover rifiutare un invito noioso
senza offendere l’ospite non basta celare la verità, ma bisogna anche inventare una
scusa plausibile.
La falsificazione interviene anche quando bisogna coprire le prove di ciò che si vuole
nascondere. Questo uso del falso per mascherare la verità che si vuol dissimulare è
42
un’emozione passata è piuttosto facile ma celarne una che si prova nel momento in cui
si mente, in particolar modo se è intensa, è molto più difficile. Quanto più intensa è
l’emozione sentita, tanto è più probabile che qualche segno trapeli, nonostante gli sforzi
Per mentire possono essere usate anche altre tecniche: si può mentire sulla causa dei
propri sentimenti, si può dire la verità in maniera sprezzante per far in modo che la
vittima non ci creda, si può esagerare la verità mettendo in ridicolo i sospetti dell’altro
parzialmente, si può usare una risposta evasiva che suggerisce una conclusione
sbagliata.
“…il fatto è che non c'è nessun segno della menzogna in sé, nessun gesto,
espressione del viso o spasmo muscolare che in sé e per sé significhi che
una persona sta mentendo. Ci sono soltanto indizi indiretti da cui può
trasparire qualcosa. Chi cerca di mascherare bugie deve sapere come si
manifestano le emozioni nel linguaggio, nella voce, nella mimica e nei
gesti, deve conoscere le tracce che possono restare malgrado gli sforzi per
dissimulare i sentimenti e che cosa tradisce la falsità di emozioni
simulate.” [Paul Ekman, I volti della menzogna, Giunti Editore S.p.A.,
2009, pp.69]
Scoprire una bugia mentre viene detta non è una cosa semplice perché ci sono troppi
spesso presta maggiore attenzione alle fonti meno degne di fede (le parole e la mimica
facciale) e ignora quelle più attendibili. Chi mente solitamente non riesce a controllare
tutti gli aspetti del proprio comportamento ma cerca di nascondere o mascherare quello
43
La massima cura è dedicata, per iniziare, alla scelta delle parole perché costituiscono il
mezzo più ricco attraverso il quale è possibile esprimersi e perché è facile affermare
Dopo le parole, il viso è quello che riceve maggiore attenzione dagli altri interagenti. Il
ricevono molta. Di solito il corpo fornisce molte meno informazioni del viso e la voce
molte meno delle parole, ragion per cui il bugiardo cerca di controllare le parole e
l’espressione del viso, consapevole del fatto che maggiore attenzione viene riservata a
Chi sospetta un inganno dovrebbe prestare più attenzione al corpo e alla voce perché
essi possono fornire degli indizi fondamentali: la voce, proprio come il volto, è
invece, lascia trapelare molti indizi perché non siamo abituati a preoccuparci dei
movimenti dei nostri arti e quindi li ignoriamo e focalizziamo la nostra attenzione sulle
parole e sul volto di chi parla. Spesso la menzogna viene scoperta grazie a delle
discrepanze tra le parole e ciò che rivelano la voce, i gesti e l’espressione facciale.
44
2.2 Le parole.
Molti bugiardi sono traditi dalle loro parole per pura e semplice disattenzione: spesso
capita che essi non si curino di inventare una storia che funzioni. Può anche capitare,
Freud, il lapsus esprime «qualcosa che non si desiderava dire; esso diventa un modo di
tradire se stessi».6
una bugia o no; spesso si giudica erroneamente sincera una persona solo perché non
incorre in nessun lapsus ma bisogna sapere che molte bugie non ne presentano affatto.
Freud non ha fornito una spiegazione del motivo per il quale alcune menzogne sono
tradite dal lapsus e la maggior parte invece no; è probabile che i lapsus si presentino
quando il bugiardo intende essere smascherato, quando prova un certo senso di colpa.
Un altro modo in cui il bugiardo può essere tradito sono le tirate declamatorie. Si tratta
di un errore vistoso, non limitato a una o due parole, che fornisce numerose
orrore o disperazione) e si rende conto delle conseguenze di ciò che sta rivelando solo
troppo tardi.
Il bugiardo può essere tradito anche da un altro tipo di indizio, come suggerito da Tom
Brokaw, conduttore televisivo: si tratta delle risposte involute e dei giri di parole evasivi
e complicati. Alcuni studi confermano che quando alcune persone mentono danno
45
che solitamente il bugiardo è troppo furbo per dare risposte indirette o evasive. Bisogna
però essere cauti nel giudicare la sincerità delle persone in base a delle risposte evasive:
da Paul Ekman “effetto Brokaw”. 8 Chi tenta di scoprire le menzogne può cadere in
errore se non conosce l’indiziato e ha poca familiarità con alcuni aspetti caratteristici del
suo comportamento.
Sembra che ci siano almeno quattro tipi di indizi linguistici associati all’inganno: il
numero totale di parole, l’uso dei pronomi, le parole inerenti i sensi e i sentimenti, i
termini esclusivi (Burgoon, Buller, Floyd & Grandpre, 1996; Burgoon, Bliar, Qin, &
Nunamaker, 2003; Newman, Pennebaker, Berry, & Richards, 2003; Pennebaker et al.,
2003).
Per quanto riguarda le differenze nel numero di parole tra messaggi menzogneri e
veritieri, sembra che i mittenti forniscano meno dettagli quando mentono che quando
dicono la verità. Ciò accade perché i mittenti hanno poca familiarità con ciò di cui
stanno discutendo o perché stanno cercando di evitare dettagli che potrebbero essere
Per quanto riguarda l’uso dei pronomi, Newman et al. (2003) hanno osservato che gli
frequenza quando mentono che quando dicono la verità. L’uso di pronomi di prima
persona singolare come “I”, “me” o “my” (Io, me, mio) indica che il parlante si assume
pronomi di prima persona singolare sia per una mancanza di esperienza personale sia
8
L’effetto Brokaw fa riferimento a differenze individuali nel comportamento emotivo.
46
per il desiderio di distaccarsi dall’inganno messo in atto. Per quanto riguarda i pronomi
di seconda e terza persona, alcuni studi hanno dimostrato che è meno probabile che i
bugiardi usino tali pronomi (Newman et al., 2003) mentre altri studi hanno constatato
che in effetti i bugiardi usano più pronomi di seconda e terza persona (Ickes, Reidhead,
& Patterson, 1986). Secondo Ickes et al. (1986), coloro che si preoccupano di costruire
più pronomi di seconda e terza persona. Anche DePaulo et al. (2003) hanno riscontrato
che è più probabile che i bugiardi usino pronomi di terza persona nelle loro interazioni
ingannevoli.
Gli studi sugli indizi verbali associati ai termini relativi ai sensi e ai sentimenti (vedere,
toccare, ascoltare, etc.) hanno suggerito che i bugiardi tendono ad essere più espressivi
Infine, altre ricerche hanno suggerito che i bugiardi usano meno parole esclusive
rispetto a chi dice la verità (Newman et al., 2003). Le parole esclusive includono
implicano la scelta, da parte del bugiardo, di stabilire cosa di quello che dice rientra in
2.3 La voce.
Fanno parte di questo raggruppamento tutti gli aspetti del comportamento verbale,
escluse le parole. Le pause nel discorso, che possono essere troppo lunghe o troppo
frequenti, sono tra gli indizi vocali più comuni che fanno sospettare un inganno.
soprattutto in risposta a una domanda, pause più brevi durante il discorso, intromissione
47
nell’interazione verbale di “non parole” (ehm, uhm, etc.), le ripetizioni e le parole
ripetute a metà.
