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Il vocalizzo, in linea di massima, serve per scaldare la voce e per rendersi conto del
proprio stato fisico. Serve, inoltre, per ampliare la voce, renderla più duttile, agile.
Le corde vocali sono muscoli e, come tutti i muscoli del nostro corpo, non sono
subito pronte ad uno sforzo immediato, partendo da zero.
Pensate a un centometrista che sta per fare una gara.
Se partisse a muscoli freddi, probabilmente rischierebbe di compromettere la gara.
Potrebbero insorgere vari problemi, tra i quali crampi, o, addirittura, strappi
muscolari.
Se prima della gara avrà eseguito esercizi adeguati di riscaldamento, eviterà questi
spiacevoli inconvenienti.
Il vocalizzo si fa, come dice la parola, sulle vocali, ossia quelle lettere sonore su cui il
suono è in grado di appoggiarsi. Provate a rendere sonora una consonante ed a
“vocalizzare” su quella. Vi renderete subito conto che non è possibile. La
consonante, come dice il termine, “suona con”. Per l’appunto, suona con le vocali.
Esistono, nella lingua italiana, cinque vocali: a, e, i, o, u; nel canto il loro numero
aumenta, in ragione del tipo di suono emesso, ma di questa cosa parleremo durante
l’esecuzione dei vocalizzi, per non creare inutili confusioni.
I vocalizzi che seguono sono tratti in gran parte dall’arte del bel canto italiana. Sono
stati inventati centinaia di anni orsono, ma posseggono tuttora una loro validità. Altri
sono d’Autore, o, almeno, sono stati attribuiti ad un Autore (in questo caso, specifico
l’Autore), altri ancora sono stati inventati da me, per focalizzare l’attenzione su
particolari problematiche, che vedremo nel corso della stesura di questo libro.
Comunque, i vocalizzi sono davvero infiniti. Nulla vieta che un vocalizzo inventato da
me sia a mia insaputa stato inventato da altri duemila insegnanti di canto. In questo
caso, chiedo ad essi di non volermene. Probabilmente non avrò letto le loro
pubblicazioni. Se, comunque, mi documentano di essere stati loro i primi, posso
aggiungere il loro nome sotto il vocalizzo, oppure eliminarlo, con tante scuse.
PRIMO VOCALIZZO
Il primo esercizio di riscaldamento deve essere breve, con un range di terza, o di
quinta, a note congiunte, e non deve superare certi limiti verso l’acuto.
Il suo range (la sua estensione) dipende dal tipo di voce del cantante, ma comunque
non deve andare oltre l’ottava o la nona.
Faccio uno specchietto per le partenze del primo vocalizzo riferite alle voci medie dei
cantanti lirici, in quanto è più facile inquadrarli, ma, ripeto, il presente manuale è
adatto a tutti i tipi di cantante.
Se avete in casa una tastiera, siete già a buon punto. Potete controllare l’altezza del
vocalizzo direttamente sulla tastiera.
Se non avete uno strumento, potete utilizzare i midi file allegati (vedi link) a questo
capitolo.
Questi midi sono tutti con partenza dalla nota Do.
Mi scuso fin d’ora se l’esecuzione di questi suoni non sarà perfetta: li ho registrati io
stesso, che non sono un pianista, su una vecchia tastiera Roland. Credo, comunque,
possano risultare utili.
Con programmi adeguati, scaricabili gratuitamente da Internet, potete alzarne o
abbassarne la tonalità adeguandola alla vostra voce.
Tra i programmi consiglio un efficace midi player, scaricabile gratuitamente da
Internet: “Vanbasco’s karaoke player”. Digitatene il nome sulla barra di ricerca e
scaricatelo.
Primo vocalizzo:
Con questo vocalizzo possiamo coprire un’estensione leggermente più ampia. Anche
questo esercizio vocale va fatto con leggerezza, ma tenendo sempre presente la
posizione della cartilagine tiroidea e il fiato, che va adeguatamente compresso dai
muscoli addominali e dorsali. Le note vanno eseguite ben legate l’una all’altra.
Se non doveste riuscire ad eseguire con agevolezza le note più acute dell’esercizio,
fermatevi, aspettate che la base torni alle altezze possibili per la voce e tornate
indietro. Non fate gli eroi! Meglio due o tre suoni in meno e le corde vocali a posto
che un’estensione completa e i noduli…
Ricordo che, nel midi allegato, il primo suono è un Do, quindi l’intonazione va
regolata a seconda della voce che possedete.
TERZO VOCALIZZO
Il terzo vocalizzo è sempre un esercizio di agilità, ma svolto su cinque note congiunte
ascendenti e discendenti.
Raccomando sempre una corretta postura del cantante, una buona posizione della
cartilagine tiroidea ed un’ottima posizione dei muscoli che esercitano la loro
funzione sul fiato.
L’esecuzione di questo esercizio deve essere legata, con note ben controllate.