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ISBN 88-7784-052-8
idraulica
seconda edizione
riveduta e corretta
(9 LIBRERIA
INTERNAZIONALE
CORTINA PADOVA
I
PRESENTAZIONE
INDICE
18.4. Moto dei corpi solidi nei fluidi comprimibili pag · 487
18 . 4.1. Onde e angolo di Mach 487
18.4.2. Perturbazioni di ampiezza finita H 490
18.4.3. Influenza della comprimibilitA sulle carat-
teristiche dei profili alari 493
18.5. Effetto di una superficie libera: scafi galleggianti
e idroplani " 496
18.5.1. Le varie componenti della resistenza 496
18.5.2. Moto ondoso e resistenza d'onda " 498
18,5.3. Determinazione della resistenza al moto
di una nave 501
18.5.4. Scafi idroplananti a seguito della parziale
immersione 504
18.6. Effetti dovuti alla cavitazione .. 506
PROPA(iAZIONE 51 1
19.1. Fondamenti teorici del moto vario 511
19.2. Bacini a riempimento variabile 513
19.2.1. vuotamento di un bacino con efflusso dal
fondo 513
19.2.2. Vuotamento di un bacino da luce a stramazzo 516
19.2.3. Regime vario in generale nei serbatoi 517
19.3. Oscillazioni di massa 521
19.3.1, Oscillazioni della colonna liquida nei
tubi ad u 521
19.3.2. Oscillazioni per brusco arresto nei pozzi
piezometrici 523
19.3.3. Risoluzione numerica di problemi relativi
ai pozzi piezometrici 528
19.4. Problemi di avviamento e di perturbazione di pre~
sione in una condotta (trattazione anelastica del
colpo d'ariete) 529
19. 4 .·1. Tempo di avviamento di una condotta 530
19.4.2. Colpo d'ariete in una condotta connessa ad
una macchina idraulica " 533
19.4.3. Inserzione di casse d'aria negli impianti
di sollevamento 536
Densità: p = lim
om
éV
.s v... o
60
Peso specifico: y = lim 5V = pg
6V-+O
6V
VoluJ!le specifico: ti = lim =
.sv. . o om p
g = 9,806 m/s2 .
e di sforzi tangenziali
+
T
6v Fig 1. 2
F =µA "fii
T =
T = (1.1)
v+kdy
òy
B
Jr
V
Fig, 1.3
5
~ 6y 6l
ay
68 =
av
ay 6y
6t
6y
38 av
TI ay
Lo sfor zo tangenziale è perciò pure proporzionale alla velo-
a0
cità della deformazione angolare TI e la formula di Newton può an
che scriversi:
( 1. 2)
( 1. 3)
av ( 1. 4)
ay
~
òv ÒY
ay
Fig. 1. 5 F1g. 1 6
(1 • 5)
ae = .!.. +
,, ( 1 • 6)
ovvero
ae (1. 6 I)
u TI
Px òy - p 6t cosa= O
P = Px = Py (1. 7)
1.7. Comprimibilità
m = pi'
11
-v-= - *-
di/
p
p t1 = RT ( 1 • 9)
p_t1 = cost ( 1 , 9 I)
cost ( 1 . 9 ")
Op
dove k = è 11 rapporto tra i calori specifici a pressione e
9v
a volume costante (per i gas biatomici, k = 1 ,4),
In generale, per le trasformazioni reali, si avrà un valore
intermedio fra k = 1 e k = 1,4.
L'equazione di stato permette di ricavare l'espressione del m~
dulo d'elasticità per i gas. Differenziando la (1.9") rispetto a t1
si ottiene
12
dV 1!1.2,
d" =,,- k p
"
che confrontata con la (1.8) fornisce
E = kp (1.10)
risulta:
(1 . 11)
aria
vetro vetro
mercurio
a) b)
Fig . 1. 11
APPENDICE AL CAPITOLO 1
F FORZA kp (kilogrammo-peso)
L LUNGHEZZA m (metro)
T TEMPO s (secondo)
M MASSA g (grammo-massa)
L LUNGHEZZA cm (centimetro)
T TEMPO s (secondo)
M MASSA kg (kilogrammo-massa)
L LUNGHEZZA m (metro)
T TEMPO s (secondo)
1 N = 1 kg • m/s2
per cui
a tm = 1 , O1 3 2 5 bar .
1 at 10 4 kp/m 2 •
2
nel sistema pratico [u J = F T L- = kp s/m 2
Viscosità cinematica
(§ 1.4)
La viscosità cinematica, non dipendente dalle grandezze di-
namiche quali la massa o il peso, ha le stesse dimensioni nei due
sistemi:
(V]=
r"'
.i...t:..I.
IP I
Nel sistema CGS l'unità di viscosità cinematica è stata chia
mata stoke:
1 St = 1 cm 2 /s
1 p = g/cm s
ropeo) .
La misura (ri spettivamente s - sec, R-sec e 0 E) della v iscosità
cinematica data da questi appare cchi può veni r convertita con for-
mule approssimative nel l a misura del s i stema SI. Di amo qui di segu!
to una tabella di conversione .
Comprimibili U
(§ 1.7)
Il modulo di elasticità E ha le dimensioni di una pressione.
Tensione superficiale
(§ 1.10)
VALORI SPERIMENTALI
Acqua
Prodotti ch im ici
Liquido Peso spec. Viscos.ass. Tena.di vap. Mod.di elast. Tet,s, superf .
(rispetto aria)
y (kp/m 3 ) 106µ (kps/m2) Pv (kp/m 2 ) 10-e E(kp/1112.) 103 T (kp/m)
(1) a 0°C.
ÒX coso"' - òh
- ¾; dx - y :; dx= O .
- le.
ay dy - Y ay
l!!. dy = o
- lE.
a z dz - y l!!.
a z dz O
si avr~, sommando:
dp + y (p ) d h "' o ( 2. 1)
p + yh = cost ( 2 . 2)
P - Po= y (h 0 - h) (2.3)
p = Pa + yz (2.4)
(2.5)
p = yz . (2.6)
]
sono isobare, sara a·nche p A = p a + Y.
+ yz sull'orizzontale passante per
A.
Questa è la situazione (Fig.
2. 5) piil semplice di connessione di
tubo indicatore con un recipiente
ove ci sia una pressione da misur~ Fi!J . 2.5
re. Si noti che in questo caso il
fluido contenuto funge da liquido
indicatore.
Ma vi sono altri casi, in cui ciò non risulta praticamente po~
sibile, come è il caso di un recipiente contenente un gas.
In questo caso si dovra usare come indicatore un liquido appr~
priato,per esempio l'acqua. L'installazione impiegherà un tubo ad U
collegato col serbatoio, al cui imbocco va inserito un rubinetto
(Fig. 2.6).
Ponendo il liquido indicatore nel tubo isolato dal recipiente
e con i due rami aperti, esso si dispone in essi a livello pari, in
quanto in entrambi si ha pressione atmosferica. Collegando il tubo e
aprendo il rubinetto, il ramo direttamente comunicante col serbato-
io si riempie di gas e il liquido si abbassa di. un certo livello in
un ramo e s'innalza di altrettanto nell'altro, determinando un disl.!_
28
(2.7)
od anche
( 2. 7 ')
(2.10)
lip = p 2 - p I = (y m - y) zO
t.p = yz = (ym - y) zo
cioè
Fig.2.8
Zo = (y X_ y) z (2.11)
m
zo < z
Y <ym<2y
P. ,,_
,,.
a} b}
Fig . 2.9
PT = {ym - ya) z
lii
Si ha quindi, sostituendo:
z
m
da cui:
4T cose ( 2. 12)
.am = d ( Y m - Y a)
~ 4 · 0,076 0,3 1
z
m -1-·--r- -d-
z d = 31 (rnm 2 )
m
z
m
d = - 1 4 (nun 2 )
Fig. 2.11
., . ....-G,
. forza minore applicata. I due
cilindri sono di sezione di-
versa e in essi sono co l loca
ti due pistoni scorrevoli a
tenuta, tali da sostenere ce.E_
te forze applicate F 1 ed F2
rispettivamente, tramite un
volume racchiuso di liquido
Fig. 2.12
incomprimibile.
Le pressioni esercitate
sui pistoni da parte del li-
quido sono p 1 , p 2 , in genere
tra loro differenti in base alla relazione:
P2 = P1 + yz = + yz
36
da cui:
Az
F 2 = Fl - (2.13)
A1
(2 .15)
dF z p dA = y z dA
37
A
F-yzA
8)
A
F
b}
Fig.2.13
l A
F
e}
F = i p dA .. L
yz dA • yz L dA • yzA (2 . 16)
dF = p dA = yz dA
y sinCl = z •
F = L p dA = L yz dA = y sina
L y dA = Yc A
F = y sina Yc A ( 2 . 1 7)
dM =y dP = yyz dA = yy 2 sino dA
M= Ly dF = { yyz dA • y sino L ij 2 d A
e qui1,di:
M y sino Io y sino Io Io
= ( 2. 18)
Yc = F = y ZG A Y"!lc sinn A '!le A
( 2. 19)
40
y sina T--,--
xy
X = (2.20)
e
sina 2 1
+ - ------ ---- -----
2 sina 12 3 sina z ~ - z f
1 2
F =
2 ybz
r
T
2
zo
-1 3l
,+
w-r.. * I
l--b-4
b)
Fig, 2 . 15
____ _____ p;
/
/
sarà ancora: dA .,,.,,-
I
I I I t
I I I I I
I
dF = p dA = yz _q_,1 . I I
lz
I
A
I
I
Per dete:r:mi-
d -----------
i ---------
nare gli sforzi
sull ' elemento,che
-·---------
---·-------
avrà una giacitu-
F=yzdA
ra qualsiasi, co~
z
viene assumere dei
piani di riferirne~ Fig . 2 . 16
t o, stabil endo un
s i stema di coordinate cartesiane ortogonali con gli assi~, y oriz
42
dF X yz coso dA
dF y = yz dA y
(2.21)
dF z = yz dA z
Si osservi che quanto si è ricavato per valutare la spinta su
una superficie piana si può trasferire alle componenti, rispetto ai
piani coordinati (y, z}, (x, z) , della spinta sulla superficie curva,co~
siderando le componenti stesse F , F come spinte sulle proiezioni
X y
AX , A y della superficie curva in esame.
Per le componenti orizzontali Fx ed F avremo cosi le rispet-
Y
tive intensità e le posizioni dei centri di spinta.
Per la componente verticale Fz, si vede che il termine dF z =
= y z dA 2 porge il peso del fluido sovrastante l'elemento premu-
to dA.
L'integrazione fornisce il volume complessivo sovrastante la
superficie curva in esame e quindi la componente verticale F 2 del-
la spinta è pari al predetto volume, moltiplicato per y. Tale for-
za è diretta verso il basso se il volume sovrastante è un volwne li
quido real.e, verso l'alto nel caso contrario d.i un volume ideal-e
(superficie premuta sovrastante).
Le tre forze F X , F y , F Z cosi trovate non hanno solitamente ret
te d' azione concorrenti in un punto, ma sono riducibili, per una
legge generale della meccanica,ad una forza e ad un momento.
Esistono particolari condizioni di simmetria (ad esempio: ca-
43
p dA e = O (2. 22)
e
dove C è la forza peso e 1' integrale rappresenta l'insieme delle spin-
te elementari dovute alle pressioni p agenti daZZ'eeterno aZ Z 'int er
no sul contorno Ac.
L'utilità della relazione emerge per rendere s pedito il compu-
to della risultante delle forze di pressione su superficie curve o
composite An, che sarebbe di complicata valutazione, qualora sia po!
sibile isolare dalla complessiva superficie di contorno A e alcune
porzioni A in cui la valutazione possa farsi direttamente con mez-
8
zi noti: ad esempio quando si tratti di sezioni piane .
Potremo pertanto scrivere :
p dA + f s
p dA • O
p dA + Q (2.23)
FR = pd2. + G/2
2T = 2ote = FR
Fig. 2.17
p = E.È. (2.24)
2s
che è la cosiddetta formula di Mariotte (E. MARIOTTE, 1679) per i
t.ubi sottili.
Con analoghi mez-
zi può essere ricav!
ta la sollecitazione
sul collegamento di
un fondello applica-
to al fondo di un r~
cipiente (Fig.2.18).
Pure di inlnediata
derivazione è la spi!!
ta longitudinale F R
dovuta al restringi-
Fig, 2.18 mento di un tubo (Fig.
2.19) orizzontale: e!
sendo costanti i va-
lori della pressione
45
I
--+1----------
Fig. 2 . 19
( 2. 25)
( 2. 26)
a
F R = 2pA cos 2 (2.27)
ce opposte di aree
dA', dA", su cui le
rispettive pressio-
ni p sono uguali in
quanto esse si tro-
vano alla medesima
profondità.Osserva~
do che le aree dA',
è A" hanno ident:..ca
proiez i one dA sul
piano verticale nor
z
male all' asse del-
l'elemento, risulta
che la risultante Fig. 2 .21
delle due spinte e-
lementari è nulla. Nullo è perciò il contributo delle forze di pre.!
sione sul solido per ciò che concerne le proiezioni della spinta sui
piani verticali.
Considerando invece un elemento verticale d i sezione infinit~
sima, i l risultato è diverso in guanto, pur avendosi ancora la ste_!
sa proiezione dAz sulle due facce orizzontal i normali all'asse , si
ha s uperiormente la pressione p ' ed inferiormente la pressione p•=
= p' + ya, se a è il dislive l lo fra le due facce.
Risulterà perciò una spi nta elementare (dal basso all'alto):
e per l'intero sol ido immerso, il cui contorno è A ,si avrà perta~
e
47
to:
Fe = y f
A z dA e
e
= _yil
G = yV
2.12. Galleggiamento
L'abbassamento di un galleggiante dalla sua posizione di gal-
leggiamento determina un aumento del volume di liquido spostato,
quindi della spinta di sostentamento: perciò esso tende a salire
e a riprendere la primitiva posizione. Per un sollevamento, nel ca
so inverso, prevarrà l'azione del peso. Quindi la posizione di gal
leggiamento è di equilibrio stabile rispetto a spostamenti vertic~
li. E' chiaro che l'equilibrio risulta indifferente per spostamen-
ti orizzontali.
a)
t!:'"'f"""~
. . ·-·r·-· ------
1
E
A
e)
Fig. 2 .24
Fe yV = G
x sin68 xoe
dv x oe dA
dFc = ydV = yx 60 dA
esercitando un momento
dM = yx 2 68 dA
yVx' yo8 I 0
x' = CM sinoa CM éa
da cui
d ( 2. 29)
m
d m sin 6e " d m ~e
54
M = Gd m 66 (2. 30)
E' chiaro che tanto maggiore è dm, tanto più forte è il mome~
to di richiamo, a parità di inclinazione 60 , e quindi tanto più ra
pido il ritorno che succede ad uno sbandamento della nave.
Infatti, trattandosi di un moto di rotazione, l'equilibrio di
namico è rappresentato, in assenza di resistenza, dall'equazione
differenziale
I d 2a M = - Gd 8 y'ld e
G dt 2 m m
T = 211
1/Tc
y~--- (2.31)
m
P = ..L Po (2.32)
Yo
p
0
= 10.332 kp/m 2 , v0 1,226 kp/m 3 (per t 0 1s0 cJ
dp Yo
- + dh = o
p po
da cui
Yo h
Po (2. 33)
P = Po e
Po 10.332
h = 8427 m
1,226
mentre, in base alla (2.33), l a pre$sione dovrebbe var iare con leg
ge esponenziale annullandosi teoricamente all'infinito.
In realtà l ' ipotesi di un valore costante della temperatura
nei l 'atmosfera è anche contraria alla realtà. Come valore medio r!
spetto alle variabili condizioni atmosferiche, per l 'atmosfera noE
male si considera una diminuzione di temperatura di 6,5°C ogni 1000
m d'altezza. Questo va le entro 1 limiti della "troposfera" che ha
l'altezza alle latitud i ni medie di 11 km (circa 8 km ai poli, cir-
ca 18 km al l'equatore) . Nella "stratosfera", per circa altri 35 km,
si ha un valore costante della temperatura, pari a - 55°C alla la-
titudine media .
h 12
\
l l<m /
11 \
I\ \
\
10
9
\
\ l\aJ
8
"· ,, \\
~
bf\ Ì\ I
7
' ,, ~}
6
,. \\:
' ' ' \ l\
I
4
' ', \\ ' l\s
' '· ~\
3 ,,
~
~1,
2
~~
o
00 0.2 0,4 0.6 0.8 p I.O
Po
Fig. 2.26
57
1, 235
p = ..:r... p (2 . 3 4 )
- ( yo ) o
X = X (X O, y O, Z O, t)
y (3.1)
V V (x, y, z, t )
X X
V V (x, y , Z I t) ( 3 . 2)
y y
V V (x, y , z, t )
z z
Si può subito notare che le (3. 2) sono legate alle (3. 1) tra-
mite la definizione della velocità:
dx = V dt
X
dy = V dt (3 . 3)
y
dz = V dt
z
dx ~ dz (3 . 4 )
V V V
X y z
6V V
n
d A6t
lì~
11m TI V
n
dA dQ (3. 5 )
ot .. o
Q + aQ os
as
Dopo un breve intervallo di tempo ot , risulta una differenza
di volume, fra quello uscito e quello entrante, pari a:
[
Q + ~
as 6 s ] 6 t - Q6 t = ;ias
Q 6 s ot
62
A + ~ ot
at
e questo comporta una variazione di volume:
[ A + !~ o t ] 6s - Aos
aA
at &t o s
(3. 7)
3 ( pQ ) + 3( p A) = O (3 .8)
as at
~=o
at
e o
e di conseguenza:
63
o e a (i:iQ >
_a_s_ = o
V = gA = .1._A f
A
V
n
dli ( 3 . 9)
Q V 1A 1 = V 2A 2 = . . • V nA n = cost
ma le ai s udde tt i .1q(2}
p i ani, cioè q =
= i (m2/s).
.1n,v,-
I n questo c~
so i l moto è bene
Fig. 3 .4
raffigurabile in
un p i ano con le tracce di linee di corrente, come in Fig. 3.4.
Ciascuna coppia d i successive linee d i corren te delimita un t~
bo o canale di flusso, entro cui sco rre la portata costant e òq (i)=
= V òn , se t.n è la larghezza, cioè la distanza locale fra le due li
64
nee; e pertanto :
...
V (3 .10)
ass
3.6. Accelerazione
Secondo la rappresentazione euleriana l'accelerazione c he il
f _luido subisce in un particolare punto (x, y, z) del campo di moto
e in un determinato istante di tempo t viene definita come la deri
vata totale o sostanziale (derivazi o ne eu ieriana) del vettore velQ
cità rispetto al tempo:
....
a .ai + ai <Ù. + ai ~ + ai dz.
ot ax d t òy dt oz dt
essendo:
V V
X
i + V
y
j + V
Z
t.
...
e rappresentando .au. l'accelerazione locale e gli altri termini la
at
accelerazione convettiva.
Poiché la terna è fissa e quindi è costante anche la direzio-
ne dei versori, ogni loro vettore derivato (il ai , li ••• ) è nul
at ox ay
lo, per cui, sviluppando e proiettando sui tre assi la relazione
vettoriale dell'accelerazione, possiamo scrivere le sue componenti
c ar tesiane nella forma
dv av X av X dx ;)V dy av X d z
X X
aX
dt at + dX dt + ily dt + az dt
dv av av_
_ Y dx av y dy av d z
_J_
ay = _J_ + _J_
dt + ay d t + 3z dt ( 3. 11 )
dt at ax
dv z <lv_
_ z + av z dx av z dy av z dz
az at - + ay dt +
dt ~ dt 32 dt
67
a ( ~) ds + d ( V i ) dn + È_ (V~ ) dm ( 3 . 1 2)
fi VS 1, dt cl n s dt am s " dt
a (v i > ds ( 3 . 1 3)
rs s Tt
a ll
av V's
an aT + 7f (3. 1 4)
avm
am = at
Da notare che se a
s
= o i l moto è uniforme , se o
n
=am =O il
moto è rettilineo , se a
s
an am o i l moto è retti 7,,ineo ed u -
niforme.
Un moto può essere a c c el e rat o o ritarda to (a I O) anch e n el
caso permanente
av =
(TI O) ; si tratta infatti di variazioni della v~
5
av
X
av y
+ __
B (v + - ox) (v
X ax- y ax ox)
av X avX av_
_ y av
e (V +
ax 6X + ay oy) (V y + 6x + _y
6y)
X ax ay
av X av_
_ Y
D (v + - (v
ay-
oy l + 6y)
X y ily
- ÒV,c Oyot
~ -"'
6~
d)
oa
deformaz ione angolare rotazione
Fig. 3 .9
69
av
-r;/-- 6x6t
f,t:,. .. oB = -
av
fo + 68
2
1 (
= 2 ai'- - ayav x _)
e la velocità di rotazione è quindi 21 ( ~ avx
ax - ay) .
Evidentemente quanto detto per il caso bidimensionale può es-
sere esteso per sovrapposizione degli effetti all'intero campo flui
do tridimensionale, per cui avremo, in definitiva, i seguenti movi
menti :
A) Traslazione (Fig. 3 . 10),
la cui velocità ha per
componenti nelle tre d!
rezioni:
(3 . 15) Fig.3.10
70
av X av z
~
( 3 . 1 6)
ax 'F
Fig. 3. 11
Cl Deformazione angolare (Fig.
3 .1 2), la cui velocit~ ha
per componenti nei tre pi~
ni coord i nati:
av_z
_ av
2r, + _z
ay az
av x + _
__ av_z
2n ( 3. 17)
az ax
av av X
2 t; = _z
ax
+
ay""" Fig .3.12
av z av
2w
X ay - _:t.
az
......
av x
__ av z
__
2wy oz - ox ( 3. 18 l Fig . 3. 13
av av X
2wz = __:t_
ax - ay
Nell ' analisi vet tori a le il vet t or e i ;:; , avente le component i d2;
te dalle (3 . 18), è detto il ~oto~ e dell a velocità v ; in simboli :
..
2~ = rot ; ( 3 • 18 I )
~az =o
av x _ __
__ av z
o ( 3. 19)
az ax
av
_.:J.._ = o
ax
av X av av X av av z
a
X
=
tt - V
y (~ 3 !I )
+ V
z (dZX a"x) +
+ a (v~
.!2 ax + v2y + V~ )
av X 1 3
aX = 2v w + 2 w (v 2 + v 2 + V 2 )
z y + -2 ax
V
at y z X y z
av 1 a
ay _:J.. - 2v w +2 V w + - - (V 2 + v2y + V 2) (3. 20)
at z X X z 2 3y X z
av z 1 a
az "'at- - 2v X w y +2 (V 2 + v2 + V 2)
V
y
w
X
+
2 az X y z
3vx 1 av 2
aX + 2 ax
3t
;)Vy av 2
ay = -a t - + 2 ay ( 3. 21 )
al)z 1 av 2
a -
at- + 2 aa
z
72
essendo
V =v V~ + v ~ + V~
V V il V (3. 22)
X y ay z
o, più generalmente :
av X
~ 8x 6t ( 6yé 2)
av
_ y éy6 t ( 6x ò z) e é z ot ( 6 x èy )
dy
o ( 3. 23 l
div v= o . ( 3 • 23 I )
a (pV ò ( pv ) <Ì P
+
+ --""'z_
az a7 -- O (3. 24)
in quanto la variazione tra la massa entrante e quella uscente at-
traverso il parallelepipe do dev e essere pari e d i segno opposto a!
la variazione della massa inizialmente contenuta nell'elemento. La
(3.24) può anche essere scritta:
div
....
( pV ) +
aP
at o ( 3 • 24 I)
3. 9. Circolazione e rotazione
Si definisce come flusso del vettore v l'integrale, esteso ad
una linea di estremi B, 8 ' (Fig. 3 . 14) , de l p rodot to scalare v ·d1 :
B,
... -+
J
B v · ds = (V dx +
X
V
y
dy + V
Z
d ?,)
74
f (V dx + V d y + V dz)
X y Z
(3. 25)
Se il moto è irrotazionale,
cioè le componenti della veloci-
tà derivano (3. 22) da un poten-
ziale <P , risulta:
Fig .314
<P B - ~ BI
V xC + V D V D + V A
---=--X- OX Y 2 Y oy =
2
1 av av av
X
(vx + 2 ;ix <'ìx) 6x + (v y + _J_
ax
ox +
2
--.J. oy ) .sy
ay -
av X 1 ai, av
- (v
X
+ ay 6y + X
--..:i.
2 ~ ox) <'ìx - (v y + 2 ay <'ìy ) <'ìy
or dr av av
lim TA ( --..:i. - __x) = 2c.,
oA .. O 611 ax ay z
e quindi
av av
(--..:i. - _ xl dxdy (3. 26)
ax ily
r =
f f(
A
av z - ~ ) dydz + (~~,:: - ~:..l dxdz
ay az az ax
-t ( ~ -
ax
~Yv x) dxdy
o
(3.26 ' )
av av
~ s -vn o
<lv V
s s
an 7f
Poiché dn =- dR e nell'ipotesi che il moto sia uniforme (a
5
=
= O) , si ha come unica equazione:
ed integrando
ln v + l n R = ln e
e ( 3.27)
V = R
risulta infatti :
r = 2nRv = 2n C i O
r (3.28)
A
wR~a - wRya
= 2w (3 . 29)
~ ( R2 - R2 )
2 2 I
(3 . 29')
dx = <!.Ji. = dz (3.30)
w w w
X y z
div z; o ( 3. 31)
vliA t, Q = cost
-t =fa
F;g.3.18
- ---,--'-VI- ~
- - - -.1---1
Fig . 3 .19
80
b= a/0,281
Fig_3 . 20
a
b 0,281
V =
r
s
b 1a
per la velocità con cui i vortici si allontanano, a va l le del cor-
po solido fisso che li origina, essendo r l ' intensità della circo-
lazione del singolo vortice.
Pur essendosi fatte varie ipotesi non è ben chiara la valuta-
zione della distanza a in rapporto alla dimensione trasversale d del
corpo, nè quella d i r in relazione alla velocità v 0 della corrente
indisturbata; su basi sperimentali, i seguenti valori forniti da D.
B. STEINMAN (1946) possono ritenersi applicabili al cas0 di un ci-
lindro circolare fisso in una corrente a pelo libero (Fiq. 3.21):
a a b V
d " 1,3 b " 0,30 d " 4,3 Vo
s " O, 86
&ld-!e~-[-------e - -:-::6vo--
•1 a , 1.3 d
---- - --..r&-----------6--
1 • b =3.33a
• I
Fig . 3.21
V 0,86 Vo Vo
s
f = 0,20
b " 4, 3 d d
Al rapporto adimensionale
St Di (3. 33)
Vo
ar dv
poA - (p + dX 6 .r) òA + yéA ÒX cosci i5m a x :)è/2 ox dlX
- 6h = ox cosa
ap ah
ax - y ax
ap ah dv x
__
dX
+ y
ax - p
dt
èp ah àl!
'è!y
+ y
ay
= - p ~
dt
(4 . 1 )
a;; ah dv
az
+ y
;, z = - p
dt
z
83
a dv X
a; (p + yh ) - p
dt
a dv
ay (p + yh) = - p ___;t_
dt
(4. 2)
a dv z
fi (p + yh ) - p
dt
Si noti c h e nella maggioranz a dei casi si comportano come in-
comprimibili i liquidi , ed anche i gas in movime n to fin che la ve-
locità non superi un certo valore: l'aria , ad esempio , èpraticame~
te u n fluido incomprimibile per v elocità non superiori a 100 m/s
circa (vedi anche § 1. 7) .
ap ah dv s av s a v2
a; + y
as = - p
dt =- p
at - p
as 2
s
ap ah dv
n
av v2
s
an = -
n
an + y p
dt = - p
at - p
R ( 4. 3)
ap ah dv m av m
clm
+ y am - p
dt - p
at
essendo R il raggio di curvatura d e lla traiettoria nel p u n t o P .
Da l la prima della (4 . 3 ) risul t a (essendo v - v nel punto P) :
5
84
~ ah + a v 2 av
P a s + gas as 2 - TI ( 4. 4)
1 aZ? + ~ + a v2 o
P "as" g as as 2
( f!P_ + gh v2
p + 2 = cost (s) (4. 5)
J
(4. 6)
f dn v2
;;;...:... + -
p 2
= cost (s) (4 • 6 I)
cost ( s) (4. 7)
P2 - P1
y "" o (4. 8)
6m = p 6A 1 V I 6 t ( 4. 9)
Si avrà pertanto :
( 4 . 1 O)
P1 - P2
y
P v2
E h + - + ( 4 .11)
'Y 2g
traiettoria PIY E
---
E . La l i nea d e ll 'en el" gia ,
che congiung e gli estremi
d i E: , detta anche tùi ea. d ei.
h
~a !" i a hi tota li , è per ciò 2
p iano
rizzontale per u n moto peE d i r i ferimento
manente che sia influenza-
to dalla sola forza di gr~ Fig. 4. 2
87
vità .
