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Nel 1802 nasce lo stato democratico cisalpino. Con tanto di Costituzione voluta
dal liberatore francese. Cittadini entusiasti. Ma d'improvviso si trovano con…
di MARCO UNIA
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Per i lettori che gradiscano ulteriori approfondimenti, gli alunni propongono il paragrafo che
segue, non rielaborato e adatto più a studenti di scuola media che di scuola primaria .
I Comizi di Lione
Il definitivo riconoscimento della Cisalpina sancito dal trattato di pace di Lunèville (febbraio
1801) pose fine ad una lunga stagione di precarietà e rese evidente la necessità di un nuovo
ordinamento per la Repubblica Italiana. Napoleone, che si convinse a compiere questo passo
anche per il ripetersi di episodi di malcontento popolare e per la pressione della diplomazia
italiana, riprese così in mano il progetto per un'assemblea costituente che gli era stato
sottoposto nell'ottobre del 1800 da Francesco Melzi D'Eril.
Sia Melzi (il più autorevole uomo politico della Cisalpina) che Napoleone erano consapevoli
dell'alto valore simbolico e politico che avrebbe assunto un'assemblea costituente della
Cisalpina, esplicito riconoscimento dell'autonomia dell'Italia e condizione preliminare per il
riconoscimento di un'identità nazionale. La lotta per la Costituzione - espressione del diritto
del popolo a scegliere le proprie leggi e le proprie istituzioni, affermazione dei diritti dell'uomo
e del cittadino, definizione dei limiti nell'esercizio del potere - fu un tratto caratteristico della
politica delle nazioni europee della prima metà dell'Ottocento.
Nel caso della Repubblica Cisalpina il problema costituente era però assai complesso, perché se
da un lato la Costituzione doveva essere una realizzazione autonoma degli italiani, dall'altro
non poteva certo scontrarsi con le direttive politiche francesi. La soluzione diplomatica scelta
da Napoleone fu quindi quella di far apparire il progetto di un'assise costituente come
un'iniziativa autonoma della Cisalpina, che egli avrebbe dovuto soltanto approvare; tuttavia
una lettura della corrispondenza privata dei protagonisti politici di quest'iniziativa mostra
Bonaparte quale unico regista dell'intera operazione.
Aldini e Serbelloni, rappresentanti della Cisalpina a Parigi, furono perciò incaricati di proporre
formalmente a Napoleone la riunione di "una consulta straordinaria di 500 o seicento membri,
incaricata di discutere definitivamente la Costituzione Cisalpina", e la proposta venne
ovviamente approvata dal Primo Console francese. La particolarità del luogo di convocazione
della Consulta, la cittadina francese di Lione, era motivata dalla necessità di evitare eccessive
pressioni politiche sui delegati e consentiva a Napoleone di controllare più agevolmente lo
sviluppo dei lavori, sia attraverso propri rappresentanti sia recandosi personalmente nella
cittadina francese.
Ai Comizi di Lione, indetti nel dicembre del 1801, parteciparono i rappresentanti del governo
provvisorio, i membri della consulta, gli esponenti del clero, i membri dei tribunali, i
rappresentanti delle università di Pavia e Bologna, i funzionari dell'amministrazione
dipartimentale, i rappresentanti delle principali città, il personale della ricostituita guardia
nazionale, i notabili di ogni dipartimento scelti su base di censo e di influenza sul territorio.
All'inizio effettivo dei lavori - nel gennaio del 1802- i deputati si riunirono in 5 sessioni e il
compito a loro assegnato fu di modificare e postillare una progetto di Costituzione già
preparato in precedenza da Napoleone e approvato in prima istanza dai rappresentanti del
governo della Cisalpina. Si trattava pertanto, più che di una vera e propria assemblea
Costituente, di una riunione per convalidare e a ratificare un disegno già predisposto,
garantendo almeno nella forma il rispetto della volontà del popolo italiano.
La Repubblica Cisalpina