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Fr " iL TESORO N ASCOSTO DELLA SANTA MESSA «PON UN MODO PRATICO E DIVOTO PER ASCOLTÀRLA '

CON F-RUTTO. OPERETTA DEL BEATQ ;,EoNAP.Do ' DA. PORTO MAURIZIO ”í“ PESARO. 1834. , Dalla
Típografia di Annesìo Nobili-¢ - -

AL. LETTooRE.; . › . . __ . .. I I Atesori per' grandi ',, e preziosa' che' szeno; non sono mai. apprfezzati, se
prima non~sono~conosczuti. Off ecco ,. caro lettore, perché' Ja' molti' non si fa la' dovuta* stiina def
sagrosanto' s_acrzfizz'o= della Messa' : perchè' se bene questoê il più" gran tesoro, che 1°/Iuslrlfi. ed
arríbc/2}is¢_a”W.1a Chiesa di Dio; ê perå im teso`ro- nascosto ,, un_ tesoro da pochi conosciuto. Ah se Ja
tutti fosse" tonoscíuta questa gio- ia dz' ParadzÉs¬o“ ,. ognuno» 'v'z'mp1'e-~ glzenåbbe un íntíero
patrfmorúo' per o”ttèn_e'_*}'la ,-- nef sí 1Ã2scz'erfe6be'_ tuscír di .åoccaj qzlella*p†oposz'àíone'
scanåzlo-- Sa, che* metta orfore .-1 Uni Messa -di più , una' Messa' `di^ meno; poco con-~ fIg_~› Anzi a
guisa dz q`uleZ"tra[fi¢om'@ 1 , ' A. evangelico , darebbe fondo 0 lutti 1 suoi beni per impadronirsi di sì
pre- zioso tesoro: 'Abiit , ct vendit omnia , quae habuìt , et emìt eam; ( Matt. 13. 46. ).Per .illuminar
dunque chi sen vive ai buio, 'e 'non ha il dovu- to concetto di sì sagrosanto mistero, si dà in luce la
presente operetta. C/ze se voi alla di lei prima corp- parsa la criticaste, o come super u_a o come
temeraria come su er ua', percfie \esser_ú_fosi _ ormai ° detti/ãfle _s`tampè.á tarìti libretti ,` _c`/ie consì
bel; 1' ordine `äs`segnano 'ifnzodo di "ascole tari con frutto la sarìta Messa, p`a-e re ,* che non si possa.
`dès_idera›re'di .vanta_{fgio` .f come `_ten7eraria ',' perchè altro 'tri/íeritò si ric/ziede per' mettere iri
'n'1'o`stra”'tu`tti i `pregi`di mistero sì venerando ,% c/ze sorìr'nor_zta__1a`ca*- pacità. degli stessi
¢S`e_ra_/ìni; Iovi risp'oìza'erè_i ,cone tutta' zhgenzlità `j che dite il vero *;" e c`oQfesšo', “che'no'nfh`o
“che dtz'rvz""con_troi; "_Ànzí ,questi dae §ri]Zessz` rní]g`r2rz†1_o`tsrz?tten11tolp`er mol- *to teimfloa ,^
f]ƒ_r;'ma'.',a7P a'ar_e a 'i c mio'as'- esetnsoúf aoeìfádƒo' 'provåto"1n me* stesso 11072 poca'
rzßugñanzdìlmel doc-'er Ti- \ 5 solverme a dar di mano* ad un' o ef ra ,f che non avrebbe» «incontrato
agro accoglimenio ,- -c/ze una- pubölica 'lac- czae' di super'/lua, e. di -superiore alle mie forze. -_ , 1 .\ e
s Ma. due motivi mi ~,da`lo~_..l(4 $pinta.a»z›ii1cere tultø«;le `~r_itrosìe del mio scúorèà.-.Il›ipriIno`-.si. cè
un consi- glio. da ~ me venerato come _com_and0 , perchè proveñuto- personaggio', fl cui per molti -
íitoli ero tenuto abbi- dire. Il secondo < la -. speranza , c-/Le debba recare qualche piccolo giova-: mento
ai popoli' da me coliivali col- le missioni'. Attesocllê uno dei mag- giori beni, c/ze' si porti dalle .sante
missioni si è l' accrescimento del culto, e. venerazione al Santissimo Sagramento : procurandosi in esse di
eccitare in tutti un__s_anto fervore, che ~ .li sproni ad falimentarsi. più spesso col pane degli -angeli ,- ed;
a corteggiare. il ßantissimo J./'.i_atiç'o , -ogni ~q`ua`l volta-«Si POKM ifgfër- mi ,- a./finc`/zi; si -
vedd_accompagna,to da moltitudine di popolo ,i_con;mo1- tiplicità ._ di \lumi,- gin _:om1na_,-.can lalla
pompa , .» ß. decoro- La imeße'-ff@" *¬pro_fittevole az *seìnp ici -, .si díviderà _5 e djligenzál però' si
àdopra per indur tutti ad faseoliare .ogni gz'omo_ .la santa Messa nè potrete immàgínar- .vi quanto
gioviper conseguire gue- sto santo ífine , .ll _ fare -ßapitare alle .mani edeloaseepovera gente, .eerti `
libret- ti composti í con' ostile _pi¢_mo;, e sem»-e p1_z'ce , e- peròfadattatz .zzl1a..loro.ca-_ pa`ez't_à.~«
V-;~()uest~i 'espíanano ííní' 'diƒfi-¬_ voltàfi per _›prom.uo.vere:la ' ívozíone _, porgendo. .livme ._ql1`
.intelletto , .e߃`er- vare -al _wor_e_; 'e-talvolta ne repor- -tano rlnaggíor profitto , .che-.dalle pre- rdie/ze
slesse, .perchè la parola vola, e 'la verità 'in iscritto ßhanno sem- pre sotto gli .oca/zz'. % Quándo `_pure
`›qu_estù ' piccola operelta -non dovesse giovaree che ad un"anima“e_so1a_, non potrà
dsz°rsz'¢totalrnenIe .supe›r_f/lua ed àffic/zê riesco più lpopolare', .e più .zn tre soli íeçzpzftolí. 'Nel-
,pranzo-.sí di- =sten_derà una .breve instnugíone sopra 1 eccellenza; necessità; %ed'_~uli1zl`à \dellaf
santa' -Messa 1- nel secondo. si assegnerà un "metodo pralico ; *e -di- 'voto ›,* per 'ascoltarla con frutto:
nel terzo sz descríveranno alcuni esem- . . 7 pz, che serviranno a come di stimoli al cuore di ogni stato
di persone per ascoitarla ogni giorno. c Ecco i motivi, -che dovranno eccl- lare in voi la compassione verso
dz me , se vi pare , che pretenda trop- po; ed ecciteranno in me la s eran- za di giovare anche a voi, eg:
for- se gradite poco ,~ pere/ze` alla fine vi rendo palese un tesoro nascosto, di cui se saprete prevalervi , vi
arric- chirà di tutti i beni e in vita , e in morte , e nel tempo , e nell' eterni- là. -1/ivete fe/ice. ; v 1 -. .nt
~- -0 ¢ \,, ..\. ,, . i c _ .1,' \ 4 5 _ ø - 1 ' 5 5 «A5 15. ' 'l o - ' I - ' u.: . I \. - 3 1 ,ø pa sf' C fi I 2 \ I _ lr
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Gran pazienza vi vuole. per sòifrireíl linguaggio ppestìferodì ali- Cunì libèrtini ,. rdaì~ 'quali W di .p tempo,
in 1gm§p0.= si gettano I all` aria f praposizio- ni sì: scandalosé ,_ che puzzanp ídi- .- 'atei- smo ,“ ze sono il
veleno- della; pietà. Una messa di più %,. una- .niesísá di mena poco conta. Non.›ê 'poco,,`,dn ascolta la
me._ssa nez gzorm dz. ƒesta. La messa di .quel sacefdote 'e`- la .messa della sÃeltimanaÉsanta;-'{ quafl. do
lia compàrísce a/1' altare, ed -in -me n' esca fuori .di chiesa: .Ch'ip}a .dascorré còsl dà*a d~1vfcdere,'--che
ha p0_Ca_ , .0. ninna `st.i_ma .del-. sagro§anto \ xo À sacrifizio della messa. Sapete voi, co- sa sia in
realtà la »santa_ messa? E' il sole della Cristianità; 1'anima del- la .fede , il centro« della religione cat-
tolica, -dove mirano tutti ì riti, tutte le cerimonie , e tutti i sagramenti della medesima ; Lin-ßsomma 2: un
com- pendio di tutto il buono, -e di tutto il bello,-éfiche si trovafi nella ,chiesa di Dio. Pertanto voi, che
leggete, pon- derate bene; .quanto sono .,per-› -dirvi -in questa instruzione. II. E` verità irreíragabilenzhc
tut- te-le religioni ,-~¬che.so_no' st_ate'da'Tche lia priincipiatoiliil :n`1ond0", 'haìino Sem- prei - avuto: e
fqùalche ` saér.-ifizio ,come parte :essenziale 'del .;cul1to¬,- che -si de- -veí rendere ;a Dio.. Ma ; perchè»,
le Ifo- r'o..-leggi; erano o vaue,+ofimp.erl;ette.; :èosì i -loro sacrifizii erano» altresì 0 :vani , *ofiniperletti.*
Vanissimi erano i saerifizii degli 'idolatrì ,† nè. occorre -mc'nto`va`rl~i;-ed imperfetti erano quel- -ln *degli
›. ebrei., i quali. benchè allora -.professassero la vera religione ,1 is loro sacrifizii per-ò= erano* poveri, ~e-
i dilet- tosl , chiamati/ da S.. Paolo ínfirmll-, et egena elemenla-.I ( ad. Gal. 4. 9. 1.' f~'\ .f › -vi ` ¬ 11-
perchè non potevano' cancellare i speci- cati ie conferire. la grazia. ll solo sa- crifizio, che noiabbiamo
nellaf nostra santa religione , cioè: _ la; santa a messa , è un .sacrifizio santo, fperletto , e di tutto punto
compito, con cui ogni .fedele onora altamente flcldio; pro-1' testando nel .tempo stesso il suo nien- te, ed
il supremo- domixiio, che Dio ha sopra di lui., chiamato 'però da da Daviddee: .Savi-fficum' 'ust-iliaé; (
Psal. 4. 6;) Sacrifizio giustizia, .sì perche scontienefile giusto dei giu. sli, .ed il santo ileizšantì, anzi la giu-
stizia, se santità medesiúåazg sia perchè saútifica ..le .anime A-colli" infusione _delé- la grazia , e coll-'
affiuei1`za`deiel1do'ni; .che =con'lerisce. Essendo dunqneiurn sì santo sacrifizio il .più venembile; «ed
iilfpiùeceellente di tuti.i,* affinchè voi iorr-niiateo .il -dovuto concetto. di sì gran tesoro; spiegheafemo
aqui- bre- vemfiente;-' ed: fin :-suecìnto alcune -delle di 'lui divine :.eecelle'm.e: perchès il dir» le tutte- ;
non ; 2: èopráe, a*fc_ui»gii1ng_er possa la nostrafpovera mente; l ~ 2 W III.*fL`a -principal eccellenza del
"sa- grosauto sacrifizio della messa si èi, iz' che deve: ri putarsi ai ecsenzialmeme Fi-f stesso , anzi. 1'
istessissimo , che si of- ferì. nel Calvario sulla 'Croce :'-con-f questa A sola ;difl'erè1iza , che il . sacrifi- zìo
della I Croce fu sang`uinolento^ ,r e* si -.fece ' una I volta- r,i in quella sola W vol« ta' asoddisfecè
pienamente per tuiti .i peceati dei mondo; e quello dell` al-= tarè è "sacrilizio incruento , ehe può
replicarsi infinite: volie; ie fu istitui- to~per* afrplicarcif* in particolare quel pagamei1to†universal.e', che
Gesù- slåorä- sò'pér.'noì;«.s1il Calvario. Sicchè il sa- crifizio E oruen'to:=Eu .il mezzo della .re- deimioué,
gflåìndruexito ce ne pone in possesszofzl lffuncrfci apre 1' erario dei-.†. imèriti. 1 di- -Griistof Signor.
nostro , *e 1' alfiupficef ne dà -I'.uso. E però av- .veìitite , oche: n-ella-.messa non si fa fimafisola
'rappresentazione ,; 1- o una ,semplice memoria della passione, e morte -deL_~.Redeu'tore_ , ..ma si fa in
-Jjiuilchc. ,vero :senso;quel1a›› slessa azio- -ne; áágnosama., ache- -si isece. siil ;e:ilva- '~I†io_;;,e- sì.,può~
,dinçr.con;;tul.ta~ verità , dif: in-»ogui-L mßssa<jil†fnost.ro; Reden- .tore torna-_ à' ~morì*re; špieìmioi
;;mìstica- JIJßil~1t¢;›Sel.1.Za , morire-; in - verità; vivo 13 ad -un tempo), e_ come ucciso: Vidi agnum
stantem quam occisum. (A_- poc. 5. 6. Nel dì del 'Santo Nata- -le si rappresenta dalla; -chiesa V-la naf-
scìta del Signore , ma, non è già _ve- ro, che il Sìgnorein quel giorno na- sca. Nel dì dell' Ascensione ,C edi
Pentecoste si rappresenta -la salita del Signore al cielo; la venuI;a dello Spi- rito Santo in-terrayfma non .è
già .vero , che'«;i,n .quel gìor.no,_il Signore salga al cielo,f e ;-lo--eSPìI_`iiQ Simto Vì- ›sibilmøuw
.S¢1§1›da:, in 't¢1'r=1- .Ma non può già» 4=di~1*›Sì-,:%l7, iSf@S$0~. šlßfil, ;I1iS†ß.1'0 della sfl1'1t`a
m&SS@››. P@I',0C¢l1è.~ìH. .flflfif sto non,.si@ía ,una .semp_.lìee.__rappre- sen|»anzag`, amarsi tale
stesso vsarrifi- zio incruentemente , che si fece sulla Croce con elfusione di-sangue: ÀQuel- lo '-'stesso
Corpo , ,quello stesso San- gue , quello stesso Gesù , che s_ì_ ol- frì allora” sul Calvario, _£sì olfcrisce ora
nella. santa messa Opus, dice la ..Chiesa ,_ ' Opus noslfdee redemptzfo-_ nis e.r_ercetÈur.e (_-__0rat.
Secr. in missa Dom. 9fp_o.;t_gPent§. ) Sì _sì e.z?erQçjs(r; si la , slfpratìça' ,quello stesso' sacpifi- zio_,;c;he
si lece sulla Croce. .Oh;ch'e , . K _ _- _ 14 opera stupenda! Or ditemi di gra- zia: se quando» voi andate
alla chie- sa per ascoltare la messa ponderaste ben bene, che andate al Calvario, per assistere' alla morte
edel Redentore ,A 'vogliamo dire ,, *che andereste con un tratto-sì' immodesto, ea con abbiglia- menti sì
síacciati? Se la -Maddalena 'fosse andata al Calvario appiè della Croce' tu_tta*- abbi'g'lia†ta ,__ profuma-
ta , 'ed ir'nb_elle't`tata`,1 come quando trat- tava coia f suoi am`anti7,' che si sareb- ›be detto-'di' lei?--
Or; che si deve dire di voi, chê. andate alla 'santa messa , come seandaste ad una festa- di bal- lo? Che-
sarebbe poi, se »profanaste quell` azione sagrosanra con cenni ,. con risi, con cicalecci , amoreggia- menti,
e sagrilegl? Dlco, che- Fini- 'quitå~ disdice in ogni*tempo,. ed in ogni luogo; mai peccati, che si
commettono* in tempo di omessa, e' vicino agli' altari , sono- “peeccat.ì, che sx tirano aìldosso la
male(hz1one'di Dio.- Maledz7çtus~-fhòmo , qui facít 0p1'1£s"`D'0mz°nz"_ fraudulenler. “ ( Jef. 48 1_o.`-)
Peusatevie seriamente, mentre- io va 'discopro altre ' maraviglic , ed eccellenze dx sì prezioso tesoro. ,
, r 15 IV; Pare' che non possa ritrovarsi prerogativa 'piùjeccellente"-*`§el santo sacrifizio' della `r_nessa,
quanto il po- tersi dire, 'che"non so-lo è` copia, ma È Poriginale medesin'1o'del sacrifizio della Croce: e.
pure assai più lo fà Spìccare i"aw'fer per sacerdote un Dio ulIia'nato.lCert0 è, che in sì: santo sacrifiziof tre
cose ' devonfo econsideraré- si; ili'sacerd0te, che -olferisce; là vittima, che*vie_ne'offerta;`e la mae- stà di
Dio; ai 'cui fa' l"`ol:›blazione._ QI' ecco il risalto 'maravìglioso, che per tutte tre queste considerazioni fa
1n'_.sar1ta messa: Il sa_cer_doie'che ol- ferisce 'è un uomo Dio , Cristo Ge- 'Sù ;“ la 'Vittinia' è la vita di un
Dio; nè' ad altri si òfl`eri'_sce , che a Dio. Rawiváte *dunque lafede, e ricono- scete in quel' sacerdote, che
celebra, la persona _* adorabile del nostro Si- gnore Gesù_.”'Cri”sto'. Egli è il prima- rio' o1}`erente,l' non
solo perchè ha in- stituit_o questo santo sacrifizio, e gli haidata l`el`ficacia co`i suoi meriti; ma perchè in
ogni messa egli' stesso si degna per nostro bene di transo- stanziare il pane , e il vino 00| S110 15
Cørpø ~sgn_tis$'imo .,l e nel suo prezìo-f sìssimq _S'ang-1_le. Ecçolidunque il pri- vilegiß massimo låßllfi
“Santa m.@SSal› l`la_vçre_pel†_ sacerdotp :un Dio; uma- ;_m1Q_;.__ç_quançlo;'Voi vedete :al-l' alta-¬ re
..jl ._~çeleb1jal:_n.e..,_ sappiate , A che gli-j_l1,1%ì. maggior pregio si è lflçsserf; miQì§u;Q _di quel
_Saqerdote i1_1v`isì_.bìlt-1, ed elerno , ,q1`1aleMè il ..n0st.r'Q jPu;den-_- ftore. .Qgiqxji ¢`:4,7,che%_ il
sacrìfizìo non la_sÖia_ di. e_ssq1;¢ llgnìlio al Dio benchè _il sacerdote; ¬che_-celébrà, -sia iniquo
_,_sacrilßgo., c .malvaggio,_,;, attcsochè lil ,.pr_ìnclp_ale ,:ofl`eyepte È Cristo Signor ,nostro , ed..il
sacerdote lè .unydìl lúi lscmplìce minisito. `lS.ilc'conl1è chi . l dà la 5-:le`mosì”n`a~ p'er_°m,ano di uh
§èrjƒitp'rf§,, _s_1»d1ce _con ,tu:t_ta› ;ver1jà , chela 'è_~ ,11 _prmc1p:_›l çlonapte , e_,bench.è .xl suo
servq sla perfidpl, elscellèrato.,` Se *glusto è il' °p°_a,(l1fonç: ,4__ lg lixjlpšinà `ni')_x1 _las_c1_a (ll gsserç
_m_ç3~;1:ç›ria , yç ,sal}_t;_1. _Be_necletto. dunque .sia Dio ,` che ci ha d(_)na_t¢v›» mi
s;1clé'x*çli;t'f:fll'_:s,*111't<›_ ',. . sari- tlsslmo , lçh_e~ non, solofin ^Àògp.i . luogo ,çgsendløsnv ._ormal
ldllatata' da- pertut- l*°'“lS?£1*l=i; fšdfl )3ma =\11¢h¢ ìfi ßšêfi “=mP° mi Ogffl 1; elQ,1ì11°, *W-i. -in Gevi
1 ora come si può ricavare dal coiso .del $ole, 'il quale ad altri nasce , quando a noi tramonta ) oíferisce
all' eterno padre questo dlviu sagri- fizìo. Dunque ad ogni ora in varie partì della terra, questo santissimo
sacerdote oiferisce al padre il suo sangue, la sua anima, e tutto se stesso per noi,. e tutto questo fa tante
le volte, quante sono le mes- se , che si celebrano'. nell' universo mondo. Oh tesoro immenso! Oh mi-s
niera- di dovizìeinesfimahilì, che ah- biamo nella cl1iesa'di>Dio'f.! Oh felici › 0 i ' I O i none, se potessimo
assistere a tutte queste. messe! Qual capitale di me- riti non ci. acquisterebbe ? Che» eu- mulodi grazie in
questalvila, e che fondo di gloria .nell` altra non ci frut- terebbe .sì amorosa assistenza? ' V. Ma che dissi
assistenza? Quel- li , che ascoltano la-messa; non solo fauno~l`u~ifizio di assistenti , ma al- -tresì I dì
oifereuti; potendo nominarsi anch' essi sacerdoti: Fecísti nos Deo nostro r num, et sacerdotes. (i Ap. 5-
xo'. sacerdote» celebrante è .come nn 'pubblico *ministro della Tesoro nascosto. ' 2 I 18 -chiesa inf
comune; ed' è*~ mediatore .di tutti li fedeli, e_ipárticolaq;'mente diquelli', che assistoiio. alla-.messa:, -
presso il sacerdote invisibile., †'che› è Cristo; ed assieme fcon esso oíferisée .a`ll`» eterno padre sli
aznome' coƒlliume, «sl faznome partito are tutto; 1 igran :prezzo della .redenzìone«~ umaiia; fMa :iìow Jè
- solo fin* sì santzìf fmlzioxiå ;« men- -tne concor1:onoscon.›.ui›ad,o erire il =saH:rìfimio` 'tutti f 1% quelli
5; ~.cl1ie as`sis_t0no ›á aJmešsa~;; e pe`rc7›-e:-quando? si: ›v«olta -il . sace›rcl`ote;- dice : 5 Orale:/érálres
~,- - fut Èn`z`eum= , I et'. ; vèstìum fsacní I-cium. iácè- fcêeptabilei-fiat 7:««pregalefra>t¢lli›,- aàciò -1' _ ;
mio , <~«2:f ùqstró †saç›rzfizio~ sia.- acceb 40. a›«1)ío;-I aóciò. int'em.lianio ,1:che"Se :b'e_11t_:-u
egli.«'fa*›la ii»gùI'.a'.~\-diz. iirillèipael ~mm1stro;; -tutti -qf\ílelli~,.£-che sòno'pre.É= senti íahno con:
essimlui ila' grande ~òife_1ƒta'.. Sicchè qu'and>o ri 'Voi.; Èássistete lalla santa .messai-Â fateìin 'un=¬cert0
--modo; l`,ulfizio: di sé1'cendofé.~~Che-.dite .äaclesso ? ~ Arãirete ;di É qui; iìmahzi š seni- -.tir . la
messasedendo ,.' ciarlando-,; 'guan- ,dand£›.-iqnàl, le la ,ke jense ~;nezz0.iche dormendo ;«.
rontemandevil ìli(recìtalie ~=›;lla'. peggio; alcunë-Idrapioni: vøcalii, 2 .\,-*~.'«.f\'†›1.°¬\'.H (H w. - e. 1 I
senza badar punto all'uffizio.trem%n- do , che esercitate di sacerdote? Ah che non posso qui econtenermi
, che non esclami: oh mondo incapace ,T che non intendi nulla di misteri sì sollevati! Come èi possibile ,
clic si .stia .intorno all” altare» con *menta di- strata; e cuor dissipato, initeìnpo, ehe gli angeli” santi vi
st,anno~~ trììian- ti, ed ~ attoniti in contemplar gli effetti di un opera sì- stupenda ? lg; Vl- Vi maravigliatc
forse, in; sen; tirmi ídire,sclle la Messa è_.11.11 Opera stupenda? E vi par 'poca maraviglia ciò, che
operano poche parole di un. semplice sacerdote? Equal lingua! mai nè numana, nè- Angelica potrà
spiegare .un potere sì smisurato? E chi mai poteva irn.magir1arselo ,- che la voce' d`.un uomo, la quale
.non ha íorzá dalla natura nè pure' di alzare una paglia da. terra, dovesse poi avere dalla grazia. una forza
così stupenda, sino- a far scendere. cielo in terra il Figlio (li.sI)io? Que- sto è imaggiorpotere, che
trasferire i» monti da luogo a .l.uogo«, salone sec: ,care i -mari,~.che=volgere i.ciel1›; anzi 1 zo questo
è nn emulare in un certo modo quel primo Fiat, con cui Id- dio cavò dal nulla tutte le cose , ed in qualche
modo può sembrare, che superi ancora quell' altro Fiat, con cui la gran Vergine tirò nel suo seno il V1-rho
Eterno: perchè essa altro non tece, che somministrare la ma- teria, al corpo di Cristo fatto di lei benšì ,
cioè dei suoi preziosissimi San- guši, ma non da Lei, cioè non per orpera sua. Ma la voce del sacerdote,
qual' istrumento di Cristo nell' atto di consecrare , in un altro mirabil modo, cioè Sacramentalmente lo_. ri-
produce, e ciò tante volte quante consacra. Fece capire questa verità il B. Giovanni Buono da Mantova ad
un Eremita suo compagno, ( S. Ant. 3. p. bist. lit, 24. c. 13. ) il "quale non poteva capaeitarsi, come .maiale
parole di un sacerdote aves- _sero tanta forza di tramutare la so- stanza dei pane nel corpo di Gesù Cristo,
e la sostanza del vino nel di lui;Sangue; e quel , clfè più deplo- rabile s, acconsentì alla 'diabolica sug-
gestione. Si awided il buon servo di ' 21 ° Dio dell` errore di costui, e condot- tolo ad una Fonte,
presane una taz- za d' acqua gliela diede a bere. Quan- do ,che egli I' ebbe bevuta, confesso, che in tutto il
tempo di vita sua non aveva mai gustato un vino si delicato'. Allora Giovanni Buono: non vedi, disse, mio
caro lratello, il lat- to maraviglìoso? Se per mezzo di me uomo miserabile l' acqua si è conver- tita in vino
per Divina virtù, quanto più devi credere , che per mezzo delle parole del Sacerdote, che sono parole di
Dio, il pane, ed il vino si convertano nella sostanza del Corpo, e del Sangue di Cristo? E chi ardi- rà mai
assegnar limiti all' Onnipoten- za di Dio? Tanto bastò per illumi- nare Pingannato Romito , che sban- dito
ogni dubbio dalla' sua mente , fece gran penitenza del suo peccato. Un pò di fede vi vuole, elede viva, e
conlesseremo, che l' eccellenze pro- digosissime, che si contengono in questo adorabile sacrifizio, sono
sen- za numero: nè ci farà gran specie il vedersi raddoppiare ogn` ora 'il pro- digio di replicarsi in mille, e
mille 22. -luoghi l` umanità sagrosanta di Gesù, godendo, per dir così, una specie quasi _d` immensifà
negata ad fogni altro corpo , e riserbata «a lei sola per merito della sua vita sagrificata all' Altissimo;
conforme da un de- monio, che :parlava per, bocca d' una spiritata con una similitudine mater- iale e
grossolana lu dato da inten- dere ad u-n ebreo incredulo ( -Mál- tlziol. in Silv. /zist. p. 2. I. 8. c. 1. tit. zo. Ex.
