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DPR 6/06/2001 n 380 , e successive modifiche (D.L. 27/12/02 e D.L. 70/2011” decreto sviluppo” convertito
in legge 106 del 2011.
Sintetizza il contenuto delle norme precedenti e introduce nuovi principi nell’ordinamento in materia edili-
zia:
-Snellimento delle procedure amministrative
-Semplificazione delle terminologie utilizzate dalle pubbliche amministrazioni.
Si divide in tre parti:
PARTE I (attività edilizia)
Disposizioni:
Relative allo sportello unico dell’edilizia
Definizione dei titoli abilitativi
Procedure per il rilascio del permesso a costruire.
Certificato di agibilità degli edifici.
Vigilanza sull’attività urbanistica e edilizia.
b. L’estensione della segnalazione certificata di inizio attività (scia) agli interventi edilizi precedentemente
compiuti con denuncia di inizio attività (dia);
e. Per gli edifici adibiti a civile abitazione, l’introduzione di una'"autocertificazione" asseverata daun tec-
nico abilitato, “che attesti il rispetto dei requisiti di protezione acustica in relazione alla zonizzazione
acustica di riferimento”, come documento sostitutivo della cosiddetta relazione "acustica";
f. L’introduzione di una misura di trasparenza, con obbligo per i comuni di pubblicare sul proprio sito
istituzionale gli allegati tecnici agli strumenti urbanistici;
g. L’esclusione della procedura di valutazione ambientale strategica (vas) per gli strumenti attuativi di
piani urbanistici già sottoposti a valutazione ambientale strategica;
h. Legge nazionale quadro per la riqualificazione incentivata delle aree urbane, con assegnazione di un
termine fisso per l’eventuale intervento di normative regionali; “modalità di intervento in presenza di
piani attuativi seppur decaduti”
1.1. Il silenzio assenso per il rilascio del permesso di costruire
Il procedimento di rilascio del permesso di costruire è stato modificato, con introduzione del silenzio as-
senso,
1.2. Il procedimento
Le disposizioni introdotte, apportano modifiche al permesso di costruire intervenendo sul T.U. dell’edilizia:
- Semplificando il procedimento per il rilascio del permesso;
- Modificando specifici aspetti quali gli interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso stesso.
Con la previsione del silenzio-assenso l’interessato può confidare nella formazione di un provvedi-
mento tacito a patto che non sia intervenuto alcun provvedimento negativo e che siano rispettate
le prescrizioni previste dalla legge.
La formazione del silenzio assenso, non fa venir meno i poteri di autotutela della Pubblica Ammini-
strazione che può annullare il permesso di costruire.
1.3. Silenzio rifiuto in presenza di vincoli culturali, paesaggistici o ambientali
Ove siano presenti vincoli culturali, paesaggistici o ambientali, i termini per la maturazione dell’as-
senso decorreranno dal momento in cui sia stato acquisito il relativo nulla osta e, ove lo stesso
non sia favorevole, il decorso del termine per l’adozione del provvedimento finale fa maturare il
silenzio-rifiuto sulla domanda di permesso di costruire.
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1.4. Nuovi termini e nuovo procedimento per il permesso di costruire
L’introduzione del silenzio assenso ha comportato la modifica dei termini e delle fasi procedurali
per il rilascio del permesso di costruire :
Per il rilascio del permesso di costruire o del certificato di agibilità, lo sportello unico dell’edilizia
acquisisce direttamente, se non sono stati allegati dal richiedente, il parere dell’ASL nel caso in cui
non possa essere sostituito da una certificazione, oltre al parere dei vigili del fuoco.
È stato introdotto nel TU che lo sportello unico per l’edilizia Accetta:
- Le domande,
- Le dichiarazioni,
- Le segnalazioni,
- Le comunicazioni,
- E i relativi elaborati tecnici o allegati presentati dal richiedente con modalità telematica
E provvede all’inoltro telematico della documentazione alle altre amministrazioni che interven-
gono nel procedimento, le quali adottano modalità telematiche di ricevimento e di trasmissione in
conformità alle modalità tecniche;
c) istruttoria
L’istruttoria sulla domanda deve essere curata ordinariamente nel termine di 60 giorni, salvo:
- interruzione, per una sola volta, in caso di richiesta di integrazione di documenti che non siano
già in possesso del Comune o lo stesso non possa autonomamente acquisirli;
- La richiesta dovrà essere formulata entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e il ter-
mine di 60 giorni decorrerà nuovamente dalla ricezione della documentazione integrativa;
- Sospensione, in caso di richiesta da parte del responsabile di apportare modifiche di modesta
entità, che dovranno essere presentate nei successivi 15 giorni decorrenti dalla richiesta.
