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Tecnologie delle Costruzioni

Aerospaziali

COMPOSITI

PARTE 1

Prof. Claudio Scarponi


Ing. Carlo Andreotti
GENERALITA
GENERALITA’

{ Sotto il nome di compositi vengono


indicati una classe innumerevole di
materiali costituiti da più fasi intime e
connesse
connesse, ma distinguibili su scala
macroscopica.
{ Nonostante la conservazione delle proprie
p p
caratteristiche, l’unione di più componenti
porta ad un nuovo materiale che può
esaltare alcune proprietà dei singoli
costituenti, mitigandone parallelamente
effetti meno desiderabili.

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CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSITI

I compositi
iti possono essere classificati
l ifi ti nell seguente
t modo:
d

Compositi fibrosi:
{ Fase
F continua
ti t idi
tridimensionale
i l (
(matrice)
t i ) che h i l b
ingloba
rigidamente una fase discontinua unidimensionale (fibra).
{ Fasi costituite da materiali metallici, plastici e ceramici.

{ A fibra discontinua (whisker)

{ A fibra continua (fiber)

Compositi laminati:
{ Stratificazione di lamine di almeno due distinti materiali.

{ Esempi tipici: termostati, termocoppie, metalli rivestiti,


vetri di sicurezza.
sicurezza

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CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSITI

Compositi i i particellari:
i ll i
{ Costituiti da particelle di un materiale
sospeso ini una matrice
t i di un secondod
materiale.
{ Materiali metallici e non metallici.
metallici
{ Esempi tipici: calcestruzzo,
propellenti solidi,
solidi cermets per palette
di turbine.

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CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSITI

Le tipologie di compositi sono riassunte nella seguente


figura:

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CARATTERIZZAZIONE DEI COMPOSITI
Lo studio del comportamento di un composito si conduce su due
diversi livelli:

Livello “microscopico” (micromeccanica):


{ Si considera il materiale come “non omogeneo”.
{ Le fasi sono considerate singolarmente omogenee.
{ Si valutano le caratteristiche che derivano dalle mutue
interazioni.
{ Si definisce l’Elemento Rappresentativo di Volume (E.R.V.) che
può essere schematizzato nel modo seguente (cilindri coassiali):

Le proprietà meccaniche di questo elemento dipendono dalle


percentuali volumetriche relative tra fibra e matrice, nonché dalla
loro natura.

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CARATTERIZZAZIONE DEI COMPOSITI

Livello “macroscopico”
(macromeccanica):
{ Il composito è studiato attraverso una
visione “globale”.
{ La struttura è considerata
macroscopicamente omogenea.

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GENERALITA’ SULLE
G SU MATRICI
C
La matrice assolve ad alcune tipiche funzioni:
{ Funzione di collegamento delle fibre (le fibre
sono mantenute stabili nella loro geometria
e posizione).
posizione)
{ Funzione di separazione delle fibre (le fibre
lavorano come elementi separati).
{ Protezione delle fibre dall’ambiente
circostante.
{ Bloccaggio
Bl i di eventuali
t li cricche
i h insorte
i t nelle
ll
fibre (si realizza implicitamente il concetto
di fail-safe).

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GENERALITA’ SULLE
G SU MATRICI
C

Le matrici possono essere divise in tre gruppi:

1. Matrici
i i plastiche:
l i h
{ E’ il gruppo più variegato e attualmente più
impiegato.
{ Sono impiegate fino a 150°C.

{ Si dividono in due tipologie fondamentali:


Termoindurenti e Termoplastiche.

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GENERALITA’ SULLE
G SU MATRICI
C

Matrici
M t i i Teromindurenti:
T i d ti
{ Sono liquidi densi a temperatura ambiente.

{ Assumono lo stato solido quando sono portate ad


una certa temperatura, detta temperatura di
polimerizzazione.
{ La somministrazione di un certo quantitativo di
energia e l’azione di un catalizzatore consentono la
reazione tra i vari gruppi insaturi, dando origine a
catene polimeriche nelle tre direzioni.
{ Resine termoindurenti più impiegate: epossidiche,
poliestere, vinilestere, fenoliche, siliconiche,
poliimmidiche.

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GENERALITA’ SULLE MATRICI
GENERALITA

Matrici
M t i iTTermoplastiche:
l ti h
{ Sono allo stato solido a temperatura ambiente.