7. Si tratteneva co- stui su d` una piazza, dove erano mol- te persone, e fra Lqueste la detta spiritataz
passò in quel tempo un sacerdote, che accompagnato da molto popolo , portava il Santissimo viatico ad
un Inlermo. Tutta quella gente s'. inginocchiò íacendo il dovuto osse- quio di adorazione al Santissimo Sa-
gramento: il solo ebreo non si mosse nè diede segno alcuno di riverenza. Giò veduto dalla donna., si alzò
tut- ta infuriata , tolse di capo all' ebreo il. cappello , ed gli -diede una gran guanciata, dicendo: O -
sventurato! Perchè non fai riverenza al vero D10. che si trova in .quel divin Sa-, \ - 23 gramento ?
ì.Che .. vero Dio? ripigliò l`ebr.eo-; se ciò «fosse vero; ne segui- rebbe «,. che si darebbero più Dei, mentre
.sopra ciascheduno de' vostri altari; *quando si dicela Messa , ve n' è uno. *Ciò udito dallo spirito ma-
ligno , che possedeva quella femmi- na, su-bito prese un Acrivello, e po- -stolo incontro al Sole ,disse all'
ebreo, che mirasse iraggi , che entravano per quc`b1`1chi, e poi soggiunse: dimmi, ebreo , sono per
questa causa molti soli , 'che passanoper ibuchi di que- sto- crivello', owero un sol Sole? E rispondendo l`
ebreo, che il Sole- era un,solo;, dunque, replicò laldonna , perchè tiammiri, se; Iddio umanato, e
Sagramentato , hencthè uno-indivi-; sibile , e invariabile, 'per .eccesso di amore si favedelfe .con v-er;a, ei
real presenza sopra diversi altari? Tanto bastò per conlonderesla perfidia del- l"eh1-eo ,fe -con -tal
ragione* fu co- stretto -a Iconfessare- la verità della fede.- Oh: Santa-víede.;† Uú.raggì0 del- la vostra
lucesi rifh,ied`éí;-;P€.I` .repli- careaacoxi ~fer.›üoi~e adi; spirito: ;..ef¢bì ai-din-'àfiinai % di ábsßgùáaf -limiti
all' 011- 24 nipotenza. di Dio .? Per il .gran econ- cetto , che santa Teresa aveva. del- Yonnipotenza di
Dio ', soleva dim che quanto più alti ,a profondi ,* ed astrusi al nostro intenclimento erano i misteri della
nostra santa fede, ella li credeva con altrettanto più di fer- mezza,-e maggior dtvozionc; sapen- do
benissimo, che 1' onnipotentissimo Iddio può fare prodigi infinitamente maggiori. Rawivate di grazia la
fede, e confèssate, «che questo divin sacri- fizio è il miracolo de`miracoli , la maraviglia delle maraviglie, e
che la di lui maggior eccellenza 'consiste nell` essere incomprensibile alla no- stra povera mente , e pieno
di stu- pore dite più e più- volte; oh che gran tesoro , che gran tesoro ! Che se non av-i muove la di lui
prodigiosa eccellenza, almen vimuova la di lui somma necessità. ' ' - VII. Se al mondo non vi fosse il Sole,
che sarebbe mai del mondo? Oimè ? Ogni cosa sarebbe tenebre , orrore, sterilità,_ e somma miseria. E se
al 'mondo non vi *fosse la santa' messa , che sarebbe di noi? Oh infe- t 25 lici noi! .Saremmo prividi
ogni ne ,- ricolrni di ogni male; l -saremmo il bersaglio di tutti iíulrnini dell' ira di Dio.- Alcuni
simaravigliano paren- do loro, che il nostro buon Dio ab- bia in un certo modo cambiato il modo di
governare: anticamente si faceva chiamare il Dio degli eserciti, e parlava a' popoli fra mezzo alle nuvole, e
con ifulrnini alla mano: ed in fatti ccastigava le colpe a tutto .rigor di giustizia. Per un solo adul- terio fece
andare a fil di spada ven- ticinque mila persone della tribù di Beniamino. Per una leggiera .super- bia di
Davidde nel numerare il po- polo , mandò una pestilenza sì iuri- bonda , che in breve ora fece cascar
morte settanta mila persone. Per un solo sguardo curioso, e meno ~ rive- rente de' Betsamiti atterrò con
fieflt strage più di cinquanta mila di loro. Ed ora tollera con pazienza non solo le.vanità,_ ele leggierezze;
ma gli adulterj-più sordidi, gli scandali più iniqui , e le bestemmie più» orren- de, che molti de` cristiani
vomit_an_o ad ogni tratto contro il suo sanussi-. '26 'mo nome'. .Come va dunqùe? Perchè sì gran
diversità di governo? 'Forse le nostre ingratiftudini sono più scu-`- sa-bili , s-che non erano prima? Tutto
all'- opposto. Sono assai più , colpevoli , stantel' aggiunta di benefizj sì im- mensi. La ragione -vera di sì
stupen- da clemenza è la *santa Messa, in cui si oíferiscei all' eterno padre que- sta gran ivittimat di Gesù.
Ecco il Sole di santa -chiesa ,' che dissipa le nuvole, e rasserena il cielo. Ecco l` arco celeste , che placa le
tem`pe« ste della divina. giustizia. TIo per me credo , che se fnon- fosse la santa messa, a quest' ora il
mondo Sareb-L be già sprolondato, per non poter più reggere all' -altocpesotdi tante iniquità. La messa è
quel 'poderoso sostegno , che lo tiene in piedi: e però voi arguite da tutto questo -,› quanto sia
necessario. questo -.divin sacrifizio, ma non basta, se alle oc- casioni non ce ne sappiamo 'prevale-, re..
Pertanto quando noi siamo assi- stenti alla santa messa' dò;VI'.emmo' praticare- quel , che già 'pratico Ali-.
£ons'0;~ -d' Alburchenche , ( _0.§of_~ ._ Jiß, I v 1,. ~l ii D al -L3 '¬_"šf '117 V a 1 «. 11 T I H =1 I H -
I L \ Â ,_ J l l 2.. 8. rer. e-man. ) il quale rìtrovanãosi colla sua armata di mare in pericolo di perire,
stante una fiiera, e spa- ventosatempesta, si appigliò a que- sto partito. Prese in ihraccioun fan- ciullino
innocente, che si trovava sul.- la sua nave, ed alzatolo verso il cie- lo :se noi, disse , siamo peccatori,
questa creaturina è .al certo senza peccati , -deh Signore, per amore di questo innocente perdonate la -
morte a noi colpevoli. Credereste? Piacque tanto a Dio la vista di quellbambi- nello illibato, che
tranquillato il ma- re, cambiò .in allegrezza a que' sven- turati il timor della morte già già imminente. O-r
che credete voi, che faccia l` eterno padre , quando il sa- cerdote, alzando in aria 1° Ostia sa- grosanta , gli
mostra i l` innocenza del suo figliuolo divino? Ah che la di lui pietà non può resistere' a vista dell`
innocenza illibatissima .di Gesù; e si sente come violentata améttere in calma le nostre tempeste, ed a
provedere a tutte le nostre necessi- tà. Dove che senza- questa- vittima sagrosanta di Gesù- sagrificato per
not 28 'prima sulla croce , e giornolmente su dënostri altäri , era fimta šfer noi, ed ognuno i non
poteva ` IPB al suo compagno: a rivederci all In- ferno; sisi alflnferno, all'Iníerno, a rivederci all' Inferno.
Ma con que- sio tesoro nelle mani della santa mes- sa respira la nostra speranea; e se non- viene da noi,
abbiamo in pugno il santo Paradiso. Bisogna dunque baciarli i nostri altari , proíumaI_`l`1 con incensi , e
timiami, e molto pm onorarli con una somma modestia , mentre da essi ci proviene tanto oe- ne. E voi
`ungete le mani per rm- graziare Päerno padre , che ci a_b- bia posti in questa amorosa necessltà di
oíferigli spesso questa vittima di Paradiso: e molto più ringraziatelo per I' utilità immensa, che potete
ricavarne , se sarete fedele non solo in offerirla ma in oílferirlzìl co? i de- biti fini, peri quai ci a atto sì
prezioso dono. I ~ VIII. Il grandioso , e l' onesto sono due motivi assai forti per muovere i cuori; ma 1' utile
non solo muove; ma ad onta di tutte le* rìpugnanze / \ I =z v` il 'r I' r â la 'a 1 d r::'_,¢:_J._._ Fs ti ì
Z7 ID '-3' cs \} ,. .. 3 riporta quasi sempre la vittoria. gia- no pure di poco rilievo appresso di voi e 1'
eccellenza, e la necessità del- la santa messa: come potrete non apprezzare la somma utilità che ar-q reca
e a` vivi e a`defonti, e a` giusti, e a' peccatori; e in vita, e in morte, ed anche dopo la stessa morte? figu-3
ratevi d" essere voi quel debitore ef vangelico, che aggravato da grosso debito di diecimila talenti, e citato
a render conto, si umilia, si racco- manda, e domanda tempo per sod- disfare compitamente a` suoi debiti:
Patientíam habe in me, et omnia reddam tibi. ( Màtt. 18. 26. ) Lo stesso dovete far voi, che avete non uno,
ma molti debiti nel banco del- la divina giustizia. Dovete umiliarvi, e domandar tanto tempo, quanto si
richiede per ascoltare la santa mes- sa; ev siate certo, che con questa soddisíerete compitissimamente a
tut- ti i vostri bebiti. S. Tommaso l`a_nge- lico 1. 2. art. 3. ad tg. ) insinua a tutti noi, 'quali siano questi
debiti, che abbiamo con Dio; e dice, ehe sono specialmente , quattro, e tutt) 30' _ O I O O I \ Q 1
qìiattro-1nfin1t1†. Il primo si fe di lo dare jéjd onorare la di lui infinita maestà, degna d`infinito onore, e
d'infi'nite_'lodi; ll secondo di soddis- fai"lo1_plerÃ-tanti peccati commessi. Il terzo diåringralziarlio per
tanti bene- fici'-,rice'Vut`i.› Il 'quarto di supplicarlo come-datore di tutte le grazie. Or come“maii noi
creature meschine-; i:lle_~abbiamo bisogno persino del fiato', cherespiriamo, potremo sod- disfare ra'
tutti questi debiti sì rilevan-2 ti?'Ecc'onei il modo agevolissimo, che deveconsolar me , deve consolar voi
;~e tutti. Procuriamo di ascoltar molte messe, ed ascoltarle con tutta la divozione possibile , con farne al-'
tresìp ,celebrare molte , più che si puole: ei siano pure i -nostri debiti esorbitanti , = siano senza numero,
non v`ha dubbio, che con questo tesoro, che si cava dalla s-anta messa , po- tremo soddisfare a tutti '
compitissi- mamente. Ed acciò voi rêstiate più i,ll_1_1_rnin_ati-ed abbiate più 'piena co- égnm-
1one_d'i¢questi debiti, li spfeghe-' [?¢m0 iàd I1n*0`ad uno tutti quattro; c* non -'Sarà poca la fvostra
åoixsolazionee ' 3,1." in vedere' la šo1n_mfa,eu_tìl›it_å , ela ric-1 jchezza inesaupstatche' poteçe
tavare da sì erìcca miniera-1 per' 'ìsçopntarli -tuiçtì." ' ' = - 11.; 1 =› 1 IX; Ile pìƒimoe deebi-to, che
abbiamo Içontralte con Dio' si -è d' ono*1`~ar10 : questofè d`ett_am`e* della stessa legge ;1;atuz-ale ,j
ehe bgní inferiore c_ìeve`osj- .sequ-'io~al.'»si1o superiore; e quanto; è ;.m'äg1gìo_re_.1a~'di I-'ufiì-
*grandezza , áltƒreü- Iianto' maggiore deve' essere 1' omag- f_g'Éo`,' che -'se gli-Q-presta. Quindi ne viene
, "ehe 'possedendo flddio una .grandezza '›ìn{71nìt'a`Inenfe e- fi'nfìnita 5 =se .gli deve un'-onoi~el
infìnìtameryte inf?- nìw; Oh meschìpí noi Idove tro» -veremo_ -mai. un`1ofl`ert»a flegna del -nostre
_c1`~eatore*? »Gì1~°a†e 'pu_rƒgYì' occhi per tutte- le. creature fdel_l'1;níve*r`so*, .nö¬, «cHeÖnon' t-
r'oVeret.e cosa %de'gm_1 di Dio; Ah "che ,oflertaèdegnaç di -“Dio :non può' essere altro ,"(*l_1'e' Dio -
m'e*- desìmo- Ed- eglìfgvche risiede esujl trono .della sua grandezza ,i 6o1_1vìe'ne f, che 'ne discendava'
p'orsi"eome, fvìtteii- 'ma Su i ndstri -falt<a`rì,~`affi1íchè l'o*- :maggìo corrispandašpeffeltamenteållå
.preminenza della sua eanfiniw mwéßfië- 3.2 i A ' Ciò _cfh_e ,si 'effettua nella, 'santa .mes- fsa, in cui
Iddio è; onorato quanto egli merita, perchè è onorato dal medesimo» Dio , cioè da Gesù, il quale
ponendosi in qualità di vittima _sull` altare , conun atto d' inesplicbile sommessione adora la santissima
Tri- nità, tanto, quanto ella è adorabile; in maniera che tutti gli altri ossequio, che le si fanno dall' altre
creature, a fronte di questa umìliazione di Gesù scompariscono come le stelle rincontro al sole. Si
racconta 1 d' un' anima santa, ( Sanct. Jur-ap." 3. c. io. ) che innamorata di Dio slogava 0 Q ,p con mille
desideri .l incendio della sua carità. Ah mio Dio, diceva , mio Dio, vorrei avere tanti cuori, e tante lingue,
quante sono le iron- de degli alberi, gli 'atomi dell' aria, e le stille dell” acqua per amarvì, ed onorarvi
quanto voi meritate: oh se avessi in mia mano ,tutte le creature, le vorrei porre a` vostri piedi, acciò tutte
si struggesseroin amore verso di Ivoi, ,purchè io amassi voi più che tutte: -loro insieme , anzi più che tutti -
gli angioli, più che tutti i santi, 331' FE (DU "1 CS l'= .A - a I 11' 15-* ib LJ* L-“.' \ 1 G 'N â l :33 -più;
ch›e~~t_unto il I?fl1:a_\diso, Quando un gi0rno',1.ch¢ ,ciò ;íace_va .con maggiore £ei°v`ore-; hdi
mispeudersi- dal Signore .cosìz -.Gonsofaii Vfigìia,-.pcr.chè .con una m_es_sa ;sola ;..che«_ft;u~ -.venghì
pad ascolmar con disføiionle , _ mi reudegai iutta quel- .là glôrša ,'-éhc .¢}€åìdBI*ì- ~.ed« -ì_11fimåta
mente maggiore. -Vfi ammirate ~_íojr.se .in sentir qllesštaí ~p1?fipÖs1z1o1aåå, `ì1Ql1;šíH¢Ã`U3 f€g|°°
pene e. .efifien 51, mostro. non _GéS1`} _la›011;.,splä;nel1t4_:; _k1_.;0jmo., ma Dio -
Vfii°o.edfl1§iíìpoté11l C ,,% lim)-handosl sul- l`:alqar_§§ , son 1que_l1°. _am›_ .di umili;al.ìone%, - :f -,ax
lut.taf,la *¢,SanlÃ.S.Sì11I12 T frìnifà Q éuu Q;5gquiQ<;.¬;;11_w 'm;0ye_È;1nfir11to : sicçhšì nm ehç
éollcorrigmq n-1s1.el11_e_' .conlul ad bficfiiref gi! 1g~ran›« ;$acmficro% ,_ _ ,«vel-namo -ancor. fiái'
pe-Pf;ì-1118220 SUO A dare a ~Di<›.1m- .ossequio ,~ un (more. ifnfìnifo. Oh che . grati» f ;¢øSa -ha
Dicìamvlv _ pure mnl-[altra .<vt›.1ta›:_p!;nchè' .4›r~0pp0“ pfêmß -ii-Lsaperloí S_i':s.ì.=,†n<›i¬~c'c›`11
;aS,G0l_1;1Pß la áámtá å\;II10_uIšoÉšeg_u;o;: hm: omxre š1I1.!I1š1<b:š. 1'* (1111 S. 2 .If 1_H'=`V1 per :il
ésfqfi-% Stupånte er .»rif1.<1_tm't§2¢_<2SSš;1" ,verìssima Ala: 'su dma f,pwposmonc›, fciqè'
chß;_quaüdo_ mi axllma A 2S$lS§€:.CQ1} idivoznoßaff allmäarifia smfizäsa 1, fd@¬;† P111 T e»$0r0
nascosto. 3 34 onorea Dio,-di quello':c“h"<=; “colle loro adorazioni gli diano lassù in Cielo tut- ti gli
Angeli etutti i›_ Santi posti in- sieme : Imperocchè essi finalmente sono semplici creature, e -così il lo- ro
ossequio è limitato, e finito; _lad~ dove nella messasi nmilia Gesù, la di cui ùmiliazione è di merito' ,s e
valore infinito ; e però 1' ossequio,-se l` onore, che noi =- per mezìo “suo dia- mo a Dionella ,messa, èu-n
ossequio, un onore infinito. Ed oh quanto' bef- 'ne , se così è , `quanto~”bene ila-paga a Dio questo primo
debito con ìascol- tare la santa messa! Oh mondo cie- co , quando aprirai gli occhi per capire verità così
importanti E voi avrete più cuoredi dire: Una messa di più , una messa di _ meno f poco conto! Oh cecità
orribile .'_ . . . ' X. Il secondo debito ,che -abbiamo con Dio, è di soddisiare la sua' giul- stizia per tanti
peccati commessi. i Oh che immenso debito tè mai questo ! Un ,sol peccato mortale pesa ;tant0 sùlle
=bilanci.e della divina giustizia , che per soddisiarlo non bastano tutte le opere buone di tutti i martiri, e
~I0` 1- -f ' . › ' _ _ 35 di tutti i sa-mi, che isono* sfati , sono; e saranno. E pure' col- santo' satrifizio
della messa ;- se si* considera il sud intrinseco prezzo , pe valore s`ì puô- soddislare eompitissimamente
per tutti i peccati com,-In-essi; ed acciò veniate' a comprendere , quanto si-etes obbli- gato a* Gesù ,
attendere. Se bene egli è liolfeso , pure- non contento; di aver soddisfatte» la clivinaf giustizia per noi sul
Calvarios,~ci~›. ha dat-o , e' ci da continuamente qu'esto"` mode di soddisiarla nel santof safcrifmio- della
messa ;percbì: rinovandosif nella messa quell' olferta , che' già fece Gesù àl-'- l?` eterno' Padre sulla*
cmceƒper' i peo- c'ati~ di tutto il mondo , quel naedef- simo divino sangue', che già si sborsô› per
relirmere il genere ~umano~, viene* ad applicarsi, ed olferirsi specia-lrpente nella messa per' i peccati di
ehi- cele~ bra, o fa celebrafre, ef di tutti quel- li , _che -assistono a sì't1'emendo"sa°¬ crifìzio; Non già
perchè il- sacri-fizio della messa scaucelli per i_se-' stesso immediatamente le. nostre t:olpe,,co'~ me fa
il'°sacrament0~'«d`ell`a'- p'enit€nz2_í`; ma perchè le scanvclla medìäìümßflf 36 te , in1petrandocì -
Var] aiuti necessaršj ,d unpulsl 111teI7111 d1 buone ispìrazid- 111 , ee grazle attuali per peutirci de-
.guam.e_11te_.dei°.n;›stri peccati, 1o.1lel iempo fstesso .della messa, 0 in .altro tempo .opp.o1~tuno. E
però. solo Dio .sa quante al1ime,.¢S¢0noe~efuori ,dal fango .de'lo1†o ,peocàtì . per li aiuti gtraordiparj 1,
che low provellgono da Questo di'v_ìu _sacrifizi0.'-:- E quì- 1-.iflet~ mie che .'se.1b_ene « a chi 1s:a“in~
peç- £8íQ; møualee 110131 ›gi;0V;a_ il sacrifizio 60016» ¬D1?ø§pì1«iâteriQ., giova' però- come
impmramøreio ;_:e~ 1ulli1~i ;pe«¢alQ›~.i =.d0¬ vrßbbfflto ascóltane ~mol,te, ef messe; :pm 1otw11;<=I*e
più ƒacilmmne .»la”;grazia =di 1C_Qn_Y.e›1_°finSí. Alle 1al1irrì'e pofi~,~ ehevì- <v«ø_no' In grãåa , ,dàf una
forza', núra- ;b1le, fillwrtenersi §ì`11;..S.l_iìl0 dvi. gra= ,zia , e fscancella , ìmmediatamenìne( se. -C:0!1d0 f
1121 ? -Più. fiomuìne tnt›t_i_ ,ei ›{›ec+ Cali -¢.v€11§ali , pu Ifchè 1 al~meno. in» gang; .rale ne_-siano
pentito; conforme Io .dice Gh,ianamelrle 1 S.. † Agostino.: ` q_1_4gs__ d.ßv0£e._.audiat« .~n_u'ssam. , .
3-mn Ân¢z°d_'e¢ peccaíum ~m0_rfla/e ,- -ezetrrvgi. ,fl~íß!É0=f›I?emillBñt1w Wei. SupÈršal..(}gy'i_
1I!.1,l~.0 #188113 de;-`cans_. dist. 2.:) \ 3 ascolterà divotamente la_ santa :ries- sa , riceverà un gran
ífigore p_er`non vomrnettere peccato mortale , e gli saranno pei-donati tutti li peccati `ve- niali, che avrà)
commessi sinoa quel- l` ora. Ne 'deve ciò recai: maravi- glia ;j attesochè ,«. conforme racconta san
Gregorio lib. Â. dial. cap. 5.7. ) se le messe, che una ,povera 'donna facea celebrare ogni'_lune_dì per l`.- a-
nima del suoi marito- fatto schiavo da7 barbarii, ei da lei: credi1to› morto , gli facevano' sciogliere le
catene dai piedi', e le manette dalle brac'cia',"in maniera che inf tutto quel' _tempo , che si celebravano le
messe ,. rima- nevalibero, e sciolto; come lui stesso confesso' alla moglie ritornato , che fu in libertà :'
quanto più dobbiamo credere , che un tal tsacrifizio -sarà elficacissimo per sciogliere i lacci t spi- rituali ,
quali sono i peccati veniali , che tengono come -carcerata l~' anima, nè la lasciano- operare con quella li-
bertà , e fervore, con cui operereb- be , senza questi impedìmeuti ?t Oh benedetta omessa , che ci mßitß.
in in libertà cle` figli di Dio, c_s'ocdtdi$f8 ¢ 1 J `› » ø 38 per .tutte 'le-«spene--dpvut.e« a'~nostri
peccati. A ' e - * ` XI. Adu'nqn.e , mi direte voi , basta sentire ;o far celebrare una sola messa pen
iscontare i gravtissim-i debiti con- tratti con Dio a cagìone di tantipec- cati commessi, perchè essendo la
messa di .valor infinito ,~ si Viene con essa a .dare -a Dio una -soddisfazione infinita. Piano' di grazia: «-
perchè sebbene la messa è di valor *i.nfinito'-, dovete non- dimeno sapere, che Iddio l' accetta in un
modo limitato e finit-o, più 0 me- no, conforme alla disposizione mag- giore o minore di chi celebra, o fa
celebrare' o assistere al sacrifizio. Quo- rum T íbi fides cognita est _, et nota devoiio ,_ dice la S. Chiesa nel
Canone : insinuando con un tal favellare ciò , che espressamente insegnano gran maestri , (Lug. díst.
