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ARTETERAPIA PER

L’INTERVENTO SOCIOEDUCATIVO
E LO SVILUPPO PERSONALE
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CONTENUTI

1. Arteterapia 03

1.1. Modalità pratiche di Arteterapia 09

1.2. Approcci metodologici dell’arteterapia 16

1.3. Cosa apportano i laboratori di attività artistiche? Benefici 18

2. Riferimenti bibliografici 30

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

1 Arteterapia

Arteterapia significa terapia attraverso l’arte.

Arte: Attività creativa con un fine estetico in cui la persona esprime sentimenti ed emozioni
attraverso differenti materiali, tecniche e procedimenti.

Terapia: pratica che si realizza con l’obiettivo di curare, alleviare o migliorare problemi, sintomi
e malattie.

Si tratta di un campo professionale relativamente recente, di carattere multiteorico e multiprofessionale


che iniziò ad essere somministrato verso la fine della seconda guerra mondiale, inizialmente con fini
strettamente terapeutici, ai soldati che tornavano dal fronte con problemi psichici.

Attualmente l’arteterapia (da qui in avanti AT), oltre ai suoi fini meramente terapeutici è considerata
una tecnica di sviluppo personale, di autoconoscenza e di espressione emotiva.

Sebbene gli effetti della pratica e della contemplazione delle arti sulla mente, le emozioni e la fisiologia
umana si conoscevano e si usavano dai tempi antichi, solo successivamente con la psicoanalisi, le
avanguardie artistiche e la seconda guerra mondiale si favorì l’apparizione e lo sviluppo della AT
come disciplina.

LA PSICOANALISI
Si considera che fu la psicoanalisi e la scoperta dell’inconscio a permettere alla comunità
terapeutica di prestare attenzione agli effetti benefici che comporta la pratica dell’arte; così come
la possibilità che le manifestazioni artistiche servissero per la comprensione della psiche umana.

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Secondo la terapia psicoanalista i soggetti, siano o no allenati artIsticamente, hanno la capacità


latente di proiettare i loro conflitti interni sottoforma visiva; quindi gli psicologi di questa corrente
sono stati i primi a usare la pittura e il disegno per studiare il mondo interiore dei soggetti
scoprendone un valore terapeutico oltre che diagnostico.

Nell’orientamento psicoanalista il metodo terapeutico è composto da una prima fase di scoperta


dell’inconscio, nel quale sarà la pratica artistica, la libera associazione o l’interpretazione dei
sogni a permettere al soggetto di metabolizzare i propri sentimenti, fantasie o desideri incosci; e
da una seconda fase nella quale il terapista, insieme al soggetto, interpreta i messaggi manifestati
dal soggetto. Da questo processo di ricerca e interpretazione ne derivano benefici terapeutici.

LE AVANGUARDIE ARTISTICHE DEL XX SECOLO


Nella prima metà del XX secolo con movimenti come
il Cubismo o il Suprematismo1 si scopre un’arte
radicalmente nuova per la quale la concezione
tradizionale di “arte” (relazionata fino a quel
momento con il concetto di talento, di creazione
della bellezza e in ultima istanza con quello di elite),
espande il proprio significato popolarizzandosi e
diversificandosi, sia nelle sue manifestazioni sia
nella provenienza.

Da questo momento, la valutazione e interesse per


l’arte si ampliano in modo tale che le opere artistiche
inziano ad essere apprezzate per la loro capacità di
esprimere la soggettività dell’artista (preoccupazioni,
pensieri, esperienze, emozioni, ecc.).

Più recentemente, altri movimenti artistici di enorme trascendenza (come la Pop Art2 o le tendenze
attuali in cui l’arte si sposta sempre più verso il campo del disegno grafico),hanno reso possibile
la creazione artistica ad un pubblico non accademico.

Allo stesso modo, la vasta gamma di tecniche e materiali apportati dagli artisti dell’avanguardia
facilitarono la sperimentazione creativa aiutando, quindi, a superare la distinzione tra artista e
non artista.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE


La guerra mondiale è considerata un fattore di espansione per la AT sia per il clima che si creò
prima della guerra, che obbligò molti artisti e psicoanalisti ad emigrare in Inghilterra o Stati Uniti,
sia per le nuove teorie come per esempio quella di Freud.

1 Movimenti artistici caratterizzati dall’utilizzo di forme geometriche fondamentali. Nel cubismo i cubi, i triangoli
e i rettangoli e nel suprematismo il quadrato e il cerchio.

2 Movimenti artistici caratterizzati dall’esempio di immagini della cultura popolare usando fotografie o disegni
di riviste, fumetti, annunci pubblicitari o fotogrammi di film, estrapolate dal loro contesto.

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Inoltre, specialmente in Inghilterra, la necessità di far recuperare il prima possibile i soldati


feriti affinché potessero tornare al fronte fece in modo che si creassero servizi di assistenza
psicologica speciali negli ospedali.

In queste terapie psicologiche si sperimentò e controllò l’efficacia delle terapie artistiche come,
per esempio, quelle realizzate dall’artista Adrian Hill, il quale dopo una lunga convalescenza in
un’infermeria, si riferì per la prima volta con il termine “arteterapia” al processo osservato prima
su se stesso e poi sui suoi compagni di ospedale, e in merito al quale affermava che l’attività
artistica procurava al malato un notevole aumento del suo benessere emotivo.

Tra le definizioni più conosciute di AT risaltano quelle proposte dalla American Art Therapy
Association, AATA, e la British Association of Art Therapists, BAAT, (lo sviluppo della AT ottenne il
suo auge professionale negli Stati Uniti e in Inghilterra).

L’arteterapia è definita dalla AATA come una professione nell’ambito della salute mentale che usa il
processo creativo per migliorare e risollevare il benessere fisico, mentale e emotivo degli individui, a
prescindere dalla loro età.

Il pilastro fondamentale è la credenza che il processo creativo


e l’espressione artistica aiutino le persone a risolvere
conflitti e problemi, sviluppare le abilità interpersonali,
gestire il comportamento, ridurre lo stress, aumentare
l’autostima e la coscienza di se stessi e raggiungere
l’insight (introspezione).

La BAAT definisce l’Arteterapia come una forma di


psicoterapia che usa il mezzo artistico come principale
forma di comunicazione. Per la pratica della AT non
c’è bisogno di esperienza precedente o formazione
nel campo artistico e quello che si cerca è rendere il
paziente in grado di effettuare cambiamenti e crescite a
livello personale attraverso l’uso di materiali artistici in un
ambiente protetto e adeguato.

Come vediamo, entrambi i concetti sono stati realizzati dal punto di vista
psicoterapeutico e, tuttavia, attualmente la AT ha ingrandito il suo campo di azione, controllando la
propria efficacia nei processi di intervento socioeducativo sviluppando capacità personali come
la creatività, la percezione, l’automotivazione o la resilienza e, quindi, offrendo uno stumento di
soddisfazione personale.

Questa diversità di campi d’azione è una delle caratteristiche della AT che maggiormente ostacola
una sua definizione unica, in parte dovuto a:

• La formazione multidisciplinare dei professionisti che esercitano AT.


L’arteterapia è categorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Salute come un’area della
convergenza lavorativa delle arti, la salute e l’educazione e quindi può essere esercitata da
psicologi, professori, educatori sociali, terapisti occupazionali, artisti, animatori socioculturali, ecc.

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• I diversi ambiti e gruppi di applicazione.


Si può applicare in psicoterapia, educazione, riabilitazione e prevenzione della salute mentale,
nella terapia occupazionale, nella clinica medica, nell’intervento sociale e comunitario, ecc. e,
anche se inizialmente si usava per quelle persone che presentavano disturbi mentali, attualmente
si usa in residenze per anziani, in gruppi con problemi di integrazione sociale, in centri penitenziari,
in gruppi con mancanze psichiche, per i problemi di apprendimento e nel trattamento di malattie
come lo stress, l’ansia o i disturbi alimentari.

• La diversità di mezzi e le forme artistiche (arti plastiche come il disegno, la pittura, la


scultura e altre forme di arti come quella scenica, musicale, letteraria, ecc.) usate come
strumenti della AT.
Quasi tutti i linguaggi artistici possiedono qualità terapeutiche come soddisfazione, rilassamento,
evasione, divertimento, ecc. Tuttavia, generalemente, AT si riferisce alle arti plastiche in quanto in
altre arti come il teatro o la musica sebbene possano essere usate in AT ricevono nomi specifici
come drammaterapia o musicoterapia.

