Desso, Fernando, lo sposo di Leonora! Tutto mel dice, e dubbia è l'alma ancora all'inattesa gioia! Oh Dio! Sposarlo? Oh, mia vergogna estrema! In dote al prode recar il disonor, no, mai; dovesse esecrarmi, fuggir, saprà in brev'ora chi sia la donna che cotanto adora.
Oh, mio Fernando!
Della terra il trono, a possederti avria donato il cor; ma puro l'amor mio come il perdono, dannato, ahi lassa! è a disperato orror. Il ver sia noto, e in tuo dispregio estremo la pena avrommi che maggior si de'; Se il giusto tuo disdegno allor sia scemo, piombi, gran Dio, la folgor tua su me!
Su, crudeli, e chi v'arresta?
Scritto è in cielo il mio dolor! Su venite, ell'è una festa; sparsa l'ara sia di fior. Già la tomba a me s'appresta; ricoperta in negro vel sia la trista fidanzata che reietta, disperata, non avrà perdono in ciel. Maledetta, disperata, non avrà perdono in ciel. Bel raggio lusinghier
Semiramide
Bel raggio lusinghier
di speme e di piacer alfin per me brillò! Arsace ritornò, si, a me verrà. Quest'alma che sinor gemè, tremò, languì, ah! come respirò! Ogni mio duol sparì. Dal cor, dal mio pensier, si dileguò il terror! La calma a questo cor, Arsace renderà. Arsace ritornó, quì a me verrà.
Dolce pensiero di quell'istante,
a te sorride l'amante cor, sì. Come più caro dopo il tormento è il bel momento di pace, e amor. È il bel momento di gioia, e amor! Dove sono i bei momenti
Le Nozze di Figaro
E Susanna non vien?
Son ansiosa di sapere come il Conte accolse la proposta. Alquanto ardito il progetto mi par! e ad uno sposo sì vivace e geloso! Ma che mal c’è? Cangiando i miei vestiti con quelli di Susanna, e i suoi co’ miei… Al favor della notte… Oh cielo! A qual umil stato fatale io son ridotta da un consorte crudel, che, dopo avermi con un misto inaudito d’infedeltà, di gelosia, di sdegni, prima amata, indi offesa e alfin tradita, fammi or cercar da una mia serva aita!
Dove sono i bei momenti
di dolcezza e di piacer? Dove andaro i giuramenti di quel labbro menzogner? Perché mai, se in pianti e in pene per me tutto si cangiò, la memoria di quel bene dal mio sen non trapassò?
Ah! Se almen la mia costanza
nel languire amando ognor mi portasse una speranza di cangiar l’ingrato cor. Voi che sapete
Le Nozze di Figaro
Voi che sapete che cosa è amor,
donne vedete s'io l'ho nel cor. Quello ch'io provo vi ridirò, è per me nuovo, capir non so.
Sento un affetto pien di desir,
ch'ora è diletto, ch’ora è martir; gelo e poi sento l'alma avvampar, e in un momento torno a gelar.
Ricerco un bene fuori di me:
non so chi il tiene, non so cos'è; sospiro e gemo senza voler, palpito e tremo senza saper; non trovo pace notte nè dì, ma pur mi piace languir così.
Non so più cosa son, cosa faccio
Le Nozze di Figaro
Non so più cosa son, cosa faccio:
or di foco, ora sono di ghiaccio, ogni donna cangiar di colore, ogni donna mi fa palpitar.
Solo ai nomi d'amor, di diletto
mi si turba, mi s'altera il petto, e a parlare mi sforza d'amore un desio ch'io non posso spiegar!
Parlo d'amor vegliando,
parlo d'amor sognando, all'acqua, all'ombra, ai monti, ai fiori, all'erbe, ai fonti, all'eco, all'aria, ai venti, che il suon dei vani accenti portano via con sé. E se non ho chi m'oda, parlo d'amor con me.