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Al termine dell’istruttoria, il responsabile del procedimento formula una proposta di provvedi-
mento, corredata da una dettagliata relazione, con la qualificazione tecnico-giuridica dell'inter-
vento richiesto.
d) conferenza di servizi
Ove sia necessario acquisire assensi, nulla-osta od autorizzazioni da parte di altri enti, il responsa-
bile del procedimento deve convocare la conferenza di servizi entro i 60 giorni assegnati
per lo svolgimento dell’istruttoria, con necessità di concludere la conferenza stessa in 90 giorni;
Viene ribadita la disposizione che raddoppia i termini per l’istruttoria e per la richiesta di
integrazione:
- Per i comuni con più di 100.000 abitanti;
- Per i progetti particolarmente complessi.
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Con la manovra economica 2010 (modifica con legge n. 106/2011) si ha sostituzione della disci-
plina della denuncia di inizio attività(DIA), con quella della segnalazione certificata di inizio atti-
vità(SCIA).
L’istituto prevede un diverso procedimento Mentre con la Denuncia di Inizio Attività il privato do-
veva attendere (30) trenta giorni prima di iniziare i lavori , ora, sin dalla segnalazione, l’attività può
iniziare, e solo successivamente la pubblica amministrazione può adottare atti che vietino la pro-
secuzione.
Lei autorizzazione, licenza, concessione, permesso, il cui rilascio dipende solo dall’accertamento di
requisiti e presupposti richiesti dalla legge, il rilascio, è sostituito da una segnalazione dell’interes-
sato (SCIA),
Sono esclusi i casi in cui ci sono:
- Vincoli ambientali, paesaggistici , culturali ;
- Vincoli per le costruzioni in zone sismiche e dalla normativa comunitaria.
1. L’attività oggetto della segnalazione può essere iniziata dalla data della presentazione della se-
gnalazione all’amministrazione competente.
2. L’amministrazione, in caso di accertata carenza dei requisiti , nel termine di (30) trenta giorni
dal ricevimento della segnalazione , adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione
dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa; entro un termine fissato
dall’amministrazione, non inferiore a trenta giorni
3. Decorso il termine per l’adozione dei provvedimenti di cui al primo periodo (30 gg), all’ammini-
strazione è consentito intervenire solo in presenza del pericolo di un danno per il patrimonio
artistico e culturale, per l’ambiente, per la salute, per la sicurezza pubblica.
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4. Ove il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, nelle dichiarazioni o attestazioni o asse-
verazioni che corredano la segnalazione di inizio attività, dichiara o attesta falsamente l’esi-
stenza dei requisiti o dei presupposti è punito con la reclusione da uno a tre anni.
Nel caso di immobili vincolati, la Scia opera una volta acquisito l’assenso dell’ente competente alla
relativa tutela.
La SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), sostituisce la Dia in edilizia.
La sostituzione non vale invece per la DIA alternativa al permesso di costruire (la cd. Super Dia), in
quantoo la SCIA in edilizia deve mantenere l’identico campo applicativo di quello della Dia, senza
interferire con l’ambito applicativo degli altri titoli abilitativi quali il permesso di costruire o la su-
per Dia.
La Super Dia ha per oggetto interventi edilizi maggiori, per i quali il regime di fondo è quello del
permesso di costruire. Per tali interventi, la superDia e il permesso di costruire - intesi nella loro
accezione procedimentale – hanno valenza alternativa, nel senso che il privato può autonoma-
mente decidere se avvalersi dell'uno o dell'altro procedimento.