Particolare importanza e significato ha la somma dei termini
h e E
y
, la cosiddetta qu o ta pie z ometri aa :
h + E. ( 4. 1 2 )
y
v2
p + yh + p = cost (s ) ( 4 • 7 I)
2
a v 2
an (r + y h ) - p 7f ( 4 .13)
p + yh = cost
p + yh -
f
p
v2
7f dn + cost (4 •1 3 I )
'aE av ( 4 . 1 4)
as g TT
L'equazione mostra che, se il moto non è permanente, l' ener-
gia specifica E non rimane più costante lungo la traiettoria, ma v~
ria in dipendenza da Ll 'accelera zione a cui il fluido è localmente
sottoposto. Ad esempio, s e un'onda subisce una rapida decelerazio-
ne urtando contro un molo, si possono vedere i getti sollevarsi ad
un'altezza molto superiore a quella corrispondente alla sola ener-
2
gia cinetica, ~g , delle particelle mosse dall'onda.
3 v2 av X
J x.
(p + yh + p -y) - p
u
d v2 3v_
_ y
ay ( p + yh + p -y) - p
at ( 4. 15)
a v2 av
z
az (p + yh + p
2> = - p
at
2
an
3 (p + yn v
+ o T> = o
e cioè il moto dev ' essere irrotazionale affinché , anche lungo la noE_
male alla traiettoria, l'energia specifica sia costante .
Come esempio di moti in cui l'energia specifica del fluido ha
valori diversi da traiettoria a traiettoria, oppure si mantiene co
stante in tutto il campo fluido, r iprendiamo sotto l ' aspetto dina-
mico il caso , già trattato cinematicamente nel § 3 . 9, ~i una com-
binazione di moto rotazionale e di moto irrotazionale lungo circon
ferenze attorno ad un unico asse.
Nella zona esterna all'asse (moto irrotazionale) la distribu-
zione della velocità è data da v = i.
L'energia è costante e il teo
rema di Bernoulli è valido in tutto il campo; ciò risulta anche
dall'equazione di Eulero lungo la normale (4 . 13), che si scrive:
(p + y¾) =
an
Integrando quest'equazione, notando che dn =- d R , risulta:
90
P c2 v 2
p + yh - - + cost - P + cost {4.16)
2
superficie
libera
h
R R
V=CIR
Fig . 4 . 3
v2
h ho - 2g {4. 17)
a
Tn (p + yh ) = - pw2 R
91
e quindi, integrando:
h h
e
+ ~
2g
( 4. 18 )
v 2
E + -g ( 4 .1 9)
V2 V~
P + P -2 = P0 + P 2
2
~ = 1 - (.E...) (4 • 20 I)
v2
p _Q, VO
2
11 diagramma adimensio-
nal e delle pressioni lu.!!
go l'asse fino al punto
O di ristagno e poi si~ (!!'. ,2 ___A_e_
Vo (}'~,2/2
metricamente lungo le o.o 1. 0
due parti del profilo r.!
0 .5 0 .5
sulta dall 'andamento del
le linee di corrente e 1.0 o.o
quindi della vel ocità, 1.5 -0,5
in base alle semplici~
2.0 -1.0
laborazioni grafiche del
la Fig. 4.Sb), avendoa~
sunto come grandezze p O ,
v 0 di riferimento quel-
Fig 4 .4
le della corrente indi-
sturbata (cioè a dista~
za infinita dal prof ilo).
Nel caso in cui si d ebba c onsiderare il peso, come nei li qu i -
di , la relazione (4.7') di Bernou lli dovrà scriversi nella forma
completa:
v2 vt
p + yh + p 2 P o + yh o + P 2
Se ne ricava l'espressionE:
93
( 4. 21 )
2
1 - (-E_) ( 4.21')
VO
y y
2
1 - (~) ( 4. 21 ")
Vu
Pertanto , anche
nel caso dei fluidi
pesanti, la conoscen
za del campo delle ve
locita permette , nel
moto irrotaziona le ,
di determinare un va
lore adimensionale ,
che è il rapporto non
pHl s e mplicemente de.!_
la differenza delle
pressioni r ispetto a,!
la sovrapressione di
ristagno,ma della dif o.o·- - -- -- - -- -- -- - - - ,.o
ferenza de lle quote
piezometriche rispe!
to al sovralzo cine-
tico d i ristagno.
Ad esempi o, nel
caso del convergente , - - - L - -- - - - - - 1 o.o
r.o-1------,-c.....;.
,_,,
inclinato della Fig.
4.5, per cui vengono
1.5 LA- - -- - - - --+--- - - - -...J
A -o.5
prese a riferimento P,. 2
le grandezze all'ini
Fig.4 .5
94
prese di pressione
tatica
I. 3d ,Il 9b ,I
aJ b) C)
Fig . 4.6
2
Vo
ne t:.p = p 2 , dalla cui misura, per mezzo di un piezometro diffe-
renziale collegato alle prese stesse (vedi§ 2.2), si ricava subi-
to il valore della velocità:
Il termine pV~7
2
- , incontrato nella rappresentazione adimen-
sionale delle differenze di pressione, ha un preciso significato d!
namico.
Se infatti consideriamo, in una porzione di fluido, la forza
derivante dalla differenza delle pressioni, e cioè, sotto l'aspet-
to puramente dimensionale, il prodotto della loro intensità per
una superficie 1 2 , otteniamo :
F = l\p • l 2
p
F ma
V
Eu (4.23)
in onore del grande fisico-mat ematico che diede per primo veste
scientifica ai fondamenti dell'idrodinamica.
Esso rappresenta, per un dato volume fluido soggetto a forze
interne di pressione ed alla forza d 'inerzia, il rapporto fra que-
ste due forze fondamentali, e perciò, co,, la diversità dei suoi v~
lori, denota l'importanza relativa delle f~rze di p ressione rispe!
to a quelle d'inerzia, e viceversa.
Quando il fluido sia irr>ota zi onal e, e possa trascurars i l'ef-
P~~/ è
fetto della gravità, l'andamento dell ' i ndic e di pressione
2
noto in tutto il campo di mo to, una volta determinato, con indagi-
ne puramente cinematica, il va lore della velocità nei vari punti.
Se il moto è da considerarsi soggetto all'azione della gravi-
tà, in luogo del precedente Eu va introdotto il numer o d i Eu Ze r o g!!_
ner aZ.i zza to
Eu • V V
(4. 23')
/2 t, ( p + yh ) /p h g t, Ji •
il cui significato è analogo a quello di Eu, salvo il fatto che con
sidera il contributo yh del peso alle forze di press i one.
Anc h e l'andamento di v ~);g può venire direttamente dedotto dal
la conoscenza del campo di velocità, se il moto è irrotazionale e
si svolge delimitato da contorni solidi. Se invece, come nel caso
dei liquidi, si abbiano superficie di separazione (ad esempio le SQ
perficie l i bere a contatto con l' a tmosfera) la soluzione del pro-
blema richiede la previa definizione di tal i superficie, del che si
dirà nei prossimi due Capi toli.
L'introduzione de i numeri Eu, Eu* è i mportante ai fini della
s imi Z. -i t udine , perché un processo che si svolga con sirnil i tudine dei
contorni geometrici, mantenendo i nvariati nei punti corrispondenti
i valori di tali numeri, gode anche della simil itudine nei riguardi
97
p' v' 2
posto l" P = n", l"v = v" 1 segue immediatamente l".u p = l" p l" V , ed in
particolare, se la densitil è la stessa, r 6 P = Ne segu~ che nesr; .
suna dipendenza dalla scala di r iduzione geometrica À = esiste 1.
nella relazione fra pressioni e velocità. Questa conclusione non
sussiste, invece, quando si debba per il fluido pesante considera-
re il numero di Eulero generalizzato Eu •: i n tal caso, oltre alla
(4.24), dovrà essere osservat~ a nche la relazione:
l) I V" ( 4. 25)
Ah '
da cui, dovendo porsi 7JiTf = À , risulta l'ulteriore legame l"~ z À ,
e quindi ovviamente r 6 P = À .
Qualora il moto non sia irrotazionale , ed oltre alla gravità
siano importanti altre forze , il numero di Eulero, nell ' una e nel-
l'altra forma , non dipend era più soltanto d ai contorni geometrici in
cui si svo l g e i l moto ; l ' effetto di queste forze ( in particolare
quelle di viscosità ) tenderà a mod i f icare l ' andamento del campo del
le veloc1.tà teoricamente determinabili per il fluido perfetto , co-
me sarà mostrato nei prossimi Capitoli .
parametro:
Po - Pv
o = ( 4. 25)
2
VO
p
2
p - p 1
V
2 Eu 2
p .!'.'...il.
2
oi = - (~) (4 . 26)
Eu ·
m1n
dell ' indice di cavi tazione è tipico per ogni configurazione delle
pareti o del contorno; quando o = oi , t eoricame nte , si ha l ' insor-
gere della cav itazione .
Si osserva che , per un dato pro filo o contorno, la cavitazio-
ne può insorgere per un aumento della velocità v 0 , per una diminu-
zione della pressione p 0 , o per combinazione di queste due grandez
ze nella corrente indisturba ta .
Qualora intervenga anche l'effetto del peso , l'indice d i cavi
t azione va scr itto , per este nsione , nella for ma:
( p o + y ho l - (p v + y h min )
o = ( 4 . 27)
nv~ /2
(P o+ yho ) - (p + yh ) 1
PV6 /2
·---fì.···
;:s-
--· '-
\. a-0.20
-- ----
piu spinte della cavitazione,
.I " ..,__g.a.&J
portando o al disotto del va- v---...__a~o.s2
lore o = 0,82 caratteristico
e -I.O
del suo effettivo inizio at- o 2 3 4
std
5
V il
y 3y
V il
z è) z
17 2 ij> = 0 ( 5. 1)
H dx + il dy + d <I>
dz o
d4> = ax 3y 3z
risu lta :
d<1> V
)(
d ,,; + V
y
dy + V
z
dz :: t .a; o (S . 2)
c he si dimostra in base a ll a :
V = V il (5 • 3 I ) superficie
s cl s
equipotenziali
<t>=COSt
viamente :
1> a<P () (5 . 3 " )
n an
V ± _ Q
_ (5. 4)
r 4 11 l" 2
_!L ( 5. 5)
+
4 11:r
105
PUNTO O
SORGENTE - - - ----ASSORBENTE
+ Q V=-_Q_
v, = 4 n r2 , 4 1t r2
Fig.5.2
Si tratta rispett ivamente di quello che viene chiamato punto
sorg en te (velocità verso l ' esterno} o punto aaaorbente (velocità
verso il punto); la denominazione t r ae
origine dallo sc hema del moto in pre-
senza di un foro piccolissimo pratica-
to nella parete di un recipiente (Fig.
5 . 3) .
Altro punto singolare è quello in
cui una stessa superficie equipotenz i ~
le localmente si interseca: la v eloci- Fig. 5 . 3
tà in quel punto dev ' essere nulla, per
ché sarebbe assurdo che un ve ttore ve-
locità di valore finito fosse normale al l a superficie stessa in
tutte le dir e zion i. Questo pun to è quello che abbiamo chiamato pu!!_
to di ristag no (§ 4 . 5 ). Tale è il punto Po ne lle F i g . 5 . 5 e 5 . 9 .
Per la risoluzione del problema, cioè per otte nere una rappr~
sentazione dei moti a pot en z iale , possono applicarsi sia metodi df:.
r etti , sia metodi i ndi r etti .
I metodi diretti si fondano sulla poss ibili tà d i ricavare per
dati contorni (f iss i, o variabil i nel tempo) i valo r i della f un-
zio ne ~ . e q uindi l 'andamento delle ve l ocità nel campo fluido con
s iderato, ciò che può ottenersi per risol uzione dell ' equa z i one d i
La place , con proc ed ime nt i di i nteg razio ne numer ica (§ 5.5) . Altra
possibilità (ne l caso piano) è quella di defi nire, per v i a g r af i-
ca o sperimentale, un sistema d i l inee di corrente e di linee equ_!
po tenziali t ra l oro ortogonal i all'i nterno dei dati contorni ( §
5. 3) .
1 06
il principio di sovrappQ
sizione degli effetti.
Pertanto, se sono noti al
cuni particolari campi di
)(
moto a potenziale, per o_!c
tenere il moto derivante
dalla combinazione bast~
rà sommare i valori ri-
spettivi del potenziale. ~ -=--d _ _
Assum iamo per primo
caso due punti sor gente Fig.54
ed asso r bente che abbia-
no la stessa portata Q, e siano posti a distanza d tra loro,esse~
do in mez zer ia l'origine O delle coordinate x, y nella sezione me
ridiana. La distanza r di un punto l' (x, y) da uno dei punti sorge!!_
te od assorbente diventa allora (Fig. 5.4)
r = Vy2 + (x :!: ~) 2
Si ottiene quindi:
107
4~ (vy 2 + (x + q_>7
2
-
411.VY 2 + (x - d
2>
~0
Il caso esaminato di un punto sorgente associato ad un punto
assorbente non è particolarmente interessante, ma lo è invece que_!
lo di un moto uniforme traslatorio (cioè verso un punto all 'infi -
nito) con uno o più punti sorgente e assorbente anc h e di diversa
portata.
Un caso semplice è l a combinazione di un solo punto so l:" gente
col moto unifol"me tl:"a -
y sla to l"i o (Fig. 5.5).
Presa l 'origine del
le coordinate (x, y )
della sezione meridia-
X na nel pun to sor ge n te
O, il potenz iale rela-
ti vo al moto traslato-
rio uniforme è cl> 1 = v 0x ,
poiché:
Flg. 5.5
( S. 7)
<1>2 = - ...2_ =
4 Il!"
(5.8)
$z = 4n
- Q =
(- x 0 )
pertanto risulta:
0 = Vo - _Q_
4nx 02
da cui
(5. 9)
p p
punto assorbente - Q (Fig.
5 .4 ) ed associamo un moto
traslatorio parallelo a d e
,, di velocità v 0 , si otteng~
no delle superficie chiuse
(+JO o in forma di ellissoidi (Fig.
dx (+J H 5.6), costituite da linee
di corrente e quind i mate-
Fig .5. 7
rializzabili (il cosiddet-
to eoZido di Rankin e ), che
diminuendo la distanza d
tendono sempre più alla forma sferica ma contemporaneamente si ri-
ducono di ampiezza; talché al limite , quando i due punti coincido-
no, la superficie si riduce
ad una sfera di raggio nul-
lo. y
Se però, mentre la ai
stanza d viene ridotta fino
ad un valore jnfinitesimo dx ,
si aumenta la portata dei
punti sorgente e assorben- X
4 11 dx
( 5. 1 O)
Cx = Cx = C cos 8
=
4n ( X 2 + y 2) 3/z 411r 3 4,12• 2
e Cx
; v 0 r cose + ; vox + ( 5. 11)
4TT (x2 + y2)3h
da cui
H C 3Cx e 3Cx2
V -= Vo +- - - - - - - Vo +----- (5. 12)
X
ax 4TI(x2 + y 2)3/z 411r 3 411r 5
Fig.5. 9
V = Vo + - - - ( 5 .13)
X 2r 3 2
Analogamente, dalla v
y
= ll
ily
si ottiene :
V
y
( 5. 14)
a~j a
( Y' cos e 0
+ r) co se , ~J
0
dY' rsr o
ar
V
21" 2 Jr~r o
21" 3 V O
=cos e v0 -
2l' 3
cos o]
r•r
=o
o
a.p]
(1 x2)
Vo 3 x 2v o 3
ax
r•ro
= V O +
2 2 r?
o
=2 Vo
2 I"
o
H]
òy r•r o
=
3 xyv o
2 r 2
o
x2
V ( 5. 15)
ro y, 2
o
av av
(5 .1'}
ax x+__y_=O
ay
V
X
( 5. 1 6)
V
y
d ,J, = o ( 5 .17)
cioè
1/, cost ,
(5 . 18 )
stremamente utile
in moltissimi ca-
si (Fig. 5.11).
Esaminiamo ora
Fig.5.11
le caratteristi-
che di un retico-
lato di flusso. E ' evidente da quanto sopra la proprietà che ove
le maglie si allargano si ha un rallentamento della velocità e vi
ceversa.
Risulta anche che in un moto curvilineo le maglie si infittì
scono lungo le convessità della parete e si diradano lungo le co~
cavità; cosicché si hanno maggiori velocità dove i contorni diver
gono dalla direzione del moto, minori dove i contorni convergono
115
av s av
n =
__
1)
=
3n as R
la tangente ~
é)n
alla v (n} in un punto deve essere uguale a ~R in
quel punto. Pertanto, se ribaltiamo R sulla retta n , l'estremo do-
vrà coincidere col punto in cui l'asse n è tagliato dalla tangen-
te alla v(n). E ' cosi possibile controllare punto per punto il r~
ticolato inizialmente tracciato e procedere agli eventuali affin~
menti .
Il metodo grafico per tentativi cosi delineato può essere sur
rogato o integrato su base analogica sperimentale, tramite motiv!
scosi tra due piani secondo il modello d i Hele-Shaw (vedi§ 9.4.2)
o mediante l'impiego di speciali vasche elettrolitiche .
Qualora, anziché svolgersi soltanto entro contorni fissi, il
moto presenti in parte delle superfic ie l ibere (come nelle corren
116
v/t2g
in esse i valori della funzione
potenziale (desunti da un siste-
ma di linee equipotenziali e di
corrente che è sempre possibile
tracciare nel campo liquido così
delimitato) corrispondono a que!
li che soddisfano la predetta C0,!2
dizione gravitazionale;modifica.!2
do quindi la configurazione ini-
zial e fatta a tentativo sino ad
ottenere l 'indicata coincidenza.
Fig.513
Il procedimento verrà chiarito a.e
plicandolo al caso della vena l i
ber a provocata da una corrente in un canale che sfiora un bordo sot
tile orizzontale ( s tramazzo 'libero, moto bidimensionale). Qui i pr2_
fili .superiore ed inferiore della vena sono linee di corrente di co
ordinata curvilinea s , per un qualsiasi punto P(s ) delle qua li, es
sendo la pressione costante, varrà (Fig. 5.13) la relazione:
V = d)
+ 2g ( 5. 19)
4> I ~ ) d8 ...
Per estensione del concetto di derivata, ben noto per una fu_!!
zione di variabile reale, si definisce come derivata di w = f ( z)
la seguente espressione:
a 41 ll
ax ay
(5.23)
il - il
ay ax
che sono dette equazioni di Cauchy-Riemann, la derivata della fu~
zione w è indipendente dal rapporto~; . In ,altre parole la f,che
viene chiamata allora funzi o ne anaZitica, ha derivata unica per~
gni valore di z = x + iy.
Poiché ad ogni numero immaginario possiamo far corrispondere
un punto di un piano, la f costituisce un legame analitico tra i
punti z di un piano di coordinate (x, y) e i punti w di un altro
piano di coordinate (~, ~).
Poiché vi è corrispondenza tra punti, vi deve essere corri-
spondenza anche tra regioni dei due piani e tra curve dei due pi~
ni.
Questa corrispondenza, se la f è analitica, è di tipo parti-
colare: essa infatti è tale
che a due curve che si inter
secano in un piano con un y
certo angolo, corrispondono
nell'altro piano due curve
che si intersecano con lo
stesso angolo.
Questa proprietà è fa- 3'
cilmente dimostrabile se si
osservano due triangoli el~
Fig. 5.14
mentari che si corrispondo-
no (vedi Fig. 5.14).
Stante l'unicitil della derivata
dw
az in ogni punto, si ha infa_!:
ti per ciascun vertice:
-- i-
plesso, formato dalle re.!:
te~= coste ~ cost,
rp verrà trasformato dalla
o V, =O funzione f in un altro r~
piano w p iano z ticolato nel piano rea le
x , y, pur e a maglie ret-
Fig.5.15
tangolari , generalmente
curvilinee (F ig. 5 . 15).
Ouesta operazione , detta t Y'asformazione conforme , acquista s_!
gnificato applicativo se l e funz ioni~ . ~ sono proprio la fu nzio-
ne potenziale e l a funzione di corrente dei moti i r rota zionali , il
che è comprovato dal fatto c he le equazioni di Cauchy-Riemann di-
scendono immediatamente dalle definizioni (3.22) e (5 .16).
Il procedimento viene allora applicato come metodo indiretto ,
s pec ificando particolar i funzioni w = f (z) ed esaminando la poss_!
bilità di materializzare come co n torni fissi particolari linee di
corrente nel ret icolato ottenuto.
A titolo il lustrativo , esaminiamo un caso semplice e partic.2,
larmente interessante.
Consideriamo la fun zione
( S. 24)
Ili = 2cx y
x2 _ y2 cost
(5.25)
xy = cost
V
X
= il il
ax = ay = 2a:e
V
y = ll
ay = - !t
ax - 2ay ( 5. 26)
V = /v Z + v2
X y
2a / xZ + y2 2ar
w = a z n/a (5 . 27)
(5. 29)
w = ic ln z (5.30)
e= ( +i n= c (z) (5.3 1 )
w= r <v> = f (V
X
- iv )
'Y
(5.33)
dw = il v
ax = v X - iv y
il
aw + i (5 ,33 I)
d z = 3x ax
stabilisce il legame v = v(z) tramite ancora un funzione analitica.
122
T a
4'3 <bo
o(xo,*'1
«> 1
+ a
I
tb3
tb4
---l-
a) Fig 5.17 b)
(5 .34)
4' 1 - <Po
= '\, a = '\, - - - - - - - (5. 37)
a a2
( 5. 38)
(5. 39J
dx ~ - sin0 dlj)
=
d,p V V ~
sine + ~ d,i,
*
dx
~
=
=
V
cose d4>
V ~-
V ~
~
V
(5. 42)
tà,la soluzione del problema può essere condotta con i metodi al-
gebrici normalmente applicati ai sistemi di equazioni lineari, t~
nendo presente il fatto che in ogni riga della matr i ce risultano
diversi da zero solamente i coefficienti di 5 delle variabili, e~
sendo nullo il valore di tutti gli altri.
L' equazione differenziale (5.34), peraltro, può essere riso!
ta anche in modo più semplice, senza l'ausilio di un elaboratore
elettronico, utilizzando il cosiddetto metodo di rilassamento .
Originariamente introdotto da s.v. SOUTHWELL (1940) e diffus~
mente applicato per una soluzione per via approssimata dell'equazione
di Laplace nel caso di moti piani e tridimensionali a simmetria a.!!
siale, il metodo di rilassamento consiste in un sistematico aggi~
stamento dei valori arbitrari assunti per una funzione, fino a ren
dere soddisfatta l ' equazione (5.38) o la (5.39).
Il procedimento su cui il metodo si basa può essere illust ra
to con un esempio pratico .
Si consideri il moto di un fluido in un convergente . Assunti
per la funzione di CO!,
rente f lungo l'asse
e lungo il contorno
ris pett ivamente i V!
lori convenz ionali O
e 90, si attribuisc2
no alla funzione ste,!!
sa negli altri punti
del campo di moto i.!:!
Fig.5.18
dividuati dal retico
lo di integrazione v~
l ori arbitrari compresi tra i limiti suddetti (Fig. 5.18).
Utilizzando le equazioni (5.38), (5.39) si determini per i va
lori arbitrari assegnati alla funzione il "res iduo " Ri n ogni PUI!
to (R = a 2 v 2 <1>) .
Per esempio, vicino al punto A i valori della funzione di cor
rente siano quelli indicati in F ig. 5 .19 a sinistra di ciascuna i_!}
tersezione ed i residui R quelli indicati a destra. Nel punto A ri
sulta:
R = a 2 V 2f = 37 + 49 + 33 + 19 - 4(36) - 6
l
nerzia, ed è l ' effetto com-
binato di queste due forze
che determina la configura- .............."':--:-_-_____ o
zione geometrica della vena.
Con riferimento alla Fig.
-
..., --...;'-- '
6.1, un getto O che in con-
',
'
' " '1
\ '\ \ '\
dizioni simmetriche uscisse \
\
\\
\ '
\ '2
da una luce verticale pro-
seguirebbe orizzontalmente
Fig . 6 . 1
per inerzia senza infletter
si verso il basso . L ' azione della gravit~ p.ròvoca questa inflessi~
128
( 6. 1)
V
è il quadrato di Fr = che è chiamato numer o di Fr o u de
~y
v%'!.
- ~
\l,
densimet r ico , ed è un 'es tensione del classico num ero d i Fr oud e (dal
nome di W. FROUDE, che per primo, 1871 , stabilì le leggi di simi-
litudine del moto ondoso negli esperimenti su modelli dì navi; v~
di § 18.5 .3 ) , che vale quando l'efflusso. avviene in un fluido
129
V V
Fr = (6. 2)
/y/p R. lg'i
Questo numero è, sostanzialmente, quello stesso già espresso
dalla (4. 25) ai fini della similitudine sulla base del numero di
Eulero generalizzato; va inteso, peraltro, che la sua costanza per
due distinti processi implica similitudine anche della forma della
superficie libera, quando il moto sia condizionato dalla gravità.
Risulta infatti, ponendo Fr ' = F~ ":
V ' V"
(6 . 3)
i '
da cui , posto À "' p (rapporto delle lung hezz e omologhe, o sca Z.a
di riduzio ne geo metrica ), si ha immediatamente:
rV = ~ = lx
V"
C
e
= 7+2
n = 0,611 (6.4)
0 7468
b
jO
E
Fig , 6 .3
Tabella 1
Tabella 2
-------------··
a /b o 0,1
-----------~---------
0,2 0,3 0 ,4 0,5
ee - 0,6Y3 1· 0,676 . 0,680 0 , 686 0,693 0,702
2 2
Vo V
Po + P 2 = Pa + P -f ( 6. 5)
Fig. 6 .4
132
q 1) e a
e e
da cui:
v
e e
e a
1)
o = -r- (6. 6)
1) = 2 llp/Q.._ (6.7)
e e~ a 2
1 -
b2
da cui:
q (6.8)
c2 z
-~
b2
ee
(6. 9)
Q = e
Q
li d'2
4
J2 ~ I)
(6. 8')
Fig.6.5
6. 3. Efflusso di un liquido pesante da un recipiente
Consideriamo ora l'efflusso a moto permanentediun fluido aog
getto aZl.a gravità , cioè in particolare 11 caso di un liquido pe-
sante liberamente effluente nell'atmosfera.
(6 .1 O)
Ve = /2g h 1 (6.1 1 )
Q = CCA E
,- -
v 2g h 1 (6 .12)
Q "' C A 12gh ( 6. 1 4 )
e m
dove può porsi C c " 0,61, come per l ' efflusso dalla lucedifondo.
Se invece la luce è di grandi dimensioni, una relazione come
la (6.14) è solo approssimativa. In questo caso, infatti , anche se
si può riconoscere una sor ta di vena cont ratta poco lontano dalla
luce di sbocco , in un piano praticamente verticale, si osserva che
i vari punti della sezione contratta non sono alla stessa profon-
dita dal pelo libe ro, com-
-.i12g petendo a ciascuno un d ive!_
so carico h.
Il caso più semplice è
quello di una luce rettan-
golare verticale larga b ,
per la quale si può teori-
camente calcolare la port~
'?'
ta suddividendone l'altez-
V~2g / ./ PI
za h 2 - h 1 (Fig. 6. 8) in
///
tratti elementari di alte~
za dh , per ciascuno dei qu~
11 si avra la velocita tor
F;g. 6.8
136
Q
! hz
h1
c
c
b l2gh dh (6 .15)
( 6. 16)
V
V~)
+ 2g ( 6 .17)
- -+-----,--
h,
A
I• v2; 2g • I•
Fig. 6 .9
Pa V~
Y + h o + 2g {6.'18)
(6.19)
(6. 20)
e =e
q e
V1 1
+ Cc
a
ho
(6 .22)
Cq
0-80+-- +--:-.r---=r""-oe::,-lf...;::""-,;j::----t- --t- -;-- -+- ---r---1
O.ISO
o.so
00
~-4----4----------.
o.,
. . .-....----+----+---:-:~
0.2 0.3 0.4 0.5
· ath0
Fig . 6 . 10
(6. 2 2).
Cq
FB~
o~o~-+--~~~--.+-=:,,,...,d----+---+---+--+--1
o.10 ~---1----+-=~...+-----.:~---+-----+-------l
Fig. 6.11
i
I l•
b
•I
I. I I· b
·1
I
a} b}
Fig .6.14
q = i cc 12g
f(L ho + ~
v2 )3/2 (6.23)
q eq 12g h 3 12
o
(6.24)
3/ 2
q "1,81 h
0
(6 .26 )
(h in m, q in m 3 / s.m )
eq (6.27)
eQ : i (o 6o75 + o ~ ~ 45 ) [1 +
I I 0r 55 ( h/ ~ p)
2
] ( 6 . 28)
con ho e p in metri.
Nel 1913 Th. REHBOCK propose la seguente espressione di C :
q
cq = i (o,Gos + t 0 0
\ + 0,08 ~ ) (6.29)
We = (6 .30)
12gho l°"ip"g ho
We=
--=- =
lT
VP~o
potrebbe porsi nella formula di Rehbock (6.29)
0,001 = K
ho We
ho
eq = 0,602 -t- 0,075
p
(6 .31)
( 6 . 3 2)
va introdotta una larghe zza ri<iot ta t ' per tener conto dell'effetto
146
Cq
0.40
0.2
o.o
038+---1------1----+-- -+--1-----l---+-- +--+--l-----l----t
o 0.4 0.8 7.2 1.6 2.0 'bJP 2.4
Fig.6 . 16
Q (6 .34)
--
L.,....-
pure accettata nella un! 3 L-- ...
2
- \
ficazione ISO, è q uella
di HAMILTON-SHITH (1884),
che i n sostanza pone ne!