Linguaggio artistico e forme artistiche nell’ambito terapeutico

Disegno e pittura, Argilla,


Arti plastiche Usano materiali che possono essere
Maschere, Collage,
modificati o modellati dalla persona
Mandala, Fotografia,
Arteterapia per creare così un’opera.
Ceramica, Scultura

Usano il movimento del corpo


Danza, espressione
Arti sceniche e la recitazione come forma di
corporale, teatro
espressione e interazione sociale.

Usano come strumento la parola


Racconti, Poesia, Scrittura
Arti letterarie scritta, che può essere letta o
creativa
ascoltata.

Usano come elemento principale la


Arti musicali Musica, Strumenti, Canzoni musica e i suoi elementi (il suono, il
ritmo, la melodia e l’armonia)

Incorporano la creatività agli oggetti


Arti applicate Design, Gioielleria, Tessile di uso quotidiano, decorandoli o
creandoli.

Normalmente nei laboratori di AT con gli adulti prevalgono le arti plastiche mentre nella AT con i
minori il concetto di globalità fa in modo che sia la componente ludica quella che tocca tutte le
modalità di terapia creativa; quindi in questo caso i linguaggi creativi sono più diffusi e prevedono
minori richieste tecniche specifiche, usando indistintamente diversi mezzi di espressione: plastico,
musicale, corporale e drammatico.

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Tenendo in considerazione questa difficoltà per definire in modo univoco la AT, le caratteristiche
cruciali che permettono di concettualizzarla considerando le diverse prospettive e teorie (artistica,
psicologica, sociale, educativa, ricreativa, ecc.) su cui si basa sono:

»» La AT si basa sulla concezione che tutti gli individui hanno la capacità di esprimersi
creativamente. Inoltre, sia la pratica che la contemplazione artistica risultano attività molto
gratificanti e piacevoli per cui risultano di per sé beneficiose.

»» In generale, dalla prospettiva emotiva è beneficioso contemplare l’”arte”, ma dalla prospettiva


cognitiva e attitudinale è meglio praticarla.

»» Gli utenti di un laboratorio di AT non hanno bisogno di avere esperienza o abilità artistiche
dato che sarà lo stesso processo di conoscenza, utilizzo, sperimentazione, ecc. attraverso
i materiali artistici in un ambiente adeguato (processo creativo) ad implicare benefici sociali
o personali.

»» La AT usa un processo creativo per migliorare e rinforzare il benessere fisico, mentale e emotivo
di individui di tutte le età. La AT si può usare per tutti i tipi di individui: bambini, adolescenti,
adulti, anziani,indipendentemente che riportino problematiche o che abbiano esperienza.

»» La AT non vuole solo insegnare le arti né ha come fine esclusivo l’estetica finale dell’opera
realizzata, ma unisce la produzione artistica alle qualità sociopersonali del processo vissuto.
Nella AT il prodotto è tanto importante quanto l’implicazione nel processo creativo.

Dalla AT designare il prodotto (quello elaborato) come opera artistica non risulta la scelta più
adeguata dato che la definizione di un prodotto come arte implica un giudizio di valore estetico in un
contesto determinato (per esempio opere artistiche rupestri o opere
artistiche del rinascimento o opere artistiche avanguardiste).

Nella AT la priorità è il processo di creazione più che i


successi tecnici del prodotto realizzato e pertanto saranno
più idonee altre espressioni come per esempio l’opera
plastica rispetto all’opera artistica.

»» In qualsiasi modalità di AT vengono implicati


i seguenti processi base: la soggettività,
la creatività, la conoscenza e il piacere.
La maggiore o minore importanza data a
ciascuno di essi delimita gli stili basici di AT:
psicoterapeutica, artistica, educativa o ricreativa.

»» Il processo creativo in AT per lo sviluppo personale e


per l’intervento socioeducativo si regge principalmente
sui mezzi artistici e visivi, dato che altri tipi di linguaggi
artistici più specifici, come per esempio la musicoterapia, la drammaterapia o la danzaterapia
richiedono per la loro applicazione formazioni più specifiche. Le tecniche usate nell’AT vanno
da quelle classiche come il disegno, la pittura, la scultura o la stampa fino ad altre più attuali
come il collage, fotografie, video, assemblage3, ecc.

3 L’assemblage è un processo artistico nel quale si raggiunge la tridimensionalità collocando diversi oggetti
non artistici molto vicini tra di loro.

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PER RIFLETTERE…
Fino a che punto un’opera artistica, per esempio un dipinto o un tema
musicale, dipende dalla sua qualità, dal contesto in cui si trova e, perché
no, dal suo prezzo?

Fino a che punto ha un valore intrínseco? Se dipendesse da chi lo vede o ascolta sarebbe
considerabile la valutazione del valore dell’arte come “educabile”?

In un esperimento portato a termine dal giornale “The Washington Post” risulta evidente
che le opere artistiche non hanno valore intrinseco di per sé, se si considera la valutazione
dell’ “arte” dal punto di vista personale e, in modo molto concreto dal contesto e dal valore
obiettivo che gli si impone (prezzo).

L’esperimento consisteva nell’osservare la reazione della gente di fronte alla musica suonata
dal violinista Joshua Bell, vestito con jeans, una normale maglietta e un cappello nella
metropolitana americana.

Alle 07:51 di mattina il violinista iniziò l’esecuzione di


sei melodie di diversi compositori classici con uno
Stradivarius del 1713 valutato 3,5 milioni di dollari
di fronte a 1097 persone che passavano a
pochi metri da lui. Nei 43 minuti di esibizione, il
violinista raccolse nella sua custodia 32 dollari
e 17 centesimi. Tre gioni prima i posti più
economici del Boston Symphony Hall, che
registrò il tutto esaurito, costavano 100 dollari.

In totale furono 7 le persone che si fermarono


per ascoltarlo mentre 27 decisero di
contribuire. Anche se lo riconobbe solamente
una donna che era stata a uno dei suoi concerti,
in generale chi si fermò a ascoltarlo percepì che
l’artista non era uno qualsiasi. “Era un violinista
superbo, non ho mai sentito niente così. Dominava la
tecnica, il suo fraseggio era bellissimo. E anche il suo strumento
era buono, il suono era ampio, ottimo”, descrisse un uomo che aveva studiato violino
da giovane. Un altro passeggero che si fermò a ascoltare il violinista ma che non aveva
nessuna formazione musicale spiegò che la musica di Bell lo faceva “sentire in pace”.

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1.1 Modalità pratiche di Arteterapia

In modo generico possiamo parlare di 5 modalità diverse di attività o laboratori4 di arte che possono
essere inglobati sotto l’etichetta generica di AT:

1. Laboratori di arte come terapia occupazionale


Questi laboratori usano le tecniche artistiche come un obiettivo di riabilitazione o instaurazione
di capacità funzionali in persone che, per cause diverse, presentano limiti.

Gli obiettivi di riabilitazione o instaurazione delle capacità funzionali sono definite previamente
da terapisti occupazionali e saranno questi obiettivi che determineranno la ricerca di una
attività artistica favorevole.

Per esempio, nei centri geriatrici le attività manuali come


modellare o ritagliare si realizzano per lavorare su diversi
modelli di mobilità e psicomotricità precisa nei pazienti
con rigidità alle mani. Inoltre l’arteterapia per gli anziani
è una grande sfida dato che sono poche le persone
che durante la loro vita si dedicano a realizzare
attività artistiche per cui la realizzazione di questo
tipo di attività è solita apportare ai partecipanti una
forte sensazione di superamento, rafforzando così
l’autostima.

Bisogna tenere in considerazione che le attività


plastiche nella terapia occupazionale non hanno come
obiettivo mantenere “occupata” la persona ma usare
l’attività artistica con un obiettivo di recupero o mantenimento
delle abilità e capacità motrici, cognitive o di interazione.

2. Laboratori di arte come insegnamento artistico in ambienti educativi non formali

Cosa intendiamo con ambienti educativi non formali?

Esistono tre modalità di insegnamento:

Educazione regolata o formale


Sistema educativo istituzionalizzato, cronologicamente graduato e gerarchicamente
strutturato che comprende dall’educazione infantile fino all’educazione superiore e che
comporta un’intenzione deliberata e sistematica che si concretizza in un curricolo specifico e
nell’ottenimento di un titolo ufficiale.

4 Con laboratori intendiamo una metodologia di lavoro focalizzata sulla pratica che ha come fine l’elaborazione di
un prodotto tangibile e che richiede la partecipazione/implicazione degli assistenti. I laboratori si concepiscono
come sessioni pianificate dove è necessaria la presenza di un istruttore.

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Nei programmi educativi attuali l’educazione artistica è una parte obbligatoria alla scuola
materna, elementare e media con l’obiettivo di aumentare lo sviluppo mentale, estetico e
creativo degli alunni.

