Sei sulla pagina 1di 1

Art.

1 Mdp aderisce alla richiesta di dimissioni di Andrea Buscemi: la sua nomina è un segnale
preoccupante e inaccettabile perché indicativo del fatto che la lotta alla violenza sulle donne e la
promozione della cultura della parità di genere e del rispetto delle persone non è una cifra che
caratterizza il sindaco Conti e la sua giunta.
Sono ormai più di 30.000 le firme di adesione alla petizione con la quale la Casa della Donna di
Pisa chiede le dimissioni di Andrea Buscemi dalla carica di assessore.
Gli aspetti squisitamente giuridici legati alla vicenda processuale che ha coinvolto Buscemi non
possono costituire l'alibi che consente al sindaco Conti di lasciare inascoltato l'appello che gli è
stato rivolto.
Sappiamo bene che Buscemi non è stato condannato per alcun reato e rispettiamo il suo diritto di
difendersi fino al giudizio di Cassazione, ma la violenza di genere è prima di tutto una questione
culturale che si affronta combattendo e stigmatizzando ogni forma di condotta persecutoria,
vessatoria e violenta nei confronti delle donne.
La sentenza della Corte di Appello di Firenze ha accertato la condotta lesiva, consistita in minacce,
comportamenti intrusivi, insulti, inseguimenti, vessazioni continue ed ha altresì ribadito un
principio importante che esclude qualsiasi forma di responsabilità della vittima nel rapporto con il
suo molestatore, stabilendo che l'incapacità del soggetto debole di liberarsi del suo persecutore non
costituisce ragione di prova dell'innocenza di quest'ultimo.
Per questo Andrea Buscemi è stato condannato a risarcire la vittima: sono fatti accertati
giudizialmente e gli atti sono pubblici.
Ma la nomina di Buscemi va nella direzione esattamente opposta rispetto al valore culturale, prima
che giuridico, della pronuncia della Corte d'Appello: nel condannare e combattere la violenza di
genere non ci possono essere né sfumature, né giustificazioni, né tanto meno deroghe.
Per queste ragioni colpisce che, a sostenere con forza la nomina dell'assessore Buscemi si sia
schierata in prima fila la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, che solo nello scorso mese di
settembre, promosse una campagna dal grande clamore mediatico per sensibilizzare la cittadinanza
sul tema, con manifesti con i quali si ribadiva che l'amministrazione comunale ripudia ogni forma di
violenza sulle donne e per i quali furono anche distribuiti spray urticanti per autodifesa.
La sindaca Susanna Ceccardi ha cambiato opinione solo per difendere un suo compagno di partito?
O magari vuole lasciare intendere che le violenze contro le donne sono più o meno gravi a seconda
della nazionalità di colui che le commette, visto che in quell'occasione la sua presa di posizione fu
conseguenza dei gravissimi episodi di Rimini, per i quali è stato condannato un cittadino congolese
oltre a tre minori stranieri seppure nati in italia, tanto da ritenere necessario, con la consueta
generalizzazione razzista, tradurre il manifesto anche in lingua araba?
Il ricordo di quel dramma rende ancora più inaccettabile la nomina di Buscemi e assordante il
silenzio di tutte le donne elette nelle fila della maggioranza.

Il coordinamento cittadino di Articolo Uno Mdp Pisa

Potrebbero piacerti anche