Gli errori e le pause possono presentarsi per due motivi simili. Il bugiardo può non aver
preparato in maniera convincente la sua storia oppure, sebbene l’abbia preparata alla
gli intoppi.
Anche il suono della voce può essere utile per individuare l’inganno. Sono stati trovati
spiacevole che si prova (rabbia, paura, dolore, disgusto, disprezzo). Tra i segni vocali di
emozione più documentati ritroviamo l’acutezza (pitch): circa il 70% delle persone
esaminate mostra toni di voce più acuti in situazioni di turbamento. Con tutta
probabilità questo avviene quando il soggetto prova rabbia o paura. Sembra invece che
con la tristezza e il dispiacere la voce cali di tono, ma non esistono certezze a riguardo.
Non si sa se, in caso di eccitazione, disgusto e disprezzo ci siano delle variazioni. Altri
riguarda le emozioni provate nel momento dello scambio verbale, ci sono buone
probabilità che la verità trapeli. Alcune bugie, anche se non mirano in partenza a
mascherare certe emozioni, possono essere tradite dal suono della voce: basta che
l’emozione entri in gioco. Per esempio il timore di essere scoperti può produrre
48
La voce acuta non è sempre sinonimo di falsità: succede a volte che una persona
sincera, preoccupata di non essere creduta, manifesti la stessa alterazione del tono di
qualcuno in base all’acutezza della voce, denominata da Paul Ekman “errore di Otello”,
Nello stesso modo in cui il segno vocale di un’emozione non sempre rivela una
sincerità; alcune persone non mostrano mai emozioni, almeno nella voce, mentre altre
persone, che si emozionano facilmente, possono non turbarsi affatto per una menzogna
2.4 Il corpo.
Per dimostrare che i movimenti corporei si alterano in condizioni di stress, Paul Ekman
studenti del suo corso su un argomento per loro molto delicato: che cosa avrebbero fatto
al termine degli studi? Ad ogni loro possibile risposta, la reazione del professore era di
49
notevole disapprovazione. Il docente attaccava coloro che parlavano di un lavoro di
ricerca accusandoli di non portare aiuto alle persone sofferenti. A quelli che invece
ambito clinico. Il docente costituiva una reale fonte di stress per gli intervistati.
Alla prima intervista, una studentessa puntò il dito medio contro il professore
mantenendo la posizione per quasi un minuto. Eppure non sembrava fuori di sé dalla
rabbia, né il professore dava l'impressione di averlo notato. Questo lapsus gestuale non
rendeva conto di aver fatto un gesto osceno al suo docente. Il gesto involontario aveva
convenzionale che ha un senso molto preciso, noto a tutti nell’ambito di un certo gruppo
culturale. Si sa bene che il dito medio puntato significa “Va’ a farti fottere”! Fanno parte
di questo tipo di gesti emblematici anche l’atto di annuire, scuotere la testa, chiamare
con la mano, fare ciao, la mano all’orecchio (per invitare a parlare più forte), etc.
messaggio, ma ci sono delle eccezioni. Così come esistono i lapsus linguae, esistono
anche i lapsus gestuali. Ci sono due elementi per capire se si tratta realmente di un gesto
involontario, un vero e proprio lapsus che tradisce un’informazione nascosta. Uno è che
viene eseguito solo un frammento del gesto, non l’intera azione. L’altro elemento che
eseguita fuori della normale posizione di presentazione. Normalmente questi gesti sono
50
questa posizione. Quando sfugge involontariamente, il gesto non è mai eseguito nella
posizione regolamentare. Se il gesto non fosse incompleto e fuori posto, il soggetto che
agli altri notarli. In ogni caso non è garantito che il bugiardo incorra in questi lapsus
Ulteriori indizi di falso possono essere forniti dagli illustratori, un altro tipo di
movimento corporeo che illustra il discorso mentre viene pronunciato. I modi sono
diversi: si può enfatizzare una parola o un’espressione, si può tracciare per aria il
ripetendo o amplificando ciò che si sta dicendo. É importante distinguere gli illustratori
numero o il tipo di questi gesti che può tradire una bugia. Generalmente l’indizio viene
dall’osservare una diminuzione degli illustratori, quando una persona parlando gesticola
meno del suo solito; questi gesti tendono a scomparire quando si devono soppesare
e cautela nel parlare. Tutto questo, però, può non avere nulla a che fare con le bugie; la
cautela, infatti può anche essere dovuta alla grossa posta in gioco.
notato che i soggetti consideravano bugiardi coloro che presentavano molti gesti
manipolatori. Fanno parte di questa categoria tutti quei movimenti in cui una parte del
corpo cura, strofina, massaggia, pizzica, graffia o comunque manipola un’altra parte del
51
corpo. Questi gesti possono avere durata brevissima oppure continuare per alcuni
minuti.
Un errore comune consiste nel giudicare falsa una persona che dice il vero solo perché
crede.
Le ragioni per cui i comportamenti di manipolazione non sono attendibili sono diverse.
problema rilevante perché le manipolazioni non sono soltanto segni di disagio: in alcuni
Un altro aspetto che è stato esaminato è quello della postura, ma nessuno ha potuto
dimostrare l’esistenza di indizi posturali capaci di tradire la menzogna. Sembra che non
ci siano differenze sostanziali nella postura dei soggetti che mentono e di quelli che
dicono il vero.
Anche il sistema nervoso autonomo produce alcune alterazioni somatiche degne di nota,
respirazione, nella frequenza della deglutizione, nella sudorazione, nel rossore, nel
52
involontariamente quando c’è un’eccitazione emotiva, sono difficilissimi da reprimere e
per questo possono costituire indizi molto attendibili per scoprire eventuali menzogne.
Per misurare queste alterazioni vegetative sono stati messi a punto diversi congegni, tra
i quali il “lie detector”, detto anche poligrafo o comunemente “macchina della verità”,
numerosi casi, sia a favore sia contro, ed è estremamente accesa e aspra. Esattamente
come per gli indizi comportamentali di falso, chi mente può tradirsi in un esame col
poligrafo a causa del timore di essere scoperto, del senso di colpa o dell’eccitazione che
gli da il piacere della beffa. L’uso del poligrafo a fini investigativi è molto diffuso e in
aumento, soprattutto negli Stati Uniti. La maggior parte degli esami viene effettuata da
aziende private, nell’ambito della selezione o promozione del personale e nelle indagini
locali solo quando la rosa dei sospettati è stata ristretta attraverso le indagini. Le prove
prodotte dal poligrafo, nella maggior parte degli Stati, non sono ammissibili ai processi,
fatta eccezione per 22 Stati in cui è possibile stipulare un accordo preliminare tra accusa
e difesa.
