Effetti collaterali
di un festival:
l’associazione GEC
Letizia Orti
Presidente Associazione Gruppo Effetti Collaterali
“Gruppo Effetti Collaterali” (per gli amici GEC) è
un’associazione culturale costituitasi formalmente nel
2014, che si propone lo scopo di coltivare e diffondere
la passione per la cultura musicale e per la cultura
rantoio
indipendente nel suo complesso. Per questo motivo
promuove ed organizza eventi ed iniziative di vario
genere, a titolo gratuito, all’interno del territorio di
Fattoria del Biancheto Chiusi e dintorni, anche collaborando con enti ed altre
associazioni: concerti, presentazioni di libri, reading,
proiezioni, rassegne cinematografiche, mostre, seminari,
performance artistiche.
La nascita del GEC è strettamente connessa con il Lars
Rock Fest: infatti l’idea di dar vita ad una associazione
culturale nasce proprio nel 2012, insieme alla
proposta, avanzata da alcuni appassionati di musica,
di organizzare a Chiusi un festival musicale: l’idea
fu accolta con entusiasmo sia dall’Amministrazione
Comunale che dall’allora nascente Fondazione Orizzonti
d’Arte, le quali inserirono l’evento nel cartellone delle
proprie attività. I risultati, per qualità e varietà delle
proposte, valore musicale, progetti collaterali, ed ancora
per la vasta partecipazione nazionale ed internazionale,
riscontrata già a partire dalla seconda edizione del luglio
Studi Dentistici Dott.
2013, hanno dato ragione alla scelta di organizzare
la manifestazione. Quel nucleo originario di “padri
Stefano Belmonte
fondatori” del festival (Alessandro Sambucari, Giannetto
Marchettini, Andrea Micheletti, Gianluca Sonnini) ha
saputo raccogliere intorno a sé persone, idee ed energie
che, come effetto collaterale, sono confluite proprio nella
nascita dell’associazione GEC.
Oggi, a 7 anni da quel primo Lars Rock Fest del 2012,
l’associazione vanta al suo attivo più di un centinaio tra
soci e simpatizzanti e un curriculum di attività ed eventi
organizzati vario ed importante, volto a valorizzare la
floratras s.r.l.
cultura nelle sue forme più varie e a sviluppare sinergie,
con la massima attenzione alla sostenibilità,
alla creatività, all’originalità, alla libertà di espressione.
Ira i vari eventi che l’associazione organizza durante
l’anno, oltre al Lars Rock Fest, ormai da cinque anni c’è
GEC&Book, una rassegna di eventi dedicati alla lettura
sotto forma di presentazioni di libri e incontri con gli
autori. La rassegna dedica particolare attenzione alla
ricerca di proposte originali in contenuti e modalità
organizzative: gli incontri prevedono l’utilizzo di diversi
espedienti comunicativi che spaziano dai classici
reading letterari, con l’autore o con attori, a proiezioni
audiovisive, esposizioni o performance di arti figurative
quali disegno, pittura, fotografia, fino ad esibizioni
musicali e concerti. Le location sono state negli anni le
più varie: dai pub ai ristoranti ai birrifici, dalle gallerie
d’arte alle gioiellerie, dalle biblioteche agli spazi del Lars
Rock Fest. La parte del programma di GEC&Book che
si svolge nel territorio di Chiusi è inserito, fin dalla sua
prima edizione, nella rassegna Libriamoci, organizzata
dall’Amministrazione Comunale. Nel 2018 GEC&Book fa
un passo avanti e all’interno del Lars Rock Fest prende
vita Open Book - L’editoria nelle sue forme indipendenti,
presente con la sua seconda edizione all’interno del
Lars Rock Fest 2019, dove un gruppo di case editrici
provenienti da tutto il paese si riunirà ancora una volta
per raccontare il mondo affascinante, orgoglioso e
visionario dell’editoria indipendente.
Gruppo Effetti Collaterali è in sostanza uno spazio libero
ed accogliente, aperto alle idee e alle proposte dei propri
associati ed amici, straripante di entusiasmo e curiosità.
Se vuoi far parte di tutto questo, non devi far altro che
contattarci. Cosa aspetti?
Buon festival.
3
Metz
 Lars
Rock
Fest
Marek Lukasik
Direttore artistico del Lars Rock Fest

