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Modul 1
Modul 1
L’INTERVENTO SOCIOEDUCATIVO
E LO SVILUPPO PERSONALE
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CONTENUTI
1. Arteterapia 03
2. Riferimenti bibliografici 30
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Arteterapia per l’intervento socioeducativo e lo sviluppo personale
1 Arteterapia
Arte: Attività creativa con un fine estetico in cui la persona esprime sentimenti ed emozioni
attraverso differenti materiali, tecniche e procedimenti.
Terapia: pratica che si realizza con l’obiettivo di curare, alleviare o migliorare problemi, sintomi
e malattie.
Attualmente l’arteterapia (da qui in avanti AT), oltre ai suoi fini meramente terapeutici è considerata
una tecnica di sviluppo personale, di autoconoscenza e di espressione emotiva.
Sebbene gli effetti della pratica e della contemplazione delle arti sulla mente, le emozioni e la fisiologia
umana si conoscevano e si usavano dai tempi antichi, solo successivamente con la psicoanalisi, le
avanguardie artistiche e la seconda guerra mondiale si favorì l’apparizione e lo sviluppo della AT
come disciplina.
LA PSICOANALISI
Si considera che fu la psicoanalisi e la scoperta dell’inconscio a permettere alla comunità
terapeutica di prestare attenzione agli effetti benefici che comporta la pratica dell’arte; così come
la possibilità che le manifestazioni artistiche servissero per la comprensione della psiche umana.
Più recentemente, altri movimenti artistici di enorme trascendenza (come la Pop Art2 o le tendenze
attuali in cui l’arte si sposta sempre più verso il campo del disegno grafico),hanno reso possibile
la creazione artistica ad un pubblico non accademico.
Allo stesso modo, la vasta gamma di tecniche e materiali apportati dagli artisti dell’avanguardia
facilitarono la sperimentazione creativa aiutando, quindi, a superare la distinzione tra artista e
non artista.
1 Movimenti artistici caratterizzati dall’utilizzo di forme geometriche fondamentali. Nel cubismo i cubi, i triangoli
e i rettangoli e nel suprematismo il quadrato e il cerchio.
2 Movimenti artistici caratterizzati dall’esempio di immagini della cultura popolare usando fotografie o disegni
di riviste, fumetti, annunci pubblicitari o fotogrammi di film, estrapolate dal loro contesto.
In queste terapie psicologiche si sperimentò e controllò l’efficacia delle terapie artistiche come,
per esempio, quelle realizzate dall’artista Adrian Hill, il quale dopo una lunga convalescenza in
un’infermeria, si riferì per la prima volta con il termine “arteterapia” al processo osservato prima
su se stesso e poi sui suoi compagni di ospedale, e in merito al quale affermava che l’attività
artistica procurava al malato un notevole aumento del suo benessere emotivo.
Tra le definizioni più conosciute di AT risaltano quelle proposte dalla American Art Therapy
Association, AATA, e la British Association of Art Therapists, BAAT, (lo sviluppo della AT ottenne il
suo auge professionale negli Stati Uniti e in Inghilterra).
L’arteterapia è definita dalla AATA come una professione nell’ambito della salute mentale che usa il
processo creativo per migliorare e risollevare il benessere fisico, mentale e emotivo degli individui, a
prescindere dalla loro età.
Come vediamo, entrambi i concetti sono stati realizzati dal punto di vista
psicoterapeutico e, tuttavia, attualmente la AT ha ingrandito il suo campo di azione, controllando la
propria efficacia nei processi di intervento socioeducativo sviluppando capacità personali come
la creatività, la percezione, l’automotivazione o la resilienza e, quindi, offrendo uno stumento di
soddisfazione personale.
Questa diversità di campi d’azione è una delle caratteristiche della AT che maggiormente ostacola
una sua definizione unica, in parte dovuto a:
Normalmente nei laboratori di AT con gli adulti prevalgono le arti plastiche mentre nella AT con i
minori il concetto di globalità fa in modo che sia la componente ludica quella che tocca tutte le
modalità di terapia creativa; quindi in questo caso i linguaggi creativi sono più diffusi e prevedono
minori richieste tecniche specifiche, usando indistintamente diversi mezzi di espressione: plastico,
musicale, corporale e drammatico.
