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Questa storia racconta le disavventure di Leone, una luce annoiata, in cerca di nuovi stimoli e di nuove passioni;

quella sera fece un incontro che le cambiò la vita e che le insegnò una nuova lezione, di vitale importanza per la
sua sopravvivenza.

L’appuntamento doveva aver luogo nella sua piazza preferita, erano appena passate le otto di sera e i lampioni
splendevano di un colore aranciato, il freddo pungeva, era gennaio e la luce aspettava con ansia l’arrivo dello
sconosciuto.

Si presentò con fare elegante, con un folto ego seduttivo, un sorriso smagliante e gli occhi color verde smeraldo,
a Leone sembrava di aver incontrato un’altra delle belle luci che popolano questa terra, il viso era angelico ma
allo stesso tempo ambiguo, dissimulato.

Si instaurò da subito una piacevole conversazione e si trasferirono in un luogo più adeguato per la serata; arrivati
a destinazione il contatto tra loro si faceva sempre più intenso, più vicino, gli occhi di lui fissavano la luce con
fare quasi inquietante, con profondità, con bramosia; la sintonia accresceva ad una velocità quasi surreale.

Di lì a poco Leone venne sedotta da questo sguardo pungente, irrinunciabile, il suo essere penetrante la attraeva,
si sentiva messa in guardia ma non aveva la forza di allontanarvisi.

Iniziarono a frequentarsi giorno dopo giorno, non vi era momento in cui non ci fossero forti emozioni da provare,
il cuore batteva a mille e tutto sembrava andare come mai prima.

Persisteva una frustrante sensazione che qualcosa non funzionasse, un’ambigua sudorazione, il corpo
oltraggiava questa frequentazione, eppure tutto era idilliaco agli occhi della ignara luce.

Si susseguivano momenti indimenticabili incorniciati da sorrisi, foto, coccole, baci, carezze, tenerezze, cene di
lusso, sesso, dolci e luoghi romantici.

Si prendevano per mano ogni dove, non perdevano occasione per scambiarsi effusioni, lui la guardava
intensamente e le diceva: “che begli occhi, così scuri e profondi”.

Era forse questa l’unica cosa vera, reale, lo specchio dell’anima; lui non aveva mai conosciuto tanto ardore, tanta
interiorità, e per questo doveva nascondere il suo segreto crudele.

La sua nascita non brillava della stessa intensità di Leone, il suo colore era oscuro e permeato da un forte campo
gravitazionale, il suo unico scopo e desiderio era attrarre tutte le luci di questo mondo ed inghiottirle in sé stesso,
era un Buco Nero, un essere senza empatia che non provava emozioni se non per il suo esistere, non aveva
scrupoli e mezze misure, il senso di vuoto interiore lo attanagliava in ogni momento, incolmabile, sempre in
cerca del piacere del brivido, dell’eccitazione.

Il giorno che incontrò Leone trovò in lei qualcosa che non aveva mai trovato prima.

Non consisteva dello stesso colore cristallino e sterile di quelle che gli erano capitate fino ad allora, questa luce
era diversa, il suo colore era ambrato, caldo, denso, ricco di amore e profondità.

Il desiderio era irrefrenabile, voleva a tutti i costi inglobarla in lui, lo torturava sapere di una luce che splendesse
così tanto, lui che era il più bello, il più attraente, lui che poteva avere tutto e tutti.

E così, per aggiudicarsi un altro dei suoi tanti trofei, mise in atto il suo piano manipolativo, semplice, preciso ed
infallibile, ormai da tempo collaudato, non vi era altro modo, non conosceva altra via, se non quella di stregare
un'altra delle sue tante vittime.
Leone provava forti emozioni contrastanti, qualcosa non andava, si sentiva come se un macigno le stesse cadendo
addosso, non voleva accettare tutto quello che il corpo le stava suggerendo, ma si sentiva affievolire e decise di
prendere coraggio ed affrontare il suo manipolatore.

Una sera intavolò una discussione, affrontò lo sguardo di lui, cupo, vitreo ed abissale, ma non ottenne alcun
risultato, più Leone cercava di entrare nelle cose più lui la manipolava, più le riversava addosso colpe inesistenti,
più elogiava le sue grandi doti e la sua bontà di comportamento, negando la sua vera natura.

Leone era esterrefatta dalla scarsa empatia e poca astuzia del suo interlocutore, le ci volle pochissimo tempo per
capire con chi aveva a che fare, una delle sue più forti doti era saper entrare nella profondità delle cose, analizzarle
per quel che sono, discernere le emozioni ed i comportamenti altrui; smascherare tutta quella cattiveria fu
semplice ed immediato, quasi come fosse stato tutto sempre a disposizione, come se tutto fosse successo sotto
il candore del sole.

Era incredula, non pensava potessero esistere creature così spregevoli, non conosceva l’esistenza dei buchi neri,
nella sua ingenuità pensava vi fossero solo tante luci che splendevano come splendeva lei, alcune potevano
splendere meno, altre di più, alcune di un colore, altre di un altro, ma pur sempre esseri lucenti.

Prese coscienza di tutto quello che le stava succedendo e cercò la forza per allontanare tutta la crudeltà che le
veniva riversata contro, sebbene il buco nero tentasse e tenti tuttora di negare il suo vero essere.

Avvenne la rottura.

Il periodo che seguì fu tragico, Leone venne investita da terrore, smise quasi di provare quelle emozioni che
erano la sua più grande peculiarità, non provava più il piacere, non sentiva il dolce calore dell’abbraccio, la
musica scorreva inascoltata, i profumi accarezzavano l’olfatto senza smuoverlo, l’amore aveva smesso di farle
palpitare il cuore.

Il buco nero era riuscito ad insinuarsi così in profondità nella sua mente che i pensieri di lui erano ricorrenti e
angoscianti.

Leone prese forza e domandò aiuto a coloro che gli volevano bene veramente e in loro trovò quella solidarietà e
vicinanza che aveva dimenticato, anche da chi viveva distante migliaia di chilometri.

Fu lampante la memoria del vero amore, una Luce azzurra come il mare era tornato ad abbracciarla, a dargli
coraggio, i suoi occhi color zaffiro splendevano di dolcezza e di grande bontà, il loro legame esisteva ormai da
tempo immemore, quel legame che il buco nero aveva cercato con ogni mezzo di distruggere, quella relazione
incomprensibile ed ostacolante per i suoi piani, quell’unione pressoché indistruttibile, incrollabile ed
inscalfibile, sussisteva ancora.

Non sappiamo quanto tempo servì a Leone per tornare a risplendere in modo autentico, il suo umore mutevole
e lunatico aveva in sé la grande forza della resilienza, uno spirito di adattamento senza pari;

Al contrario conosciamo quello che imparò, una lezione che le cambiò il modo di vedere il mondo, un dono di
consapevolezza prezioso che la portò ad avere gratitudine verso la sua disavventura.

Non tutti sono in grado di provare sentimenti autentici*, questo privilegio è riservato a coloro che hanno il
coraggio di brillare di verità e a cui è stato concesso il dono inestimabile dell’intelligenza emotiva.

M. P.
*[e duraturi] Vicenza, 21 marzo 2018

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