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(ravvedimento operoso)
Di Pino Caddeo (geometra libero professionista si occupa di pratiche di successione ereditaria e
volture catastali in tutta Italia) Per maggiori info vedi: servizio successioni eredi.
c) gli eredi al momento della morte del proprio caro non sapevano che in realtà il
de cuius era propritario di un determinato immobile o parte di esso.
A volte capita anche che gli eredi non sappiano che il loro caro aveva ereditato in precedenza per
cui sono ignari del reale patrimonio immobiiare del de cuius. Vi faccio subito un esempio per farvi
capire. Da poco mi è capitato un caso che vi spiego brevemente. La coniuge (A) lascia in redità un
appartamento ai suoi eredi, nel caso specifico figli più coniuge nel 2011.
Nel 2010 (quindi prima) però moriva una sorella (B) che era sposata ma non aveva figli, ne genitori
ne nessun altro erede in linea retta. L' eredità di B pertanto andava divisa per legge nel seuente
modo: 2/3 al coniuge e 1/3 alla sorella A. Nessuno però sapeva che A ereditava da sua sorella; il
marito di B (un uomo molto anziano) non si è preoccupato di fare la dichiarazione di successione
quindi il terzo che spettava ad A è rimasto di fatto vacante.
Poi nel 2011 è morta B e i suoi eredi diretti hanno provveduto a presentare la dichiarazione ma
senza tener conto del terzo ereditato in precedenza. La dichiarazione di B pertanto è sbagliata in
quanto incompleta. In questo caso la prima dichiarazione andrà integrata appunto con una nuova
dichiarazione cosiddetta integrativa che tiene conto del famoso terzo non inserito nella prima
dichiarazione.
Quindi vedete che i casi per cui a vote non viene presentata la dichiarazione di successione possono
essere molteplici. A volte non viene presentata in buona fede, ma questo non toglie che l' agenzia
delle entrate possa applicare le sanzioni previste per legge per quelle dichiarazioni presentate in
ritardo. Di seguito vedremmo quando siamo costretti a pagare queste sanzioni e quando invece le
sanzioni vanno in prescrizione.
Dichiarazione di successione presentata con ritardo entro l' anno dalla scadenza
(ravvedimento lungo).
Supponiamo che siamo proprio distratti e che nemmeno dopo 90 giorni riusciamo a presentare la
dichiarazione di successione. Ebbene, abbiamo ancora un' ancora di salvataggio per evitare le
sanzioni piene. Infatti possiamo ancora usufruire di un ulteriore ravvedimento lungo entro l' anno.
Nel ravvedimento lungo entro l' anno varia la percentuale sulla quale calcolare le sanzioni e la
sanzione minima. La riduzione della sanzione, passerà da 1/9 a 1/8. La percentuale da applicare alle
imposte e tasse sarà del 3,75%. Mentre la sanzione minima di 258 euro sarà ridotta appunto ad 1/8.
Anche in questo caso cambieranno gli importi degli interessi che saranno calcolati sui giorni
effettivi di ritardo. Abbiamo visto sopra come calcolarli su 5 e 25, e 80 giorni di ritardo.
Più sotto vi lascio un esempio di modello F23 calcolato su un ritardo di 172 giorni. Provate a fare i
calcoli e vedete un pò se raggiungete lo stesso risultato.
vedi esempio modello F23 con sanzioni per 172 giorni di ritardo
IL RAVVEDIMENTO SINO AI 5 ANNI DAL TERMINE ULTIMO DI PRESENTAZIONE
Negli esempi che abbiamo visto sopra, abbiamo affrontato i casi del ravvedimento sprint,
ravvedimento breve, ravvedimento entro i 90 giorni e ravvedimento lungo. Come vi ho spiegato,
prima della legge di stabilità 2015, l' ultima possibilità per utilizzare il ravvedimento lungo
terminava dopo un anno dal termine ultimo per la presentazione della dichiarazione di successione.
In parole ancora più semplici; se la persona era deceduta ad esempio il 10 ottobre 2010, la
dichiarazione andava presentata entro il 10 ottobre 2011. Ma se pur non si fosse riusciti a
presentarla in quella data si aveva tempo ancora un anno per presentare la dichiarazione di
successione sfruttando le varie tipologie di ravvedimento elencate sopra. Questo sempre che l'
agenzia delle entrate non avesse gia effettuato un accertamento naturalmente.
Ora, invece, a partire da gennaio 2015, si può usufruire del ravvedimento operoso sino a 5 anni dal
termine ultimo di presentazione. Preciso ancora una volta che nel frattempo non bisogna essere stati
assoggettati ad un accertamento dell' agenzia delle entrate, per la mancata presentazione della
dichiarazione di successione.
LE SANZIONI PREVISTE
Vediamo come sono cambiate le sanzioni. Oltre al ravvedimento sprint, breve e lungo, si
aggiungono il ravvedimento entro i 90 giorni, entro i 2 anni e oltre i 2 anni. Vediamo sotto l' elenco
delle varie tipologie di ravvedimento.