Sin dalla prima edizione, il Lars Rock Fest ha avuto un’impronta decisa e
un’identità lontana dal mondo mainstream, cercando sempre di andare a scovare
il particolare, il gruppo nascosto, non conosciuto ai più, quello che se ti ci imbatti
rimani folgorato. Nella maggior parte dei casi le band che sono salite sul palco
del Lars lo hanno fatto come data unica in Italia, o nel centro Italia, abbinandole a
poche altre nel nostro Paese.

Il festival, come direzione artistica, non si è mai precluso niente, spaziando tra
generi e alternando band di spessore a scommesse, sempre vinte. Volendo
designare un genere in particolare, non può che essere il Rock, in tutte le sue

Memorie di un
derivazioni, in tutti i suoi effetti collaterali: post-punk, hardcore, punk, post-rock,
fondendosi con la musica elettronica, con il jazz e djset. Band storiche e band
nuove si sono alternate creando una continuità storica e artistica che negli anni ha

Collezionista
LA SEDIA BLU dato i suoi frutti, arrivando a considerare il Lars Rock Fest come uno dei festival
più importanti nel territorio nazionale.
Il progetto Lars Rock Fest non si esaurisce però “solamente” con l’aspetto
musicale: una serie di eventi “collaterali” stimolanti e creativi, adatti ad ogni età
riempiono le giornate e gli spazi del festival. Laboratori, attività, letture musicali,
presentazioni di libri, giochi, mostre fotografiche, esposizioni, performance
artistiche, workshop: i pomeriggi che precedono i concerti offrono tanto da fare Giannetto Marchettini
Presidente Associazione Gruppo Effetti Collaterali 2014-2018
e da vedere. Lo scopo ultimo è quello di rendere il festival un’esperienza vivibile,
accogliente ed inclusiva.

