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NORMA ITALIANA Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle UNI ENV 1998-1-2
S P E R I M E N TA L E strutture
Parte 1-2: Regole generali - Regole generali per gli edifici
OTTOBRE 1997
Eurocode 8
Design provisions for earthquake resistance of structures
Part 1-2: General rules - General rules for buildings
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edi-
zioni sia di fogli di aggiornamento.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ulti-
ma edizione o foglio di aggiornamento.
0 PREMESSA 2
0.1 Obiettivi degli Eurocodici ...................................................................................................................... 2
0.2 Cronistoria del programma degli Eurocodici .............................................................................. 2
0.3 Programma degli Eurocodici .............................................................................................................. 2
0.4 Documenti di applicazione nazionale (NAD) ............................................................................. 3
0.5 Argomenti specifici di questa norma sperimentale ................................................................. 3
1 GENERALITÀ 3
1.1 Scopo .............................................................................................................................................................. 3
1.2 Simboli ............................................................................................................................................................ 3
3 ANALISI STRUTTURALE 7
3.1 Modellazione ............................................................................................................................................... 7
3.2 Effetti torsionali accidentali .................................................................................................................. 8
3.3 Metodo di analisi ....................................................................................................................................... 8
3.4 Analisi degli spostamenti ................................................................................................................... 14
3.5 Elementi non-strutturali ....................................................................................................................... 14
prospetto 3.1 Valori del coefficiente di comportamento qa per elementi non-strutturali ............... 15
3.6 Coefficienti di combinazione per le azioni variabili .............................................................. 15
prospetto 3.2 Valori del coefficiente ϕ per il calcolo degli ψ Ei ............................................................... 16
3.7 Categorie di importanza e coefficienti di importanza ......................................................... 16
prospetto 3.3 Categorie di importanza e coefficienti di importanza per gli edifici ............................. 16
4 VERIFICHE DI SICUREZZA 17
4.1 Generalità................................................................................................................................................... 17
4.2 Stato limite ultimo .................................................................................................................................. 17
4.3 Stato limite di esercizio ....................................................................................................................... 19
prospetto 4.1 Valori del coefficiente di riduzione ν .......................................................................................... 19
OTTOBRE 1994
Eurocode 8
EUROPEAN PRESTANDARD Design provisions for earthquake resistance of structures
Part 1-2: General rules - General rules for buildings
Eurocode 8
PRÉNORME EUROPÉENNE Conception et dimensionnement des structures pour la résistance
aux séismes
Partie 1-2: Règles générales - Règles générales pour les bâtiments
Eurocode 8
EUROPÄISCHE VORNORM Auslegung von Bauwerken gegen Erdbeden
Teil 1-2: Grundlagen - Allgemeine Regeln für Hochbauten
DESCRITTORI Ingegneria civile, opera civile, edificio, struttura, struttura antisismica, progetta-
zione antisismica, calcolo
ICS 91.120.20
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
CEN 1994
I diritti di riproduzione sono riservati ai membri del CEN.
1 GENERALITÀ
1.1 Scopo
P(1) La parte 1-2 tratta degli edifici. Essa contiene le regole generali per la progettazione
di edifici in zona sismica e deve essere usata congiuntamente alle ENV 1998-1-1 ed
ENV 1998-1-3.
P(2) Sebbene non siano date indicazioni relative ad edifici costruiti su fondazioni con
dispositivi isolanti, il loro utilizzo non è vietato, a patto di condurre studi dettagliati.
1.2 Simboli
In aggiunta ai simboli riportati nella ENV 1998-1-1, i seguenti simboli con il significato a
fianco riportato sono adottati nella ENV 1998-1-2:
EE effetto dovuto all'azione sismica;
2.2.1 Generalità
P(1) Ai fini della progettazione in zona sismica, gli edifici sono divisi in regolari e non-re-
golari.
(2) Questa distinzione si riflette sui seguenti aspetti del progetto in zona sismica:
- il modello strutturale, il quale può essere sia semplicemente piano che spaziale;
(4) I criteri che definiscono la regolarità in pianta ed in elevazione sono dati in 2.2.2 e
2.2.3; le disposizioni a proposito della modellazione e dell'analisi si trovano nel
punto 3; i rispettivi coefficienti di comportamento sono fissati nella ENV 1998-1-3.
P(5) I criteri di regolarità dati in 2.2.2 e 2.2.3 vanno considerati quali condizioni neces-
sarie. Il progettista deve verificare che la regolarità scelta per la struttura dell'edifi-
cio non sia pregiudicata da altri elementi non inclusi in questi criteri.