Tenendo in considerazione questa difficoltà per definire in modo univoco la AT, le caratteristiche
cruciali che permettono di concettualizzarla considerando le diverse prospettive e teorie (artistica,
psicologica, sociale, educativa, ricreativa, ecc.) su cui si basa sono:
»» La AT si basa sulla concezione che tutti gli individui hanno la capacità di esprimersi
creativamente. Inoltre, sia la pratica che la contemplazione artistica risultano attività molto
gratificanti e piacevoli per cui risultano di per sé beneficiose.
»» Gli utenti di un laboratorio di AT non hanno bisogno di avere esperienza o abilità artistiche
dato che sarà lo stesso processo di conoscenza, utilizzo, sperimentazione, ecc. attraverso
i materiali artistici in un ambiente adeguato (processo creativo) ad implicare benefici sociali
o personali.
»» La AT usa un processo creativo per migliorare e rinforzare il benessere fisico, mentale e emotivo
di individui di tutte le età. La AT si può usare per tutti i tipi di individui: bambini, adolescenti,
adulti, anziani,indipendentemente che riportino problematiche o che abbiano esperienza.
»» La AT non vuole solo insegnare le arti né ha come fine esclusivo l’estetica finale dell’opera
realizzata, ma unisce la produzione artistica alle qualità sociopersonali del processo vissuto.
Nella AT il prodotto è tanto importante quanto l’implicazione nel processo creativo.
Dalla AT designare il prodotto (quello elaborato) come opera artistica non risulta la scelta più
adeguata dato che la definizione di un prodotto come arte implica un giudizio di valore estetico in un
contesto determinato (per esempio opere artistiche rupestri o opere
artistiche del rinascimento o opere artistiche avanguardiste).
3 L’assemblage è un processo artistico nel quale si raggiunge la tridimensionalità collocando diversi oggetti
non artistici molto vicini tra di loro.
PER RIFLETTERE…
Fino a che punto un’opera artistica, per esempio un dipinto o un tema
musicale, dipende dalla sua qualità, dal contesto in cui si trova e, perché
no, dal suo prezzo?
Fino a che punto ha un valore intrínseco? Se dipendesse da chi lo vede o ascolta sarebbe
considerabile la valutazione del valore dell’arte come “educabile”?
In un esperimento portato a termine dal giornale “The Washington Post” risulta evidente
che le opere artistiche non hanno valore intrinseco di per sé, se si considera la valutazione
dell’ “arte” dal punto di vista personale e, in modo molto concreto dal contesto e dal valore
obiettivo che gli si impone (prezzo).
L’esperimento consisteva nell’osservare la reazione della gente di fronte alla musica suonata
dal violinista Joshua Bell, vestito con jeans, una normale maglietta e un cappello nella
metropolitana americana.
In modo generico possiamo parlare di 5 modalità diverse di attività o laboratori4 di arte che possono
essere inglobati sotto l’etichetta generica di AT:
Gli obiettivi di riabilitazione o instaurazione delle capacità funzionali sono definite previamente
da terapisti occupazionali e saranno questi obiettivi che determineranno la ricerca di una
attività artistica favorevole.
4 Con laboratori intendiamo una metodologia di lavoro focalizzata sulla pratica che ha come fine l’elaborazione di
un prodotto tangibile e che richiede la partecipazione/implicazione degli assistenti. I laboratori si concepiscono
come sessioni pianificate dove è necessaria la presenza di un istruttore.
Nei programmi educativi attuali l’educazione artistica è una parte obbligatoria alla scuola
materna, elementare e media con l’obiettivo di aumentare lo sviluppo mentale, estetico e
creativo degli alunni.
Winner nel suo manuale Studio Thinking: how visual art teaching can promote disciplined
habits of mind (2006) elenca una serie di abilità acquisite dagli alunni attraverso la
realizzazione di attività artistiche le quali, oltre ad essere importanti per la completa
educazione dell’apprendente si possono trasferire ad altri domini di apprendimento.
3. Immaginazione. Questi tipi di attività educano alla capacità di creare grazie ad un’immagine
mentale posto che il risultato finale si relaziona con la visualizzazione previa. Immaginare
situazioni che si allontanano dalla semplice osservazione: questo processo risulta molto
interessante dato che la visualizzazione è un’importante risorsa per la memorizzazione.
