Sei sulla pagina 1di 12

X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Alcune Sperimentazioni su Collegamenti tra Barre e Nastri in


CFRP per Interventi di Miglioramento Sismico su Edifici in
Muratura

A. Borri e M. Corradi
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Università degli Studi di Perugia, Perugia, Italy

E. Agneloni e G. Celestini
Tec-Inn s.r.l., Perugia, Italy

SOMMARIO: Il presente lavoro presenta i risultati di una serie di sperimentazioni realizzate in


laboratorio utilizzando provini in materiale composito a base di fibre di carbonio (CFRP)
costituite da barre e da nastri di filamenti unidirezionali.
La prima parte della sperimentazione ha riguardato il collegamento su un piano tra barre e nastri
in composito. Una serie di prove di trazione sono state allestite al fine di realizzare un sistema di
collegamento in grado di trasferire uno sforzo pari a quello di crisi a trazione di uno dei due
materiali congiunti.
La seconda parte delle sperimentazione ha riguardato il collegamento tra barre in CFRP e
pannelli in muratura ortogonali alla direzione assiale della barra al fine di prevederne un
possibile utilizzo nei collegamenti tra i paramenti costituenti i muri a sacco.
Infine è stato sperimentato un sistema di ancoraggio di tiranti costituiti da barre in CFRP su
murature. A tal fine sono state utilizzate piastre in acciaio collegate alle barre in composito
tramite manicotti in acciaio saldati alle piastre e in cui sono state inserite ed incollate le barre in
CFRP tramite resine epossidiche.

ABSTRACT: The results of experiments carried out on carbon FRP specimens are presented in
order to investigate on the connection problems between different FRP shapes. The main
investigation consists of three parts.
The first part relates to the connection of carbon FRP sheets and bars. Several tensile tests were
carried out on specimens made of FRP sheets and bars differently connected. The purpose of
these experimentations is to verify the effectiveness of the connection. The second part of the
experimental work relates to the connection of carbon FRP bars to masonry panels. The writers
aimed to provide a seismic upgrading technique in order to connect multi leaf walls. The third
part relates to the use of ties made of carbon fiber-based bars constituted by unidirectional
filaments in place of the metal ones. The connection of the composite ties to the masonry
structure was realized using a metal hollow cylinder. A CFRP bar was bonded using different
epoxy resins into the metal cylinder welded to a metal plate that it is necessary in order to
distribute the stress. The experiments carried out allowed the authors to obtain interesting
indications for the evaluation of the failure mechanisms and of the adhesion strength.

1 INTRODUZIONE

In molti casi le strutture in muratura presentano carenze dal punto di vista dei carichi che
devono assorbire e della funzionalità che devono garantire. I numerosi cambiamenti dal punto di
vista della destinazione d’uso, l’azione dilavanate dell’acqua su alcuni materiali che
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

costituiscono la muratura, i frequenti errori di progettazione unitamente all’esposizione ad


eventi di tipo sismico sono tutti fattori che possono determinare gravi conseguenze.
L’utilizzo di materiali compositi negli interventi di miglioramento sismico di edifici in muratura
può rappresentare una soluzione interessante per alcune problematiche che richiedano non-
invasività e reversibilità. Questi materiali sono caratterizzati da alta resistenza a trazione e alla
corrosione che rende possibile il loro utilizzo come rinforzo strutturale.
Tuttavia mentre nel caso delle strutture in cemento armato sono stati introdotti metodi di
dimensionamento e di calcolo e numerosi sono gli esempi applicativi, nel caso delle murature il
loro utilizzo è ancora in una fase di ricerca e di sperimentazione. Il recente terremoto che ha
colpito le regioni centrali italiane nel 1997-98 ha determinato una serie di esigenze che possono
trovare soluzione con l’utilizzo di materiali compositi fibrosi (FRP).
Tra gli apetti più significativi che caratterizza un intervento di miglioramento sismico attraverso
l’utilizzo di CFRP, vi è il problema dei collegamenti tra muratura e composito e tra composito e
composito.
I materiali compositi che sono stati utilizzati nella presente sperimentazione sono costituiti da
nastri di fibra unidirezionale e bidirezionale di carbonio e da barre pultruse a base di filamenti
unidirezionali in fibra di carbonio legati insieme da resine epossidiche bicomponenti.

