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IL CONTESTO STORICO

LA CIVILTÀ COMUNALE

DALLA CITTÀ AL COMUNE

Dopo il Mille, si modifica profondamente la organizzazione feudale della società per sfociarne in
un altro tipo: quella detta “comunale”, il cui epicentro è la città. In Italia, la civiltà comunale si
afferma nei secc. XII e XIII.

In realtà si tratta di un rilancio della vita urbana, perché prima di questo pullulare di Comuni
nell´Italia settentrionale, alcune città italiane –data la loro particolare ubicazione- si erano già
dedicate al commercio costituendo, dunque, una eccezione per quanto riguarda la attività agricola.
Queste città sono Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, centri marinari la cui loro attività da il via a
questo processo di profondo cambiamento, sia nel piano teconologico e artigianale che politico:
questa nuova realtà, cioè la civiltà comunale, impone nuovi ordinamenti politici rispetto a quelli
feudali che rispondano alle esigenze di autogoverno, da parte degli abitanti della città, e di
associazionismo fra gruppi con interessi omogenei.

Le cause del “rilancio” della vita urbana sono

 Importante crescita demografica che si produce dopo il Mille, la cui conseguenza è la ricerca
di nuove zone da coltivare che implicano opere di dissodamento, colonizzazione e bonifica
 Il progressivo superamento della economia di autoconsumo e da ciò la rilevanza del ruolo della
città come sede di scambi e attività artigianali
 La comparsa di una nuova figura, quella del mercante, con la quale sorgono altri bisogni ed
esigenze. T2

Con l´aumento progressivo di abitanti, c`è uno “scoppiare” della vecchia città i cui confini si
devono ampliare con la costruzione di nuove cinte murarie

1.1. Strutture di governo: Fase Consolare. Fase Podestarile


1.2. Il potere della borghesia: creazione delle Arti o Corporazioni. I cambiamenti istituzionali e
sociali: il Comune come città-stato.
1.3. I nuovi valori borghesi. Il mito umano del mercante al posto del cavaliere cortese
1.4. L´importanza del Comune di Firenze nel Duecento e nel Trecento: la Letteratura, l´attività
bancaria e l´attività commerciale
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1.5. Conquista degli affari cittadini da parte dei mercanti ed imprenditori. Tappe di questa
conquista.
1.6. La fazione dei Bianchi (I Cerchi). La fazione dei Neri (I Donati)
1.7. Scontri tra le due fazioni. Supremazia dei Neri. Esilio di Dante (1302)
1.8. Primo Trecento: apice dello sviluppo di Firenze. Ulteriore crisi attorno al 1340. La strada
verso il regime signorile

2. IMPERO E PAPATO: IL DIBATTITO POLITICO


2.1. La novità dei Comuni e la loro autonomia: crisi delle aspirazioni degli imperatori tedeschi.
Conflitto Comuni-Impero
2.2. Primo tempo del conflitto: lo scontro con Federico I Barbarossa. Conseguenze
2.3. Secondo tempo del conflitto: lo scontro con Federico II. Organizzazione burocratica di
funzionari del re nell´Italia centro-meridionale. Esclusione delle autonomie cittadine.
2.4. Incrocio con un altro conflitto: il Papato contro l´Impero. Guelfi e Ghibellini.
2.5. L´uomo, il cittadino e il concetto di Stato: la prospettiva classica e la prospettiva cristiana.
2.6. Il problema del rapporto tra potere temporale e potere spirituale. Diversi soluzioni:
diversificazione tra le due autorità (prospettive di Agostino, Papa Gelasio I) vs reciproca
integrazione (Sacro Impero Romano di Carlo Magno)
2.7. La crisi dell´organismo imperiale dopo Carlo Magno: teorizzazione della superiorità del
vescovo di Roma sui vescovi del mondo. La falsa donazione di Costantino.
2.8. Dal crollo dell´Impero Carolingio (877) alla bolla Unam Sactam di Bonifacio VIII (1302):
lotte tra feudatari, il fenómeno della “Chiesa privata”, la mondanizzazione del clero e le lotte
per le investidure.
2.9. Le espressioni della teoría política della Teocracia. La controffensiva degli imperatori e il loro
sfruttamento della rivalità tra i Comuni
2.10. Dante e il suo trattato político “Monarchia” (1313): la sua posizione in questo dibattito
2.11. La posizione di Marsilio di Padova nel suo “Defensor Pacis” (1324)