{ Assumono uno stato gommoso (elevata


deformabilità) se riscaldate ad una certa
temperatura Tg, detta temperatura di transizione
vetrosa.
{ La struttura micromolecolare è costituita da legami
di Van der Waals (l’aumento della temperatura ne
provoca la rottura)
{ Sono impiegate per temperature di esercizio molto
inferiori a quelle delle termoindurenti.

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GENERALITA’ SULLE MATRICI
GENERALITA

2. Matrici metalliche:
{ Possono essere impiegati tutti i metalli (Alluminio,
Nickel, Titanio, Magnesio, ecc.) e le loro leghe.
{ Compatibilmente con il tipo di fibra, la temperatura
massima di impiego è di circa 700°C.

3. Matrici ceramiche:
{ Sono impiegate per temperature dell
dell’ordine
ordine dei
1000°C.

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GENERALITA’ SULLE MATRICI
GENERALITA
La seguente figura mostra la classificazione della matrici:

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GENERALITA’ SULLE FIBRE
GENERALITA

Un materiale
i l si intended strutturalmente
l
valido se è caratterizzato da:
{ Elevata
El t resistenza
i t meccanica.
i
{ Rigidezza.

{ Resistenza al calore.

{ Resistenza all’attacco chimico.

{ Bassa densità (soprattutto in campo


aerospaziale).

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GENERALITA’ SULLE FIBRE
GENERALITA

Queste prerogative si possono considerare soddisfatte da elementi


quali:
{ Litio.
{ Berillio.
{ Boro.
{ Carbonio.
{ Alluminio.
{ Silicio.

La diversità di comportamento tra un materiale massivo e lo stesso


materiale considerato come un insieme di fibre è dovuto al fatto
che la fibra è p
praticamente indenne da difetti: infatti,, se una fibra
di un insieme si spezza, la cricca non necessariamente si propaga
ulteriormente e le fibre circostanti rimangono intatte.

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GENERALITA’ SULLE FIBRE
GENERALITA

Una prima classificazione


f delle
fibre può essere la seguente:
{ Amorfe.f
{ Organiche: aramidiche.

{ Policristalline: carbonio, grafite.

{ Multifasi: boro, alluminio, titanio.

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GENERALITA’ SULLE FIBRE
GENERALITA

Una seconda
U d classificazione
l ifi i può
ò essere fatta
f tt sulla
ll base
b
della temperatura alla quale interviene una degradazione
delle caratteristiche:
{ Temperatura bassa (<150 (<150°C):
C): aramidiche.
aramidiche
{ Temperatura intermedia (150÷400°C): vetro, boro.

{ Temperatura media (400÷700°C): metalliche.

{ Temperatura alta (>700 (>700°C):


C): grafite,
grafite ceramiche.
ceramiche

Nelle applicazioni aerospaziali si tende verso materiali


caratterizzati da rapporti E/ρ e σ/ρ sempre più elevati.

Alcune caratteristiche meccaniche sono determinate


essenzialmente dalle fibre: resistenza a torsione,
compressione, flessione, urto, ecc.
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GENERALITA’ SULLE FIBRE
GENERALITA
La tabella seguente mostra le caratteristiche di alcuni tipi di fibra e matrici:

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PROPRIETA’
O MECCANICHE
CC C
I materiali compositi hanno proprietà direzionali (anisotropia).
La resistenza è legata alla disposizione delle fibre nel pezzo che si
considera. La seguente figura mostra l’andamento della
resistenza allo sforzo in funzione dell’orientazione delle fibre per
un composito a fibre unidirezionali.

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PROPRIETA’
O MECCANICHE
CC C

La resistenza del pezzo in una


determinata direzione può essere
notevolmente influenzata anche da
piccole variazioni dell’orientazione
d li strati.
degli t ti Pertanto
P t t è necessaria i la
l
massima attenzione nel rispettare
la direzione e ll’angolazione
angolazione degli
strati.

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE
MODALITA

Le fibre p
possono essere disposte
p
come mostrato in figura:

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
ROVING

Il “roving” è un prodotto ottenuto dall’avvolgimento parallelo su


bobina di vari “strands” (insiemi di filamenti).