3 ANALISI STRUTTURALE
3.1 Modellazione
P(1) Il modello dell'edificio deve rappresentare adeguatamente la distribuzione delle ri-
gidezze e delle masse affinché tutti i modi deformativi significativi e le forze di iner-
zia siano correttamente tenute in conto sotto l'effetto dell'azione sismica conside-
rata1).
(2) In generale la struttura può essere considerata come costituita da una serie di si-
stemi verticali e di controvento che sopportano i carichi, collegati da membrature
orizzontali.
(3) Nel momento in cui le membrature orizzontali risultino sufficientemente rigide nel
loro piano, le masse ed i momenti di inerzia di ogni impalcato possono essere con-
centrate nel baricentro, riducendo, in tal modo, a tre i gradi di libertà per ogni piano
(due spostamenti orizzontali ed una rotazione attorno all'asse verticale).
1) Il modello deve anche tenere conto del contributo alla deformabilità globale dell’edificio dato dalle zone di collegamento,
come per esempio le parti terminali delle travi e delle colonne di una struttura intelaiata. Anche gli elementi non-strutturali
che potrebbero influenzare la risposta del sistema resistente devono essere tenuti in considerazione.
3.3.1 Generalità
P(1) Nell'ambito delle finalità che la parte 1-2 si prefigge, gli effetti dell'azione di tipo si-
smico e quelli delle altre azioni che vanno considerati secondo quanto previsto
dalle regole di combinazione date nel punto 4.4 della ENV 1998-1-1 possono es-
sere determinati sulla base di un comportamento strutturale di tipo elastico lineare.
P(2) Il metodo principale per la determinazione degli effetti dovuti all'azione di tipo sismico
è quello dell'analisi modale della risposta, utilizzando un modello strutturale elastico
lineare e lo spettro di progettazione definito nel punto 4.2.4 della ENV 1998-1-1.
(3) A seconda delle caratteristiche strutturali dell'edificio si può seguire uno dei due
seguenti tipi di analisi:
- analisi modale semplificata con spettro di risposta: valida per edifici che ri-
spondono ai criteri presentati in 3.3.2;
- analisi multimodale con spettro di risposta: applicabile a qualsiasi tipo di edifi-
cio (vedere 3.3.3).
(4) In alternativa a questi metodi base, esistono altri metodi di analisi strutturale utiliz-
zabili sotto le ipotesi specificate nei punti (5) e P(6) e in 3.3.4:
- analisi con spettro di potenza;
- analisi in funzione del tempo (non-lineare);
- analisi nel dominio delle frequenze.
(5) Si possono compiere analisi non-lineari a patto che esse siano adeguatamente
giustificate per quanto riguarda l'input sismico, il modello costitutivo utilizzato, il
metodo di interpretare i risultati dell'analisi ed il soddisfacimento dei requisiti.
2) In edifici di calcestruzzo armato questa ipotesi può condurre a valutazioni non prudenziali degli spostamenti special-
mente nel caso in cui si assumono elevati valori per il coefficiente di comportamento q. In tali casi e se gli spostamenti
sono critici, può essere necessaria una stima più accurata della rigidezza degli elementi soggetti a sollecitazione di tipo
sismico utilizzando l’analisi degli spostamenti secondo quanto disposto in 3.4.
3.3.2.1 Generalità
P(1) Questo tipo di analisi può essere applicato ad edifici che possono essere analizza-
ti mediante due modelli piani e la cui risposta non risulta essere significativamente
influenzata da modi di vibrare più alti.
(2) Questi requisiti si ritiene siano soddisfatti dagli edifici che:
a) 1: rispettano i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione dati in 2.2.2 e 2.2.3;
oppure
2: rispettano i criteri di regolarità in elevazione dati in 2.2.3 e quelli specificati
nel punto A.1 dell'appendice A;
e
b) sono caratterizzati da un periodo proprio T1 nelle due direzioni principali che ri-
sulti minore dei seguenti valori:
4 ⋅T
T1 ≤ C [3.2]
2,0 s
dove:
TC è riportato nel prospetto 4.1 della ENV 1998-1-1.
3) Nelle fasi preliminari di progetto, per determinare il valore di T1 si possono utilizzare le espressioni approssimate ripor-
tate nell’appendice C.
3.3.3.1 Generalità
P(1) Questo tipo di analisi viene applicata agli edifici che non soddisfano le condizioni
date in 3.3.2.1(2) per l'applicazione dell'analisi modale semplificata con spettro di
risposta.
(2) Per gli edifici che soddisfano i criteri di regolarità in pianta dati in 2.2.2 o quelli pre-
sentati nel punto A.1 dell'appendice A, l'analisi può essere svolta utilizzando due
modelli piani, uno per ogni direzione principale.