9.~num. 103.) che la mag- gìore o minor soddisfazione per le pene d0Vute ai nostri peccati, che si applica
nel sacrifizio-, viendetermi- nata 'dalla maggiore o minor dispo- sizione ~di chi celebra -o assiste come
sopra; Or qui mirate l' abbaglio di coloro che vanno in cerca delle messe' 1 I i l I 4
.l_.í&|!.íb°'!*ì.2qr'%.l1'I~á-l.r¬.;_í: rà _ _.¢.›-¬x.., .¬_í. 39 più- spedite e -men divùtxr» e quel ch` è
peggio, vi assistonofieen poca o ninna divozione; nè fauno diligenza alcuna nel tarle celebrare di scegliere
i,\sace'rdoti. peiùg,;lelfventi\ -e divoti. È verof-che-» tuti-ii saerifizi sono uguali in ordine al
sacramento,.__<lice S._Tom- maso, ( 3. p. qu. 82.. a.-H5, ) non sono peròfuguali :in ordineagli elfetti che
ne; p,r,o-ve_ngon0; laonde' quanto mag- giore .è la» pietà 'attualß o abituale del celebrante, sarà
maggiore anche il frutto della sua applicazione; sic- chèil non lar dilferenza tra un sa- cerdote, tiepido. ed
gun v divolo , sarà un non.far.d.ifl`el¬enza se È sia piccola o gran- dela rete con' cui ,-si pesca: l' istesso
di_ìe._gdi, quelli. Clìß -aSC0lIa_1,1o_._._la messa. E seihene .vie esorlq .q_\_1ƒal1£0.i so eposso
a_çl~,asroltg; molte messe; -vi awerto però adkivere Più~rigu=1rd0 alla mag- gior divezione, che al
maggior numero , percbèšßßl .vjøi avrete m_aggio1ndivo- zibmie: ip-. una ,sola ,messa , che non ~ avrà
unfalbroešinleinquantg, voi darete più onßrfiitßiq in: qnell_a_. sola e cayerete maggior .¬f1:t1.t.›tov
,amfhe di quella. $0r1=›› ehe;dicesi.f,çx avere;-1o'p.¢røl0:›_ Ißhß 11°" _ 40 . caverà quell' aitrofcon
†qu'elwnumel"O' maggiorcfdi cinequantafi In sat~z'sƒizc'tio_«-2' ne, dice-`S;~ Tommfasoy. magis* after;-'T
dítur cgåchzs qfierer›iíS',i quam' quian-« o I , Ö W _ _ . ~ _ _ tztas 0 latwms; 3.* p. q. 79.'art. 5.~).fl E se
heue è vero come assetjiscefi-un grave autore ) che'coneuna'†sola'imessa* ascoltata con 'singolar
divozionesi può* dar ii* caso ; '-ehe resti -s0ddisíalt'a-iaji giustizia di .Dio per 'tuttii if p'ec*ca“ti: commessi
da qualsisia* gran f›eec'at`ore“ conferme” l` accenna il sacro Còncilióf di Trento, il quale dice ,« checon i”
oi?? ferta' di -'q-uestö sautd sacrifizio Iddiev comfed'e~ ilf do_no= dellafpenìtenza ,›evme~* diante la vera
penitenza* perciønàflpee-v' cati gravissimi; euor*missimi`- ed -infiq-'-f niti : ujus quíppe oblatfóhe
'p1a`eaw:s›{ Domznus *gratzam ;› et_ -donumƒ fpoenz-'». tentíae concedensi, crimina et peccaia; etiam
íngentía dímiltít ,fi sešs; Vz2*.~§ cap. 2;) con tuttociò s-Qerrhè a* 'voie non fè- palese nè la
»dispo_srzione'1iutema“. con cui ascoltate laisanfa _messa ',«nè=fla~: soddisfazione che ad-essa
_'co1†1*-ispdtlde-'=,= dovelefassicurarvi pi-'ùí the ppfeie* ascoltame molte eci aseols|.a'vlef_cog1m:m1
la d=iv'oziou'e'-possìbibe;›“E 'beatoß ;vk›i;fsè› l 1 1 \ 4' I 1 1 I ífì ,IQ È. p_l A11. Q2 41 % avrete
unagran fidueia rlella«~mis¢riçç›r- dia di Dio chqfmirabi-lmen1_e campeggia in- questo.~di§çi1i-
_Sacrifizio;- e ¢o1 x,que;3.. sm f _ viva- ,iedè ;e“ con racƒcoglimento, di- voto fias,f20=i-Lf;r§et:e.' tune '-le;
mes_Sf>,~ 911.8 mai, =p_Qt`ete-',; gìico i che _;_pot1¬ete D11›_lI`i,IT€. nel ivøstxfo vCu_ore'cplest,aí
bella, spçraqza; di iand`arVem:“ affdirittura' in" Paradiso; s'efl2›.a: t'occa“I_' ›Pufrga¬tor.i'o.;- Allaífmqgsa;
dìnlqueì, falla '.m_essa;%;.-,e non Bsßa; mai' più di bocca:.qnel-La ›1JI?Q[20Si_2Ã.0Dß; scand;alosa`: * U
mesáw; di più ;,;J4,n¢.; mgssa dç men'a poc'oIì;c.0n_ta.; L › f, . J Q 1 _XII.›¬I[ term débilfli è` di.
;g1ƒ;1tiI11Öìl!0› Pß-1* gfíjm m'dnsi` befl'efizåì.› che hi! =f.8š_i.i; If-amia~nt.iSsiìn'o nostro' Dio. ` E
;pe_1?ò¢,iaLe, up I cu'ihulo~ di? V t}uL.tí= i; dmiì'. P2: 81_°af4i¢;› che avele%.:riccvutc-%«dai Diø ;;. òdifli
tallbi. bení§ di?n'a't,urଠefi di gr-azía e` _Àç:_or,po_,ei_ anima'. fé' sensi políeflzßè 18. ~S.2Uiìå›. G;
vi|a_:' anzi* istessa- vita; di ,Gefiù suo; Fišliuølb: c= 17 islefssaf mørxe. 2 «_-pßr 1 n0i.~ s'o{1"erra'
acßreskzüz Q: dismišüffl- Jil 5SI`BD› df¢b_iw› Lche. fabßiamøß lC;on' Dim. .E eorpe 7. maìf POU`cmo,
_t_io§;a› suí`fi›ci'enza_ ;_.ringJ'a'-; zí=1rlb_?~; Da .unai ;par«1.%ei Ja. «_Iess¢=_{de^l-Ia~ gratitudine fè»
øsßenflara f % gerfim - daflcì f;<=1*¢;› le «qu-1li,›;P¢›: si-,1s›r0r+ b5“§fë~'%*°1`¢i› 42- .r giungono
'talvolta a cambiare in osse- quio la' crudeltà: molto più dovrà Osservarsi dagli -uomini dotati di ra- gione
esì altamente 'benefirati dalla divina liheralità. Ma dall' altra la no- stra' povertà' è sì grande, che non vi è
modo di soddisiare per il minimo' deibenefizi ricevuti da Dio; perchè il minimo di tutti venendoci dalle
mani di si-gran oMa'cSlà, ed essendo accoinepàgngito -dà una carità infinita, acquista -*un prezzo infinito
e ci ob- bliga ad uùä iu_fimt.à_vcorrispondeuza; Oh noi -íneschini! Se non' possiamo reggere- al peso d`
un sol benefizio, come mai -- potremo portare il carico di-tanti e' -tanti senza numero? Eccoci, se 'così 'è ,'
'posti -in questa forzosa rie- cessità di -*vivere .e morire ingratii. al nostro e sommo benefattore. Mar nò,
fate cuoreš il modo di ringraziare comp'itissimamente il noslro buon id- dioci vien assegnato» dalisanto
David- de , il quale avendo preveduftò›in›ispi- rito questo diviu' -sacrifizìo, “coníessa chiaremetne , «che '
ninna fxcosa ies-- sere sufficientee -a` rendere '-le' dovute A - . grazie a' Dio eccetto la messafi _(}uid
43 .retrfíbaam Domino % pro -omnibus , quae retribuít mihi? -Clzercontracambío ren- derò al Signore per
tanti bençfizii, che mi ha compartitíí* (Psalm. 1 15.) E rispondendo a se stesso , dice: Ca- Iicem swlutar-is
accipíam , «ov-vero se- condo un' altra versione: .Ca-licem le- vabo. Alzerò in alto il calice del Signore, cioè
, iz' ¢ßerz'rò un .sacri- fizio a lui gratissínzo, e con questo solo soddzsferò al debito dz tant: 8 sì segnalata
benefizíi. Aggiungete-che questo sacrifizio fu istituito principal- mente dal- nostro Bedent-ore a questo
fine, cioè per riconoscere la divina beneficenza e ringraziarla; se -però vien detto per eccelienza Eucaristia-
, e si- gnifica azione di grazie. Anzi egli .stes- so ce ne diede 1' esempio ,' allorchè nell' ultima cena , prima
di consecrare in quella prima messa, alzò gli .occhi al cielo e ringraziò il suo Padre ce- leste: Elevatís oculzls
in ,Coe/um tibi gratías agensfregit. 0 ringraziamen- to divino che ci scuopre il fine altis- simo, per cui lu
istituito queslo tre- råendo sacrifizio; ed invita noi a con- formarci col 'nostro capo , al-finchè in 44
ogni messa a» cui assisteremo,- ci sap'-f piamo prevalere di sì igran etesoro,~ oíferendolo 'peli-.
gratitudine ali nostro- sbinmò b€l.1€_fatt_o_1†'e,!.I tanto' più; che tutto -il %_I?a_radiSoi eaela Vergine e
gli Angeli, e. ii Santi' gsdúno', 'che noia ` paghiamo» 'fI11.€$t.01 tributo' di 'grazie af sl 'gran-Moì1a›_rca.¬
_ _ _ XIII._Viveva' augusliata' da mille* ansie d' amore' la venerabile suor F ran- rancescafl Farnese' (in
gíus vita ) per vedersi rieqlmflj da; capo a' .piedi di h.enefizi' dilvini V, s'en'zaa trov-ar modo. per sgravarsi,
di sìi gran peso ,,› con' fare al suo Signore: una competente? retribu- zione. Quand' ec'co› le 'comparve un
glorno la Samissimaaee Vergme-,f ef po- › ß f. F . r \ l/~› >. r--Q ;›. ia v 'I E neudole. nelle' braccia i-li
suo* celeste* dë Bambino, _prendilio',_ leídisisega che ë tuo e sappi prevalertene, perchè con questo solo
compirai; a-1 tutti .i -tuoi do- veri.. O benedetta nlessa'*con' cui-. ci 0 vien posto. nen sofeatrá _-le
_“b”raccia ,› "N ma ;ncUe «mani e nel ¬cuorc;,il' Figlio* - “fu di __D1o.: _Parc›u}u.s¬ datusf èstì I›i0,bís',-a_
or ( Isa. 9, 6. ) acciòì ee ne, possiamo CUHO › -Ch? e C011 questo a_sol0_ -pøssiamß 'ø Id - fin «- III( 1 _ '
oi prevalere; non es_sendoyi`;;duhbio al.-§~._ al \ . P1 16 45 soddisfare compitamente. al debito di
gratitudine che -abbiamo. contrattocon Dio. Anzi, se ben si considera, nella messa non rendiamo -in certo
modo -a Dio q_ualch_e cosa .di più. di quello, che egli abbia .donato a noi; se non ill realtfiå a,1'meno«
apparentemente :e at- tesochè una V-olíta _sola 1' Eterno Pa'~ dre ci ha -donato il suo.Divin Figliuoln
nella' sua ,incamazione; e -noi glielo ridoniamo finnumerabili' volte in 'que-'~ slosanto sacrifizio. Sicchè
ipare che incerto modo- restiamo superiori j, se -non ,nella~ qualità del .dono non epo- teudo donarsegli
cosa maggiore- d' uit Figlio d,i"'D1o altmeno nell` apparenzaf, ¬r_cphcando tantele tanta volle I' istcsso
dono., f,O~,grande .Idd-io; o, amorosi ssi mo Iddio , V-come non ,abbiamo .noi -infinite lingue per
rendervi- infinm. ringrazia- m_cnt_i per ,un :sì gran ...tesoro che ci ìavçte donato della ~s. .messa ! a E voi
chewtaate-? Avete .anco«ra._ape~rti' gli oc- chi per ~ conosclere un si 'prezioso tc- so'ro`?- Se per l`
addietro. è stato per Voi un 'tesoro nascosto, adesso che cominciate a conoscerlo, come non gridate
attonito- per; lošstupore: Oh che gran tesoro, che gran tesoro! 46 . XIV. Ha non finisce quì la som- ma
utilità del santo sacrifizio della messa; mentre con esso possiamo di più pagare il quarto debito, che ab-
biamo con Dio , che è di supplicar~ lo _, e chiedergli nuove grazie; Già sapete quanto sono grandi le vostre
miserie così del corpo, come dell°a~ nima, ed il bisogno, che perciò ave- te` di ricorrere a Dio, affinchè in
ogni momento vi ašsistá- , e vi soc- corra; giacchè egli solo è- fautore, ed il principio di ogni nostro bene
tanto temporale, quanto eterno» Ma dal- l' altra parte con qual` animo, con che' cuore potrete voi
suppli~ca`ril'o per nuovi bene-fizii ,_ vedendo le' mgratitw dine somma ,. con cui- non avete con-. risposto
a tanti favori , che vi ha fatto; anzi avete rivoltato- in sua of- tesa le sue medesime grazie? Ma pure fate
animo ,~ fa-te cuore , perchè se non li meritate' voi questi nuovi henefizii , li ha mer.it.~at.i per voml buon
Gesù, il qua-le per questo line ha voluto. nella messa essere ostia pacifica , cioe 'sacrifizio ' v impetmlorio
per ottenerci =in»es`sa dal padre tutto i 41 ciò, che 'ci abbisogna. Sì fsì: nella santa -messa il nostro
caro., ed amag- to aGesù,._ come( primo; e .sommo sa- cerdote raccomanda al .padre la no- stra causa ,
prega per noi, e si la nostro awocato. Se noi: sapessimo che la- gran. Vergine .si -unisse= con noi a pregare
l' Eterno Padreperaotf tenere le graz«ie,† che desideriamo , qual confidenza ,non concepiressimo di-
essere esauditi? Che confidenza dunque , che. speranza non jdobbiamso avere , sapendo ,` = che _ nella?
messa _l` i.- stesso. Gesù fprega«--per noi, oiierisce il suo preziosissimo Sangue all' Eter- no Padre-per noi-
s; G si la nostro a,v;~ vocato? O -_;benedetl11_;messa, che È la miniera di tutti li nostri; beni l . XV. Ma
bisogna scavare 'ben ,adi- dentro questa miniera per iscoprire i gran tesori che in se contiene. Oh che gran
gioie di grazie ,` virtù , e doni 'c'. impelra la santa m`essa! .-pri- mieramenle impetra. tutte le grazie
spirituali», ,e ifibeni, che appartengo- no all'anima, come sono il penti- mento de' peccati, la vittoria delle
tentagxonj cosi esterne del compagni +13 . W . , _ À . t-atrìvif ,= e ideuíohìi-*infernali 1'; - ficomc
imëmé della» nostrál éarne ~ f1'_°ibél|e_; in1p'f_:t_ra"gli '›aì_ut›i della grazia sì ne- ceš$ä1¬ìal›a_4
wrìsorgeref; ai-staré *in pie- di,`_a~camr1j“ìn'aré_aV:mti nella via di Did; ›i1n_apetr_a'mQ1te'j¬büone , ej
santé iaispivazioijnì ,-fed _%imp1_1`lsì -"i'ntern'ì, the rif >d*i1spóngor›o '_ a fifscúoßere -'la jiepidez- za
',~f e- sproìaal1o«›.adUo_peràrg il itnttó ton ¬ " maggior; iervloy-_é ,-1 -*con volontà più' À-pronta ,À
.iilténzìorne più Vrett.a_; 'e~ pura,7~~ch}::1 poi*t_al› 's'ec"o un: ftesorò if1íést'ì%_ma'b'ilfe ', fiesséndo -
quesiti mezzi ì:'ífica_cåssìníì f šoltçnfirçi- %-da f Dio la 'grazia della %-pérse§#el'ar1z'a~~-;fiha`l¢_ .da
¬çu›i -';-dipende lia .âogtirä ›äálì1t%".~elè'rna', 'c "çquclla'j~siduntggizg- «1tà'§1fa'=lè , _› °çhe' si puòl
avere íquaggìùi 'åálla be'ata_ 'e_t,er'~ nì_fà.' - lú_ é°Hre›?ill1Ij(›§ìrà+':ancora dufti _i flìefriì tel*np0í'ali:;f 1
in; fqiuanfo* `anch` essi mhçarronw » .gllaì saìlpté A. dfell* anima- :cla fšanìtài, 1'! abbòrldanzafi-?Èla
ace, col- 'l` eisc»1usìone fdi .-tuåíi :fi mâífi , che_-si foppongouo ;& I di›%›'_pest2ifel1Ze- -,j = fãìff ->t_1*è'-
'muoaì , dìl guerre ,fdš Scar-è'st-ië 1,2 di "[›GrSQcuzìímì , "d§*`~}1i1¬ì 1 d`f'-iliifgtíiäììc , 'Gi
ic_alunnìe',1`.fd? ìixgqì-ul§ie›;, iù stf>m%1'nia% ci 1hbera~ da tutti +i-mali', e ci -arric'd1`í- 4 «de
di.f<mtt§~i-beni; rE.pTer,drír_e il nino fimíunàx pärolaì: la s_anI~a. mßssa è la chiave--di .olio -del-1
Paradisib, e 'men- .tre - l`.- Etemio- Padre ;c;ij dà_ qùcfsta chia- ~v;e,a vcdsaffpritrà-.più~››nlegarci jdi miti
ci ,suoi›°:be§1if?:_f Qui pfoprfzioƒgßi/l'0 non ,pfpejteitf , dice s. I Paolo , f sed pr0_ no- zbøs én›nÂ6n$'
tradíditì fil./ur/zx , quo- -modv 'bon «etiam cum .illo omnia no- .bisc ' donavit .P ( Ad Rom._ 8. 32. ) 01'
vedete ,I-se aveva tutta la ragio- šne quel, buon sacerdote, il quale era -solito dire; che per quanto
chiedesse fà Dio grazie grandi», e per sè, .e per ialtrij, celebrando* -la santa .messa , (f-Qsor. Co_n.› 8.
Tom.-4.) non gli pareva J di c-hiederej giammai. nulla, -parag'onan.d0_. lo cose zper- cui ricorre- v.a›a.Dao
-con 'I'-.offerta , che ,gh fa- ceva-;› e Vla* discjorreva così:,,'I'_1_1tte le grazie , (cho io chieggq a Dio? nella
.m0sSá«,: sotio beni creati, c finiti, dowéchè i doni che gli ofl`erisco.i sono døniincreati, ed immensi;
dunque, tirate bene «i conti, io som) _i.l-;_credi- .\one,›,é ~lui il -debitore: e .con questa ragione
.chiedeva grazie gr_a.n_di , e -molto -ancoraíoueneva. E vox come Tesøro nascosto. 4 50 non Vi
lrišvégfiaìë "PéÈd\è1 'nba' 110- mand'ate grafzie-»'gr'a_ndì='? › vi' 'piacè il mio cdnsìg\ìo ,' in
'ognìi<messa.chib- 'dete a Dio ,Öxzhefi-v_ì ' facciaw im. gran santo f 'vi paré >tro`ppo1?1 ?NQn† fèdrnp-
po. Non è -il 1nostro= buoh1@aé|'ròae-e, 'che si protesta nel--%~santo% Akangeløx, che per -un bìcchìer
Wd' 'alcq'uadonalD per suo amore -ci vuol-dammi! \I?ara«- rliso? Come dunque óíferendzìålì tutto il
Sangue del `suo btanedetto' iglìuulò non ci darà cento Paradisi ,fseftami Ve ne
lossérø?'C'Qmefpofetc`dubìta- re , che non "sia›pe`1* 'darvi tutté. le -virtù, e Itujte 1lt:_ peffezìonì , cheii -
rithìeôbno f p¢.êI'«¢far\_†i= sante , -E šahtb grandç-“tyél icielb ?- Ohbehedetta mes?- sa != È Dìlaugte -
pm<¢_ 'il% cuore', ie dateì `ços=e-A gmhdil rdl «riflesso , ,che domandare' ad '\'1hjDi'o;' che 'non-im~
fpovelƒisce col'°dal_'e ,je però .quanto più domandergze ftgnto più Quarrata. XVI, M_a` 'purefl W|'o›
credeí'est'é:? 'OI- xre ì beni; char noi=d*oman*diàaàošnd- la santa ~mfe'ssa*-, .ì_l=†nosn_-oi buon..Dìb te
nc tföúcèdìafifìxoftií a|t;*ì*,Ö che '›ú0i'1 ldomaiidìàmo. lo dice- apentamlm- fte saniGirolamo›: '_/íäsque
dubío' ddl . \.|l. _ una - v __)--1 '__' 3; l_` ha _, P r l I 'J l i I 5'! xzobíš Dominus quod in missa peti-
mus; et quod rnagis est, saepe_ dal quod A non pelimus. ",-- ( Cap. Cum mari. da celeb; ›mz'sse› Senza
alcun dubbio', dice il' santo; coIicede*il= Si-' gnore tutte* le- grazie' che* nella mes- sa. se' gli
do1na›n'¢1'at)ol,e púireliesieno convemènti ;: e* quello» che- è~ di mag- gior' maraviglia~, molte* volte-
conce- de* ancora' quello”, che- non se gli doma`nda,. se però~ da partef nostija- non. vi' poniamo»
qualche' ostacolo; Laonde- si può- dire', bhe- la messa sia il sole- deli genere-e umano; che sparge' i suoi'
splendori e' soprai buo- ni', e' so'pra~ i' cattivi, ne v"èi anima così' perfida sopra la terra_~,.che ascot-
tando la santa- messa non ne' riporti qualche' gran bene; el* molte' volte ancora' senza clic' vi penjsi, eee
senza che- lo domandi; Conforme- awenne m. quel* càso celebre ~raccontato~da sg. Ant'onino,.( 2. p. Th.
1.' 9._¢§.' zo. §L 2'. )': che- essendo un dl usciti alla foresta dee- giovani per' altro: liber' tini, e l`icen`ziosi;~
uno dei quali ave* va 'udita la messa , e l` altro no; mossasie nell` aria fiera tempesta, udì»- Q 52 rono
fra' tuoni, e lampi una voce , che gridò: Ammazza, ammazza; e subito venne un fulmine , che ince- nerì
quello , che non aveva udito messa. L` al|ro.tutto atterrito segui- tava il viaggio , -cercando qualche
scampo alla sua vita, quando sentì di nuovo la medesima voce che re- plicò: /lmmazzae ammazza; ed
aspet- tando il povero giovane la vicina morte, udì un`al:ra voce , che ri- spose : Non posso , non posso-,
per- clzè oggi ha sentito il V.erbum Caro .íaetum rest. V La messada lui .udita _1n_'irnp1:dz'sce scaricare il
colpo. Oh ,quante volte Iddio vi .ha liberato dal- la morte ,. 0 almeno da moltiperi- coli gravissimi per -la
santa messa da Voi udita !. V›e ne assicura san Gre- gorio nel quarto dei suoi dialoghi; Per- audzìianern
missae homo libe- matur a- multís malis , al perículis. verissimo , dice il santodottore, che chi-ascolta la
santa .messasarà liber-ato›da molti mali., e da molti pericoli benchè non antiveduti. Anzi, ripiglia 's.
Agostino , sarà liberato dalla morte subitanea , che «è il col- I ¢ ,_ frfl -1-4 P-1 -4 D-I &_-Q4-3. 1. f¬§n f°› ›-
___.. '¬ -I-un A-dffiv-I'f'-Db-v-'Q-Q. 53 po più formidabile , che scagli con- tro i peccatori la Divina
giustizia.: Qui missam devole audíerit, subli- tanea morte 'non períbit : ( Sap» cam (Iaia passa: , de
Consecr. díst. 2. ) Ecco nn preservativo -mirabile , dice il santo, per evitare la morte improv- visa: ascoltare
ogni giorno la santa messa, ed ascoltarla con tutta la di- vozione possibile. Chi porterà seco un si efficace
preservativo, viva si-. curo , che non gli accaderà sì 'spa-, ventosa disgrazia. Corre una certa- opinione
attribuita da alcuni a san- t” Agostino, cioè, che nel tempo che». 1' uomoascolta la messa, non invec- chia
, ma si -mantiene. in. _tutto.q`uel tempo coll' istesso vigore di _forz.e-, con cui si trovava ali principio;
della messa. .Io non mi curo di sapere, sei ciò siaevero ,«o_.nò; dico bensì , ,che se bene chi ,ascoltarla
messa invec-›'n chia - in ,quanto -allietà ,=non~i1ivec,chiaf però nella malizia; perchè t, al dine: di _s.`
›Greg0rio ,t un uomo .~dabbenc,›- che ¬ ascolta con divo!-ione nla;›&›t!'üa: messa ,›-si conserva nella:
via:-.reitaf dello spirito: Jusius ,au_\díen,s3 nu's¦t-_._~ ¬ 54 sam , in via 'reçtitudìrús W eonšerva-
tur',- ( de sacrff; m`is.š.«apud Bern; de Bust. ) e gli Asi accresce sempre più il merito, e--la grazia., %.e
.fanno-4. vo acqúist.o di virtù, ._ piaéerß più al -suo Dio. Anzi., rìpågliazs. Ber-3 navdq , :si fguadafgna più
Fin :una 'fsóia messa (-.e .Ciò .deve .-intendèrsì fattesø 1-” i1mtìnse'co' suo .irílore _.)1 éhe in :di¬'~r
sbvibuìre. fai ›póveri .le proprie _fae.o|t`à,,' e` -andar pellégrinando -per» ft-uètti if san- tuayåi ?più%
famosi idéllal.terra-': Qdudiens deaote missam-, laut.celebrans_, .mul- to magia máaretu-r, ijuam si
subštdn- tíam .sjuam 1~paz_1perí/›'n.š erogaret , el totam '. terrari: péreånírzando. A transir_eL-
gapud'.B,crn~.Ãdei ust. p.-2. sar. '~3.f h- -rfcchezae .»iìnmßnse7-della ~{santa mìósša! =LCapit.›ela 'bene
'quesrta 'veritàg Bud -più ~méifiìtane ..chi .ascdlta 1, .o ce- leßra ¢ unafi ísola '~blessa_,.eenšidel'aaìdola
in sè :Stessa: se ,úell%`*intx'›ins`e'co suo ì†a_- loiü: ›,'›' wthè I sfeìaì. fapxšendo' Fferariio dì'- tatìíc le
suè:.íäc*d1t`å'?›'dìstrIibuìšse ògwiì qosavper sovfveriìmento ai! poflåèrì ,,.-`ë'* andasse pellçgrinando ~per
'l"un'ivel~s6 möndog' e vfisítas-se con summa. diyo; zìouë I-i sántuariif di Gu-uVsalemme.,, ( I , I 1
.._;1§.¢.`¢ø=ní1›x-5-`@-.--_ ii; __4 1 '1 1 ss - 'di Båorna ,`-di Gßmpøstella, di Lore- \«ò:;« led
111111*-iA.;›;efla ragione può dedur- «»;a›,,;'1`,omma§o fl` Angelico , il ~quale;dice;, .¢h.§..nella% messa'
si' con- teugenø .†tuuì%.›,quei %-fr-utti~, e. tutte *qrwlle '«g<sqz›ie›, anzi tutti quei tßsørì -ìulmeß›šì.†.-
cìwßål Figlia di Dio sparse ›sì,. abbøncåantflmwtß ~S°P'l'fa la Chiesa As,ua _ 2sp£1sa,›š'ìi1%L'qnel~
,sacrifizio _ cruentù dalla Qrøm». In ›qualib_et *mis-fa irwe- -nitur eamnís ;;7€f@4¢éu›f@.. ;et
†u£i14'taSV,. .quam f - ißhfjbtug in; -, die; Rairasceòes -»0pßr.atus.« mt; ina ~ Grußeà ( -1 de wnseø-L
dist. 1. . Q5. qui.=i&I'.matf§:vi alqua_n-- to , «chiudete il libro ,V non ,leggete , †m;\ Iateågun 'cumulo dij
tfutte . queste utilitàgšì, :devia-ioseí~..., -che porta, ìsew `1.='.›= s§1_it›a~ fnmssa ›; pfmdératelc bene in
9Ãl€HÂiQ'›'*1¢; ;3;.~ AY.fet§3 -dilfifiolià 3 -ßteåepze., çhje 11na_ messa S¢›1a»;*pß+r 'quasn.<›«è %'dal-
canto S110 , e r¢\ati\€ameI.Hßf Sun %intri1rSP-C0 'prea- -zo -, «e iwalore ›,.-, sia di 'lama Weffifiacia ,
come ¬d,if;0›1È0 Yanii Doft-tolti , che ba- sleršbbeì ,p,e_r -o,tt,e',n_e~r_ç ' la salute di inno' 1 ii .gcxieñe -
wmann 3 íFìngct.e un casoa,,~;-c*he~ ; ;i\ostro .S_ìgnør.e`. Gesù Cri- sj;o pan fawißß-›=pat1l;o», cosa.