Il terzo utente che usufruisce di questo strumento è il governo federale che effettua i
suoi esami nell’ambito di indagini di polizia, escludendo gli esami eseguiti dai servizi di
sicurezza NSA (National Security Agency) e CIA (Central Intelligence Agency), che se
53
Ovviamente l’esattezza del poligrafo, come di qualsiasi altra tecnica per smascherare la
menzogna, dipende da diversi fattori: dal tipo di menzogna, dal suo autore e da chi ha il
determinati cambiamenti vegetativi, oppure no. La maggioranza pensa che non ci sia
studi condotti da Ekman,al contrario, portano a pensare che sia possibile scoprire, in
tratta. Sembra quindi che le alterazioni neurovegetative non siano le stesse in tutte le
emozioni.
Secondo Paul Ekman sono due i problemi che hanno impedito di dimostrare che le varie
usate per la ricerca. Ekman e i suoi colleghi sono stati capaci di trovare una soluzione ad
entrambi i problemi: hanno scelto come soggetti da esaminare degli attori professionisti.
Gli attori sono abituati ad essere sotto i riflettori e non si turbano quando qualcuno
osserva con massima attenzione ogni loro mossa. È stato possibile anche, grazie al loro
54
2.6 Il viso.
“The face can be a valuable source for the lie catcher, because it can lie
and tell the truth and often does both at the same time. The face often
contains two messages—what the liar wants to show and what the liar
wants to conceal.” [Paul Ekman, Telling Lies. Clues to deceit in the
marketplace, politics and marriage, Norton & Company, 1985, pp.123]
Il viso può essere una fonte preziosa di informazioni per chi cerca di individuare gli
inganni. Alcune espressioni sono al servizio della bugia, fornendo false informazioni,
autentici nonostante gli sforzi per mascherarli. Può persino capitare che il vero e il falso
duplice, che comprende espressioni vere, sentite, scelte intenzionalmente ed altre, false,
che emergono spontaneamente, a volte senza che l’interessato sia consapevole di ciò
espressioni umane sono le stesse osservate in altri primati. Alcune mimiche emotive,
almeno quelle indicanti felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sofferenza, sono
universali, uguali per tutta la specie umana a prescindere da fattori sociali, culturali o
può mostrare quale emozione si prova, se due emozioni sono mescolate insieme e
Ma il viso non trasmette soltanto segnali emotivi involontari. Fin da piccoli impariamo
55
manifestazione talmente bene che diventano abitudini profondamente radicate che
censurare l’espressione dei nostri veri sentimenti. Può capitare a tutti di lasciarsi
accorgersi della falsità delle parole dell’interlocutore grazie a un’espressione che gli
La maggior parte dei ricercatori non si è occupata delle espressioni del viso durante le
illustratori e le pause del discorso. Quella minima parte di studiosi che si è soffermata
I risultati hanno indicato che la frequenza del sorriso è la stessa quando si dice la verità
e quando si mente. Il punto è che non tutti i sorrisi sono uguali: attraverso la tecnica per
Le espressioni del viso sono migliaia, ognuna diversa dalle altre. Molte non hanno nulla
delle emozioni, quelle vere e quelle false. Per ogni emozione esistono decine, o
addirittura centinaia, di espressioni, visibilmente diverse tra loro. Esiste la prova che le
espressioni del viso sono più numerose delle parole indicanti emozioni diverse: la
56
mimica facciale è in grado di mostrare sfumature che il linguaggio non riesce a fissare
in vocaboli.
emozioni nascoste, forniscono il quadro completo del sentimento che l’individuo cerca
colleghi hanno scoperto questo fenomeno nella loro prima ricerca sugli indizi di
inganno. Stavano esaminando il filmato del colloquio con Mary, una casalinga
quarantenne. L’ultimo dei suoi tre tentativi di suicidio era stato scoperto solo per caso
prima che una dose eccessiva di sonnifero la uccidesse. Mary soffriva di una forma di
depressione di mezz’età: i figli e il marito sembravano non aver più bisogno di lei, cosa
che la faceva sentire inutile. Soffriva di insonnia e passava molto tempo in un angolo a
piangere. Dopo le prime settimane di trattamento con gli psicofarmaci sembrava reagire
bene tanto da non parlare più di suicidio. In uno dei colloqui Mary affermava di sentirsi
terapie proseguirono e alle dimissioni Mary era realmente migliorata, tranne una
accorse che Mary presentava dei lapsus gestuali (movimenti abbreviati e parziali di chi
si stringe nelle spalle) e una diminuzione dei gesti illustrativi. Compariva anche una
appieno un’emozione nascosta, non capitano molto frequentemente. Molto più comuni
57
sono le espressioni soffocate: non appena un’espressione emerge sul volto, l’individuo
volte coprendola con un’altra espressione. Il sorriso è la copertura più comune. Anche
58
FACS-Facial Action Coding System
59
Capitolo 3. “Lie to me”: il corpus.
visione negli Stati Uniti da Fox dal 21 gennaio 2009. In Italia è stata trasmessa in prima
Dopo la notizia che a dicembre 2010 la Fox non aveva ordinato nuovi episodi per
ufficialmente cancellato la serie. Con tutta probabilità le ragioni che hanno portato alla
cancellazione della serie Tv sono da attribuire al notevole calo della media degli ascolti,
Lie to me è un serial drammatico che mescola tratti del thriller psicologico a quelli del
serial poliziesco. Ispirata alla vita e all’attività del noto scienziato Paul Ekman, illustre
California, divenuto famoso grazie ai suoi studi sul comportamento non verbale e
60
Le appassionanti vicende della serie tv sono incentrate sulla figura del Dottor Cal
Lightman, interpretato dall’attore Tim Roth. Cal è uno psicologo di rinomato successo,
analista di espressioni facciali e linguaggio del corpo, da cui è in grado di capire chi
mente e come. Questa sua dote gli ha permesso di fondare una società scientifica, il
Lightman Group. Fa parte del Lightman Group un team di esperti che, basandosi sullo
studio di sfumature nei movimenti e nella voce delle persone, è in grado di valutare le
Il dottor Cal Lightman, grazie ai suoi decenni di studi e viaggi per il mondo, tra le razze
più diverse, ha elaborato una teoria sulla relazione esistente tra le emozioni fisiche del
che tutti gli esseri umani, in presenza di un forte sentimento interno attuano un
movimenti del resto del corpo, la postura, le caratteristiche della voce: un patrimonio di
elementi che la scienza di Lightman e soci analizza e sfrutta per giungere alla verità. Le
falsate dal botox sono estremamente più attendibili di un test al poligrafo, il famoso test
della verità: grazie a questi studi, infatti, è possibile distinguere le diverse emozioni che
della voce.
Grazie a questa teoria e avvalendosi della psicologia ordinaria Cal Lightman riesce a
percepire tutti gli stati d’animo delle persone, scoprendo i segreti più profondi,
61
dall’adulterio alla falsa testimonianza, dalla complicità in un avvenimento
all’esecuzione di un reato.