P(3) Gli edifici che non soddisfano i sopra citati criteri vanno analizzati avvalendosi di
un modello spaziale.
P(4) Ogni qualvolta si utilizzasse un modello spaziale, l'azione sismica di progetto deve
essere applicata lungo tutte le principali direzioni orizzontali (in base allo sviluppo
formale dell'edificio) e perpendicolarmente a queste. Per edifici con elementi resi-
stenti disposti secondo due direzioni perpendicolari, queste vanno considerate co-
me principali.
P(5) La risposta di ogni modo di vibrare che dà un contributo significativo alla risposta
globale deve essere tenuta in debito conto.
k ≥3⋅ n [3.7]
e
Tk ≤ 0,20 s [3.8]
dove:
k numero di modi considerati;
n numero di piani sopra il piano di campagna;
Tk periodo di vibrazione del k-esimo modo.
3.3.4.1 Generalità
P(1) Se si usano i metodi alternativi descritti qui di seguito si deve dimostrare che i re-
quisiti fondamentali illustrati nel punto 2.1 della ENV 1998-1-1 sono soddisfatti con
un grado di affidabilità proporzionato a quello del metodo di riferimento descritto in
3.3.3.
(2) Quanto richiesto in P(1) implica il soddisfacimento di uno dei seguenti principi:
a) Dimostrando che la somma delle forze di taglio orizzontali, calcolate in corri-
spondenza di ogni elemento di sostegno ed in ciascuna delle due direzioni or-
togonali, non è minore dell'80% delle corrispondenti somme ottenute dall'ana-
lisi multimodale di cui in 3.3.3.
b) Se la somma in entrambe le direzioni risultasse minore dell'80% del valore ot-
tenuto mediante l'analisi multimodale, i valori calcolati di tutte le variabili ine-
renti la risposta devono essere variati proporzionalmente, mediante un coeffi-
ciente sufficiente a portare la forza di taglio alla base, al valore necessario per
soddisfare la condizione a).
3.5.1 Generalità
P(1) Gli elementi non-strutturali degli edifici (come per esempio: parapetti, antenne, ap-
pendici ed equipaggiamenti meccanici, muri divisori, tramezzi, ringhiere) che po-
trebbero, in caso di crollo, produrre rischi per le persone o influenzare il comporta-
mento della struttura principale dell'edificio o la sua funzionalità, devono - insieme
ai loro supporti - essere verificati nei confronti dell'azione sismica di progetto.
P(2) Nel caso di elementi non-strutturali di notevole importanza o di natura particolar-
mente pericolosa, l'analisi sismica deve basarsi su una modellazione realistica del-
le rispettive strutture e sull'utilizzo di appropriati spettri di risposta ottenuti dalla ri-
sposta degli elementi strutturali di supporto del meccanismo resistente principale.
P(3) In tutti gli altri casi, semplificazioni appropriatamente giustificate sono concesse
[vedere per esempio quanto esposto in 3.5.2(2)].
3.5.2 Analisi
P(1) Si deve verificare che gli elementi non-strutturali, così come le loro connessioni ed
attacchi o ancoraggi, siano in grado di sopportare le combinazioni delle rispettive
azioni permanenti, variabili e sismiche (vedere punto 4.4 della ENV 1998-1-1).
Categorie D-F*
Archivi 1,0
* Categorie definite nella ENV 1991-1.
(5) Valori diversi per γI possono essere necessari per le differenti zone sismiche di un
Paese.
4.1 Generalità
P(1) Per le verifiche di sicurezza si devono considerare i relativi stati limite (vedere 4.2
e 4.3) nonché misure specifiche (vedere il punto 2.2.4 della ENV 1998-1-1).
(2) Per edifici appartenenti alle categorie di importanza II-IV (vedere prospetto 3.3) le
verifiche previste in 4.2 e 4.3 possono ritenersi soddisfatte se sono rispettate le
due seguenti condizioni:
a) il taglio totale alla base dovuto alla combinazione di progetto dell'azione sismi-
ca (vedere il punto 4.4 della ENV 1998-1-1), calcolato con un fattore di com-
portamento q pari ad 1,0 , risulta minore di quello dovuto alle altre combina-
zioni di carico per le quali l'edificio è stato progettato sulla base di un'analisi li-
neare elastica;
b) indicazioni specifiche descritte nel punto 2.2.4 della ENV 1998-1-1 devono es-
sere considerate con l'eccezione delle disposizioni contenute nei punti
2.2.4.1(2) e (3) della ENV 1998-1-1 che non richiedono verifica.