1
o
o 0.'20 0.40 0.60 0.00 llb I.O
'
la (6. 32 ) .t' = .t-0 ,1 h o a!!
che in presenza di d ue bo!_ Fig .6.17
di a cont razione comple-
t a, come è i l c aso di una l uce posta simme t ricame nte ne l cana l e ,
b - .e,
per cui si abbia - 2- > 2h 0 • Po i c h t'i , n elle condi z ion i di v alido 1!!!
piego , questa for mula dà risu l tat i che si avvic ina no a quell i de!
la f ormu la di KlNDSVATER- CARTER, è da ri t enersi c h e n on s i a del t u_!
to valida la formu la (6 . 33 ) proposta da Francis .
Gl i stramaz z i rettango lari, fin qui considerati , non sono tro12
po ind i cati per la misura di piccole porta t e, perch~ esse richie-
do no piccoli car i chi 11 cu i apprezz amen to è necessariamen te i mpr~
c i so , a p ar te 1 già esposti inconv e n ient i dov ut i all ' e f fetto del-
la tens i o ne s uperfic i a l e.
Un t i po di stramazzo c he , invece , puO essere i mpiegato anche
per la misura di picco l e portate,
in quanto la v ena sfiorante si ata~
ca perfet t ament e dal la pare te v er.
t ica le, è lo stramazzo triangoZa-
re , eseguito s empre i n pare t e s o!
t ile (F i g. 6.18): l 'ango lo a a l ve!_
tic e è g eneral mente di 90° e l a b_!
settrice vertical e.
Per il cal colo della portata s i
può anc he qui seguire teor i camen-
Fig 6.18
te i l proced i mento indicato dal
Poleni. Si consideri uno strato e
lementare dh di larghezza i , posto a profondità h dal pelo libero
(Fig. 6.1 8), la cui portata elementare è :
dQ = ee i d h l2gh
148
0.62.---.---...,.----,----,,-----,----.----,--.....----,------.
Cc
0 .61+--- 4 - ---+-- -+--- -+--=---::---#
0.57
0.1
0.56
o.o 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4 1.6 1.8 2.0
'VP
Fig . 6 .19
.e o (ho - h)
.2, = ho
sostituendo nella precedente, e quindi integrando fra h = O (pelo
libero) ed h = ho, posto Cc di valore costante, si ottiene, dopo
alcuni passaggi:
(6. 35)
.2. o ci
dove ho°= 2 tg 2
Secondo l'unificazione proposta dall'ISO, per ci= 90° e qui~
.2,
di .:.a.=
ho
2, valori corretti di e e si traggono dal diagramma (J . SHEN,
1960), della Fig. 6.19. In luogo poi del carico h o , si consiglia
di assumere nel l a formula h e = ho + 0,00085 (in m) . La formula è
valida per h o ~ 0,06 me per r > 0,10 m.
Interesse soprattutto storico halostramazzo CipoZ.Z.etti (Fig.
6 . 20) di forma trapezoidale, deriv~
to dalla composizione di uno stra-
mazzo rettangolare, di larghezza i~
feriore a quella del canale affere~
te, e di due stramazzi tria ngolari
posti ai l ati. L ' inclinazione delle
pareti AE e BF è scel ta in modo ta-
le da far si che l a portata fluente
I• e -I
attraverso i due triangoli AC F: e BDF
uguagli la diminu z ione di portata
Fig. 6 .20
dello stramazzo rettangola r e dovuta
alla contrazione che vi sarebbe sui lati AC e BD . Acce-c.tando la
149
X
012/088
~ . 0.5 10 15 20 25 3.0 35 ho 4.O
-....
~ -
0,4010.88
,0.5
'''
1.:
"' ~
2.0
2.:
1.5
' . ,,
'~4-~0.47
SCIMEMI- f--"'-,
I
fio=o.sorf/~ ~
I
\ ho
'~
\
,J:./80
ho
3.-
I
CREAGERi~
\
\
3 __
4.::
'\
.L
ho \\
Fig .6.21
h0 = o,~a h o ~ 1,14 h o
Fig. 6 .22
q (6 . 3 8)
e•q = o,4 9 t o, so
a
X
= o
vx = vox per t = O:
-=- V Ox ,• ( 6. 39)
= dvh = = - g
dt
(6.41)
(6 .42)
avendosi, per t = O, h = O.
Le equazioni (6.40) e (6.4 2 ) sono le equazioni parametriche
della traiettoria di una particella: eliminando t fra esse si ot-
tiene:
(6. 43)
1 {6;44)
h - 2 g
153
X = g
sin2 a (6 .45 )
h ( 6 . 4 6)
2
!L.D,.( o )
,.. __
Jl valore massimo si ha per a= 90 con n
20 getto verticale .
Procedendo invece in base al teorema di Bernoulli, se lo si ap
plica fra la sezione di efflusso e la sezione al vertic e della p~
rabola, si ottiene:
2 2
- Vo,. Vo
h = ___,,, = -
2g 2g
sin 2 e1
60L------------------- -- ------ -- - - -- - - - -
m
Fig.6. 24
2
= ~ , che si presentano anche per i getti verticali. Dell'argomeE
tosi occupò, fornendone una formula empirica, E . MARIOTTE (1686),
che fu il primo ad esaminare anche teoricamente i getti liquidi;
più affidamento da la formula di J.R . FREEMAN (188 9):
li2
h e = -;; - 1 1 13 • 1 o- 6 7 (in m)
-!t i (7. 1)
~
f Y
pgt>
as
d 1,t (7. 2)
p'v dA (7 . 3)
n e
156
TV dA (7 3 I)
o
n e
- dt
d
L e
pv dA + !A
e
TV dA + t:.P (7. 4)
dove t:.P è la perdita di potenza (energia nell 'unità di tempo) che i_!!
terviene nel processo considerato.
Tenuto conto della differenziazione euleriana (§ 3.6)
dv _a_t_ a (v 2 >
a (v 2 > + v _a_s_
2v dt
(7.5)
+ f
A
e
TV
n
dA
e
= - t:.P
Fig. 7.1
che, per essere in ogni istante
lungo ciascun tubo di flusso pvdA = pdQ = cost ( § 3. 3), ammette integr~
zione rispetto ad s. L'integrazione va fatta tra gli estremi di ci~
scun tubo di flusso, che appartengono alla superficie esterna di
157
= f A
e
p(dA
e
cosa) v = f
A
e
p dQ
f A
e
p V
n
dA
e
• f A
2
p dQ -f A1
p dQ
Infine, il termine f e
T v dA
n e
che rappresenta nella (7. 5) il 1~
voro nell' unità di tempo
per vincere le resistenze
tangenziali d ' attrito sul
la superficie di contor-
no, può generalmente ri-
guardarsi nullo, non solo
nel caso di fluido perfe~
to, ma anche per molte aE
plicazioni nei fluidi re~
li. Infatti, se si tratta
di un contorno costituito
Fig. 7. 2 da pareti fisse, ivi la ve
locità è sempre nulla; i-
noltre, quella parte del contorno stesso che fosse costituita da su
perficie di delimitazione ideali nel mezzo fluido puO sempre esse-
re opportunamente scelta in modo da risultare normale in ogni ele-
mento alla locale direzione del flusso (cosl da annullare le comp2
nenti t angenzial i).
Tenuto conto di queste semplificazioni, la (7 .5 ) si trasforma
in definitiva nella seguente:
158
gh + f) p dQ
(7. 6)
2
p
(
V~
2 + gh2 +
P2 )
p p aQ - (
V
-f + gh 1 +i) p aQ =
- fs 2 ~ pdQ ds -dPi ,2
s1 at
e,dividendo per gpdQ = cost:
2 2
+ -P2) - (V
-2gi +
V2
( -2g + h2
pg (7.7)
dP1, 2
dove 0E1, 2 gpaQ è la perdita di energia fra le sezioni 1 e 2 per
la portata in peso unitaria.
E' questa un'estensione ai fluidi reali (cioè che ammettono
per effetto della viscosità perdite di energia) dell' equaz ione di
conserva zion e dell'energia già ricavata (vedi (4.14)) per i fluidi
perfetti in base alle equazioni di Eulero.
Se, nel caso p iù generale, il fluido fosse oomprimibi l e, le pre-
cedenti equazioni dovrebbero venire completate introducendovi anche
l 'energia interna {che è dovuta all'attività molecolare ed è funzi~
ne della temperatura), nonché 11 passaggio di calore fra l'esterno e
l'interno del volumeì'considerato. Si rimanda in proposito ai trat
tati di Meccanica dei fluidi e di Termodinamica.
r."f =
d
at r..
n
m .v.
... (7.8)
ll l l
essendo r.F il risultante delle forze esterne che agiscono sul sist~
ma in movimento al tempo t , mentre i. rappresenta la relativa
11
m.v. 1. 1
quantità di moto. Le forze interne al sistema non compaiono, perché ,
in virtù del terzo principio, esse si annullano a vicenda.
Se ora in luogo di n punti isolati consideriamo una porzione
continua di un mezzo materiale come un fluido, che occupi al tempo
t un dato volume V, detto dV l 'elemento di volume, p la densità e
v la velocità relativa, la (7.8) con ovvia estensione d i venta:
r.F = ~t lv p V dV (7. 9)
dv av av
Tt TT + v as
r.1 ( p (-:~ +v ;! ) dv = Iv p ;~ dv + Li p :~ ds v dA ( 7. 1 O)
Il primo termine fY p
->
av
at d v rappresenta l ' intensità di varia-
zione, al tempo t , della quantità di moto posseduta dal fluido al-
l'interno del volume considerato; esso è pertanto pertinente solo
ai fenomeni di moto vario.
Il secondo termine può essere trasformato come segue:
-> ->
p
av ds
as V dA
av ds
3s PV dA
r.-P = f
'Y
L
at
pv dlf + fA2
pv dQ - dQ (7 .11)
+ d ( n ...
r.M = dt ii m .v . x
l l,
(7 .8 I)
...
r.M jt f'Y pV d-V X -;, (7 • 9 I)
r.u = t _! t pv dv
...
pV dQ
...
)( l' ( 7. 11 ')
_.TdAc ,
in forze di pressione,date da /A
e
pdA , e in forze tangenziali,
e
date da
f Ac oltre ad eventuali forze di tensione superfi-
ciale se la superficie Ac di controllo è costituita in parte da
superficie di separazione con altri fluidi.
Si noti che, in presenza di ostacoli all'interno del volume
considerato, qualora essi intersechino la superficie di contorno,
le forze (e i momenti) che agiscono nelle intersezioni dovranno es
sere inclusi in EF (EM). Invece, le forze di pressione e tangenz~~
li (e relativi momenti) che agiscono sugli ostacoli per la parte i!!
terna al volume considerato non compaiono in r.F (EM) , perché le S):!
perficie di questi ostacoli non fanno parte della superficie di CO!!
torno.
Va osservato che le equazioni (7.11) (7.11 ') sono strumenti di
validitA generale , applicabili anche per i fluidi che subiscano dis
sipazione di energia e comportino trasmissione di calore . Gli effe!
ti combinati di questi fenomeni , come pure quelli della comprimi-
bilitA , compaiono implicitamente nella grandezza delle forze ester
ne, conseguendone i valori delle locali velocità.
L'applicazione, in generale, del teorema della quantità di mo
to a casi di moto v ario urta contro gravi difficoltà , per la valu-
tazione del termine:
v2
2 pdQ ,=
a v2 (7 .12)
- f -at (o· -)
y 2 dV - t.P\
, 2
163
I termini { \
2 p dQ = p /A v 3 dA (nell'ipotesi di o costante a_!:
2
traverso le sezioni), che sono propri del moto permanente, possono
valutarsi approssimativamente nel modo seguente.
Consideriamo il valore medio V delle velocità locali v nel pi~
no della sezione A: risulterà v = V ± eV = (1 ± e:) V, se con E indi-
chiamo lo scarto percentuale rispetto al valore medio. Sarà perta~
to :
i (vY dA = L (1 ± E: )
3
d A "'A + 3 i c 2dA
avrA pertanto:
O i ~
2
3
dA "p [ A+ 3 { 2
c d A]
vJ
2
= pA [ 1 + ¾ i t
2
d A] 2
v3
= [ 1 + ¾ f
A
e 2d A ] p
v2
2 Q
( V2 V2
P JA 2 odQ = OP z Q (7. 13)
a ~ dv { av
TI 2 p )y V TI d'I
av
- P
f
V
av - dv
at
(7 .14)
a = Ì f (V) 3
dA (7 .13 I )
a ¾ i (v)2 dA (7 .14 I)
- P f{
sJA
a 2X
at
v dA ds = - pQ a {
Js !~ ds
la (7.6), dividendo per yQ, assume la forma usuale dell'equazione
dell'energia nell'idraulica:
(7 .15)
= - ! { 2X ds - 11E
g Js at
1, 2
(7 .16)
~
yQ rappresenta la perdita di energia per la portata
165
+ (
h1
pd A + L n
p d A +è= (
JA2
pv dQ - (
JA1
pv dQ ( 7. 17)
t pv dQ BpV Q
(pressione nel bar i centro), l ' equazione (7.17) assume la forma sem
plificata:
Fn + e (7. 18)
Fn + e= (7 . 19)
( 7 • 19 I )
( 8. 1)
(8. 2)
Fig. 8.1
Cl
FR = 2 (pA + pQV ) cos (8.3)
2
Fig.8 .2
Vi = V2' = V 2"
170
q-V,
Fig. 8.3
cosa (8. 5)
(8 • 5 Il
F
R
= (F )
R x
= pqV
(8. 7) .
FR
da cui, introducendo il valore medio pm = - della pressione di pi~
stra, si ricava : nr 2
172
pQ (V - V cosa)
(8. 8)
~vsina
Fig.8 .5
(8 • 8 I)
Fig. 8.6
FR = 2pQ (V - u)
·8l A
I
Fig . 8 .7
portata tramite una spina conica. Le pale hanno una forma tale da
provocare simmetricamente la divisione del getto in due parti e la
sua deviazione di quasi 180°.
Si vuole conoscere la potenza ritraibile dalla macchina una vo!
ta note le caratteristiche idrauliche del getto e quelle costrutt!
ve della macchina stessa.
Applicando 11 teorema del momento della quantità di moto {8. 2)
ad una porzione di fluido compresa fra la sezione d'ingresso e la
sezione d'uscita della generica pala investita, distante r dall'as
se di rotazione, se Q è la portata del getto, il momento esercita-
to sarll:
(8. 9)
(8.10}
WJ = V1 - u ;
zi tangenziali d'attri-
to. Ne segue (Fig. 8.8) 2
w2 = - w1 , e pertanto:
- V 1 + 2u = O ~ w, ___ ...,..2_ _
u
Il r endimento teo-
rico della macchina è
Fig. 8.8
pertanto:
8.3.2 . Macchine a ftu ..o radiale (ventilatori e pompe centrifuahe, turbine a reazione)
In questa categoria d i macchine il moto s i svol ge radialmen-
te attraverso una corona di pale, percorse dall 'interno all'ester
no (pompe) o dall'esterno a ll' interno (turbine). L'energia non è
solo sotto forma cinetica, come nelle turbine ad azione, ma anche
in forma di pressione.
Illustriamo, senza perdere di generalita, 11 caso delle tur-
bine a reazione o turbine Francis (J.B. FRANCIS, 1849) ,il cui sch~
ma è rappresentato nella Fig . 8.9. La condotta d 'adduzione termi-
na con una voluta che reca al centro una corona di pale fisse re-
golabili, dette distributrici. Da esse la girante interna riceve
l'acqua alla periferia e la scarica al centro.
In questa teoria elementare (unidimensi o naZe) si ammette che
la velocita del fluido nel percorso fra le pale sia trasversalmen
176
~-~-------------------,
I
------------------~
Fig.8.9
(8 . 11)
(8.12)
Pu • pgQ Eu
(8 .1 3)
ii b}
dell'elica, attraverso la qu~
le, per 11 movimento di ro-
tazione impresso, si crea un
aumento discontinuo del la
Fig 8 . 11
179
V~
p3 + i, T =
(8 . 14)
(8. 1 5)
( 8 .1 6)
eguagliando si ottiene:
180
{8.17)
(8.18)
p V1
u 1 (8. 2 0 )
n = = =
pt V1 + v,. V~ - V1
1 +
2 2 V1
foro dal quale esca un getto (Fig. 8 . 1 2 a)). Supponiamo che vi sia
una portata d'afflusso che compensi quella di efflusso, cosicché il
moto possa riguardarsi permanente (livello costante nel serbatoio).
Considerando che il getto, se è di piccole dimensioni,presenta {per
effetto di sagomatura o di contrazione) una sezione a-a dove le li-
nee di corrente sono parallele e la velocità v = l2g h o è nota, ed a.e
plicando il principi o della quantità di moto lungo l'asse del getto
al volume contenuto nel recipiente fino a lla sezione a - a , tenendo
conto che le forze agenti sono le spinte F 2 ed F 1 dovute alle pres-
sioni agenti sulle due opposte pareti , s i ottiene :
(8. 21)
a)
b}
Fig. 8 . 12
(8 . 23)
F = pQ [( V + u) - u] = pQV (8 .24)
P = pQv s (8.24')
é---~--~ --=::. - v,
r-----------------7I
I
u I F=eOv9 I v5 +u
-1 --- 1-=---
1-----------
1
___ _ ____ .JI
Fig.8.13
P = pQv u
u s
(v + u > 2 - u2
p s
= pQ
t 2
da cui il rendimento :
,, - pQV u
8 . V (8. 25)
pQVS
( V8
2 + ) 1 + _!.
I 2u
~
v·-----1
Fig. 8.14
q V a = V a
Xl :X 2
da cui
V X .I = V X 2 = V X (8. 26)
P vf
P 1 + - 2-
da cui
P2 - p I = E.2 (V Y
2
I
- y2 )
Y2
{8. 27)
{8. 28)
Vyl + Vy2
= pf - - ~ 2 - -
(8. 29)
prV y
(8 .29')
r-------------,
I I
i~
I -:
I I I
! --- l )r: fp ,
i~~~j
I I
,~F.
I '- :
I (~}. I
I 1
: I
: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ '-
._ ___ ...JI _ _ _ _ _ _ _ _ _ JI
IL _ _ _ _ _R=O
a) b}
Fig.8.16
R
(8. 30)
P = (F R l y = p r v = p r (-u l
= av ao
1 U
½ \J at
valide per un'ampia categoria di fluidi (tra i quali l'acqua e l'~
ria), che sono detti ftuidi newtoniani, ai quali pertanto si riferi
sce la nostra trattazione.
Fig. 9.1
189
Per ricavare le e qua zioni che reggono il moto dei fluidi visco
si prendiamo in esame una porzione del campo fluido costituita da un
para llelepipedo elementar e di spigoli ox , 6y,6z paralle li a gli assi
di una terna cartesiana di riferiment o (Fig . 9 . 1) .
Agiscono su questo e l emento le seguenti forze:
a) la forza d i gravità yoxoyoz , applicata al bar icentro, con compo-
nenti lungo g l i assi rispettivamente par i a:
asse x - y 6x6y6z ah
ax
ah
asse y - y6x6y6z ay (9 . 1)
asse a - yf.xf.y6z ah
ai
sempre essendo h la direzione verticale, positiva verso l ' alto ;
b) le forze trasmes se dal restante campo flui.do a t traverso la super
+ .... + -
fic ie ester na dell 'e lemento , e cioè detti f X , f y , f Z gli sfor zi
unitar i competenti , rispettivamente, alle facce normali agli as-
si x, y , z , l e differenze fra le rispet t ive fòrze applicate alle
coppi e di facce opposte .
Se allora s i deno t ano con un secondo indice le proiez i o ni di
qu est i sforzi unitari secondo i t r e a ssi coordinati , le compone~
t i de lle forze risultanti nelle stesse direzioni sono le seguen-
ti :
afxx afyx af zx
asse x 7x 6x6y6z +
òy 6y 6x6z + 7z 6z6x6y
afx y af afzy
...:...rt.. 6z6x6y
asse y ax 6x6y6z + ay 6y6x6z + oz
aa X ih dT
zx 6:.e6y6z
asse :.e 6:.e6y6z + ~ 6:.e6y6z +
a:.e ay az
QT aa dT
asse y ___EL 6:.e6y6z + _:i_ 6:.e6y6z + _;Z 6:.e6y6z (9.2)
ax at aa
dT
xz 6:.e6y6z + -E.
dT aa z
asse z 6x6y6z + 6:.e6y6z
a:.e ay az
dx -I
Fig .9.2
dv z
asse z p6:i:6y 6 z
dt
=
xz =
T T T T T
xy yx zy zx
,. xy = µ ~ cv + __
av)
x
d!f
=
µ ( _
av_
x +
dy ~) = ,.
dZ yx
,-yz
=µ ( _
av_
ay
z+
aa
~) = Il
( av
--1. + av 2 ) =
aa ay
,. zy (9.4)
,. xz =µ cv
__
ax
z+ __
av x )
'd z
= µ
( avx
-
av 2 )
aa- + -
ax-
,.
zx
1
E
X
= E { ox - V ( o y + o z)}
1
E
y = -E {o y - V (o
X
+ o z) } (9. 5)
e {o z -
1
ez V ( o x + oy)}
E
G= (9.6)
2 (1 + v)
Sommando le (9 . 5) , risulta:
e: + E + e:
1 - 2v
{o + (J + o ) (9 . 7)
X y z E X y z
v ( c X +E y +e)Z ·]
1 .,. 2v
+
V (E + _:
y
+e) ] = v(c X +e: y +e) Z ]
X
1 - 2 ,J
z 2G
---"---1---"...-h -=- (9 .8)
V (E
X + e; y
1 - 2v
+e:)
Z ]
= ]
Introducendo la media o= -31 (o
x
+ o
y
+ o
z
) degli sforzi norma-
li nel punto considerato, potremo anche scrivere:
v (o + o + o )
o = 2Gt +o+ 2G x y z 1 (o + o + o }
X X 1 - 2v 3 X y Z
o
X
2Gc
X
+ o - l3 G (e
X
+ E "j + cz)
o
y
2G c
y + o - 32 G (c x + E:
y
+ c z) (9.9)
o
z
= 2G c
z
+ a - 2
3 G ( E: X + E
y
+ ez)
av X av
p - p )t = 2 µ ~ - 2
3
\, cv
ÒX X + _J_+
òy ::z)
p - Py
av
2 \J _'i.
ay - 2 µ
3
cvx Cx
+
av
_J_
<l!f
+
avz )
a2 1 ( 9. 1 O)
av x
__ + av
_J_
( <I X ay
p + p + p
= x l z , otteniamo:
av X
p - Px = 2µ ~
( 9 . 11)
z
av
p - Pz = 2µ ~
ah ao ;) T
- y6xoy6z - + X ~ 6y6x6z +
asse x
ax àx" 6xcSy6z + ay
at zx dv X
+ 7T" 6z6x6y = p6 x6y6z at
ah ao ~T
asse y - y6x6y6z ay + _.:J_ 6x6y6z + _2:1. (lx6yoz +
ay ax
(9 .12)
a-r dv
+ ~ 6z6x6y
az = p6x6y6z
al-
ah ao z at
- yoxéyoz ai' + __ _L!:.. 6x6y6z
az 6x6y6z + 'ily +
asse z
a, dv
xz
+
---rx 6x6y6z = pox6y6z atz;
sostituendo i valori 11ati dalle (9 . 4) (9.11) e semplificando si r i-
cava:
a 2v 2 2
a ( a 2v _
a v_
y) (a 2v a v)
- ax (p + yh) + 211
~
X + \J ~
y + axay + u ~ + axa : =
dv x
= p
dt
a a 2v 2
( a v
2
a v ) + µ (acx '·
2
v +a2v)
~
- ay (p + yh ) + 2µ + Il ~ -- X =
~+ ayazz ayax
( 9. 13)
p
~
a 2v z 2 ( a 2v a 2v )
a ( a v a 2v )
- ai' (p + yh) + ?. µ
a"z'T +JJ a7+ aza: +µ ~+~ =
dvz
= p
dt
194
ò 2v X i 2 vy
__
ò 2v Z
Se s 1 osserva ce,
h nel 1 a prima, µ ~ + µ axay + µ ~
a (-avx avv avz)
= u -ax ax- + __,_
ay + -az- = O se 11 fluido è incomprimibile, e ana
logamente nella seconda e nella terza, otteniamo infine :
a dv
àx (p + yh ) - p
X
dt + u'i7 2v X
a dvy
ay· (p + yh) = - p
dt +
µ 'i7 2v
y
(9.14)
a dvz
ai (p + yh) = - p dt + µV 2v z
a f
essendo V 2 f =a?+
a f +~l'operatore
2 a f 2
ayz 2
di Laplace.
Queste equazioni, ricavate prima da M.H. NAVIER (1822) e da s.
D. POISSON (1829) in base a considerazioni di mutue azioni fra le
molecole dei fluidi, e più tardi da J-C.B. DE SAINT-VENANT (1843)e
da G.G. STOKES (1845) in base allo schema classico sopra formulato,
sono generalmente denominate equazioni di Navier-Stokes, e regola-
no nel caso più generale la dinamica dei- fluidi viscosi incomprim,!
bili.
h' = !!.e.
Otteniamo:
2 11 2
Vo ap ' ah ' V~ av X' o
é) li ' él!I '
X
dli '
p
i élx '
+ y
a?" = - p
T rrr - p
T (
li x' axr X + Vy ayT + v z' az ~) +
µV O ( é) 2v ~ é) 2 V ' él 2v '
+ rz- a?7 + a'y"TT +
z
~)
e d ividendo termine a ter mine per e.!!.i
i
2 2
+
IJ
( a v ~ + a v; a 2v ;)
P .e.v o axTT ayTI + a'zTT
ap ' g .e, ah I av ' ( v ' av •Y av ' ' ) +
_é)!I _Y
+ -2. +
ayT +
~ ayT
=
w X é) X 1
V'
y ay '
V '
z é) z '
( 9 .16)
+ - -
u 2
( a v y' + a v y' + a
2
2v ' )y
pR.Vo ~ ayTT ~
196
Re (9 .17)
F = µV9..
µ
1
rV (9 .18 I)
À
( a2v a 2v X a 2v x )
L (p + yh) = ax2x + ~ + ~
ax I.J
a ( a
2
v a 2v 2
a v }
ay (p + yh) = \J ~ + ~ 11 + ~ ( 9 . 1 9)
a ( a2v z a 2v z a 2v z)
+ yh)
aa (p \J ~ + ~ +àzT"
!::,,
-
Poiché il moto è unifo_E
me e per ipotesi le CCJ!!!
P/r
po nenti " ,v sono nul Ply
y z -
le, per cui v x = v, d e lle ,
derivate parziali se- I
L
ay (p + vh > o (9 . 20)
~
a (p + yh) = o
y 2 + z 2 - rà a (p + yh )
V =
4ii
V • - ri ( z, 2 _ z, 0
2) ( 9. 21)
4 \J
V ( 9. 22)
max
Q = V11r~ (9.24)
Fig .9.4
V '= V -
a
-
y? + z 2
(p + yh ) ~ - - - - (9. 25)
ax 4µ
Fig .9.5
;X (p + yh ) = ~ e:> + ::~ ~
( 9.26 )
a
rz <P + yh ) = o
L ' ultima delle (9 . 26) indica che anche qui, lungo la normale
z a ll ' asse del moto, la pressione è distribuita idrostaticamente ,
com'è logico dato l'andamento rettilineo e paral l e l o del moto. Ne
segue che il gradiente f-
ax
(E+
'(
h) (cadente piezometrica nel la di-
rez i one del moto)è indipendente d a z , e qu i ndi costante in tutti i
piani parallel i al l e pareti.
a 2 vx
Poiché la velocit~. v x è uniforme, i l termine ~ è nullo ;
pertanto, integrando rispetto a z la prima delle (9.26), si ottie-
ne :
(9.27)
av X
az"" = o per z = o
(9.28)
b2 .L
C2 = - 8µ ax (p + yh)
e pertanto:
=
4z 2 - b2 a (9.29)
V
X 8µ ax (p + yh)
V
yi b 2 (9.30)
max Su
V (9.31)
Fig. 96 :x (~ + h)
ah
:s=-=-
ax sina
203
- 6p6z + oTox O
da cui
(9.3 3 )
q ( p + x hl = .a.i
ax az
Se, come supposto, il
moto del fluido è indotto
sol tanto dal movimento del
piano mobile con cui esso
è a contatto, non vi sarà
Fig.9.8
gradiente di (p + yh) nel
la direzione x del moto, e quindi sarà anche:
(9.34)
per cui
av v0
To = 1,1 az = µ T (9. 36)
b
2 + z 4z 2 - b 2 a
V = Vo --b- + ---=a-
µ- - ax (p + yh) (9.37)
v0 b2 a
V == 2 - 12µ 3X (p + yh) (9.38)
2
e~
lori della pressione (per yh = O) risultano dalle seguenti formule:
y - 41-
o
~
e~
l"
rox
Vx = Vo [ ¾---;,--r7 l"
+ ~) + 1]
~
3 l"oX Y
Vy = V o 4 ---;,-- ?
(9.39)
3 r 0xz (r~
vz = Vo 4 -;,- ? 1)
3 IJVorox
p
2 r3 + Po
p=-¾1J~vo+Po (9 . 40)
l" o
3 Vo
P 1, 2 = ( 9. 41) Fig 9 . 10
;!: 2 µ ro + Po
3 V O
T O max = 2 µ r ( 9. 4 2)
0
(9.43)
4z 2 - b2
~ ~ Su (p + ~h) (9.44)
V
X
(9.45)
V - -1'2.._ lE.
y 12 µ ay
(9. 46)
tazionale.