Accanto a Cal Lightman troviamo, come collaboratori del suo studio, la dottoressa
Gillian Foster, collega quasi a pari livello di Cal e sua grandissima amica; Eli Loker,
un ricercatore, dal carattere originale, che da tempo ha deciso di non mentire mai a
nessuno e per questo dice sempre ogni cosa che gli passa per la testa. Con il passare del
tempo si aggiungerà a Lightman anche l’agente Ria Torres, una ex agente della polizia
inizialmente una grande simpatia per lei, perché con il suo talento naturale riesce a fare
cose per le quali lui ha dovuto studiare per anni, e perché talvolta cerca di scavalcarlo,
non rispettando la sua autorità. Tuttavia Lightman si fida molto di lei, infatti sono molte
Punto di forza della serie è il realismo con il quale tutto viene costruito. Lightman non si
limita solo a spiegare le sue teorie ma mostra tutte le sue prove. Le microespressioni
esaminate dal Dottore e messe a confronto con alcuni esempi del medesimo sentimento
mediatico).
Facendo riferimento alla vita e ai lavori di Paul Ekman, Tim Roth riesce a costruire un
personaggio a dir poco geniale nella sua follia determinando, da solo, il futuro successo
62
3.2 Analisi traduttiva dei sottotitoli della serie tv “Lie to me”.
In questo paragrafo saranno analizzate le procedure traduttive dei sottotitoli della serie
televisiva “Lie to me”. Sarà operato un confronto tra i sottotitoli inglesi originali della
serie, qui indicati con TP per comodità, e due traduzioni in italiano, quella ufficiale del
DVD della serie, a cura di Gianfranco Amalfitano e Serena Paccagnella, indicata con
TA1 e quella realizzata dai fansubber che ho reperito sul sito www.subfactory.it, che
cui si traduce. A ciò può seguire il successivo inserimento dei sottotitoli nel video e la
rendendola disponibile, oggi soprattutto via internet, a persone che non conoscono la
lingua originale in cui è stata creata. Questi traduttori amatoriali sono appunto
detti fansubber.
Esistono anche veri e propri portali dedicati al fansub che forniscono informazioni
sull'esistenza o meno della versione fansub di una determinata opera nella propria
del calendario delle serie tv, aggiornamenti, etc.), supera di gran lunga il primo. Per
quanto concerne invece la qualità generale della traduzione, il primo sito fornisce
63
Queste piattaforme digitali funzionano in un modo ben preciso ed hanno una loro
gerarchia: tutti possono diventare traduttori se superano un test iniziale atto a valutare
sia competenze tecniche che traduttive. Tali test vengono giudicati da membri di rango
più alto e i nuovi traduttori, dopo una fase di tutoraggio, diventano autonomi.
I sottotitoli da tradurre vengono ripartiti tra 4 o 5 traduttori, che devono finire il lavoro
entro una data scadenza, poi vengono sottoposti ad una fase di revisione e
sincronizzazione.
In questa parte del mio elaborato ho analizzato le strategie traduttive utilizzate per
risolvere i problemi che sorgono inevitabilmente dal contatto della lingua inglese con
quella italiana. La mia analisi dei sottotitoli è basata sulle strategie traduttive di Malone,
Ho fatto anche riferimento allo studio sulla traduzione dei sottotitoli di Gottlieb. Le
L’ultima fonte a cui ho attinto per questa analisi è “Strategies used by professional
Legenda:
64
# TP: TA1: TA2: TA3:
sottotitoli traduzione traduzione traduzione
inglesi ufficiale fansubber personale
1 I've instructed Ho ordinato al Ho detto al mio Ho suggerito al
my mio cliente di cliente mio cliente di
client to remain rimanere in di rimanere in rimanere in
silent. silenzio. silenzio. silenzio.
In [1] è stata adottata una differente scelta traduttiva tra TA1 e TA2. Il verbo “to
instruct” è stato reso con il verbo “ordinare” in TA1 , utilizzando un termine meno
specifico dalla connotazione semantica più neutra rispetto a quella originale secondo la
65
traduzione tramite una parola più neutra/meno espressiva (Baker). In TA2 è stato reso
con il verbo “dire” secondo la traduzione tramite una parola più generale (Baker).
ho preferito tradurre il verbo “to instruct” con l’italiano “suggerire” che mi sembra un
In [2] si assiste a due tentativi di riformulazione per ottenere una struttura più adatta alla
lingua italiana. “That’s okay” viene reso rispettivamente con “Non importa” e “Mi sta
bene”. Nella mia traduzione ho preferito tradurre con “Va bene” ricalcando la struttura
impersonale della frase inglese. Tuttavia, la soluzione adottata in TA1 sembra essere la
più appropriata perché denota una varietà di linguaggio più alta, adatta allo spessore
quella in TP: “to have faith” è stato tradotto con “avere fiducia”; in TA2 invece è stata
con “fidarsi”. Nella mia traduzione ho usato la strategia della condensazione traducendo
In [3] “Tells three lies” viene reso in TA1 con la struttura simmetrica “dice tre bugie”
“mentire”. L’articolo “the” viene reso in tutte e due le traduzioni con l’articolo
struttura della frase iniziale traducendo “the average person tells” con “una persona in
In [4] viene usata una strategia di riformulazione (Malone, 1988) in TA1 dove la
66
mantenuta la simmetria con il testo di partenza grazie all’uso di “attenzione”. Nella mia
traduzione ho seguito la linea indicata dalla traduzione dei fansubber. “That’s just”
viene reso con “si tratta” per mantenere il verbo nella sua forma impersonale.
In [5] sia la traduzione ufficiale sia quella dei fansubber tendono a mantenere una certa
simmetria rispetto al testo originale. “We haven’t studied people” viene reso con “Non
proposta è quella di tradurre con “Non abbiamo studiato persone”, quasi in linea con
TA2. Sia in TA1 sia in TA2 il verbo “to plan” è stato tradotto con il verbo “volere”
mentre nella mia traduzione ho usato il verbo “intendere” che allude proprio al fatto di
pianificare l’attacco alla chiesa. Per la traduzione del verbo “firebomb” è stata utilizzata
in TA1 una strategia di traduzione tramite un termine più generale (Baker) adottando il
verbo “far saltare” mentre in TA2 è stato tradotto quasi letteralmente con “mettere una
dell’espansione (Gottlieb), ho reso con “far saltare in aria”. Infine, per la traduzione
del termine “black” in TA1 troviamo il termine “neri” che ha una connotazione
spregiativa nei confronti delle persone di colore. In TA2 i fansubber hanno aggiustato il
servendosi quindi della traduzione tramite una parola più neutra (Baker). In ragione di
tutto ciò, la mia proposta di traduzione è “Non abbiamo studiato persone che intendono
67
# TP: TA1: TA2: TA3:
sottotitoli traduzione traduzione traduzione
inglesi ufficiale fansubber personale
6 He just told me. Me l’ha appena Me l’ha appena Me l’ha appena
detto lui. confessato. detto lui.
7 The ATF found L’ATF ha La polizia ha La polizia ha
a pipe bomb in trovato un trovato una trovato una
a Church tubo-bomba bomba bomba
basement in nello rudimentale rudimentale
Lawton an hour scantinato di nello scantinato nello scantinato
later. una chiesa di di una chiesa di di una chiesa di
Lawton un’ora Lawton un’ora Lawton un’ora
dopo. dopo. dopo.