Educazione informale
Processo non sistemizzato che dura tutta la vita nel quale le persone acquisiscono e
accumulano conoscenze, abilità e attitudini attraverso le esperienze quotidiane e il contatto
con l’ambiente.
Nell’educazione informale non esistono educatori né istruttori dato che non esistono fini
educativi intenzionali.
All’interno del campo artistico l’educazione informale viene sia dalle istituzioni che forniscono il
contatto tra società e arte, come per esempio musei e centri di esposizione, sia dall’interazione
spontanea con l’arte attraverso i mass media (stampa grafica, fumetti, televisione, cinema,
pubblicità, internet).
• Partono da un curriculum*
• Valutazioni e criteri di valutazione prefissati
• Requisiti formativi per i professionisti che la impartiscono: maestri o professori
• Dipendono dal Ministero dell’Educazione
• Cornice temporale prestabilita
• Corsi programmati e organizzati a livelli. Omogeneità
• Gruppi organizzati per età
• Alunni organizzati in gruppi-classe, tra 20 e 40
Insieme di conoscenze che un alunno deve acquisire per raggiungere un determinato titolo accademico
Oltre ai fattori sociali e economici che hanno prodotto cambiamenti nella quantità e negli usi
del tempo libero e nel riconoscimento generale dell’importanza di un tempo di ozio per tutte le
persone, a poco a poco si sta producendo un cambiamento nelle tipologie di attività di ozio.
Questi tipi di laboratori di arte ricreativa e di ozio condividono obiettivi e metodologie con i
laboratori di arte educativi e formativi. La differenza di base risiede nell’atteggiamento personale
dei partecipanti in quanto ciò che determina la concezione di ozio si fonda non tanto in ciò che
uno realizza (attività) ma nel modo in cui lo realizza (atteggiamento personale).
Per essere considerato ozio, l’atteggiamento personale deve comprendere tre condizioni di
base: libertà di scelta e sviluppo dell’attività, esperienza piacevole e inesistenza di altri fini oltre
la propria attività.
Inoltre, il tipo di società predominante attualmente manifesta alti indici di stress, disuguaglianze
sociali, incertezze lavorative, cambi rapidi, allontanamenti dalla natura, ecc. generando una
grande vulnerabilità emotiva che si rispecchia nelle statistiche con l’aumento di persone che
soffrono di disordini emotivi e con l’ elevato consumo di ansiolitici
e antidepressivi, dove gran parte di essi si assumono per
l’incapacità emotiva di adattamento.
Differenze tra AT con fini terapeutici (arte come terapia) e AT per lo sviluppo
personale e l’intervento socioeducativo (arte come mediazione).
I suoi obiettivi sono il miglioramento della I suoi obiettivi sono vari. Sono soliti essere lo
salute mentale, il superamento di problemi sviluppo comunitario o personale, l’integrazione
psicologici e il sollievo del malessere psichico sociale e la ricreazione
Si pratica seguendo una severa metodologia I suoi principi metodologici non sono definiti
e sotto un quadro terapeutico definito essendo i suoi riferimenti fondamentali
essendo il suo referente fondamentale la l’animazione socioculturale, l’educazione
psicoanalisi e la fenomenologia sociale e la psicologia positiva.
Nell’arteterapia si usano strumenti artistici come facilitatori dei processi di miglioramento personale
e intervento psicoterapeutico o socioeducativo.
In generale, la grande differenza tra gli insegnamenti artistici e l’arteterapia è che le persone che
partecipano ai laboratori di arteterapia lo fanno non per diventare artisti, ma per cercare di migliorare
le loro difficoltà personali e/o sociali, anche se questo non vuol dire che non possano diventare un
giorno degli artisti.
Allo stesso modo, come è stato dimostrato, attraverso gli insegnamenti artistici si possono
raggiungere oltre agli obiettivi artistici, obiettivi più centrati sullo sviluppo personale.
»» Un approccio globalizzante
Unisce i due approcci anteriori e così, durante le sessioni di AT si possono realizzare attività
specifiche di carattere didattico-tecnico e attività creative con obiettivi di autoespressione e
sviluppo personale.
Questo è un approccio molto valido per i laboratori d’arte come educazione artistica non
formale, laboratori di educazione sociale e laboratori ricreativi.