Questa proprietà del moto fra due pareti piane parallele di am
mettere un potenziale delle
velocità viene sfruttata(cQ
me indicato da H.S.HELE-SHAW
nel 1898) per riprodurre sp~
rimentalmente per analogia
(mod ello analogico di Hele-
Shaw) moti irrotazionali pi~
ni entro condotti o at torno
a profili di varia forma,no~
ché moti di filtraz ione bi-
acqua t
dimensionali con prestabil! colorante
ti contorni, che pure ammet
tono (Capitolo 16) un poten
ziale delle velocità; inte-
grando cosl i metodi anali-
r
tici e numerici esposti nel Fig. 9 . I I
Capitolo 5.
L' esperimento (F ig. 9. 11) consiste nell'introdurre, ridotte in
scala opportuna, le sagome dei contorni nello spessore fra due pa-
reti piane molto vicine, e nel far circolare nell 'intercapedine l!
bera un liquido di adatta viscosità (si può impiegare acqua, olio
d i vaselina o simili ) in vi rtll di piccole differenze di l ive llo ma~
te nu te fra l 'ingresso e l'uscita . Se si ha cura di colorare all ' in
gresso alcuni punti del liquido, la traccia colorata seguirà l ' an-
damento di una linea di flusso, e potrà riuscire visibile (e quin-
di essere disegnata o fotografata) se una delle pareti viene rea-
lizzata con materiale trasparente. Queste tracce forniscono una di
retta guida per il tracciamento del reticolato di flusso valido per
i moti a potenziale delle velocità considerati.
Va osservato che nell'immediata prossimità dei contorni, in una
fascia la cui larghezza dipende dallo spessore b entro cui il moto
avviene, si possono riscontrare delle deviazioni dal corretto anda
mento, imputabili all'aderenza ai contorni stessi (velocità nulla)
del moto del fluido viscoso.
a} b)
Fig. 9.13
(9 . 47)
v0 (b 1 - n :c ) 2 ap
v =2 - 1 ?.1J ax (9 . 48)
Vo (b J - o:x ) (b l - o:x ) 3 ap
q = ( 9 . 49)
2 1 2lJ ax
Risol t a r ispetto a * , e t enendo c ont o c he , p er ess e re ne l c a
SO in esame p = p (X) f unz i o ne di X s oltant o, *
viene :
= n, la (9.49) d~
dp 6 11v 0 12 µq
( 9. 5 0)
dx (b 1 - o:x) 2 - (b 1 - o:x l 3
1 2 \Jq
p = cx (b 1 - a x) 2a (b 1 - a x) 2 + e
e - ~+~+P o
o:b 1 ab f
da cui
b 1 b2
q = Vo h1 + h2 (9.52)
6µv 0 (.2. - x) (b 1 - b 2 ) x
P =Po+ (9.53)
.2.b2 (b1 + b2)
b ax = ~
Vo
(l =
-
X
p
Fig. 9.14 b)).
Pma.-Po
a)
I
L_ I
LC ~ ~ ~
~
...I
I: x b)
.I
Fig. 9.14 l .I
P = r: (p - Po ) dx
p = 1 ) (9 . 55)
+ 1
b = e COS,p + o
p (O) p (2 n )
..È.E...
rd,p = p6µ <vob - 2q) (9.57)
- ·-+
Flg.10. 1
av x av
__
x+v
av x
at + ~x ax y ~ (1 O. 1)
- pV
av
'fx ( 1 O .-2)
-
all'interno dello strato. limite)
e la forza d'inerzia (prevalente
all'esterno) saranno dello stes-
so ordine d i grandezza. La forza
--
--- --- ---- ò
d'inerzia, che già più volte ab-
biamo espresso in termini purame!! Fig 10. 2
t€, dimensionali, Ji scrive qui pa;:_
ticolarmente p 1:.-f per l 'unità di
volume, essendo .e. la distanza di una generica sezione dal bor-
do iniziale. Analogamente, la forza viscosa che si esplica in vir-
tQ del gradiente trasversale ~v della velocità, va assunta ;nella fo.E_
V o oy
ma u -:-7, sempre per l 'unità di volume. Si avrà quindi:
o
da cui
6 '\, .Vr.R
pV o
- e 1r:szr.
V PV o ( 1 O. 3)
,s 5
( 9. ) 1am = 7"Re7 (10;4)
dove Re .t = 7.e.v
P
è un particolare numero di Reynolds, riferito alla
lunghezza della lastra .e. e alla velocità indisturbata v 0 • Dalla
(10.3) si vede che lo spessore o dello strato limite cresce con la
distanza dal bordo iniziale della lastra proporzionalmente a fi. !
noltre il suo spessore relativo f diminuisce secondo ~,cosicché
viene a sparire nel caso teorico di R•.t -> 00 , cioè fluido ideale sen
za attrito.
Si può valutare anche lo sforzo tangenziale TO che l 'attrito
determina sulla lastra , in base alla relazione fondamentale di Ne~
ton To = u(~v)
oy O
(1.1), dove l'indice O indica il valore per y = O.
217
t o " ( 1 O. 5)
5t
pv~
to = ca_2_ (1 O. 6)
(10. 7)
F ~ b J:
t 0d t = b J: vp ~ a
2
0,6 64 pvo 1- 1 I 2 dt
-r
pV~
F = CRA - 2- (10.8)
e = 1,328 ( 1 O. 9)
R --
/ Rei
qAB = J: vxdy
pressione - *
per unità di larghezza, agirà la forza dovuta al gradiente della
dxo ,
genziale alla parete - Todx.
uni tamente a quella dovuta allo sforzo tan
t
0
dx + le.
ax odx =[ J: p +
~ O + V
ax T 0
=
d
dx J: (1
V;) v
X
dy =
pv2
(10.10)
dx
d
[ o ( (1 V;)
V
V
X
d ( ;) l
Vogliamo ora applicare questa formula al caso già trattato
della lastra. piana lambita da una corrente (Fig. 10.2). Il gra-
diente di pressione i è nullo e la velocità v pari a quella del
fluido indisturbato v 0 •
Si potrà valutare lo sforzo T O pur di conoscere la legge di
distribuzione della velocità v all'interno dello strato limite;
X
essa sarà una funzione crescente di y , che dovrà soddisfare alle
seguenti cinque condizioni al contorno:
- a contatto della parete (y = O) dovrà aversi:
a 2v_x )
_ = O
V
X
o e
( ay 2 y=O
d a2 v
diviene*= u ay2x = O;
sulla superficie di traccia AA' (y = 6), al fine di assicurare
la continuità della distribuzione delle velocità fra la zona
dello strato limite e quella del moto indisturbato, si dovrà~
vere:
a2v )
v·
X
o e ( ~
ay y- 6
= o
( 1 O. 11)
d6 630 _µ_
6 ( 1 O. 1 3)
dX • 37 Pl>o
,,
V DI,,_ I I
da cui, per x ~ t : -r,,ne I I
3
6
( 1 O.14)
.~t
\: ~ >- ·~ -
t ) ~ >--
2 I/
->-- >--·~v ,I
La ( 1 O . 14) è da confrontarsi con la ->--
.,ey ~)I'.
>-->--
v
(10.4); si nota che, pur avendo adottato , /
)
V V
/ I
m
J
una legge di distribuzione delle veloc i tà /
J ,I I/ __,. --'."~9-1
approssimativa, si è ricavato un coeffi- ..,-V ..... ~
ciente che è sufficientemente prossimo a o
quello ricavato da Blasius col procedi.me~
to matematico più rigoroso.
Sostituendo la (10.4) nella (10.12)
si ottiene:
= 0, 686 Pt!~
T Q --
/7r. 2
.e
pure da confrontare con la (10.7). Fig.10 . 6
222
te
b = 0,08 Re
con 2b V 0
Re essendo v 0 la velocità media nella sezione. LaF ig
~
223
0.8 \\.
\ '--
O.ti
O]
---
~- ....
"' 0, 06 Ra
2. o
V
._. ....
~ I. 6
... -
2 ""
,-i--,
a8 \ ---
a4
Qo
QOO 0.04 0.08 a12
Fig.10.9
ap = µ ( a
ay
2~x) y• 0 ( 1 O. 15)
- .. -- -"""3 --::>,
L-
... L.
a)
- ..--...,_....-~.-,
------=- - b)
-
Fìg.10.11
., C)
Fig 10. 12
~j
FiQ.10. 16
~
10.6. La zona di scia vorticosa
La presenza di una zona di separazione v orticosa modifica non
solo l'andamento delle velocità, ma anche quello . delle pressioni
della corrente , rispetto alle previsioni teoric he del moto i;rota-
z.ionale. Se la zona di separazione fosse nettamente del imi tata , ed
i suoi limiti rappresentati da ben individuate linee di corren te,
sarebbe possibile riguardare la corrente esterna ancora come irro-
tazionale , e applicando la relativa teor ia dedurre velocità e pre~
sioni, in particolare lungo le anzidette linee di del imitazione . La
pressione all'interno della scia vorticosa corrisponderebbe allora,
salvo la fluttuazione turbolenta dovuta ai vortici, e cioè nella m~
dia, a quella esistente lungo la superficie di delimitazione.
Non è però agevole determinare le linee di corrente di questa
superficie neppure nel caso più semplice in cui esse partano da pu_!!
ti ben definiti, c ioè da angolazioni del contorno. Riprendiamo il
caso della cavità a valle di una piastra investita frontalmente.
Dal punto di vista teorico, recentemente H. ROUSE (1956) ha!
potizzato che l'effetto della piastra possa tradursi nella sovrap-
posizione alla corrente principale di un vortice rotazionale a va!
le della piastra stessa, conformato secondo una linea di demarca-
zione che corrisponde a quella sperimentale. LaFig. 10.17a) ricav~
ta dagli appositi esperimenti, fornisce, fra le altre linee di cor
rente, quella contrassegnata con w= O denotante la demarcazione
del vortice interno. Essa fornisce inoltre in (b) i profili di di-
230
~
- - .,... J_
-}
__
~ J
~
b) e)
Fig. 10. 18
La spiegazione del
diverso comportamento r!
1. ' / ....
siede nello strato limi- ~ 1--- ' '-l---l---1-----4----"-' --.I.. " , ___ ezi,.., aJ. ,
.,
te, che tende a passare .. lmr-P<: ,,.. ' ' .,
da Zaminare a turboZento 1----1--;>-1--_-- ~-~ - =
~1~ · -c.:.·x~,~ =.c..--..,.._.-_~
_ .-.:J'---t----<
7,......,\-1--~.1.---1=
ancor prima che avvenga ,.,,
/
.I
-1.• /
il distacco dello strato
limite laminare. Colpa~
F,g 10. 19
saggio a turbolento, lo
strato limite diviene se
de di moti di agitazione trasversale, per cui l'azione di trascin~
mento della corrente esterna si accresce rispetto a quanto avviene
nel caso dello strato laminare. Di conseguenza il punto di distac-
co si sposta verso val le: da una posiz ione di poco precedente l'e-
quatore, con lo strato a carattere laminare, ad una posizione piil
avanzata di circa 30" - 40° lungo il meridiano. Si riduce quindi la
zona di scia vorticosa a valle, avvicinandosi di piil al comportarne~
to teorico del moto irrotazionale senza separazione. L. PRANDTL
(1914) dette una dimostrazione sperimentale di questa sp i egazione ,
collocando trasversalmente ad una sfera liscia un anello di filo sot
tile poco avanti l'equatore e riscontrando che giA prima del va-
lore critico sopra citato del numero di Reynolds si modificava,per
la turbolenza artificia lmente p r odotta nello strato limite, la po-
sizione del punto di distacco.
Analogo comportamento presentano in genere i corpi con profi-
latura tozza e con rilevanti variazioni della curvatura . Invece i
profili ben raccordati a monte,
ed allungati nella d irezione
della corrente, come quello de!
la Fig. 10,20 a), determinano
un andamento della corrente che,
per le ragioni esposte, corri-
sponde a quello ciel moto irro-
tazionale quasi per l'intera lu~
ghezza, salvo una limitata zona
di distacco all'estremita. La
proprietà ricordata vale però
solo per 1 'assetto " normale "
ng.10 20 del profilo rispetto alla dire-
zione della corrente; altrime~
ti, se il profilo è inclinato, si forma sul dorso una zona di sep~
232
Fig.10 . 26
pVd
Re= - - ( 11. 1)
11
x = P(~)y2 (11.2)
µ
il quale denota 1' importanza relativa dei termini che entrano in gi2
240
V
X
= VX + t> XI
V = V + v'y ( 11 • 3)
y y
t> I
z + z
V V
z
p p + p' ( 11 • 4)
V = ,!_T JT V
X X
dt ( 11 • 5) Fig. 11. 4
o
.!_ [ V ' dt = 0 ( 11 5 I)
o
T X
o
pV'dA(O - v')
y X
y
,' = T' = - ov ' v '
v·y yx yx y x
Il'.'
X
Si noti che il segno negati-
dA vo permane sempre perché ad una
fluttuazione per cui v' è posi-
Y
tivo corrisponde una variazione
X
di velocità - v~, e ad una flu!
tuazione per cui v y' è negativo
Fig. 11.5 una variazione di velocità + v X'.
Se ora 11 prodotto delle pul
sazioni di velocità viene mediato nel tempo, si ottiene lo sforzo
tangenziale medio che si esercita sulla superficie:
Txy 1
pV
1
X
V 1
y
p' PV I 2
y y
P'y = ov'y z
' =-
t xy pii"7'i','i" ' = - pv y' v'z
t yz -;, = -p v Z' v X' ( 11 • 6)
X y zx
p'X pi,T2
X
p'y = pi,T2
y
p'z = pi,T2
z
(11. 7)
av
x + ~
__ av} -
T
xy
= \J
( ay ÒX
{ 11. 8)
av
Px = p - 2\J ~ + pjj°T2 ( 11 . 9)
ax x
a
ax (p + yh) =- p
dv X
dt + ul7 2 vX - p
[ _av_x_
ax
'2 + ~
a jj"'1'"ij' a jj"'1'"ij'
ay + _ a_z_
X Z ]
a
ay (p + yh) = - p
dv
---1.. +
dt
ul7 2 vy - p
(av'? + av '
___J_2_
'àx
__
y_
'ày
2
+ a
~
y z
jj"'1'"ij' 1 (11.10}
rz (p + yh) =- p
dt + u11 2 vz - p ~
ax 7y
z + __
az y ]
av
__
av
x + ---1.. +
av z
ax ay az o
( 11. 11 )
.:iv•
X
av• av •
z
ax + ---1..
ay + Tz"" = o
L ' applicazione delle equaz i oni de l moto turbolento, d ata la
loro compli cazione, può farsi peraltro solo i n casi particola ri .
òV
1
X
vX (y) - vX (y - l l
245
tiv"
X
v X
(y + tJ -v X
(yJ o: i. t~x) y
jv'j (11.12)
X
~ - l" (11.14)
X y
.e,2 ( a/ )2
av (11.15)
T
xy
-r ,
xy
= " .e, 2 Idv ! dv
dy
x x
dy
e11 • 1 6 i
( 1 1 .17)
(11.18)
V
X
µ y (11.19)
u. = ( 11 • 20)
V u.
X
y (11.21)
u. \)
u.
Questa legge vale entro il sottostrato viscoso per y - < 5;
V
per cui il suo spessore 6 ' in una parete liscia può ritenersi pari
a:
0 , = 5v (11.22)
u.
u.
Vi è poi una zona di transizione, per 5 < y ~ < 70, incui la
resistenza d'attrito viscosa e quella turbolenta sono di pari im-
u. . .7
portanza. Infine, per y - > 70, la turbolenza è p~enamente sv~~uE
V , ,
pata . Qui L. PRANDTL e Th. VON l<ARP,AN (1926 - 1930) formulano l 'ip2
tesi, per l'applicazione del la ( 11 .16) , che T possa ancora assumer
xy -
si pari al valore 1 0 alla parete, e che la lunghezza di mesco l arne~
to sia proporzionale alla distanza da essa, cioè
( 11 • 23)
si ottiene allora:
( 1 1.24)
cioè
av X
dy
V
X
( 11 • 25)
u.
249
V u. y
--25. ln + C2 (11.27)
u. I( V
u y
con appropriato valore della costante; val ida per ~ < 0,15, ~ >
av X
du
.9. (11.28)
" d2 vX
dy 2
250
(11.29)
1 ln IL (11.29')
K O
( 11. 30)
V
~
u. rCY) =-
s
(11.31)
252
" e/ = 3,5 · 10 5
( Re)
e
:: ( - v )e 1 • 106
... ---
6turb.
Fig. 11.17
vx =( ~ )I
O turb
/7
( 11 . 32)
Vo
( o) o,377
(11 .33)
I turb = ( Re t) 1/ 5
0,059
ea = (11.34)
( Re ) 1/ 5
.e.
O, 074
eR = (11.35)
( Re,e_) l/5
/ ,
che deve essere adattata ai valori sperimentali. Th. VON KARMAN pr2_
pose la forma seguente:
( 11 • 36)
0,370 (11 • 3 7)
(l0?"10 Re .e_) 2, 58
1 (11.38)
rc;
che considera sempre 11 moto turbolento a partire dal bordo ini-
ziale.
La Fig. 11.13 riporta graficamente i valori di C R tratti da
questa formula, assieme a quelli corrispondenti per lo strato li-
255
IO
8 I
........
" r-- rtql11.38,
.
"- I',!'- --
...... t--,
3
f.Eq,f0.9
- ~
I--,~
I• [Eqlrl 3/N
--
2
r-1--,
~
i--
~
'"' 11:fl 107
Fig.11.13
1ò8 9
IOR=~
~ µ,/Q
( R•t>c 3 • 10 5 4 • 10 5 5 • 10 5 6 • 10 5 l • 10 6
.,o3
,Js
1vT3
.5
0.003
mersi la formula:
eR ,
= ( 1,89+1,62log 10 _
.t )-25 (11. 40)
e8
e
31!11l
= 1 00 fil
tJO
( 1 1 .4 1 }
= .i, 1 00 ( 11 . 41 ' )
e amm
Re ~
a)
b)
cl
Fig 11.15
av
x +
__
ax o (11.42')
perché sempre nuova quantità di fluido ambiente viene con esso tra
scinata.
Analogamente, per il g et t o a i l i nd ri ao di diametro d (x), siha:
(11.43')
v
x
= v% max (x) f(, ll
b )
(11.45')
zona di avviamento
)C . .
Xo
)C
Fig . 11 . 16
nella forma
E= k~d v
xo = cost (11.48)
V
X (11 • 4 9)
vx \1 + Vx max r2]2
max L 8 cx
dove la distanza longitudinale x è misurata dall'origine dei profi
li simili, posta alla distanza 0,6 d 0 (Fig. 11.18) dall'uscita del
getto, collima bene coi risultati sperimentali (H. REICHARDT, 1942,
Fig. 11.17) quando per e si ponga:
( 11 • SO)
Si ha allora:
1)
__x_ 1
( 11 . 51)
v x max
V x max
= 6,4 (11.52)
1) X
xo
Dalla (1 1.52 ) risulta c he il getto è pienamente sviluppato per
x = 6, 4 d 0 , quindi ad una dl
stanza dal la l uce (distan-
z a di avviamento) x o=(0 ,6+
+ 6,4) do= 7,0 d 0 •
Dal confronto fra le
(11.50) (11.52) discende il
0.2l----4- - --1---1- -l--+-P-1~,---+-----l
valore costante della visc2
sità cinematica turbolenta: 00 0.04 0.08 0.12 f/X 0 ,16
Quanto all ' angolo di diffusione del getto , esso può ricavarsi
ottenendo dalla ( 1 1 . 51) la linea retta lungo cui la velocit~ nella
sezione assume una determinata riduzione rispetto al va l ore assia-
le Vx max.
Ad esempio, a vx/vx max = 0,5 corrisponde un angolo al centro
di 5° per il getto circolare (mentre è di 6,5° per quello piano).
Naturalmente non si può parlare di confini ben precisi , ma, dato il
carattere turbolento e quindi pulsante del moto, di valori medi in
senso statistico. H. ROUSE ( 19 48) indica come "confine nominale del
getto" circolare la linea di apertura 1 : 5. Ad essa, secondo la
( 11.51) corrisponderebbe una riduzione~= 0,08 (Fig. 11.18).
iixmax
7.0do
doI-
2
r
~ 4
6
o 2 4 6 8 ,o 12 ,. 18
Ftg. 11 . 18
Q = 8 1TC X
11d~
= -4- vxo
v- u.y
2 5, 7 5 log 10 + 5,5 ( 1 2. 1)
u. V
20
15 o Re<2. 0 · 1o3
.. Re . 4 .0 . 103
10 • Re• 4.1 , ,oS
5
• Re:2.0 · 106
Fig 12. 1
V V u .Y
X X
( 1 2. 2)
u. u. V
266
é '=11,6 v 11,6 V
( 12. 3)
~ u,.
0 I
= 0,108 V
y' = ( 12. 4)
~
107
y
Misure di distribuzione del
l'energia mostrano che effetti-
vamente, a questa distanza dal-
la parete, la produzione di tur Fig. 122
bolenza raggiunge un massimo (J.
LAUFER, 1954 ) .
Anche per i tubi ci 'lindl"ici scab!"i valgono le analogie col mQ_
to turbolento di strato limite lungo la lastra . Pertanto, in base
alla scabl"ezza in sabb ia e 5 di Nikuradse, quando la sua sporgenza
è tale da rompere completamente il moto laminare accanto alla pa-
rete cosi da annullare l'esistenza del relativo sottostrato, vale
la relazione:
V
X
y
e 5 + 8,5
= 5,75 log 10 - (12. 5)
u.
e
s
y' ( 1 2. 6)
30
U· e
tubo idraulicamente liscio o ~ ~ ~ 5
V
u. e s
tubo nel campo intermedio 5 ~ ~ 70 ( 12 . 7)
V
u•es
tubo completamente scabro 70 ~
V
1) y
_25. = 5 , 75 log IO e + 8 ( 1 2. 8)
u. s
lento (tubo liscio) ~ rappresentato nella Fig. 12.5 per due valo-
ri del numero di Reynolds,
e messo a confronto con que!_
lo del moto laminare, aveE.
te la stessa velocità media
V, definita dalla formula
(9. 23).
Si osserva l'andamen-
to motto più prossimo ad un
valore medio uniforme del-
Fig. 12. 5
la distribuzione turbolen-
ta, salvo nell'immediata v.!_
cinanza della parete; e ciò
in conseguenza del trasporto laterale di quantità di moto che è
proprio del fenomeno stesso della turbolenza.
yA 1 1 , 2 sina
ApA + YA t I , 2 sin a - t O e t I , 2 0
Poiché
s ina = .2!:!....
t I ,2
òh • A
10 .. Y~ c ( 1 2 . 9)
(12.10)
re
da cui, essendo per i tubi di sezione circolare A =2
a
( 1 2 . 11 )
270
y \
To ) (12.12)
laminare I
sforzo
rurbolento tangenziale
_ totale
Fig. 12. 7
dQ = Vx (r) 2 ,rr dr
V r o
= 5 , 7 5 log 10 + 4, 75 (tubo scabro.) ( 1 2 • 13 I)
{1: es
essendo, inoltre:
vx max - V
= 3,75 ( 12 .1 4 I)
~
Le (12.14) (12.14 ') stanno ad indicare, in armonia con quanto
espresso dalla legge del "difetto della velocità" (11.30), che, se
ci si riferisce alla velocità media v , la distribuzione delle ve-
locità nel moto turbolento ha la stessa forma per i tubi lisci e
scabri: tale forma, cioè, è indipendente da quello che accade vi-
cino alla parete.
Conviene ora esprimere lo sforzo tangenziale alla parete , 0 ,
272
( 12. 15)
t.h · f v2
(12.16)
~ = J 2g
= i = f _ _v_z__
(12.16')
d 2g cosa
i = ~ ~; ( 12. 17)
0 . 10- -- - - - - -- - - - - - - . . . - -- - -- ,
t 0.09J.._...J..-L-------~-----+-- - - - ---1
0.08-l----l......i-- -- - - - 1 - - - - - -- + - - - - - - - i
O.OlJ.._-..$1.------ -+------------1--------1
o.06:~---fir-------1--___,,,,_____ ~ - ........- . -...
o. 051-- -----...-..-:..1f-.-..
-~C:::....~----C.:-l---- -- -~ . -...-!'11-....- ....- ....- ..-..,--:-~-~-À--t-,
o.04t---t--:r---.11~~~.,a...--~:l:;:;;:;:::~;;a~:;J
/03 10 4 ,os Re
FIQ.12.8
1
q - 2 10910 Re 11 - 0,8 (tubo lisc io) ( 12. 18)
1
lf - 2 109 10 ~ + 1, 7 4
es
(tubo scabro) ( 1 2 .18 I)
f = 0,3164 (12.19)
Re O , 2 5
f = H
Re
(12.20)
C'è tuttavia da osservare che uno stesso tubo puO essere coE
siderato scabro o liscio, a seconda della portata convogliata. In
effetti, la qualifica di tubo scabro dipende dallo spessore e 8 de,!
le asperità in sabbia, in confronto con lo spessore 6' del sotto
strato limite viscoso:
6' =
65, 6 ro (12.21)
Re /'f
2 r V
essendo sempre A• = =--..:..o.:.
V
Si conclude perciò che· lo spessore del sottostrato limi te vi
scoso, e quindi la qualifica di tubo liscio o scabro, dipende dal
numero di Reynolds. In altre parole, uno stesso tubo potrà compo!
tarsi come lisci? quando convogli una bassa portata ( Re piccolo,
cioè 6' grande), mentre si comporterà come scabro per portate su-
periori.
Dalle esperienze, e in particolare da quelle citate di NIKU-
RADSE, emerge che nel diagramma le rette rappresentative delle
(12 . 18') per i tubi scabri corrispondono all'~ffettiva realtà sp~
rimentale solo a partire da numeri di Reynolds tanto pia grandi
e
quanto pia piccola è la scabrezza relativa....!!. del tubo; mentre il
1' o
passaggio dal comportamento ftliscioft al comportamento "scabro" ay
viene attraverso una zona intermedia (il tratto di curva "a gino~
chio").
Questa zona intermedia, in cui tanto le asperità quanto la vi
scosità fanno sentire la loro influenza, è delimitata, come risul
es -
ta dalle (12.7) con la (12.3), da valori 0,45 < 6' < 6 del rappo!
to fra lo spessore delle asperità (grani di sabbia di Nikuradse) e
lo spessore del sottostrato viscoso.
d
1
lf
- 2 log 10
d
e
1 , 1 4 - 2 log 10 ( 1 + 9,35 _L)
Re/f
( 12. 22)
od anche:
- 1 = - 2 log 10 ( e-
-- 2 52)
+ ~ (12.23)
/"f 3 , 71 d Ro / f
Per questi tubi la misura e non puO essere che quella di una
"scabrezza equivalente", cioè definita dalla dimensione e 5 delgr~
nello di sabbia (usato nelle esperienze di Nikuradse) che dà luo-
go allo stesso coefficiente di resistenza in regime di tubo sca-
bro.
La rappresentazione grafica completa del coefficiente di re-
sistenza f in funzione del numero di Reynolds e della scabrezza
e
relativa cl , è stata data da L.F. MOODY (1944) conun diagramma 1~
garitmico assai noto (diagramma di Moody , Fig. 12.9), nel quale è
anche riportato l'andamento del coefficiente di resistenza f per
la zona di moto laminare ( Ro < 2000).
Per 2000 < R• < 4000, 11 comportamento non è ben definito a
causa delle continue oscillazioni che si possono avere fra moto 1~
minare e moto turbolento (zona criti ca). Nel grafico è poi messa
in evidenza la z o na di t r a nsizi o ne in cui si ha un comportamento
intermedio fra "tubo liscio" e "tubo scabro" (cioè in cui si sente
contemporaneamente sia l ' effetto della viscosità che della scabre!
za) e la zona di moto decisa me nte t urboZe nto (quella a destra de!
la linea tratteggiata), in cui il comportamento è esente dagli ef
fetti della viscosità, ma dipende solo dalla scabrezza rela tiva
e
a·
A titolo informativo si forniscono nella Tabella 1 i valori
della scabrezza assoluta e per alcune categorie di tubi, desunti
da recenti risultanze sperimental i .
C"'-(If COfFFICJEN TE DI CHÉzY
I
I "'
-.J
30
- )\
>-
"'
>-
~~ I '/ d•0 .05
~- I••
'
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O.Ol5 ~
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(J)
iii
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0.008 ~
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zona di transizia,e 0 .008 "'"'
Q:
a
50
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I
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I'.
moto turbo lento. tubi scabr,
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9,
" "-- ·
...... 0.0000 1
' - 08
103 104 705 10
,,
Re : QVd
277
e (metri)
Vetro, ottone, rame, piombo, tubi trafilati 0,1 10-4
Ghisa 3 t s 10-'+
Calcestruzzo 5 + so 10-'+
V = C ( 1 2. 24)
e = y1/- (12.25}
e"
= e'+
f
a
che già era stata formulata da G. R. DE PRONY (1804); il termine ·
e"
a, con c"diverso secondo la natura della parete, anticipa il coE_
cetto di scabrezza relativa che razionalmente ora viene indicato
come influente sul valore di f. Valori dei coefficientic'=0,00164
e c"=0,000042, con d in m, vennero dati da DARCY stesso per tubi
di ghisa nuova, incatramati; più tardi E. SCIMEMI (1925) forni v~
lori e'= 0,00128 e e"= 0,000038 per i tubi di amianto-cemento.