- revvedimento sprint: 0,2% per ogni giorno di ritardo (entro i 14 giorni)
- ravvedimento breve: 1/10 della sanzione (dal 15° al 30° giorno)
- ravvedimento lungo entro 90 giorni: 1/9 della sanzione
- ravvedimento lungo entro l' anno: 1/8 della sanzione
- ravvedimento entro due anni: 1/7 della sanzione
- ravvedimento oltre due anni: 1/6 della sanzione
Come potrete vedere abbiamo l' imbarazzo della scelta :-)
Aggiornamento degli interessi di mora
Per quanto riguarda gli interessi di mora, in questi ultimi due anni abbiamo visto che c' è stato un
sostanziale ribasso. Con la legge di stabilità del 2014 e quindi a partire dal 01/01/2014 sono stati
ridotti dal 2,5% all' 1%. Ultimamente con la legge di stabilità per il 2015 sono stati ancora ridotti,
per cui a partire dal 01/01/2015 gli interessi di mora ono dello 0,5%. Ora nel 2016 gli interessi sono
stati ulteriormente ridotti e portati allo 0,20%.
Una cosa che ci tengo a specificare sugli interessi di mora (e che vedremo in un' altra pagina) è che
bisogna fare attenzione al loro utilizzo. Abbiamo visto che gli interessi di mora sono cambiati
svariate volte in quest' ultimo periodo. Ad esempio attualmente sono dello 0,20%, nel 2014 erano
dell' 1%, nel 2012 e 2013 erano del 2,50% e cosi via negli anni ci sono state diverse variazioni.
Quando andate a calcolare gli interessi di mora dovete applicare quelli che erano in vigore in quello
specifico anno.
Ad esempio se state presentando una dichiarazione di successione che scadeva a giugno 2012,
dovrete applicare gli interessi del 2,50% per quanto riguarda il 2012 e il 2013, per il 2014 invece
applicherete l' 1% e per i giorni restanti del 2015 (io sto scrivendo nel 2015) applicherete lo 0,50%.
Quindi occhio a questi calcoli.
Bene....abbiamo visto come fare i calcoli per poter usufruire del ravvedimento. Decorsi 5 anni dal
termine ultimo di presentazione della dichiarazione di successione non sarà più possibile effettuare
il ravvedimento operoso. C' è anche da aggiungere che decorsi i 5 anni le sanzioni dovrebbero
andare in prescrizione. L' agenzia delle entrate ha tempo 5 anni dalla data di scadenza della
presentazione della dichiarazione di successione per irrorare le sanzioni, dopo di che le stesse
andranno in prescrizione e non potranno più essere richieste da parte dell' agenzia delle entrate.
SUCCESSIONI APERTESI TRA IL 25/10/2001 E IL 03/10/2006
E' pacifico che le imposte in autoliquidazione (imposta ipotecaria e catastale) da pagare facciano
sempre riferimento alla data di morte, compresi anche i minimi d' imposta. C' è un particolare
periodo però, in cui per i minimi d' imposta non bisogna fare riferimento alla data di morte, bensì
alla data di presentazione.
Questo periodo è proprio quello in cui fu abolità l' imposta di successione, ossia tra il 25/10/2001 e
il 03/10/2006. Per le succesisoni apertesi in quel periodo e presentate attualmente, l' agenzia delle
entrate ha chiarito, che, solo per quanto riguarda i minimi d' imposta bisognerebbe fare riferimento
alla data di presentazione della successione e non alla data di apertura.
Ad ogni modo il pagare i minimi d' imposta riferiti alla data di morte, come chiarisce la risoluzione
n° 6 dell' agenzia delle entrate, dipenderebbe dal fatto che proprio alla data di morte fosse in vigore
o meno l' imposta di successione. Se alla data di morte era in vigore l' imposta di successione i
minimi d' imposta sono riferiti alla data di morte; Invece se alla data di morte l' imposta di
successione non era in vigore allora i minimi si pagano facendo riferimento alla data di
presentazione.
Quindi in sostanza dobbiamo sapere anche in quale periodo l' imposta di successione è stata abolita.
L' imposta di successione fu abolita dal governo Berlusconi nel 2001 e precisamente il 25/10/2001.
Fu rimessa in vigore dal governo entrato successivamente a partire dal 03/10/2006. Pertanto per
tutte quelle successioni che fanno riferimento a quell' arco temporale e sempre che ricorrano i
presupposti per il pagamento dei minimi d' imposta (vedi agevolazione prima casa, presentazione
di successioni modificative senza aumento di valore ecc.) questi ultimi si dovranno pagare
tenendo conto della data di presentazione e non la data di morte.
Per farla breve andando a presentare una dichiarazione di successione apertasi (data di morte) tra il
25/10/2001 e il 03/10/2006 si pagheranno i minimi d' imposta vigenti al periodo della
presentazione. Per cui essendo che a partire dal primo gennaio 2014, come abbiamo visto i minimi
d' imposta equivalgono a euro 200, dovremmo pagare per ogni imposta tale cifra. Ricordo sempre
che tutto questo ragionamento vale solo nel caso si debbano pagare i minimi altrimenti non cambia
nulla e si applicheranno semplicemente le percentuali vigenti alla data di morte.
Circolari e risoluzione d' interesse
Vedi risoluzione n° 6 del 2006
circolare n° 2/E del 21 Febbraio 2014 dell' agenzia delle entrate