A partire dalle scuole superiori l’insegnamento artistico è considerato come insegnamento


professionale con il fine di garantire la qualificazione dei futuri professionisti della musica,
della danza e delle arti plastiche, il disegno e la conservazione dei beni culturali.

Nonostante la sua importanza fondamentale la formazione regolata non è capace di coprire


la totale necessità educativa e di formazione degli individui e della società.

Educazione non formale


Ingloba tutta l’attività educativa realizzata fuori dalla
struttura del sistema formale, ma ugualmente
organizzata e pianificata che ha come obiettivo
impartire un certo tipo di apprendimento ad
alcuni sotto-gruppi della popolazione, sia
adulta che infantile.

Sia l’educazione non formale che quella


formale fanno parte di quella che si chiama
educazione permanente.

La programmazione dell’ insegnamento artistico


nell’Educazione non formale è giustificata dalla
sempre maggiore richiesta sociale di acquisire le
conoscenze e le abilità degli insegnamenti artistici ufficiali
ma senza dover essere limitate a luoghi, tempi o contenuti,
oltre a offrire un campo molto più ampio di tecniche e metodi rispetto a quelli offerti negli
insegnamenti ufficiali.

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PERCHÉ SONO NECESSARIE LE LEZIONI DI DISEGNO? COSA APPORTANO NELL’AMBITO


EDUCATIVO FORMALE?
Risulta ovvio che, nell’educazione formale, le lezioni di insegnamento artistico convivono
con una situazione di discriminazione rispetto a altre aree di apprendimento considerando
che non si deve dedicare molto tempo alle lezioni di disegno (o musica) dato che è meglio
concentrarsi su materie più importanti, per esempio, lingua e matematica.

Se domandiamo agli alunni cosa imparano a lezione di disegno sicuramente la maggior


parte risponderà a disegnare, dipingere o rappresentare grafici, cioè, tecniche artistiche
concrete che, tuttavia, non sono gli unici insegnamenti.

Winner nel suo manuale Studio Thinking: how visual art teaching can promote disciplined
habits of mind (2006) elenca una serie di abilità acquisite dagli alunni attraverso la
realizzazione di attività artistiche le quali, oltre ad essere importanti per la completa
educazione dell’apprendente si possono trasferire ad altri domini di apprendimento.

1. Abilità. L’utilizzo di differenti strumenti e materiali, per esempio, pennelli, pittura,


argilla, ecc. permette all’alunno di abituarsi a lavorare con diversi oggetti, dotandoli di
maggiori abilità manuali che saranno applicabili in lavori futuri.

2. Partecipazione e perseveranza. Il risultato ottenuto dalle attività artistiche è in relazione


agli sforzi personali dedicati al lavoro; così, la realizzazione di attività creative manuali
viene implicata nella realizzazione di progetti.

3. Immaginazione. Questi tipi di attività educano alla capacità di creare grazie ad un’immagine
mentale posto che il risultato finale si relaziona con la visualizzazione previa. Immaginare
situazioni che si allontanano dalla semplice osservazione: questo processo risulta molto
interessante dato che la visualizzazione è un’importante risorsa per la memorizzazione.

4. Espressività. Le attività artistiche aiutano gli alunni a trasmettere ed esprimere la loro


visione personale pertanto risultano una base per l’educazione affettiva e socioemotiva.

5. Osservazione. Le attività artistiche visive permettono di utilizzare uno sguardo proprio


e percepire dettagli meno ovvi, cosa che educa alla capacità di osservazione.

6. Riflessione. La valutazione e l’autovalutazione delle attività artistiche permette che


l’apprendente sappia distinguere tra un lavoro ben fatto o uno che deve migliorare o
spiegare il perché delle decisioni personali.

7. Esplorazione. Una volta realizzata l’opera,la creazione artistica comporta la necessità


di esplorare le nuove possibilità, imparare dagli errori di quella attuale, andare oltre,
ecc. cosa che favorisce la motivazione per continuare a imparare.

8. Comprensione del mondo artistico. È una parte molto importante nell’educazione


della trasversalità facilitando l’interazione con altre realtà e soggettività.

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Educazione informale
Processo non sistemizzato che dura tutta la vita nel quale le persone acquisiscono e
accumulano conoscenze, abilità e attitudini attraverso le esperienze quotidiane e il contatto
con l’ambiente.

Nell’educazione informale non esistono educatori né istruttori dato che non esistono fini
educativi intenzionali.

All’interno del campo artistico l’educazione informale viene sia dalle istituzioni che forniscono il
contatto tra società e arte, come per esempio musei e centri di esposizione, sia dall’interazione
spontanea con l’arte attraverso i mass media (stampa grafica, fumetti, televisione, cinema,
pubblicità, internet).

ASPETTI DIFFERENZIATI TRA

Insegnamenti artistici formali

• Partono da un curriculum*
• Valutazioni e criteri di valutazione prefissati
• Requisiti formativi per i professionisti che la impartiscono: maestri o professori
• Dipendono dal Ministero dell’Educazione
• Cornice temporale prestabilita
• Corsi programmati e organizzati a livelli. Omogeneità
• Gruppi organizzati per età
• Alunni organizzati in gruppi-classe, tra 20 e 40

Insegnamenti artistici non formali

• Modello non curricolare


• Non sempre realizzano valutazioni
• Flessibilità nei requisiti richiesti ai professionisti che li impartiscono: animatori, istruttori, ecc.
• Dipendono da istituzioni diverse: comune, associazioni, imprese private, ecc.
• Partecipanti eterogenei. Gruppi con diversità di livelli e età
• Gruppi con diversità di livelli e età
• Partecipanti organizzati in gruppi-laboratori, tra 8 e 20

Insieme di conoscenze che un alunno deve acquisire per raggiungere un determinato titolo accademico

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3. Laboratori d’arte per l’educazione sociale


In questi laboratori l’arte si usa come mediatore del compito educativo che si realizza per la
risoluzione di necessità comunitarie o per l’inclusione sociale di gruppi in situazioni sfavorevoli.

Questi laboratori, a differenza dei laboratori di educazione


artistica non hanno come obiettivo quello di diffondere
nei partecipanti conoscenze e abilità artistiche;
l’educazione artIstica viene interpretata come
un mediatore sociale (una sorta di scusa) che
interviene educativamente e incide in obiettivi
diretti principalmente a fomentare l’autonomia
delle persone e a promuovere processi di
inclusione sociale.

Esempi di questi tipi di laboratori sono quelli che si


programmano nella maggior parte dei centri della
rete sociale pubblica e in associazioni o enti che
lavorano per migliorare le condizioni di vita dei gruppi
in situazioni di vulnerabilità sociale, dimostrando la sua
efficacia nell’educazione speciale e in persone con disturbi
emotivi. Si raggiungono grandi risultati anche nella terza età e
con gli adolescenti con problemi di condotta o a rischio di esclusione sociale.

4. Laboratori di arte ricreative e di ozio


Questo tipo di laboratori si basano sulla pedagogia dell’ozio culturale dove un gruppo di
partecipanti, minorenni o adulti, condividono un tempo di ozio e in cui, supervisionati o animati
da un istruttore, realizzano diverse attività artistiche con fini ludici e ricreativi. Si basa sul carattere
auto-rafforzante dell’arte.

Oltre ai fattori sociali e economici che hanno prodotto cambiamenti nella quantità e negli usi
del tempo libero e nel riconoscimento generale dell’importanza di un tempo di ozio per tutte le
persone, a poco a poco si sta producendo un cambiamento nelle tipologie di attività di ozio.

Se finora le attività di ozio venivano associate principlamente ad un ozio passivo e di consumo


culturale o artistico, attualmente esistono una serie di fattori socioculturali che influsicono su una
maggiore offerta e richiesta di attività di ozio relazionale, di ripartizione e creatività culturale.

L’aumento dell’insoddisfazione, lo stress, l’alienazione nella quotidianità, la mancanza di creatività


e, in definitiva, la percezione soggettiva di una cattiva qualità di vita può vedersi alleviata dalla
partecipazione in attività e laboratori ricreativi e di ozio.

Questi tipi di laboratori di arte ricreativa e di ozio condividono obiettivi e metodologie con i
laboratori di arte educativi e formativi. La differenza di base risiede nell’atteggiamento personale
dei partecipanti in quanto ciò che determina la concezione di ozio si fonda non tanto in ciò che
uno realizza (attività) ma nel modo in cui lo realizza (atteggiamento personale).