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
ROVING

Schema:
{ Il materiale di partenza in forma fine viene introdotto in
un forno ad induzione (1600°C).
{ A causa dell’elevata temperatura il materiale rammollisce
e comincia ad effluire per gravità attraverso una filiera di
platino, sulla quale sono disposti centinaia di fori.
f
{ Una testa rotante ad elevata velocità provvede alla
trafilatura delle fibre.
{ Prima
P ima dell’avvolgimento,
dell’a olgimento le fibre
fib e sono ricoperte
icope te da una na
guaina protettiva (sizing), il cui compito è di impedire il
danneggiamento delle singole fibre nel reciproco contatto,
di favorire l’unione in uno strand,, di p proteggere
gg
dall’umidità e di favorire una corretta adesione nel
momento dell’unione tra fibra e matrice.
{ Le caratteristiche di questo materiale variano a seconda
d ll composizione
della i i d l bagno,
del b d ll temperatura,
della t t ecc.
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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
NASTRO TFT

La sigla TFT sta per “Transverse Filament Tape”.


E’ un nastro di lunghezza diversa (2.40 m e sottomultipli), le cui fibre
di rinforzo sono disposte trasversalmente (nel senso della
larghezza del nastro).
Le fibre sono tenute in posizione equidistante mediante un filo che le
fissa ad una garza poliestere o ad un MAT di sostegno (il MAT è
un materiale che si ottiene tagliando il “roving” in fibre corte).
Esempio di MAT:

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
NASTRO TFT

Esempio di nastro TFT con relative caratteristiche:

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
TESSUTO

Il tessuto è prodotto organizzando secondo una trama


e un ordito più “rovings” o “yarns” (uno “yarn” è un
filo ottenuto avvolgendo ad elica più “strands”).

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
TESSUTO

Se si parte da “roving” si ottengono “woven rovings”, stuoie


(molto impiegate nell’industria nautica), ecc.
I tessuti e gli unidirezionali sono ottenuti mediante tessitura
di “yarns”.
Questi materiali sono disponibili in rotoli la cui geometria è
riportata nelle seguenti figure:
f

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
TESSUTO

Nei tessuti le fibre in ordito tengono insieme le fibre di


trama, disposte
di nell senso di avvolgimento
l i d l rotolo
del l
(direzione longitudinale).
Se il numero di fibre in ordito è uguale a quelle in trama, si
ottiene un tessuto bilanciato,
bilanciato con caratteristiche uguali a
0° e 90°.
Se le fibre in ordito sono in numero inferiore a quelle in
trama, si ottiene un tessuto sbilanciato con caratteristiche
a 0° superiori.
I tessuti sono differenziati, oltre che dalla percentuale di
trama-ordito, anche dallo stile. Esso dipende dallo
spessore e dald l percorso cheh seguono i fili di ordito
dit rispetto
i tt
a quelli di trama. Se il passaggio avviene attraverso ogni
filo, si ottiene un tessuto “plain wave”; se avviene ogni 2,
3 o n fili si p
parla di “satin 2,, 3,, n”.

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
TESSUTO

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
TESSUTO

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MODALITA’ DI OTTENIMENTO E DISPOSIZIONE DELLE FIBRE:
TESSUTO

Al tipo di periodicità del percorso è legato il


drappeggio, cioè la capacità del tessuto di
seguire le forme dello stampo.
stampo
I materiali ottenuti con il procedimento
descritto sono utilizzabili secchi o si inviano
alla torre di impregnazione per ottenere i
preimpregnati.

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PREIMPREGNATI (PREPREGS)

In molte applicazioni la spalmatura della resina


sulle fibre avviene direttamente in fase di
produzione. Sullo stampo si depositano le fibre
asciutte sotto forma di filo,, nastro o tessuto e
poi, per mezzo di pennelli, rulli o altro, si
procede all’imbibitura della resina (liquido con
una certa viscosità).
)
Un preimpregnato, invece, è un materiale (fibra
nastro o tessuto) già imbevuto di resina portata
al cosiddetto “stadio
stadio B
B” di polimerizzazione
(cioè, con fase abbastanza vicina allo stato
solido).

