Agnus Victor del Apocalisse parla della Resurrezione e annuncia La Parusia
L’agnello, l’immagine attraverso cui si compie incessantemente il mistero rivelato, è
ripreso fin dai primi tempi del cristianesimo nella rappresentazione simbolica di Cristo sotto forma di agnello reale, con l’aureola a forma di croce. Generalmente, nella pittura ortodossa è raffigurato con una croce tra le zampe, immagine che anticipa la resurrezione e rimanda al libro dei “sette sigilli” dell’Apocalisse, dove l’agnello è uno dei protagonisti. La particolarità della pittura dei presbiteri moldavi presenta tre registri: in alto, nel catino absidale, c’è la Vergine Platytera, nella parte sinistra della parete è un affresco complesso che comprende l’Ultima Cena, la Comunione degli apostoli e i vescovi e sul parete est della finestra c’è l’Adorazione di un vero Agnello. In alcuni casi nella stessa parte est de muro, nella conca, chiamata anche nicchia, sopra la finestra est del presbiterio è rappresentato il Bambino nella patena, in altri casi è un vero agnello; in altri contesti iconografici ci sono entrambi simboli, inquadrati da Giovani Batista. Vediamo che nella storia della iconografia cristiana e nella ermeneutica ortodossa moldava c’è la continuità di questi due modelli del “Agnello di Dio”. Il primo è un agnello vero di colore bianco con la testa nimbata, con il stendardo in forma di croce e ha come fonte d’ispirazione il messaggio della Apocalisse, il secondo è un simbolo liturgico del sacrificio di Cristo legato alla protesi (proscomidia) e descrive un bambino collocato sul disco, coperto di una stella e un velo, che indica il sacrificio eucaristico durante la Santa Liturgia. Questi due modelli del agnello che si trovano nella parte interna del presbiterio, sopra la finestra absidale, in quasi tutte le chiese moldave, sono inquadrati dai vescovi vestiti di paramenti liturgici, con sakkos e l’omoforion hanno la testa scoperto e sono tratteggiati quasi di profilo. Eccezionalmente, loro tengono nelle mani i vangeli, come si vede a Ravvena, o rotoli su cui si leggono le preghiere della Santa Liturgia.