Questa edizione segna un importante passo avanti, con le band di venerdì

ORGANIZZAZIONE
INFO@ASSOGEC.IT
CULTURA@ASSOGEC.IT
PRESIDENZA@ASSOGEC.IT
IL FESTIVAL
LARSROCKFEST@GMAIL.COM
Wolfmother
e sabato che sono considerate tra le più importanti nel loro genere: i Cloud
Nothings, ospiti sabato 6 luglio, con l’ultimo album “Last Building Burning” hanno
ricevuto pareri positivi da tutta la critica musicale, e viene considerato come uno
dei migliori album del 2018; i Metz non hanno bisogno di presentazioni, il loro
ritorno è tra i più attesi e arriveranno al Lars Rock Fest venerdì 5 luglio. L’evento
cardine di questa edizione sarà sicuramente quello di domenica, che vedrà
sul palco i Wolfmother, band australiana di fama mondiale che porta avanti la
tradizione musicale dell’hard rock di vecchio stampo, di quello che faceva sognare
milioni di rocker nel mondo.
Non mancheranno le sorprese con le band di apertura, principalmente italiane,
dotate di enormi potenzialità e di sonorità che le contraddistinguono nel panorama
musicale italiano, tanto da aver accumulato numerose date fuori dal Paese
rendendole di respiro internazionale.
Il rock è vivo, e lo dimostra l’affetto per il festival, la fiducia che ogni anno le
persone ripongono in noi e la fedeltà di tanti amici che tornano sempre per
condividere con noi la passione per la musica.
Estate del 1972: con mia madre vado al mercato settimanale di
Chiusi. Mi fermo in un banco dove vendono dischi e cassette,
istintivamente attratto da “quei cosi tondi”. Frugo a casaccio,
rovistando tra tutto il materiale esposto, ignaro del contenuto.
Qualcosa in particolare mi colpisce, è un 45 giri e chiedo a
mia madre di confermarmi il titolo: si tratta di “Impressioni di
Settembre/La Carrozza di Hans” della Premiata Forneria Marconi.
Quello fu il mio primo disco acquistato (pagato ovviamente da mia
madre…). Quell’estate avevo appena sette anni e dal quel giorno
di fatto ho iniziato a comprare e collezionare dischi ed ogni genere
di supporto musicale. Non sapevo, lo scoprirò solo anni dopo,
che avevo iniziato la mia collezione con uno dei brani più belli ed
importanti della storia del rock, non solo italiano.
All’epoca, con alcuni amici appassionati, era consuetudine
registrarsi reciprocamente una copia dei dischi comprati: si faceva
con le “piastre”, dove si mettevano nastri vergini, e sulle custodie
delle cassette si trascrivevano i titoli, e i più pignoli aggiungevano
in quei pochi millimetri rimasti anche qualche altro dettaglio.
Non c’erano le possibilità che ci sono oggigiorno di sentire la
musica prima di acquistare il disco, spesso per comprare ci si
fidava di recensioni che uscivano sulla stampa specializzata. Il
mio settimanale preferito era “Ciao 2001”, che purtroppo ha
cessato di esistere nel 2000. Ho continuato ad acquistare gli LP
fino al 1985-86. All’epoca stavano ormai entrando sul mercato
prepotentemente i Compact Disc (CD) ed anche io ero pronto a
fare il salto e provare la grande novità e gli innumerevoli vantaggi
che la stampa e la pubblicità quotidianamente ci propinavano. Il
mio primo CD, me lo ricordo bene, fu “The Queen is Dead” degli
Smiths. Sembrava una rivoluzione epocale, un prodotto facile e
maneggevole, non si faceva niente di meccanico, non si doveva
neanche cambiare il lato: bastava digitare “On” per far uscire
musica perfetta. E così, alla fine degli anni ‘80 i vinili cessarono di
essere prodotti e pubblicati. Erano stati introdotti ufficialmente nel
1948 e dopo quarant’anni la sensazione di tutti fu che il cd non
avrebbe fatto rimpiangere il vecchio e vetusto vinile, che pertanto
cadde nell’oblio, dimenticato da tutti o riposto in polverose cantine.
Ma contrariamente alle previsioni, il CD non ha avuto vita lunga e
a sua volta è stato presto soppiantato dai download digitali e dalle
piattaforme web.
Nonostante i primi anni di smarrimento, posso dire di non aver
mai smesso di comprare i vinili. Inizialmente andando a svuotare
i negozi di dischi che volevano disfarsene, poi frequentando i
nascenti mercatini dell’usato. Oggi i dischi in vinile sono tornati
prepotentemente sul mercato, sia come nuove produzioni, sia
come ristampe. Si acquistano in luoghi diversi, ora che sono quasi
scomparsi i negozi di musica: i vinili, ma anche cd, si trovano nelle
edicole o nelle librerie, oppure si acquistano su Amazon o Ebay.
Sono inoltre esplosi e proliferati i mercatini e le mostre mercato del
vinile e del cd usato e da collezione.
Naturalmente, da collezionista impenitente quale sono, non potevo
che portare al Lars Rock Fest il supporto musicale simbolo della
cultura del rock, il 33 giri in vinile. Non c’è storia, nessun supporto
musicale potrà mai soppiantare il vinile, la bellezza delle copertine,
alcune diventate opere d’arte, ed il fascino della puntina che cala
su un disco da 30 cm che ruota a 33 giri al minuto. Ecco perché fin
dall’edizione 2013, in maniera sempre più importante, si possono
trovare al nostro festival migliaia di dischi da scegliere, comprare
o scambiare, e dall’edizione 2018 alla compravendita del disco
dedichiamo addirittura un apposito spazio, dove allestiscono diversi
operatori giunti da tutta Italia.
Approfittatene anche voi, anche solo per curiosità, quando vi
ricapiterà di poter vedere tanta mirabilia in pochi metri? E’ grazie
a ciò che, seppur gravato dalle responsabilità e dagli impegni
dell’organizzazione del festival, posso ritagliarmi qualche minuto
di libertà e “fiondarmi” tra gli stand a “scartabellare” tra i vinili per
vedere se posso continuare ad arricchire la mia collezione...