alcuna sul H . -15 ._ Calvario , «eåin ivécci èiel- Satriflzifo- crucnto della Croce -ávèsse inslituiboí
solamcrite la messa; 1 con pfdinéf espireså-' so,› che in tutta la ßterra sif›cé+* }'cbr=asse , fichè 'una -
i1_nešsa›fs€il`a. (DE he-H ne, ammessa questa st1}›p뛬Siziè›n'e=~,} sappiate; che quella messa golafcele-
brata da-l più povero'Wsa0erdol!ë-'del- mondo sa_»rebbe_a stata* =sufficieìal_isBima›,~~« considerata»
int¢›rifisecar1§<ànt_efi!a'1sè s1'eS-" sa ,~ 'e per_`i-quañto È da `{pm*ñl: s`u“a-¬,'\ per- impetrare `da
Dio*»'fla`-'=`salutE'f-di» tutti gli uomini. Sì',sì*~; uìja soia*-mes'-= sa , nella - divisata' D' 1_n_ani_evà«i
parlando 3 bas`tel-cbì›c«~ per-~ ott_énere la 'conversio- nefdi;tutt'i ii Turchi tulétifgli -E- micz , di
;u¢fi'g1ifsfiSmaul~i ,-msøm-; ma di- tutti Tgl' iniedeli _1,›-'ed' ›an¢he' di tutti ii mali Gristiahif, 'chiudendo
ile- porte dell`inf¢_:rno'*a›tutti i peccato- ri, e vuotandoíil fpuvgatdrio di tutte le anime purganti. Noi
miseri colla' nostra tiepidezza, poca. divozione«,=e scandaloso iammoäestiéf, chccornmet-2 tiamo in
agcoltare laiinesssaf-, oh quan- to restringiamo- termini deflà sua gran sfera,-e rendiamo ineflirace -il suo
gran valore! -Lasciate «dunque-',-*I 57 cheßíø rsaflga f.su«.l`:.emin6n1.a. de? più altr. monta ,L e«
qunvìv -a fgrau v,-eee ~ csclan mi'.': «I?Qp01fii›Â”qf§anì1àt i<, ›wpo¢li A iugan-,- nnüq, štlmdšmte -mej
*Pm*ch_è,,-.non Iìéte mflßf;C|5itáe;;. pm' *ascoltàre _' santa-ci Anmmé, «q§xs'x~ante† «mai
mesšemfzolelef P Perchè; moi: -' írnitaleí gli Angeli; sàmjm ,; dmfp a`=I: 1 dei Grisfostoma , ›¢pu›á;+1dd
§ì›;ßalçbxi:›.«› lafl-.sàntar mqssa; scendoxzo; ai-scg}nnre;_' d'a£l? emp.wea¬-«e st.,atìno.d1-1. namzì
:,~a;' fúmßtris íalganfi fmicopérwti ' Eolie ali dimm ;1~iv.erqntc«modflstia,_=ed .aspeif tano nqúeato
'tempo fheuedettío :della m›e_ssa~,--- V affìncf - dfin“t~era_edere_«.- per noi» cum più›;eHìc,acia;
sápendo benìssìrno , esseb -qinesfo» il. :tempo più .opporùk nb-›,.› iel congiuntura sopra; .d1` -ogni-
a«ltr`a ' Prdpizia : iper; .ottpner «grazie ¬ cielov E « Noi ,c¢nl_o=udet,e.vi%, :per ,-avçreà ne' Jzempi
*addietrø f sì fpoco, apprezza- 1aWla-santa mcssa~:«anzi per aver pro* fanata t-ante '«va£tc% ~ur.1'
:amis-n_e¬sì1'sag«r0¬ santa ; e› mo}tI0»§più_ $ß@¬sì_eIB: 11,81 nu- mero, di- ,colon<f›-1,». che f con
,vQci«- teme- rarieé -acdiscomf «lire :¢› .- Um .messa di più ,› ma -flwssq (ii: poco o_:on.ía.i .. X\(lI«.%-
P=em.cp'n_çl\äf-1¢PG, ada: fine- af quem, « ¢ismvzàionc?«f.¢¢rifleLzn§¢ che; 587 non
af?casoi:ho::dettt› ..di sopra gi chè.- unäf messa sola.§per°-q*uq11t¬o,iè: da*l'1cán`-1: tg sud , »:at,tçso;-
al-'.illtr§nSß'('t0~' rfsüö "Vin-z lore-, 1 è 1suff1éìeine'.Vper tvoiäaneízìl pìinf gatorio :fdì Itutte 'Je panimei-
4: Iistratlaflc ~;a`1 šanm ,-_=àtt›e+: sochè <.»q'ùestd` dìvlin šfsácrifizio .norh so*-;' 'lo .;a He :mimi
?~úé7›de”fent`i'f~cpme› propmawriø :par ;sóddi_s_'fa§'c:ílaf qåenai 11 .De -.Lugn 3e_ct. ' *.:_I258".'
ff§nà§gio+: và A altresì ;=com_e sìmpetnatofrfio fpeivwøt-=-f -tenere da ›åršenìiss`ione 1; f - ;,con"wrmè›
šši: *scorge -d'a`l% fxfestumeví jdellm 'éhiesa--, :-*lai quale non 'fsófo “ 'cñferìsce' Sla messaßpen le
anime Lpurgantfi; ßmàf -pregašii1;;essa- per la .loro Jìbetaìiøne. f =Affiné}lè -Wduxr «que Vi :movìáte
:"afco`m='[íaS'šione eäì qué!- l'e› .afifme -same ,' *.sappiate3,< fcèheäil ;fuò¬ eo i; :in 'mi sono -,in-vo'lte
›, fà «mi-ì-fuuco -sì "°vor:›ce.,= :che mon" /cede -a' A-'quelìa del? inferno; fsecondof-ii -séníiméutø di*
sƒlßrcgmfioj; -f'.›l)Ii(z%}.-il. .L 3-zx. ›:e comeƒ Iistrumenti) fdefla- Divina fgìu-“ sçizia, opera 'mon *sì › gran
*vigore ;,› V çhe arreca >'lo'ro› ›«pene::ìnso`fl`t¬ibì}i »,% =«su=perì0-Â 1=i*a ›qu»an*rig -possønoãn
~stQ vmondo 0 *veöérši ;'=-0*¬1_›r0v%àrsi*, o .anche -; 'ìminágiflarsi~ ~: A e* fmolw ile P K S I ì "ii tri
4| I-ø/aa v-A-__...-..._ S. 5| F1 rw- v-rd QI: n.-J EI .u-ef 14' åfl' É ~í Q .9 .aífligge la pena del daxmofi,
perchèe .art. 1. ¬proval'1o':una =smama :mtol prive-della bella visìonedi Dio, cone forme .dice:-
l`fAnge£ico_, =(.in _dis_t.- 1›2..e lerabìle fzpen .ila äesiderio evivo:, «ehe hanno, di -.vedere -È-quel
sommo'-b'enee, -e non;-è'.loro fpermesso. ~.Or¬qui..en- .tratei .in :voi Pstesso. ,Ya -ponderata :: 'Se- -.voì
vedéstfe vostro ìpadre., -e 'vostra madre., .fèhe -fstanno per. .aífogarsl ma una .laguna dx acque, .e la
aloro hbe› erazìoúe non wi «dovesse =~eos1are .~altro,› che .stendere -una mano: non ~sareste 'tenuto
per flegge «-di-=carità~, 'e «di 'gm- «stízía .a °~stenìiere quella :mano f-per esov.v.ezii1ìli.? Come «va
w~dunque.? "Voi 'vedete åcol É-lume «flella :fede atantepo- 'vere .ariìme,, .e -forse .dë flvosìrì jpìù- ~sl:-
rettì «congiunti , che “brucian_o °v`ìv.e .in un `laÃgò -di ;"fiamnle-; «ee non wvólete :soffrire :un gíiccólo-
*incom'ode di asçdl- -tare :per ašloro -sòv.veuifmemo -divo'ta- .mente -una sóla messa? ¢Che~ .cuore .è
:hai Wil woštrofiì Che poi *la ~$am›a mes- rec'b'ì -'un gran ~sóllìevo'ea quelle povere anime ,- Q «ehi
mai`~pot1-'à dubi- 'tame '? Basta , che wdì vogliate- dare ila dovuta credenza -'a›=-s. -:Gnró1aah§o_.,*:e
Go vie dirà chiaramente, che quando si eelcbra\ la messa per qualche; anima purgante ,Àquel' fuoco: per*
altro vo- raoissímo , sosper-1de›.il suo vigore, e quell` anima non soffre' pena alcuna peri tutto il tempo,
che dura la san- ta messa-r Anímae quae: s-untin pur- gatorio , pro quibus solet sacerdos in miss-a affare
,V interim nullwm for- mentum sentiunt , dum ~missa cele- bratur. ( cap. :cur,n,onar. eíinƒra da celeb.
rniss. .) Anzi aflerma ,. che" in ogni -messa. molte escono dal' purga- torio; e_ seƒne .volano al santo para-V
dìso: .Missa celebrata , plures animaz- eweuni .e de» purgatorio. Aggiungete , che questa caritäf-usata da
voi verso i poveri purganti tu-tm ridonderà pin* Vostro- bene r. e- benchè potrebbero addursì esempli
senzaofine in Confer-Â ma dl "questa ventà, basteràenno-_ molto autentico seguito nella persona dn
_s.¬Pler Damiano ,_ (`fIn çjus uit.) il¬quale in ›etå.ancor. tenera* rimasta. orfano de` ?'gonì.t-ori-e.›£u
ammesso in cas-a di un su0.»íraÉtello ,-,che«-lo mal-o trattava alla peggio., fsino 'ao-fario an- Ö111(
§.C.al,zø;`l11_1t9 ..la.<:efir9. .facendogli 1 _4th04`è__._ (1 Hi r°í¬"_.5'-__"'5' r*-š'°^“=-°-E:¬ Er , ai ' È
- 61 soffrire di tutto una insomma' penuria. Gli *accade un di di ritrovare-perla via non so qual moneta.:-
pensatelse gioì? sembrò .a -lui di aver» nrofvàto un tesoro. Ma come spenderla? Mol- te cose gli suggex-
iva la sua necessità; ma alla fine pensa, e ripenáa, si ri- solve darla ad. un sacerdote, chece- lebri una
messa, per le 'anime `sante del purgatorio. Lo crederesteo? Dalì in poi mutò scena la sua fortuna. Venne
accolto daiun-altro fratello di miglior'indole; questi l`amòa par di figlio, il vesti» con .decenza , -mau-
dolloascuola, oudepoi diventò quel grand'.uomo,' quel gran :santo ,icbe fu d' ornameuto al.la»-«porpora ,
e 'di sì gran sostegno 1 al-la fehiesa; f Gr. =ve›- dete , «Come-da una --1601111 r'nessa~<fatta celebrare
con- -un pàfdi slcomoclo ebbe 'originefcosì gran' bene .per lui. Oh benedetta messa -, _,che.›nel
tempolstes» so giova a' morti ,ed a' vivi: giovà nel tempo ,; e. nell' eternità-! Atteso; chè quelle. anime
sante sono _~sì grate verso dei 'loro benelattori , *che arri- vate in cielo si_fanno loro awocate~,_ nè si
quieteranno mai, sinchè non lt 62 .vedano in possesso' della gloria. ET :ben lo provò una donna
disonesta qui in Roma., la quale, dimemicataf -alfat-to della; Sua£'eterua= sal`ute,' ad altro attendeva' ,_
clief ai sfogare- le sue-i passioni' ,< iservendo-Jdi bandie-- ra al diavolo per rovinare lae-giovem ~t:ù; nè
altro bene. faceva, se non che-. pochi- giorni passavano', che- non ia- cesse 'cel*el_›rare~ qualclie messa
per le- amme- del purgatorio; Queste ,. come- «piamente si crede , tanto- pregarono per la loro
benelattrìce,chefuu-gior; no fu* sorpresa da veemente- cou-- štrizione- de" šuoi peccati', che lascia- to il*
luogo- infarne; si' portò» appiè di un ze-l'ante¬ confessore', fece la sua confessione' generale'-, -e poco
dopo se ne morì sì' l:'›e_ne:-fdišposta~, che lasciò a tutti segni chiari' della sua eterna salute: Qluesta
grazia sì prodigiíosa si attribuiseef al 'vaflore' -delle messe- da- lei 'fatte _cele}_›ì'are *per* q11*ellk_:j
ani`m'ee henèdiztte del purgaitoi-io. \ Pusveglia- moei ancor noi; e non permettiamo che puI›1z'eèmi, et
merítr=ç'°cas praece- dant nos in fregnumi Dei. Matth. ax. 3|.) È l l I \ l I 63 - , .XV-III;-› .Sei mi pøi
f.°ste~ 1dií.qnel.la¬ 282% Q1' ›.avqroi1i';_ _; i» quali , ; non ,solo mancano-alla <;al:itå,;las¬¢.iando›.«di
.pre- @1;e_,per 1<foro¬dètpn;i? ,, senza ; ascol- 1far›_,una=. mossa; per quelle povere išíliiìlëe.
affiittmmaf di più çálpéstando .dirittšì Igìì1S&iz`iš1"›' ~ri¢u§&n0 ,di §oddi$_fl.`I".&ìi ,legatgii ƒpii' di
messe, lasciate in,-~tesot_amelìto de; lQI'(›«››inaggioI'i ;. 0 ;e_ssé_ndo› _s;a¢erdoti1 accumulfiatlo- molte
me§s¢l,_ gsoma' mai eeLebrarl'e~,. oh qui §ì› che L prèùderei. tuo_¢o«, e .;vi_ direi jn' faccia ci Andate',_-
lchel siete peggiore ,d'-un demonio, perchè alla-ofine i [demoni -tormeiipaùo solamente 1' anfi- me_~
reprobe -,f ma -voi tovmeutate le anime elett;e.;~ Ldémoni. infieriscono Contro de preséitì; ma voi infier-
it: contro de” predestinati , e cari a- Dio. Nò che, per voi non vi ècoàfessione élhe vaglia , -nè .assoluzione
, che .tetr- ga., 'nè ~eon£`ess`ore , che vfi possa as- ¬S0i.V6ré.', Saf voi, non fate gran peni- tenza di- si
gran peccàto, e non sod- distate apguuto al tutti gli obblighi che avete .co'~ morti. V-Ma padre mio , non
ove n' è," non `si può. Non ve If È', non si può Per íarß qllßna cömparëa ~?_è:"n` èƒ; Sf;“{›uì`›%: -per
'sing- giareficopf tänìçf ,l.uSsb';j_ëoH ëaméó starzof »veí›'n` È*/5 si 'p`_úô*;* per Spëndëifè infque'-'-
_cìonv›itì -“-ih*'q'u`èlle' ceüeif, *iù quelle; flvilleggìamvef ,'-i in q_uelle"ffc'ç›nš- fifersázioxii' `,> Q Iajivoitä
fili' i ^q1`1_ef›> 'firébfi ancpra ,fiin q-u'_<E°~ 1ƒide_›tti'-,' fqi “Ve -113 'è ;' sif-pub. "E s0dtì1siar`e*'~á§
debiti noir-'isalo«› c~¢_›"* vivi», 'mäii Èlllëi di-` è più; co7=p0vefi~i- 'mortiy <r1o'r"›~V£: kx' è gi noriifsiì
«può ;?›'G_ià l7›år›t'c;*:6ndi¢*›_*; non V? è -»no«›in~ terrai chi' wißrifveda i c'onl;i: %;ma° a_véte, da _i-
farei! -sàlçiò icon Dio. Attendele pure a 'mangiare ¬i' lascm de' Licliontii,`ii“~lcgziti. ;pii,Öi sacrifizii , «e
sappiate; che per Voi”, sta règ_isl.rala'~co»ll` orácolo dei profeta iul'1` mtifmazione di disgrazie; di mav-
la'ttie›;_ di 'fa:l›lin'leniì*, di tršWersie_, e rovine 'irrepàlìabilii nella robhaf; nella *vità , nell' onóre; E' vóce
.di7'Dio,'che 110111. -può manèare-; Comederunt .Saf- èrg'/ìcia Mbrtuorum ,i et muliíplícata est in "eís
.ruina. -P s. 'xo`5. 28.' Sì sì, roviné , disg*razie~',.pratipi'1,}-i1'*- .reparabi!i›1a- åquellc ~cašef, che non
soddisiano-'agli obblighi, che 'hanno co' morti. Gìrate per tuttaiR-oma', ie ' A rw--1 0---/5 :_.¬**'°°i¢e-
1_`1f"!`_í~f!ZI1__r-ir-1:-:r¬z=`›-_n-v-1-.._._ 65 mirate quante famiglie sparse ,case rovinate, fondachi
chiusi, negozi so- spesi, commerci' tronchi, fallimenti, disgrazie , e guai: Oh povera Roma rovinata _!. mi
dite voi. Ma. qual è la causa di tante rovine? Se farete di tante sciagure un= esatto, scrutinio, tro- verete ,
che una delle cause principali si è la crudeltà, che si usa co' poveri morti, negando loro il dovuto soweni-
mento , con' trascurare la soddisfazio- ne de' legati pii ;, e perciò si. com- mettono infiniti sacrilegii, si
profana~ ,no i sacrifizii., ed il Tempio di Dio, conforme disse il Redentore', è dive- nuto una spelonca di
ladri. Nè do- vete ammirarvi, se il cielo piove lul- ,mini,e minaccia guerre, e tremuo- ti, ed esterminii; ecco
il perchè: .Co- mederunl sacrjficía mortuorum , et `multz:plícata est in eis rqína. E pe- rò con tutta ragione
dal Concilio quar- to Cartaginese questi ingrati furono dichiarati scomunicati come veri omi- cidi de' loro,
prossimi-, e dal Conci- lio Valense fu ordinato, che fossero scacciati* di chiesa come infedeli. Se bene nè
men questo è il massimo dei Tesoro na-'›'cosl0. 5 \I . › 66 cašlighiß, che dà'IddìòAa.q11`cs`tì disa-
morarì dc° loro dcíontì: *àh che la pie- ixa maggìorcfdc'_maIìJsì frìserba loro pcrd ;l`altra "vira : A
protestando s. Gia- fcomo, "che ;cost0r'o fsaranno~giudíCa'ti _da%Dio Con 'tultoil fìgolfidella giu- stizia',
scnzafusarfloro puntoìdì Mi- serìcordíìzi , mentre -:non _u'saronò Mìsé- 1ic'0råia' co' p0V.(ÉI'ì` morti :"_
9L7udící11m sine) %míS'èr°1fc0r'd1'a f 1°/li ,' ¬ I; uz' non fecít r17z'.s“er;1'c0r*tl/(2rr°z'†-('Jazf. ' 2.1,
+13.) per- metterà Iddiò, _ ché sieño pagati del- lf istessafmonctá da' loto ,suctfessorí ; cioè '_¢hè*11on
siano' iadëmpifc .le` loro uhrìnit vblprnçå', xíè sì <*ç:!ebri'no'"le mes- ,se lasqiaféi-'ìh
V“tesfa'mcfn†o_%perfile ani- 'rnc'f lofö “fwröpñìe 5:' e -_ cc+1èbrärid'òs_ìí 5 da Dio' jipnf si
;àiš`cëíì.el*1*_a'i1ní›', '-§n'11a;saran- no ~apI3Hc;itc hd "alìrê :mìmc =bìs__ogr`1o- se ',f'è` % in
_vita*_»t:bbcro ~è_o__mpasšìO- me 11' pôìferì fixpflì. gfiosì si %l%eg`ge ,an- ~c'h'e ñeìle 'nastwj-*e`
~öí~oiiìc`hé 121' un*fx'~af¢, ';¢`tl'1c ;do"p0 mì')1“ì'é"içöìnlåixrvèyàd Wìlñ suo _comp:rgnb~,% -e
¢`z_H~'inái1ìfest.ô' le pene_ a- *ccfb1_ssim`e ~,% clië S_0fl`|*iva* nel ffpùrgato- `i*iò; È,
"pà'1*|ì`coláx*mëI1i:'c' për .›-gësscre 'stato moli 0 _ ncglìgcntei* pèr - li altri , frati dc- f01†í'fi;;) 'C the
per v”-fino% 'alloì'a_'r_1ienìc g' -, . `.\.. i I ¬ x 1. ø. Y u < \ 1 . qøbnflbkfl Gv gli aveva _gìovato
tulto il bene che gli._er_a ,stato tatto, nè lc' Messe, _ch¢ gli erano slal.c_ cçlçhratei; pèrclìè .Iddio ip pena
della _sua nmgiìgenza le avéyà applicate ad altre; anime, che in Vira furono .dìvote diåpurgçriti : e ciò
detto sparve¬ (%,_Cr0%n. Fralr.. IMín_. 1 A `XlX..Pr1ma di _t.crnnn;n'c la pref- sentc Istruzione,
permettetcmi, che çolle ginocchia a terra' , __ e k mani te, supplichi voi; che`lcg'getè, _ a«no_n chiudere
questo libretto ,W 'sè prima non fate uh pmponìmenlo saldišsìmo di voler in aw.c_n'íre impiegare tuttš: le
yostrc .più prcmurose di`ligcn'1';e pèif ascoltare, c. íar celebrare tutte qùclå le messe, che .a °nÉ1ìsura_
11éllq Vostiíè occupazioni, ~e_del voslroslato vi isa)- ranno permçsse, nolƒsolo per %l.c'apì%- me de'
defunti, ma alLi'csôì* pcr ›l'%àfiš:- ma vostra;__ .e_ íqpesto per dué r11o_ti1(- vi: %p1-imierarpente _pcr_
ottenére unà huqnaƒe Santa morte, essendo. Costan- te opinione de`_d0ttOri, núonf eS5cí*v_i mezzo più
eíficacc per axfrìvarç ad un sì santo fme che la níesìsa; anzi Cri- sto Signor nostro pìvfilò a. sama Mc.-
68 tilde, (Lib. 3. Grat. spír. c. 27.) che chi in vita sarà stato solito di ascoltare divotamente la santa Mes-
sa; sarà consolato in morte dalla pre- senza degli angeli e -santi suoi awo- cati, che lo dilenderanno
valorosa- mente ida 'tutte le insidie de`demonii inlernali. Oh che bella morte è per succedere alla vostra
vita , se l` avre- te impiegata in ascoltare quante mai. Messe potrete! L' altro motivo è per uscire presto
dal purgatorio, e vo- larvene all' eterna gloria; non essen- dovi mezzì più adattati per ottene- re da “ Dio
una ~grazia si preziosa , qual è di andarvene a dirittura in paradiso senza toccar purgatorio , o almeno per
abbrevìare la dimora tra quelle fiamuie, che l' indulgenze ed i sacrifizii. In quanto all` Indulgenze i sommi
Pontefici hanno slargato la mano in concederne moltissime a chi ascolta divotamente' la santa Messa. In
quanto poi all' efficacia del santo sagrifizio della Messa per accelerare la remissione della pena del
purgat.o~ rio,_ già si 3: sulficientemente dimo- strato di sopra: e dovrebbe l .___m,._ ._._. :gñ oí-, ___:
'1--f “_” -if. ll là ll ›*«; -`L'| figf WE Il) Hill H1 il › H as ›l 1 e ill 'dr 2'/ P K'. TH d (xl, ll SU; v
59 l' esempio ed -autorità di quel gran. servo di Dio Giovanni d'iAVila, che fu l' oracolo delle Spagne,
allorchè ridotto all' estremo, ed interrogato, qual cosa gli fosse più a cuore ,i e qual sorta di bene
maggiormente bra- masse gli tosse tatto dopo morte? Messe , "rispose , Messe messe. (In ejus vit.) Ma se
vi contenute , vor- rei su quest' alfare porgervi un con- siglio di gran peso: ed è che tune le messe, che voi
bramate., che vi sia-p no celebrate dopo la morte, procu- riate .di farvele celebrare in vita: nè vi fidate di
chi sen rimane sulla sce-A na di questo .mondo dopo di voi. Tan- to più che sant' Anselmo vi fa sape- re,
che una messa sola ascoltata , 0 celebrata per I' anima vostra in vita , vi sarà forse più profittevole , ehe
mille dopo la morte: Audire devote unieam Illíssam in vita , vel dare e-' Iemosínam pro eg , prodest nzagís ,
quam re/ínquere ad celebrandum mil- le post obítum: (apud Castel. díur. sac. Praep.) Ben comprese
questa verità un ricco mercaníe nelle rivie- re di Genova, il quale venuto a mor- 2 i 7° . te non lascio
cosa alcuna in sulfragno dell” anima sua,'Ognuno stupiva , co- me mai un uomo sì ricco, sìiipio e
sì`generoso verso tutti, in morte poi fosse stato sì-C_rudele verso "se stesso. Ma sepoltoirlle iu, si trovò
scritto in un suojlibretto il gran bene, che si era tatto in 'vita per 1' anima sua: inesse fatte celebrare 'per l'
anima mia d_u_e mila: per rnaritar zitelle dieci rnila, duecento per il tal' luogo pio -ec. .E iuifine di quel
libretto vi era scritto òosì: C/zi vuol del be`ne , se lo faccia in vi/a, e non si fidí di chi reslá dopo la fnorle.
assai trito il proverbio: C/ze fa più lume'un candelíere dinanzi, che una torcia dietro le spalle. Prevaletevi
d`un- sì bel rirordo, 'e ponderata ben bene l` eccellenza, ed utilità della santa Messa, stupitevi della cecità,
in cui siete vivuto sin' ora, non facendo la dovuta stima d' un sì gran tesoro , che pur troppo per voi è stato
un tesoro nascosto. Adesso però che ne conosceteil valore, sbandite dalla vo- stra mente, e molto
piùdalla vostra lingua quelle proposizioni scandalose: 71: una messa di più una messa-di me- no oco
conta. Nor; è poco c/ze ascoƒ- ti É messa ne' giorni idifƒèsla.. La messa di quel sacerdote c` la messa della
s«;fttz'r_11aƒza_ santa .~- uarm'«:) /uz' cjomparíscé (.z1lf'altare',W ec?1'0.n'le ni e- sco dg' chiesa ,- ìe
riuovate ilí santo proponirnenlo di ascoltare di qui in- nanzi quante -' mailffmesse-*potete ,i e, di
ascoltarle collax- dovuta + dixìozione L: fed acciò vi riesca ', servitevi del seguente modo prauco e. divoto
,_ D10 vrbene- dica. ~ . CAPITOLO II. › . _ Mélodo breve e ldívoto per-ascoltare V a con frutto. la. santa.
messa. l. Fu opinione-. dels.Gi*isosLomo (Ho- nåzl. 3, de mc0Ihg.- Del nat. ), eon_- iorme si ièa accennato
di sopra nel'- 1” istruzione, ed. è approvata e con- fermata da s. Gregorio' nel quarto dei. suoi dia-loghi,
che quando 'si celebra dal sacerdote la santa messa , si apro- no i cieli, e scendono giù dall`- em- pireo
molte schiere di angeli per as- ..-72 . . . . .. snstere al dtvln sacrificio. E s. l\«'1lo abbate discepolo del
predetto' s. Gio- van Grisostomo rotesta, che cele- brando i`l santo (lettore, vedeva in- torno all`altare una
gran moltitudine di que” .spiriti celesti, che assistevano a' m.inist.r.i sagri in quella sì santa fun- zione. Or
ecco il modo più proprio per assistere con frutto alla santa mes- sa; andare alla chiesa come se si an-
dasse al Calvario, e trattenersi din- nanzi all°altare come dinnanzi al trono di Dio in compagnia de' santi
angeli. Vedete dunque che modestia, che ri- verenza, che attenzione si esige da noi ~¢per riportarne il
frutto e le be- nedizioni, che suole Iddio concedere a chi onora con un 'divoto contegno misteri sì
sagrosanti. II. Si legge, che, mentre si cele- bravano dagli ebrei 1 sacrifizii del- l` antica legge, ne` quali non
si sacri- fieavano che tori ,` agnelli, ed altri animali, pure era cosa degna di am- mirazione il vedere con
quanta appli- cazione, decoro e silenzio vi assisteva tutto il popolo; e benchè' vi fosse un numero senza
numero diipersone as- Q. ` o o o sister-iu , oltre a settecento ministri; che sacrificavano, con tuttociò
pare- va che il tempio fosse vuoto,_mentre non si udiva un minimo strepito, nè pure un sospiro. Or se
tanto rispetto e venerazione si univa a que` sacrifi- zii, che alla fine non erano che una sola. ombra , ed
una semplice figura del nostro; che silenzio, che dìvozio-. ne , che attenzione non merita la santa messa,
in cui lo stesso Agnello im-1 macolato, il Verbo Divino si olferisce in sacrifizio per noi? Ben l` intendeva: il
glorioso s. Ambrogio , il quale , con- forme rilerisce Cesario ( I. 1. Mírao. c. 3o. ), celebrando la santa
messa, dopo lerto il vangelo si rivoltava al popolo , ed esorlanclo tutti ad un *rac- coglimento divoto,
intimava loro “un rigorosissìmo silenzio, non solo `con por freno alla lingua; sinfl ad aste» nersi da ogni
minima paroletça, ma voleva di più che ' rraífrenassero la tosse, ed ogni altro strepito naturale. Ed in fatti
era ubbidito, e chiunque assisteva alla sua messa, si semiva rapire come da un Saigw Orfflfß; ëd era
ìnterìormente commosso., ripor- 4 taiildone' un. gran frutto , ed accresci- mento di grazia: p t Ill.