Lo stato d’animo soggettivo che suscita il contemplare l’arte (non solo vedere un’immagine estetica
ma immagini che trasmettono emozioni) è considerato di per sé terapeutico.
Sapevi che una ricerca dell’Università di Westminster scoprì che i livelli di stress dei partecipanti
diminuirono dopo una visita di un’ora a una galleria d’arte?
La diminuzione di stress a livello soggettivo (uscendo tutti dalla galleria affermarono di sentirsi
meno stressati) fu generalizzata.
La diminuzione obiettiva, cioè il livello di cortisolo nel sangue, comunemente chiamato l’ormone
dello stress, diminuì solo in quegli individui che entrarono con livelli relativamente alti.
In modo generale e tenendo in conto che non si segue nessun ordine prestabilito, alcuni dei benefici
più citati nelle pratiche di AT sono:
»» Permette di sviluppare abilità o disposizioni che possono estendersi verso differenti aree
accademiche o lavorative.
Alcune pratiche artistiche possono sviluppare abilità specifiche utili in contesti non artistici in
modo che determinati campi accademici possano beneficiare delle abilità migliorate attraverso
la formazione artistica.
Per esempio le abilità visive che si cercano di sviluppare nei laboratori di attività plastiche come
visualizzare forme mentalmente, osservare con attenzione, fare una bozza, ecc. sono abilità che
si possono trasferire allo studio della scienza. Allo stesso modo, esprimere le proprie creazioni
o interpretare opere può produrre miglioramenti nell’espressione e comprensione orale e scritta.
Studio sperimentale che conferma come le abilità apprese nell’arte possano essere trasferite ad
abilità usate in altre aree accademiche/lavorative. (Dolev, Friedlaender e Braverman. 2001)
Si tratta di un esperimento realizzato con adulti che cerca di provare l’ipotesi per cui le abilità di
osservazione apprese osservando dei quadri aumentano l’abilità di osservazione medica. In modo
casuale venne assegnato un gruppo di alunni di medicina all’apprendimento dell’osservazione
dettagliata di alcuni quadri e un secondo gruppo venne assegnato al gruppo controllo. Nel
momento in cui vennero mostrate agli alunni fotografie di gente con malattie e si chiese loro di
descrivere cosa stavano osservando, il grupo che apprese a guardare da vicino le opere d’arte
superò il gruppo di controllo.
L’esperimento dimostrò che allenandosi ad osservare quadri si può migliorare il tipo di abilità di
osservazione valutate nella facoltà di medicina e nell’ambito scientifico e tecnico in generale.
Anche se la AT considera che è necessario educare lo sguardo per “vedere” l’arte, è tuttavia
possibile imparare a vederla solamente contemplandola.
In modo informale due domande come Che sta succedendo nell’opera? e, Cosa te lo fa
pensare? permettono di acquisire abilità di osservazione e ragionamento artistico dal punto di
vista sensoriale o emotivo.
A un livello più strutturato “vedere” un’opera comporta un’analisi interpretativa e un’analisi tecnica
dove si tengano in considerazione i materiali e le tecniche usate, i colori, le forme e le influenze
e relazioni dell’artista.
Tuttavia, saranno gli obiettivi dei laboratori di AT quelli che indicheranno un’analisi interpretativa
delle opere da una prospettiva personale o da una prospettiva tecnica.
»» L’arte nelle sue molteplici espressioni, si relaziona con le riserve cognitive5, cioè è un
protettore delle funzioni cerebrali per quei casi in cui sono presenti malattie acute o croniche o
che semplicemente presentano deterioramento delle funzioni cerebrali, dei processi sensoriali
e congnitivi che si producono con l’invecchiamento.
5 La riserva cognitiva è una costruzione neuropsicologica che si riferisce all’abilità di tollerare i cambiamenti
nelle strutture cerebrali relazionate all’età o una data patologia, senza presentare sintomi clinici. Questo con-
cetto è stato sviluppato dopo aver studiato casi di individui con atrofie cerebrali (contrastate in studi post-mor-
tem) ma che non presentano sintomi clinici di deterioramento.
Per esempio, Fabrigoule nel suo manuale “Social and leisure activities and risk of dementia: A
prospective longitudinal study” (1995) osservò che attività come il cucito sono associate a un
basso rischio di demenza o, nello studio realizzato da Zabar, riportato nel libro “Does frequent
participation in cognitively demanding leisure activities reduce the risk of developing dementia?”