Per essere considerato ozio, l’atteggiamento personale deve comprendere tre condizioni di
base: libertà di scelta e sviluppo dell’attività, esperienza piacevole e inesistenza di altri fini oltre
la propria attività.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

5. Laboratori di arte come psicoterapia


Il loro obiettivo è un miglioramento della salute mentale e del benessere emotivo e sociale
dell’individuo. Bisogna tenere in considerazione che, anche se la parola “terapia” suscita l’idea
di persona malata o che ha bisogno di attenzione speciale, gli obiettivi
dei laboratori di arte come psicoterapia non si identificano
exclusivamente con ciò che è patologico ma hanno un valore
preventivo concentrandosi sul potenziamento e sulla
creazione di fattori protettori e di resilienza.

Un esempio pratico di AT si può ricercare nell’utilizzo delle


attività artistiche per ampliare l’autostima dei bambini
con mancanze fisiche; un bambino con disabilità fisica
può ampliare la sua autostima e scoprire in sé altre
qualità, inizialmente invisibili, attraverso la creazione
e messa in scena di personaggi antieroi creativi che
conquisteranno i loro obiettivi in modo inaspettato e
sorprendente. Il bambino può, così, attraverso l’azione
ludica artistica e espressiva, acquisire un nuovo repertorio
di credenze, percezioni e autoimmagini.

Allo stesso modo le attività di AT, attraverso il linguaggio artistico,


rendono possibile l’espressione e la comunicazione di emozioni di
qualsiasi genere, specialmente quelle dolorose, le inquietudini, esperienze o pensieri che
comportano situazioni di difficoltà personale o sociale e, in definitiva, di quelle emozioni che è
importante esprimere per un migliore adattamento psicosociale.

Inoltre, il tipo di società predominante attualmente manifesta alti indici di stress, disuguaglianze
sociali, incertezze lavorative, cambi rapidi, allontanamenti dalla natura, ecc. generando una
grande vulnerabilità emotiva che si rispecchia nelle statistiche con l’aumento di persone che
soffrono di disordini emotivi e con l’ elevato consumo di ansiolitici
e antidepressivi, dove gran parte di essi si assumono per
l’incapacità emotiva di adattamento.

Anche se a livello popolare si considera che uno


degli obiettivi più ricercati in psicoterapia sia
l’interpretazione psicologica delle opere, questa
credenza non smette di essere un’affermazione
semplicistica dato che conoscere, analizzare e
cercare significati alle opere dei pazienti viene
più dalla relazione soggetto-psicoterapista che
dell’opera in sé.

I laboratori di arte come psicoterapia, anche se


possono avere un certo valore dal punto di vista
diagnostico, sono soprattutto rilevanti per i benefici
terapeutici del processo di creazione in sé.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Differenze tra AT con fini terapeutici (arte come terapia) e AT per lo sviluppo
personale e l’intervento socioeducativo (arte come mediazione).

Arte come terapia Arte come mediazione

Non è una terapia. È un intervento socioeducativo


È una psicoterapia: trattamento per il per contribuire a dare risposte a necessità sociali
cambiamento di pensieri, sentimenti e o personali: coprire con attività di ozio il tempo
comportamenti libero, scoprire nuove potenzialità, appoggiare
processi di interazione sociale

Si basa sul ruolo motivatore e sul benessere


Si basa sulla relazione professionale che
che sia la pratica che la contempazione
è quella che dà all’arte la sua funzione
artistica comportano considerando l’arte
terapeutica (verbalizzazione e gestione
come un mezzo per raggiungere obiettivi di
di sentimenti e conflitti interni attraverso il
trasformazione sociale e personale (creatività e
triangolo paziente-opera-terapista)
processi partecipativi)

I suoi obiettivi sono il miglioramento della I suoi obiettivi sono vari. Sono soliti essere lo
salute mentale, il superamento di problemi sviluppo comunitario o personale, l’integrazione
psicologici e il sollievo del malessere psichico sociale e la ricreazione

Ha bisogno di una formazione di base


in psicologia e ampie conoscenze di
psicoterapia. Non c’è bisogno di formazione specifica in
psicologia.
Non c’è bisogno di formazione specifica nelle
arti plastiche dato che si tratta di un’attività Ha bisogno di una formazione basica in
incentrata su obiettivi espressivi e/o di arti plastiche e dinamiche formative e di
comunicazione, non estetici, per cui non partecipazione.
ha bisogno di nessuna esperienza artistica
previa, nè di abilità plastiche specifiche

Si pratica seguendo una severa metodologia I suoi principi metodologici non sono definiti
e sotto un quadro terapeutico definito essendo i suoi riferimenti fondamentali
essendo il suo referente fondamentale la l’animazione socioculturale, l’educazione
psicoanalisi e la fenomenologia sociale e la psicologia positiva.

Ruolo professionale dell’istruttore-mediatore:


Ruolo professionale dell’istruttore-terapista: accompagnamento educativo che offre modelli
accompagnamento durante il processo di che si riferiscono alla creazione artistica e agli
creazione anche se non si offrono modelli di obiettivi di sviluppo socio-personale marcati.
riferimento alla creazione artistica.
Si presta speciale attenzione agli aspetti Il mediatore non realizza l’interpretazione
trasferenziali (interpretazione e rivelazione di dell’opera con fini terapeutici anche se può
fatti di natura incosciente) esistere un’interpretazione con fini educativi o
critico-artistici.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Differenze tra Insegnamento artistico e Arteterapia


Da sempre si è verificato che il fare arte contiene un elemento terapeutico e, di conseguenza, il
limite tra l’insegnamento artistico e l’arteterapia è molto tenue.

L’obiettivo fondamentale dell’insegnamento artistico è l’apprendimento di tecniche e procedimenti di


creazione e/o l’apprendimento di concetti artistici o di storia dell’arte. Si tratta di trasmettere conoscenze.

Nell’arteterapia si usano strumenti artistici come facilitatori dei processi di miglioramento personale
e intervento psicoterapeutico o socioeducativo.

In generale, la grande differenza tra gli insegnamenti artistici e l’arteterapia è che le persone che
partecipano ai laboratori di arteterapia lo fanno non per diventare artisti, ma per cercare di migliorare
le loro difficoltà personali e/o sociali, anche se questo non vuol dire che non possano diventare un
giorno degli artisti.

Allo stesso modo, come è stato dimostrato, attraverso gli insegnamenti artistici si possono
raggiungere oltre agli obiettivi artistici, obiettivi più centrati sullo sviluppo personale.

1.2 Approcci metodologici dell’Arteterapia

Tenendo in considerazione le differenti modalità pratiche dei laboratori di arteterapia si possono


differenziare tre approcci metodologici diversi:

»» Un approccio creativo-relazionale o approccio creativo


L’istruttore propone sessioni non direttive con materiali e mezzi plastici tradizionali o con
materiali plastici insieme a materiali extrapittorici. Cioè, un’ampia varietà di materiali plastici:
argilla, colori a cera, tempere, ecc. e materiali extrapittorici:
schiuma da barba, lenticchie, riso, foglie, stoffa, ecc.
messi a disposizione dai partecipanti con l’obiettivo
basico di favorire la creatività e l’autoespressione.

Non si offrono indicazioni tecnico-artistiche sulla


tecnica da usare eccetto una serie di istruzioni
o scadenze ed esercizi da realizzare.

L’uso esclusivo di questo approccio risulta


propizio per i laboratori di psicoterapia. È
anche abituale per i bambini della scuola
materna e durante i primi anni delle elementari.

»» Un approccio didattico o approccio tecnico


Basato su sessioni strutturate in base a contenuti e
obiettivi specifici per ogni sessione, che si propongono
in modo diretto e che normalmente influenzano sia la tecnica
che la pratica artistica.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Questo è un approccio positivo per i laboratori d’arte come terapia occupazionale e


riabilitazione e per i laboratori d’arte come educazione artistica formale.

»» Un approccio globalizzante
Unisce i due approcci anteriori e così, durante le sessioni di AT si possono realizzare attività
specifiche di carattere didattico-tecnico e attività creative con obiettivi di autoespressione e
sviluppo personale.

L’approccio globalizzante normalmente combina questo doppio approccio con


l’apprezzamento dell’arte, cioè, imparare a fare arte e imparare a valutarla: quello che si
chiama anche approccio estetico.

Questo è un approccio molto valido per i laboratori d’arte come educazione artistica non
formale, laboratori di educazione sociale e laboratori ricreativi.