8 A DOD friend Un mio amico Un mio amico Un mio amico
of mine said alla Difesa dice alla Difesa ha alla Difesa ha
this guy’s a che quello è detto che questo detto che questo
total nutjob. pazzo. tipo è del tutto tipo è
matto. totalmente
pazzo.
9 I’m telling you Credimi. Ti dico che non Ti dico che
we cannot wait Dobbiamo possiamo dobbiamo
another day to assolutamente aspettare un assolutamente
hire someone. assumere altro giorno assumere
qualcuno oggi. per assumere qualcuno oggi.
qualcuno.
10 I found the one. Ho trovato Ho trovato la L’ho trovato.
This is the one. quel qualcuno. persona giusta. Questo è quello
È quello Questa è quella giusto.
giusto. giusta.
In [6] in TA1 è stata usata la strategia traduttiva della trasposizione o transfer (Gottlieb)
che consiste in una traduzione letterale. In TA2 invece il verbo “to tell” è stato reso con
il termine più specifico “confessare”. La mia traduzione segue la linea indicata da TA1.
In [7] sono stati adottati diversi metodi per la traduzione della parola “ATF” che sta per
“Federal Bureau of alcohol, tobacco, firearms and explosives”. Data la specificità del
68
straniamento/esotizzazione9 mentre in TA2 si è tentato di omologare il termine alla
cultura d’arrivo per mezzo della traduzione tramite una parola più generale (Baker,
1992). Data la totale estraneità del termine per la cultura italiana, mi trovo in accordo
con la soluzione adottata in TA2. “Pipe-bomb” è stato reso con “tubo-bomba” in TA1
una strategia di traduzione tramite una parola più generica (superordinate) utilizzando
In [8] entrambe le traduzioni, quella ufficiale e quella dei fansubber, hanno adottato una
strategia di omologazione traducendo “DOD” che sta per “The Department of Defense”,
con “Difesa”, concetto chiaramente comprensibile nella cultura d’arrivo. Per quanto
italiano non avrebbe alcun senso, quindi in TA1 e in TA2 è stato sostituito
rispettivamente con “pazzo”e “matto”. Entrambi i termini, però, in italiano non hanno la
stessa connotazione che hanno in inglese dove il termine fa parte dello slang ed ha un
significato semi-volgare, che in italiano viene perso. Personalmente avrei tradotto con
mantiene il registro colloquiale. Avrei optato anche per “è completamente schizzato” per
partenza. Nonostante le diverse opzioni a disposizione, ho tradotto con “Un mio amico
alla Difesa ha detto che questo tipo è totalmente pazzo” mantenendo la simmetria
rispetto a TP.
9
Straniare è un verbo che deriva dal termine formalista russo ostranenie (sostantivo che la tradizione
italiana rende con “straniamento”, che indica un artificio mirato a creare una distanza, soprattutto
psicologica, tra testo e lettore.
69
In [9] viene applicata una strategia di riformulazione (Malone, 1988) in TA1. Vengono
traduzione in TA2, a differenza della traduzione ufficiale, è più letterale e quindi source-
text oriented. Nella mia traduzione ho seguito la guida linea della traduzione ufficiale,
il testo di partenza.
In [10] le due alternative presentate sono dovute all’ambiguità traduttiva che presenta il
termine inglese “one”, in italiano polisemico. Sia in TA1 sia in TA2 è stata applicata una
strategia di diffusione (Malone, 1988) dove il sostantivo del testo di partenza viene
found the one” con “L’ho trovato”, utilizzando un pronome personale con funzione di
“giusto”.
70
# TP: TA1: TA2: TA3:
sottotitoli traduzione traduzione traduzione
inglesi ufficiale fansubber personale
11 I got piss- Mi sono Mi sono Mi sono
drunk last night sbronzato col ubriacato di sbronzato di
with my mio brutto ieri sera brutto col mio
roommate. coinquilino ieri col mio coinquilino ieri
sera. coinquilino. sera.
12 I was just lying E stamattina Stamattina stavo E stamattina ero
in bed this ero a letto che a letto, a letto che
morning pensavo a pensando a pensavo a
thinking about quanto quanto è quanto
how nasty hot schifosamente eccitante Nancy dannatamente
Nancy Grace is, sexy sia Nancy Grace e tentavo sexy sia Nancy
and just trying Grace di decidere se Grace cercando
to decide if I cercando di venire o no, di decidere se
was gonna decidere se perché qui non venire a
come in at all’ venire a c’è nessuno su lavorare, visto
cause it’s not lavorare, visto cui fantasticare. che qui non c’è
like there’s che qui non c’è nessuno su cui
anyone here to nessuno su cui fantasticare.
fantasize about. fantasticare.
13 No offense No, non mi Senza offesa. No, non mi
taken. sono offesa. sono offesa.
In [11] ritroviamo di nuovo un termine estremamente colloquiale che è stato reso con un
termine che appartiene grossomodo allo stesso registro in TA1 e con un termine di
registro più alto in TA2. Concordo con la soluzione adottata in TA1 anche se al termine
71
“sbronzato” ho aggiunto “di brutto” per intensificarne il significato e rendere quindi a
registro linguistico è piuttosto informale, più vicino allo slang che alla varietà standard.
In TA1 il termine “hot” tramite una strategia di cultural substitution (Baker) viene reso
con “sexy”, termine sempre d’origine inglese ma enormemente diffuso e quindi più
adatto ad essere recepito dal pubblico italiano, destinatario della traduzione. In TA2 la
to” è stato reso rispettivamente in TA1 e in TA2 con i verbi “cercare” e “tentare”.
verbo del testo di partenza. L’espressione “if I was gonna come in at all” ha bisogno di
essere riadattata per avere una struttura più adatta alla lingua italiana. In TA2 la
soluzione adottata sembra essere leggermente più economica di quella in TA1 ma, a
prescindere da questo, i due tentativi fatti sono altrettanto buoni e la scorrevolezza del
testo è garantita.
tipica del testo di partenza ma non presente in italiano. La formula in questione è “No
offense. None taken” che in TA1 viene resa perfettamente con “No, non mi sono offesa”
alternative piuttosto diverse tra loro. In TA1 l’espressione viene resa con “Non
72
considero” mentre in TA2 viene tradotta con “Non cerco”. Entrambe le soluzioni mi
sembrano poco efficienti perché il verbo “to go for” implica il fatto di provare attrazione
per qualcuno. Per questa ragione la mia proposta di traduzione è “Non sono attratto”
In [15] vengono utilizzate due strategie traduttive. In TA1 la struttura del TP viene
si è adottata la strategia della traduzione tramite parafrasi di Baker poiché è stato scelto
il verbo “lavorare” per tradurre il termine iniziale. La locuzione verbale “paying for
sex” è stata resa in TA1 con “aver pagato una squillo” mentre in TA2 ci si è serviti della
“aver avuto prestazioni sessuali a pagamento”. Nella mia versione, per quanto riguarda
la prima parte della proposizione, mi sono basata sulla traduzione ufficiale mentre per la
traduzione della locuzione verbale “paying for sex” ho seguito la traduzione dei
fansubber.