Tabella 1 Caratteristiche della resina epossidica n.1


Resina n.1
Aderenza al calcestruzzo, (ASTM D4541) [MPa] > 3.5
Aderenza all’acciaio [MPa] > 3.5
Resistenza a compressione [MPa] 65
Resistenza a flessione [MPa] 32
Rapporti di miscelazione in volume72% A; 28% B
Peso specifico[kg dm ]-3
1.80 ± 0.05
Indurimento completo a 20°C [h] 164
Punto di infiammabilità [°C] > 62

Tabella 2 Caratteristiche della resina epossidica n. 2


Resina n.2
Resistenza a trazione diretta (ASTM 638) [MPa] > 50
idem a per flessione (ASTM D790) [MPa] > 120
Modulo elasticoa trazione (ASTM D638) [MPa] > 3000
idem per flessione (ASTM D790) [MPa] > 3500
Allungamento a trazione (ASTM D638) [%] 2.5
Resistenza a compressione (ASTM D695) [MPa] > 80
Rapporto di miscelazione in volume 75% A; 25% B
-3
Peso specifico [kg dm ] A: 1.04 +- 0.024
Componenti A e B B: 0.98 +- 0.024
Indurimento completo 7 giorni a 20°C

Le barre in CFRP si presentano con un avvolgimento elicoidale in fibra di carbonio il cui fine
è quello di deformare la barre e unire insieme i filamenti longitudinali. Queste deformazioni
consentono al momento dello sfilamento di mobilitare una maggiore resistenza e indurre un
fenomeno di confinamento sulle barre stesse (Cosenza e altri, 1997) (Katz, 1999) (Nanni e altri,
1999).
L’aderenza con l’esterno è inoltre incrementata grazie al rivestimento con grani di sabbia
spruzzati insieme a resine epossidiche sulla superficie laterale delle barre. Le particelle di sabbia
una volta maturata la resina epossidica rimangono incollate sulla superficie della barra
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

determinando fenomeni di ingranamento e di aumento di aderenza con il supporto al momento


della loro sollecitazione.
I nastri in CFRP giungono in cantiere in condizioni solo parzialmente combinate con la matrice
che invece deve essere disposta in cantiere ed è costituita da una resina epossidica
bicomponente. Il collegamento tra nastri e muratura può essere garantito dalla matrice o
preferibilmente da un’altra resina epossidica che funge da adesivo.
Nelle Tabelle 1,2 e 3 sono state riportate alcune caratteristiche meccaniche delle resine
epossidiche utilizzate nella sperimentazione così come sono state ricavate dalla scheda tecnica
del produttore.

Tabella 3 Caratteristiche della resina epossidica n. 3 e 4.


Resina n.3 Resina n.4
Adesione al calcestruzzo [MPa] - 3 (rottura del cls)
Resistenza a compressione [MPa] 60÷70 -
Resistenza a flessotrazione [MPa] 30÷40 -
Resistenza a trazione diretta [MPa] 20 30
Resistenza a trazione al calcestruzzo [MPa] 3 (rottura del cls) -
Resistenza a trazione sull’acciaio [MPa] 15÷20 -
Modulo elastico [MPa] 4300 (a 10 gg) -
-3
Peso specifico [kg dm ] 1.65 (A+B) 1.31
Temperature di applicazione[°C] da +5° a +40° +5° ÷ +30°

I tessuti sono stati invece caratterizzati meccanicamente eseguendo 10 prove al fine di


determinare la resistenza e il modulo di elasticità a trazione secondo la normativa ASTM D
3039 e D 638-95. Al fine di eliminare l’influenza delle operazioni di realizzazione, i 10 provini
sono stati confezionati in due tempi realizzando due lotti. Nella Tabella 4 sono riportati i valori
dei risultati per il modulo elastico a trazione ottenuti facendo riferimento sia allo spessore
effettivo misurato (variabile in funzione della quantità di resina applicata dall’operatore e quindi
molto dispersi) sia allo “spessore equivalente di tessuto secco” (definito dal rapporto in peso di
un m3 su m2 di tessuto). Le prove, realizzate in controllo di spostamento hanno evidenziato il
comportamento elastico lineare del materiale fino al raggiungimento della crisi.

Tabella 4: Risultati delle prove di caratterizzazione dei nastri in CFRP


Materiale n. Lotto Spessore Tensione crisi Modulo Tensione crisi Modulo elastico
[mm] [MPa] elastico (spessore eq. (spessore eq. 0.165
[MPa] 0.165 mm) MPa] mm) [MPa]
Nastri CFRP Lotto 1 0.57 997 118910 3416 408852
Nastri CFRP Lotto 2 0.60 926 116800 3307 424945