Approcci metodologici nei laboratori di AT

Approccio creativo Approccio tecnico

Premesse di partenza: le persone hanno


Premesse di partenza: le persone hanno
creatività e espressività innate per cui non è
bisogno di essere istruite per poter sviluppare
necessario l’insegnamento ma il fomentare
le loro capacità creative innate. A qualsiasi età,
queste capacità. Nei bambini, l’effetto e
l’influenza delle immagini artistiche aumenta lo
l’apprendimento in base a immagini artistiche
sviluppo creativo
di adulti inibisce lo sviluppo creativo naturale

Contenuti: critica dell’arte, storia dell’arte


Contenuti: esercizi dell’arte come
e creazione artistica. Nei processi creativi
autoespressione, varietà di metodi e materiali.
e nell’apprendimento di tecniche sono
Non si usano opere d’arte esterne dato che
fondamentali lo studio di opere d’arte esterne,
possono influire negativamente sullo sviluppo
che funzionano come base per qualsiasi
espressivo
apprendimento

Implementazione: Individuale, Non Implementazione: Omogenea, Sequenziale,


sequenziale, Non programmata Accumulativa, Programmata

Valutazione: si rinuncia alla valutazione delle Valutazione: si realizza in base all’apprendimento


opere realizzate. Si valutano solo i processi realizzato in funzione dei contenuti sequenziali
di esecuzione: motivazione, implicazione e programmati e la valutazione delle opere in base
soddisfazione personale a criteri di valutazione prefissati

La AT per lo sviluppo personale e l’intervento socioeducativo, sebbene si concentri principalmente


sulla creazione (creare opere plastiche con diversi materiali, formati, tecnologie, ecc.) si complementa
con la pratica contemplativa dell’arte.

Divulgazione Dinamica Programma di Formazione 17


Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Lo stato d’animo soggettivo che suscita il contemplare l’arte (non solo vedere un’immagine estetica
ma immagini che trasmettono emozioni) è considerato di per sé terapeutico.

Sapevi che una ricerca dell’Università di Westminster scoprì che i livelli di stress dei partecipanti
diminuirono dopo una visita di un’ora a una galleria d’arte?

La diminuzione di stress a livello soggettivo (uscendo tutti dalla galleria affermarono di sentirsi
meno stressati) fu generalizzata.

La diminuzione obiettiva, cioè il livello di cortisolo nel sangue, comunemente chiamato l’ormone
dello stress, diminuì solo in quegli individui che entrarono con livelli relativamente alti.

“A volte, semplicemente il concentrare l’attenzione sulle immagini, invece di continuare


immersi nel nostro dialogo interiore, può essere un modo per riuscire a rilassarsi. È
un’opportunità senza obiettivo affinché la mente riposi e si rigeneri” (Allen, 1997).

1.3 Cosa apportano i laboratori di attività artistiche? Benefici

Tenendo in considerazione il raggiungimento di obiettivi specifici che le diverse modalità di


arteterapia comportano indipendentemente dall’uso riabilitante, terapeutico, educativo, formativo
professionale o ricreativo, la AT ha mostrato benefici generalizzabili a qualsiasi pratica. Possono
essere sia benefici inerenti alla propria condizione di praticare/contemplare l’arte sia benefici inerenti
all’attività di interazione personale che si realizza nei laboratori di AT.

In modo generale e tenendo in conto che non si segue nessun ordine prestabilito, alcuni dei benefici
più citati nelle pratiche di AT sono:

»» Permette di sviluppare abilità o disposizioni che possono estendersi verso differenti aree
accademiche o lavorative.
Alcune pratiche artistiche possono sviluppare abilità specifiche utili in contesti non artistici in
modo che determinati campi accademici possano beneficiare delle abilità migliorate attraverso
la formazione artistica.

Per esempio le abilità visive che si cercano di sviluppare nei laboratori di attività plastiche come
visualizzare forme mentalmente, osservare con attenzione, fare una bozza, ecc. sono abilità che
si possono trasferire allo studio della scienza. Allo stesso modo, esprimere le proprie creazioni
o interpretare opere può produrre miglioramenti nell’espressione e comprensione orale e scritta.

Studio sperimentale che conferma come le abilità apprese nell’arte possano essere trasferite ad
abilità usate in altre aree accademiche/lavorative. (Dolev, Friedlaender e Braverman. 2001)

Si tratta di un esperimento realizzato con adulti che cerca di provare l’ipotesi per cui le abilità di
osservazione apprese osservando dei quadri aumentano l’abilità di osservazione medica. In modo
casuale venne assegnato un gruppo di alunni di medicina all’apprendimento dell’osservazione
dettagliata di alcuni quadri e un secondo gruppo venne assegnato al gruppo controllo. Nel

Divulgazione Dinamica Programma di Formazione 18


Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

momento in cui vennero mostrate agli alunni fotografie di gente con malattie e si chiese loro di
descrivere cosa stavano osservando, il grupo che apprese a guardare da vicino le opere d’arte
superò il gruppo di controllo.

L’esperimento dimostrò che allenandosi ad osservare quadri si può migliorare il tipo di abilità di
osservazione valutate nella facoltà di medicina e nell’ambito scientifico e tecnico in generale.

Anche se la AT considera che è necessario educare lo sguardo per “vedere” l’arte, è tuttavia
possibile imparare a vederla solamente contemplandola.

In modo informale due domande come Che sta succedendo nell’opera? e, Cosa te lo fa
pensare? permettono di acquisire abilità di osservazione e ragionamento artistico dal punto di
vista sensoriale o emotivo.

A un livello più strutturato “vedere” un’opera comporta un’analisi interpretativa e un’analisi tecnica
dove si tengano in considerazione i materiali e le tecniche usate, i colori, le forme e le influenze
e relazioni dell’artista.

Tuttavia, saranno gli obiettivi dei laboratori di AT quelli che indicheranno un’analisi interpretativa
delle opere da una prospettiva personale o da una prospettiva tecnica.

»» L’arte nelle sue molteplici espressioni, si relaziona con le riserve cognitive5, cioè è un
protettore delle funzioni cerebrali per quei casi in cui sono presenti malattie acute o croniche o
che semplicemente presentano deterioramento delle funzioni cerebrali, dei processi sensoriali
e congnitivi che si producono con l’invecchiamento.

La riserva cognitiva di un determinato individuo è la capacità di attivare


altre reti neuronali alternative nel caso in cui esistano richieste
crescenti (per esempio nel caso del deterioramento dato
dall’età o della presenza di malattie come l’Alzheimer), in
modo che i sintomi di queste malattie o processi siano
meno gravi; è una capacità che dipende in gran parte
dal contesto.

Anche se la riserva cognitiva ha un substrato biologico


che depende da caratteristiche cerebrali innate come
la dimensione del cervello, il numero e la densità
neuronale o la qualità e quantità di sinapsi, esistono
altri fattori acquisiti che dipendono dall’ambiente e dalle
abilità che la persona ha sviluppato durante la sua vita.

Negli studi realizzati sull’influenza dei fattori acquisiti è stato


verificato che la musica, la pittura, la scrittura e qualsiasi altra
forma d’arte facilitano le funzioni cognitive e allo stesso tempo
contribuiscono alla capacità di riserva cerebrale.

5 La riserva cognitiva è una costruzione neuropsicologica che si riferisce all’abilità di tollerare i cambiamenti
nelle strutture cerebrali relazionate all’età o una data patologia, senza presentare sintomi clinici. Questo con-
cetto è stato sviluppato dopo aver studiato casi di individui con atrofie cerebrali (contrastate in studi post-mor-
tem) ma che non presentano sintomi clinici di deterioramento.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Per esempio, Fabrigoule nel suo manuale “Social and leisure activities and risk of dementia: A
prospective longitudinal study” (1995) osservò che attività come il cucito sono associate a un
basso rischio di demenza o, nello studio realizzato da Zabar, riportato nel libro “Does frequent
participation in cognitively demanding leisure activities reduce the risk of developing dementia?”
(1996), valutò il tempo che un gruppo di persone dedicava a partecipare a attività complesse
come suonare uno strumento musicale o attività manuali e quello dedicato ad attività basiche
(mangiare, vestirsi, ecc.): i risultati mostrarono che il partecipare a attività complesse regolarmente,
rispetto a quelle semplici, riduce in due anni il rischio di sviluppare una demenza.

»» L’arte, sia come contemplazione sia come creazione artistica aumenta le emozioni positive,
diminuisce i livelli di stress e riduce tensioni.
L’arte in generale e in concreto le attività plastiche visive apportano numerosi benefici alla salute
psicologica e sociale. È stato dimostrato che riduce lo stress e aumenta la soddisfazione vitale,
fornisce una via di fuga per liberare le emozioni e aumenta le emozioni positive.

Per esempio negli studi di Malchiodi (Understanding Children’s drawings 1998), si dimostrò che
le esperienze emotive provocate nei processi creativi possono originare sensazioni gradevoli
dando luogo alle onde cerebrali alfa relazionate con il rilassamento, ma in uno stato cosciente
della mente.

COSA SONO LE ONDE CEREBRALI?