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LO SAI CHE?
Cibo & Storia
Elisa Tobia
Chiusi ha un piccolo bellissimo lago, con una sponda umbra,
vietato alle barche a motore, con oasi WWF, campeggio,
una scuola di canottaggio e dei ristoranti con menù tipico
di pesce di lago...
Chiusi ha uno dei più importanti musei etruschi italiani e uno
dei pochi musei con una App dedicata realizzata dal MIBAC...
È stato istituito un biglietto unico valido due settimane per
visitare il Museo Etrusco, il Museo della Cattedrale e la Città
sotterranea al prezzo di dieci euro...
Oltre agli Etruschi, che la chiamavano Kamars, Chiusi ha
ospitato anche i Romani, i resti delle cui ville sono stati
ritrovati in vari punti della città e di cui vediamo traccia anche
nel riutilizzo delle colonne romane nella navata principale
della Cattedrale e nei blocchi di travertino usati per costruire
il campanile...
Durante la seconda guerra mondiale Chiusi è stata bombardata.
A Chiusi ci sono stati anche i Goti e i Longobardi, che hanno
lasciato le loro necropoli purtroppo non visitabili perché
richiuse poco dopo la scoperta...
Al tempo degli Etruschi, Chiusi e Roma erano collegate con una
via di fiumi e canali navigabile e usata per trasportare merci...
A Chiusi sono state trovate più di cento tombe etrusche ma
solo tre sono visitabili...
La leggenda narra che il lucumone etrusco Porsenna sia
sepolto all’interno di un labirinto con un ricco tesoro sotto
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Chiusi...
ROCK’N’ROLL
FOOTBALL CLUB
O di quando rock e pallone
si incontrano
Gianluca Lorenzoni
A Nice Pair è una raccolta dei Pink Floyd uscita a Natale del
‘73 per cavalcare l’ onda dello straordinario successo di Dark
Side of the Moon. È in sostanza una riedizione dei primi due
album della band inglese, The piper at the gates of dawn e A
saucerful of secrets. La copertina è un collage di nove immagini
di varia natura, disposte in maniera perfettamente geometrica,
come un’inquadratura di Wes Anderson. L’immagine al centro
è una posa di una formazione di calcio, in divisa bianca e
blu. Non ci sarebbe nulla di strano o di rimarchevole se non
fosse che quattro elementi di quell’undici sono proprio Waters
e compagni. Loro sono il Pink Floyd Fc, o First Eleven, una
squadra nata per pienare le pause durante i tour estenuanti e
formata da tutto l’entourage della band, dai rodies ai tecnici
ai manager. Waters in porta, Wright terzino destro, Mason (e
chi altro sennò) a scandire il tempo in mezzo al campo e il
più giovane, David Gilmour, con il 7 sulla schiena, a dilungarsi
in assoli sulla fascia, con risultati si dice ben diversi rispetto
a quanto dimostrato in studio di registrazione. La foto è
stata scattata dopo una sconfitta per 4-0 ad opera di una
rappresentativa marxista londinese. Della squadra fanno parte,
tra gli altri, anche Storm Thorgerson, l’inventore del prisma di
Il nome Lars viene dalla parola etrusca che significava “re”... Dark Side e Peter Watts, tecnico del suono e padre dell’attrice
Naomi e della risata più emblematica di sempre, quella che
Il piatto tipico di Chiusi sono i pici, cioè pasta povera fatta con chiude Brain Damage.
acqua e farina e appiciata fino a formare un sottilissimo serpentello, Un piccolo esempio questo per dire come i due fenomeni di
il picio appunto. Il condimento tipico è l’aglione, cioè una salsa di massa più rilevanti dell’ultimo mezzo secolo, il calcio e il rock,
pomodoro e aglione, una varietà locale di aglio di grosse dimensioni abbiano più punti di contatto di quanto potrebbe sembrare ad
ma dal sapore delicato... una prima occhiata. Tifosissimi dell’Arsenal, già due anni prima
di A Nice Pair la band non aveva fatto nulla per nascondere la