(1996), valutò il tempo che un gruppo di persone dedicava a partecipare a attività complesse
come suonare uno strumento musicale o attività manuali e quello dedicato ad attività basiche
(mangiare, vestirsi, ecc.): i risultati mostrarono che il partecipare a attività complesse regolarmente,
rispetto a quelle semplici, riduce in due anni il rischio di sviluppare una demenza.
»» L’arte, sia come contemplazione sia come creazione artistica aumenta le emozioni positive,
diminuisce i livelli di stress e riduce tensioni.
L’arte in generale e in concreto le attività plastiche visive apportano numerosi benefici alla salute
psicologica e sociale. È stato dimostrato che riduce lo stress e aumenta la soddisfazione vitale,
fornisce una via di fuga per liberare le emozioni e aumenta le emozioni positive.
Per esempio negli studi di Malchiodi (Understanding Children’s drawings 1998), si dimostrò che
le esperienze emotive provocate nei processi creativi possono originare sensazioni gradevoli
dando luogo alle onde cerebrali alfa relazionate con il rilassamento, ma in uno stato cosciente
della mente.
Sebbene gli studi evidenzino la relazione tra le arti drammatiche e la fiducia in sé stessi, anche
le abilità per comunicare e cooperare, l’empatia, la capacità di gestire le proprie emozioni
(esprimendole e non sopprimendole) e le arti plastiche permettono di dare forma e simbolizzare
immagini, sentimenti, pensieri e conflitti.
Così nel processo di creazione artistica la persona può raggiungere una maggiore conoscenza
di se stessa, connettendosi con il suo mondo interiore espresso attraverso immagini personali.
Allo stesso modo, l’esperienza con i materiali artistici e il riuscire a eseguire un’attività in modo
positivo sviluppa un sentimento di competenza e miglioramento della propria immagine.
Uno dei dilemmi relazionati con l’autostima e le opere plastiche visive è che, così come succede,
si parta dall’idea che ciò che è veramente importante nelle attività di arteterapia è il processo
creativo e non il risultato finale della produzione plástica. Tuttavia, gli elogi e le valutazioni positive
sono un’arma potente per fomentare l’autostima.
Come si devono valutare le opere affinché non producano effetti contrari a quelli aspettati
nell’autostima?
Si può rafforzare l’autostima dei partecipanti al di là della propria soddisfazione, elogiando l`opera
attraverso gli altri?
Anche se alle origini dell’arteterapia, definita come psicoterapia, le qualità o questioni estetiche
delle opere non erano rilevanti, dal concetto di arteterapia per lo sviluppo personale le questioni
estetiche non devono essere più ignorate, anzi, devono essere rafforzate nei limiti del possibile
facendo attenzione affinché non diventino oggetto di frustrazione nei partecipanti.
Perciò è necessario che si insegnino i concetti artistici e gli elementi basici del linguaggio plastico
che aumentino le possibilità creative e che permettano di realizzare opere di un livello artistico
adeguato per poter essere elogiate e per evitare livelli di ansia di fronte alla prospettiva creativa.
In generale, per valutare le creazioni in modo che risultino appropriate per l’autostima conviene:
• non elogiare eccessivamente o quando realmente le creazioni non sono degne di elogio.
In questi casi è meglio focalizzarsi su dettagli concreti che possono essere migliorati e
che permettono di fare critiche in modo costruttivo, cioè orientarli verso miglioramenti e
fornendo criteri che permettano l’autovalutazione, per esempio, vedo che hai cercato di
lavorare su una sola gamma cromatica tuttavia il risultato non è del tutto soddisfacente,
che ne pensi? Forse hai usato troppi colori per armonizzarlo e non hai utilizzato un solo
colore armonico in tutto l’insieme. Ti consiglio di utilizzare meno colori e in una sola
gamma, cioè, una gamma armonica semplice.
Ricorda che:
Nell’AT per lo sviluppo personale entrambi gli approcci si devono complementare con un
orientamento estetico per cui si deve incitare nella formazione degli individui ad apprezzare
diverse manifestazioni artistiche.