Del coefficiente Cdi Chézy, a seguito di un'espressionepiu!
tosto complicata d i E.O. GANGUILLET e W. R. I<UTTER (18 ,6 9) applica-
ta ai fiumi e a i canali, e tenendo in conto le indicazioni di DaE
cy sulla scabrezza relativa, H. BAZIN (1897) propose un'espressi2
ne (formula di Bazin) che ebbe notevole fama:
87
e "' (C in m1 / 2 /s 1 d in m) (12.26)
1 +
100
e = (d in m) (12. 27)
(d .i n m, V in m/s) (12.28)
V=K
d )2 / 3 t-·1/2
- (d in m, V in m/s, K inml/3/s) (12.29)
s ( 4 s
( 12. 30)
C = cost ( ;d)l/6
Fig . 72 .11
282
t,h• A
• o= v - - (12.31)
1 I, 2 e
i ( 12. 33)
V = C /rHi (12.34)
a} bi
Fig. 12.12
12.6. .Distribuzione degli sforzi e delle velocità nei canali a moto uniforme
Un caso molto importante di sezione non simmetrica si prese~
ta nei canali a pelo libero percorsi a moto uniforme.
284
I
I
I
I
I ~
a
r l1,2
·I
Fig. 12. 14
285
da cui:
To = yr 8 sina (12. 35)
A
essendo l' H = e
Qualora l'inclinazione sia piccola:
sina "'tga = if
e pertanto:
(12. 36)
(12. 37)
cioè il raggio idraulico può porsi pari alla profondità della coE
rente . Con sufficiente approssimazione si può localmente asswnere
tale valore per sezioni molto larghe rispetto alla profondità, a~
che se di forma non regolare.
La distribuzione della velocità nelle sezioni dei canali di-
pende dalle stesse modalità del trasporto trasversale turbolento
messe in luce per i tubi circolari; tuttavia la particolarità de!
la forma (rettangolare, tI"apezia, parabolica, ... ) non consente di
stabilire leggi ben definite. Verosimilmente varrà ancora, per o-
gni punto interno, una dipendenza logaritmica della velocità dal-
la distanza di esso punto lungo una normale alla parete, ma con c2,
stanti nelle formule che non saranno le stesse lungo le varie noE
mali, e con un termine (G.H. KEULEGAN, 1938) che possa tenere in
conto l'effetto della superficie libera.
286
o,,,..
Fig. 12. 75
-
V - V y
mal<
u.
= 5, 7 5 log -1..
y
( 12 . 38)
che si ricava dalle (12.1) (12 . 5) ipoti zzando però v max in super-
ficie, cio~ per y = Yo•
Si noti che già i l BAZIN, per sezioni rettangolari sufficien
temente larghe {almeno b = 5 y 0 ) aveva ricavato la legge di distri
buzione:
vmax - v
(12. 39)
lyoi f
che, tenendo conto che può porsi To lg'//oif ,si traduce nell' e-
spress ione (G.H. KEULEGAN, 1938):
287
-v
max
- = -20 ,y
- V
m 3
, - .i._-
O f
(12.41)
1-~~~----d~~:: : :. .
Yo
V
max -
u.
V
m
= 2,13 . (12. 42)
{l::--.a··"_____ _
da confrontare con la (12.14') per i tubi. Fig.12 . 16
Supposte valide queste leggi, il punto in mezzeria in cui la
velocità v coincide col valore medio nell'intera verticale ri- vm
sulta ad un'altezza dal fondo pari a 0,42 I/o (circa 0,4 y 0 , cioè
vm : : Vo,4; Fig. 12.16).
Ne discende un'indicazione per una misura approssimativa di
vm e quindi della portata, che può essere migliorata assumendo la
media delle misure eseguite in due punti posti ad altezze dal fon
do 0,8 y 0 e 0,2 y 0 = Vo 8 ; (vm iTo,
2 ); e vi sono altre formul;
piO elaborate che si basano sulla media di 3 fino a 6 misurazioni.
1 y V
l"f = 2 log }O ~ 11 - o 47 I ( 12. 44)
1 Yo
7j = 2 log 10 -e + 2,11 (12.44')
1
/"j 2 log!O (-e- òn)
ar
H
+ Re, J
(12.46)
anzidetti autori, in base anche alla forma della sezione ed· alle
condizioni del moto: possono assumersi per a valori compresi fra
12,20 e 14,83, per b fra 2,52 e 3,86, essendo a= 14,83 e b = 2,52
i valori dati da Colebrook nella sua formula per i tubi circolari.
Rilevanti incertezze vi sono pure nell'attribuzione di correi
ti valori per la scabrezza e, per i quali poco dettaglio si conosce
per le pareti di natura assai varia dei canali e si deve ricorrere,
ove possibile, ai dati forniti per le pareti dei tubi (Tab. 1).
Proprio per queste ragioni di incertezza nell' applicazione
delle formule razionali conservano tuttora pregio, nei canali, le
forrnule empiriche, che compensano la relativa mancanza di rigore
forrnale con una pia ricca definizione dei coefficienti speriment~
11 adatti alle varie condizioni delle pareti.
Esse si applicano al caso di pareti idraulicamente scabre,
che anche in relazione agli elevati valori del numero di Reynolds
è prevalente nei canali, e consistono in una determinazione del c o
efficiente Cdi Ch~zy nella relativa formula (12.34):
v = e lrHif
87
e = (12.47)
1 + .2.!...
rr;
la formuZa di Kutter semplificata:
100
e =
mK (rH in m, mK in ml/2) (12.48)
1 +-
/r
H
e soprattutto l'!. j"ormula di StrickZer:
e = K
s
:r 1 / 6
H (1' H in m, K in ml/3/s) (12.49)
s
(12. 50)
A 2/3
= (12.51)
___.Q.J,_ ~ + ~) 2/ 3
( x3/2 + x3/ 2 • • • x3/2
s1 s2 Bn
e 2/3
(12.53)
K Sm =(xirc + _:..z_ ...!o,.)2/3
v3/ 2 + · • v3/2
Ks Ks2 Ksn
Il risultato è corretto se
nell'ipotetica suddivisione della sezione in n parti, comeesempl1
ficato nella Fig. 12.18, non si introducono, pur con la supposta
eguaglianza della velocità media V, sforzi tangenziali lungo le 11
nee di separazione in aggiunta a quelli agenti lungo il contorno .
293
APPENDICE AL CAPITOLO 12
Q = VA = L
vndA = i:AvnM (A.1)
v = pn (A. 2)
per n < n
e
(A. 3)
per n > n
e
Fig A. 3
liv V
rrvs J
scarto diI ve/OC/la
I 1__
6v iJ
ns etto m /S
0.08 q
aJt eq. ausiliaria V= 247.'i mls s
0.04 I T
V -
~- - - 4
0.00
/.. ,..,<:,.<:,?~
,_f'/ I
-0.04 A~\
e{ll/
-0.08 I 0.0'Z, 3
i'':,
1-1/
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. A~\ _.A"' 2
I 1,'-o/
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1
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~
"' ._ - ~
-
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....+-- - ~
I/
-- - o
o 2 4 6 B 10 12 14 16 18 n 20
F;g. A. 4
0.3
f;g. A 5
298
e quel l e tedesche:
(A.5)
Fig. A . 6
Fig. A.7
Q (A.6)
(A. 7)
v,r
v,
·it([ I I ~
-,2
I I I I]] ,2----
Rg . A.8
(A.8)
gno nè troppo grandi nè troppo piccole, affinché con l'uso del pl~
nimetro la misura dell'area si ottenga con la migliore precisione
possibile; si consiglia perciò di adottare diagrammi di dimensio-
ni comprese fra 1 00 x 200 mm 2 e 250 x 3 00 mrn 2 • Con l'uso dei mo-
derni planimetri gli scarti di precisione non superano 1'1%.
Pur con le insite cause di errore, il procedimento grafico,
se applicato con cura, è quello che offre la migliore precisione
di risultati partendo da una data distribuzione dei punti di mis~
ra. Nei casi importanti, può essere utile applicare entrambi i me
todi a) e b), giudicando l'operazione accettabile se i valori del
le portate non differiscono fra loro di più dell'1%.
Oltre al metodo grafico, sono stati proposti dei metodi pur~
302
te, di cui non è stata data ancora una formulazione teorica sodd!
sfacente, tranne il caso delle sezio-
ni rettangolari molto larghe(§ 12,6).
Le norme di collaudo delle turbine,
nonché le norme ISO internazionali ,CO!!
sigliano, quando la sezione del cana-
le è regolare e pure regolare la di-
stribuzione delle velocità, di effet-
tuare le misure per punti lungo vert!
cali nelle sezioni, Nelle sezioni con
- Fig. A. 10
fondo orizzontale, ed in particolare
in quelle di forma rettangolare, le
misure possono farsi anche lungo ori!
zontali.
Le misure vengono fatte generalmen
te coi mulinelli; nel primo caso fissati ad un'asta che verrà im-
mersa verticalmente a partire dalla prima posizione, e quindi SPQ
stata lateralmente per coprire le altre posizioni (Fig. A.10) ,nel
secondo caso fissati su un telaio orizzontale spostabile vertica.!_
mente (F ig. A. 11 ) .
disp0si ti vo di
sotlevamenro
Fig . A.11
Q = tf V dA = Lf V dbdy = (
bo
db v dy (A. 9)
V
y
Yo e' dy
sposti.
Vy = 1o foto (an+b)-t
Y
Yo dt=a
0
f to ndt + b=a-+b
t'o
no
to
(A.11}
0
306
/
3'.T ......., ---.._.,_.,,,.. r·-· --· 6'
''
/
/ V.,Yo dQ-=VyY0 db
'- '-.r ·-·--!
A'
1'
.?·
2 3 4 5 6
- ·--~.
(I
8'
Fig. A.12
Fig. A.13
(A.12)
.v
fmts)
3.0
2.5
2 .0
1.5
1.0
0.5
o
o 200 400 800 1000 Av (~}
Fig . A.14
Q
(A . 13)
309
-
Fig. 13 . 1
ca tradizionale.
Le perdite d'energia dovute alle resistenze localizzate (mis!:!_
rate in termini di altezza), vengono solitamente espresse da rela
zioni del tipo:
y2
t,E = ç 2g ( 13 .1)
µ;o~ ~
~ ~
A1 - A2 2.-
Fig.13 . 2
- -4 A1
Fig 13 .3
( 13. 2)
Q = V I A I = V 2A 2 ( 13. 3)
313
(13. 4)
V~ - vf ( 13. 5)
P1- P2t = P 2
( 13. 6)
= [C:) ( 13. 7)
( 13. 7')
V d
Reynolds Re= p .:....i..:.l. > 3500 (riferito alla velocità e al diametro
Il
del condotto prima dell'allargamento); per valori inferiori il re
gime non è turbolento, ma (per 10 < Re< 3500) laminare di trans!
A
zione, per cui r; dipende non solo da :..:..l , ma anche da Re . Per Re<
A2 26
< 10 la dipendenza è solo da R~ mediante la formula r; = (V.
Re
H• KAREV , 1 9 5 2) •
Fig 73. 4
0.8
I
V
" I\.
.g_ I .O
Vmu
I
I'\.
'[ ,/
~.
\
I/ 0.8
0.8 " 7 \
7
O.ti
' 0.6 \ 0.6
\ I
IF
f7 7 r7
0 .4 ' 0.4 ,
0.4 I/ ì
0.2 l
0.,/
o
' I\
~
0.2
o
r7
,
I/
I"\
7
o I
·1.0 -0.6 -0.4 0.4 0.6 1.0 -1.0 -OP -Q2 0.2. 0.6 I.O [7
y y -02
b/2 b/2
-0.4
-7 \
\.
Fig. 13.6 0 y
- -~1.0 -0.6 - 0.2 0.2 0.6 I.O b/
2
d,i2•v4'"
~ .L .:_
p,_
-- ....E: .·-P=P
. ~+4. p_L. x-- -.,-v.
f d2/2.=d1
0
lo F-...::,:::...__:r-;,=::,.,,,....,.:,.--n:4~~~---"r,:.--0;;...r--.,.o..,.s_
1
Fig. 13.7
316
v2I v21
t.E = t.E + t.E = (,; + ,; ) = ,; ( 13. 8)
t a s a s 2g 2g
dt ( 13. 9)
t.E =~
a
2g ~ 6 2 sina 9.) 5
--
Fig.13.8
Poiché:
di 1
= ; - - - - - - -- - - - + cost
± 2 sina 9.) 5 8 sina (d 1 ± 2 sina t) '+
317
fQ2 rv?
AE = !:
a
8g ~
6
2 sina (d\
+ d1~) =
8g 2 sina
[1 +(::) 4] ( 13 .1 O)
od anche:
AE
vt
a r;a 2g
con
c;a =
f
8 sina
[1 ;(:~)4] (13.11)
a) b) e) d)
Fig 73. 11
- ,--====:;==-----J:1
-
v.-
--
-- --
-
Fig.1a.12
(13.13)
cioè:
(V - V ) 2
e V
6h
2g
da cui, risolvendo
V e = Vv + yV~ - V~ + 2g òh (13.14)
si ottiene la portata:
y2
= òh = 2ge (13.15)
• ;; y2
..... = t,h = a g ( 13 • 15 I)
2
I
A7 A
I
v,,
-~
I
I
II
o) e)
Fig.13 .13
q_ -i:,-
fra la sua lunghezza .td e-a il
diametro del tubo d: o.1
o 2e0a
i:>° 4 e 12 16 20 24
Fig .13 14
Tabella 1
.td/d 1, O 2,0 4,0 6,0 1 O, O
-
d ) 4/ 3
ç = B ( a sino (13. 1 6)
~ 12w = e
Q = 11<1"2
CQ - 4- V-;- 11dr2
Q - 4- 1 2g t:, h• ( 13. 17)
323
I
buzione della veloci
I tà) vi è corrisponde~
I
021IL-----l-- --+- - - +-,-&.---+-----I---~ za con i valori teo-
10 1<r2 103 104 105 106
Re-=~vo rici del moto irrot~
µ.
Fig 13.17 zionale forniti dal-
la (6. 9').
La prerogativa di ottenere la misura della portata in base a
quella di una differenza di pressione rende il diaframma partico-
larmente utile come mi suratore d i portata ; esso è stato perc i ò o~
getto di unificazione da parte dell'ISO (internazionale) e della
UNI (italiana) assieme ai boccagli ed ai. venturimetri; categoria
324
U85 l I I l l 11 1
I \ I I I
'\.
a) con camera anulare
,.._
"-
0.8 o
r-- 1!1-0-~
I\
\
'\
prese di pressione
",
agli angoli 0.75
r-- Q_.~o_
'\.
"-
0.70
" ....
0.5J2_
~
'r---, )
f..~
I_ _0.o.4Q.
"-
I'
/, 0.65
"' ~
~ 1-1- _,_ _---u:;; [l _
b) prese indiV1àuali
r---....
- .,_,_ -~2f-
I,,
0.80 - --
--- - - O.IQ_ _
o-:-os·-
Fig 7318 10 4 ,o5 106 Re=
Fig.13 . 79
correttivo, funzione del rapporto dei diametri e del rapporto fra
325
--
1.15
...... f..
0,60
·1r- I:::-'-
~
TT
0.55
·1r-
~
_,_ ~
1.10
Il
1
0.50
L... TI
-
J,.. nr4É. ..__, -
1.05 17 ' ..Q:4g_
1
...
L.. I 1'1.35
I/ I _,_ ,Il
...~.30 .._ ...
.,,,"' rr
I
--- --
I,; &.20
1,00 I/ I..
r---
iqn
7 ~
-,_ = o.o5° --
/ I
Fig . 13. 20 I
0,95
10 4 ,o5
Fig .13 21
326
t:,E = ( 13 .18)
Y
..,
= (1 + O I 707
V1
d ' 2 - -d ' -
- ---,,-
dL d~
4
ì ( 13. 1 9)
p Vd
per Re = lJ > 1 O5 •
I venturimetri unificati sono di due tipi. Il ve n turimetro
classic o è indicato nella Fig. 13.22; esso è provvisto di un con-
I I I
l~
~
t~d:=·-~-~ ~~~~~~=~==~
t· ~· •[·
-r 0.652(t roncaro)
f ig .13. 22
327
I
IV _ __J
1- d
I
f
o.6 5! (troncato)
'I
Fig .13. 23
Fig.13 . 24
328
( 13. 20)
E
"[ Ar Ar V
1----~~v - - ~-----~
Ai:%-·~
a{/ o) ~\L od
Fig.13.26
8.0
~d I ,'/I
I I
7.2 - Ad/A1=0.2_
0.8 6.4
O=JQO_
,___ 0=45° -- - 0Fr
a=60°_._
Il/,
., o 5.6
4.8
/il/
- 0 .8
I 'I I I 0.4~
~/
4.0
- 1,6
3.2
I
·/j
I / ~\,
.,
- 2,4 .' I
I I
'f
I/ / ),
2.4
-3.2
16
;~'l ;
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..
[. /
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-4 ,0
~ ~ ~ -::-
. ..;;- ,~ --- ----- ---.-1
..-;./~ v. •
-lr
.....
a) o.o lr1/-'-"' ,_
~_:::
=- 77?-
~ ,.or
0.8 ;_,,-
-·~ I
~-'r 7. 2 ~
I
I
I
I
V
I
l'angolo d'innesto attor
no a cui avviene il giro
6.-f
1/ d ella corrente, al fine
Ad/A,=0.1
·, /0.2 Jo.3 /0..f
5.6 di evitare la separazio-
.f.8
I I V V
ne (come indicato a trai
.f .0
I I V tegg io nella F ig . 1 3 . 2 6a) .
I I I a~ / Per le diramazioni del
3.2
I I V/ I7 .,,___ /
./
le tubazioni, valor i del
2.-f
I I I V / /.,,.,,.. ~
V
.. ,d / coefficiente di perdita
----- -rr-
1.6 1.0
0.8 I I/,-_V/ . / ~~
V ./ ~- -- _,-:;,
C . R. LEVIN (1958} in fun-
o ..J. .I ~ t::;..,
zione del r apporto fra le
~
,./4
V- velocità nella condotta
-0.8 principale e nella dira-
o 0.2 0. 4 0.6 mazione per diversi ang2
li della stessa . Anc h e
Fig .13.28 qu i una leggera coni c i tà
all ' inizio della diramazione riduce le perdite sensibilmente.
Un caso particolare di diramazione è quella libe ra, costitui
ta cioè da un getto che esce l!
beramente da un ' apertura later~ (jJ
<l-- Cc
I I I 0.8
le in una condotta. Consideran-
/ -
ifk
d~ il caso p iano, sia le valut~ I Cç_
6 ;;" - - 0,6
zioni teoriche sia quelle sper! I,.,,,,.. ,_
me ntali (J. S. McNOWN, 1 953) con V
~-
0.4
cardano nel dare l'inclinazione 3 oo II
ed il coefficiente di contrazi2 ' I I
0,2
ne del getto in funzione del ra.e
porto fra la portata in arrivo 0 0
,e l I
0.2 0.4 0.6
e quella derivata, come indica a
titolo d'esempio la Fig.13.29. Fig .13 .29
- v2 1
òè = e; 2g =( Cc ( 13. 21)
v2
e
v2
2g °' 2 I 68 2g (13. 23)
Fig . 13. 32
333
(13. 24)
vz
h m = -2g + (13.25)
Pe vz
e
y + 2g (13 .26)
da cui:
(13.27)
i_g_-,.----~:-r--------
va luogo ad una zona di de-
pressione.
Applicando il teorema
!- '
.
della quantità di moto, in
-/<' A- - -·-- -- -
direzione orizzontale, al VQ
lume di sezione A che termi
na alla sezione Ac e d è de-
limitato a tratteggio nella
Fig. 13 . 33 , si può scrivere
1 - - J_ -- - --- - -- - - -< -
r- -::-:--\
Fig . 13.33
335
Q 0,5A ./2gh
m
(13.28)
1.01- - - - - - - - - -- - -- ~
q;
().8,J...._ _._,_ _1-----1...----1,----1
~8l----1-----1...-----1---+----t
._ _____ ._ ___ ~_ lc,. ... r·tr
o,,.,...___-, "1--- .
- - - 1 - - - - - 1 . . . - - - - ---1
0,2J....--j.._---i...-- - -- - + - - -
Fig . 13.34
1,0 o
I o
I
0,8 I Fig.13.36
I
I
o.6
di sezione quadrata, ad una ril~
0,4 I vante diminuzione del coefficien
a) O) C)
Fig 13 .38
i
-+!
2
1d : 15
.
d= 3.0
I bi
d al
I
tv
Fi g .13.39
~-+21--...J..--~
+,--~ ~L---
f-1;"-0-1
- - -
• valori sPerimento/i
0.40L-.......JL---..l.----i- - --l------l-- - +--1
• valori sperimentali
o o
0.08 O.IO 0.12 0.14 0.16 0.18. 0.2 0 O.IO 0.12 0.14 0.16 0.18 020 0.22 0.24
106 Re 106 Re
a} b}
Fig . 13.41
(13 . 30 )
dati in funzione dell ' angolo di apertura a e., per curve a sezione
circolare, del rapporto 7, come dai grafici della Fig. 13.42.
Ai ....-
'-- L-.-
1.2
t.- i..-
o.a v
V
0,4 v
_v 8 7 ~ - - ~ - ~- ~..,..-,--.-,- - - ---,---~·
rcld>1,0
oI/
o 20 •O 60 80 100 120 140 160 1
1.2
81 \ 0.5 < fcld< 1.S
0.8
\
"- i'-.
0.4
l"----.. ......_
o
0.6 0.8 1.0 4 8 18
Fig .13. 42
l" e •
ç a = 0,0175 f d a (13.31)
~
ri pratici (per tubi di s~
zione circolare} del coef
C) ficiente di perdita e; si
n anno nella Fig. 13. 45 (J •
Fig . 13 . 43
WEISBACH, 1845}.
Per la s aracinesca piana d e l tipo i n Fig . 13.43 d}, si hanno
(B. IDEL'CIK, 196 0} i
valori di i; per vari
gradi di apertu ra da-
ti dal grafico del l a Cc
Fig. 13.46}. 1.0
tribuibili al coeffi-
342
20
100 ; \ 3
\
3
I ; 16
\ ;
..,. I
80 \ 2
\
\
- I\
60 I
I
V 8
\ I',
V \ o '
40
i.--- I\ 0.4 0.6 0.8 l,0 e/d
4
o 200 300
"-I
~
o a2 o.4 o.6 o.a 1/J e;d
Fig.13.46
Fig.13. 45
~=3.9 ~=3.4
Fig 13.47
Fig. 13. 48
343
Tabella 2
3 ::
\
,o 1
o
' ...
o 02 04 015 08
8/tlo
Fig .13 . 48
i ( 14 . 1 )
E = h + E. + v2
y 2g
varia nella sezione dall ' una all'altra linea di corrente. Ma abbi~
mo già visto (§ 7.3.2) come per la corrente nel suo complesso,co~
siderata quindi unidime n s ional e, possa assumersi per ogni sezione
un valore ragguagliato dell'energia:
(14.2)
p yQE = yQ (h +E+
y
a~)
2g (14.2')
llE1 , 2 (14. 3)
346
h (i = '\, 2, •• . , n ' )
a
(i = 1 , 2, .•. , n ") ( 14 . 5)
h ( 14. 6)
p
( 14. 7)
34 7
V =
e quindi la portata:
nd 2
Q = V - 4-
Q = K ~/2gòh (14. 8)
con K
Vr.1 + r.2 + lf
Si è già visto che 11 coefficiente f d 'attrito dipende dalla
scabrezza relativa della parete e dal numero di Reynolds (Capito-
lo 12). Analogatnente, anche 1 coefficienti localizzati C1 e c 2 d!
pendono non solo dalla geometria degli imbocchi e degli sbocchi,
ma anche in certa misura da l numero di Reynolds (Capitolo 13).
Esaminiamo ora il caso che 1 ' imbocco sia ben sagomato e che
lo sbocco sia preceduto da un diffusore, tale da ridurre di molto
la velocità V 8 di sbocco. Non vi sono allora apprezzabili perdite
localizzate di energia in queste sedi, per cui K ={li;; si potrà
perciò con buona approssimazione ritenere che la linea dell'ener-
gia abbia inclinazione costante su tutta la lunghezza del condot-
6
to, pari a i' = ;
Questa inclinazione è ovviamente maggiore di quella i del caso
precedente, in cui erano presenti le perdite di imbocco e di sbocco;
la portata, di conseguenza, in base alla (14.8) risulta maggiore.
La Fig. 14. 1 a) , b) rappresenta a confronto le due situazioni.
Si osservi come nel caso b ) si abbia all'imbocco un graduale ab-
bassamento della linea piezometrica rispetto alla linea dell'ener
V' 2
gia, fino a raggiungere la distanza a 2g del moto uniforme a re-
gime, mentre nel caso a ) di imbocco a spigolo vivo si ha, locali~
zato, un maggiore abbassamento, dovuto all'aumento di velocità nel
3 48
bi
F/g , 14 . 1
(14.9)
n 64tii:._
L 11 2 c ~d ~
= 6h (14.10b)
i 1 1
te = i ~ ~ )5 ( = t :e (~} = i C/ J (~ )5 ( 1 4. 11)
i - d! (f1i1
+ - - + ...
f nin) ( 14. 1 2)
e f
e
\ asI as2 asn
B.Q ~
-2....!. L òh ( 14 . 13 )
d~ 1
1
)I ...(r:U''
~
d~ /2
+ -- + (14.14 )
f2i 2
351
I:Qi = O (14.15)
Fig. 14 . 2
352
ovvero la relazione:
( 14 .1 6 )
h .
pi
= r.i Qi!'i (m 1,8S t 2,00 )
(1 + Qt)m=
òQ
O ( 14 .18)
2
1 + m òQ + m
_ _<_
m_,_-_
1_) (Qò~\ + •.•
Qi 21 1 J
i: r . Q'?
K 1 1
(14 .19)
20
20 1/ S
s;q ~
-
101/$
..1Q•B.25IIS
30
-
401/11
3°g iro
20 //s
= 20
30
20
30
5°giro
20 I/S ===a
23. 3 1/s
30
Fig . 14 . 3
356
(Qe - px)2
dx (14.20)
hp
(s.c.)
l hp
dh
(s. I.}
Fig.14.5
~ ax
(14. 22)
358
~t Llh
Fig. 14 . 6
(1 4.23 )
( 14 . 24)
Q
Fig .14. 9
360
Fig .14. 11
~{:-\_- _________ -·
-:.. :. :. =:--:.=. -::~-----~
- - - - -- - --
-=-----.:_- --==-°7......---=
d)
=
""lj;
~~ =:. .f'"
-- -
funziona a pelo libero ,cioè
non completamente riempito
(Fig . 14.12 c)). Se infine
il carico h .m è inferiore al
"lalore critico, la lunghe!
Fig . 14 . 12
za è breve e lo sbocco è l_!.
bero, la vena rimane libera anche all'imbocco (Fig. 14.12d)), e il
moto è interamente quello di una corrente a pelo libero (Cap. 15).
Quando il condotto funziona pieno, la portata è determinata dal
dislivello t,h fra i peli liberi all'imbocco e allo sbocco (Fig .14 .12
a) ,b)). Si può applicare quindi, per un condotto di sezione circola-
re, l'equazione (14 .7 ) come per la tubazione collegante due serbatoi.
Nel caso in cui si presenta la contrazione di vena (Fig. 14. 12
c)), il tombino si comporta come una luce, e ad esso pertanto, se
di sezione quadrata o rettangolare, di larghezza b e di altezza d,
può applicarsi una formula del tipo :
(14.25)
Scaricatore a sifone
Un caso particolare di breve condotto è lo scaricatore a si-
fone, che puO essere applicato in cresta alla sponda di un bacino
o di un canale per scaricare l ' eccesso di portata in arrivo, che
farebbe superare il livello massimo di invaso. Il tipo a canna ver
ticale della Fig. 14.15 a) è stato proposto e applicato da E. GRE
GOTTI (1 905) ed è spesso chiamato sifone Gregotti.
bi
a)
Fig. 14 . 15
vz
dove h P rç g è il complesso delle perdite di carico di imbocco
2
e di deviazione di direzione, con l'intesa di includervi anche le
perdite continue d ' attrito, che possono venire riferite alla vel2
cita di uscita V= AQ , essendo As l ' area della relativa sezione.
s
Se si pone allora:
es (14. 30)
+ [l;
Q = C A h g t:,h
s s
( 14. 3 1 )
1. 75
... . .,.
~ I O,80
Cs
,1/
y "' 70
A
1.50
1. 25
I O. 60
1.00
/"' " ~
~Ah
7i;
o,50
7
0.75
,V /
/
, /
/
o,40
0 ,50
/ . "" ,/
;
/
/
o,30
,. ......