I volontari del Lars Rock Fest sono più di cento e hanno dagli 8 agli propria passione per il pallone. Nell’album Meedle del 1971
80 anni... infatti, alle note di chitarra del finale di Fearless si sovrappone
il coro della “Kop”, la curva dei tifosi del Liverpool, che intona
Il Lars nelle prime edizioni si trovava in un’altra location e durava la celeberrima You’ll Never Walk Alone durante un derby con
due giorni... l’Everton.
Ma la storia del rock è piena di riferimenti più o meno velati allo
Il brustico, altro piatto tipico di Chiusi, consiste in filetti di pesce sport più popolare del pianeta.
persico cotto (abbrustolito) sulle canne lacustri che gli conferiscono Oltre a Waters e soci, anche Roger Daltrey, Mick Jagger e
un sapore speciale... Johnny Rotten sono, ad esempio, dei gunners spassionati.
Ci sono reperti provenienti da Chiusi
nei musei di tutta Europa poiché
nell’Ottocento questo paese aveva
moltissimi negozi di antiquari
che vendevano i reperti trovati
negli scavi...
L’associazione Gec, oltre al
Lars Rock Fest, organizza da
cinque anni presentazioni di
libri e eventi tutto l’anno...
Se vuoi sostenere le attività del Gec
puoi fare la tessera di socio al punto
informazioni o lasciare un’offerta,
grazie!
Il leader degli Iron Maiden Steve Harris vanta un trascorso nelle
giovanili del West Ham, non a caso lo stemma del club è sempre
in bella vista sul suo Fender Precision. Elton John, che ha dedicato
un brano al fuoriclasse rumeno Hagi (I’m still standing), è stato
addirittura presidente del Watford, mentre la passione dei fratelli
Gallagher per i citizens di Manchester (così come Johnny Marr
degli Smiths) o dei Kasabian per il Leicester ormai non fa neanche
più notizia. E si potrebbe continuare ancora.
Ci sono poi le canzoni: i Primal Scream scrissero “The Man
and the Scream Team Meet the Barney Army” per la nazionale
scozzese mentre i Super Furry Animals dedicarono “The Man
Don’t Give a Fuck” a Robin Friday, “il più forte giocatore che non
avete mai visto”, scomparso a 38 anni dopo una vita di eccessi.
O ancora, il tributo dei Kinks a George Best (“Delicate Follower
of Fashion”) e “Munich Air Disaster 1958” di Morrissey, omaggio
ai calciatori del Manchester United scomparsi nella tragedia
aerea del febbraio ’58, dopo lo schianto del volo 609 della British
European Airways.
Chiudiamo con Rod Stewart che nel 2012, dopo una soffertissima
e inaspettata vittoria dei suoi Celtic Glasgow sul Barcellona non
seppe trattenere le lacrime, emozionandosi proprio come uno
qualsiasi dei suoi fan sull’attacco di Sailing.
C’è anche chi come Pablo Osvaldo e Gaizka Mendieta ha fatto il
percorso inverso, passando dagli scarpini alla chitarra, ma questa
è un’altra storia.
Due religioni laiche universali, che si nutrono ma allo stesso tempo
regalano vibrazioni uniche. Lo stadio e il concerto come ultimi
baluardi della dimensione collettiva, fenomeni aggreganti e di
fondamentale impatto sociale.
Anche perché in fin dei conti, quanta musicalità, quanta armonia
è possibile ritrovare in un’azione dell’Olanda del ‘74? Quanto
è diverso la giocata ad effetto del fuoriclasse da un assolo
sbalorditivo di chitarra? E quanto una linea incessante di basso
può essere accostata al lavoro oscuro ma fondamentale di un
centrocampista centrale?
Intanto riascoltiamoci l’intro di One of these days, forse nota ai
più come “la sigla di Dribbling”: magari sarà più facile trovare le
risposte.
Etruschi e
Rock
Massimiliano Barulli
Vicepresidente Associazione Gruppo Effetti Collaterali
Nel X secolo a.C. gli etruschi facevano la loro comparsa
nel centro italia, tra le attuali Emilia Romagna, Toscana,
Umbria e Lazio. Un popolo che ancora oggi nasconde