Semplicemente, i criteri più utilizzati sono (normalmente si fanno valutazioni servendosi di vari
criteri simultaneamente):
• Criteri realisti. Si valuta l’opera dalla capacità di rappresentazione reale, quello che è
rappresentato è indiscutibile in relazione alla sua immagine. La valutazione si estenderà
dall’iperrealismo fino all’estremo della rappresentazione iperastratta.
• Criteri formalisti. Per valutare l’opera si terranno in considerazione elementi propri delle
teorie dell’arte, per esempio la luce e l’oscurità, lo spazio, la prospettiva, i colori che si
usano, ecc., in relazione allo stile: modernismo, funzionalismo, astrazione, arte pop, ecc.
Ad ogni modo ricorda che i processi artistici dell’AT per lo sviluppo personale possono influenzare
in modo positivo l’autostima nella misura in cui forniscono opportunità di successo, e che in arte
non ci sono forme sbagliate di manipolare o creare, potendo realizzare infinite combinazioni
creative in una stessa attività artistica.
Anche se le attività artistiche, che siano musica, pittura, scrittura o danza non sono, chiaramente,
fonte di felicità per tutti, senza dubbio sono una fonte di felicità o benessere psicologico per un
gran numero di persone.
6 La psicologia positiva studia scientificamente le basi del benessere psicologico e della felicità. Anche se
tradizionalmente la psicologia si è dedicata a studiare gli aspetti negativi e patologici dell’essere umano, Se-
ligman ha proposto la creazione della psicologia positiva come corrente specifica all’interno della psicologia
e quindi i suoi principi si stabiliscono dentro l’ambito scientifico. La ricerca e le applicazioni della psicologia
positiva in differenti ambiti sono, quindi, stati convalidati scientificamente.
Flow: esperienza ottima di piacere che accade quando una persona è motivata e capacitata
a realizzare un’attività per la quale non si sente sfidata. L’attività è soddisfacente per se
stessa e la persona rimane talmente concentrata su di essa al punto tale da perdere la
nozione temporale.
A cosa si deve l’esperienza del flusso? Secondo questa teoria l’esperienza del flusso ha
una motivazione di carattere interamente intrinseco e si realizza indipendentemente dalla
meta che si rincorre (questa si può raggiungere, ma non perché l’intenzione del soggetto
sia il suo raggiungimento). L’individuo solamente si concentra sull’attività per il piacere che
ottiene dalla sua realizzazione.
Inizialmente la ricerca sul flow si concentrò su ballerine, artisti, musicisti, ecc., cioè attività che
forniscono di per sè un alto livello di piacere. Attualmente, è stato scoperto che durante qualsiasi
attività si può arrivare a sperimentare flow sempre se l’attività risulti intrinsecamente gratificante.
Così, anche se all’inizio si considerò che lo stato del flow corrispondesse a attività creative,
l’esperienza dimostra che si può arrivare a sperimentare questo stato in molte attività per
esempio leggere o giocare a tetris. Ciò che è sicuro è che lo stato di flow promuove la creatività.
Un’altra delle scoperte di questa teoria è che per stare in flow, oltre alla presenza di un’attività
motivata intrinsecamente, è necessaria l’esistenza di una certa relazione tra la capacità e la
sfida o difficoltà che presenta l’attività in modo che:
Alto
Eccitazione Flusso
Ansia
LIVELLO DI SFIDA
Controllo
Preoccupazione
Rilassamento
Apatia
Noia
Basso
Basso GRADO DI ABILITÀ Alto
Per raggiungere uno “stato di flusso”, si deve raggiungere uno stato di equilibrio
tra la sfida del compito e l’abilità di chi lo realizza. Se il compito è troppo facile
o troppo difficle, il fluire non potrà esserci.
Entriamo nel flow quando affrontiamo una sfida relativamente difficile e abbiamo abilità
relativamente buone per farlo. Se il livello della sfida è basso rispetto alla nostra capacità
è probabile che ci annoiamo, mentre se la attività è troppo difficile per noi, sentiremo
frustrazione e ansia.
Le ricerche indicano che le esperienze del flow sono importanti perché quante più ne abbiamo,
più siamo felici. Nel momento del flow, il nostro stato emotivo è neutro, ma successivamente
tendiamo ad essere di buon umore e a sentirci soddisfatti.
• M. Meaning and Purpose - proposito e significato, si riferisce al grado in cui una persona
capisce o percepisce un significato nella sua vita e sente che ha una fine, missione o meta.