Gli impulsi elettrici che emette il cervello (potenziali di azione) e che
viaggiano attraverso i neuroni, producono ritmi chiamati onde cerebra-
li che possono essere osservate attraverso gli elettroencefalogrammi.

• Onde beta (14-30 cicli al secondo o cps).


Si producono quando il cervello è sveglio e implicato in attività mentali. Sono onde
ampie e sono quelle che possiedono maggiore velocità di trasmissione. Indicano
un’attività mentale intensa. Per esempio, quando stiamo risolvendo un problema di
matematica il nostro cervello sta emettendo questo tipo di onde.

• Onde theta (tra 4 e 8 cps).


Si raggiungono in uno stato di calma profonda. Si tratta di uno stato nel quale i compiti
realizzati risultano automatizzati, non c’è più bisogno di avere un controllo attento e
cosciente sull’esecuzione in quanto il soggetto può distanziarsi da essi mentalmente.
Per esempio, quando stiamo sognando a occhi aperti o quando dopo un po’ che gui-
diamo all’improvviso ci rendiamo conto di non ricordarci come abbiamo fatto gli ultimi
chilometri. Si dice che sia uno stato di ispirazione di idee e soluzioni creative.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

• Onde delta (tra 1,5 e 4 cps).


Le onde cerebrali non arrivano mai a zero, dato che questo significherebbe la morte
cerebrale. Si generano in uno stato di sonno profondo. Quando andiamo a dormire,
le onde cerebrali passano successivamente da beta ad alfa, a theta e alla fine, delta.

• Onde alfa (8 e 14 cps).


Rappresentano uno stato di scarsa attività cerebrale e rilassamento. Sono onde più
lente e di maggiore ampiezza rispetto alle beta. Una persona soddisfatta del suo lavoro,
cioè, che ha finito un compito e riposa, si trova spesso in uno stato alfa esattamente
come una persona facendo una passeggiata si gode il paesaggio.
Le onde alfa si emettono negli stati considerati di “pace e felicità interiore”. La
contemplazione di un certo tipo di immagini, specialmente rappresentanti la natura e
determinati tipi di pittura e simboli come per esempio i mandala, sono buoni induttori
degli stati alfa.
Anche la musica è uno strumento di produzione delle onde alfa molto efficace.
Sapevi inoltre che negli stati alfa aumenta molto la capacità di suggestione e auto
suggestione, cioè, qualsiasi cosa che ci viene suggerita in alfa, sarà più facilmente
ammessa e con meno “filtri” da parte della razionalità cosciente? Questo lo sapevano
molto bene i sacerdoti dell’antichità e così, attraverso canzoni monocorde (come il
gregoriano) o la musica dell’organo (che produce delle frequenze in Herz molto simili
allo stato alfa) facevano in modo che le idee dei sermoni fossero più facilmente adottate.
Allo stesso modo, esistono molti strumenti che producono vibrazioni prossime alle
onde alfa (anche il tono di voce di certe persone) da qui che, con relativa facilità, molte
persone si addormentano ai concerti o semplicemente si sentono “trasportate” dalla
musica verso un’altra dimensione.

»» Le attività di AT possono rafforzare la fiducia in sé stessi e migliorare l’autostima dato che


aprono spazi ad espressioni di emozioni e sentimenti.

Sebbene gli studi evidenzino la relazione tra le arti drammatiche e la fiducia in sé stessi, anche
le abilità per comunicare e cooperare, l’empatia, la capacità di gestire le proprie emozioni
(esprimendole e non sopprimendole) e le arti plastiche permettono di dare forma e simbolizzare
immagini, sentimenti, pensieri e conflitti.

Così nel processo di creazione artistica la persona può raggiungere una maggiore conoscenza
di se stessa, connettendosi con il suo mondo interiore espresso attraverso immagini personali.
Allo stesso modo, l’esperienza con i materiali artistici e il riuscire a eseguire un’attività in modo
positivo sviluppa un sentimento di competenza e miglioramento della propria immagine.

Uno dei dilemmi relazionati con l’autostima e le opere plastiche visive è che, così come succede,
si parta dall’idea che ciò che è veramente importante nelle attività di arteterapia è il processo
creativo e non il risultato finale della produzione plástica. Tuttavia, gli elogi e le valutazioni positive
sono un’arma potente per fomentare l’autostima.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Si devono lasciare da parte le considerazioni estetiche delle opere prodotte?

Come si devono valutare le opere affinché non producano effetti contrari a quelli aspettati
nell’autostima?

Si può rafforzare l’autostima dei partecipanti al di là della propria soddisfazione, elogiando l`opera
attraverso gli altri?

Anche se alle origini dell’arteterapia, definita come psicoterapia, le qualità o questioni estetiche
delle opere non erano rilevanti, dal concetto di arteterapia per lo sviluppo personale le questioni
estetiche non devono essere più ignorate, anzi, devono essere rafforzate nei limiti del possibile
facendo attenzione affinché non diventino oggetto di frustrazione nei partecipanti.

Perciò è necessario che si insegnino i concetti artistici e gli elementi basici del linguaggio plastico
che aumentino le possibilità creative e che permettano di realizzare opere di un livello artistico
adeguato per poter essere elogiate e per evitare livelli di ansia di fronte alla prospettiva creativa.

In generale, per valutare le creazioni in modo che risultino appropriate per l’autostima conviene:

• concentrarsi sul processo e lo sforzo e non esclusivamente sul risultato

• fare commenti concreti in base ai procedimenti o tecniche che si stanno usando

• non elogiare eccessivamente o quando realmente le creazioni non sono degne di elogio.
In questi casi è meglio focalizzarsi su dettagli concreti che possono essere migliorati e
che permettono di fare critiche in modo costruttivo, cioè orientarli verso miglioramenti e
fornendo criteri che permettano l’autovalutazione, per esempio, vedo che hai cercato di
lavorare su una sola gamma cromatica tuttavia il risultato non è del tutto soddisfacente,
che ne pensi? Forse hai usato troppi colori per armonizzarlo e non hai utilizzato un solo
colore armonico in tutto l’insieme. Ti consiglio di utilizzare meno colori e in una sola
gamma, cioè, una gamma armonica semplice.

Ad ogni modo, le valutazioni si dovranno fare tenendo in considerazione l’approccio predominante


dei laboratori: creativo o tecnico, e i criteri di valutazione previ.

Ricorda che:

L’approccio tecnico sottolinea la formazione pratica nelle arti plastiche visive.

L’approccio creativo o di auto-espressione implica un non intervento che corrisponde


all’assenza di metodi formativi, limitandosi nei laboratori di arteterapia a favorire un clima
propizio al libero sviluppo della capacità creativa.

Nell’AT per lo sviluppo personale entrambi gli approcci si devono complementare con un
orientamento estetico per cui si deve incitare nella formazione degli individui ad apprezzare
diverse manifestazioni artistiche.

Semplicemente, i criteri più utilizzati sono (normalmente si fanno valutazioni servendosi di vari
criteri simultaneamente):

• Criteri emozionalisti. Per valutare le opere si terrà in considerazione se si trasmettono


messaggi emotivi, se si è percepita qualche emozione concreta realizzandolo o se suscita
emozioni negli altri.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

• Criteri realisti. Si valuta l’opera dalla capacità di rappresentazione reale, quello che è
rappresentato è indiscutibile in relazione alla sua immagine. La valutazione si estenderà
dall’iperrealismo fino all’estremo della rappresentazione iperastratta.

• Criteri formalisti. Per valutare l’opera si terranno in considerazione elementi propri delle
teorie dell’arte, per esempio la luce e l’oscurità, lo spazio, la prospettiva, i colori che si
usano, ecc., in relazione allo stile: modernismo, funzionalismo, astrazione, arte pop, ecc.

Ad ogni modo ricorda che i processi artistici dell’AT per lo sviluppo personale possono influenzare
in modo positivo l’autostima nella misura in cui forniscono opportunità di successo, e che in arte
non ci sono forme sbagliate di manipolare o creare, potendo realizzare infinite combinazioni
creative in una stessa attività artistica.

»» Le attività di arteterapia possono contribuire enormemente al benessere psicologico oltre


che a generare piacere.

Anche se le attività artistiche, che siano musica, pittura, scrittura o danza non sono, chiaramente,
fonte di felicità per tutti, senza dubbio sono una fonte di felicità o benessere psicologico per un
gran numero di persone.

Secondo Seligman (“Fai fiorire la tua vita”, 2012) considerato come


il padre della psicologia positiva6, esistono cinque elementi
di base per il benessere psicologico, conosciuti anche
come il PERMA.

