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SINTESI CAPITOLI 10-11-12-13-14

CAPITOLO 10

XI-XIV SECOLO: mentre l’Europa in questo periodo attraversò una profonda crisi, nelle altre regioni del
mondo altre civiltà conobbero una decisa prosperità ed erano al massimo della loro potenza politica.
Tra queste ricordiamo:
• Russia: ebbe origine il principato di Kiev;
• Impero Arabo: guidato in un primo momento dalla dinastia degli Abbasidi che spostarono la
capitale a Baghdad e, nell’impossibilità di controllare il loro vasto impero, resero di fatto
indipendenti le loro province.
• Continente asiatico: la popolazione nomade dei mongoli guidata da Gengis Khan diede vita a
uno degli imperi più grandi della storia che in seguito venne diviso in quattro imperi
indipendenti:
1. uno nella zona della Russia (l’Orda d’oro);
2. uno nella zona cinese (impero del Gran Khan);
3. uno nella regione mesopotamica, comprendente l’Iran e l’Iraq;
4. uno nella regione del Caucaso, siano all’Afghanistan e al Pakistan.

CAPITOLO 11

A conclusione del conflitto tra le due principali famiglie della Germania, emerse la personalità
dell’imperatore FEDERICO I detto IL BARBAROSSA. Egli si interessò soprattutto all’Italia, nel tentativo
di sottomettere i Comuni, che non intendevano obbedire alle leggi dell’imperatore. Essi ritenevano
infatti che solo l’indipendenza politica avrebbe permesso loro di arricchirsi, attraverso l’attività
commerciale.
La presenza dell’imperatore non era gradita nemmeno al papato (nella figura di papa Alessandro
III che in seguito venne destituito e sostituito da Vittore IV) che non intendeva avere nelle vicinanze
dei suoi territori un potere politico che cercasse di controllarlo. Coloro che sostenevano il papato
furono detti guelfi, mentre ghibellini furono detti i seguaci dell’imperatore.
Federico in un primo momento fu vittorioso (discese in Italia nel 1158 e nel 1174) e distrusse
completamente la città di Milano. In seguito subì una pesante sconfitta a Legnano, ad opera della Lega
lombarda (fondata nel 1167, una lega che radunava i comuni del Nord Italia). Alla fine riuscì ad
ottenere la pace di Costanza (1183) ma dovette fare ai comuni molte concessioni, tra cui quella di
eleggere i propri consoli, di organizzare la propria difesa costruendo mura e di stringere alleanze fra
di loro. Federico I partecipò e morì nella terza crociata.

Nel frattempo in Europa si rafforzano le monarchie nazionali:


• in Francia con Filippo Augusto (1180-1223);
• in Inghilterra nel 1215 nasce la monarchia costituzionale (una monarchia in cui il potere del re
è limitato da una Costituzione) con la Magna Charta Libertatum, un documento che, per la
prima volta in Europa, limitava il potere assoluto del re nei confronti dei sudditi. Tra gli artefici
della nascita del regno inglese ricordiamo: Guglielmo il Conquistatore, Enrico II Plantageneto,
Riccardo I Cuor di Leone e il fratello Giovanni senza Terra.

La forza delle monarchie inglese e francese dimostrava che i poteri universali della Chiesa e
dell’Impero si andavano indebolendo. Nel XIII sec. ci fu l’ultimo grande contrasto tra un papa e un
imperatore: protagonista fu uno dei personaggi più importanti del Medioevo, FEDERICO II di SVEVIA.
Egli diede luogo, in Italia meridionale, a uno Stato moderno ed efficiente, culturalmente
straordinario (scuola poetica siciliana e fondazione dell’Università di Napoli), che combatteva i privilegi
dei feudatari. Conobbe però la sconfitta nei confronti dei Comuni del Nord e la morte improvvisa gli
impedì di portare a termine il suo progetto politico.