Anche i 2 diversi tipi di barre in composito sono stati caratterizzati meccanicamente. Questi
risultati sono stati in parte ricavati dall’indagine sperimentale riportata nella sezione 4 di questa
memoria. La caratterizzazione delle barre in CFRP è stata realizzata in controllo di carico con
gradiente di 30 MPa sec-1 . Anche in questo caso sono stati realizzati più lotti di provini presso
due diversi laboratori (S.G.M. di Perugia e RITAM di Terni).
Per la barra di tipo 2 i risultati sono simili per entrambi i lotti costituiti il primo da 3 provini
ed il secondo da 6 provini. La resistenza a rottura media è risultata pari a 46,8 kN mentre per il
modulo elastico a trazione è stato misurato il valore medio di 151030 MPa (Tab.5). Il
comportamento è elastico lineare fino al raggiungimento della crisi che si manifesta in modo
fragile.
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Tabella 5: Risultati delle prove di caratterizzazione a trazione delle barre in CFRP al fine di determinare
la resistenza e la rigidezza.
Materiale n. Lotto N. Diametro Tensione crisi Modulo elastico Sforzo di crisi
provini teorico [MPa] [MPa] [kN]
[mm]
Barra tipo 1 CFRP Lotto 1 7 7.5 1434 - 63.1
Barre tipo 2 CFRP Lotto 1 3 7.5 1077 - 47.6
Barre tipo 2 CFRP Lotto 2 6 7.5 1041 151030 46.0

2 IL COLLEGAMENTO TRA COMPOSITI IN CANTIERE: IL CASO BARRE-NASTRI

Il rinforzo di strutture in muratura tramite l’utilizzo di nastri in materiale composito può


risultare di interesse per alcune problematiche come, ad esempio, quelle riguardanti il rinforzo
estradossale di strutture voltate (Figs. 1 e 2) (Borri e altri, 2000). Tuttavia per questi interventi
non è consigliabile fare affidamento esclusivamente sui dispositivi di ancoraggio per adesione
tra nastro e muratura. Il fenomeno del peeling, soprattutto per superfici curvilinee, può
determinare il distacco del rinforzo e la compromissione dell’intervento. In questi casi la
realizzazione di perfori in composito in modo opportuno collegati ai nastri può bloccare il
fenomeno del distacco progressivo tipico del peeling.
Una indagine sperimentale è stata progettata al fine di analizzare un sistema di collegamento tra
barre (di tipo 1) e nastri in composito su un piano con lo scopo di mettere a punto un dipositivo
in grado di poter trasferire uno sforzo di trazione pari almeno al minore degli sforzi di crisi per
trazione dei due materiali congiunti.

Figura 1-2 Un possibile utilizzo dell’ancoraggio tra barre e nastri in CFRP

In base ai risultati delle prove di caratterizzazione per la resistenza a trazione dei materiali
compositi è stato possibile dimensionare la larghezza del nastro in CFRP in modo da essere
equivalente a quella delle barre utilizzate. Per le barre di tipo 1, questa larghezza è di circa 125
mm.
Le prove sono state realizzate in controllo di carico con un gradiente costante di 5 MPa sec-1
fino al raggiungimento della crisi utilizzando una macchina universale Controls 70-C810/B con
sistema di afferraggio idraulico. L’afferraggio del tessuto è stato realizzato tramite la
disposizione di tabs in vetroresina su entrambi i lati di altezza pari a 30 mm e larghezza eguale
alla larghezza del nastro (125 mm). Per quanto riguarda la barra in composito, l’afferraggio è
stato realizzato tramite un manicotto di acciaio filattato internamente su cui è stata inserita la
barra per una lughezza di 250 mm incolla ta al manicotto tramite resine epossidiche. In nessun
caso nel corso delle prove è stato osservato lo sfilamento della barra.
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

L’incollaggio è stato realizzato secondo diversi schemi progressivamente più efficaci in base
ai risultati che la sperimentazione forniva. Il primo schema, la cui semplicità ben si adattava alle
problematiche tipiche di un cantiere in ambito edilizio, si è rivelato sostanzialmente inefficace.
Questo prevedeva il semplice incollaggio della barra sulla superficie del nastro in CFRP per una
lunghezza di 150 mm e un rinforzo localizzato sulla superficie di aderenza tra i due materiali
costituito da un nastro unidirezionale delle dimensioni di 100x280 mm disposto secondo la
direzione individuata dalla barra in composito da collegare con il nastro (Fig. 3). Per i 4 provini
così realizzati si è verificato il seguente meccanismo di rottura caratterizzato da sforzi di crisi di
14.6 kN (Tab. 6): il tessuto di rinforzo locale aderente alla barra si è lesionato (Fig. 4) ai lati di
quest’ultima, con una lesione longitudinale, parallela alla direzione delle fibre. La barra, con la
piccola striscia di tessuto che la ricopriva, si è staccata dal supporto sottostante, vincendo
l’adesione della resina. Il rivestimento esterno della barra (sabbia e spirale), nella parte a
contatto con la lastra inferiore, è rimasto aderente alla resina e si è separato dalla barra. La barra
risulta quindi priva di rivestimento nella parte inferiore e ricoperta ancora dalla resina e dal
tessuto ai lati e superiormente.
Striscia di tessuto monodirezionale