Eccovi spianato* il sistema di tutta la presentefoperctta ,- in. cui altro non si pretende, che illuminare, e
m1io_vere chiunque-- si compiacerà di leggerla, ad abbracciare con fervore di spirito lapratìca e metodo di
ascol- tare lat santafiemessas, che qui .viene descritto. Ma perchè' vari sono i modi, tutti divoti e
santissimi,›che .finora sono statiassegnati perfassistere alla santa messa';.coníorme~ si vede in vari libretti
a~questo= fine dati alle stampe con sommo- profitto'~ de` fedeli , non intendo di violentareil vostro.arbi-
trio; ma lasciandovi inlibertà di eleg- gere quello che vi sembrerà più ag- gradevole e più conforme. al
vostro genio divoto- ed alla vostra capacità, farò- solamente con voi l° ulfizio. del- l'_angelo custode , con
suggerjrvi il -più fruttuošo, -cioè' quello~..clle , se- condo 'il dettame del mio debole giu- dizio, potrà
riuscirvi più- utile e 'men gr-ávoso.` A questo fine Ve li distin- guerò in tre classi- ~ IV. Il primo modo
diascoltáre la . 5 _ 7 santa messa e di coloro, 1 quali coli libretto alla. manorraccompagnano coni
somma -attenzione tutte le azioni del säeílotez recitano ad ognuna di -esse urforazione vocale, che
trovano de- scrittat in quel libro, ed in questo moclo passano- tutta la-e messa leggeri-` do, e non vi è
dubbio che, se alla lettura va 'accoppiata la considera-' zione di quei santi misteri, è un modo molto
eccellente per assistere al santo sacrificio, eclè altresì di gran frutto. Ma perchè porta seco una somma
soggeziorieƒdovertdo chi assiste atten- dere a tutte quelle sagre cerimonie che fa il ' sacerdote, e poi
ritornare con Pocchioal libroper leggere l°'o- razione corrispondente a quel mistero; riesce in pratica non
'poco faticosø Q' e_ credo che pochi 'perseverino edurino* molto tempo a servirsi' di questome-#
todo;bencl1è utilissimo, stante la ile-` bolezza della'~nostra~ mente, che fa- cilmente si stracca m dover
riflettere sulla diversità di tante azioni che sul- 1° altare si fanno dal sacerdote. Con- tuttociò chi se ne
trova bene, se ne ricava ,il suo profitto spirituale, se- gum; pure', perchè ad una industria Sì laboriosa
non mancherà un com» pßtente premio appresso Dio. r _ V. Il secondo modo di ascoltare la Santa messa
è di quelli, i quali non si servono de' libretti, nè leggono cosa alcuna in tempo del divin sacri- tizio, ma
fissano l°occhiò mentale av- vivato dalla fede in Gesù crocefisso, ed appoggiati all'albero della croce ne
raccolgono i frutti, d' una dolce contemplazione , passando tutto quel tempo in un divoto raccoglimento
in- teriore , con trattenersi mentalmente a considerare quei sagri misteri della passione di Gesù , che non
solo si rap- presenta, ma misticamente si opera in ,quel santo sacrifizio. Certo è , che questi, tenendo
raccolte le potenze in Dio, vengono ad esercitare atti eroici di fede, di speranza, di carità, e~ d' altre virtù,
'e non v'è dubbio essere questo modo di ascoltar la messa assai più perfetto .del primo, ed anche più
dolce e più soave, oon- forme Fesperimentò un *buon reli-_ gí0SQ laico ( flenr. 1°n,Inq,m°s. ), il qllitlß
solea dire, che in ascoltare la , . 77 messa lun non~ leggeva che tre sole lettere. La prima era nera, cioè
la :considerazione de' suoi peccati, che I cagionava in lui confusione e penti- mento; e questa meditava
dal' prin- cipio della messa sino all' olfertorio. La seconda era rossa , cioè la medifi tazione della passione
di Gesù, cous-_ siderando quel preziosissimo sangue , che Gesù sparse» per noi sul Calva- rio , solfrendo sì
acerba morte; ed in questa si tratteneva sino alla comu- nione. La terza era bianca , perchè mentre il
sacerdote si comunicava, lui si univa mentalmente col suo Gesù sacramentato, facendo la comunione
spirituale, dopo la. quale se ne rima- neva tutto assorto in Dio nella con» siderazione della gloria che
sperava per frutto di quel divin -sacriiìz.io, Questo idiota ascoltava la messa con molta perfezione , e
vorrei che tutti imparassero da lui una sì alta sa- pienza. ' - VI. Il terzo modo di ascoltare la- santa -messa
con frutto contiene 'una svia di mezzo, non esige la lettura di molte orazioni vocali, come sr pre» Ö w
28 . ¬ . - scnve nel ~'pr1mo: ne. errclnede uno _-spirito molto "elevato infontempla- fzìone come si
prolessa* da chi sìegue il seeofido. Ma, -se ben si considera, ,èfil 'pinù -adattatoí; ess 'conforme allo
spirito' della '~ chiese ~,~ las qpale gode-, -the `noì ci *unìíormìamo 'a' sentimen- -»ti del sacerdote
cíellel;rraIite,{ cheìde- Ve olferire 'il sacrifizìo perlqùeìo quat- -tro ffinì ac°cennati« nella p'ree'edeme
istruzìone: essendo questo, »a'l dire .dell` Angelico, il modo più efficace per pagare i qua! tro gr`an~debiLi ,
che fabbiamo$<:omraltì con Dio. Quìndjè _'cbe esercìtando vol ms qualche modo :ll ùlfizìo di *sacerdote ,
quando assi»- .-estele .-alla messa , «-dovete.-áttuarvì , quanto sè -possìbile,- nellaf consi- derazione de*
quattro Erri- predettii , ,_ e rìuscìñà' agevolisáimo ;1se` 'prati- . cherei e ~in tempo -della messa -le>quat-
tro olferfle, che qui di sono vengon Éjdescrìtte'. Se ne*-clesìáaerate la prati- ca , eccola appunto.
Portateper qual- 'che :†empo ton voi -il presente'-.libreb Dior, ßinó a izmto, fche abbiate impa- ;.I`ë;iQ;
dette ~olferleel,.o almeno il siate ,b6}1Ãb0_ne imbevulo del senso delle . . _ 79. medesnme ,
nonpcurandomi , che sna- te molto attaccato eálle =,par`ole,; _ ed u'scita“›che.. sia la fmessa, ~-.mentre il
«sacerdote si umilia appiè ;~dell`,,altare dicendo il .«Corgfiteo.r* feto.-,eancor,voi , fatto un 1-:breve
«esame , «eccitate -nel flvoslro cuore - un atto «di ; vera -contri- zione , chiedendo -ipeirdono :a ' Dio dei -
vostri peccati , .=-ed ~invocando"'l° eaiuflto ~ dello"dSpir~ito Santo», e di~~Marian Sa_t~1- i «lissima , -
per ascoltare -o quella .messa «.con .tutta r_ivel-enza' ,,. e çdivozione. In- di dividetela in -quattro ~spfa'ziì
di tem- f po , per "pagar in kessi .i predetti`"qua`-t- tro. granvdebiti. nel' modo, -e forma , -che siflšue. .
~. - ;. VII-.~~Nel pr1`mo,'che-sa'1*à d'al*-1frrin- cipio 'usino al `vanÃg°elof», pàgherete†'=il primo debito,
di onoràrel,-eee* nlodare ›. `}-a Maestà 'di Dio degna d';infini_t0i ono- : IIfe_, , Vedi' infinüe -\,:-'Pertanto
umi- ' liàtcvi con"Ge'sù,- e sproíondaìeši,_c`ol _ pe`nsiero:_nel ~ vostro nulla. ;--~confe$sate ;
sinceramente il ~meschinis§imo 'niente - ncheìsìete 'avanti *sì -immensa Maestà , _. c ditele così umiliato'
nell'int,erno, -ed anche nell' esterno 'l( dovendoiseta- _ \ . ` . ` ` ` \ _ ' i . . ' 1 . _ . _ , . É \ - So re alla
messa ben composto, .ei mo› dato. ) _ V Ab mio Dio ! Vi adoro. e rico» nosco per mio Signore , e padrone
delfaniznae mia: mi protesto, ehe tutto uel/o , che sono, e tutto quel- la, cze ho , tutto lo riconosco da voi.
E pere/zê la somma Maestà vo- slra merita un onore ed un ossequio infinito; ed io sono il più poverino
impotente qflalto per pagarvi quesio grilli debito : V 1° ofleriseo le umilia- zioni e gli ossequ_ii, che vi rende
Gesù Sopra 1' altare ,- ciò', che ílìlo 1 Gesù, intendo di /are ano/z` io: -umilia , e mi abbasso .insieme .con
lui avanti la Maestà vostra : V i a› dora colle umiliazioni medesime , ehe viƒa Gesù: Godo, e mi com-
piaccio , che Gesù benedetto vi dia per me un onore, ed un .ossequio iffinítao .. :W 1 'H Chiudete ` poi il
libro , eefseguitatc a far molti di questi matti interni di compiacenza , che Dio sia' ìnfinita mente cmorato ,
e replicatelo più e più volte : Sì mio Dio , mi compim- “.9 44” 900re itfinito , c/ze risulia 81` alla Maesta
vostrja da questo santo sacƒ°zfizio_.° me ne compiabcio, ne go- do quqnto osò e posso. 'Nè ƒvi cura- te di
,star .attaccato alle parole postevi sopra ,,m`a servìtevì di quelle , che vi det`Ler`à la vostra divozione, stan-
dovene tutto raccolto , ed unito con Dio. Oh quanto bene in questo mo-f do, quanto 'bene pagherete il
.primo debito. , - ~ VIII. Nel secondo spazio di 'tem- po, che sarà dal -vangelo sìùo alla' elevazìmle ,
pag'heret.e il secondo def- bilo;. e dändo una breve occhìatà ai vostri gravissimi peccati , e ,vedendo ~i`›
immenso debito', «che» per essi avete contratto colla Divina giustizia, dite-* gli con ;_ un cuore
umì1ìato~.- . . ~ -Ecco., mio Dio, *9iz'el' tradítorje`, che -lante volte síê _ri1›.ellamlcontro di l_ 2101'. -Q
Oímê `, c/uz atldolorato ovbbofl- mi1z_of,e detesto col più vivo del mio cuorfç; Q' miei gr`avjssimi l peccati
'el-em' oflèrisco in' isconto` difi essi la siesswi soddíqfazione, che vi dà Geså=sull'ál- tare. Vi ojerisco- tutti
i- merili di Gesù. il Sangue di Ge.<›;å,- tutío Ge-› sà-,_ Dio; ed uomo, lcfie in qualità Tesoro nascosto. 6
82 'di vittima si sagri/'ica dinuovo per me; iacchê il mio Gesù si fa su quellg altare mio mediatore ,= mio
awocato ,- e col suo preziosissimo Sangue implora da voi il perdono per me; mi unisco colle voci di quel
Signore amoroso , e vi chieggo mi- sericordia' per tanti miei gravissimi peccati. flíisericordia vi chiede il
Sangue di Gesù , misericordia vi chiede il mio cuore addolorato. Deh caro mio Dio , se non vi muovano le
mie lagrime , vi muovano» i ge- miti del mio Gesù: e quelíb mise- ricordia , che ottenne per tutto I' uå man
genere sulla Croce, perchè non dovrà ottenerla per me su quest' al- tare ? Sì che lo spero, che in-virtù di ~
quel preziosissimo e-Sangue mi per- donerete tutte le mie gravissime col- pe , che seguiterò a fiangere
sino all' ultimo respiro de la mia vita. Chiuso il libro, replicato pure mol- titii questi atti di contrizione vera,
intima, e veemente. Date pure sto- go a` vostri aifetti , c senza stre- pnto didgarole, ma dentro del vostro
cuore ite..a Gesù :V Caro Gesù mio e t . ,.._ 83 datemi le 1agr`z'me'díPietru'~,~ la mn.. trízíone della
flfaddalena, ed il do- lore Je' Santa", che una voltapecca- tori, _/urono veri penítenti-›, acciò in questa
messa -ottenga un perdono generalz'ssimo› dei miei peccatíf Fa- tene moltidi' questi atti tutto rac- colto
in Dio, e siate- certo , che in questo modo pagherete eompitissima- mente tutti i-debiti, 'che con tanti
peccati avete contratto `=con.Dio'. - IX. Nel terzo- spazfiov di -tempo, che sarà dall`~ elevazione alia
fcomu- nione , rimirandovi ricolmo di~ tanti `, e sì rilevanti benefirsii; in contraecam- bio di questi oíferite
a Dio un dono d” infinito valore , -~cioè« il Corpo , ed il Sangue di Gesù Â- Cristo: anzi invi- tate tutti.-.gli
Angeli, e tutti i Santi, a ringraziare Dio per- voi in questa , 0 somigliante maniera. ' Eccomíh amatissimo -
mio Dio, .ca- rico di bene/ìzíi t e e generali, e parta'- colarí, che mi avete fatti , e side per ƒarfmzfe ..nel
:tempo , e nell' et_¢r=- nítà' .- conosco , -che le vostre masc- ricorfdie verso di t me sono -state , ¢_ sano; -
¢g'n_/init: ma » .puj-e -v son _ › . 8 1; pågar'9l'.dl' 111110 8`l.Tl0 all, llllíI7l0 soldo .- eccovi però per
gratitudine , ed-. in pagamento questo Divino San- glàeo-,W questo pƒeziosissimo Corpo , questa. viüímw
innocente , che io vi presento , er fmano. del sacerdote. ()uest'oflåta,oo che íao vi,-ƒo 'son cer- to. che
bmm~›po† pgzgww'. di zum' i dani; the- mi- avete/'atti .- questo do- no; di valone;"infif'ízlo` vàfe esso solo
quanto tutti li -doizi, fcheilzo "i°z'oevuti_, rieevoo., 'e «som per .- rìoecåere *da -vol- Beh. Arzg;z'olz'+
saizti', e..v'oi* tutti Bed- ti ldel: ol-elo àíutateríii arƒingrazíorß z'l;o.mz°o:°I)ia, *eìi ofirita llzí in-or"íì}gra-
miamehto fdfáftantz 'be`(flzçšàäíi›n0n S010 questa., -' ma =. izdtéfle. -messe , -V olw al- tualrìzeìxla si ' '
oølèbmnd het: 'mondo tzgìtlo; acoíà }a¢,s11'a,~amofo;sá behçfi- cL'ƒ1za~ .resiå èomp'itamente.:~
ricompen- Sllla-per'›tante . °clu”mz ha fam, ed è›>1pe›«~;f¢sm'›z@«f coli def fl.seàb'1iv.~›Ammåà ' '-
'Qh f'1H;›`I\m--"1sìf:`comp`iacerà`fil nastro f buon» Dìofìdš %sì'\“ fisrìfišrafläf ` menìm! C-lh.›.<qua'nto~š
nesterà«*s“oddiSflW'f la pen~qnesta›'fsoh\ óifem', che vali? piìmdle;'~.1azn.e'-de.=.ä›lm-
e=.bfi`«»`ze°;~:;éss2ñ*`* 85 do di valore infinito!-:E per attuar-¬ vi maggiormente ^in.osì;divoto senti-
mento mvitate i tuttoil Pziradiso ad impiegarsi í tutto ~ per.-' voi : - ixivocate tutti i Santi ', che - avete in ¬-
maggior divozióne, eidite loro, con voci inti- me del›:ivostro~ cuore: 0-"cari,-*miei Santi "awocati
ring5razz'ate Ia- bontà del mio.--Dio per me, acciò' . non viva e muoia ingrato; de/z”supplic'atelo, che
accetti il mio - buon c'uore,< "ed, abbia riguardo.. agli. amorosi rin- graziamenti; che/'in questa messa
gliƒa il mio Gesù'pferfme.' Nè Vi contentate-di dirlo- una sola« volta., ma ireplicatelo più , epiù-.voltez ed
assicuratevi.. ,. che in- questo» _modo verrete a soddisfare compitaménte a questo gran deb.ito.:;e-molt'-
o più vi riuscirà , se ognifiomattinoiarete -1' atto. di offerta, che «comincia :o Eterno mio Dio, ec.- e lo
troverete ne-I finì: di questa operetta-, 'per ofl`el'.ire aquesto fine tutto le messe , che si ceiljfàbra- no nel
mondo tutto. . ' X. Nel quanto spazio di tempo , che sarà dalla comunione sino all`ul-. timo ,i dopo aver
katia la f0fI1}H1i0U0 › \ 86 spi1'ìtuale.in1;elnpo, 'che -il sacerdote si comunicherà ›.
sagramentalmente , nel modo, e forma, che v'iusinucrò nel fine \ di questo« capitolo :.- risguar- date Dio
dentrodi voie.-poi fatevi un gran cuore per dimandargli mol- te grazie, sapendo, che in quel ›tem- po Gesù
si unisce con voi, «e-›-prega, e-. supplica ..aneh` egli per~'voì ;»›-e-per; ciò 'dilatate-1-il-:cuore ,.e non-
diman-› date cose di poco-momento, ma di- mandate .grazie grandi, ..essendo al- tresì «grancle~~ l`
olferta , che voi gli fiate del suo Divin«¬'Fi`gliuolo,ie'.però dit.-ciglio con am cuore umiliato. V Caro mio
Dio, pur tropP0-,mirz- conosco indegno . de' vostre .favori .- ooafessola mia .somma indegnità , e che per
~.tanti,.e..sì gravi peccati non 'merito di essere .esaudito. Ma come potrete non esaudire .il vostro
Divinfig1iuolo,~chesàll' altare prega per me , 'efvi oßerísce la. sua vita, ed fil.-suol sangue per mer? De'/za
.ama+ tissimo , mio Dio udite iprieglzz di 11118810 «fnio grande awocato , ea' in suo r-'e:_;°uard0
concedelemi tu/le le gf/-aeie*, che conoscete necessarie per 3 8 compire il grande aflare della mio
eterna salute. Adesso sì, che mi faccio cuore a dimamlarvi un” per- dono generale 'di tutti i miei pecca- -ti,
la grazia della perseveranza É? - nale nel bene ,- anzi vi addiman , mio Dio, confidato nei prieghi del mio
Gesù , tutte le virtù in grado eroico , tutti gli aiuti _e_[ficaci per farmi un vero santo: vi addimando la
conversione di tutti gl' inƒedeli , e di tutti i peccatori , e particolar- mente di ,quel/i, c/ze mi appartengo-
no per congiunzione di sangue ,- 0 per affinità spirituale : vi clzieggo la Iiberaziane non di un' anima so- la,
ma. di tutte le anime del pur- gatorio: cavatele fuora tutte , ajfin- chê con l '-e/ficacza di questo divin
sacriflzio rimanga vuoto quel ca-r- cere de' purganti : e convertite tutte le anime de' viventi, questo misero
mondo diventi un paradiso di deli- zie per zìoi , dove amato , riverito , e lodato nel tempo da tutti noi, ve-e
niamo poi a lodarvi, e benedirvi per tutta l' eternità. Amen. ~ Dimandate pure, dimandatc e per 88
voi, e per i vostri figliuoli, e per i vostri amici, parenti, e conoscenti: Dimandate per ottenere' il soweni-
mento di tutti i vostri bisogni sì spi- -rituali, come temporali;-anzi diman- date la pienezza di tutti i beni; ed
il sollievo da tuttii mali per Iasan- ta' chiesa , 'e non -dirnandate con tie- pidezza , ma con fiducia' grande ,
e siate "sicuro, che le vostre preghiere unite colle preghiere di Gesù saran- no esaudite.` V ' Ö Terminata
la- santa messa ;› fate un atto di- ringraziamento a Dio con l`A- gimus -tibi gratias etc, ed usciteve- ne di
chiesa col cuore compunto , co- me Se scendeste dal Calvario. - _ Or ditemi adesso: se tu»tt›e~le mes- se ,
che avete ascoltate fin' ora ,ile aveste ascoltate in questo modo, di quanti tesori vi sareste arricchita 1' a-
nima? Oh che gran perdita, che ave- te fatta mentre avete ascoltata la san- ta messa guardando qua e là,
emi- rando chi entra, è chi' esce di -chiesa, e tal-volta ancora ciar-lando, e mezio' che dormendo; o al più
masticando alla peggio poche orazioni vocali, 8 senza punto di raccoglimento integio- re. Risolvetevi
dunque ad abbraccia- re questo modo soavissìmo, ed age- volissimo di ascoltare la messa con frutto , ed
che consiste in pagare i quattro gran debiti, che avete con? tratto con Dio, e siate sicurissimo, che inpoco
tempo farete un acquiè sto dovizioso di grazie singolarissime, nè Vi» caderã piùin pensiero di dire: Una
mes.'s'a"-di più ,' úna messa di meno; oco conta. 1 ' i À XI. fix quanto al modo di lare la Comunione t
spirituale in 'tempo' ,J chef il sacerdote si comunica nella messa; contormfei si- accennò di sopra: con-=
vien safverela dottrina del sagro Con-pi, cilio dif Trento; il quale dice , che I' uomo '_ può ricevere il
šantissimo Sa- gramento in tre 'maniere. La prima solo sagramentalmente; la seconda solo spi-ritšual-
rrr'ei1t:e_;"la .terza sagra; mentalmente -~e~"špir”itualme te. guip non si parla della prima, qua e è di
coloro; che si comunicano in ista,-i t-o di peccato mortale , come fece Giu-lo da , nè meno della terza
comune a tutti quelli , -che si comunicano in 9? . grazia , * ma st parla della seconda pro- pria di
coloro, dice il sagro Conci- lio : Qui voto pr-opositum illum coe- lestem panem edentes , fide viva, quae
per dílectíonem operatur; fructum g'us , et ulililatem sentíant.~: (Sess. 13. cap. 8.) i quali non potendo ri-
cevere sagramcntalmente il corpo del Signore , lo ricevono spiritualmente con gli atti di una viva fede, e
ferè vente carità , e con un sommo desi- derio di unirsi a quel sommo Bene; e con questo mezzo si
rendono capaci di ricevere il frutto di questo divin Sagrameuto. t Per facilitare la pratica dino tanto
bene; onderate quanto son perdir- vi. Allorchè il Sacerdote sta per çomunicarsi nella santa messa ;, voi
stando ben composto sì nell' interno , come nell` esterno, eccitate nel vostro cuore un atto di vera
contrìzione, le picchiandovi umilmente il petto , in .$egno, che _vi riconoscete indegno di sì gran grazia ,
iatetutti quegli atti di-amore, di oíferta , d” umiltà, con- tutto il resto, che solete fare quando vi.-
çomunicate sagramentalmente', e , - 1 poi desiderate con vivo desiderìì di ricevere il buon Gesù
sagramenlato per vostro ihene. E per rawivare la vostra divozione , Âinmaginatevi , 'che Maria santìssima,
o qualche vostro santo awocato vi porga la sagra par- ticola: fi uratevi di _riceverla: ed ah- braccianão
Gesù i nel vostro cuore ,-re-. plicate piùae -più volte .con-parole iu- time dettate da-ll' amore: venite caro
Gesù mio , venite dentro questo mio povero cuore, veníte.«e .Saziate Iemíe brame: venite, H e
santg'ficate..J' anima mia ,- venite Gesù dolcissimo venite. E ciò detto, fate silenzio, rimirate il vostro.