) / s tramazzo I eacçua
ari a'
I so l o acqua
v,,/1
ì J
O 25 Q 20
0.00
.......1 ,.. 10
o 1o 20 30 40 ::o j :o 70 80
Q/As ~2gh5
Fig.14 . 16
v = e lr H sino = e l r 8 it ( 1 5. 1)
_g_ = Ckr 1 1 2 ( 1 5. 2)
H
lit
_g_ = ( 1 5. 3)
li t
Se rappresentiamo la (15.3) in un diagramma, si ottiene la c~
siddetta scala delle por~ate , che fornisce la portat~ convogliata
attraverso la sezione del canale, per una data pende.nza, in funzio
370
dove l'esponente n, detto e s pon ente idr aulico , dipende dalla for-
ma della sezione del canale. Se si calcolano in base alla (15.2)
i val or i di ; ~ e si rappresentano in funzione di y O in un diagra!)!
'l,f
ma logaritmico, si vede che questi pu~
ti, in modo piQ o meno marcato a seco~
da della forma della sezione, sono re-
golarizzati da una retta, la cui incl!
nazione rappresenta il valore di '11/2.
La Fig. 15.1 illustra i risultati per
alcune forme di sezione.
Nella valutazione de l la (15.2),B~
KHMETEFF suggeriva di applicare il coef
ficiente C di Chézy con una leggera COE
e ( 1 5. 5 )
6 ,,. 8 ,o
Fig.15 .1
_ Q_ = cost y f 2 ( 15. 6)
1:ç
cioè n = 3; questo risultato trovasi già indicato per i fiumi da
D. GUGLIELMINI (1697). La formula (15.6), pertanto, ~ anche detta
f o rmu l a di Gu g lielmini . Con la correzione data della (15.5), risul
ta all'incirca n = 3,5.
Si forniscono qui di seguito i valori indicativi di n per al
cune forme di sezione, nel le due ipotesi C = cost ovvero e fornito
dalla (15.5).
3 71
(1 5. 7)
372
drat
ed ha un massimo perdt = O, cioà per tg~ = ~. La velocit.il media v 0
nella sezione liquida ha perciò un massimo per 4> = 257 0, cioè per
un grado di riempimento Yo/2l' o = 0,813. Detta v 0 lavelocitàa pie
no riempimento (Fig. 15.2 b}}, risulta (V>max = 1,14. -
Vo (Q>max
Quanto alla portata, il suo massimo --Vo- = 1,075 si ha
per cp = 308° col grado di riempimento y 0 /2l' o = 0,949.
Diagrammi analoghi a quelli della Fig. 15.2 b) si determina-
no per sezioni chiuse di altra forma.
In realtà le misure sperimentali non hanno dato esatta con-
ferma dell'andamento delle velocità medie e delle portate in pro~
sirnità del pieno riempimento della sezione secondo l'analisi svol
ta, fornendo per entrambe queste grandezze valori minori (A. SCHO
KLITSCH, 1915); una spiegazione può aversi considerando una forza
tangenziale anche sul pelo libero, necessaria a vincere la resi-
stenza dell ' aria nell'angusta calotta superiore. Anche la inevit~
bile formazione di ondulazioni del pelo libero, appena la veloci-
tà sia un po' elevata, sconsiglia dall'adottare nel funzionamento
idraulico di un condotto chiuso gradi di riempimento prossimi al
riempimento completo .
Fig. 15.3
e= t + 2Y o 11 + n 2 = A - ny 0 + 2y o /1 + n 2
Yo
ed ha un minimo, rispettivamente:
2n
per ~=o = - 1
dn 11 + n 2
cioè n = tgo = 11/3, o = 30°
e per o = A - n +2 / 1+·~= 2 ~ - 2n -
2
Yo Yo
da cui:
e . =
2A ed r = il
m1.n Yo H 2
½+ ny o = Yo 11 + nZ (15.8)
v2
H = Yo + -2g (15.9)
- ·-·
- ---·-·-·
-- - -
·-·- -
-·-
al#2g
H Yo
v_
Fig. 15 . 4
Q2
H - Yo - o ( 15 .1 O)
2g (A(yo)J2
Yo = H, da cui V =· o e perciò Q= O
Q A hg (H - y 0) (15.11)
qe = qmax = /g Y ~ I 2 (15.14')
essendo
y
e
= I3 H (15.13')
V {15.15')
e
Ym
8
min = Y o + T (15.18)
~
locità critica) rapprese~
tano ad un tempo, in una 2 .o
~ /
Q CA lrHic = CA
i (15.19}
e
i (15.19')
e
Fr ( 15 . 20)
terizzare lo stato energetico del moto: i moti lenti (yo > yc) s2_
no qualificati con Fr < 1 (al limite Fr = O per V = O od y o -+- 00 ) e
i moti ra pidi (y 0 < yc) con Fr > 1 (al limite Fr ... 00 per Yo -+ Oo
v,. .. ).
Il numero di Froude nell:a forma data nella (1 S. 20) e la di-
stinzione tra correnti rapide e lente acquistano un ulteriore si-
gnificato se prendiamo in considerazione la velocità relativa di
propagazione (detta comunemente ce l erità) di una perturbazi one e-
lementare di gravità in una corrente bidimensionale (sezione ret-
tangolare larga).
Consideriamo una corrente di non grande profondità y 0 ,talché
la velocità V (considerata positiva da sinistra a destra) possa
ammettersi distribuita uniformemente lungo la normale al fondo,
e praticamente lungo la verticale
se il fondo è di piccola pendenza.
dy ~
Se si crea in superficie una pic-
cola onda di altezza dy , tale da
~! Yo determinare una diminuzione dV del
I la v elocità, questa si propagherà
con celerità assoluta costante ±a
nell'uno o nell'altro verso della
Fig,15-7 direzione del canale. Il moto del
l 'onda è vario, ma se si sovrapp2.
ne al sistema (seguendo un indir i!,
zo già esposto nella cinematica) una traslazione di velocità ;a (o~
servatore solidale all'onda), il moto diverrà stazionario (Fig .1 s. 7).
Scelte due sezioni 1 e 2, rispettivamente a monte dell'onda
e attraverso l'onda, avremo nella sezione 1 la velocità V:;: a e la
profondità y O , e nella sezione 2 la velocità V - dV :;: a e la pro-
fondità y 0 + dy. Potendosi ritenere il fenomeno non dissipativo
per il suo valore infinitesimo, applicando il princip.1.o di Bernoul
li si ottiene:
YO +
(V -
;g a) 2
= (y O +
d
Y
)
+
(V - dV
2g
+ a) 2
dy = (V ::;: a) dV
g
(15.21)
risulta:
dv
dy V + a Yo (15 . 22)
(V + a)
da cui
dove
( 15. 24)
(15. 25)
V V
Fr =
liYo
L'estensione alle correnti di sezione diversa dalla rettang2
lare potrebbe farsi introducendo a denominatore del numero di Frou
de la velocità allo stato critico Ve = lgym (15 . 15} e quindi seri
vendo:
V
Fr = (1 5. 20')
lgy"
m
(15.25')
y2
e y + z + Q 2g (15 .26)
382
,~sf~'
Cl
T----~::._.:- -=
: :-:~~~--
Y,
- - =A'--x.,.z.2.__ _ _ ---1~ ~~ 1
l ~-_-,
J_~,,. - z, ~ ~ -
2
Fi9.15 .8
( Z 1 + YI + a 1 : ; ) - ( z2 + Y2 + a2 ~!)= òE1 , 2
vz
c2'r dx (15.27)
H
Str ickler e K8 rj/ 6 >, con i valori medi fra le sezioni estreme del
la velocità e del raggio idraulico:
V =
m 2
La (15 .27) si può perciò scrivere per ogni elemento .tix 1 ,2,
introducendo la pendenza media di fondo i f in base alla relazione
z1 - z2 = if tix 2 ,.1
vzl - 2 v2
[
o 1 0 i v2
Y1 - Y2 +
2g
- if
m
K2 r 4/3
] tix 2 , l (15.28)
Hm
od anche, ricordando la ( 1 5. 9' ) :
(15.28')
- I; l , 2
(15.29)
vm_/.,-
__2 ] t;:r 2 , 1
= -[
xz,."
s· 8m
3
384
aV2 ) y2
d z + dy =- d ( -
2g
- ;:;-z::- dx
C l"H
(15.30)
aV2
Introducendo l'energia specifica (15.9'), cioè H = y + 2g'
si ottiene:
dH ( 15. 31)
di
d ove ~· f = - dd xa ( pen d enza d e 1 f ond o) .
Poiché,per una data portata, H H( y ), potrà scriversi:
dH dH QJi..
ax ay dx ,
da cui:
dH
~ dx (15. 32)
= dH
dx ay
D'altra parte (1 5. 16) risulta:
dH 1· - Fr 2 (15.33 )
dy
1 -
Si ottiene pertanto:
v2
<J!J_
if -cr,;-
H
1 - Q2
C 2A 2r Hi f
,:
if (15. 34)
dx 1 - Fr 2 1 - Fr 2
Nel moto unifor me, per la stessa portata nel canale, con area
liquida Ao, raggio idraulico l'H o e coefficiente di Chézy c0 , si
avrebbe:
cioè:
Se poi si accetta, per sez ioni aper te , la validita della scala del
le portate (15.4), sara:
2 2 n
Co AorH o a(Yyo)
e 2A 2r H
Per y .. "" ,
d(y+z)
*.
ritardato (in quanto y va aumentando, mentre V va diminuendo).
i f. Poiché la pendenza del pelo
~
1-. f-ax,
libero è i =
y -,. Yo ,
dx
*.
a quello d el moto uniforme.
= esso tende aporsiorizzontale. Invece,per
O e i ... i f, cioè i l profilo tende asintoticamente
/
/
/
per y -,. y e si ha
per y -> - "" si trova
= i f, cioè
!:!li.
d
=
il profilo
X
*
..
d
"" ,
r
-,---L.. .
(M3) tenderebbe all'o-
'\
\ 5:? y -- rizzontale,attraversa~
do con un angolo finito
Yc la linea di fondo.
- ~ __moto
--,.. uniforme La Fig. 15.10 illu-
stra l' andamento dei
profili " 5 " della secon
da classe {i f > i c; Yo <
Fig .15 . 10 < ye - moto rapido a re
gime uniforme).
a I) y > y • Per essere çJjJ.. > O, il moto è lento e r i tardato. Per
cili.. dx
y .. "" , d x
tale; per y -> Y c•
ticale.
-+
*. "' ,
i f' cioè il profilo (S 1 ) tende a disporsi orizzon-
cioè il profilo tende a disporsi ver
*.
b') Y c > y > Yo · I l moto è rap i dv
O, cioè il profilo tend e a quello del moto uniforme .
c') .y < !lo · Il moto è rapido ritardato (5 3 ) verso il profilo del
e accelerato ( 5 2 ) ; per Y "" Yo ,
F r2 = -Vgy
2
a2
= :"::-:r
gy
__ (Yyc) 3
la (15.35) si scrive:
- ( ~ ) 3
!Ili. i f
y ( 1 5 • 35 I)
dx
1 - ( ¾-f
da cui:
1 - (~)3
!i dy ( 1 5 .36)
i f dx
1 - (1tf)3
L'integrale risulta (J .J .Ch. BRESSE, 186 0) :
x 2,
_ Y 2 - y1 _
1 - if
~o(
-z. f
1 _ ~\[a(
y~J
~)- B(~ ì] Yo
(15. 37)
Yo/
o
]. x,
:1
Fig.15 .11
15.7. Rialto
Se si osservano i profili rappresentativi dei possibili moti
a pelo libero, che sono indicati nelle Fig. 15.9, 15.10, si osser-
va come sia possibile passare
da una corrente Ze n ta ad una
rapida, quindi attraverso la
profondità critica, con il ra~
cardo di due adatti prof ili :
il profilo M2 della corrente
lenta accelerata, che scende
verso la profondità critica,
ed il profilo s 2 della corre~ Fig .15. 12
te rapida, che da quella con-
dizione tende a portarsi al regime uniforme (Fig. 15.12).
Viceversa, nessun profilo di corrente rapida, pur portandosi
nel verso del moto verso la profondità critica, puO essere segui-
to da un possibile profilo di corrente lenta, quindi al disopra de_!
la profondità critica.
L'attraversamento della profondità critica,pertanto,da parte
di una corrente rapida che passi a lenta, si presenta come un fen2
meno discontinuo rispetto al graduale andamento del pelo libero; e~
so si manifesta con un salto brusco dalla profondità di moto rapido
a quella di moto lento,ed è caratterizzato da dissipazione d'energia
che si esplica principalmente in un vortice (detto vortice di cope!'._
tura),che accanpaqna in superficie l'espansione della corrente.
Un ta!e fenomeno, già chiaramente osservato da D. GUGLIELMINI
(nel suo "Trattato della natura dei fiumi", 1 697), è chiamato in
idraulica risa ito , oppure, dal nome di colui che per primo ne stu
diO la meccanica (G. BIDONE, 1820 ) , s a'lto di . Bi do ne .
·- ·~ -- ~ .xl_
~---
2
l.
Fig .15. 13
(15 . 38)
(15. 38')
detta quant ità di moto o spinta tot a Z.e_ ; qua ndo s i trascurino (o si
ritengano tra loro compensati) gli effetti d el peso e della resi-
stenza d'attrito, fra due sezioni di una corrente a pelo libero
risulta M1 = Mz ,
Se tracciamo in un diagramma l'anda mento de lla M(y) e l o me!
tiamo a confronto con quel lo del la f un z ione H (y) come nell'esempio
391
•
della Fig . 15.14, per la stessa portata Q , vediamo che entrambe
(nell ' ipote si che i c o ef
M(,'m3)
,___
i ficienti di Corio l i s a e
B siano egua li all ' unità )
~~
presenta no un minimo in
5
\F --- 1 - 300
~r
6.0m
'' I-- •I fondità critica y e . Pera.!_
• 'I
Mi 250
tro due profondit à y1 e
I
I
I
./
V I
,)
coniugate , hanno diver s a
energia specif i ca H , e
o 50
o Y, Yc 1.s 3 .0 quindi anche, data la qu~
y
si orizzontalità del fon
Fig.15.14 do, diversa ene rgia ass~
lu ta; e precisamente si ha una brusca dim inuzione d i energia 6H ~
~ òE dalla sezione di corrente rapida a quella di corrente lenta .
Quest a diminuzione avviene appunto come fenomeno loca liz z ato at-
traverso il risalto.
La trattazione risulta particolarmente semplice e bene ade-
rente alla r e altà considerando il caso bidimensiona le (cioè d i una
c orrente in sezione re tta ngola re larga). In questo caso la (1 5.38 ' )
diventa:
1 1
2 Y1
2
- 2 y2
2
= g1 q
(V
2 - Vl
) ( 1 S . 4 0)
(1 S . 41)
da cui:
(15. 42)
l
392
(15 • 42 I)
,/q~s 42ì
V I I I
3f---+---+--+-f--+---+---+--'---,~-+--'----1--1---l----l----l--1---l--l----lf2
' /
~,:f,:~;}t-sc/e~-•t----
.
forte
\ /v"v
+--+--r+--,r<--t--+--+---1-+--+--+----t- +-+--+----t- +-+--+-+~ 4
,/
vr
o,._-+-"~H---+---l- ' -_,__.__._-+---1- .__+--+--+---1- '-+--+--+-~o
O 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Fr1
Fig. 15 . 15
òE = E1 - E2 = ( Y1 + 2g
v;·)
-- - --- · ----
v2 +
= Y)
Poiché dalla (15.42) si ha . !.l. 4 y I Yz y 2, e analogamente
~
2g
risulta V = VI + Y 2 y 1 , si ottiene sostituendo:
g 4 y2
3
Y 1 + Y2 Y2 + Y I ; (y2 - Y1>
4 yI 4 Y2 Yi =: 4Y1Y2
(15. 43)
Fiq 15 16
394
·- ·- ---! L
·---
!.._ 1v1 · - :2
I ; -=--::-~~ 1-- · - . - ·: - - -~
Hot
-
Q I I
l l
-
V,-
Fig . 15. 17
395
(15. 44)
V1 V2 -V~ )2
112 - <111 +a) = - <111 +a)+ ( g + <111 +a) 2 (15.45)
(15. 46)
quando V1 V2 -
g
v; « <111 + a)2.
Analogamente si studia 1 'effetto di un a llargamento (0 restr i!!
gimento) rapido di sezione, che eventualmente puO essere collega-
to con un rialzamento (od abbassamento) del fondo.
Si osservi (Fig. 15.17 ) c he la perdita di energia si traduce
in un rialzo del pelo libero y I di monte; questo comunque è sempre i.!!
feriore a quello y 2 = Ile del moto uniforme di valle. Il raccordo
col moto uniforme a monte avviene con un profilo tipo M2 • La por-
tata è un po' inferiore a quella che competerebbe, in assenza del
la discontinuitA, per un canale che òerivi da un bacino a livello
costante e non sia indefinitamente esteso (ved i anche § 15.9).
Per ridurre le perdite di energia, si studiano dei raccordi
sagomati fra i tratti di diversa sezione dei canali. Per una dim1
nuzione (od aumento) della sezione che ne mantenga invariata la
forma, si potrA concepire un rialzamento (od abbassamento) del fo~
do, un restringimento (od allargamento) trasversale, od entrambi i
provvedimenti. Per uno studio razionale della forma di queste tran
396
1
• 4.20m ·I
' M J
t~J
~V
Fig. 15 .19
2
'~;j)/'
Quando si tratti di un largo corso d'acqua, ed in particola-
re di un fiume, può farsi anche l'ipotesi del vortice forzato, che
la velocita cioè sia costante nelle sezioni trasversali della cur
va. Se V0 è questo valore, la sopraelevazione si ottiene applica~
do l'equazione di Eulero lungo la normale (4 . 13), che fornisce:
dy vzo
dr= g r (1 s. 48)
(1 s. 49)
V~ b
t:,y = --"- (15.49')
g rm
Fig.15 .21
1 2 2
2 y (y 1 - Y 2) = pq (V n 2 - V nl)
(15.50)
sinB Y2)
+ -
YI
(1 5. 51)
V1
Fr 1 = --
lg111
sinB = ( 15 . 52)
V i de
dV n ± COS 6
dV - + t B (15. 54)
Vde - - g
YY d y = - PY Vn d Vn
V dV =- g dy (15.55)
dy = -+ g
v2 tg B da (15. 56)
401
V = hg (H - y) (15.57)
e perciò:
s == = lgy'
t gB = -==s=i=n= 1 -==/;;;!!::g!!::y= =
11 - sin 2 s v 11 - gy/V 2 1v2 - gy 12H - 3y
:;: g
dy 2g (H - y) ly
=
f¾- (1 - *) (1 s. 58)
da / 211 - '3y
v1 + 2.
2
1L
R
ed in forma alternativa :
o.Gl5 6 da opposta ; e
I
O. 04
I cioè, come rap-
I 7
presentato nella
O. 03 8
Fig. 15.23, fino
9
o.02 I ai punti B, B' ,
10
cui corrispondo-
o. 014 12 no,rispettivame~
I
o .01 I te, massimi e m.!_
100 30°
nimi del livello.
Fig .15 .22
Da questi pu~
ti le relative
perturbazioni positive e negative s i riflettono , raggiungendo la
sponda opposta e dete rm inandovi l'una un massimo e l ' altra un mi-
nimo . Di conseguenza il pelo libero presenta una successione di
massimi e di minimi ad intervalli all'incirca corrispondenti ad
un angolo:
e I arctg b
Fig.15.23
(15 .60 )
I
I
~½--· -
I B)
fronti p<>sitive
bi
Fig .15.24
vlf29 ·-
01
Fig 15 25
405
r,; 0,50 + 0,60 per imbocco a spigolo vivo sul fondo e sui l a ti
.,_
I; = 0,30 0,40 per imbocco a spigolo vivo sul fondo, arrotondato
sui lati
r,; = 0, 06 + O, 1 O per imbocco a convergente ben sagomato.
da cui
Fiq . 15 26 a
~ -- - - - - - i
Yo
Q
o
Fig .1 5 . 2 6 b
se poi la pendenza del canal.e é supercri t 1..ca (1..f > i c)' 111_!
vello nel bacino di valle y 2 non influisce sulla portata convogli~
ta, anche se esso è superiore al livello y 0 del canale allo sboc-
co; si forma infatti, a partire da valle (Fig. 15.27), un profilo
di corrente ritardata S 1 , che termina con un risalto. Il risalto
si sposta lungo il profilo s 2 del moto indisturbato, fino a rag-
giungere eventualmente la profondità cri tic a all'imbocco, dove peE_
tanto il risalto si annulla. Questo corrisponde ad un livello y~
nel bacino di valle coincidente all'incirca col livello nel baci-
no di monte.
Fi g .15.27
ci di regolazione, strettoie.
·- ·- ·-.
--- .
" , <<
Fig15 .28
---
Fig.15.29
Fig.15.30
···-- -....
----
........
--....
Fig .15 . 31
Fig . 15 . 33
( 15. 65)
da cui:
qc = ( if 1 ./g
2
(H - a) 3 / 2 = 0,385 12g (H - a) 3 /2
q " (15.66)
_.
formula indicata nel 1849 da J.-B. BELANGER, per cui lo stramazzo
a soglia 'lunga viene denominato strama zz o Bé l ang er. In confronto
allo stramazzo rettangolare a cresta sottile,la portata di questo
stramazzo è leggermente inferiore ( C q = 0,385 contro c q=0,41 par
lo stramazzo predetto con velocità d'arrivo nulla (6.26)). La dif-
ferenza è dovuta alla curvatura d ella v~na e conseguenti depres-
sioni nella sezione contratta dello stramazzo a cresta sottile.
Nel fornire questa espressio ne, Bélanger riconduceva il risul
tato ad un pr i ncipio di mas s ima portata sul l o stramazzo; esso mo-
dernamente va interpretato come conseguenza d ello stabilirsi del-
412
Yc
Fig . 15. 34
~
hv l saggio da l i bero a rigurgi-
ho rigurgita to
~ tato dipende dal rapporto
0 ,80
I.O
hvlho
0.8
0 .6
17,1/,l l
/'r0,2
0.4
~3 n0 ta = I
~4 n0 1a , . 0 .42_ _.J---1-->+--'
0.2
I s
o L___L_-J.-.1-.....L- 4- _J_...)._ . c _...L__J
o 0 .2 0.4 0 .6 0 .8 ~ I.O
413
Fig . 15.37
-- - - -- - --- --
Fig .15.38a
Fig 15. 38 b
2-h 0 /a
che introdotta nella relazione del risalto (15 . 42' ) , con (y2)r =
= Yvlim. fornisce:
(15.67)
cq = cc y1-~ (15 • 67 I)
0.6
Cq
0.5
0,4,
0:3
a2
0.1
Yv
a
=2 ,
o
o 2 4 6 8 10 12 14 16
h0 /0
Fig 1540
- --. - · - -
~-
H Ym
Yv
Fig15 . 41
417
b'
in cui 6 varia col rapporto T in b ase ai seguenti valori:
Tabella 3
(15.69)
3
3 y~ (15. 70)
·~ --~ ·_--y,--- -
- -- ... _
-Vm
Fig. 15.42
020 I
oV
o' 100 200 300
Fig 15.43 1=,:;;m
I· •I •
In questo caso di debole pendenza vale la soluzione Fr ' .
1 im
, che
è compresa f ra O e 1 .
Se si indica con ym la prof ondità in corrente lenta a monte
del passaggio, vale la relazione, per energia costante:
---- -----
Fig . 15.44
-------- . . .._ _
------- ·-
H
Fig.15.45
4 20
'
I --- I
I
lv: b -
i, . -- b- - -
-+I
I u. -
Fig . 15. 46
--
Affinché si abbia sulla soglia un tratto di corrente allo sta
to critico, parallela e senza apprezzabil e curvatura, occorre che
il tra tto strozzato sia sufficientemente lungo rispetto al carico
a monte hm (t ~ 2hm). In queste condizioni, la misura della port~
ta potrebbe trarsi direttamente dalla misura stessa della profon-
dit~ critica y e', cioè Q = q ' b ' = lg y e• 2 1 3 b'. Peraltro la lettura di
guest 'altezza è quanto mai imprecisa date le perturbazioni d e l p~
lo l ibero g e neralmente associate allo stato critico; e perciò con-
421
z3 - 3A z + 2A = O (1 5 . 72 ' )
avend o posto - -y ~
z Q2 ed A = _(1 _ +_a/hm) 2 . essa s i ri"d uce a 1
__._..___
- hm gb ' Lhm r2 ,
Fr;im)2 /3
là forma (15.70') osservando che z = ( ,
Assunta la minore z = z1 delle due radici reali positive del
l 'equazione (corrente l enta), risulta subito:
valida, con scarto inferiore all ' 1% , per 1/A < 0,75.
Come si vede, quando esiste soglia (a i O) il coefficientedi
pqrtata CQ non è indipendente da hm; lo è invece, come in un comu
ne st~amazzo, quando a= O.
422
CQ =
Per r = 1, con a = O, si trat
ta della cadu ta di fondo alter-
mine di un canale, per cui si rea
lizza la profondità
0,707.
critica con
0.50
0.40
030
0 .385
o 02 OA 06
--
08
1 _
/
r
ID
~ - 1+alhm
L2
( 1 5.75)
16.1. Generalità
Con la parola fi Z.tra zione s ' intende generalmente il complesso
dei fenomeni di moto di u n fluido attraverso un me zzo permeabile,
ossia poroso, come quello costituito dai grani di un terreno scio.I_
to (sabbioso, ghiaioso) naturale.
Questa proprietà del materiale fa sì che il fluido trovi tu~
ta una rete di irregolari canalicoli entro cui muoversi; date le
piccole dimensioni di questi meati, il moto presenta rilevanti re
sistenze ed è perciò normalme nte molto lento.
Per ogni punto del fluido abbiamo una quota piezometrica,che
sarà espressa (4.12) da:
h • = h + 12.
y
( 1 6. 1)
. 6Q
V = 1 im .SA ( 16 . 2)
6A+O
V
m = ( 16. 3 )
Tabella
Materiale Porosità m
Argilla 0,50 -- 0,60
Limo 0,45 f 0,55
Sabbia o ghiaia uniformi 0,30 e 0,40
Sabbia mista fina e media 0,30 • 0,35
l:3bbia mista media e grossolana 0,35 f 0,40
Sabbia e ghiaia 0,20 f 0,35
Calcare o, 10 f 0,10
(16. 4)
V = ki (16. 4')
dh*
dove i= - di è la pendenza deLLa Linea piezomet~ica nella dire-
zione del movimento.
Si noti che, introducendo la velocità effettiva v m attraver-
so i canalicoli, la proporzionalità diretta fra la velocità e la
cadente piezometrica definisce, attraverso ciascuno di essi, unm2
to di carattere viscoso, analogo al moto di Poiseu.ille entro tubi
capillari (§ 9.3.1).
La grandezza scalare k viene chiamata coeffici ente di fiZtr~
zione, ed ha le dimensioni di una velocità (m/s). Essa è una cara!_
teristica globale dell' insieme costituito dal fluido permeante e
dal mezzo permeabile. Mentre il fluido può essere facilmente qua-
lificato da un singolo parametro (la viscosità cinematica), nelle
proprietà caratteristiche del mezzo poroso intervengono molte gra_!!
dezze, alcune delle quali sono di difficile enunciazione. Basti
pensare alla forma geometrica dei canalicoli, alla loro dimensio-
ne, all'acqua che è trattenuta per capillarità, ecc .
Non si hanno risultati conclusivi per le definizione di k ;
sia,tuttavia, l'analogia col moto nei tubi capillari, sia conside
razioni di analisi dimensionale portano a stabilire (J. KOZENY,
1927) per k un'espressione del tipo:
( 16 . 7)
Ta bella 2
Tipo di materiale k (m/s)
Ghiaia 10-2 ~ 10
Sabbia mista a ghiaia minuta 10- 3 o 10-2
Sabbia pulita da fina a grossa
(buoni acquiferi) 10-S o 10-2
Sabbia argillosa o finissima
(cattivi acquiferi) 10-8 t 10-5
k = Q lit
A lih
i = 575 ::-1½,
yd
V (1 6. 9)
1
T
d=0.0764cm /AMHED (/967)
,_2gid d o. 140cm
-yr "o d·- 0.550 cm SUBBA (1969)
04 A
o d- O3 O S'!,!j/'DA (1965)
= -~~ "t11tlt"
• o cm /sere dt verro
o VE~ESE 1941 {ghiaia e sabbia !
111111 Il 1 · 1 1 rmrr 1 I J lii
Il
<
• .1 .=
I IITT O ,
10 ~
10-Z
Fig .16. 3
+ cost (16.10)
f = (legge di Darcy)
,,
'*- va 2 ' 22. 0
' ~..,_
'~ ~
/ fk= 1/Retcost
4.0
2.7
1.0 ~:6.2
' ' ~~ 9 .2
30. 6
o.s ' -32.8
4 0.7
~ ......__
:,-.._
r,...
047.6
7. 7
0.2
"r--,"'- ~ ti; 3.4
6.5
O.I ''
f* = VR~
........__
r---
56,3
5.0
7 7.7
O.Q5
'"
0.02 '
o.o, ''
O.I 0.2 O~ I.O 2 5 10 20 50
'
IOO 200 500 1000
pv.fi;
Rek = µ.
Fig . 16 . 4
= _ k ah•
V
X a;-
ah•
V
y - k ay (16.11)
ah·
V
z - k
Tx"
avX av
Y
__ + av z
ax + ay az o ( 1 6 . 13)
( 16 . 14)
V
n
- k aa':: = o (16.15)
( 1 6 .16)
I
fondo im erm bi/
Fig. 76 .5
t,q = V As
t,h .