CAPITOLO 12. IL TRECENTO: UNA NUOVA CRISI SI ABBATTE SULL’EUROPA

In Europa, nel giro di pochi anni, lo sviluppo economico e commerciale che si era verificato nei secoli
precedenti e che aveva provocato un forte aumento della popolazione, si interruppe
improvvisamente a causa di una serie di avvenimenti disastrosi:
• Numerose e ripetute carestie (1320-1350) interessarono quasi tutte le regioni d’Europa. La
causa probabilmente fu un cambiamento improvviso del clima: una serie di inverni freddissimi,
seguiti da estati con poco sole provocarono danni irrimediabili ai raccolti. Le conseguenze di
queste carestie furono:
1. Le persone povere o fisicamente deboli morirono di fame;
2. Chi sopravviveva doveva accontentarsi di cibi poco nutrienti o avariati;
3. La scarsità di cibo fece aumentare i prezzi;
4. I commerci si interruppero perché tutti cercavano di tenere per sé i pochi prodotti;
5. La gente si trasferì in città: la sovrappopolazione peggiorava le condizioni igieniche e
favoriva la diffusione di malattie.
• Terribile epidemia di peste nera (1347-1350; così chiamata perché i rigonfiamenti tipici che
appaiono sul corpo dell’ammalato hanno un colore scuro). La malattia venne portata dall’Asia,
attraverso le navi che commerciavano con quelle regioni e si diffuse seguendo le loro rotte. In
particolare alcune imbarcazioni genovesi provenienti da Caffa (Crimea) avevano portato in
Europa dei topi infetti. La peste è infatti una malattia trasmessa all’uomo dalle pulci che si
sono nutrite del sangue di topi infetti. Si manifesta in due forme: bubbonica e polmonare.
La mortalità fu altissima: circa un terzo della popolazione europea (25 milioni di uomini) morì.
A causa di questo crollo demografico moltissimi villaggi vennero abbandonati e molti terreni
lasciati incolti.

A seguito di questa situazione di crisi scoppiarono molte numerose rivolte di contadini. Questi
soprattutto reagirono sia alla povertà diffusa, sia ai tentativi dei proprietari terrieri, che si erano
impoveriti, di sfruttarli maggiormente. Scoppiarono rivolte, in seguito represse nel sangue, in:
• Francia: le rivolte francesi del 1358 sono note come jacquerie da Jacques Bonhomme, il
termine spregiativo con cui venivano chiamati i contadini poveri dai ricchi;
• Inghilterra, con John Ball;
• Italia, a Firenze, dove i ciompi, ovvero i lavoratori della lana, chiedevano aumenti salariali e di
avere una rappresentanza politica in comune (rivolta dei Ciompi 1378).

CAPITOLO 13. IN ITALIA SI AFFERMANO NUOVI POTERI

Nel corso del XIII sec. i Comuni italiani continuarono a essere teatro di lotte costanti tra diverse
fazioni: il potere del podestà non riusciva più a contenerle. Le ragioni di queste rivalità erano le
rivendicazioni del “popolo”, cioè gli appartenenti alle nuove professioni (come mercanti, artigiani,
banchieri, notai e medici) contro la vecchia aristocrazia (i magnati). Per tutelare i propri interessi i
cittadini che esercitavano i nuovi mestieri si organizzarono in gruppi detti corporazioni o Arti, dotati
di propri stemmi e bandiere; ogni corporazione riuniva coloro che svolgevano lo stesso mestiere. Le
corporazioni iniziarono a partecipare alla vita politica della città tramite i loro rappresentati, detti
capitani del popolo.
Per rimediare a questi scontri il potere passò, poco alla volta, nelle mani di un unico signore: fu
così che i Comuni si trasformarono in Signorie.
Il signore era quasi sempre un uomo di governo del comune, come il podestà o il capitano del
popolo, che a un certo punto non rispettò più le alte istituzioni cittadine, non pose un limite di tempo
al proprio incarico trasmettendo il potere ai discendenti e rendendo la carica ereditaria.

• A Milano, che divenne una delle prime signorie, si impose la famiglia dei Visconti che
cacciarono la famiglia rivale dei della Torre.
• Firenze fu teatro di numerose lotte, in un primo momento risolte con gli Ordinamenti di
Giustizia; poi riprese il conflitto tra le fazioni dei Donati (Bianchi) e i Cerchi (Neri).
• Venezia evitò ogni tipo di rivalità con la serrata del Maggior Consiglio (1297) che permetteva
la partecipazione al governo della città (cioè al Maggior Consiglio) a pochissime famiglie
(quelle più ricche), che si trasmettevano questo diritto in eredità.
• In Italia meridionale scomparve il dominio degli Svevi. Manfredi, il figlio illegittimo di Federico
II di Svevia, continuò la politica paterna ostile al papato. Il pontefice offrì allora l’Italia
meridionale alla dinastia francese degli Angioini. Carlo d’Angiò giunse allora in Italia e sconfisse
Manfredi nella battaglia di Benevento (1266).
Successivamente la Sicilia venne conquistata dagli Aragonesi (dinastia spagnola) a seguito di
una rivolta nota come Vespri siciliani e l’Italia meridionale fu divisa in due regni: la parte
continentale con capitale Napoli era guidata dagli Angioini, protetti dalla chiesa; la Sicilia era
guidata dagli aragonesi.