buon; Dio, dentro. di -voi ; e to- me se realmente vi ,foste comunica- to , adoratelo e riugraziatelo , c -fatte
tutti quegli atti, chesoletelare do-- po la comunione sagramentale. . t Or sappiate , che questa benedet- ta
e santa Comunione spirituale sì- poco praticata daìcristiani de' nostri tempi , è uu tesoro che vi riempie 1'
anima di mille. beni: e conforme, dicono «vari autori, (P. Rodríg. P131* le 2. Esere. Pørf. Tract. 8. c. 15.). e
cosi utile ,` che t pua prodllrflš f quü-_, 2 le S21-azie istesse ,- ,che produce la Go- munione
sagramentale , anzi maggio» ri. _Imperocchè sebbene 'la Comunione sagramentale; cioè' quando
realmente ricevetela sagra particola; di sua na- tura. èi-° di ' maggior strutto; perchè es- sendo -
sagramento, ha la virtù ex 0; pere operato; tuttavia può un' anima con tanta.umiltà°,c amore e dìvozione,
fare la sua-Comunione spirituale, che meriti maggior grazia- di quello me-+_ riti un` altra",1. la quale si
comunichi sagramentalmente, ma non con tanta esquisita disposizione.. - Quindi è, che il nostro Salvatore
gradisce tanto- questo modo di co- municarsi spiritualinente, che molte v"olt`e 'con evidenti miracoli si è
com- piac_iuto_di benignamente esaudire le pie_hran"le' de' suoi servi; ora comu- nìcandoli collesue
proprie mani, co- me accadde alla B.f_ Chiara da Mon- tefalco, a santa(2.rterina'daeSiena', ed: a santa
'Liduinaz ora 'per mano degli angeli , come av\íe`ne'ial mio Sera,--» fico dottore san Bonilventura, e ad al-
\1T1_ due santi *vescovi , Onorafo 'e Fir- mmo ; ( In Vit. eorum ) e talvolta 93 ancora per mezzo della
gran 'ma_dre* di Dio, che colle proprie mani volle comunicare `1l.aB.-Silvestro. Nè dove- te maravigharvi
~~ di - queste . amorose finezze , ~¬perchè la Comunione spiri-A tuale infiamma 1' anima --'di ;., amor di
Dio , l' uinsce con Dio, e la dispone a ricevere' iplù segnälat1lia_vo'r1. Co-o me mai 'dunque al riflesso di
queste, verità.vi rimanete _sì._fre_ddo, ed in- sensato ?' E quale scusa_potr_ete mai addurre per
esentarvi da una pratica sì çlivota ?_ Deh finite una volta di ri- solvervi, e però awertite , che que- sta'
santa. Comunione spirituale dà a voi questo "vantaglgio-sopra' la 'Comu- 11ione~sagramentale , -_ che la
s Comu- nione ..sagramentale non. può; farsi che una_voltaì il _.giorno , ~.ma"la, Comu- nio_ne,-
spi_r_itu_ale =_ potete, farla. tante volte ,fyquante gsono l_e_ messe che af- s<_:ol1ate;,.;_ed~ anche ,_
fuori, . della: isa†nta¬ messa , fe, amattina. e sera ,- e ;gi_ornb e_ notiet, -fin .chiesa 'ed « in_Casa:;,
sedzaq: che ._ab'b,1aI;e gbisogno - “di” hcenzaf e, confessmge: in ,somma ,quante volteí voi-
zpraúçherpäe quanto di sopra "sii è pr5§çr4çtg;,- , altrettante .Volte farete. ›-lai ,¢ Coçáunione
spirituale , e vi arricchi- rete di grazie , di meriti, e di ogni bene. s Or ecco il fiue di questa tenue oe
peretta; ed è d` inserire nel cuore di tutti quelli, che la leggeranno , nn santo desiderio che s' introcluca nel
mondo cattolico 1' uso' di ascoltare o- gni giorno colla più soda pietà e di- vpzione la santa messa, ed ogni
vol- ta che si ascolta la messa di fare la Comunione spirituale. Oh che gran bene, se si ottenesse questo
santo fi- ne ! Spererei di vedere rifiorire nel mondo tutto quel santo fervore, che si ammirò in quel secolo
d' oro della primitiva chiesa, allorchè ì fedeli 0- gni giorno assistevano al santo sagri- fizio , ed ogni giorno
si comunicava- no sagramentalmente. Se voi non sie- te. degno di tanto , _' almeno almeno ascoltate -
ogni giorno la santa -messa, ed ogni giorno comunicatevi -~ spiri- tualmente. Se mi riesce edi. guada- gnar
voi, mi ffigurerò di aver gua- dagnato il mondo tutto, -e :darò per lieu 'impiegata ques†'a* mia debolexfa-
U¢š\«~` M8» per togliere .t_utte'le-80u- 5 se , che aogliono addursi da allcuni per non ascoltare la
santa messa, nel seguente capitolo si apporteranuo va- rii esempii adattati ad ogni 1 sorta di persone ,
acciò tutti intendano che se si privano di sì gran bene', è per .io- ro~ colpa , per loro tiepidezza e svo-
gliataggine nel ben operare , e non sarà poco il rammarico che ne pro- veranno in punto di morte.
cAP1ToLo 111. Varii esercizi per indurre tutti i fe- deli d' ogni stato e condizione, .ad ascoltare ogni
mattina la santo 7718830.. i " Molte sono le scuse che favorisco- no la tiepidezza di coloro che di ma- la
voglia, si inducono ad ascoltare -la santa messa. Voi li vedrete- tutti fin faccende , tutti ansiosi ed intenti a'
Brømuovere interessi di fango; per questi ogni fatica è leggiera, nè vi -“è incomodo che li trattcnga:
dovechè per -ascoltarel la santa messa , cheè l`aafl`are supremo di tutti gli affari., .ø 6 li iiedrete
svogliati e freddi, con cen- to ipretesti trivoli alla mano, di occu- pazioni gravi, di poca sanità, d` in- trighi
di famiglia , scarsezza ditem- po , moltiplicità .di negozi ec. In som-› ma , se la santa .chiesa non gli ob-
bligasse sotto pena di peccato grave ad ascoltarla almeno ne` giorni festi- vi, Dio sa , se mai visitassero una
chiesa , o piegasserog un ginocchio a- vanti ad un altare. Oh vfitupero! oh disgrazia somma -defnostri
tempi! Miseri noi ! Quanto siamo declinati dal fervore di que'.p1f.imi _-iedeli , -i quali, .conforme si è
detto di sopra, ogni giorno -assistevanoeal santo' -sacri- fizio, e si ricreavano .col pane' degli angeli,
comunicandosi sagramental- mente. E .pure non mancavao loro e-£accende',f e negozi ed .occupazioni :
anzi con questo mezzo incamminava- no bene i” loro' negàozi-ed -interessi; si temporalicome: spirituali;
Mondo* cie- C0, quando" apríiraiwgli _occh'i' -per co- noscere un si palpabileerrorel Via sù risveg'lia'te-vi
tutfi; e sia qnestala no- Sìeta divozione più caragl la'=più~dil_et- 13;' .Cioè ascoltare' ognirgiorúbllaisanta
_ . . . 97 messa , con- lare-in essa la santa Go- -munione spirituale; Per ottenere un santo fine non trovo
mezzo. più 1 \ , efficace che l°;esempio_;~esse.nd.O mas- sirna.irreh°agahile ,, che noi' tutti vi- vimus ›ab
excemplo ; ›e hci osi rende facile ed,:agevole .tut-to: ciò, che sve- ddiamo lare. agli -altri nostri ßonsimili.
.Tu enon; pote:-is, rimprorverava se ,stes-o sofil iP. s. Agostino: la non püleris quad Isla", .el ..íslaß .P
Cønƒß ~1. 8. 6. 1 r. ) 'Ne eaddurremo ' unque alcu- ni speuantiea varie sor`|e.,di..persone , ed in. questo
modo spero che guada- gneremos tutti.= .c - «_ . I ,. I . _ . .Q , §o'Iø:_` __ , _- 1' " › Esempi per muovere
1'- sascerdoti a celebrare .ogm matima ,_ fuorché ln. mega l . dz , Iegzltzmo zmp,6dz'ment0. - ›. ' . _. Un'
istorietta cvenuta a mia'-notizia spianerà questo=pri-mo ,paragrafo de- gliesempi. spettanti a` sacerdoti;
ed è', che un sacerdote , il ,quale per una gra-ve ferita iattasi nel dito in- dice clella mano, restò impedito
dal Tesoro nascosto. 7 8 -cel%brare per duemesi: e dove che prima diceva la messaiogni dì, non ne
lasciando neppur una; lo crede- reste ? .In que” due mesi. benchè vi -corressero feste segnalatissime , non
:si cornunicò neppur una volta, nem- --meno ascolto mai una messa ne' gior- ni leriali. Ma perchè? Vel
dirò: per comunicarsi semplicemente e per; a- -scoltare la messa, non corre il 'giu- ..lio come per
celebrarla. Oh avarizia sordida de' sacerdoti, che vivono di- menticati- del loro sublimissimo stato l -
Questo ècun volere che il cielo ser- va alla terra; e un rovesciare tutte le leggi e tutto il buon ordine del- l'
economia spirituale, con dar a dive- dere che si stima più un giulio, che Dio. Non dico che non sia dovuto lo
U \ 0 stipendio a chi celebra, perche qua «altari ínseròit de altari vivere ' debet ,- ma non ha da essere
questo il fine .del celebrante. Adunque risvegliata- ~vi, o sacerdoti di Cristo; e procu- rate in primo luogo,
che sia sempli- ce e puro l' occhio della vostra in- _tenzione, risgnardando Dio puramen- te: e.-però, prima
di dar principio . . I . › | › › . ~ . . 1 allasanta" messa , rinnovate alråmxo mentalmente i quattro fini
accennati di sopra e prescritti clall°,Angelico , e nel _/Vlemenlo, dopo aver applicato il sacrifizioper quelli
a' quali siete obbligati , fate in succinto quelle of- ferte all' Altissimo, indirizzandolo a quei santi fini , per i
quali è stato instituito; cioè per onorare Dio, per 'ringraziarlo , per sodclisfarlo, e per impetrare dalla sua
bontà tutti i be- ni. Indi usate ogni diligenza per ce- lebrare con tutta modestia, raccogli- intento ed
attenzione, posatarnente, -senza aífreltarvi; e ponendovi tutto quel tempo, che è necessario per
pronunziar bene e distintamente tut- te le parole, e tar compitamente <t~`ut~te le cerimonie colla gravità
e «convenienza che si deve: attesochè se le parole non sono preferite arti- colarmente, e le cerimonie non
sono -fatte con decenza e maturità., in ve- ce di essere istrumento di pietà e di reliq'ìone , sono materia di
scandalo a chiunque le osserva. ~Un' buon con- siglio è, che .ilr sacerdote procuri di r if;-ner il suo interno
ben raccolto, :oo attendendo al senso delle parole che proíerisce , con gustarne il significa- to , e
formar nel isuo interiore atti di varie virtù .che a qäello corri- spondano. Allora sl , che influirà .gran
divozione negli .astanti , e ne riporterà un .grano profitto per se stesso. - . _ `-Supposto 'tutto -questo ,
ogni sacer- dote -deve prendere questa ferma e costantevrisoluzione, di celebrare ogni mattina la santa
mèssa;po'ichè se nella primitiva chiesa i laici ~si comunicava- no ogni -grcmnoa, .con quanto maggior
ragione -dobbiamo credere che cele- brassero ogni di 'i sacerdoti? Qzzotidie immo/0 .Deo _»-ígnum
irnmaculatum, disse sant” Andrea -apostolo .al tiran+ no: Io íflƒìzrisco ogni __giorno ai Âlia I' Agnello
immacolaio; (Ex .Sur.'3'<z› Nov. E s. Cipriano in una sua Epi- stolai dice : Sacerdotes .qui .sacnficium Deo
quotidze immolamus. Noi sa- cerdoti c/ze celebriamo ed oflåriamo giornalmente il sa'crgfizio¢ a Dio; (Ep.
54.) E san Gregorio Ma no V' 3 Ham. 27. in Evang.) racconta di S› CaSSi0 vescovo di Narni, che co'- ø 1
:or stumando di direla messa ogni dì, comandò Iddao ad un suo cappella- no, che gli dicesse; da sua parte
che faceva molto làene,.. ei che- la. sua di- voz-ione gli era' moitof grata ,.- ej 1° a- vreb_bericompensata=
ampiamente nel santo paradiso.. Al èonirarío que' sa- cerdoti, che per meranegligenza. la- sciano dí
celebrare-,. 'chi mai'. potrà ridire ilf gran danno , A- che- ~arre~cano a. tutta la chiesa? E* notís_si§ma~'j la
sentenza del veneraebile Beda Sacer- dos qui absque lègitímo impedimento nn'-ssae celèbrationem
omjttit , quan- tum in ípso- est, e sanctzssimarn__Trz'«-L m'ia_lem -privat lande et* gloria ;e an- gelosf
1aetz'tz'aa;. peccatores' venía; _ju_- -Stos., auxi-lzos,. et gratía ;~e.z'z'_.`stentes in ;Purgatorio-~;
subs~idio› et rg“rigerz'0_.; Ecclesiam* zzusafn* ingenti ~bßl$efiz:í0; et seépsum ~medic“in'a -et remedià. Il
Sacerdote .-, I ßlzefa senza I i£ti.I710~.l'm- p_edz'mento› lascia di ßeezšórare. ogni giorrw ,-
p.e'r4q.uam'o¢ ne`ìin¢1uí`,e. priva la Santíssi/nan_1'rz'nz'tà di; lode e' glo- riq; gli angíoli di allegfezza; 1'
pec-. wiarz' di perd0n0, jgwstí di aiuto Q grazia ; 1° anime ' .dël aPurg(n'orí0= wz di szfflragio e
rqƒìígeìíoå la' chiesa (fyrz ínmzcnso benfficío; e Se stesso di medicina e rimedio. Dove miiro- vercte voi un
ladro sì famoso ,f che tutti in un colpo -faccia lux-ti di sì gran rimarco, quanti' ne la un sacerdote, che non
impedito lascia di celebra- re, e ruba ,ta-nto' 'bene a' vivi, a' mor- ti, ed a tutta la chiesa? Nè vale la scusa
delle itroppe occupazioni. Il B. Ferdinando ascivescovo di Grana- ta, che 'era insieme primo ministro di
quel regno, ed in conseguenza oc-ß cupatissimo , pure celebrava ogni mattina. Il cardinale di Toledo l` av-
visò (Iìodr-ig. Eser..Perf. P. 2. Tr-act. 7. c. 116.) che per la corte si mor- rnorava dilui ,» che, oppresso da
tanti negozi, icelebrava ogni giorno. Ap- punto per questo, rispose il servo di Dio , avendoini *l` Altezze
Vostre po- sto* su le spalle un speso si esorbitan- te, non trovo miglior sostegno, per non' cadere -a terra,
chè ilsanto sa- crifizio della messa , (ia cui cavo lor- ze* e vigore, per tirar innanzi 1,' im- piego da loro
impostomi. Molto me- no valcfuna `c`erta specie di umiltà. 1`o3 S Pietro» Celestino, per 1 il 'gran con-'
cetto, che avea dell' altezza di sì gran mistero, voleva astenersi dal celebra- re ogni giorno: gli comparve un
s. Ab- bate, (Sur. in V zt. z}nsz`us_ c. 3.) da cui aveva ,ricevuto l`abito' dimona- co, il quale gli disse in
tuono di vo- ce imperiosaz « C qual Sefafiùú mi troverete voi in tutto l`emp1reo.,- che sia degno di
celebrare? Iddio» ba fatto ministri del santo Ãsacrifizio gli uomini, e non gli angioli, e come uomini. sono
soggetti a mille imper- fezioni. Umiliatevi sì, ma celebrate* ogni' giorno , perchè. taleè la volon- .tà di Dio.
Contuttociò , acciò la ..fre- 1 quenza non sminuisca la dovuta ri-o» verenza', dovete storzarvì d°~imita- -re
.quei santi -, cbettspiccarono mag- giormente nella modestia* ed atten- zione, in sì santo ministero. 'Il
gran- de e famoso arcivescovo sant'Er-, berto nel celebrare era tocco da' una divozione sì straordinaria,
che sembrava nn angelo di paradiso: » (In vita çor.-um) Il beato san Lo- renzo Giustiniano nel dire la san-
ta messa restava come immobile-5 \ 104 i suoi occhi sivedevano rugiadosi di lagrime, ed il suo spirito
tutto rapito in Dio. ,Ma sopra tutti s..Francesco di Sales. Non si sè vedu«to'eccIesiasti,† co, che .sia stato
all'altare.con mag- gior maestà, con maggiore riverenza e raccoglimento,-.di quello ch'lè.spic- cato in lui:
appena si :vestivaa degli abili csacerdotali, che si spogliava su› bito di tutti gli altri pensieri: posto il piè. sul
primo gradino dell' altare , il suo interiore ed' esteriore, prende« vano una maniera tutta angelica , che
rapiva cl1i1mque« il rimirava. -. Ma: come mai questi. Santi trova~ rono.1'1n›.~sì..›gr.an pascolo spirituale
in celebrare la santa* messa 3 Perchè celebravano come se losseroalla pre- senza di ~tut,ta la Corte del
Cielo; conforme awenne al san Bonito Ve- scovo `di.Glermonte , ..che standosene una notte' ritirato in
chiesa , compar-» ve in quel l tompiof la gran _ VERGI- NE con una.gran~ comitiva. di Santi: alcuni di
quest-ì dimandaronoalla-gran SIGN-ORA ,a chi .aveva da celebrare la santa messa ;? Risposeå Bonito mio
servo dileflo.-Il santo prelato in sen-' 105- tirsì nominare' si ritìròfindietro per il timore , volendo
nascondersi, ed il'sasso, a›c.ui stava appoggiato, con stupendo mirakzolo si admmollì ,. e pre- se le
impresšioni del corpo del- sànto, che anche adessozvì si -vedono scol- pite: ma la sua ùmiltà non -giovò s
ad¬altrc›j , cfiea nmdedrfo più-»degno.= Gli convenne celebrare m- presenza-f della gran.Mad1*c- di -Dio ,
sel_-vito-da tutti que' cìttaidinì; d'el= cielo. Dopo la: messa la San1ìssíma~ VERGINE gli» ~ 1 ! diede un
camícß b1ancl'1ìssimod_unan tela sì fina ,-, ~cIìe~ non si trova. cosa, che possa pareggjarla ; ed anche og-
gídì si mostra come una preziosa reliquia.'~( Sars. 15f.*J`um Or dite- mi; con che modestia- ,raccf›glimen¬
to , ed -amore avrà celebrata quella messa Pd Che- se questo) .esempio vi pare troppo sublime, ,-e voi.
pren- dete la forma di icelebrare dal ;glo- rioso san Víu€enz0,Fneljreri7,,_ii quale; celebravai ogni gìornq
prima di .pre- dicare , e due -cosc:portava:=1ll° Alta-@ re :- una somma pu;-ità -interiore ed un'esu-ema
ipolìtczzan estøriore. (--In çjus vita.-) -Per ottenere ila prima Io6† si «confessavaognì mattina; e questo
všorrei da voi, 0 sacerdote, che cer- cate il maggior gusto di Dio nel trat- tarre -sì sovranimisteri. Gran cosa
!¬ alcuni- spendono le níiezz' ore di tem- po in leggere libriccini per prepa- rarsi alsanto sacrifizio , quando
con breve esame , e con eccitarsi ad un vero dolore di qualche peccato del- la vita passata ( non avendo
altra materia) potrebbero acquistare ùna sì gran purità di cuore. Ecco la pre-›' pax.-azione* più nobile, che
possiate fare per la santa messa : confessar- vi ogni mattina. Toglieteafiaa tutti i scrupoli, e non
.disprezzate questo mio consiglio; Oh che acquisto do- viaioso adi meriti farete mail. Oh qi1anto:mi
ringrazierete quando ci troveremo nel-la beata Eternirà! Per ottenere la seconda, voleva il santo, che l'
Altare fosse adornato con poni- pa, e decoro;s.e' celebrando ordina-a riamente alla presenza d`immenso
l"opolo,_eesigpeva _una somma pulitez- 2&_ n_1'›tu-tte le s1'1ppellettili,'ed arredi SHBPI- -Orf'qni›
lasciatemi a piangere , mßfifße -lgirandozin varie iparli colle roy' J I 9 ! missionisj trovo bene s'p`esso`
in 'molte chiese ,~.non*›so1am'ente fdi villa; ma eziand~io›,dif:citIà principali, o sia per avarizia›,.o» sia
negligenza, (Id irreligiosità ide' ministri, trovo dissi; paramenti, rcorporali , purif1catorjÉ, ed altre
biancherie sì~ sozze, e mac- chiate-., ;chef 'fanno stomaco, e nausea sì.a"sacerdoti,* come a' secolari , che
non possof-vederle senza or_1;ore. Ni- mis vídetur absurdum, dice il sagro Concilio Lateranense, in sacris
sor- des negligere; quae dedecerent etiam in profanis C. Relinquz' i de cu- stod. Each. Non posso soffrire
un sì gran. disordine; e però voi sagre- stani,1voi rettori, voiparrochi , voi cito al tribunale di Dio per
render \ conto di nn inconveniente “si orribile. Chi vi puòiscusare da rolpa grave', mentre vi servite per
l`altare di ciò, che abborrireste-in una mensa pro- ifana ?r ›E voi che late , o vescovi, prelati , visitatori?
Perchè, -quando nelle. vostre visite trovate puri{`1cato- f sorclidi , 'corporali -;mez`zo-fchef“rosif da ffarii
,-1' *veli sdruscitì =, `per<l.h°è ' non li ì siracciated im taècia ~ a'-fpafrfroc'l›`i* ne-'Y 103' g-lìgenti ?
Perchè non' li «castigate 'con pene rigorosel, Voi mi direte , che trovate sempre ogni cosa pulita, e bene in
assetto. Viinvgannano, credete a me, v`ingannano:.~ e. però servite- vi dello stratagemma d`. un' zelantis-
simo - prelato .,.. quale trovando in vi- sita. : una f sagrestiaf pro-vista. di arredi nobilissìmì-` ,. pianeta di
broccato d' o- ro ,”. camici fini, ed altre: simili sup- pellettiliì in.1seomm`o~-preziose': or be- ne, disse. al`~
parroco, vi comando sotto. pena di .sospensione -.a `Divinis, ipso fizcto- ípcurfanda ,1 cheš non per-
mettfat'e~,a che veruna teadìf qùeste sup- pelLctt~ili sagre sí :porti: via , 'sotto qualsiåógiia- ~p“r`et;esto›
,, dalla o vostra chiesa.- Fu- altro-nqilesto-,,. ;cIle' pagar ila nolo-~*di'. quello ,.s che~:aveval preso
imprestito da” suoi amic-i¢?~ c i ' , Io concedo ,¢che Ia- povertà di molte chiese- scusi e dagli. ornamenti
ricchi , intessuti di seta ,_ ed" oro; ma; come può scusare dalla dolvutašpoli-¬ tezza , ed decenza? Ilf mio
serafico padre. san Francesco era dotato di tanto zelo-verso sì sagrosanto miste- P0 .- Che- --se bene
innamorato della , 109 santa povertà, voleva però , che le sagreslie , e gli altari si mantenesse- ro in
sommo grado puliti, e molto più le suppellettili sacre , che ser- vono immedialamente al divin Sagra-
memo : 'anzi .lui ,eslesso si metteva bene spesso a scopare .cone somma di- ligenza le .ch_ì-ese.. S. «Carlo
nelle sue ordiua~1.ioni_-siqmosctra tanto esatto in cose , -dle sembrano _m'iuuzie , che per verità 'fa
stupire chiunque legge. -E per concludere, `l`1sLessa gran madre di Dio ha»voluto in persona farci
intendere questa convenienza , men- tre comparsa a S. Brigida, le disse: Jllíssa dic] .non .debet 'nisi in -
Orna- mentis n_1una'is._( Ravel. .S. .B/'z;gz'd. l. 6- c. 46. ) Non si deve .celebrare la santa messa, che con
paramenti puliti, che spirino divozioue colla loro decenza, e mondezza. Prima -di ter-minare -questo
primo paragrafo, resta a dire qualche cosa del ministro, che serve alla messa. A'ternpi nostri questfulfizio
s” impo- .ne a ragazzi, e persone idiote, quan- do .le prime teste coronate non sa- rebbero degne di tanto
onore. S. Bo- .~1no naventurafdifce-,"*i:he qiiestoè ülfizio anšgelico , perchè iiel santo 'sacrilizio molti
apgeli ivi assistono, che servo- no a Dio in qnel santo ministero. ( ,.Ex. lib. 5. Spirit gfat. ) Éa glo- riosa santa
Metilde vide 17 anima di un fratello laico- ornata di mirabile splendore , perchè con somma dili- genza s`
era esercitato; in servire a tutte le messe, che mai poteva."E san Tommaso d' Aquino, che fu il sole delle
scuole, perchè conosceva il Tesoro nascosto, che por7tava'seco quest`~ulfizio di servireal divin sacri- íizio,
dopo aver celebrato-, non era contento , se non s' impìegava a.ser- vire un' altra messa. ( Sur. in V ita. S.