4.2.1 Generalità
P(1) La sicurezza nei confronti del collasso (stato limite ultimo) sotto la sollecitazione si-
smica di progetto può considerarsi garantita se le seguenti condizioni riguardanti
la resistenza, la duttilità, l'equilibrio, la stabilità delle fondazioni e il contatto con
edifici adiacenti (seismic joint) sono soddisfatte.
4.2.7 Condizione sul contatto tra edifici adiacenti dovuto all’azione sismica
P(1) Gli edifici devono essere garantiti nei confronti di possibili collisioni con strutture
adiacenti provocate dalla sollecitazione sismica.
(2) La richiesta del punto P(1) può ritenersi soddisfatta se la distanza tra il perimetro e
il possibile punto di impatto non è minore del massimo spostamento orizzontale
previsto dalla equazione [3.12].
4.3.1 Generalità
P(1) Il requisito relativo alla limitazione del danneggiamento (stato limite di esercizio)
può considerarsi soddisfatto se - per effetto di una sollecitazione sismica caratte-
rizzata da una maggiore probabilità di verificarsi che non l'azione sismica di pro-
getto - gli spostamenti relativi tra i piani sono limitati secondo quanto previsto in
4.3.2.
(2) Altre verifiche per lo stato limite di esercizio possono essere richieste relativamen-
te ad edifici importanti per la protezione civile o che contengono particolari appa-
recchiature.
d r / ν ≤ 0,004 · h [4.3]
b) per edifici che hanno elementi non-strutturali fissati in modo da non interferire
con le deformazioni della struttura:
d r / ν ≤ 0,006 · h [4.4]
dove:
dr è il valore di progetto dello spostamento relativo tra due impalcati, così
come è stato definito in 4.2.2(2);
h è l’altezza dell'impalcato;
ν è il coefficiente di riduzione che tiene conto del più basso periodo di ri-
torno dell'azione sismica associata ad uno stato limite di esercizio.
(2) Il coefficiente di riduzione può anche dipendere dalla categoria di importanza
dell'edificio. I valori del coefficiente ν sono riportati nel prospetto 4.1.
prospetto 4.1 Valori del coefficiente di riduzione ν
(3) Valori diversi del parametro ν possono essere richiesti per le varie zone sismiche
di un Paese.
A.1 Generalità
(1) Per gli edifici che non soddisfano i criteri di regolarità in pianta dati in 2.2.2, ma che
rispettano uno degli insiemi di condizioni fissate dal criterio 1 (vedere A.2) e dal cri-
terio 2 (vedere A.3) si può utilizzare l'analisi approssimata degli effetti torsionali de-
scritta in A.4.
A.2 Criterio 1
(1) L'edificio ha un rivestimento ed elementi divisori ben distribuiti e relativamente rigi-
di.
(2) L'altezza dell'edificio non è superiore ai 10 m.
(3) Il rapporto tra altezza e lunghezza dell'edificio nelle due direzioni principali non è
superiore a 0,4 .
A.3 Criterio 2
(1) La rigidezza degli impalcati nel loro piano è sufficientemente grande se rapportata
a quella laterale degli elementi strutturali verticali così da poter ipotizzare un com-
portamento di impalcato rigido.
(2) I baricentri delle rigidezze laterali e delle masse giacciono approssimativamente
su una retta verticale.
(3) Solitamente quanto richiesto in (2) può ritenersi soddisfatto nel momento in cui val-
gono le seguenti condizioni:
a) tutti i sistemi di controvento (come parti strutturali e telai) si sviluppano senza
interruzioni dalle fondazioni fino in cima all'edificio;
b) le deformate dei singoli sistemi sotto una forza orizzontale non è troppo diver-
sa. (Questa condizione può essere soddisfatta nel caso di sistemi a telaio o a
parete; non è generalmente soddisfatta per sistemi misti).
(4) Se sia la condizione a) che la condizione b), riportate in (3), sono soddisfatte, la
posizione dei baricentri delle rigidezze di tutti gli impalcati può essere calcolata co-
me il centro di alcune quantità, proporzionali ad un sistema di forze, caratterizzate
dalla distribuzione illustrata in 3.3.2.3 e che produce uno spostamento unitario alla
sommità di ogni singolo sistema di controvento.
(5) Nel caso di pareti sottili con deformazioni prevalentemente flessionali, quelle
quantità possono essere i momenti di inerzia della sezione della parete di taglio.