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PREIMPREGNATI (PREPREGS)

Caratteristiche della preimpregnazione:


p p g
{ Macchine molto complesse e costose (con
le quali è possibile ottenere una tolleranza
del quantitativo di resina del ±2%).
±2%)
{ Spalmatura della resina sul materiale base,
che scorre attorno a numerosi rulli.
{ Barre raschiatrici, che hanno il compito di
rendere costante lo spessore della resina
depositata.
depositata
{ Si ottiene un’ottima costanza degli
p o
spessori.
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PREIMPREGNATI (PREPREGS)
{ Impregnazione con ausilio di solventi: le fibre passano in
un bagno di resina in soluzione con un solvente e
successivamente tra rulli che ne regolano la quantità
applicata; il solvente viene rimosso in un essiccatore.

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PREIMPREGNATI (PREPREGS)
{ Impregnazione a caldo: la resina in forma di film viene
applicata sulle fibre (in genere tapes) tramite rulli
riscaldati.

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PREIMPREGNATI (PREPREGS)

Trattamento del preimpregnato:


{ Deve essere tenuto in frigorifero a -18°C (in
questo modo è garantita una vita di 6 mesi).
{ Dopo 6 mesi il materiale è considerato scaduto
e può essere utilizzato ancora per un certo
tempo solo se una serie di prove dimostra che
non si è verificato un decadimento delle sue
caratteristiche. Altrimenti va declassato (magari
usato per interni).
{ Per polimerizzare necessita di somministrazione
di calore e di pressione (è impiegato
regolarmente nei processi di laminazione ed
autoclave).
t l )
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PREIMPREGNATI (PREPREGS)

Caratterizzazione dei preimpregnati:


{ Dimensioni.
{ Ti
Tipo di resina
i e di fibra.
fib
{ Disposizione delle fibre.
{ Gel time: rappresenta il tempo necessario affinché il materiale gelifichi
ad una fissata temperatura.
p
{ Tack level (“appiccicosità”): è la capacità di adesione del
preimpregnato; dipende dall’invecchiamento della resina e dal rapporto
resina/fibre.
{ Drape ((“formabilità”):
formabilità ): è la capacità di adattarsi a forme complesse;
dipende dall’invecchiamento della resina, dal rapporto resina/fibre, dal
tipo di tessuto.
{ Viscosità della resina: è una misura della capacità della resina di fluire
per effetto
ff tt d ll
della pressione
i applicata
li t nell ciclo
i l di cura e della
d ll
temperatura; è misurata a temperatura costante.
{ Contenuto di resina: è dato dal contenuto atteso e dall’eccesso di
resina eliminato durante la cura per favorire l’espulsione di aria e
volatili (tracce di solvente, monomeri o altri additivi di basso peso
molecolare).
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PREIMPREGNATI (PREPREGS)

La presenza
p di vuoti riduce le p
proprietà
p meccaniche del
preimpregnato.

L’uso
L uso del preimpregnato consente:
{ Buona riproducibilità in produzione.

{ Costanza della quantità di resina del laminato.

{ Costanza
C t d l rapporto
del t resina/indurente.
i /i d t
{ Costanza dello spessore del laminato.

{ Facilità di stratificazione di laminati con forme


complesse e diverse orientazioni delle fibre.
{ Pulizia e igiene dell’ambiente di lavoro.

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PREIMPREGNATI (PREPREGS):
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI PREIMPREGNATI GR/EP
(Carboresine)

La classificazione è suddivisa in 4 gruppi:


{ Tipo.

{ Classe.

{ Grado.
Grado
{ Stile.

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PREIMPREGNATI (PREPREGS):
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI PREIMPREGNATI GR/EP
(Carboresine)
Suddivisione in tipi

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PREIMPREGNATI (PREPREGS):
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI PREIMPREGNATI GR/EP
(Carboresine)
Suddivisione in classi

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PREIMPREGNATI (PREPREGS):
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI PREIMPREGNATI GR/EP
(Carboresine)
Suddivisione in gradi

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PREIMPREGNATI (PREPREGS):
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI PREIMPREGNATI GR/EP
(Carboresine)
Suddivisione in stili

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ORIENTAZIONE NELLE STRUTTURE IN MATERIALI COMPOSITI
Le seguenti figure mostrano le orientazioni e le disposizioni degli
strati di preimpregnato nelle strutture in materiali compositi.

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ORIENTAZIONE NELLE STRUTTURE IN MATERIALI COMPOSITI
Sull’attrezzo che si usa per la stratificazione va, in genere, indicata la
convenzione dell’orientazione degli strati che mostra le direzioni
d ll’ dit a 0°,
dell’ordito 0° 90°,
90° +45°,
45° -45°.
45°

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