»» In generale, i laboratori di arteterapia svolgono un ruolo importante nella gestione del tempo
di ozio, sia nell’infanzia che nell’età adulta.
In questa definizione appaiono le tre funzioni specifiche che determinano le attività di ozio:
• Riposare. Per menzionare la caratteristica del riposo, l’ozio presuppone un cambio di attività,
dal tempo di lavoro a un tempo libero per stare bene senza obbligazioni. Il fatto di “riposare”
non deve essere inteso come il “non fare niente”, ma è un tempo di riposo dal lavoro.
• Sviluppare la personalità. Si può affermare che con il lavoro quotidiano molte persone
non sono capaci di sviluppare la loro personalità, a causa dei compiti monotoni, ripetitivi
dei loro obblighi di tutti i giorni; tuttavia durante il tempo di ozio, risultano essere più creativi,
fantasiosi, innovatori e realizzano attività in cui possono confrontarsi con gli altri e trovano
un maggiore grado di soddisfazione personale.
I teorici considerano l’ozio (concetto differente dal tempo libero) come esperienza umana
necessaria per lo sviluppo personale.
Anche se la credenza popolare considera che per godersi il tempo libero non c’è bisogno di
nessuna abilità speciale e che qualsiasi persona può farlo, gli studi realizzati ci suggeriscono il
contrario, cioè, che il tempo libero è meno appagate rispetto a quello impegnato, per cui viene
considerata la differenza attuale tra ozio e tempo libero.
Per evitare questo stato di ansia mentale le persone, anche senza essere necessariamente
coscienti di questo, cercano gli stimoli che eliminino dalla coscienza le fonti di ansia.
Questi stimoli possono essere forme rapide di ridurre il caos nella coscienza a breve termine
come per esempio ozio non produttivo come guardare la televisione o anche ozio distruttivo
come ubriacarsi per passare il fine settimana. Tuttavia, dopo poco tempo questi modi di mitigare
l’entropia psichica7 portano solamente a sentimenti di apatia e insoddisfazione.
Nelle società classiche prospere, in cui l’Elite aveva tempo libero, apparirono le pratiche
socioculturali e le attività artistiche, religiose o estetiche come metodi per evitare l’entropia psichica.
In queste pratiche appare un ozio che possiamo considerare come passivo o relazionale, per
esempio assistere a competizioni sportive o uscire a prendere un caffè e chiacchierare con gli
amici, situazioni in cui il malessere psichico sparisce ma che, tuttavia, contribuisce scarsamente
a una qualità positiva di benessere psichico come è stato dimostrato nella teoria del flusso.
Secondo questa teoria, affinché un’attività causi lo stato di flow, come succede nella pratica
dello sport o nella pratica di differenti forme di arte, è necessario che l’attività consista in una
7 Le emozioni negative come tristezza, paura o noia producono l’entropia psichica nella mente, cioè, uno
stato in cui non possiamo usare efficacemente l’attenzione per affrontare compiti esterni, poichè ne abbiamo
bisogno per restaurare un ordine soggettivo interiore. Le emozioni positive come la felicità, la forza o l’attitudine
allerta sono stati di “neghentropia psichica”, in quanto non avendo bisogno di attenzione per rimuginare e
sentire pena per noi stessi, l’energia psichica può fluire liberamente verso qualsiasi pensiero o compito nel
quale decidiamo metterla.
sfida, risolvere un problema, o scoprire qualcosa di nuovo, che l’attività abbia mete e regole
chiare e nei limiti del possibile un feedback immediato in base a richieste esterne che mettono
alla prova le abilità.
In relazione alle attività che possono coprire il tempo libero, le ricerche hanno scoperto che non
tutte le attività sono uguali e che questo tempo risulta più soddisfacente quando c’è qualche
impegno, quando si richiede l’uso di qualche abilità o qualche tipo di successo e così, le pratiche
artistiche culturali realizzate con passione si concepiscono come elementi di attrazione per le
attività di ozio.
»» L’arte stimola la creatività. Nei laboratori di AT la creatività è sia processo che risultato, cioè la
creatività è presente sia negli stessi processi artistici che origina, sia nelle tecniche, strumenti
e risorse che devono essere usati.