V "' k -
t,s
da cui:
q = M tlq ( 1 6. 1 9)
q k (16 . 20 )
pelo libero) ·
Nei terreni si incontra spesso il caso di strati permeabili
limitati da strati impermeabili o da riguardarsi come tali. Si o-
riginano naturalmente dei moti a pressione, tali che, se la falda
d'acqua viene raggiunta con una perforazione verticale, l'acquari
sale nel foro fino a portarsi alla quota piezometrica, che talvo!
ta può essere anche superiore al piano di campagna. La Fig. 16.6
mostra lo schema classico che spiega la presenza di falde sotter-
ranee a pressione nelle pianure alluvionali poste al piede dei ri
lievi.
p0,1zo fr•atico
\
..·.- : : _; ·
... ... :'", .
.···. . ·. ~ :
· . .': . : '
: .·. . '·.· ~ .: ...
Fig. 16.6
. .Vo,
..... :·.
_ k ah • ki ( 1 6. 21)
ax X
h* = ( 1 6. 22)
si scrive:
~r - 2_~ 8 lnr + cost (16. 24)
435
,,
Fig . 16 .8
valore che è 11 corrispettivo della (5 . S) va lida n el moto spaziale .
Poiché d>r =- JcJi •per la (16 . 1 2) , essendo h · la quota p iezom~
trica della falda, variabile con r , segue immediatamente fr a i 11
miti r = r 0 (ragg io del pozzo) ed r = ra:
Q (1 6 . 25 )
~r
b)
Fig . 16 . 9
ln r/r 0
h* - ho = (ha - ho > ln r a)r o ( 16. 2 6)
Q
k = ln r2/r1 (16 . 27)
211 s (h z - h j)
La dimostr azione della ( 16. 28) si basa sul fatto che per la
linearitA della (16.25)
è valida la regola di
sovrapposizione degl i
Q
effetti; il principio
di reciprocitl cosl e-
nunciato trova corri-
spondenza formale nel-
la teoria dell'elasti-
citl e in numerosi al-
. ·.~ ·.. ,~-:..-
. ~ ., . ..
: ~ - .. r.:..:_i_
. · ls
tri campi della fisica.
.· ...:- ·.,~i~ Qualora 11 pozzo sia
. · ·... :·.. 1~1~
operante in un preesi-
p o
stente moto parallelo
della falda la cui ve-
locitA non possa esse-
re trascurata, occorr~
rl tener conto di que-
sto moto assieme a quel
X lo di estrazione di po!.
tata dal pozzo. Tratt~
si della combinaz ione
linea d . d i un p u nto assorbente
' a rtiz ione
V- - 2n'lc,s
Q e di un moto tra sZato-
rio unidirezionale di
F ig. 16 . 10
veloc itcl V O nel verso
d ella x negativa che,
nel caso piano qui trattato, è l'equivalente dell'analogomotospa
zia le a simmetria assiale trattato nel § s. 2. Qui il potenzia!;
del punto è:
438
(16. 30)
Q
xo = 2 11 V s
(1 6. 31)
o
. '
.·. '
\
-,-- -lo 7- -: -
strato im 1 ,
X
1: X
Fig 16 . 11
439
ah"
q = lf V = kh• ""'ax (16.3 2)
q = k (16.33)
Fig .16. 12
440
Fig. 16 . 13
dh·
q = kh• ai'"= ka sino tga (16 .34)
ho XQ
J
a sin o
h· dh• = asino tgo f
a cosa
dx (16.35)
da cui il valore di a:
a= lx 2 2
+ ho /x 2o 2 cotg 2 a
ho
0 - - (16. 37)
Una più esatta soluzione del problema può ottenersi coi met2_
di di soluzione dell'equazione del potenziale basati sulla rappr~
sentazione conforme {§ 5. 4), secondo un procedi.mento indicato da
M. MUSKAT (1937) e G. HAMEL (1 934 ). Nononstante, comunque, la pr~
senza della superfi-
cie di gocciolamento,
è stato mostrato dal
lo stesso MUSKAT che
l'applicazione della
semplice parabola di
Dupuit dà valori coE
retti della portata.
Analoghe consi-
derazioni valgono per
···., .· •". ·..• · . ndo
il caso del po zzo fre~
"- -
tico, alimentato a m2,
Fig .16.14
to permanente lungo
la parete cilindrica
di raggio r 0 ed appoggiato su fondo -impermeabile (Fig. 16.14). Ac-
cettando ancora l 'approssimazione di Dupuit, e considerandola poE
tata Q attraverso una superficie cilindrica verticale coassiale al
pozzo, risulta:
h2 - h2
a o
Q 11k (16.38)
ln !:a.
1' o
Vx ( h" + hf ) 6y 6t
ox ]ow 6t
(16.39 ' )
443
(16.40)
ah*
= m aT 6x 6y 6t
( 16. 43)
a 2 h* 2 a2h • 2
~ + ~ (16.44)
(16.45)
444
(r a;; 2
)= o
fornisce il moto di afflusso ad un pozzo freatico (§ 16.5).
Per il moto vario, un problema risolvibile direttamente in b~
se alla (16.42), come
indicato da J. BOUSSI
NESQ {1903), è quello
dell'esaurimento, da X . .' •• . . ; .
dell'invaso contenuto
in un ammasso permea-
bile. Considerando il 1- .e
moto nel piano verti- Fig.16 16
m ah •
(16.46)
k "1T
~
dx
= -
am
khf f
11 2 kh
dove f
a= 4iiiTT .
Se la superficie libera iniziale (t = O) fosse rappresentata
dalla:
*
ho= C1 sin
fl X
'fi (16.50)
(16.51)
(16.52)
t
h = ho sin 4n to" per x -= O ed h = o per :r: ... .,.
446
.--,..;'"iii"ii"iiiin°n_______.,_.. th
)( --------
.....
I
. I
! a)
terreno
· ·1aida frl!atica
b)
Fig. 76. 77
2
sin ( / t - x lirm /t 0 k s) (16. 53)
0
h Ox = h o e - xv o 5 (
16.54)
..!. lE.
P éls
+
asa 2v2 = o
cioè:
~ a( \ )= o 2
+ ( 17 .1)
fdn
~
v2
+ 2 = costante ( 17. 2)
r Po
dp
-p +
V
2
-
2
V~
o (17. 3)
448
1 1
Essendo p
.l.. (
Po
..E..)-k,
Po
si ha subito :
k-1
r
e quindi si ottiene :
Po
dp
p
k
k=--f :: [c:l)
-k-
1]
k-1
v2 - v2
2
o k Po
k--=7" PO [1 -( )-r]:o (17 .4)
v2 2k
= r-:::-, -Pro
Pro
[1 -
( - P )k~l
Pro
l ( 17. 5)
V
max
= -
2k
k --
Pro
1 -Pro =
VFl 2k
g RT ro
(17 . 6)
dove R è la c o stante caratte rist ica dei gas pe1'fetto nella forma
(di Gay-Lussac) de ll 'equazione di stato ~ gR T ,e Tr i è la temper~
tura assoluta.
La formula (17.5) può scriversi pertanto nella forma equiva-
449
lente:
(17.5')
-
dV
A
-C+dV ,
- I
_,:CA
l t
P+dp
'-
tP t
t oV
' '>
o) osservatore in aviete 1 J-c+dV
... l-c
b) osservatore in movim~nto
con lo perturbazione
Fig .17.1
dp = pc dV ( 17 • 7 I)
(p + dp ) A (- e + d V ) = - pA c ( 17 .8)
dV
dp = p -
e
(17 • 8 I)
e = ±~ ( 17. 9)
dp = E dp
p
451
e = ( 17 .1 O)
k
..E.. = ( _<:__ )
Pro Pr o
V
Scrivendola nella forma: ln _.__ = k ln ...E... e derivando, si ot
Pr o Pr o
tiene 4E = k E e quindi:
dp p '
e = (17.11)
e = lkgRT ( 17 .12)
e /T = 2 9 O m/ s
= e O •1/ho
17.3. Influenza della velocità del fluido sulla velocità di propagazione. Velocità critica
Se ora si scrive la (17.11) nella forma:
/ k-1
e = • r:-;; - . \
vi<.~ V
~(_g_)k
Pro Pro
(17.11')
V 2 = V max
2 [1 - ( !._ rk~l J=
Pro
V 2
max
2k
- k=-f ~Pro
)k~p
k-1
si ottiene:
v2 2c 2
max -~
e = / k -2 1 (v 2
max
- V 2) ( 17 . 13)
=V~---
. ~
V
.= C
.
Dalla (17. 1 3), posta l'eguaglianza, si ottiene:
453
(17.15)
od anche
a• = 'V-'~-~- .I 2k
k + 1 Pro - V k + 1 gRTro = V1
m2 C!
(17.16)
F = Et 2
e
(per l'aria
1
yt 2,45). ~
Per fluidi incomprimibili, p = cost quindi~= O, la celeri
tà di propagazione risulta c = ~, quindi Ma= O; questa categoria
di fluidi rappresenta perciò un valore limite delle correnti sub-
soniche. Il valore di transizione, Ma = Ma• "' 1, rappresenta lo sta
to transonic o .
Un'importante relazione può stabilirsi tra la pression~_ e il
numero di Mach M1•Riprendendo infatti la formula (17.S') e tenen-
do conto della (17.13), che, introdotto 11 numero di Mach, giscr!
vono rispettivamente nella forma:
(17 .5" )
k ~ 1 + Ma2 , (17.13')
si ottiene:
..E_ _ [ 2 ] k-1
(17 .18 )
Pro - 2 + (k - 1)M,z
ao+---------~=
I...,____ I .. ...::VC!.!m.!.la..,x_ _------1•
~
V
Fi<J. 17. 2
17.5. Pralione di ristagno
Come abbiamo visto, nella dinamica dei gas si sogliono indi-
care con Pro , Pro granàezze relative ad una corrente in quiete;
esse corrisponaono pertanto ai punti di l'istagno di una corrente
in movimento, l! dove questa annulla la sua velocita. Se lungo u-
na linea di corrente si passa dalla velocit:1 v 0 con pressione Po e
densità Po alla velocità nulla, la pressione assUJT\e 11 valore di
ristagno J.Jro che si ricava subito dalla ( 17 .18 ) , la quale puè:> seri
versi anche nella forma:
k
p r o P-o p o .. [ k ~1 Ma 2 + 1] k -1 - (17 .18 I)
Pro - P o k 2 [ 2 - k ]
- - - - = 2 (Ma) 0
Po
1 + ¾ {M• ) 02 + -iT (Ma)~+ .••
k k k v2
2 o
2 P o (Ma) o = 2 Po 2 Po k 2..n.
Po
6P P r o - Po
~ + à p + dV o (17.20'}
11 p V
~
p
+ V dV = O
v dV vdV
V dV 2
-c"r =----;;-zv-= - ..,2
dA (17.21)
T
( M1 2- 1)
vdV
che è la relazione di H. HUGONIOT ( 188 7) .
Essa fornisce conclusioni di notevole rilievo, riassunte nel
seguente schema (Fig. 17.3 a )) :
diminuisce
----
~'~
----
~
a)
f ig 17 .3
b)
p Pr o (..2,_)1/k
Pr o
458
risulta:
(17.22)
o (17.23)
risulta:
V ~ = e
_ 2~ k~ l
(k + 1)
e quindi la densità:
_ 2) k~l
(k + 1
la portata ma ssima va l e:
1
(Q )
mmax
=
P
• A , V •= A,
Pr o
[-2-]
k +1
k-1 , f..1!5_ !:..u_
Vi<.+1 P r o
(17.24)
Rg17. 4
lo
I1
TL '6Po I
JI
d
Vo A
/
p·p·
A'
I
\
I I '1
10
-Fig.17. 5
(17 .25)
e l'equazione di stato:
e:_=
Po
(L
o-o
)k
nell'ipotesi di processo adiabatico.
460
I I
I I
I I
___ / ___ !
I I
~A~ ~ IA'
..._ !urto
....__
J)Orma/6
Fig17.7
P1 ~ ~
k - 1 p; 0 ·
- 1
(17 . 27)
Po k + 1 ~
r::-7" po
k - 1
p - p -2- (1 + p) (p - 1) (17. 28)
.·
per l'aria con k 1,405 si ha 10
pmax
.
V'-~~
1-,:.~ I
" 6. 5
I/
Quindi l'aria per l ' urto norma l e 1
1..----' I
o 2 3 1 5 6 _ 7
non può essere compressa pi~ di 6 vol I>
te il valore iniziale. Fig/78
P.!:.È.:
4 - (p + !!.E.
dx .sx) "f - To"d ox = pV "f (v +~: 0 x- v )(17.30)
dp +
4
da d x + pV dv o (17.30 ')
e quindi:
fp y2
dp + --r;T d x+ pV dV = O (17. 30")
2 v2 yZ
Ma = = cioè kp Ma 2
ke_
p
(17 .31)
~ = _ dV
P V
si ha:
!iE_ =
P - vdV -~ Ma
Pertanto:
-
d
~
Ma
+ k 2d
J_ Ma
2
dx + k Ma d M1- = O (17. 32)
d ( Ma 22 ) + L2d k MJ dx + k d ( Ma 2 ) o
2 Ma 2
cioè:
f _ 1 - k Ma 2 2
U dx - k Ma 4 d ( Ma ) ( 17. 33 )
1
Ma ~ (17 .34 )
1k
Per Ma < ~ la pressione e la densità diminuiscono e la velo
cità ed il numero di Mach aumentano nel senso del moto: il contra
rio avviene per Ma > 7r. Perciò, in ogni caso, il numero di Mach
tende a raggiungere il valore Ma= 7t.
Le variazioni delle proprietà del fluid o nel senso del moto
risultano dalla Fig. 17.10).
MB<11Vf M8~1/Vk
Fig.17. 10
465
= j {k 1 - k
M
2k
M12
Ma4
d<
Ma
2)
cioè:
1 - k Ma 2
~ t
max
= k Maz + ln (k M1
2
) (17.35)
PI ( Ma ) 2
(17. 36)
P2 " <Mal i
Infatti dall'equazione di continuità p 1 V 1 = p 2 v 2 , e dall'equa
1 - k ( Ma) ~ ( M1)i
+ ln (17 .37)
k ( Ma)~ ( Ma)~
-( ~ )2
---"-P.,_1_ - 1n( ~
P (17.38)
f \
à k ( Ma ): 2 )
466
(in genere una forza e una coppia) degli sforzi tangenziali d'at-
trito lungo la parete.
Il fenomeno del distacco dello strato limite dalla parete e
la zona vorticosa turbolenta (§ 10.5) che si crea a valle del coE
po solido investito, più o meno estesa a seconda della forma ton-
da o raccordata e della -profilatura diversamente allungata ( § 1 O. 6),
sono un fattore importante perché, in aggiunta all'attrito, deteE
minano uno squilibrio de l le pressioni fra la parte anteriore e
la posteriore del profilo, con una nuova azione risultante.
Lo squilibrio non esisterebbe se il fluido si comportasse co
me perfetto: in tal caso il campo di moto sarebbe a potenziale ,
sicché la risultante delle pressioni sulla parte anteriore del
corpo risulterebbe uguale e contraria a quella sulla parte poste-
riore, e quindi nulla sarebbe l 'azione esercitata dal fluido. E'
questo 11 "singolare paradosso" a cui, con tutto rigore, era per-
venuto J. D'ALEMBERT trattando il caso del fluido perfetto (1752).
Se si considera, invece, il reale fluido viscoso, si ha che nella
parte anteriore del profilo, sino ai punti di distacco dello str~
to limi te, l 'andamento delle pressioni è praticamente quello del
fluido irrotazionale; a valle invece il corpo è a contatto della
zona di scia vorticosa, le pressioni sono assai diverse, minor i e
più unifor~i di quelle del moto irrotazionale, e si genera quindi,
per lo squilibrio, una nuova risultante diversa da zero (in gene-
rale ancora una forza e una coppia ) delle forze elementari eserc!
tate dalle pl'essioni su ll e pareti , i cui effetti si sommano a que!_
li della forza tangenziale d'attrito .
Un disco (Fig. 1 0.13) od una piastra (Fig. 18.1) di piccolo
spessore, considerati una volta con la superficie parallela alla
corrente ed un'altra volta normale ad essa, offrono la considera-
Fig.18 .1
Ra = f
Ac
To sina dAc (18.1 ')
RP :: - te coset dAc
p (18 . 1")
P =P,
1•- --'1"-"- - 1 -
'6, >'o -·-=-==----
- 1..
o} b)
Fig 182
( 18. 3')
~k/
/
I _,
--
/
,,, /
<.
-.. --- -- -;- _
:-'lliGiiii~-
I -----._._.,,,, .,,,
I
L
-- -- -- --
e) b)
---
Fig.18 3
470
C = f
(
e
forma, I , pV
7
t) (1 8 . 4)
a/.t = 1 1,16
" = 5 1, 20
" = 20 1 , 50
" = .. 1 qc,
ve ora A = ad (misure
di C.WIESELBERGER,1921 -
1 922) . 101
Il diagramma inizia
10 1 - 10
I
- .,.- ..,. \; t ·
I : ~.-:.. • tenendosi tale fino alla rapi
0.8 - cilindro
. i
·, \V da cadu ta di valore che (F ig.
-·-·- eld = O (lisc,o
··1.:1. -... _
18 . 5) si presenta (in modo d~
0 .6 -- eld: 2 . 10·3
0, 4
.........
- ··- ··
eld =
e/dm
4 . 10·3
J. 10·3
\V\ verso a seconda della maggio-
re o minore scabrezza e) , per
---· èl<:J = 2 .10 - 2 '.
0.2 I I I I I il passaggio dello strato li-
4 5 mite da laminare a turbolento
10 2 4 6 8 10 2 3
Re:::.!?Vod e conseguente spostamento a va_!
µ.
Ftg 18.5 le dell'inizio della separaziQ
ne (A.FAGEe J .H, WARSAP,1930).
473
a/d =1 0,63
.. == 20
" 5 0,74
0,90
" = .. 1,20
t/d =o (disco) 1, 12
" :,
1 0,90
" = 2 0,85
" = 4 0,87
" = 7 0,99
eR = ~
Re
( 18. S)
!! (1 + /6 Re ) ( 18. S')
e 050 I
R c1t,ndro .....__
030
C'
~ • X
0.10
,--.CR rsez ~aestra
2 4
½ 1/ I
.o
0. 06
t:::::s:.. ....__
3 - O- -
/
/
I l
v!t
p o
.8
o.6
0 .03
~
~ va lor, S&>erim enta /1 I
/,
L(l_(pro,ez,or,e -
~
o 4 -____ andamento teor,CO I
I
I
in pianta) o.2
0 .0 1 ,
I 3
-· .)
0. 006 ~2
o
~~
- -
~
o2
o4 ~
~ lastra ()lana Re:p~ t = l. 3·106
O I I
0.003 I
I-r- la-~
~, -- -·Jf
disco in pross,mita' parte frontale angolosa parte frontale arrotondata
del terreno
CR=l .27
Fig. 1810
4 78
-
-
d d
a) I• b)
F,g 18 12
bordo d 'ingresso
+a
-a
F,g 18 . 13
((~ b)
a P 2 , del bordo d 'uscita, ivi rag-
giungendo velocità teoricamente in
finita con un abbassamento pure i~
finito della pressione. Deve ammet
tersi perciò che la corrente si se
par i in tale punto angoloso, dan-
do luogo ad una vorticosità di con
tatto che presto degenera in un vor
tice isolato, per il contatto fra
Fig . 18 . 14 la corrente superiore meno veloce
e quella inferiore più Veloce a ter
go del profilo (Fig . 3.19); Si tratta di un vortice analogo a que!
li che si distaccano sul dorso di un cilindro il cui asse sia nor-
male alla corrente (§ 10.7); con la differenza, peraltro, che men-
tre in quest'ultimo caso si ha un distacco alternato di vortic i d i
circolazione contraria dai due bordi, che dà in media un effetto
nul lo sul corpo da cui avviene il distacco, nel caso del profilo
481
( 18. 6)
1: -----
X •I
Per un dato valore del n ume-
ro di Reynolds, 11 comportamen-
to di un prof ilo al variare de.!
~ J . _ ..
l'angolo di incidenza è dato da
P-ft, 1
un diagramma del tipo della Fig.
p \/J/2 ~ F==:i:::=Wf!..!.!!!.L=l::=l==:1:::::::-ri 18.17. Il coefficiente di por-
tanza varia pressoché linearme~
te, portandosi ad un massimo
Cp compreso fra 1, 4 e 1 , 6 per
max
un'incidenza a dell 'ordine di
10°-15°. Oltrepassati questi v~
lori, c p cala rapidamente,scen-
dendo a O per a = 90° (effetto
F19 18 .16 di pura resistenza, coro.e per una
piastra ortogonale alla corren-
te). Il tp si annulla per incidenza nega t iva di qualche grado; ra!
se passante per la coda del profilo, che è parallelo a questa dire
zione, si dice a ss e di po~tanza nul
'la . L'incidenza può anche essere ri 1.6 ~ - - - - - -~ ~---.-- -,
q,
ferita a quest 'asse, ed in tal c aso
CR
vie ne denotata con (a ) e chiamata in
1. 2
c iden z a a ss o Zuta.
Il coefficiente di resistenza
CR ha, per un buon profilo, valori 0.8 1---1----l--- . i + - - ~
1.8- - -- -
Cp
l.6 L.---Ji-..iW-- - - - - l
1,4
6·
I
'i
3" PROF. N A CA-
+-R
=••e~
6 4 12
c. ........,,
if~
R9t~s -106
e o2'
fm..4x
o- t
I
00 - f--
. 3•
-02l..1..:i_
o 002 0.04 0.06 a os o 0.02 0 04 0. 06 0.08
O) CR bi CR
Fig 18 18
zione:
M Nx = (P COSCt + R sina) X =
p p
v2 ( 18. 7)
(CP COSet + CR sina) p _Q
2 A t xp
( 18. 8)
X
p
- ~ '-- ~
'I
o.., ~ ne correzioni per ottenere i dati
' ~~~
"
Q3
a2
'I
r \\ \.\6.5-105 -
' 8.3· J05 -
,\3.3· 1o5
aerodinamici del profilo reale.
Nelle applicazioni aerodina-
miche la teoria del profilo bidi-
I ~ ,s.,o5 mensionale si riferisce propria-
0.1
ao I me nte all ' aZa d 'apertura infinita.
-tll
I Per le ali di apertul"a finita , a I
02 J si deve tener conto che la diffe-
- , ,. o • s 12 16 20 2• 2s a
renza di pressione fra la parte i~
Fig.18.19 feriore e la parte superiore del
profilo (quella che dà luogo alla
portanza) deve annullarsi ai bordi dell'ala , per cui si deterrnin~
no dei gradienti di pressione di opposto segno sulle due facce del
piano portante verso i bordi, e quindi un moto fluido dal disotto
al diso pra dell'ala. Si f ormano così dei vortic i all 'estrernità,raE
presentati nella Fig. 18. 20, ed in misura minore anche al bordo di
uscita del profilo. Ne consegue una riduzione della portan za, che
dal valore massimo sul piano mediano si riduce a zero alle estre-
mità. E' come se, nel suo complesso, l 'ala determinasse un 'infle~
sione delle linee di corrente minore di quella per apertura infi-
nita. Ne consegue altresl un aumento d elta resistenza, per la ne-
cessità di sopperire al l'energia che viene dissipata nei vortici SUE
486
(18 . 9)
a2
dove ~ = A ' rapporto fra i l quadrato d e l l'apertura e la superfi-
cie proiettata sul piano de l la corda, è det t o l ' a llungam en to del
l ' ala (per l'ala i llimitata, ~ = m) . S i ot tiene di conseguenza,p2
sto ci i " tgo i:
2 VoC p 2 VoP 2P
,,
;,, . = (18 .11)
~
l
TTÀ TI,\ p
2 .411, 11a2 o V o
2
CReff (18.13)
F1g 18 22
a = V :!: c (18.14)
(18.15)
sinB = i! et '
Vt '
e 1
= V = .... (18.16)
dentemente emessa.
L'apertura del cono superconico· dim!
nuisce coll'aumento del numero di Mach (e
tenderebbe a O per un n umero ni Mach ten-
dente all'infinito).
Le generatric i di questo c ono si i-
dentificano, nel caso di moto bidimensio-
naZ e, con le Zinee di Mach, inclinate del
l'angole s (angolo di Mach) rispetto a lla
direzione d el moto relativo tra fl u ido e Fig 18.25
sorgente. Lungo queste linee si propaga
nel campo fluido supersonico una piccola perturbazione (o si mani-
festa una piccola discontinuità) del campo stesso.
B = are sin E.
V
--
corrente
supe,son,ca
nifesta la deviazione della corrente,che
si mantiene supersonica anche
fronte.
dietro la
trofi/e
Ma
6
,: I
5
I
45':6 as,nroto - - ~ I
4
corrente
superson ica
3
/
I I
I
I
/ 2 / \
/
,,,,,, superson;ca .- / :
I
( 18. 17)
Fig.18 .32
Fig.18.33
lo, aume nta l a p re ssione di r ista-
gno P r o i n A , aumen ta la ma ssima V!
locità in B e si abbassa la minima pres sione, come può d esumersi d a.!
le proprietél del moto irrotazionale attor no al prof ilo . Peraltro,
quando , a par tire da un valore critico del numero di Mach riferito
alla cor ren te indistur bata a monte, par i a,(Ma ) 0 ~ o,7 circa, l'infl~
enza della comprimibilità si fa sentire , ques to fattore intensif i-
4 94
( 18. 18)
in cui CR
o , P n sono i coefficienti di resistenza e d i portanza per
la corrente incomprimibile, C R, Cp quelli per la corrente compriml
bile avente (ove non di stur bata ) n umero di Mach (M .. .
0
Tale f o rmula si
desume dalla teoria del moto a potenziale di velocità estesa a un
fluido di densità va riabile con la pressione.
Se ulteriormente cresce l a veloc i tà Vo della corrente ind istur
bata, in prossimità del punto B
può venire localmente oltrepas- / :orrente
upersonica
1
sata la velocità sonica, pur es -creo: 1i l I i'.111 Ì jj i i I I e.
V -
sendo ( Mal 0 = ~ ancora mi nore di 1. subsonica
e 1Mai0 <<1 a)
Si pas sa cosÌ, dalla s ituazio ne
su bso nica prima co nsiderata, ad
una situazione transonic a, cioè
di un campo di velocità attorno
/
/
/ ---- --- /
al profilo in par te subsoniche /
/ superson1 ca
-
ed in parte supersoniche. I
10
Inizialmente, per ( M•)
0
«1,
subsonica
si forma una debole onda d ' urto ( Ma )
0
<I b)
sul dorso de l profilo, attra veE
so cui la corrente supersonica,
che si forma in una zo na l i mita
ta, passa nuovamente a subsoni-
ca (Fig. 18. 34 a)). t:ederiva u n
rapido aumento di press i one prl
ma del la fronte ed un gradiente
di pressione c ontrar io al moto,
che favo risce il distacco dello
strato limite e provoca i conse
guenti effetti sulla resistenza
-
l{,
e sulla portanza.
Crescendo il n umero di Mach
Fig.18.34
d ella corrente , la zona supers2
nica aumenta e l'onda d'urto re-
495
cede fino alla coda {{Ma) 0 < 1 ) ,estendendosi anche nella pa,:te infe-
riore del profilo (Fig . 18.34 b )) .
Oltrepassato di poco il valore sonico nella corrente indistur
bata ((Ma) 0 > 1), si produce sulla testata del profilo la nota fron-
te d'urto curvilinea, permanendo sempre l ' onda d'urto in coda, do-
vuta peraltro alla deviazione di corrente (che rimane sempre supe~
sonica), quale imposta dall'uscita. La regione subsonica è limita-
ta attorno alla testata (Fig. 18.34 c )) .
Infine, per corrente indisturbata decisamente supersonica ((Ma) 0»
» 1) , la regione subsonica scompare del tutto, e la fronte d'urto an
teriore parte dal vertice del profilo (Fig. 18.34 d)).
I coefficienti di portanza e di resistenza, in funzione del nu
mero di Mach della corren-
l_,__...,sc,:··::ché,<?!!!..,C~-·t .. ..
,. , LI"-' .
-- '-"c...'n:.::s-=-
on'-,-=-
c"'"-- J suoersoruc~ te indisturbata, presenta-
no un andamento quale ap-
prossimativamente delinea-
to nella Fig. 18.35; da n~
tare il rapido aumento del
coefficiente di resistenza
1
(Ma /o
CfltHX>)
- (Malo
nel campo transonico non aE_
pena oltrepassato il valo-
re critico.
F,g 18.35 Con l'accorg imento di u
sare profili slanciati ed
appuntiti, e con l'impiego delle ali a freccia, l ' inconveniente so
pra prospettato,che si ha nel passaggio transonico, viene in gran
parte evitato.
Le aZi a freccia (Fig. 18.36 ) consistono essenzialmente di ali
il cui asse non è perpendicol~
re alla direzione della veloci
tà di spostamento (cioè all'as
se del corpo dell ' aeroplano ) .
Se o è l'angolo tra la normale
a v 0 e l'asse dell'ala (suppo-
sta per semplicità di sezione
costante e di allungamento in-
finito),il profilo viene inve-
stito dalla componente Vo cos o
della velocitA Vo , e a tale com
ponente va nno riferiti gli ef- ~ ,g 18 3 6
I
I
I
I I I
l I I I I I
I l I I I I l r
,~
,.~
I I I I I I I I I :
a l,-~ I l l I ~~~~s1di~a : I ,,-- ---, I : 1
I -:-~-:: I f
I . A I
tusot,e,a -· coda
Fig.18 37
).