Barra con tenditore

Resina

Lastra di tessuto

Figura 3

LESIONE LESIONE

Figura 4 Modalità di rottura del nastro di rinforzo locale e distacco della barra in CFRP

Al fine di ottenere una migliore distribuzione dello sforzo trasferito dalla barra al nastro sono
stati realizzati 2 provini in cui la barra è stata aperta “a pennello” a una temperatura di circa 60-
70 °C ed incollati i filamenti che la costituiscono sul nastro. Anche in questo caso un rinforzo
localizzato, costituito da un nastro unidirezionale in composito, è stato disposto sopra la
superficie di aderenza. La rottura dei provini è avvenuta all’inizio della fase di carico, per valori
della forza applicata bassi pari a 9.1 kN. I filamenti del nucleo della barra hanno raggiunto il
carico di crisi in corrispondenza della sezione in cui la barra iniziava ad aprirsi. La porzione di
barra inserita tra i tessuti non si è sfilata, il tessuto non si è fessurato: la crisi ha interessato
praticamente soltanto il nucleo della barra (Fig. 5).

150
125

500

Figura 5
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Inoltre in due provini è stato eliminato manualmente lo strato di sabbia e la spirale esterna
di rivestimento, (scartavetrando la superficie esterna) per valutare se un eventuale distacco di
questo supporto corticale, certamente più aderente alla resina, potesse influire sulla crisi
dell’ancoraggio. Il comportamento di questi provini è risultato analogo a quello dei provini con
barre integre. Il tessuto si è lesionato longitudinalmente alla base della barra, rimanendo
superiormente aderente ad essa. La crisi si è verificata al momento del distacco della barra dalla
lastra sottostante con sforzi di crisi di 19.2 kN.
In base alle modalità di rottura osservate nelle precedenti prove, come rinforzo locale in
prossimità della supercie di aderenza è stato utilizzato un nastro di tessuto bidirezionale delle
dimensioni di 280x100mm le cui fibre risultano inclinate rispetto alla direzione della barra di
±45°. Il tessuto è di tipo bilanciato, con trama e ordito intrecciati ortogonalmente in uguali
proporzioni (dati ricavati dalla scheda tecnica del produttore: 50%in peso la trama, 50% in peso
l’ordito, spessore equivalente di tessuto secco 0.66 mm, resistenza a trazione 4900 MPa, modulo
elastico a trazione 230000 MPa) Il nastro bidirezionale è stato successivamente incollato sulla
superficie dell’unidirezionale usando le stesse resine epossidiche. La disposizione del rinforzo
locale a ±45° ha permesso una migliore distribuzione dello sforzo dalla barra al nastro
unidirezionale. I risultati delle prove di trazione hanno mostrato un forte incremento dei carichi
che determinano il distacco con valori medi di 28.15 kN.
Inoltre al fine di incrementare tali valori, la lunghezza di sovrapposizione barra-nastro, è stata
aumentata fino a 240 mm (Fig. 6). I provini così realizzati sono giunti alla crisi per sforzi medi
di 40 kN (pari a circa 80% dello sforzo di crisi a trazione della barra o del nastro). La rottura si è
realizzata per distacco tra nastro unidirezionale da un lato e barra con bidirezionale dall’altro.

Lastra di monodirezionale Bidirezionale -45°/+45°


Lastra di monodirezionale Bidirezionale -45°/+45°

Barra con tenditore


Barra con tenditore

Fascia di monodirezionale 240


240

Figura 6 Figura 7

Tabella 6 Risultati delle prove di ancoraggio barre-nastri in CFRP


Dispositivo di collegamento barra-nastro N. L. aderenza Pmax
CFRP Provini [mm] [kN] Modalità di crisi

Barra incollata su nastro unidirezionale 4 150 14.60 Rottura rinforzo locale e


rinforzata localmente con unidirezionale distacco della barra dal
nastro
Barra “aperta” a pennello incollata su nastro 2 150 9.10 Rottura dei filamenti del
unidirezionale rinforzata localmente con “pennello” e distacco
unidirezionale della barra dal nastro
Barra senza rivestimento in sabbia e filamenti 2 150 19.20 Rottura rinforzo locale e
elicoidali incollata su nastro unidirezionale distacco della barra dal
rinforzata localmente con unidirezionale nastro
Barra rinforzata localmente con bidirezionale 2 150 28.15 Rottura del rinforzo locale
a ±45° ed incollato sull’unidirezionale. bidirezionale e distacco
della barra dal nastro
Barra rinforzata localmente con bidirezionale 2 240 40.00 Distacco del rinforzo
a ±45° ed incollato sull’unidirezionale. locale bidirezionale e
della barra dal nastro
Barra rinforzata localmente con bidirezionale 3 240 51.04 Rottura a trazione della
a ±45° ed incollato sull’unidirezionale. barra o del nastro
Disposizione di fascia trasversale unidirezionale
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Al fine di evitare questi meccanismi di crisi per peeling è stata disposta una fascia trasversale
in tessuto unidirezionale (Fig. 7). Le successive prove di trazione hanno mostrato l’efficacia del
dispositivo di incollaggio essendosi la rottura realizzata per tutti i provini non per separazione
lungo la superficie di aderenza, ma per crisi a trazione di uno dei due materiali collegati (la
barra o il nastro in unidirezionale).