Nello Stato della Chiesa papa Bonifacio VIII riaffermò la suprema autorità del papato (teocrazia)
attraverso la bolla “Unam Sanctam” (1302) in base alla quale il papa poteva essere giudicato solo da
Dio e ogni potere terreno doveva sottomettersi a lui.
Il re di Francia, Filippo IV il Bello, si oppose e fece arrestare il papa ad Agnani.
Salì allora al soglio pontificio Clemente V, papa sotto il controllo francese, che decise di trasferire la
sede del papato ad Avignone, in Francia dal 1305 al 1377 (questo periodo venne denominato “cattività
avignonese”).
Intanto a Roma, assente il papa, il popolano Cola di Rienzo fonda una repubblica, prima di venir
ucciso dal popolo stesso. Infine arrivò a Roma un delegato del papa, il cardinale Egidio d’Albornoz,
che impose alla città le Costituzioni egidiane, delle leggi che riportarono la calma.

CAPITOLO 14: L’EUROPA DEI RE

Tra il Duecento e il Trecento si formarono in Europa le monarchie nazionali. Opposte alla


frammentazione del territorio provocata dalla nobiltà feudale, le monarchie erano realtà politiche
molto diverse dal papato e dall’impero: governavano su un territorio limitato, circondato da confini
naturali, abitato da un popolo con una lingua comune, e identiche tradizioni. A capo delle monarchie
nazionali c’era il re, il cui potere era assoluto: Promulgava le leggi; Faceva rispettare le leggi in tutto
il territorio attraverso ministri o funzionari a lui fedeli; Possedeva un esercito permanente.

Le principali monarchie si attestarono in:


a) SPAGNA: la monarchia nazionale spagnola si formò quando si unirono i regni di
Aragona e di Castiglia, in seguito al matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona.
I due regni, uno di carattere più agricolo, l’altro più dedito ai commerci, si unificarono
gradualmente. Ciò che li unì fin da subito però fu la fedeltà alla religione cattolica. L’istituzione
comune ai due stati fu per molto tempo il tribunale dell’Inquisizione.
Nel 1492 Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia ordinarono l’espulsione di tutti gli ebrei
dalla Spagna e nello stesso anno riuscirono a eliminare l’ultima presenza araba nella penisola
iberica occupando la città di Granada. Papa Alessandro VI Borgia attribuì ai due sovrani il titolo
di “re cattolici”. Inoltre finanziarono la spedizione di Cristoforo Colombo che portò, nel 1492,
alla scoperta dell’America.
b) FRANCIA: la monarchia francese divenne molto potente sotto il regno di Filippo IV il
Bello che non solo uscì vittorioso dal conflitto con Bonifacio VIII ma si appropriò delle immense
ricchezze dell’ordine dei Templari.
c) INGHILTERRA: il potere del re era limitato dalla Magna Charta e dal parlamento (il
primo in Europa) formato dalla camera dei Lord (nobiltà) e dalla camera dei comuni
(borghesia) nato a seguito dei continui scontri tra corona e nobiltà.

Tra Francia e Inghilterra scoppiò, scatenata da problemi dinastici, una lunghissima guerra, detta
guerra dei Cent’anni (1328-1453). All’origine del conflitto vi erano i territori che l’Inghilterra
possedeva in Francia. La guerra ebbe fasi alterne. In un primo momento gli inglesi ottennero
esaltanti vittorie; la Francia si riprese per poi soccombere sotto il re Carlo V. Fu una giovane
donna, Giovanna d’Arco, che riuscì a rovesciare le sorti del conflitto e a far sì che la Francia
scacciasse gli inglesi a cui rimase solo il porto di Calais.

Dopo la guerra la monarchia francese divenne molto forte e poté imporre, con la Prammatica
sanzione (1438) la propria volontà sulla Chiesa: il re ebbe il diritto di nominare i vescovi di Francia.
L’Inghilterra conobbe invece una violentissima guerra civile, la guerra delle Due Rose (1455-1485)
tra le due famiglie più importanti: York e Lancaster.
Alla fine della guerra la nobiltà inglese si era quasi annientata; il nuovo re, Enrico VII Tudor, poté
così iniziare una politica basata sul potere assoluto, che garantì all’Inghilterra anni di pace e fece
rinascere l’economia e i commerci.

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