• P. Positive Emotions - Positività, che si


riferisce a sperimentare emozioni positive
in maniera più frequente rispetto a quelle
negative. Per questo, coltivare e generare
emozioni positive come allegria, interesse,
orgoglio, ricreazione, serenità, speranza,
gratitudine, stupore, ispirazione e amore,
permette di compensare le emozioni negative
e gli eventi difficili.

• E. Engagement – Impegno e Coinvolgimento,


frequentemente associato alle esperienze di flow o
flusso della coscienza.

La teoria del flusso (flow), proposta da Csikszentmihalyi, è un tentativo di spiegazione


di quello che succede quando la realizzazione di un’attività provoca nell’individuo una
sensazione tanto piacevole che la persona tende a realizzarla, anche se ha un alto grado di
difficoltà, per il puro piacere di farlo.

6 La psicologia positiva studia scientificamente le basi del benessere psicologico e della felicità. Anche se
tradizionalmente la psicologia si è dedicata a studiare gli aspetti negativi e patologici dell’essere umano, Se-
ligman ha proposto la creazione della psicologia positiva come corrente specifica all’interno della psicologia
e quindi i suoi principi si stabiliscono dentro l’ambito scientifico. La ricerca e le applicazioni della psicologia
positiva in differenti ambiti sono, quindi, stati convalidati scientificamente.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Questo stato di concentrazione assoluta e piacevole si chiama flow e sperimentandolo


la persona rimane profondamente assorta nell’attività che sta realizzando, perdendo la
nozione del tempo (generalmente sembra che scorra più rapido) e dello spazio. Il flow si
riferisce a un livello alto di piacere e assorbimento nel lavoro (il tempo passa volando).

Flow: esperienza ottima di piacere che accade quando una persona è motivata e capacitata
a realizzare un’attività per la quale non si sente sfidata. L’attività è soddisfacente per se
stessa e la persona rimane talmente concentrata su di essa al punto tale da perdere la
nozione temporale.

A cosa si deve l’esperienza del flusso? Secondo questa teoria l’esperienza del flusso ha
una motivazione di carattere interamente intrinseco e si realizza indipendentemente dalla
meta che si rincorre (questa si può raggiungere, ma non perché l’intenzione del soggetto
sia il suo raggiungimento). L’individuo solamente si concentra sull’attività per il piacere che
ottiene dalla sua realizzazione.

Inizialmente la ricerca sul flow si concentrò su ballerine, artisti, musicisti, ecc., cioè attività che
forniscono di per sè un alto livello di piacere. Attualmente, è stato scoperto che durante qualsiasi
attività si può arrivare a sperimentare flow sempre se l’attività risulti intrinsecamente gratificante.

Così, anche se all’inizio si considerò che lo stato del flow corrispondesse a attività creative,
l’esperienza dimostra che si può arrivare a sperimentare questo stato in molte attività per
esempio leggere o giocare a tetris. Ciò che è sicuro è che lo stato di flow promuove la creatività.

Un’altra delle scoperte di questa teoria è che per stare in flow, oltre alla presenza di un’attività
motivata intrinsecamente, è necessaria l’esistenza di una certa relazione tra la capacità e la
sfida o difficoltà che presenta l’attività in modo che:

Alto
Eccitazione Flusso
Ansia
LIVELLO DI SFIDA

Controllo
Preoccupazione

Rilassamento
Apatia
Noia

Basso
Basso GRADO DI ABILITÀ Alto

Per raggiungere uno “stato di flusso”, si deve raggiungere uno stato di equilibrio
tra la sfida del compito e l’abilità di chi lo realizza. Se il compito è troppo facile
o troppo difficle, il fluire non potrà esserci.  

Divulgazione Dinamica Programma di Formazione 24


Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

Entriamo nel flow quando affrontiamo una sfida relativamente difficile e abbiamo abilità
relativamente buone per farlo. Se il livello della sfida è basso rispetto alla nostra capacità
è probabile che ci annoiamo, mentre se la attività è troppo difficile per noi, sentiremo
frustrazione e ansia.

Le ricerche indicano che le esperienze del flow sono importanti perché quante più ne abbiamo,
più siamo felici. Nel momento del flow, il nostro stato emotivo è neutro, ma successivamente
tendiamo ad essere di buon umore e a sentirci soddisfatti.

• R. Relationships - relazioni interpersonali, è la variabile che negli studi empirici si


relaziona maggiormente con il benessere psicologico e la felicità.

• M. Meaning and Purpose - proposito e significato, si riferisce al grado in cui una persona
capisce o percepisce un significato nella sua vita e sente che ha una fine, missione o meta.

• Accomplishment- successo e senso del raggiungimento. Anche Seligman si è riferito


a questa componente come la “vita vittoriosa” e parla della necessità che abbiamo noi
esseri umani di sentirci competenti e agire con autonomia. Fissarci delle mete, sviluppare
il nostro autocontrollo e disciplina e il ricercare il successo nelle nostre azioni ci aiuta a
mantenerci in crescita continua e a sviluppare il nostro potenziale.

L’arte in generale e la partecipazione a attività di arteterapia in un ambiente sicuro, in cui prevale il


rispetto per l’autoespressione dei partecipanti in un ambiente di gruppo che soddisfi le necessità del
contatto sociale, di ozio e di mantenimento delle abilità e delle soddisfazioni personali, può ese d’aiuto
in ciascuno degli elementi di benessere, essendo l’arteterapia una fonte di benessere psicologico.

»» In generale, i laboratori di arteterapia svolgono un ruolo importante nella gestione del tempo
di ozio, sia nell’infanzia che nell’età adulta.

“L’ozio è un insieme di occupazioni alle quali l’individuo può dedicarsi in modo


completamente volontario dopo essersi liberato dei suoi obblighi professionali,
familiari e sociali, per riposare, divertirsi, sviluppare la sua informazione o la sua
formazione disinteressata, o per partecipare volontariamente alla vita sociale della
sua comunità” (Dumazedier)

In questa definizione appaiono le tre funzioni specifiche che determinano le attività di ozio:

• Riposare. Per menzionare la caratteristica del riposo, l’ozio presuppone un cambio di attività,
dal tempo di lavoro a un tempo libero per stare bene senza obbligazioni. Il fatto di “riposare”
non deve essere inteso come il “non fare niente”, ma è un tempo di riposo dal lavoro.

• Divertirsi. Questa caratteristica ha un’accezione di allegria e di elemento piacevole in una


chiara concezione ludica della vita in contrapposizione alla noia quotidiana o monotonia
del lavoro.

• Sviluppare la personalità. Si può affermare che con il lavoro quotidiano molte persone
non sono capaci di sviluppare la loro personalità, a causa dei compiti monotoni, ripetitivi
dei loro obblighi di tutti i giorni; tuttavia durante il tempo di ozio, risultano essere più creativi,
fantasiosi, innovatori e realizzano attività in cui possono confrontarsi con gli altri e trovano
un maggiore grado di soddisfazione personale.

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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

I teorici considerano l’ozio (concetto differente dal tempo libero) come esperienza umana
necessaria per lo sviluppo personale.

Anche se la credenza popolare considera che per godersi il tempo libero non c’è bisogno di
nessuna abilità speciale e che qualsiasi persona può farlo, gli studi realizzati ci suggeriscono il
contrario, cioè, che il tempo libero è meno appagate rispetto a quello impegnato, per cui viene
considerata la differenza attuale tra ozio e tempo libero.

L’avere solamente tempo libero a disposizione non aumenta la qualità


di vita essendo necessario convertire questo tempo libero in
ozio, per esempio è stato verificato che durante le feste e le
vacanze aumentano i problemi mentali; per quei lavoratori
che non hanno ozio, la pensione diventa spesso un
passaggio verso la depressione cronica.

Ma perché il tempo libero di per sé non è causa di


benessere e l’ozio sì?

Si parte dal fatto che il genere umano è preparato


ad essere occupato, dato che senza obiettivi o altre
persone con le quali relazionarsi (condizioni che
appaiono nell’ozio e non nel tempo libero non occupato)
la maggior parte delle persone iniziano a perdere la
motivazione e la concentrazione; la mente inizia quindi a
vagare da una parte all’altra e frequentemente si concentra su
problemi non risolti che producono ansia.

Per evitare questo stato di ansia mentale le persone, anche senza essere necessariamente
coscienti di questo, cercano gli stimoli che eliminino dalla coscienza le fonti di ansia.

Questi stimoli possono essere forme rapide di ridurre il caos nella coscienza a breve termine
come per esempio ozio non produttivo come guardare la televisione o anche ozio distruttivo
come ubriacarsi per passare il fine settimana. Tuttavia, dopo poco tempo questi modi di mitigare
l’entropia psichica7 portano solamente a sentimenti di apatia e insoddisfazione.