3 IL COLLEGAMENTO NELLE MURATURE A PIÙ PARAMENTI

Il rinforzo a taglio di strutture in muratura tramite la realizzazione di un graticcio di nastri in


fibra di carbonio può rappresentare una soluzione interessante nel caso di interventi di
miglioramento sismico. Alcuni ricercatori (Borri e altri, 2000) hanno realizzato una indagione
sperimentale su pannelli murari ricavati in situ da strutture in muratura sottoposti a prove di
compressione diagonale e di taglio-compressione. Questi pannelli dopo essere stati rinforzati
con tecniche tradizionali ed innovative sono stati sottoposti a prova evidenziando che nel caso
del rinforzo con nastri in CFRP le problematiche che determinano l’efficacia del rinforzo sono :
1) Le caratteristiche meccaniche di adesione dei nastri in CFRP al pannello. Le prove
realizzate hanno mostrato che, al fine di rendere piana la superficie dei pannelli è
necessario prevedere uno strato di malta a base di stucco epossidico. L’utilizzo di malte
ad alto grado cementizio non è in grado di garantire una adeguata adesione composito-
muratura.
2) Il collegamento trasversale tra i paramenti che costituiscono i muri. E’ noto che la
maggior parte dei maschi murari dell’edilizia storica comune dell’Italia centro-
meridionale sono costituiti da pietrame appena sbozzato a due paramenti o a sacco. Al
fine di ottenere un miglioramento del comportamento sotto sisma di strutture costituite
da tale tessitura muraria è necessario realizzare oltre al rinforzo a taglio sulla superficie
dei pannelli, un collegamento trasversale tra i paramenti che prevenga meccanismi di
danno fuori dal piano per presso-flessione (Figs. 8-9).

Figura 8- Un possible utilizzo delle barre in CFRP per Figura 9 Una tecnica di rinforzo a taglio di strutture
il collegamento di muri a più paramenti in muratura

Mentre il problema dell’efficacia dell’adesione ai pannelli è stato risolto tramite l’utilizzo di


stucchi epossidici necessari per rendere piane ed uniformi le superfici murarie e permettere
l’incollaggio delle fibre in CFRP, il secondo aspetto è alla base delle motivazioni che hanno
determinato la progettazione di questa parte della sperimentazione. Prevedendo infatti l’utilizzo
di barre in CFRP per il collegamento trasversale opportunatamente collegate ai nastri in CFRP
disposti per il rinforzo a taglio è possibile realizzare un sistema resistente nei confronti sia dei
meccanismi di danno nel piano sia rispetto a quelli di secondo modo.
La prova è stata realizzata utilizzando due pannelli in mattoni a due teste delle dimensioni di
150x90 cm. Il pannello è stato collegato inferiormente tramite stucco epossidico su una base in
calcestruzzo armato. Inotre i pannelli sono stati sollecitati da un carico verticale uniforme di 0.3
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

MPa costante per l’intera durata delle prove. Due profilati C100 saldati a una distanza di 10 cm
sono stati disposti sopra il pannello murario e quindi collegati a due tiranti tesi da bulloni fino al
raggiungimento della sopra riportata tensione di compressione verticale.
Un tirante in acciaio è stato inoltre disposto in sommità al pannello al fine di evitarne
meccanismi di crisi per flessione o il ribaltamento durante la prova di sfilamento della barra
(Fig. 10)
Una serie di strisce di nastri in CFRP è stata incollata tramite resine epossidiche da un lato
sulla barra e dall’altro sulla superficie dei pannelli. Il collegamento barra-nastro in CFRP è
stato dimensionato:
1. in base al valore della resistenza a trazione dei due elementi (barra e nastri) da collegare
riportato nelle schede tecniche del produttore. E’ stata utilizzata una quantità di nastro la
cui resistenza a trazione è uguale a quello della barra in CFRP.
2. in base alla tensione tangenziale di crisi valutata nella sezione 4.0 di questa memoria in
circa 10-15 MPa. La lunghezza di sovrapposizione del tessuto alla barra è calcolata
supponendo che la crisi relativa a tale collegamento sia per sfilamento del nucleo della
barra rispetto al proprio rivestimento.
Sono stati realizzati in totale quattro provini. Per la preparazione di ciascun provino è stato
precedentemente realizzato l’incollaggio del tessuto all’estremità della barra; sei strisce sono
state quindi applicate singolarmente in direzione longitudinale. Ogni striscia è stata posizionata
sopra quella precedente; la loro larghezza è quindi crescente poichè, dopo ogni sovrapposizione,
il diametro sul quale sono applicate, risulta maggiore. Il risultato finale di questa operazione
consiste in un tirante in fibra di carbonio e in alcune strisce di tessuto che per una parte sono
incollate ad una estremità della barra e per l’altra parte rimangono “pulite” in attesa di essere
applicate alla superficie del pannello (Fig. 11-12).