73
# TP: TA1: TA2: TA3:
sottotitoli traduzione traduzione traduzione
inglesi ufficiale fansubber personale
16 A friend at The Me l’ha Un amico al Me l’ha
Post gave me spifferato un Post mi ha dato spifferato un
the tip. membro del la dritta. amico al Post.
Post.
17 But I need to Ma ho bisogno Ma devo sapere Ma ho bisogno
know the truth di sapere la la verità prima di sapere la
before the verità prima che la storia verità prima che
story breaks. che esploda il venga fuori. esploda il caso.
caso.
18 You think it Potrebbe essere Ritiene possa Ritiene possa
could be a diffamazione? essere un essere un
smear job? tentativo di tentativo di
diffamazione? diffamazione?
19 I do. But Si. Ma a Si. Ma a quanto Si. Ma a quanto
allegedly, quanto pare, si dice, pare, Weil
Congressman Weil l’onorevole frequenta una
Weil frequents frequenta una Weil frequenta specie di
some sort of specie di un servizio di servizio di
high priced agenzia di escort di lusso escort di lusso
escort service squillo d’alto in un club in un locale
at an bordo in un underground a clandestino di
underground locale Georgetown. Georgetown.
club in clandestino di
Georgetown. Georgetown.
20 Now, if that’s Se così fosse, Ora, se questo Se così fosse,
true, it’s gonna sarà un vero e dovesse essere sarà un vero e
be a PR proprio vero, sarà un proprio incubo
nightmare, incubo a vero e proprio a livello di
because he’s the livello di scandalo, relazioni
new chairman relazioni perché è il pubbliche,
of the House pubbliche, nuovo perché è il
Ethics perché è il presidente del nuovo
Committee. nuovo Comitato Etico presidente del
presidente del della Camera. Comitato etico
Comitato etico della Camera.
della Camera.
seguire la linea suggerita in TA1. “A friend” viene reso in TA1 con “un membro” che,
francamente, mi sembra un po’ troppo lontano dal significato del termine iniziale e in
contrasto con il verbo “spifferare” che appartiene ad un registro più colloquiale rispetto
74
a “membro”. Nella traduzione ufficiale la struttura sintattica viene cambiata, il soggetto
viene posposto e “gave me the tip” diventa “me l’ha spifferato” che viene messo in
posizione di rilievo all’interno della proposizione, mentre in TA2 “tip” viene reso con
“dritta”.
In [17] riscontriamo uno dei problemi più ricorrenti nella traduzione del verbo “to need”
che in italiano può essere reso principalmente in tre modi: con la locuzione verbale
“aver bisogno di”, con il verbo “dovere” e con il verbo “necessitare”. Personalmente mi
trovo in accordo con la scelta fatta in TA1 e quindi con l’utilizzo della locuzione verbale
“aver bisogno di” invece del verbo “dovere” poiché entrambi i membri sono posti sullo
stello livello all’interno del contesto comunicativo e quindi l’impiego di una locuzione
verbale che non si configuri come un ordine o un’imposizione sembra la scelta più
appartiene ad un registro linguistico leggermente più alto. Per quanto riguarda la resa di
“The story breaks”, che è un’espressione idiomatica inglese, in TA1 è stata adottata una
In [18] “smear job” ha un alto valore idiomatico e in TA1 è stato reso con
stato tradotto con “un tentativo di diffamazione”. In TA1 ritroviamo anche una strategia
In [19] è stata applicata in TA1 una strategia di omissione per quanto riguarda il termine
“Congressman” che non è stato tradotto. Sempre nella traduzione ufficiale “service” è
stato reso con un termine leggermente più specifico, ossia “agenzia” e “high priced
75
escort ”, che ha una struttura differente rispetto all’italiano, è stato tradotto con “squillo
d’alto bordo”. In TA2 con “un club underground” si è adottata una strategia di
trasposizione o transfer (Gottlieb) che genera uno straniamento non necessario nello
sostituito “agenzia di squillo d’alto bordo” con “servizio di escort di lusso”, espressione
molto usata in Italia, soprattutto in seguito alla scoperta di bande criminali che
In [20] una traduzione letterale dell’espressione “PR nightmare” non avrebbe offerto
una soluzione efficiente. Le alternative proposte in TA1 e in TA2 sono entrambe valide:
in TA1 si è fatto ricorso ad una strategia di traduzione tramite parafrasi con l’uso di una
parola simile (Baker, 1992) dove “PR nightmare” è stato reso con la locuzione “incubo
(Baker) per cui “PR” non è stato tradotto e una strategia di parafrasi (Gottlieb) tramite
76
# TP: TA1: TA2: TA3:
sottotitoli traduzione traduzione traduzione
inglesi ufficiale fansubber personale
21 That’s Favoloso. Ma Tutto ciò è Favoloso. Ma
delightful. But noi non interessantissimo, noi non
we don’t go passiamo al ma non ci passiamo al
through setaccio i occupiamo dei setaccio i panni
people’s dirty panni sporchi panni sporchi sporchi di
laundry. di nessuno. della gente. nessuno.
22 -Now, that -Beh, -Beh, davvero -Beh,
was lovely. incantevole. interessante. interessante.
-What? -Cosa? -Che cosa? -Cosa?
23 -A gestural -Ritirata -Il ritirarsi -Ritirata
retreat. gestuale. gestuale. gestuale.
-What’s that? -Cos’è? -Cos’è? -Cos’è?
24 His step Ha fatto un Il passo indietro. Ha fatto un
backwards. passo Significa che non passo indietro.
Means he indietro. crede ad una Significa che
doesn’t believe Significa che parola di ciò che non crede a una
a word he just non crede a ha appena detto. parola di ciò
said. He’s una parola di Sta mentendo. che ha detto.
lying. ciò che ha Sta mentendo.
detto. Sta
mentendo.
25 You need Ti serve aiuto Hai bisogno di Hai bisogno di
somebody to col caso dei qualcuno che ti qualcuno che ti
back you on militari. aiuti col caso dei aiuti col caso
the military militari. dei militari.
case.
In [21] notiamo ancora una volta la fortissima valenza idiomatica dei dimostrativi
letterale. “That’s delightful” viene reso in TA1 con l’aggettivo “favoloso” tramite una
principale viene resa con “Tutto ciò è interessantissimo”. In TA1 “go through”, che è un
phrasal verb, viene reso con un’ espressione idiomatica italiana, ossia “passare al
77
In [22] ritroviamo nuovamente la problematica della resa del dimostrativo e la sua
valenza idiomatica nella lingua italiana. In TA1 l’aggettivo inglese “lovely” viene reso
con “incantevole” ma, personalmente, mi trovo in accordo con la resa linguistica in TA2
In [23] ritroviamo due tentativi di resa letterale, ottenuta in TA1 con una strategia di
In [24] in TA1 viene utilizzata una strategia traduttiva di diffusione (Malone, 1988)
In [25] il verbo “to need” è stato reso rispettivamente in TA1 e TA2 con il verbo
“servire” e con la locuzione verbale “aver bisogno”. L’espressione “to back someone on
qualcosa” piuttosto che “offrire aiuto”. In TA1 quindi, sebbene venga mantenuta la
dove tutte le alternative possibili per la traduzione del verbo “to back” confluiscono in
un unico verbo, ossia “aiutare”. In TA2 ritroviamo una costruzione simmetrica rispetto
al testo di partenza.