Thom. Aqu. ) E Tommaso" Mo- ro gran cancelliere d` Inghilterra ave- va poste le sue delizie in questo santo
impiego di servire alle messe, e per- chè un giorno fu rimproverato da uu primate del regno, condire, che
al re Enrico sarebbe spiaciuta quel- la di lui bassezza, rispose il Moro: Domino mao ,Regi disp/z'cere ; non
potest, quod zlosius Regis Domino 0!»'S<f;.;'uz'urn ímpendo. Non può dz'.-p1}rz'- -111 cere, aljmío-
re~ I' ossequio, che pre- sto al padrone della stesso re, anzi al ,re dffregi, e szlgnore de' signori, ( Corn. a
Lap. in C. 16. n. 11.) Si contondano quelle persone, talvol- ta anche ,religiose , che si fanno pre- gare, e
ripregare per servire alle messe: quando dovrebbero tare a gara, e strapparsi di mano i messa- li, per aver
I' onore d'impiegarsi in ulfizio sì divoto, che fa› invidia agli stessi angeli, e beati del cielo. Si deve bensì
usare ogni diligenza, 'ac- ciò chi serve alla messa sia bene i- struito nel suo Impiego: deve stare con gli
occhi bassi, con composizio- ne esterna, grave, e divota; deve preferire le parole distinte, adagio , con
voce nè si bassa , che dal sacer- dote non si senta, nè sì strepitosa, che dia noia agli altri, che celebra- no
ne' vicini altari; e però dovreb- bero escludersi certi ragazzctti troppo le†zgier.i,« che íanno de` giuocolini,
e tu-multi , con sommo disturbo del sacerdote: e prego Dio, che illumi- ni' gli uomini più sensati ad impie-
,f_.a;a:°si in sì _s:ulto, e lodevole oflizio; 112 anzi -i- più nobili ,- e -più prudenti dovrebbero
dafesemplo agli altn. ' 1 §› ' i Di varia' Principi ,t Re, .e - ed Imperatori. . ` il ' ' - ` `..ø Gli esempii .rlei
grandi coglione muovere assai più-, chelaxpietà ben- chè 'singolare delprivati, essendo più che vero li
assioma eomuue : Regis ad exemplum totus componitur orbis. Ed oh che serie ben lunga ne po-
treistendere peranimar tutti a se- guire le loro vestigia , con ascoltare ogni giorno la *santa messa. Ne toc-
cheremo alcuni così di passaggio. ( Reƒß gen. in ann. 32. ex trip/. 1. 1. c. 9. ) Costantino il grande non solo
ascoltava “messa .ogni giorno nel suo palazzo , ma -mentre andava a qual- che impresa .,_ fra gli strcpitì di
mar- te, ed i rumori -“dell” armi, conduce- va seco un a`ltare portatile, c Vi fa- ceva continuamente
celebrare , e con questo mezzo riportò 'segnalatissime vittorie. L' istesso .osservò costante- 113
mente Lotario imperatore, il quale, o fosse tempo di pace, o di guerrzis ogni giorno voleva ascoltare tre
mes- se. Ed il pio re d' Inghilterra Enri- co III. ogni giorno ascoltaita pari- menti tre' messe-con somma
esem- plarità di tutta la Sua corte: Singulís diebus tres míssas cum nota.audz_'re- solebat, et plures audire
cupiens-, pri-' vatim celebrantibus assidua assiste- bal. (Matt. de Par. /u'st.i Ang. ag. m. 679. ) 'E però fu
premiato daf Si- gnore anche temporalmente, con aver maneggiato lo scettro, cinquanta sei anni. Benché
per mettere in I mostra. la pietà de'- monarchi Inglesi, ela lo- ro assiduità in ascoltare la .santa mes- sa ;
nonè d' uopo ricorrere a' _ seco- Ii transandati; basta fissare lo sguardo nell' anima grande di Maria
Clemen- tina 'piissima I regina , la di cui perdi- ta; Roma non ha ancor finito ,di pian- gere; ..questa , -
conforme-più volte seb- he-la bontà di-a confidarmi; aveva po- ste-rtutte le sue delizie ~ene"ll` 'assistere
al divin sacrifizio , e però_ .ascoltava ogni giorno quante -messe mai potç-È va , e vi assistova _inmm0bìl§,
rf'~`§Éf:, Tesoro nascosto. 41 I \ ° 1 14 cuscini; senza appoggi, come Se fos- se'-funa Veratstatua
della pietà; e da sì divota assistenza le si accese nel cuore un' amore sì sviscerato verso Gesù
Sagramentato, che ogni giorno voleva *trovarsi presente a tre , o quattro benedizioni del Santissimo , che
si --davano in varie chiese-, facen- do* correre 'sa tutta carriera per le strade di Roma la sua carrozza , a
line di arrivare in'tempo.a tutte. Ed oh quante lagrime sparse questa buona 'signora per saziare ' la fame
di"quel pane iangelico ! fame sì vee~ mente, che la faceva languire notte, e~ dì; perchè il suo cuore si
sentiva ad ogni ora= trasportato dove aveva fisso il suo- amore: e pure permise Iddio; che non fossero
esaudite le sue apremurose istanze , e lo permise per «rendere-_-eroico il suo amore , anzi?
p'èr¬~íarIa“martire' dell`.amore ; poichè , 4 a mio 'l-credere, questo le accelerò fla; morte ,r conforme
ricavo evidentemente r dall` ultima lettera- , che già languente mi scrisse. Il certo si',›'ìè,eche'-se le tu
tolta la- frequente cbmìšnione , non le lu tolto il merito, g . O _ I 15 perchè quello sfogo amoroso, che
non poteva avere: nella comunione sagra- mentale , lo trovava nella comunione spirituale ,a che non solo
in tempo di messa ,. ma più, egpiù Volte íra'l giorno ripeteva con' sommo contenti) del suo cuore,
praticando1a,per-ap- punto nella íorma prescritta nel ca- pitolo precedente. v Or ditemi :~ quest' esempio
sì su-a blime , che puòfdirsi -oculare, per- chè veduto- 'da noi, ed. ammirato a' giorni nostri da ìtuttai
Roma, non basta per istrozzar° in gola tutte le scuse a coloro, i quali provano _sì gran diíficoltà in
ascoltare.,ogni_ gior- no la santa messa' , ed in fare la comunione spirituale? se bene non mi basta , che
imitiate' questa buona regina r nell' impiegare il cuore .in vivi desideri di -ricevere Gesù: sacramen- tata,
ma vorrei ,. che 1" ìmitaste nel- l` impiegare le .mani ne' lavori, che lei bene -spesso faceva 'per prevedere
le chiese povere di suppellettili sa- gre: esempio imitatö in Roma da molte dame, e signore, che si pren-
dono per loro ricreazione lavorare 1 r6 , colle proprie mani vari arredi sagri per ornamento delle chiese
:' ~e 'fuor di Roma da -una -gran-principessa di altezza , di gran sangue, s e di non minor pietà, che ascolta
ogni matti- na più messe, e bene spesso tiene impiegate le sue -damigelle in far lavori per servizio
dell'altare, sino a consegnare casse intiere di corporali, purificatorj , e simili ' suppellettili a'missionarj, e
predicatori , acciò le distribuiscano per le chiese povere, e da per tutto si offerisca a Dio quesio divin
sagrifizio colla dovuta pomp“af,i'p'ulitezza` , e decoro. Siami lecito adesso quì esclamare: Sovrani
della“ferra , eccoli! modo» di assicu- rarvi il cielo; E che fate di grazia , cl'le"'íat,ei? perchè-iron aprite ila
ma- no ,' perdere spiccare -la vostra libe- ralità con abbondanti ,limosinein be- nefizio di tante 'chiese sì
bisognose l Non occorre' dire, che l' erario è as- sai scarso, i dazi non írut-tano , le rendite ogni giorno più
si sminuisco- no, Vitroverò io il modo facilissimo di provedére agli altari, senza pre- giudicare al decoro del
vostro stato. L n Eccolo agevole', ed alla mano. 7Un cavallo di-meno in stalla, uno staf- tiere di- meno
intorno alla carrozza, un centinaro dißmeno per la villeg- giatura ;'- ed ecco fatto un grosso pe- culio per
sowenire alle necessità di tante -povere cure. Voi intimate die- te , radunate congressi, tate consul- te,; e
consigli. di guerra per assicura- re le vostre provincie -, e pure non Vi riesce; dave' che un. pensiero , che vi
suggerisca un mezzo termine opportuno , aggiusta un negozio , e quel negozio aggiustato -vi assicura un
regno. Ma quel pensiero sì pro- fittevole di dovevienez? daaDio, ca- pitela bene, cla Dio._ qual' è il
mezzo-~ più ellicace, per ottenerlo? La santa; messa..› Ascoltate J dunque più messe ,.- fatene a_ltresì›
.celebrar molte , e provedete gli altari .di vasi sagri, di suppellettili.-preziose , e pro- verete sopra di voi
una. providenza di Dio malravigliosissima, che assicu- rerà i vostri' stati ,. e vi renderà ie- lici e nel tempo ',
e nelleternilà. Concludiamo questo paragrafo con I' esempio di san Venceslao Bè di 1 I 8 Boemia , In
e]'us Kit. che se -non in tutto., almeno inparte' dovrebbe imita:-si da tutti voi. Questo santo re non si
contentava .di assistere ogni giorno a più messe genuflesso sul nudo suolo; nè di servire 'in persona a'
sacerdoti sacrificanti con maggior 11- miltà di qualsisia chierico di prima tonsura ; -ma di più. contribuiva
a` sagri-.altari lepiù ricche gioie del suo tesoro , .e li -più fpreziosi drappi della .real .supp.ellettile.
Costumava inoltre lare di propria mano le o- stie , -che idoxtevano servire nel santo sacrifiziof a -questo
fine , senza ri- guardoalla regia dignità, egli mede- simo impiegava le sue mani destinate a maneggiare
scettri , in coltivare mi campo , 'reggere l` aratro, seminare il frumento , -raccorre la messe; -indi macinava
il grano, fsceglicva latàrina per cuocere, e lormar le ~ostie,~ che _dovev;ano .servire per la consecrazio- ne
, le =qua"li poi presentava con umi- lissima riverenza a" sacerdoti, 'acciò le convertissero nel divinissimo
corpo del salvatore. Oh mani degne d' ave.- re lo scettro de|l` universo l' Ma qual 119 ricompensagli
lrutò una sì tenera divozione? Permise Iddio, che Otto-V ne I. Imperatore concepisse verso questo santo
re una benevolenza sen- za pari, sino a concedergli la facol- tà d' imprimere nel suo scudo la di- visa
imperiale dell' aquila nera in campo bianco , grazia non conceduta ad altri principi. Così Iddio per mez- zo
dellllmperatore volle rimeritare la gran pietà di Venceslao verso il divin sacrifizio. Ma molto più fu ri-
munerato dal re del cielo, quando per mezzo d` un gloriosissimo mar- tirio gli lu conceduto un gran diade-
ma di eterna gloria: ed eccolo. per 1° affetto sviscerato alla santa messa doppiamente coronato e in
questo mondo, e nell' altro. Riflettcte, e -rìsolvete. » §. III. Per le signore Dame. Una Dama, che entra in
chieísa tutta pomposa, ed abbiglìata con va- rii ornamenti, si tira dietro tutti gli '120 occhi, e non
voglia Dio, tutti i cuo- ri, rubando a Dio le adorazioni. Quindi è , che non occorre addurre esempii per
indurre le signore dame ad ascoltare ogni giorno la santa mes- sa; purtroppo sono inclinate a fre-
quentare le chiese: il punto sta, che si dia loro ad intendere, con qual modestia , e riverenza devono tratte-
nersi nella casa di Dio , particolar- mente quando si celebra il santo sa- crifizio; altesochè quanto mi
edifica- no molte gentildonne, e signore ro- mane , le quali com-pariscono avanti gli altari con abiti
positivi, senza pompa ,ed arlifiziosi abbigliamenti, a'ln-ettanto mi scandalizzano certe va- narelle , le quali
con cimieri in ca- po, e con un brio da teatro, -voglio- no essere le dee delle chiese. Per riscuotere da
queste 'un timore ri- verenziale dovuto alla sagrosanta mes- sa, servirà una mirabile visione, che ebbe la
Beata Ivetta nobile Fiam- minga , ( Bolland. in vita B. Ivet. 13. Jan. cap. 4o.) la quale udendo la messa, vide
il portentoso spetta- colo d`- una dama assai ríguardevole, 121 che le stava a lato. Còstei' teneva
bensì-gli occhi' curiosi verso- l` altare; ma non già per attendere al sacrifi- cio, o per adorare il'
Sacramento, che pretendeva di. ricevere; ma per dar pascolo all'impudico suo affetto, D` intorno le
stavano alquanti diavo- letti menando danze, e facendo tri- pudii; Quando si levò per accostarsi più all'
altare; chi di que' diavoletti le alzava lo strascico della veste da terra; chi le oiferiva il braccio per
appoggio; chi le faceva ala; ed altri 'in altre guise la servivanocome lo- ro favorevole signora. D1 pegglo poi
vide la Santa , quando colei awici- natasi alla-sagra mensa , si pose gi- nocchione, perocchè scendendo il
sa- cerdote col Sagramento in manofper porgerle la comunione, le parve che il Salvatore si partisses dalla
sagra Particola , e volasse verso il cielo”, non volendo entrare nella bocca di quella scellerata tanto
corteggiata da malvagi' spiriti. Attonita la beata Ivetla- a sì mirabile prodigio, ricor- se con umili prieghi
alla`miscricon=- dia -del Redentore , il quale glie ne 122 rivelò la cagione; notificandole, .che quella
dama portavaøsensuale alfetto ad un ecclesiasticoassistente al sagro altare :fche p_erò nel tempo del sa-
grifizio , . in vece di fissare gli occhi ne' sagrosanti misteri, dava immo- desti, ed impudici sguardi al suo
vago, a cui desiderava più di piace- re ; che al/suo Dio. La quale sfac- ciata immodestia , siccome aveva al-
lettati i diavoli a farle corteggio, co- sì aveva scacciato da lei il Salvato- re; essendo 'verissimo il detto dello
Spirito Santo: Quoníam in maleva- :lam animam non irzroíbít sapien- tia, nec -/zabítabít in corpore subdí-
to peçcat/is ( Sap. 1. 4. ) Voi mi dl- ..rete', o .signora , che non siete nel .qxlmero di persone così perdute; e
vel lo credo con tutta ingenuità , ve Sloícredov; ma pure quel vedervi ve- tnirt in chiesa, scoperta con una
certa inudità, scandalosa che fa stomaco: tutta gale,ftutta profumata, non vi rššnde degna di cento
biasimi? Molto più sene couducete con voi quel .vostro cagnuolìno, che col- sonaglio al .çolla sstm-ha tutti
gli astauti al I V 12.3 santo fsacrìfizio.§ molto peggiore in tempo :di messa .vi trastullate «íaceri- do
carezze al cagnuolo. Ecco il pro- nostico, che ardisco di farv7i:':Quelle vostre mani ;saranno,^ se
1`1on'__altn0a, morsicate. da , e .cani di fuoco per anni, -e 'anni nel purgatoríio» Mi meraviglio
de`:sacèrdoú.,r .che dovreb- bero 'strapparvi « .dalle -braccia quel cane', .ea-*sbatterlom in lerra', «e con
«quattro .calci gettarlo -'fizorifdi chiesa. Che vìiúpero è maia:1queSß.oa!; Voi siete che fate diventare .il -
sagro tem- pio una spelonca di fladri, mentre rubate 1” onore a Cristo con il dì- sturbo , che cagionato ai -
sacerdoti , ai chierici., redatnlto-.'il1›.opolo. Deh ritornato in voi stessa, e risolvetevì -d'- imitare r santa
Efisabetta regina di .Ungheriaz in ,ãus -uit. È la c .q.ùa;le con' somma maestà portavw udire la .santa
messa, .-ma fin quel tempo si clevava la :corona di capo, -le gioie dal fdilso; e.spoLg'liata di; tugti gli
ornamenti, _. se .ne .stava ricoperta con un velo, in *poirtamento così mo- desto, che non fuxveduta mai
rivol- gere. occhio _ in altra parte ; nile -che ._ 3,4 _ _ _ :piacque tanto a Dio', che volle pa- ~lesare
aetùtti eil suo gradimento; poi- chè là santa nell' istessá emessa era in tal .guisà da Divino splendore illu-
.strata,r ecbegli occhi- de' rigua;-dantì .ne rimanevano' abbagliatì- , sembrando ea tulti,,che fosse un
Angelo di“Pa- -radìso. Servitevìí di- un'sì 'nobile esem- pio, ed assicurate=vià che, sarete gra- dita e da J-
.f)iof,ef edagli «uomini , ed ìevostrì sacrifizii vi sarànneo 'dì som- mo profitto efin:q1'1_esta' v-ita , e nel-
l`altra.' _ V' .~ . V ._ _-.. 1 I. _ ,'\, - - ePet'- Ãlë - dónne ßordínaríe. e 1. '_ _~ - -. '.: _^ ø Gvande, è fi 1" f
utìlità ›, che si ripoi-.ta szinta fm'essa'f,.` conforme' si è di- zmostrato” nella [årecedente istruzione;
mlolte voltenen - conviene, ,che ,alcune'.donne-ewadano alla chiesa nei giorni fe:-im; ,lvoi -che allanate, 0
;avete obbligo, per'-motivo di giusú- --:ua , o dl cantà , di assistere ad un -mfermo, o pure avete un manto
tra~ V¢1'$0› ,Che vipnoibisce 1'; usßire., di 125* casa, non 'dovete inquietaršfi 5 equel che sarebbe
peggio disubbidire: per- chè qpantunque la'/-santa messa sia cosa santissima , e di 'tanto profitto , quanto
dimostrato abbiamo, contut- tociò migliore sempre è l' ubbidien- za , ed .il negare la propria volontà. Anzi
per . vostra- consolazione vi deve esser noto , che iacendo Tubbidienza raddoppiata il guadagno ', ed il
meri» to-: attesochè fla bontà di Dio in tal caso , non solo premierà la vostra ubbidìenza, ma vi metterà
anche a credito la messa , come se ascoltata l' aveste; appagandosi della vostra buona volontà. All'
incontro col di- snbidire perdereste l' uno , e l' altro merito , mentre dimostrate di ` aver più gusto di
soddisfare alla volontà åroprìa , che a quella di_lDio, il quzìé "es ressamente si è dic iiarato ne - le caiite,
che Melz'or åsèt Qbešiíentig 1, uam víotima; 1. . 1-. c e giù si compiace(dell' ubíidienia), che dellå messe, e
sacrifizii, che -non so- no 1 precetto. Ma che sarebbe poi , se andaste alla rnessa, 'e per ì cicalecci, curio- ¢
I § 12.6.1 sità_.,.<e- Volontarie ,dislrazioni ,- Ve ne ritornaste? colle manivuote? Così av; venne ad ; una
donna. di* contado , ( Henr. «in ;M.ag. Spec. Ex-emp.~;d. Io.-Ex. 28. che abitava in unica- sale alquanto
discosto d'alla.`.c_hiesa. Gostei ,. per impetrare da' Dio ;.una grazia desiderata ,s. propose , e promi- se-di
udire un' gran numerodi mes- se'-nel decorso dil un anno. Perciò qfualor sentiva suonare la. campana _d'
-invito» fal santo» sacrifizio in una chiesa campestre , subito interrompe- va. le sue' faccende, e
prontamente vi s`= invìava per pioggie, e per nevi, senza far conto alcuno dell' inclemen- za de` tempi'.
Bitornata poi a casa , per tenere il ~-computo delle. messe udite , ed adempirne puntualmente il numero ,
a cui si era obbligata , metteva ciascuna 'volta una» fava in un bossolo, che rserbava in luogo se- greto.
Trascorso 1° anno, credendo di aver .compitamente soddisfatto. alla promessa , e d' aver fatto molto os«-
sequio a Pio, ed acquistatoa sè non poco merito , _› andò ad -aprire' il va- LSQWQ 11€! Segni , ove -
di~~tante fave , I zz. che Vi aveva intromesser ne ritrzavò una sola: del che oltremodo stupita ed
attonifa, nei prese gran cordoglio. Onde rivolta a Dio con lagrime ebbe a dire: Signore, comemai di tan- te
messe ma -cui assistito , una sola ne trovo segnata? Non ho già io maneato' d' intervenirvi, "eziandio con
sommo mioscomodo, senza te- mere di tempo contrario , per p_iog-'- gie, per geli , e per qual siƒosse
disastro Pe Quando Iddio le inspirò di andare a consigliarsi con un saggio , e' pio sacerdote , il quale le
addimån- dò in qual modo fosse it-a alla chiesa e' con che divozìone avesse assistito a sacrifizii? Al che
rispondendo quella che veramente nel cammino aveva sempre parlato di' faccende, e di ia- cezie ; e nell`
assistere ai divìni mi~ steri se l` era passata in cicalecci , discorrendo con quella', e con que- sta , - col
pensiero sempre fisso alle cure di casa , e della campagna: Eee cavi* la cagione,_ 'disse allora il sa.-
cerdote, per cui quelle messe siano perdute: le ciarle , le curiosilà,'lc distrazione' volontarje vf hanno tolto
lì 8 'il merito: Il demonio se le ha re- se' per sê ,. oppure 1' angelo gua- io quei segni, per darvi a dwedere,
che si 'perdono le Èfere buone , se non si fanno bene. ingraziate però Dio, che una bene udita vi sia sta- ta
fruttuosa. Fate adesso una seria riflessione e dite: Chi sa di tante messe udite in vita mia, quante sa-
ranno state accette, e gradite a Dio? La coscienza che vi dice ?- Se vi pa- re, che molto poche saranno frut-
tuose nel cospetto di Dio , rimedia- tevi con una vera emendazione in awenire. Se poi, che Dio non vo-
glia, foste nel numero di quelle di- iate , che servono di bandiera ai diavolo anche in chiesa per stra-
scinare anime all* inferno; udite il Seguente Caso spaventoso, e tremate. Si narra nel seminario , detto
Dor- mi -siçuro , di una donna, che es- sendo restala molto povera , se_ne andò .per disperata' in. luoghi
solita- rii, ove le apparve il demonio, e le disse: che se ella in chiesa voleva ti-at_tenere le genti con cic-
alecci,ie ragionamenti inutili, ed impertinen- 12. r ti , J” avrebbe fatta più ricca di gri- ma. Lamisera
donna accettò il par- tito , e si mise a fare quel mestiere diabolico, e vi~ riuscì a maraviglia; perchè
chiunque le stava la lato, tan- to diceva, tanto si adoprava , che non poteva attendere nè alla messa , nè ai
divini offizi. Ma poco tempo pas- sò, che le fu sopra la mano vendi- catrice di Dio. Ecco che una _matti- na,
soprawenendoc una fiera tempe- sta , cadde una saetta , la quale uc- cise lei sola, e la ridusse in cenere.
Imparate ,. o donne, a spese d'altre, e luggite quelle , che. con tanti cica- lecci, ed irriverenze nelle chiese
," si fanno ministre. del diavolo; se non volete ancor voi incorrere nell` ira dl D10. _ §..v. Per li
mercatanti , ed artigiani. _ L' idolo de' nostri tempi è finte- resse: ed oh quanti gli si prostrano avanti
oíferendogli in ogni lu080. ed in ogni tempo tutti gli omaggi. E T e$0r0 nascosto. 9 _, 130 r quindi -ne
iíiene , clle_ correndo die- tro a- quest` idolo , si iseordano del vero Dio, e perciò - vengono a pre- cipitare
in un subbisso- di«I_njali, con rimanere privi- di - tutti i ~beni: dove che protešta =il santo profeta Reale ,
che tutti quelli,-'i quali ricercano in primof luogo Dio , non incorreranno in 'verun male, ed abbondéranno
di ogni bene: Inquirentes Domínum non dçficíent omní bono. ( Psal. 33 11. ) ll che si verifica molto più in
quelli, che prima di accinge:-si ai lo- ro negozi , alle loro faccende, procu- rano -di assistere. alla ~-santa
messa: conforme il comprova ¬l` awenimen- to di tre mencatanti di. Gubbio , i quali porlatisi ad .una.fiera,
che si šaceva nel borgo nominato Cisterno , e fatto lo spaccio delle loro merci, due di loro cominciarono a
trattare della partenza , e presero risoluzio- ne di `partime`.il dì seguente sull' al- ba, per arrivare la sera
alla 'loro pa- jria. Il terzo collega non .diè 'consen- so a quel partito, _e protestò che es- sendo il giorno
vegnente, domenica , non si sarebbe mai messo =in viaggio 131 se prima non avesse udita la santa
messa. Anzi si die' ad esortarli, che se volevano ritornare di compagnia , come erano venuti, si
contenlassero di assistere prima al santo sacrifizio; che poi preso un poco di refezione, sarebbero partiti
più allegramente; e che se non potevano giungere guel- la sera a Gubbio, non mancavano agiati alberghi
per istrada. Non si arrenderono a questo saggio, e salu~ tare. consiglio i compagni, ma riso- lutifdi arrivare
la sera alle lor case, risposero, che Iddio, se per ip quella volta _ perdevano la messa avrebbe avuto di loro
compassione. Così la domenica innanzi 1' alba, senza nè pure elitnare.ii'1,..clìiesa;ipostisi a ca- vallo,
presero il ccammiuo verso la pa- tria. Arrivarono presto al liume Cor- fuone, il quale per una dirotta piog-
gia caclutacquella notte, era a dismi- S sura cresciuto, onde. la corrente .del- l' acqua -battendo .
gagliardamente nel .ponte di legno l` aveva alquanto smos- so, ed indebolito: Sopra di questo salnrono
ambedue .co loro cavalli _, e tostochè furono nel mezzo ecco . . 7 132 che un furioso impeto di acqua
divi- se , ed atterrò il ponte :' per `modo che i due infelici mercatanti co' «loro cavalli precipitarono nel
fiume; dove restarono affogati, perdendo ad un tempo e danari, e merci, e vita; e forse anco l`anima. Alla
strepitosa ro- vinaaccorsero i paesani, e con ram- piconi tanto fecero, che ne trassero fuora i cadaveri, che
lasciarono ivi distesi su la. riva, affinchè fossero ri- conosciuti, e si potesse: dar loro se- poltura; Intanto il
terzo mercatante, che si era trattenuto per soddisfare al precetto della santa messa, posto- si con allegra
speditezza in cammino', sopraggiunse al medesimo fiiime", ove vide Sul lido i due'cadav'eri.» Ferma- tosi
a rìmirarli con occhio curioso, ben tosto li riconobbe peri suoi com-L pagni. Indi dagli astanti 'intese il mi-
serabile infortunio con gran' commo- zione del suo' cuore., Allora alzò le mani al' cielo, ringraziando
l'Altissi-_ mo, che così benignamente 1' avesse preservato dalla comune sciagura: e benedisse mille volte
quell' ora, in cui aveva assistito al santo sacrilizio; Q5 _ 13.3 n da cui riconosc.cv_a la sua salute. Ri-
.tornato . alla patria «sparse la trista novella ,_ -mosse iparenti a procurare .il funerale dei defont.-i,aed
accese.__in tutti im vivo desiderio di ascoltare 'ogni giorno la santa messa. (L0/zner T om. 2.. tit. '64. ) . .