Figura 10 Schema della prova

Su ogni pannello in muratura sono stati realizzati 2 fori del diametro di 5 cm per
l’alloggimento delle barre in CFRP e successivamente è stata eseguita la preparazione della
superficie mediante sabbiatura e arrotondamento degli spigoli con particolare attenzione a
regolarizzare il “percorso” del tessuto all’uscita dal foro.
Nell’applicazione dei provini sul pannello sono stati adottati due differenti schemi. Il primo
schema prevede che la barra non abbia alcun collegamento diretto con il pannello, rimanendo
libera di scorrere dentro ad un tubo in PVC. Il secondo schema, viceversa, prevede una
riprofilatura del foro realizzata con stucco epossidico; in questo modo si realizza il completo
contatto sia della barra, sia del tessuto al pannello murario, il cui collegamento viene completato
con l’immissione in pressione di una resina più fluida. I due schemi rappresentano i due casi
limite di posa in opera del tirante.
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Figura 11 Un possibile utilizzo del sistema di ancoraggio Fig. 12 Particolare del collegamento barra-
strisce in CFRP

La forza sulla barra in CFRP è stata applicata in controllo di carico mediante un martinetto
oleodinamico con incrementi di 1.6 kN ogni 20 secondi ni corrispondenza dei quali è stata
effettuata la lettura relativa alle deformazioni degli estensimetri disposti sulle strisce esterne
(Figs 12-13).

La crisi del collegamento si è manifestata con modalità differenti per i differenti schemi di
applicazione adottati.

Figura 13: Particolare del collegamento barre-


nastri e della disposizione degli estensimetri

Figura 12

Per i primi 2 provini, applicati secondo lo schema 1, la crisi del meccanismo è avvenuta per
rottura a trazione delle strisce nel tratto compreso tra l’estremità della barra e la muratura, per
valori del carico applicato pari a 22.8 e 24.3 kN significativamente inferiori ai valori di crisi a
trazione dei due materiali collegati.
Per gli altri provini, applicati secondo lo schema 2, la crisi è avvenuta per rottura a trazione
della barra in CFRP in corrispondenza di carichi applicati pari a 58.1 e 66.0 kN. Questo ha
testimoniato l’efficacia del collegamento realizzato secondo lo schema 2 con il quale si è potuto
mobilitare in pieno tutta la resistenza della barra in composito. Tuttavia in questo ultimo caso il
trasferimento dello sforzo dalla barra alla muratura realizzato non soltanto grazie alla presenza
dei nastri in composito ma anche grazie al collegamento diretto tra barra,resina e muratura, non
è di facile realizzazione per muri a sacco e a due paramenti debolmente ammorsati per le
difficoltà legate alle operazioni di riempimento con resine del foro.
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

4 IL COLLEGAMENTO BARRE-MURATURE

E’ noto che l’inserimento di tirantature rappresenta una tecnica molto efficace al fine di
diminuire la vulnerabilità sismica di strutture in muratura e l’impiego di barre in composito al
posto delle usuali barre di acciaio può essere di interesse per applicazioni nelle quali si vogliano
effettuare interventi poco invasivi sia dal punto di vista dimensionale (fori più piccoli) che dal
punto di vista della compatibilità chimico-fisica.
Una serie di prove di trazione sono state eseguite su provini costituiti da barre in CFRP. Il
collegamento tra barra e muratura è stato realizzato attraverso la predisposizione di un
manicotto in acciaio forato internamente che può essere eventualmente saldato ad una piastra
metallica per la ripartizione dello sforzo su una porzione di muratura. Il manicotto, realizzato in
acciaio C40, ha un diametro esterno di 24 mm mentre il foro interno ha un diametro di 14 mm.
Per tutti i provini tranne che per quattro, la superficie interna dei manicotti è stata filettata
internamente per l’intera profondità del foro ad un passo di 2 mm, con un diametro del nocciolo
di 11.55 mm e un profilo netto 1.23 mm al fine di incrementare le tensioni di aderenza. Le barre
in CFRP sono state inserite nei manicotti ed fissate tramite resine epossidiche. Scopo di questa
sperimentazione è quello di individuare le lunghezze di ancoraggio della barra nel manicotto
necessarie al fine di trasferire uno sforzo uguale a quello di crisi a trazione della barra.
Considerando che il diametro medio delle barre in composito è di 7.5 mm, la sezione a forma di
corona circolare riempita con resine epossidiche ha un diametro esterno di 14 mm ed interno di
7.5 mm.