3. INQUIETUDINI SOCIALI E FERMENTI RELIGIOSI


3.1. La interferenza del potere mondano nella Chiesa: i vescovi-conti. Fermenti di rinovamento
3.2. Gli oridini religiosi: esigenze di povertà versus clero mondanizzato
3.3. I Patarini, I Valdesi, I Catari: le sfaccettature meno mistiche del rinnovamento
3.4. La controffensiva del Clero: tra violenza e persuazione. La Inquisizione e la predica.
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4. LINEAMENTI LETTERARI DI UN´ETÀ


4.1. Inizio della letteratura italiana: Cantico di Frate Sole di San Francesco. L´impegno di
proselitismo della poesía religiosa
4.2. La lirica d´amore alla corte di Federico II: la sua connotazione laica e gli echi della lirica
provenzale
4.3. La lirica d´amore dello Stilnovo e la innovazione nel confronto con la tradizione cortese
4.4. La narrativa: produzione épico-cavalleresca. Gli Exampla
4.5. I grandi clasicci: Dante, Petrarca, Boccaccio
4.5.1. Dante, l´ultimo “classico” pienamente medievale. Da intellettuale comunale a uomo
político. La Commedia come sintesi della cultura e del mondo medievali.
4.5.2. Petrarca. Il suo Canzionere e la auscultazione dell´io e la fragilità della condizione
umana
4.5.3. Boccaccio e il Decameron. La novità nelle modalità espressive del motivo amoroso e
la adesione ai valori laici
4.6. La presenza della istanza religiosa nelle manifestazioni letterarie insieme a una progressiva
tendenza al laicismo

5. LA CULTURA FILOSOFICA E SCIENTIFICA


5.1. Due caratteri predominanti: continuità del mondo classico e influenza del cristianesimo
5.2. Confronto/scontro tra filosofía pagana e filosofía cristiana
5.3. I grandi Padri della Chiesa dei primi secoli: la Patristica occidentale e la Patristica orientale
5.4. Gli scontri tra le due tendenze. L´opera di Sant´Agotino. Vicinanze col Platonismo e
Neoplatonismo
5.5. Caduta dell´Impero Romano. Invasioni barbariche. Conseguenze della dissoluzione della
cultura classica
5.6. Ulteriore recupero della tradizione classica da parte della Chiesa:il “filtro” della Patristica e la
trasmissione ridotta o travisata
5.7. Ripresa dopo i secoli bui (600-800). La “Rinascenza Carolingia” e i contatti con la cultura
araba
5.8. Fervore culturale all´interno della Chiesa: I conventi come centri di studi umanistici e
scientifici
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5.9. Nuovi dibattiti: il rapporto tra la cultura filosofico-scientifica e la “rivelazione”. Contesa tra
dialettici e antidialettici
5.9.1. La soluzione di Anselmo D´Aosta (1033-1109), primo maestro della Scolastica
medievale: credo ut intelligam
5.9.2. Ulteriori discussioni. Capovolgimento della formula anselmina: intelligo ut credam.
Progressivo infranto del principio di “autorità”
5.10. Diffusione in Europa del pensiero arabo (Avicenna, Averroè) e la riscoperta delle opere di
Aristotele e Platone
5.11. Nascita delle università (Bologna, Oxford, ecc). I primi maestri laici. Penetrazione delle
dottrine aristoteliche. Gli Averroisti
5.12. La Scolastica in rischio. Bisogno di modifiche: la “cristianizzazione” di Aristotele da parte
di San Tommaso D´Aquino (1225-1274). Il tomismo come sintesi del pensiero cristiano e
pagano
5.13. Lo scontro col pensiero agostiniano e platonico dell´ordine francescano: la autonomia della
fede
5.14. L´influenza francescana nell´università di Oxford: fioritura dell´opera scientifica di Ruggero
Bacone e Gugliemo di Occam
5.15. Scissione tra fede e ragione. Autonomia civile dello Stato rispetto al potere della Chiesa. Fine
della Scolastica.

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