Maledetta avarrzia lasciatemi un -pò sfogare ) maledetta avarizia, che ,šstacca il cuore da Dio, e quasi
qua- si toglie la liberìår di attendere al .gran negozio~.dell'eterna. salute! Ac-' ciò li mencatami avari
entrino in se slessi, -mi. spiegherò con un esempio della Sagra. Scrittura. Sansone ,. :come ben sapete , fu
legato con nervi di bue, con corde vergini , cioè non mai usate altra-volta; alla fine notificò alla sua
ingannalricß, che la spa for- za era asçosa _nc` capelli: onde raso che iu, perdene ogni vigore, andò -
iupotere .dei Filisleì ,, dai quali fu acciecato, e condannato a condurre una mola. -Or dico io; qual fu li er-
rore supclflativor di Sansone ? Forse il lasciarsi legare con tante manifat- lure? L? errorer non_,fufi qui ;j-
sapeva ibeuissimo, che ,tutta la forza, del 134 paese non bastava a tenerlo, e che non v' era rete per
un tal pesce; tutto il male fu notificare dove con- sisteva la sua forza, e lasciarsi rade- re i capelli, perduti i
quali Sansone non tu più Sansone. Or dico io, che un mercatante si lasci legare da cen- to occupazioni di
bottega , di tratfi- chi, diconti, di 'cambi ec. è forse questa l` avarizia perniciosa? Non sta qui 1' avarizia :
tutto il male dell' a»- varizia sta in lasciarsi radere i capel- li. Mi spiego: Ha quel mercatante un carico di
negozi; ma la mattina per tempo sente suonarla messa, e dice: Negozi miei abbiate pazienza, mettiamo la
messa in sicuro. Questo è Sansone legato sì da negozi, ma flnfm tosato. Quell` altro trafficante è preso
stretto da sette, e più corde; di operai da soddisfare, di conti da saldare, lettere da, scrivere, corri-
spondenti da sollecitare, quello aspet- ta una risposta , qnell` altro un pa- gamento; oh che laberinto di
corde !' Ma che? Viene la domenica, o la festa di qualche santo suo awocato, Sl Sifìga- da tutto , c va con
tutta 135 pietà- ad fascolt:are›~ più".1nesse, ed a fare le* sue divozioni. Questo ancora è Sansone
legato, -ma non tosato , perchè con tutti i negozi non perde di mira›'iLnegozio massimo dell' eter- na
sal~ute.- Ma ( attendete a questo) m-a›-quando siete legati«da« mille- fu- ni d'-a-interessi; e non- vi
fèvigore da spezzarleper uscire fuora a sno tempo', etener- salda la frequenza de` sagramenti-~, ef l'
assistenza a santi saerifizi : oh poveri» Sansoni! - allora siete -legati insieme, e tosati. Benchè gli acquisti
sieno giusti, quel modo così spasimante non è giusto; quella è una sbrut-ta avarizia ,che -vi; tratte- rà
come lu trattato eSans;m`e,---finchè come a Sansone .vi cada la casa in testa: edal-lora quae parasti crjus
erunt? ( Lu0.p_1a. zo: - Ma pensatela voi: questi avari» non si arrenderanno mai, .se non li pi- gliamo per
il suo verso. Or bene: che pretendete voi? eArriccl1ire,t ac- cumulare , far guadagni? qual è il modo più
sicuro? Eccolo-: ascol- tare ogni giorno la santa messa. Ve-t dgtelq in que' due artigiani; ambc-1 136
due fanno l` istesso mestiere, uno è carico di famiglia, .moglie, figliuoli, nepoti, l` altro è solo colla sua con-
sorte. Il primo tira innanzi la sua famiglia con grande splendore, e tutte le faccende gli riescono a
maraviglia. Awentori alla bottega , spaccio dei lavori, sino a mettere da parte ogni anno un buon peculio
per maritare a suo tempo le figliuole. L'altro.è solo, non 'ha lavori, si muore difa- me , e *va spiantato. Un
giorno disse confidentemente -al suo vicino: ma come fate voi? In casa vostra vi pio- -ve. ogni bene di Dio;
ed io meschi- no non posso alzare il capo: ed in mia casa vi piovono tutte le disgra- zie. Ve Finsegnerò io,
disse 'I'-` amico; domattina sarò da voi, e fifinsegnerò il luogo di dove cavo tanto bene. La mattina *lo
.condusse in chiesa ad ascoltare la messa , -e poi lo «ricon- dusse in bottega -al lavoro;-e così fece due, o
tre volte. Allora colui gli disse: se non vi vuol altro, che andare in chiesa. ad ascoltarelames- sa, la via=già
la sò da me, senza che vi scornodiate. Così per appunto \ _ l ' ' '.I . 137 dnsse I altro: ascoltate ogm
giorno la santa messa, e vedrete, che mulerà 'faccia la vostra fortuna. Ed -in .fatti fu così: perchè
cominciando a senti- re -la santa messa .-ogni W mattina, fu proweduto di lavori; /in b'reve.tem- po
'pagòp i debiti, e rìmiàe' la sua po- .vera casa in ottimo stato. ( Sur; in Vit. S. Joan. Eleem.-. ) -Credete .voi
21+ vaugelo.?.-«Or se›cned`etea al vengo-to lo,'.come¬potete emettere in du.bb1,o questa verità?
nondice chiaro: Quae- rite prima-m .regnum Dei , - et omnia ad 'ícíentun vobis P ( Mattlz. 6. 33.
(íercatçppr-ima.Dío in tutto le cose, e tutto 5:1 resta vi .sarà da- Io per giunta. Se' ,non altro :latene la
prova -per .uu «anno ;1ascoLtate per lim 'anno .ogni matt-ina la= santa ;.mes- sa ;t e se li- vostri interessi
temporali non piglìano miglior *pi'egao,;alamlenta~ tevi pur di me: makaop :sarà cos_ì, perchè -
avretemotìvo, di rìngpraziarngi. 138' 1. §o VL s Per lì' Servítarì , e~'Gantadím'. L' Apostolo san Paolo
dice , esse- re. cl'-una infedele Chi nOn tiene' la' debita cura~ della sua fami- glia :' Sì quis suorum, et
maxíme flomeslícorum cufam nonf habet: fi- Jem ne§avít~, - et est Infidelí deteríor. ( 1. Tzm0t.- 8°.-°
)~Questa cura s' in- tende .non solo quantoialfeorpo, ma molto più in quanto--alllaaimaz onde se sarebbe
grande- empietà il lasciar mancare il* vitto corporale a' suoi la- mígliari ,e servitori: molto maggio- re
infedelìå dovrà dirsi, il privarli degli alimenti spirituali--,, e› special- mente il noqfdar loro comodità di
ascoltare ogni* giorno la santa messa. la di cuisperditsañnoii ~ potrà mai ri- .storarsi da qualsivoglia'
padrone , per ricco, e potente cf\e7sia.'Quando Id- dio stabilì con Abramo* quel gran patto; comandò ,
che non solo esso si circoucidesse , ma anco tutti iser- Vi› 8» lnlgtì gli schiavir- Tam Verna-_ culus , glam
Emplítíus círcamafde- i 13 tar. QlGen.~ 17. 1:. ) Segno evic?en3 te , c e il buon cristiano non deve
contentarsi di attendere per se solo al culto divino ( massimamente per mezzo della santa messa ma deve
adoprarsi , acciò vi s"ímpieghino tutti i suoi servidorì , e tutti della sua famiglia. Questa santa economia
spir- rituale praticò con tntta compitev-1.8 san Elzearìo conte d` Ariano, ( in eius V it. ) il` quale fm molti
buoni ordini, che diede» alla sua famiglia ; il primo tu ,' che tutti ogni mattina ascoltassero la santa messa;
e serve; e servidori , e garzoni, tutti voleva vederli alla messa. Costume santissi- mo, che si praticai da
molti signori, le porporati , e prelati di Roma, iqua- li ogni mattina ascoltano la santa messa , e vogliono
vedervi assistente tùtta lai servitù. 'Nè dovete credere, che quel tempo, 'il (quale s'impiegá da' vostri.
servidori in ,ascoltare la santa messa sia 'nn tempo perdutof oh quanto vi sarà ricompensatp da Dio ! ` ' ti
L A ~ S. Isidoro era un povero agricol- tore , («In çjus Vit.) ma guarda., v 140 __che jnancasse mai di
ascQlt.i;_1y'e_ pgni xjiáttilia la _santa messa; e Idšfiø per 1_arglì_conosccre quanto gli lossç gra- .ilita là
sua divozione, in tempo, .che gšsigteya alla santa messa, i_ac_€va a- ;r_ar.e il .sno campp dagli angeli. E'
ve- ro, che Dio non lqrà mifgacpli cosl 'pal_p_gb_ili per voi , ma in quante ma- niere ricompenserà la
jvostra pietà ? Potcte argpirlo da ciò, che succes- _se ad un poy§er` uomo. Eta questi un .vignaju0k_›,
çlle_mante§_leva_ lafsua lamìglia col sndqye della, sua- fronte. Qpsmmava .ogni gg-iomp ,› prima di
portarsi al lavørß, IT inter-mire al _s¬an_to sacrifizio della mgissa. Una mat- tipa ito per lempào al
poçloudeputa- fa 3' giornalieri, aspettava , che ve- pigsç 'up padrone ad i|1vit_aa_lo, e con- £l.1.1.Il°la
gißlmw; -quando , udito il .dellg £amp11na_, si portò se- ipon;r_ìo,i_l suo çostnme alla .chiesa per fgrç le-
sup onazioni. Terminata la n)ߧ_SQ, nc uscì \m°al%ra , ed egli spinto Skill; ;§,\u_›,,_ _di\'oz.iç›ne ascç›_ltò
quell' al- tra messa; Rito:-nato poi al luogo <`9ƒ1$He§<_› , lo trovò vuotø › essendo .gxaiiutifi gtaçi spçditi
da'padroni alle P _ _ .,-. _ __ *__ È. 9, `-*_ -_-._-_.-_~,¢_ -É; zip. _.. yqp-2 fu ~«-s~<=_.7'-¢e<› =-1-
'zzrcar-2217'-2--_-'”¦""*""_"'*""'“'-__ -~ ° - -- *fo* Q1 F41? loro faccende e in i ca'mp'agn`a ;' peficiô-
ilbuon' uomo se' ne' ritoP'na¢a› assai* ínesto alla sua casa: quando' s`im-* battè nella via in un cit-tadino
ass%a*i` facolloso , che vedendogli le nuvole* della malinconia sulla- fronte' ¬,` gli dis'-f se :- donde
procedesse tant1a_tristezza?* Che' volete? rispose quel meschino: qúesta mattina per-'-non' per-'dere la
messa ho perduta la' giornata. Non' vi date pena, replicô iliricco, andate in* chiesa, sentite -urfealtra
messa' secondo la mia intenzione, e qúesta* sera vi pagherà la vostra giornata.- Andò quel p_over° uomo,
ed ascoltò tutte le messe. che si icelebrarono' in quel giorno; e la sera andò a rice- vere' la sua mercede; e
furono do- dici soldi, paga consueta ddgiornalieri in quel paese. Se ne ritornava coh- tento ia casa ,
quando gli venne incon- tro un personaggio sconosciuto S era il Salvator del mondo) il qua e lo riçhiese,
che mercede avesse ottenu- ta per una giornata sì bene impiega-i ta? Edintendendo, che erano stati soli
dodici soldi; Così» poco, disse; per opera di tanto merito P Ritorna- ex 2 te cia! ricco c dilegli ' che se
non vi accresca ia mercede -, lei cose sue anderanno malto ma/e. Portò quel semplice l' ambasciata al
cittadino , il quale glìlcliede ,altri cinque soldi, e lo mandò in pace. Contentossi il pover` uomo di quell'-
accrescimento 5 ma non si comentò Gesù , il quale al sentire , ehe l' aggiunta era stata solo dìßimlue soldi;
Né [mr basta, replicò, ritornata 'da que I' avaro _, e ciítcglí, che .se non accresce la paga, si aspetti una
_terribile sciagura. Andowi nuovamente con -timoroso rispetto; e così a mezza bocca fece li ambaßßìfllâa
HU-H› quale il ricco; mos-. so interiormente da Dio; †s'avanzò a dargli cento .soldicon una buona ve- ste
nuova. ( .Nícol._Lag.a irfacl. 5. d. ro. da Mis. C. .1_oo. ' n Voi senza dubbio ammìrerete .con ragione- .la
divina prowidenza in sov- venire il quel povero vignajuolo per la religioaa pietà , che aveva di assi- stere
ogm giorno al santo sacrifizio. Ma degna di maggior ammirazione si è la grazia, che la sovrana mise-
1f1C01'd1a usò verso quel ricco: impe- _ :H3 rocchè nella .notte seguente gli ap- parve ,iu sogno il
Salvatore, ,rivelan'- dogli,_che per le messe 1 sentite dal povero 1' aveva liberate-da~-una mor- te
improwisa, che in quella ›notte 0 O un medesima fi' avrebbe prectpntato al 1`Infel-no. :A sì formidabile
awiso dcstatosì,-'detestò la sua mala fvita', diventò divotissimó dellatsanta mes- sa , a cui fassistè
fsengpne mai -ogni mattina; anzi uefaceva pei celebrare molte ogni giorno in varie chiese , sìnchè dopo
una < virtuosa _ Vita., -ter- minò -i ;sm;›i giorni -con .una Pfelice morte. t ' tt ~ Or vedete quanto 'è
*liberale la bontà; di Dio verso chi -si mostra di- voto dehsanto sacrifivjo della messa. Alla e-messa
dunque, povera mi_a gen- -te, alla messa; e siate pur certi, che con questa soda divozìone tro- verete
il.sol-lievo di tutte le ivqstre A _ H.-. . 144 _ ,§.ev1L lo 1 i`,'EsenìpÈo~ /lorrnlídlalb-ile Rer quelli, i.
quali onori-.apprezzano al gran te- soro della santa me"ssa.~ ` I due dottori, della chiesa, 1' an- gelica san
Tommaso; ed il ¬ serafico san Bonaventura insegnano , confor- me si accennò nella precedente istru-
zione , che il sagrosánto sacrifizio del- la messa è di valore infinito, sì per ragione della vittima, the .sì
ofl'eri- sce, cioè il corpo; il sangue , 1' ani- ma , e la divinità di Cristo Signor nostro; come per- ragione' del
pri- mario ofl`ere'nte,_ che. è l' istesso Ge-S sù. E pure da quanti -vien tenuto in sì poca stima , ache
pospongono questo tesoro inestimabile ad ogni vile interesse! .A questo fine si è di- stesa questa tenue
operetta; acciò tutti quelli, che si degneranno di leggerla , restino illuminati, e ven- ghino a formare il
dovuto concetto di una gioia, che non ha prezzo , e se prima questo santo sacrifizìo era Per loro un tesoro
nascosto , adesso 145 che si è loro climostiato il valore infinito, che in esso t si contiene, si risolvano
efficacemente a farne acqui- sto, con ascoltare ogni giorno la san- ta messa: e però si racconta il se-
guente caso assai formidabile , che sarà il sigillo di tutta 1' opera. ' - _ Riterisce Enea Silvio, ( In Euro- pa
cap. 21. ) che iu poi Pio ll. co- me. nelle parti della Germania in una città chiamata Scizia , si trovò” un
gentiluomo principalissimo, il quale da gran ricchezze caduto in gran po"- vertà , si era ritirato in una sua
vil- la, a titolo di risparmio. Quivi prafatto dalla malinconia, era egli in procinto di disperarsi: onde il de-
monio lo stimolava -ognifdìi ai met- tersi un laccio al collo , e darsi la morte ;` giacchè , diceva” il maligno,
ad un albero secco null`al'tra-- cosa più si conviene , che ia cscure._ In questa battaglia di ' tristezza , 'e' di
tentazioni, ricorse il nobile' ad un santo confessore , il quale gli › diede questo buoni consiglio. Non lasciate
passar mai giorno alcuno -, in' cui non ascoltiate la santaamessa, e non te- Tesoro nascosto. 10 15
met!i:.eGrad'1 il cavaliere quel buon awiso e prontamente cominciò _a metterlo in esecuzione :'e per assi-
. curarsi di non perdere giammai la san- ta messa , salariò un cappellano, che continuamente a sua
requisizìone oi- íerisse il sacrifizio , a cui egli assi- steva ogni mattina con religiosa pie- tà. Me awenne, che
un dì il suo cappellano di buon mattino andò ad un villaggio, poco discosto , per assi- jstere ad' un novello
'sacerdote , che vi doveva celebrare la sua prima messa: onde temendo il divoto si- gnore di dover quel
giorno rimaner ,prive del sacrifizio ,- si alfrettò di portarsifal medesimo villaggio, per intervenirvi. Per
istrada si L abbattè in un paesano, il .quale gli disse, che poteva rivolgere i`pas`si indietro, perchè- la»
messa novella era termi- nata, nè V' erano altre messe. 'Allora turbato il cavaliere cominciò a pian- .gere;
e che sarà di me, replicava più svolte, che sarà di me in. questo giorno? Forse sarà l' ultimo ,di mia evita;
Stupì il: villano in vederlo così afflitto: non piangete, signore, gli . . '41 disse, non piangete , perchè vi
ven- derò io la mia messa; eDatemi que- sto vostro mantello, che portate- in- dosso ,:ed in vi cedo lamia
messa. Di buon grado accettò 'il partito quel gentiluomo , 'e conseguatogli il man- tello seguitò il viaggio
verso la chie- sa; dove -fatta breve ,orazione , ap- pena nel ritorno si condusse al luogo de_ll` accordo ,
vide quel. miserabile , che aveva: venduta" la messa, pende- re in aria ad una quercia impiccato, e morto
come Giuda. Imperochè la tentazione di sospendersi era passata (la lui nell' infelice villano , che pri- vo
dell” ajuto , che ottenuto gli avreb- be il sacrifizio, non aveva saputo re- sistere alla maligna tentazione -
del demonio; con che il buon gentiluomo finì d`i.ntendere , quanto elficace ri~ medio -gli avesse suggerito
il suo confessore; e si conlermò' nel suo santo proposito di ascoltare ogni gior- no la santa messa. Vorrei,
che da sì lunesto aweni- mento cavaste due veritàldi gran peso: la prima si è Pignoranza gran- dissima di
molti cristiani, itquali , 143 non apprezzando le ricchezze im- mense, che si contengono nella san- ta
messa, guãngono a låerattarle _con un sozzo gna agno; e 1 qur neue arxcora Quel favellar co§ì improprio
g_ alcun: , [1 q_ua% non sl veãgogneno 1 pre en arsx .a un sacer oter con di_rgli:~hvp£ete , c/zepquesla
mattina ve pag z a messa. Pagarrla messa! E dove troverete voi tanto di capi- : I ' e' de e , che possa
ugnaghare 11 valore _rma messa , rnentre gna messa_vale pm che tutto 1:alp_aìra'd1ä› ? [Oh lg;-13:
ranza msoppor 1 e. ue poco 1 danaro, che date al sacerdote , lo 23:6 per åìstetlntarlo., ma Inon già paga
en o, mentre a santa messe è un tesoro , che non ha prez- zo. E vero, .che in quest` operetta v1 ho
esortato .`ad ascoltare ogni dì la sar1ta« rpessa, ed a farne celebrare L]Il1lel1_lledp1u_ potete; e_ però
cbr sa, e e_ 1 c emomoe non V1 metta lncuo- re questo sospetto: I frati con bel~ Il › 8 speciosi motivi, ci
esartano 1; [ar celebrare molte messe , ma non e Moro tutto gfzel che luce, mentre 8°u°”°`P߀le 1 zelo
cercano il loro " 14 guadagno, ed alla stringere del saçcico, alla ƒme si scopre, che tutto si ja, e tutto si
diceper interesse. O quan- to andereste ingannato , se ciò pen- saste. Ringrazio Dio , che mi abbia fatto
,abbracciare un istituto, in cui si prolessa altissima, ie strettissima povertà, nè si ricevono limosine per
messe; e se bene cento scudi ci los- sero esibiti per una sola messa, non si accetterebbero- in veruna
maniera; dicendo noi tutte le messe con quel- l' iutenz.ione, che ebbe Cristo. in cro- ce , allorchè olferì
all`,eterno padre quel primo sacrifiizio sul calvario. Adunque, se vi è chi possa parlar chiaro senza timore
di taccia alcuna, son`io, che cerco puramente il vo- stro bene ; e quel tanto , che V” ho insinuato in quest”
operetta, ve lo replico di bel nuovo sul fine. Ascol- tate molte' messe , ve ne prego, a- scoltate molte
messe, e fatene cele- brare imolte, più che potete; e met- terete in sicuro un gran tesoro, che vi frutterä
in questo mondo , e nel- l' altro. La seconda verità che dove- te ricavare dal caso riferito .*Sì 41* to. =
150 l' efficacia della santa messa per im- petrarci ogni bene, e per liberarci da ogni male, e
particolarmente per rinvigorirci , e darci forze spirituali per vincere tutte le tentazioni. La- sciatemi
dunque replicare: Alla mes- sa di' grazia, alla messa , se volete riportar \vitt0ria deivostri nemici, e veder
sottomesso , ed *abbattuto tutto l`iníern0. › ` Un solo consiglio rimane a sugge- rirvi , che risguarda sì
isecolari come ì sacerdoti; ed è che per ottenere in gran copia i frutti della santa mes- sa, voi secolari
dovete ascoltarla con somma divozione. Questo chiodo l`ho battuto più volte nella presente ope- retta ,
ma su quest' ultimo lo ribat- to con più=vigore. State dunque con divozione alla santa messa: e però, se vi
piace, servitevi di questo li- bretto, e mettete in pratica con tut- ta esattezza quanto si prescrive nel
capitolo secondo : e vi dò 1' esperien- za per maestra, poichè in breve tem- D9 proverete una mutazione
sensi- bile del vostro cuore , se toccherete °°" 11131110 Il gran bene, che ne ri- 15: porteranno le
anime vostre.) E i-voi sacerdoti dovete temere ` la giustizia di Dio, allorchè o per soverchia tretf- ta , o per
irriverente trascuratezza , trasgredite le *sagre cerimonie, pre- cipitate le parole, contondete le a- zioni, in
una parola , acciabattate la messa. Riflettete, che consecrate -, maneggiate , e ricevete il figlio del-
l'Altissimo, e che non è senza colpa ogni minima cerimonia , che voi o lasciate, o malamente. ed alla peg-
.gio eseguite; conforme insegna il dottissimo Suarez: vel unius coere- moníae omíssío euåme reatum íìzdu-
cít. ( Tom. 3. in 3. part. díst. 85. sect. 2. ) Quindi' è, che quell` oraco- lo delle Spagne Giovanni d`Avila,_ era
di costante opinione , che I' eterno giudice ne' sacerdoti, più di “ogni altra cosa , farà un rigorosissimo esa-
me di tutte le messe da loro cele- brate. Laonde sentendo dire , che un sacerdote gì0vane era trapassato
all` altra vita appena detta la 'sua prima messa , sospirò il sant” uomo dicendo: adunque ha egli delta la
messa P E replicando quelli .` che 1152 fäveaf avuta, ,-questa felice" ' sorte; di 1`nnr-ire* sùbiton
celebrata'. la puma ›meSsa`:`. oímê, ripigliòe, molto ha da rendere conto a; Div, 38 'fm Cßleb-'ff'
'ia.;upd,ln£5`f-$fã.› E.~VOì ,Éßd iO › Che ne :abbiamo icelebrate-. tante.,- corne la
~_paSSßñeiI1o;al;.1ribunale- di _D1o P Facciamo- dunque .questo santo pro- ~p.onim'en_toY, di-_,~
rivedere .(e almeno ne` ~primi;eserci2Lj spirituàli, che faremü) di rivedere f tutte- šle rubriche 1 d_el
me_ssale,.e tutte lesagre -cerimonie, per celebrare con tutta» l' esattezza possibile: e.;spero, che se .noi
sacer- doti , celebreremo con grave , e divo.- ta .composizione esteriore, e' quel ch`è più, .con .unf gran
fervore di spirito nell` interiore , anche i seco- lari si ridurranno ad ascoltare ogni giorno la santabmessa ,
e ad ascol- tarla con somma .divozione'; ed a- vremo il contento di 'vedere rinno- vato ne' cristiani de'
nostri tempi il fervore de` primi fedeli della chie- sa; ed il nostro buon' Iddio ne re- sterà isommamente
onorato, e glo- 1`1fi_cato, che è l' unico fine di que- sta tenue operetta. Pregater per me con recitare una
sola ave maria. Ø . `. *ATTO DI OFFEBÈ['A}i A ' Da farsi ogni V mattúina; ~ Eterno mio Dio , eccomi
prostratø innanzi i 1' immensa Maestà vostra ,- ed umilmente - adorandovi vi oiferisco' tuttii miei
pensieri, parole ed opere di questo giorno -:i ed intendo di iar tutto per amor vostro , per gloria vostra ,
per adempire la divina vo-i lontà vostra, per -servirvi, lodarvi e benedirvi , per essere illuminato nei misteri
della santa fede , per assicurar la mia salute, e sperare nella vostra misericordia , per soddisfare la vo- stra
divina giustizia per tanti miei gravissimi peccati, per suífragare le anime sante del purgatorio, per im-
petrar la grazia di una vera conver- sione a tutti i peccatori; insomma intendo di operare oggi ogni cosa in
unione di quelle purissime intenzioni che ebbero in vita GESU' e MARIA, e tutti i santi che sono in cielo , e
tuttii giusti che sono in terra , e vor» rei poter sottoscrivere col proprio R53; ~ G llãáx i i sangue
questa mia intenzione , e re- plicaljla', tante volte ogni momento , quanti saranno i momenti `dell` eter-
nità. Bicevete, caro mio Dio, questo mio buon cuore , datemi' la vostra ganjta-, benedizione con una grazia
effi- çaçe adi non commettere peccato mor- tale tutto il tempo di vita mia, ma particolarmente in questo
giorno, iirxigcui desidero ed íntendotdi ricevere tutte ' le indulgenza , delle .quali posso essere capace, di
assistere .a tutte le messe che oggi si celebreranno in tutto l` universo `mondo , applicandole tutte in
suífragio tlelle anime sante del pur- gatorio , aceto sieno liberate dalquelle pene. COSI sia. A “J › _;-'D1' `
H* <;` . \- › ,' \\ (-/,-\' `\ '- . 5) 3 . fãã wa - V '25' 0 . "La, °Pisauri dic 15 januarii 1834. k Vidi! pro
illmo ct revmo Episcbpo PHILIPPO M ONA CELLI ANTONIUS CAN. COLI Profi Dog. Th. «in Ven. Sem. Pisaw
ac Exam. pro-Synod. Písauri die 17 ƒèbbruarii 1834. Imprimatur ~ Fr. THO. VINC. LONGHI Ord. Praed. S.
Theol. Mag. Inquis. Gm. S. Öotorreichiochc Nationnlbibliothøk 11 I Hi ß 4-Z198179503 1 › I n _
. I Osterroichischø Nationalbibliothck +Z198179503 _. ,._.¬,._ __-›_._ - __., ___ ,v_ _..__-..._;..†._..:..- .a-
..¬s*:no=-P-"I=*` __ † ..I- -f°°"'" ` . `,_.. ,ì .È ' ._ 2 1! ì W q` gn-917€*-_' '_ ì.` ~ V ` 1-il .- n \ f P ` \ .
- Lìlgiìê-.|iZ A . , lA \ #1 \$ 3 - \ zato cia Googh: 1 1 _.,--› i I ` ' . 4 Q _ 1% I \ _ _ ` I › `_ ` `_ _
`, `__v__ ì`_'_ \_'_ _` _! _,` _ __ '›" I ì ` F' ì&-'ll |\`l Àlílffißl ¬` _`HšmJ_% ;'._.r___¢_,___.'_.,__“__;_ ,_ _ '_ J I
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