PIASTRA D'APPOGGIO

TENDITORE TENDITORE

760

1000 DISPOSITIVO ANTIDISASSAMENTO

Figura 14 Schema della prova per lunghezze di ancoraggio di 24φ , 32φ , 40φ.

Le prove sono state realizzate sollecitando le barre con un carico monotonicamente crescente
fino al raggiungimento della crisi con un gradiente di carico di 30 MPa sec-1 utilizzando per i
provini costituiti da una lunghezza di ancoraggio di 16φ (φ = diametro della barra in CFRP pari
a 7.5 mm, 16φ=120 mm) mm una macchina universale Controls 70-C810/B. Per i rimanenti
provini è stato predisposto un apposito banco prova che ha consentito di la sciare invariata la
luce libera tra i due manicotti agli estremi della barra e di realizzare un meccanismo
antidissassamento tra direzione dello sforzo e direzione assiale della barra. Agli estremi di ogni
barra sono stati disposti due manicotti di cui uno, sempre filettato, con una lunghezza di
aderenza di 50 φ necessario per l’afferraggio e l’altro con lunghezze di aderenza variabili tra 16
φ e 40 φ (120 e 300 mm) per la misurazione delle tensioni di sfilamento (Fig. 14).
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Nella prima parte della sperimentazione sono state utilizzate cinque diverse resine
epossidiche che nelle successive prove hanno determinato, in alcuni casi, bassi sforzi di
sfilamento. Tuttavia alla luce dei risultati ottenuti per questi primi 5 provini si è osservato che i
valori maggiori delle tensioni medie di aderenza sono stati raggiunti per la resina epossidica n.2
che è quindi stata utilizzata per la realizzazione di tutti i rimanenti provini. Inoltre la successiva
analisi delle sezioni longitudinali dei manicotti ha inoltre mostrato la bassa percentuale di vuoti
formatisi nel caso dell’utilizzo di questa resina.

Tabella 7 Risultati delle prove di sfilamento su manicotti filettati


Provino Resina n. Lung. aderenza Carico [kN] Tipo crisi Tipo Barra τmax
[MPa]
Provino n.1 4 16 φ (120 mm) 28,4 Sfilamento 2 5,38
Provino n.2 3 16 φ (120 mm) 39,8 Sfilamento 2 7,54
Provino n.3 2 16 φ (120 mm) 43,9 Sfilamento 2 8,32
Provino n.4 2 16 φ (120 mm) 41,7 Sfilamento 2 7,90
Provino n.5 1 16 φ (120 mm) 40,8 Sfilamento 2 7,73
Provino n.6 2 24 φ (180 mm) 62,1 Rottura barra 1 7,84
Provino n.7 2 24 φ (180 mm) 62,9 Rottura barra 1 7,95
Provino n.8 2 32 φ (240 mm) 48,7 Rottura barra 2 4,61
Provino n.9 2 32 φ (240 mm) 48,7 Rottura barra 2 4,61
Provino n.10 2 32 φ (240 mm) 45,5 Rottura barra 2 4,31
Provino n.11 2 32 φ (240 mm) 62,0 Rottura barra 1 5,87
Provino n.12 2 32 φ (240 mm) 61,3 Rottura barra 1 5,81
Provino n.13 2 40 φ (300 mm) 62,8 Rottura barra 1 4,76
Provino n.14 2 40 φ (300 mm) 66,0 Rottura barra 1 5,00
Provino n.15 2 40 φ (300 mm) 64,5 Rottura barra 1 4,89

Tabella 8 Risultati delle prove su manicotti lisci


Provino Resina n. Lung. aderenza Carico [kN] Tipo crisi Tipo Barra τmax
[mm] [MPa]
Provino n.16 2 17 φ (240 mm) 54,2 Sfilamento 1 5,14
Provino n.17 2 17 φ (240 mm) 59,7 Sfilamento 1 5,66
Provino n.18 2 21 φ (300 mm) 59,7 Sfilamento 1 4,52
Provino n.19 2 21 φ (300 mm) 43,2 Sfilamento 1 3,27

I risultati delle prove hanno mostrato per la lunghezza di aderenza di 16 φ con filettatura
interna, lo sfilamento della barra dal manicotto. Le successive prove realizzate con lunghezze di
ancoraggio superiori ed uguali a 24 φ con filettatura interna hanno sempre evidenziato la rottura
a trazione della barra (Tab. 7)..
I risultati delle prove su manicotti lisci hanno mostrato in tutti i casi lo sfilamento della barra
e della resina epossidica dal manicotto in acciaio con tensioni di crisi notevolmente più basse
rispetto al caso dei manicotti filettati (Tab. 8). In questo caso i risultati delle tensioni tangenziali
massime sono stati riportati in funzione del diametro esterno (14 mm) della sezione a corona
circolare di resina.