Nelle società classiche prospere, in cui l’Elite aveva tempo libero, apparirono le pratiche
socioculturali e le attività artistiche, religiose o estetiche come metodi per evitare l’entropia psichica.

In queste pratiche appare un ozio che possiamo considerare come passivo o relazionale, per
esempio assistere a competizioni sportive o uscire a prendere un caffè e chiacchierare con gli
amici, situazioni in cui il malessere psichico sparisce ma che, tuttavia, contribuisce scarsamente
a una qualità positiva di benessere psichico come è stato dimostrato nella teoria del flusso.

Secondo questa teoria, affinché un’attività causi lo stato di flow, come succede nella pratica
dello sport o nella pratica di differenti forme di arte, è necessario che l’attività consista in una

7 Le emozioni negative come tristezza, paura o noia producono l’entropia psichica nella mente, cioè, uno
stato in cui non possiamo usare efficacemente l’attenzione per affrontare compiti esterni, poichè ne abbiamo
bisogno per restaurare un ordine soggettivo interiore. Le emozioni positive come la felicità, la forza o l’attitudine
allerta sono stati di “neghentropia psichica”, in quanto non avendo bisogno di attenzione per rimuginare e
sentire pena per noi stessi, l’energia psichica può fluire liberamente verso qualsiasi pensiero o compito nel
quale decidiamo metterla.

Divulgazione Dinamica Programma di Formazione 26


Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale

sfida, risolvere un problema, o scoprire qualcosa di nuovo, che l’attività abbia mete e regole
chiare e nei limiti del possibile un feedback immediato in base a richieste esterne che mettono
alla prova le abilità.

In relazione alle attività che possono coprire il tempo libero, le ricerche hanno scoperto che non
tutte le attività sono uguali e che questo tempo risulta più soddisfacente quando c’è qualche
impegno, quando si richiede l’uso di qualche abilità o qualche tipo di successo e così, le pratiche
artistiche culturali realizzate con passione si concepiscono come elementi di attrazione per le
attività di ozio.

»» L’arte stimola la creatività. Nei laboratori di AT la creatività è sia processo che risultato, cioè la
creatività è presente sia negli stessi processi artistici che origina, sia nelle tecniche, strumenti
e risorse che devono essere usati.

Non è facile definire la creatività dato che è un termine molto ampio che si applica in diversi
contesti. In generale possiamo dire che la creatività è vincolata all’originalità e all’innovazione
e può essere definita come il processo in cui un
problema si presenta con chiarezza e dal quale
si origina o si inventa un’idea, concetto, nozione o
schema secondo linee nuove o non convenzionali.

Si tratta di una delle capacità più importanti


dell’essere umano, dato che permette di creare
novità a partire da ciò che è già esistente, trovare
nuove soluzioni ai problemi, e in definitiva, pensare
a cose nuove e migliori che,di fatto, è ciò che
fa avanzare la società umana. La creatività può
essere quindi sviluppata e stimolata durante tutta
la vita, o al contrario, può essere inibita.
Il valore sociale della creatività:
Anche se risulta molto importante favorire e Ottavia Spaggiari at TEDxIED
fomentare la creatività fin dall’infanzia, la capacità Fonte: TEDx Talks
creativa che nella maggior parte delle persone
si perde dal passaggio dall’infanzia all’età adulta
può essere recuperata in un ambiente stimolante,
dove si aumentino le possibilità di prova, si faccia fluire l’immaginazione e la fantasia.

Anche se non possiamo negare che esista una creatività innata o una genialità intesa come
caratteristica,tuttavia la creatività come risultato non è qualcosa di limitato a un insieme ristretto
di persone.

La creatività è una capacità che tutti abbiamo, la differenza risiede nel fatto che alcune persone
sono naturalmente creative e altre devono imparare e lavorare per poterlo essere.

Nonostante a priori la creatività appaia come un concetto più vincolato all’arte che alla scienza,
più vicino all’ispirazione o all’intuizione dell’artista che all’applicazione di un metodo o logica,
in entrambi i casi la creatività artistica o scientifica si può rafforzare con l’apprendimento e
applicando tecniche la cui utilità è stata convenientemente contrastata.

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SAPEVI CHE… È POSSIBILE CHE LA MONNALISA NACQUE


DALL’APPLICAZIOE DI UNA TECNICA CREATIVA CONOSCIUTA COME
TECNICA DI DA VINCI
La cosiddetta Tecnica di Da Vinci è una tecnica combinatoria che è
all’origine delle famose teste grottesche di Da Vinci.

Si crede che il grande artista fiorentino, che risaltò per la sua infinita fantasia, seguì un
processo sistematico per dipingere le sue famose caricature e facce grottesche fatte
di differenti combinazioni di una serie di caratteristiche, per questo stilava una prima
lista delle caratteristiche facciali costanti (testa, occhi, naso, ecc.) e in seguito una
seconda con le varianti di ciascuna caratteristica (gli occhi possono essere grandi,
piccoli, a mandorla, all’infuori, ecc.) per poi mischiare e sistemare le diverse varianti
per creare caricature originali.

Si pensa che la Monnalisa possa essere il risultato della combinazione delle migliori
parti dei visi più belli che osservò e ciò spiega il perchè in quel viso si trovino tante
differenti espressioni. Questa possibilità è ancora maggiore se si considera il dubbio
sull’esistenza della vera identità del modello.

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Tra i principali ostacoli per la creatività sottolineiamo:

• Blocchi emotivi. Per esempio, la paura di risultare ridicolo o di sbagliarsi, la mancanza di


fiducia in sè stessi, un eccessivo rispetto verso l’autorità, poca motivazione o entusiasmo,
mancanza di spirito critico.

• Blocchi percettivi. Vediamo solo aspetti molto limitati del mondo che ci circonda. Su ques-
to può incidere un eccesso di specializzazione, un razionalismo estremo, poca capacità di
ascolto, o ridotta capacità di osservazione.

• Blocchi culturali. L’essere umano ha una grande necessità di relazionarsi e integrarsi


nella società, per cui gli è imprescindibile accettare una serie di norme di comportamento,
stereotipi, credenze, eccetera, per evitare di essere rifiutato. Queste norme modellano la
sua personalità e condizionano la sua creatività.

Questi blocchi finiscono per generare pregiudizi, attaccamenti, abitudini e routine che limitano
le possibilità creative.

Per superarli, prima di tutto dobbiamo essere coscienti della loro esistenza per poi sviluppare
qualità opposte, come il distacco, aprire la mente a nuove idee, sperimentare cose nuove, fissare
delle sfide, fare le cose in maniera diversa.

Tra le diverse tecniche per sviluppare la creatività risalta il brainstorming o pioggia di idee, che
consiste nell’annotare tutte le idee nate in modo non sistematico durante un determinato lasso
di tempo da un gruppo di persone o semplicemente individualmente, affinché possano poi
essere discusse e analizzate per poter selezionare una di esse. L’Utilizzo di questa tecnica è
raccomandata per risolvere tutti i tipi di situazioni che necessitano un gran numero di idee.

La versione visiva del brainstorming è la Tecnica del bozzetto, probabilmente la più antica usata
dagli artisti plastici che consiste nel realizzare molti disegni piccoli e rapidi che poi permetteranno
di definire e sviluppare l’opera finale o realizzare processi intermedi di sintesi ed evoluzione delle
varie idee iniziali.

In merito alla creatività, nelle affermazioni degli artisti creativi, si sottolinea come un ambiente
gradevole è spesso fonte d’ispirazione e creatività e, anche se realmente esistono pochi studi
scientifici a riguardo, è risaputo che dai tempi antichi, artisti ed eruditi hanno scelto ambienti
naturali singolari per facilitare l’ispirazione. Per esempio i monaci buddisti e i parroci cristiani da
sempre si stabiliscono in luoghi con le migliori viste.

“Sento che i vari incidenti della natura che mi circondano… Provocano una reazione emo-
tiva nelle profondità della mia anima che ho cercato di tradurre in musica”.
(Fran Liszt)

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2 Riferimenti bibliografici

»» Dierssen, M. (2016) El cerebro artístico. La creatividad desde la neurociencia

»» Lopez Martinez, M.D. (2010) Arteterapia. Concepto y evolución histórica

»» Lopez Fernandez Cao, M.; Martinez Diez, N. (2006). Arteterapia y educación

»» Vera, B. (2006). Psicología positiva: una nueva forma de entender la psicología. Papeles del
Psicólogo, enero-abril, año/vol. 27, número 001. Consejo general de Colegios Oficiales de
Psicólogos, Madrid, España.

»» Domínguez Toscano, M.P. (2005) Arteterapia: principios y ámbito de aplicación

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