78
# TP: TA1: TA2: TA3:
sottotitoli traduzione traduzione traduzione
inglesi ufficiale fansubber personale
26 College L’Associazione L’Athletic L’Associazione
Athletic di Atletica Association universitaria di
Association vuole sapere se universitaria Atletica vuole
wants us to l’hanno vuole che che scopriamo
find out if he corrotto per scopriamo se se l’hanno
took a bribe to giocare alla ha preso una corrotto per
play for GWCU. bustarella per giocare alla
GWCU. giocare per la Carver
Carver University.
University.
27 Sergeant Scott’s Il comando del Il comando del Il comando del
leadership is sergente Scott è sergente Scott è sergente Scott è
crucial to the cruciale per le cruciale per le cruciale per le
tribal missioni missioni di missioni segrete
intelligence segrete tra i spionaggio sui tra i tribali che
missions we’re tribali che locali che stiamo
running on the stiamo stiamo svolgendo sul
Pakistani svolgendo sul effettuando ai confine
border. confine confini del pachistano.
pachistano. Pakistan.
28 I would not Non ti facevo Non ti avrei Non ti facevo
have pegged una fanatica detta una una fanatica
you for a hoops del basket. fanatica del del basket.
geek. basket.
29 See, that’s the Quello è il Vedi, è questo Vedi, è questo
trouble with guaio dei talenti il problema di il problema dei
naturals. They naturali. Non chi ha talento talenti
don’t see what’s vedono ciò che naturale. Non naturali. Non
missing. manca. vedono quello vedono ciò che
che manca. manca.
30 They’re all Seguono solo Sono tutto Sono tutto
instinct and no l’istinto, niente istinto e niente istinto e niente
science. scienza. scienza. scienza.
ufficiale è migliore di quella dei fansubber anche se si sceglie di non tradurre “college”
attuando una strategia di omissione (Baker). In TA2 viene usata una strategia di
trasposizione o transfer (Gottlieb) che produce uno straniamento del testo. La parte
verbale “wants us to find” viene resa in TA1 con una strategia di riduzione (Gottlieb)
79
decidendo di omettere parte dell’informazione mentre in TA2 viene messa in pratica una
strategia di imitazione (Gottlieb) del testo di partenza rendendo con una soluzione
viene tradotto letteralmente. In TA2 per quanto riguarda la sigla “GWCU” viene adottata
una strategia di traduzione tramite parafrasi con l’uso di una parola simile (Baker) per
evitare uno straniamento del termine e far sì che il significato venga percepito anche dal
pubblico italiano. Anche io, nella mia proposta, ho preferito rendere esplicito il
In [27] troviamo innanzitutto una sostituzione (Malone, 1988) del genitivo sassone
inglese con la preposizione articolata “del”. In secondo luogo sia in TA1 sia in TA2
“leadership” viene reso con “comando”, equivalente italiano del termine inglese anche
valida, data la diffusione di tale vocabolo anche nel contesto comunicativo italiano.
In [28] troviamo un cultural specific item, ossia il verbo “to peg” che fa parte del
presentate sono valide sebbene mirino ad una traduzione target oriented, per garantire la
In [29] ritroviamo il problema della traduzione dei dimostrativi inglesi. In TA1 “that”
viene reso con “quello” mentre in TA2 con “questo”. Per quanto riguarda la resa del
termine del TP “naturals” ho seguito la stessa linea indicata dalla traduzione ufficiale e
tramite una strategia di espansione (Gottlieb) ho tradotto con “talenti naturali”. Per la
80
struttura della proposizione ho cercato di mantenere una certa simmetria rispetto al testo
In [30] in TA1 per la traduzione dell’espressione del TP viene adottata una strategia di
diffusione (Malone, 1988) mentre in TA2 viene utilizzata una strategia di trasposizione o
Dal confronto tra il testo di partenza e le due traduzioni ho notato la presenza ripetuta di
termini di registro un grado più basso rispetto all’originale per garantire una certa
naturalezza e fluidità del linguaggio, mentre nella traduzione ufficiale vengono utilizzati
La traduzione ufficiale in generale risulta essere più precisa ed appropriata rispetto alla
frutto del lavoro di professionisti esperti del settore linguistico, mentre la seconda è
realizzata, per la maggior parte, da traduttori amatoriali che molto spesso sono estranei a
traduttive applicabili ai testi. In secondo luogo bisogna anche tener conto della scarsa
C’è tutto un popolo di amanti delle serie televisive che, avvalendosi di diversi strumenti,
segue in diretta le proprie serie preferite mentre vengono trasmesse nel paese d’origine.
81
Spesso questi non hanno una conoscenza della lingua del paese in cui viene trasmessa la
serie televisiva tale da poter visualizzare il filmato in lingua originale. È per tale motivo
specifico mi riferisco alla resa di ATF che viene trasferito nella lingua d’arrivo
La traduzione ufficiale, tranne poche eccezioni, mantiene quasi sempre una certa
numerose asimmetrie.
nella traduzione fansubber, al fine di ottenere una struttura sintattica più adeguata
all’italiano. Per il raggiungimento di tale obiettivo a volte capita che il soggetto della
Un’altra strategia molto usata è quella della traduzione tramite una parola più generale
(Baker), affiancata dalla strategia di traduzione tramite una parola più neutra o meno
espressiva (Baker).
La difficoltà relativa alla traduzione dei dimostrativi inglesi viene risolta spesso con il
82
È ben chiaro che la traduzione ufficiale è qualitativamente superiore rispetto a quella
amatoriale ma ciò che desta interesse è la rapida diffusione del fenomeno del
fansubbing. Le piattaforme che offrono tali servizi hanno un bacino di utenti molto
ampio che tende ad aumentare sempre più. In effetti i sottotitoli messi a disposizione dai
fansubber costituiscono una valida risorsa a cui poter attingere in assenza di traduzioni
ufficiali o in attesa della messa in onda delle serie televisive nel proprio paese.
83
Capitolo 4.Una panoramica sull’inganno nel mondo arabo.
Per poter fare un raffronto tra il modo di mentire nel mondo inglese e nel mondo arabo
occorre innanzitutto fare riferimento alla distinzione tra high-context cultures e low-
context cultures, teorizzata da Hall nel 1976. Hall vede il significato e il contesto come
“inextricably bound up with each other" (1982, p. 18). La differenza tra high-context
nel codice linguistico e pochissimo significato nel contesto. Per questo motivo, la
Nelle high-context cultures, il significato è inserito più nel contesto che nel codice.