5 CONCLUSIONI

La presente sperimentazione ha permesso di mettere a punto alcuni sistemi di collegamento con


materiali composti nell’ambito degli interventi di miglioramento sismico di strutture in
muratura.
X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

Il collegamento tra barre e nastri in CFRP non è di facile realizzazione considerando la forma
dei due elementi da collegare e le esigenze di cantiere che non consentono un accurato controllo
in fase di realizzazione. Tuttavia le numerose sperimentazioni eseguite hanno evidenziato la
fattibilità di un tale collegamento con la possibilità di trasferire sforzi equivalenti a quelli di crisi
di uno dei due materiali da collegare.
La disposizione di un rinforzo localizzato è risultata fondamentale al fine di garantire il
trasferimento dello sforzo dalla barra al nastro. Questo rinforzo è stato realizzato in
corrispondenza della superficie di aderanza con un tessuto bidirezionale disposto a 45° rispetto
alla direzione dello sforzo di trazione.
Il collegamento dei paramenti in muri a sacco è necessario al fine di prevenire meccanismi di
danno sia di primo che di secondo modo. Il rinforzo a taglio di strutture murarie rappresenta una
soluzione interessante che, tuttavia, per avere maggiore efficacia non può prescindere dal
collegamento trasversale dei paramenti. La tecnica di collegamento sperimentata, composta da
strisce di nastri in CFRP che collegano le barre in CFRP di collegamento dei paramenti ed i
nastri del rinforzo a taglio, non è risultata in grado di trasferire sforzi equivalenti quelli di crisi a
trazione delle barre. Tuttavia questo collegamento ha assorbito circa il 35% dello sforzo di crisi
a trazione delle barre (≈23 kN) mentre il resto dello sforzo è stato assorbito dalla muratura
attraverso l’aderenza con la barra.
Infine l’ultimo sistema di collegamento tra muratura e barre in CFRP è composto da un
manicotto in acciaio al cui interno è stata incollata tramite resine epossidiche una barra in
CFRP. Le prove hanno mostrato per i manicotti utilizzati che una lunghezza di ancoraggio di 30
φ della barra in CFRP è sufficiente per trasferire uno sforzo uguale a quello di crisi a trazione
della barra. Questo risultato è funzione di numerosi fattori quali il gradiente di carico, le
dimensioni del manicotto ed , in modo particolare, la presenza di filettatura interna al manicotto.
Per le prove realizzate senza filettatura interna è stato osservato lo sfilamento della barra dal
manicotto. Altre sperimentazioni sono in corso di progettazione al fine di determinare
l’influenza di questi fattori tra cui la non assialità tra asse del manicotto e direzione dello sforzo.

Ringraziamenti
Si ringrazia per la collaborazione la Tec-Inn S.r.l. e la S.G.M. S.r.l. di Perugia. Si ringraziano inoltre gli
ingegneri Rosita Barbarelli e Marco De Paolis che hanno partecipato all’indagine sperimentale e alle
successive elaborazioni.

Bibliografia
ASTM D 638-95 (1995) “Standard Test Method for Tensile Properties of Plastics” Book of ASTM
standards, pp. 45-56.
ASTM D 790-95a (1995) “Standard Test Method for Flexural Properties of Unreinforced and Reinforced
Plastics and Electrical Insulating Materials” Book of ASTM standards, pp. 155-165.
Avorio, A. Borri, A. Corradi, (2000) “Sul miglioramento sismico di strutture voltate mediante materiali
compositi: sperimentazione in situ” Atti del V° Congresso Nazionale Aimat 2000, Spoleto (Pg), 17-21
Luglio, pp. 883-886
Avorio, A. Borri, A. Corradi, M. Celestini G. (1999).“Miglioramento sismico: sperimentazione e analisi
sull’utilizzo dei materiali compositi nelle costruzioni in muratura”, in L’Edilizia, De Lettera editore,
n.9-10 settembre-ottobre 1999, anno XIII, Milano.
Cosenza, E. Manfredi, G. Realfonzo, R. (1997) “Behavior and modeling of bond of FRP rebars to
concrete”, Journal of Composites for Construction, 1 (2) pp 40-51
Katz, A. (1999), “Bond mechanism of FRP rebars to concrete”, Materials and Structures/Materiaux et
Constructions, vol. 32, December 1999, pp. 761-768.
Xiang, Y. Miller, B. Nanni, A. Bakis, C. (1999) “Characterization of CFRP bars used as near-surface
mounted reinforcement”, Structural faults & Repair-99

Potrebbero piacerti anche