Non è facile definire la creatività dato che è un termine molto ampio che si applica in diversi
contesti. In generale possiamo dire che la creatività è vincolata all’originalità e all’innovazione
e può essere definita come il processo in cui un
problema si presenta con chiarezza e dal quale
si origina o si inventa un’idea, concetto, nozione o
schema secondo linee nuove o non convenzionali.
Anche se non possiamo negare che esista una creatività innata o una genialità intesa come
caratteristica,tuttavia la creatività come risultato non è qualcosa di limitato a un insieme ristretto
di persone.
La creatività è una capacità che tutti abbiamo, la differenza risiede nel fatto che alcune persone
sono naturalmente creative e altre devono imparare e lavorare per poterlo essere.
Nonostante a priori la creatività appaia come un concetto più vincolato all’arte che alla scienza,
più vicino all’ispirazione o all’intuizione dell’artista che all’applicazione di un metodo o logica,
in entrambi i casi la creatività artistica o scientifica si può rafforzare con l’apprendimento e
applicando tecniche la cui utilità è stata convenientemente contrastata.
Si crede che il grande artista fiorentino, che risaltò per la sua infinita fantasia, seguì un
processo sistematico per dipingere le sue famose caricature e facce grottesche fatte
di differenti combinazioni di una serie di caratteristiche, per questo stilava una prima
lista delle caratteristiche facciali costanti (testa, occhi, naso, ecc.) e in seguito una
seconda con le varianti di ciascuna caratteristica (gli occhi possono essere grandi,
piccoli, a mandorla, all’infuori, ecc.) per poi mischiare e sistemare le diverse varianti
per creare caricature originali.
Si pensa che la Monnalisa possa essere il risultato della combinazione delle migliori
parti dei visi più belli che osservò e ciò spiega il perchè in quel viso si trovino tante
differenti espressioni. Questa possibilità è ancora maggiore se si considera il dubbio
sull’esistenza della vera identità del modello.
• Blocchi percettivi. Vediamo solo aspetti molto limitati del mondo che ci circonda. Su ques-
to può incidere un eccesso di specializzazione, un razionalismo estremo, poca capacità di
ascolto, o ridotta capacità di osservazione.
Questi blocchi finiscono per generare pregiudizi, attaccamenti, abitudini e routine che limitano
le possibilità creative.
Per superarli, prima di tutto dobbiamo essere coscienti della loro esistenza per poi sviluppare
qualità opposte, come il distacco, aprire la mente a nuove idee, sperimentare cose nuove, fissare
delle sfide, fare le cose in maniera diversa.
Tra le diverse tecniche per sviluppare la creatività risalta il brainstorming o pioggia di idee, che
consiste nell’annotare tutte le idee nate in modo non sistematico durante un determinato lasso
di tempo da un gruppo di persone o semplicemente individualmente, affinché possano poi
essere discusse e analizzate per poter selezionare una di esse. L’Utilizzo di questa tecnica è
raccomandata per risolvere tutti i tipi di situazioni che necessitano un gran numero di idee.
La versione visiva del brainstorming è la Tecnica del bozzetto, probabilmente la più antica usata
dagli artisti plastici che consiste nel realizzare molti disegni piccoli e rapidi che poi permetteranno
di definire e sviluppare l’opera finale o realizzare processi intermedi di sintesi ed evoluzione delle
varie idee iniziali.
In merito alla creatività, nelle affermazioni degli artisti creativi, si sottolinea come un ambiente
gradevole è spesso fonte d’ispirazione e creatività e, anche se realmente esistono pochi studi
scientifici a riguardo, è risaputo che dai tempi antichi, artisti ed eruditi hanno scelto ambienti
naturali singolari per facilitare l’ispirazione. Per esempio i monaci buddisti e i parroci cristiani da
sempre si stabiliscono in luoghi con le migliori viste.
“Sento che i vari incidenti della natura che mi circondano… Provocano una reazione emo-
tiva nelle profondità della mia anima che ho cercato di tradurre in musica”.
(Fran Liszt)
2 Riferimenti bibliografici
»» Vera, B. (2006). Psicología positiva: una nueva forma de entender la psicología. Papeles del
Psicólogo, enero-abril, año/vol. 27, número 001. Consejo general de Colegios Oficiales de
Psicólogos, Madrid, España.
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