mille misteri e del quale non sappiamo molto se non
esser stato influenzato da culture diverse per poi fare
a sua volta base per quello che sarà poi il popolo
romano. Influenze, intrecci, ibridazioni di popoli che
hanno sempre voluto sperimentare, guardare avanti e
interrogarsi su se stessi, sulla vita, sulla società.
Non si conosce la loro musica, se non che avevano
strumenti rudimentali a corda e a percussione,
lontanissimi antenati di chitarra e batteria, del resto.
Però una cosa è certa, anche in questo caso tutto è stato
frutto di sperimentazioni e influenze di altre culture.
Un po’ come il rock che, partendo dall’America, ha
basato le sue radici su due modelli culturali del tutto
diversi: il country bianco e il blues nero. Entra di forza
nella mente e nel corpo di quei ragazzi che facevano
parte di quella generazione che aveva voglia di cambiare
le cose, di ribellarsi a tutto e a tutti, diventando poi
cardine per tutta la musica che verrà dopo: dal punk
al post-punk, passando per il metal, l’hard rock e
condizionando con i suoi suoni distorti il rap, il pop e la
musica elettronica.
In Italia, il Rock, parte un po’ in sordina, guardato male
da tutti per la sua vena rivoluzionaria, lontana anni luce
da quel bel canto che ha sempre contraddistinto la
musica del belpaese. Nonostante questo è riuscito a far
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CruciLars
Quanto conosci bene questa nuova edizione del Lars?
Mettiti alla prova e completa il cruciverba!
a cura di Giada Podelvento
breccia nelle orecchie di intere generazioni, raccogliendo
adepti in tutte le città, come Firenze, Bologna e Roma,
nate più di duemila anni fa dai germogli dei semi
etruschi. Qui ha trovato terreno fertile e, contaminandosi
con una lingua diversa, ha generato una versione italiana
di rock che dagli anni Sessanta ancora oggi ha qualcosa
da dire.
Insomma, tutto è frutto di intrecci e di contaminazioni,
arrivando ad essere linguaggio. Gli etruschi con la loro
lingua hanno unito le popolazioni locali e permesso a
Roma di sorgere, con i suoi primi re etruschi; il rock,
evolvendosi continuamente e rompendo continuamente
barriere, è riuscito a diventare un linguaggio mondiale,
dall’Africa all’Asia, dall’Europa all’Oceania partendo
dall’America, dove ognuno ha messo del suo in questo
genere diventato quasi troppo ampio da poter essere
descritto.
In questi anni al Lars di contaminazioni ne sono passate
tante, da Hailu Mergia ai Public Service Broadcasting,
passando per band storiche come Pop Group, Gang
of Four e Wire. Il festival ha sempre mantenuto la sua
identità rock, ma parlando linguaggi diversi; ha portato
nella terra di Porsenna storie di persone da tutto il
mondo ed ha mostrato come la musica possa unire tutti,
soprattutto il rock.
Cloud Nothings
 LarsRoku
a cura di Giada Podelvento
ABBIGLIAMENTO
Uomo - Donna Abbigliamento Uomo - Donna
Riempi i quadrati con i simboli Lars assegnati stando attento a seguire le regole
del classico Sudoku: ogni fila, colonna, riquadro (6 campi ciascuno) dovrà essere
compilato con i simboli assegnati in modo che non si ripeta alcun simbolo nella
fila, nella colonna o nel riquadro.
melonibernacchia.it

♪ 🎸🎸 ♪ FRUTTA VERDURA
Prodotti Tipici
🥁🥁 ♫ ♪ 🎧🎧 Il Tulipano
🎸🎸 🥁🥁
♫
💡💡 ♫ 🥁🥁

♪ 🥁🥁 🎧🎧 🎸🎸

♫ 🥁🥁 💡💡

PROFUMERIA
PELLETTERIA
LarsRoku – Riempi i quadrati con i simboli Lars assegnati stando attento a seguire le regole del classico
Sudoku: ogni fila, colonna, riquadro (6 campi ciascuno) dovrà essere compilato con i simboli assegnati in

Punto modo che non si ripeta alcun simbolo nella fila, nella colonna o nel riquadro.
Night & Day
ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI

MACCHIE SAN VINCENZO

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