Se, oltre alle deformazioni flessionali, esistono anche deformazioni dovute al ta-
glio, queste possono essere tenute in conto per mezzo di momenti di inerzia equi-
valenti.
e 2 = 0, 1 ⋅ ( L + B ) ⋅ 10 ⋅ e 0 / L ≤ 0, 1 ⋅ ( L + B ) [A.1]
e
dove:
e2 è l’eccentricità addizionale che tiene conto degli effetti dinamici delle vibra-
zioni traslazionali e torsionali simultanee;
e0 è l’eccentricità effettiva calcolata tra il baricentro delle rigidezze, S, e quello
delle masse nominali, M, (vedere figura A.1);
ls2 = (L2 + B 2) / 12 (quadrato del "raggio giratore");
r2 è il rapporto tra la rigidezza torsionale e laterale dell'impalcato (quadrato
del "raggio torsionale").
(4) L’eccentricità addizionale e2 può essere trascurata se il rapporto tra la rigidezza
torsionale e quella laterale dell'impalcato, r 2, supera il seguente valore:
2 2
5 ⋅ ( ls + e 0)
(5) Gli effetti torsionali possono essere determinati come inviluppo degli effetti calco-
lati da un'analisi di due situazioni di carico statiche, date dai momenti torcenti Mi
dovuti alle due eccentricità (vedere figura A.1):
M i = F i ⋅ e max = F i ⋅ ( e 0 + e 1 + e 2 ) [A.3]
e
M i = F i ⋅ e min = F i ⋅ ( e 0 Ð e 1 ) [A.4]
dove:
e1 è l’eccentricità accidentale della massa dell'impalcato calcolata secondo
l'equazione [3.1].
figura A.1 Determinazione delle eccentricità della forza orizzontale Fi
B.1 Generalità
(1) La possibilità che si verifichi un terremoto deve essere considerata come un im-
portante aspetto da tenere in conto nella fase di progettazione di un edificio in zo-
na sismica.
(2) Questo aspetto deve essere preso in considerazione fin dalle prime fasi dello svi-
luppo del progetto dell'edificio in modo da consentire la definizione di un modello
strutturale che, a fronte di costi accettabili, sia in grado di soddisfare i requisiti fon-
damentali illustrati nel punto 2.1 della ENV 1998-1-1.
(3) A tal fine il progetto di edifici in zona sismica dovrebbe rispecchiare, per quanto
possibile, le considerazioni riportate nei punti da B.2 a B.7.
B.7 Fondazioni
(1) In zona sismica, il progetto e la costruzione delle fondazioni nonché degli elementi
di collegamento con la sovrastruttura deve garantire che tutto l'edificio sia solleci-
tato uniformemente dall'azione sismica.
(2) Così, per strutture composte da un discreto numero di pareti con funzione struttu-
rale, differenti per larghezza e rigidezza, si deve predisporre una fondazione del ti-
po rigido scatolata, con cellule più o meno grandi che includano due solette, una
all'intradosso della fondazione ed una all'estradosso.
(3) Per edifici con elementi di fondazione separati (plinti o pile) l'utilizzo di una piastra
o di una trave di collegamento tra questi elementi in entrambe le direzioni principali
deve essere preso in considerazione, osservando quanto previsto nel 5.4.1.2 della
ENV 1998-5.
C.1 Generalità
(1) Le formule approssimate per il calcolo del periodo fondamentale di un edificio, T1,
riportate nei punti C.2 e C.3 possono essere utilizzate nelle fasi preliminari della
progettazione.
C.2 Formula 1
(1) Per edifici con un'altezza fino ad 80 m, il valore del periodo T1 può essere ap-
prossimato mediante la seguente formula:
T1 = Ct · H 3/4 [C.1]
dove:
T1 è il periodo fondamentale dell’edificio, espresso in secondi;
C t = 0, 075 ⁄ A c
con
2
A c = ∑ [ A i ⋅ ( 0, 2 + ( l wi ⁄ H ) ) ]
dove:
Ac area effettiva delle pareti di taglio al primo piano dell'edificio, espressa in
metri quadrati;
Ai area effettiva della sezione della parete di taglio al primo piano dell'edificio,
espressa in metri quadrati;
lwi lunghezza della i-esima parete di taglio al primo piano dell'edificio nella di-
rezione parallela alla forza applicata, espressa in metri;
con la limitazione che lwi/H non deve essere maggiore del valore 0,9.
C.3 Formula 2
(1) In alternativa, la stima del periodo proprio T1 può essere fatta mediante la seguen-
te espressione:
T1 = 2 ⋅ d [C.2]
dove:
T1 è il periodo fondamentale dell’edificio, espresso in secondi;
d è lo spostamento laterale del punto più alto dell'edificio, espresso in metri,
dovuto ai pesi propri applicati orizzontalmente.
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20133 Milano, Italia