Fig.18.40
e quindi, sostituendo:
e = ( 18. 1 9)
e = lg y ( 18. 20)
2 nc 2
À = ( 18 . 21)
g
V ' V"
rV V ' = /"'i:
v"
R onda
CR (onda ) = (18.22)
_1
0 v2o v 2/3
2 o
R
0.0021--_J.=r----,1--:,r-~+-- - t==-1 e res = rea
(18.23)
aoo, l---,;~-~+1!:i....,l~~:.:-fi-=----_-,~~- -+----1
Queste tipiche determi
0.05 0.10 0.15 0.20 0.25
<Frl=Vflgt nazioni relative agli scafi
Fig .18.43 galleggianti trovano compl~
tamento i n altre categorie
di mezzi navali. Nei sottomarini, se immersi a grande profondità,
si ha il tipico comportamento dei corpi totalmente immersi illustra
504
t 2b
P i -_ y htb
2 ~ ya -2- (18.24)
P. a
½pV~
l
b2
= r-;
T (Fr) i
(18. 25)
Si trova quindi:
P. a 4 4 b/ t
l
= (18.27)
pd 110 11 (Fr)~
o = (18. 28 )
118.29)
(18. 30)
= CR (O) + o ~
( s
p
1
2
- Pn dA
P
2
Va
+ A
s
A
m
( 18. 31)
C R (o ) = C R (O) + o ( 18 • 31 I)
P' - P o Po - p"
0,70 =- 0,42 ( 18. 32)
p V~ /2 p V5/2
e quindi:
p' - p"
( 18. 33)
CR = 1,12
pV~ /2
0,70 + o (18.34)
• • cav,1a· ae,eote
Il risultato si appli
ca in generale e mos tra co 0:----::'--- - +-:-- L---1.- - ...L-- __l_ _ _J
O 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 a 1.4
me una valutazione accura
ta non possa farsi che su Fig.18.47
bas i sperimentali.
Particolare importanza
509
5•
o. 4 1--- +-~'l/"<J..i:r:- ...:i~---'_"-_-
I"'...-.,.-_-.a,- ....-,_-_-_ -_ -_+_,_-_-_---',-:-._,.lf------f
__--_ 1-
cavitazlone (sul dorso 1
0 UIIILl:oQ....Gl~-"----"-"'----"---.._..---"0'--'--''-----'
O 0.4 0.8 1.2 ,. 6 2.0 2.4 (j 2 .8
Fig .18. 48
I
I
'
cevlll eperre
I
tese intermedie
Fig18.49
510
( 1 9. 1)
a (p VA ) a (pA}
- _a_t_ { 19. 2)
as
h è la quota,a par
tire dalla luce di Fig. 19.1
fondo, dell'iscan-
taneo pelo libero
A0 (h), e quindi v 0 = - ~: la velocità di discesa, risulta:
dh
Q = - dt A o (h) = Qe ( 1 9. 3)
V~
-2
g
+ h + h e - t:.h P - 2 g
v e2 1
-
- (J
f-he _av at
ds =O (19.2")
h
y2
dove con t:.h p = ( Et.; + fJ-> 2; si denota il complesso delle perdite
di c a rico attraverso il tubo di scarico di diametro d (vedi Capi-
tolo 14) .
Infatti, se l ' area della bocca d ' uscita è piccola in confro~
to all'area della sezione orizzon tale del serbatoio, la variazio-
ne de l la velocità nel tempo, :~ , è piccola lungo tutto il siste-
ma, tale essendo quella in corr ispondenza al pe l o libero, purc h é
i l tubo di scarico (ove esista ) sia di lunghezza sufficientemente
limi tata . Qu alche eccezione potrà a v ersi qualora il serbatoio ri-
duca notevolmente la sua se z ione verso la bocca; ma si tratta, g~
neralmente, di un errore limitato alla sola fase finale del vuota
mento.
In queste condizioni, la ( 1 9 . 2 ") fornisce, trascurando il pi~
y2
colo valore ~
nd2 V hg (h + h el (19. 4)
4
e
4
~ + El; + 7
Se il recipiente terminasse senza tubo e con una luce a bat-
tente di piccola area A e' in l uogo della ( 19. 2 " ) si scriverebb e
(Fig . 1 9 .1 b)):
-
y2
o
+ h
y2
e
- .!.
fo -av dh = o
E:2 si = 2g - 2g =
g h at ( 19. 2 '" )
Q
e
= e eA e V e = e eA e h gh ( 19 • 4 Il
dh h g (h + h )
e
A o(h ) = ( 19 • 3 I)
dt 4
V1+n; + 7
51 5
( 19. 3 ")
2A o
t lh + cost ( 19 . 5 ' )
C A
e e
hg
2A O V1 + r i; + f.!:.
d
tV = 2
v'h o + h e ( 19. 6)
rr d
-4- 12g
2A o
tV = v'h o ( 19. 6 ' )
C A
e e
12g
Fig19 2
dh ( 19. 7)
- dt 1r ( 21'* h - h 2) = C A
e e
da cui:
51 6
TI
è = + cost
C A 12g
e e
TI 4 (2r) 5/2
t (19. 7')
V
C A 12g 15
e e
- l
g
jo A o <h)
A
avo
ot dh -
- - .l avo
g et A o ( h)
)o dh
A (19. 8)
q h
essendo A 1 'area della generica sezione del recipiente (Fig .19 .1 a)) .
Per vedere l'importanza di questo termine, quando la luce di
eff l usso sia grande d i fronte a quest'area, basta pensare al caso
in cui le due siano eguali, cioè si tratti di vuotamento di un ser.
batoio di sezione costante, riempito fino all'altezza ho , per ra-
pida asportazione del fondo. In questo caso, quando la sezione
A O (h ) del pelo libero è scesa al fondo, la velocità ha raggiunto
il suo massimo 1 2g h 0 con un'accelerazione :~ = - g costante come
h - .l
g
foh ~
at
dh
av
che dà appunto TI= - g.
La conservazione del termine di inerzia offre peraltro qual-
che difficolt.\S nell'integrazione d elle equazioni ( 19.2" ) (19.2"').
dh
- d t Ao (h) ( 1 9. 9)
I""
A 0 (h) = A o = cost
- - --=;;--,ì
e si applica la formula 1 ,.,-o - --i; - / / -~
dello stramazzo (6 . 24) r __ __r:_ ___
alla soglia di lunghez-
za R. , ottenendo (come
per la ( 1 9. 4' ) ) la por- F1g. 19.3
tata:
Q
e
= et
q
l2g h 3 1 2
- A od h
dt =
e q 2. hg h 312
(19.10)
Qa _ Qe -_ A dt
dh (19.11)
Qa_-_Q
_ _e 'ilt
ah = ( 19 .1 2)
A
f
. o
Qe dt . La differenza tra q uesti due valori
( 19. 1 3)
---
Oo
Fìg.19. 4
L (:
Q)··0,0..,:..-...·
~
--=r. ' ,· . " ',
.
e_e··= ,·==··:=Jl
A" laguna
Fig.19. 5
520
Q,Q =±CAb"~ll h - h j
a e ~ m
( 19 .14)
(19 .1 5)
i av i dv
( 19 .1 6)
g TI g ctt
risulta:
dv
± 2z = - gi Tt (19 .1 7)
V., + d z
- dt (19 . 18)
9. a2 z + 2z o ( 1 9 . 19)
g dt 2
sin cos
z = eI sin
T (19 . 2 0) Fig.19.7
z = - z max C 1 s in
(fii- V¼)
1T
2 = Ci
e , sostituendo:
Ag
-
Fig .19 8
l dV (19. 23)
g Tt :!: z
( 19. 24)
(19.25)
( 19. 28)
dz t
d t = - z max
525
risulta:
dz
( ~)
ai; t•O
= - z max
& V
--
cioè:
max
z = - v0 ~
V~ sin·~
V~ t ( 19. 29)
z - rV 2 (19.30)
dV d V dz A dv
= - -.& V ( 19. 31)
Tt dz dt Av Tz
.t Ag dV
z + g A V Tz - rV 2 = o (19.32)
V
dV 1 d ( vz)
Notando che V 2 ---;r;- e posto q = V2:
dz
2g A...,
giunto - - - - z, il cui integrale generale vale:
t Ag
2g Avr
t A 2 Z
q = v2 g + - + e e i Ag
V = V0 per
Ne discende:
1. A
e g
e
e quindi:
z
- +
/
n =
risulta:
o z n(z -6Eo)
max + -n n
e max
cioè:
Tabella 1
-
MEo
_ Zinax - - Zmax
--
nzmax nti.E 0 nzmax
AE0 tiE"
0,00005 - 0,0100 200,00 o, 70 - 0,770 1,100
0,0005 - 0,0312 61,40 0 ,90 - 0,821 0,916
0,005 - 0,0962 19,24 1,00 - 0,841 0,841
0,010 - 0,284 5,68 1,50 - 0,910 0,605
o, 100 - 0,383 3,83 2,00 - o, 948 0,474
0,500 - 0,698 1,396 3 ,00 - 0,981 0,327
~ ( 19.35' )
- z
max
V~g
o in forma a ncor più semplificativa:
- z
max
(1 - nzmax ) - ln ( 1 - nzmax
( 19 . 36)
I l decorso dell'oscil -z
laz ione, fornito recent eme!!
te da A. GHI·ZZETTI (1950),
si presenta come nella Fig.
1 9. 9.
Fig.19.9
528
i dV
= z
g dt
(19.37)
VA g
pre i carichi cinetici e le perdi te di car ico nel moto entro il po!
zo stesso).
Av
Ag
- !
Fig.19.10
(19 . 38)
R.
g7io V = t + cost
i dv v2
g dt = ho - (1 + r) 2g (19 . 40)
Se ne trae:
i dv
g dt
cioè:
R. V~
dt 2 2 dV
gh0 v0 - v
Integrando, e notando che è:
f dV
V~ - y2
1
Vo
arctgh
V
Vo
+ cost
1
2V 0
ln
V
Vo
+ V
- V
+ cost
R.V V V
t - h- arctgh
g o
-v
0
T a arctgh Yo (19.42)
0.8 V
V
L--
-
della linea dell'energia dura~ '/
06
te la fase di moto vario, la cui I
inclinazione (per perdite di ca 0.4
rico nulle} : I/
dE 1 aV (19. 43 ) 0.2
g TI I
I
o.5 1.0 15 2.0 2.5 t!Ta
dipende dall' intensit.l d ella v~
riazione col tempo della velo- Fig.19. 12
cità in condotta, si ha anzi tu!
to un passaggio brusco, all'istante della messa in moto, dall' o-
rizzontale (ad acqua ferma prima dell'apertura) alla massima pos-
sibile inclinazione (ad acqua ferma subito dopo l' apertura; dia-
grammi 1 e 2 della Fig. 19.13 ).
1-====-=--~ =-=--
ho
I'
2
,.......................,,----t.__
-...... 1--=!',,,.-~-I- . -
o
.- .
-r
!
------- ~
3 4
Fig.19 .13
(19. 44)
Ae V o = A Uo ed Uo i2gho
emax
r isulta:
~
A e { t) u A e { t)
V = Vo
A e max uo
= Vo -A- -
o
{19.4 5)
emax
da cui:
V = Vo 11{t) l;{t) ( 1 9. 4 7)
e de riva ndo:
dV d11 di;
at = Vo dt i; + Vo Tt n
1 - i; 2 ( 1 9 .48 )
Quest ' equazione può integrarsi, nota che sia la legge di ma-
nov ra del l ' o r gano di intercettazione 11(t) : nel caso delle mac c hi-
ne i drauliche, si accetta comunemente una variaziOne line are nel
tempo
Te - t
n ( t) = per manovra di chiusura
T
e
{19. 4 9)
t
11 { t) =
re per manovra di apertur a
dn
dt = + 1
Te
iV
Ricordando che T a = ~ è il tempo di avviament o de lla condo_!:
t a {vedi§ 19.3.1), risulta infine, nei due casi:
535
T T dc;
-rea i; + Te
a
(T
e - t)
Tt = 1 - c;2
T T dc;
Te
a
i; +
a
Te t dt = 1 - e; 2
Ta
- I',; max Te = 1 - .~
Ta
z; min Te 1 - z;min
2
da cui:
z; max + 4
(19. 50)
I',; min 2
T .tV
Se il rapporto ...a= ....:.:...L. fra il tempo d'avviamento e il tem
Te; fJhoTc
po della manovra è piccolo, poniamo all' incirca < O, 20 per cui
·T 2
( Ta)
e
< 0,04, questo valore è trascurabile rispetto a 4, e perta~
z; max
1 Ta
z; min = 1 - 2 Te
h"
ho -
max
1 = ¾( ;a/ e
+ -T
T
a
e
T
" +...!
T
e
( 19 . 51)
h •. 2
1111.n
ho - 1 = t (; a) -r -r
e
T
a
e
:,
T
a
e
----=-=----=--
Fig . 19 .15
± kv 2
(19 .52)
1/k
h*o )
u -- u• ( h~ + z (19. 53)
.t d v .t dV d z
z = g dt = g dz dt
k+l
dU dU dz U• h*0 l / k k dz
dt = dz dt i< (ho + z) dt = A e V
Integrando si ottiene:
k+l
h *l/k - -k- v2
- v· ~
k
(ho + z) z dz = Ac .t 2 g + cost
(19.54)
k+l k-1
J(o (ho+z)
-k-
z da =
k
k _ 1 [ (ho + z ) k -
k-li
hò k +
risulta infine:
V~ - y2
=
u• .!.11
ç ho k ~ [ eh o+ z >
k-1
k - ho
k-1 ]
k +
2g
•
+ ho [ (h 0 +
•
z)
-k
1 -
.-k
ho 1 ] l (19.55)
'2
Se si divide termine a termine per v 0 , e si introduce il ter
mine adimensionale
o= - - - (19.56)
1 -( J )2 = + ~ [ ln
0
1
( 1 + ~ ) + - -+,._..L_
1
(19. 55")
ho
I,
--- ... 1...--T" -- ---
---
--
,Al-- i;::l.uu
L----
o
e:----
~- -
o. o- ~ .......
~- --- --- -- -
Zm ifl ---
-h-
o
_,.00
aoo 0.08 0.12 Ql6 q a20
Fig.19.16
L..·=====l=:::::::::.::.=-_-M_<Jturatore
-=- ....
aj_ ~temPo t=O
r
b J::===========::::::lt=O b
r onda di
compressione
~ dilatazione
j 111001111111111 t = 2~
a • 1111111111111111ll~,r e
Vo-
(~1~11111111111111111111111111 +fl,J" d
e J _~ l)ru,~OIOOllllllr= 32 l
Vo a
~111111111111 +flp"
orr:la di decompressione
a
e
riflessione
f _ _ _ _ _....,....-:>_lr=2.t =tr
1
~ -vo a
gJ ondadi~•
a• - !Jp g
riflessione
hJ&;w/ll/4W/Wlzwxt 3; t=
i J I
onda d i compressione
~ - llp" i
~I=====:;:=====~•
r r = 4.,t z2 tr
k:: k=b
Fig.20 .1
542
= 1!
a
(che è detto ritmo de 1, Za condotta) , l'intera colonna è a pre2_
sione normale e animata da velocità - v 0 •
Da questo istante tutto procede come a partire da t = O, con
la sola differenza che la velocità e la pressione assumono segno
opposto; si ha quindi una depressione - t.p• che dall'otturatore si
propaga fino al serbatoio, e si annulla poi nella fase riflessa a
partire da questo fino all'ottu ratore. Alla fine del tempo 2tr =
H
a , le condizioni della condotta sono le stesse che per t =
= O, e il fenomeno alternativo riprende indefinitamente, salvo lo
effetto smorzante degli attriti che abbiamo trascurato.
Se la chiusura dell'ugello non è istantanea, ma avviene in un
tempo inferiore al ritmo (Te< t r), la sovrapressione t.p • si mani
festa ancora all'otturatore, ma interessa un tratto tanto piil br~
ve della condotta a monte di esso, quanto piil piccola è la diffe-
renza Te - tr; nel residuo tratto verso l'imbocco la sovrapressi~
ne decresce linearmente. Quando la differenza è nulla (Te= tr> ,la
sovrapressione t.p • si presenta solo all'otturatore.
Se poi la chiusura avviene in un tempo Te> tr' la sovrapre2_
sione massima all'otturatore è inferiore a t. p•, e si riduce l inea!_
mente a zero verso l'imbocco, come verrà dimostrato in quanto se-
gue.
.'{±.dV
3: --- -V
-
-a-v+dV .;a-V
!
t
1-V+dV
tA+dA
'-
l-v •
fA
Il (-a-V+dV
tA+dA '
'
!-a- V
fA
•
a/ osservatore in quiete bi osservatore i?,amqvimento
con la pertur z1one
Fig.20.2
da cui:
dv
d(pA) = pA a+V ( 20. 1 'l
A (p + dp ) - Ap = p Q [ ( -a - V) - ( •a - V + d V )j (20.2)
da cui:
(a + V) 2 = ~ (20.3)
d (pA)
Ponendo:
c o -- - \/~
+ ·
d(pA) (20. 4)
a = V ± c0
c
0
= ± J'ii"= c
1*
2.È.E_ Ade_
CO 2
= .e.
+ dA
d ( pA) Adp + pdA
A dp
si ricava:
c
CO = 12 0 . 5)
±
y1 + ~ dA
A dp
( 20. 6)
(20.7)
segue, sostituendo:
e quindi:
dA dA Ad
dP = c2
dp = c2 BE
m
e
( 20. 9)
il valore a = 1420 m/s, che è l a velocità del suono nell ' acqua.
L 'i nflue nza dell'elasticità della condotta risulta dal dia-
gra nuna della Fig. 20.3,che èin applicazionedellaformula (20.9) ,
per v a rie cate gorie di materiali:
GHISA TEMPERATA{
E
~
V
_.,, ~ ~\~
,,
,
n1
,,
,,
,
,,
,
~Y) ~~ ~
v; .C\/";
/
,
,, ,,
/ ,;
/
f
,, , ,;à
V
V
I
;};
I/
/
, ; V ; /
/
;
/
/ ./
I/
5
/ / / ,I
V V/ / ./
CALCfSTRUZZo~r ;
/ ,,v
; I/ / / ./ / / 11,9~ /
CEMENTO AMIANT~--t_ 3 V / I/
-e
V li
, ;
// V/
/ li
; ;
./
V ;11
POLIESTERI
li " / V
½/
/ 1/
( OOfl.,erro a ;
,v
fibra /unga
/ " V
/
/
1~~ ;
, l.l
POL IESTERI
OOfl "'litro a /
,
/
, / / " ' ,
fibra corra / / /
V / V /
5
PLEXIGLAS$ V / / / / V
POUYIN I ~ / ~/ V / /
(Tlfldò) ~
3
V
POLMNII..CI.DRURO / ;
/ / /
/
V ~l
( antiurto/ =.:..=-__....c;;;;i--
uft
/
/
/
, ~ ~1/ , /
/
V
I/ /
vv
POLIETILENE--c ~
,
(alla def1Sila1
/ I/ f
5
/ V V
V I/ /
POLIETILENE 3
, V /
(bassa densitr /
TESSUTO Df LINO --+--e /
/
1/
I/
V
/
li
GOMMA ARMATA 1ol. /
/
,,
V /
5 /
'ifl'~lll" RIVEST. 3
/
~/
GOMMA
(pìeco/o di,-
ame
- t,-ro-,)--- -----1[
,I
,I "
1o6
5 10 2 5 2 5
d/s
Fig. 20.3
547
i.d .
I: ....L..2:.
S•
d . l
(20 .1 O)
=
8 a i
dp ± pa dV ( 20. 11 ')
= ± ~ dV (20.11"}
g
(I) h. - h* ~ (V V )
XI ' t I X 2 ,t 2 g X l 't I Xz,t z
(20 . 12)
a
(II) h.
XI ' t I
- h.
X2,t2 g
(V
XI ' t I
- V
X2,t2
)
a
(I) h.
XI , t 1
- h .
x 2 ,t 2 gAC
(Q
XI ' t I
- Q
x2,t2
)
(20 . 13)
a
(II) h ..
X 1 't 1
- h"
x2,t2
=
- gAC
(Q
XJ I t J
- Q
x2,t2
)
I
I
I
I
1h*
I x1• t1
-t- - -:---+~
I 1. 112 • I • 112
I
I
Fig. 20 . 4
I
I
---l
I
h*x .t
1 1
ho ·1
Fig.20.5
'lo
Te 2t
a)
o t,=a 2t, 3tr 4tr St, 6t,
b)
F1g . 20 . 6
per la (:i:)
h* (20 . 15)
per la (II) x1,t o + tr
h"
x 1 ,t o
= ho h"
X1,t o + tr
h1 h*
XJ, t 0 + 2tr
h2 .. .
V = Vo V V1 V = V2
X1 , t O X1, t o + tr Xl' t 0 + 2<t
h2 + h3 - 2ho
e cosi via.
In definitiva l a successione dei carichi all'otturatoreduraQ
te il fenomeno di moto vario nella condotta risulta legata alle r!
spettive velocità dal seguente sistema (L. ALLIEVI, 1913) di equ~
zioni cosiddette 'concatenate':
(20 .16)
h2 + h3 - 2h 0 = ~g (V z ~
V3 )
(20.17)
·V = V o { 1 - ..!_
Te
hI - ho • } [ Vo - Vo ( 1 - ;: ) l•i V~:• •
tV o
2 gTe
h2 - h o = -
= -
2tV o
gT e
2tv 0 a v0 t r
;r) -
e.
Vo ( , - 2 : : ) l
=- - Tg + - - T-
e g e
=O
{20.18)
alla fine del 1 °, 3°, 5°, .•. ritmo, e un valore nullo della so-
vrapressione alla fine del 2°, 4°, 6 °, ... ritmo.
Ricordando la definizione di T a, tempo di avviamento della
condotta {vedi § 19.4.1 ) , potremo anche scrivere la {20.18) nella
forma:
555
T
2 a (20.18')
Te
v = v0 n(t) i;(t) .
(20.19)
av
dove Al= ~ è un parametro adimensionale, introdotto da Allievi
0
col nome di aa~atte~istica, e a cui può oggi megl!o darsi la deno-
minazione di nume~o di AZZievi. Esso risulta (A. GHETTI, 1956) dal
la combinazione monomia di un numero di Eulero generalizzato, Eu•
(4.23') e di un numero di Mach Ma (17.17). Si noti che Al = ,. i4
Si dimostra (Allievi) che, per una variazione lineare della s~
zione Ae dell'otturatore, tutte le serie concatenate dei valori i;~
di ritmo intero o no, tendono ad un valore limite i;m, indipendente
dalla velocita di propagazione.
Se questo limi te esiste, il suo valore si ricava facilmente dal
l'equazione che si ottiene ponendo, in una qualsiasi delle (20.19):
= ~ -
1
Poiché si ha:
(i - 1) t
1 - T
r
- (1 \ tr) = ;r
e e e
l'equazione che dà il valore limite sarà:
556
da cui risulta:
21 [ Tt t Al+ (20.20)
e
Si noti che:
t T
Tr Al= = T
a
e e
l'incirca,
T
< 0,20. ,r-e
La teoria di Al l ievi mostra che, per la totale chiusura del-
la condotta con manovra lineare, sono possibili diversi andamenti
nel tempo dei sovraccarichi ç? - 1 ~ hi h-h o , dei quali alcuni ti
l o
pici sono rappresentati
nella Fig. 20.7.
Nel primo caso (a)
il massimo sovraccarico
è raggiunto al termine a)
• r:'c•2-Fa·' .. • o , =ia ;
--
r- • J,$
-:-
-
Ql ..,r..,s
1
~
~
J,.,-
•_!..
.;, ......
QI
/
'/
./
Q4 ,7
-~ ' 1/ v .... I ~V
_,,.., V / V
o.t
--
./
Q) •J ~
o.a
V V
~~
L...,;"
...
~
r - r--
r-,..,l ../
:/ I/I,.,
.:,; ~ / /
/
-r-- ...' v~
---- --- --
at~
_,....... ..... V.v 1..-"/ V
o&
...,.
--- -
•ç
p,...
~ ~
- .... ~l
~ ~ ~
_,....... 7 /
-~ - __,,,..- A' ~~
....... Vi ~ ,, /
~
r--
-
~
---· -
~
.,. ....
~ ,& -
., Cl.IO
- -----
10
-- - 1 ./
·= o
--- ---
oe .,, ..... ..._,r-- ~
i.A"
.~ _/
-
/
7
7
- -
07
06 •I.
....
~
.J• ~ V
~ _V 7
.... ....
- -- -
I _.!!,. .........
.os
-~ r-- ~
o i,.,,-- ./
rf ... V
_... __....- ......
•M
t
- •so
.e,;
- ........ ...._--...._I
.J(1
I
. :,$_
--- ..--
--.. ........ ...... '...... .,o
o.01 ~
..61o!.•-
•10
't.........
-=--
.. ..
o o
-.... ........ ...... ...... , ...l
o
.,,o ..
o o oo-
,._ ., "'et
-
.. ..
o o o
~ ~ j ~ ~~~
t .t,
--- -• i
i..,.,,--
_,,.
Fig.20.8
Risulta c he il valore massimo della sovrapressione è compr~
so tra ~ = Al/ r e' che è il valore limite della teoria anelastia a ,
e 2 1.aT = c2 AI/T che è il valore i ndicato dalla f o rmu la di A 'l'liev i -
c e
Mi a haud {20.18), salvo il caso di sovrapressionimoltoforti {,?-max>
> 2, 2; M. MARCHETTI, 1932) .
T
Il valore -;;f- dato dalla teoria anelastica, che coincide col
•e
valore limite e~ - 1 della teoria elastica, rap~rese nta anche i l
sovraccarico ma ssimo 1;?
max
- f solo quando T
e
"'~
1 r
assume · valori
elevati, perché in tal caso òn 1 = n i+l - ni nel sistema (20 . 19)
è piccolo .
Per quanto riguarda, infine, la ripartizione del sovraccar~
co massimo di colpo d ' ariete dall'otturatore all'imbocco , può r1
tene rsi che esso var i linearmente fino ad annullarsi all'imbocco
558
stesso, nel caso di manovre di chiusura molto lente, nel senso piil
sopra considerato: un risultato già acquisito dalla teoria anela-
stica . Invece per manovre piil rapide1 la determinazione dei mass!
mi di pressione nelle varie sezioni della condotta va fatta appl!
cando i metodi generali del calcolo precedentemente indicati.
Si deve tener p~esente che per manovre di chiusura mol~o ra-
pide, che avvengano in un tempo T e< t r' una parte sempre maggio-
re della condotta, tendendo T a zero, rimane soggetta al rilevaE
t.• e
te sovraccarico~=~ y
v dato dalla formula (20.17).
g 0
(20.23)
6 y = ~ t,V
g
c:-m- y
y +-.1y
V v-.1v
y
y -
•) b)
Fig . 20. 9
cioè:
t.V -~
e
= - lfe.y = - 2 ti lgy
oioè:
ti (V + 2 ./gy) = O (20.25)
a = V + ./gy
V' + ~
561
(20. 27)
, 1(10
a (n) = v<n) -Vgy' .. , (20.27')
-
Vy yin) avanzano nella cor-
rente, e le (20.28)
e (20.27') per onde
che rimontano la co!.
Fig.20.11
rente.
V - 2 lgy' = V 1 - 2 %
V" + 2 /g?" = V1 + 2 lgy 1
-
ID '
Fig.20. 12
, I>)
nuovo stato, che si propagherà sia verso monte sia verso valle
(Fig. 20.12 c)), e per il quale dovranno valere, simultaneamente,
le relazioni:
V2 - 2 l g y2 = V" - 2 /gy"
V2 + 2 lg y 2 =V'+ 2 /gy'
Fig.20.14
X = t (3 / g y - 2 /g yo ) (20.31)
3 lgy = 2 lgy o
cioè:
4
Y = 9 Yo (20.32)
V - 2 Ve j y O + 2 lg y O = ~ I gy 0 (20.33)
unità di larghezza:
!9 Yo = ~
27
/g y3/2
o
(20.34)
r
viaggiano su livelli pro-
~
1~ 'i_ gressivamente
a}
in dimi nuz i 2
ne e perciò con celerità
continuamente decresce nte,
per cui rimangono dista_!!
'I ziate rispetto alle prime
-
~+o
'
'
: tb
'
~+o - '
?1
' tj
più veloci, le onde eleme_!!
tari di rigonfiamento tr2
vano livelli via via cre-
Fig.20.1~
scenti e quindi le succe~
s i ve tendono a sopravanzare le precedenti. Se perciO la va riazio-
ne è r apida, il piede dell'onda viene subito raggiunto dal corpo
che lo segue e si forma cosi un vero fronte discontinuo, che avan
za nella corrente .
565
(Vo + a) Yo = (V1 + a) Y1
½y (y ~ - y f) = pq [ (V1 + aH V o + a>]
cioè:
da cui:
gy o tiy + ½g tiy 2
V1 - Vo = (a+ Vol Yo
(20.37)
3 1 ~)
(a + Vo'l 2,. g ( Y o + 2 tiy + 2 Y o
(20.38)