Come Hall afferma: “most of the information is either in the physical context or
internalized in the person, while very little is in the coded, explicit, transmitted part of
the message" (1982, p.18). Così l’ascoltatore deve capire gli indizi dal contesto
Le persone che appartengono a culture a alto contesto si aspettano di più dagli altri
rispetto alle persone che sono cresciute in culture a basso contesto. Mentre parla di
qualcosa a cui sta pensando, un individuo di una cultura a alto contesto si aspetta che il
spiegazioni o dettagli.
Detto in altri termini, nelle culture a alto contesto gran parte del “peso del significato”
ricade sull’ascoltatore. Nelle culture a basso contesto, il peso sembra invece ricadere sul
parlante.
84
L’interesse per l’individuazione delle menzogne, in culture a alto contesto e a basso
e culturali piuttosto variegati, in cui sono presenti individui provenienti da diverse parti
del mondo e con un background culturale spesso totalmente diverso da quello dell’altro
Come ben sappiamo, molti indizi di menzogna vengono forniti dal comportamento non
dell’inganno per gli indizi che può fornire. Si potrebbe sostenere che la mimica
differisca significativamente non solo per i bugiardi e per chi dice la verità, ma anche
per gli appartenenti a culture a alto contesto e a basso contesto. Le high-context cultures
fanno più affidamento al contesto rispetto alle low-context cultures; ricorrono agli
ha luogo, per non menzionare la relazione tra i due interagenti (Würtz, 2005). Inoltre,
Würtz (2005) sostiene che la comunicazione nelle culture a alto contesto è caratterizzata
da un uso estensivo di strategie non verbali, come gesti, linguaggio del corpo, silenzio e
Considerando questi risultati, si potrebbe affermare che gli individui delle culture a alto
contesto hanno un sistema mimico molto diverso rispetto agli individui delle culture a
basso contesto.
Nel caso della menzogna, dato che gli individui delle culture a alto contesto sono
85
comportamento non verbale. Più un bugiardo ricorrerà all’uso della mimica, più sarà
che la mimica implichi una maggiore credibilità è presumibilmente più applicabile agli
individui delle high-context cultures a causa della loro cultura dipendente dal contesto e
dalle relazioni e della loro preferenza per la comunicazione non verbale. Gli individui
delle culture a alto contesto mettono più enfasi sul comportamento non verbale per
trasmettere i propri messaggi, ma per essere ritenuti più credibili devono fare più
mentire di quanto non farebbero gli individui delle culture a basso contesto.
Nell’ambito del discorso sulla menzogna nel mondo arabo si colloca il concetto di
Taqiyya.
“Lying and cheating in the Arab world is not really a moral matter but a
method of safeguarding honor and status, avoiding shame, and at all times
exploiting possibilities, for those with the wits for it, deftly and
expeditiously to convert shame into honor on their own account and vice
versa for their opponents. If honor so demands, lies and cheating may
become absolute imperatives.” [David Pryce-Jones, “The Closed Circle”
An interpretation of the Arabs, p4]
non praticare i riti obbligatori previsti dalla religione islamica per sfuggire a una
86
persecuzione o a un pericolo grave e imminente contro se stessi a causa della propria
fede islamica.
mentale”), che consiste nel dire solo una parte della verità riconoscendosi il diritto a una
La taqiyya si configura, quindi, come una falsificazione poiché vengono fatte delle
affermazioni che non corrispondono alla realtà, mentre il kitmān è una sorta di
fondamentale del rischio grave e imminente per la propria incolumità e la propria fede,
anche se molto spesso di tali concetti si parla quando si vuole indicare la furbesca opera
aspetti dell'Islam che non risultano condivisibili da parte della maggioranza dei non
musulmani.
Taqiyya e kitmān, come ogni altro precetto islamico, hanno precisi ambiti di
essi sono comunque atti inammissibili, giudicati ipocriti e indizi di mancanza di fede e
di fiducia in Dio.
puramente morale. In tal caso quindi per l'Islam tutto non c'è alcuno spazio ammissibile
per la dissimulazione.
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La Taqiyya ha due connotazioni che trovano fondamento e raccomandazione nel
Corano.
Come molte pratiche islamiche, la taqiyya si è formata nel contesto della cultura del
tribalismo Arabo, delle guerre d’espansione, dei saccheggi Beduini e dei conflitti tra le
tribù. La Taqiyya è stata usata dai Musulmani sin dal settimo secolo per confondere,
La Taqiyya ha due implicazioni che trovano applicazione in due casi distinti: simbiotica
e precauzionale.
prevenire il danno e il male. Le regole si applicano anche nel caso in cui la perdita di
Se dicendo la verità, una vita viene messa in pericolo, chi deliberatamente la dice
migliore.
La Taqiyya precauzionale è data per misure precauzionali in cui si deve essere cauti
prassi razionale che la maggior parte degli individui adopera nelle più disparate
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occasioni. La circospezione, intesa come principio basilare, e l’analisi del contesto
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Conclusioni.
Lo scopo principale del mio elaborato era quello di esaminare il linguaggio non verbale
della menzogna. Il mio punto di partenza è stato il telefilm “Lie to me” che, come ho
specificicato in un altro punto del testo, è nato in seguito al grande successo riscosso dal
forzatamente, che non esiste essere umano sulla faccia della terra che non menta. Tale
ricerche, che effettivamente possiamo arrivare a mentire anche diverse volte al giorno.
Ecco che nasce la necessità di “tutelarsi” quasi dall’inganno che viene architettato
continuamente.
comunicazione verbale, paraverbale e non verbale. Quella che più desta interesse in me
è la comunicazione non verbale che, tra gesti, tono, volume, ritmo della conversazione,
menzogna. Nel secondo capitolo ho analizzato tutti gli aspetti dell’interazione che
indizi del sistema vegetativo e viso. La parola è il canale che il bugiardo riesce a
controllare meglio: sa che grande attenzione viene rivolta a questo aspetto e quindi
cerca di studiare bene la versione da proporre. Agli altri aspetti dell’interazione viene
prestata meno attenzione ed è questo il motivo per cui riusciamo a cogliere maggiori
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dettagli utili per la ricostruzione dell’inganno che si stava cercando di mettere in piedi.
Il canale più importante, nell’ottica di Ekman, per la scienza della “lie detection” è il
viso. Si tratta del luogo in cui vengono esibite le microespressioni, pose facciali che
emozioni facciali di gioia, dolore, tristezza, rabbia, disgusto, paura e sorpresa vengono
esibite in tutto il mondo allo stesso modo anche se le “display rules” che le controllano
Ciò che mi ha colpito è stata la scoperta dei “naturals”. Si tratta di uno dei risultati del
specifico per imparare a riconoscerle. Ho sempre avuto la percezione che questa cosa
fosse possibile ma, leggendo i lavori di Paul Ekman, ne ho avuto la conferma definitiva.
Nel mio elaborato ho anche proposto un’analisi traduttiva di alcuni dei sottotitoli del
Il capitolo finale, invece, contiene una delucidazione sul modo di mentire nel mondo
arabo. É stato opportuno fare una distinzione tra le high-context cultures, come quella
di Taqiyya, una menzogna sancita dal Corano e dalla Sunna che permette di smentire la
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