Il trasferimento dei diritti edificatori: la trascrizione nei registri immobiliari della cessione di cu-
batura
Negli ultimi anni si è fatto strada nel nostro ordinamento il concetto di “credito edilizio” e “diritto
edificatorio”, definibile come una volumetria edificabile (quantificata direttamente o tramite indi-
cazione di superficie) attribuita dall’amministrazione ad un proprietario immobiliare.
La finalità dell’attribuzione è riconducibile a due scopi:
- attivare un processo di trasformazione o conservazione dell’ambiente fisico;
- indennizzare il proprietario nell’ambito di un procedimento di carattere espropriativo.
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l’utilizzo del “credito edilizio” (o “cessione di cubatura”) è divenuto strumento strategico per la
pianificazione e l’azione dei comuni, in periodo di crisi economica, in quanto gli stessi sostitui-
scono la tradizionale indennità espropriativa: l’amministrazione comunale cede un diritto di edifi-
cazione potenziale su un sito, in luogo della cessione in proprietà di diverso immobile.
gli elaborati tecnici allegati alle delibere di adozione o approvazione degli strumenti urbani-
stici, nonché delle loro varianti, sono pubblicati nei siti informatici delle amministrazioni comu-
nali, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica .
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Con il dichiarato intento di semplificare le procedure di attuazione dei piani urbanistici ed evitare
duplicazioni di adempimenti, viene ora prevista una sola VAS nel caso in cui ad essa sia già stato
sottoposto lo strumento superiore:
«Lo strumento attuativo di piani urbanistici già sottoposti a valutazione ambientale strategica non
è sottoposto a valutazione ambientale strategica nè a verifica di assoggettabilità qualora non com-
porti variante e lo strumento sovraordinato in sede di valutazione ambientale strategica definisca
l'assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità,
gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i
limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni
Nei casi in cui lo strumento attuativo di piani urbanistici comporti variante allo strumento so-
vraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di assoggettabilità sono comunque
limitate agli aspetti che non sono stati oggetto di valutazione sui piani sovraordinati.
la validità dei piani particolareggiati (10 anni) di esecuzione redatti dal Consiglio comunale,
attraverso i quali si dà attuazione al piano regolatore generale.
I piani particolareggiati sono approvati con decreto del provveditore regionale alle opere pubbli-
che, sentita la Sezione urbanistica regionale, entro 180 giorni dalla presentazione da parte dei Co-
muni.
Decorso il termine stabilito per la esecuzione del piano particolareggiato, questo diventa ineffi-
cace per la parte in cui non abbia avuto attuazione, rimanendo soltanto fermo a tempo indetermi-
nato l'obbligo di osservare nella costruzione di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti
gli allineamenti e le prescrizioni di zona stabiliti dal piano stesso.
Ove il Comune non provveda a presentare un nuovo piano per il necessario assesto della parte di
piano particolareggiato che sia rimasta inattuata per decorso di termine, la compilazione potrà es-
sere disposta dal prefetto al quale è data facoltà di prefiggere un termine per la compilazione
dei piani particolareggiati riguardanti determinate zone.
“il Comune, limitatamente all’attuazione anche parziale di comparti o comprensori del piano par-
ticolareggiato decaduto, accoglie le proposte di formazione e attuazione di singoli sub-comparti,
indipendentemente dalla parte restante del comparto, per iniziativa dei privati che abbiano la tito-
larità dell’intero sub-comparto, purché non modifichino la destinazione d’uso delle aree pubbliche
o fondiarie rispettando gli stessi rapporti dei parametri urbanistici dello strumento attuativo deca-
duti. I sub-comparti di cui al presente comma non costituiscono variante urbanistica e sono appro-
vati dal consiglio comunale senza l’applicazione delle procedure di cui agli articoli 15 e 16”.
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1.12. Altre misure per le città e permessi in deroga
Viene rimessa alle Regioni l’approvazione, entro 60 giorni dall'entrata in vigore del presente de-
creto, di specifiche leggi volte:
- Ad incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente;
- A promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate con presenza di fun-
zioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti nonché di edifici a destinazione non
residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare.
La legislazione regionale dovrà tener conto anche della necessità di favorire lo sviluppo dell'effi-
cienza energetica e delle fonti rinnovabili e promuovere tali azioni, se del caso, anche con
interventi di demolizione e ricostruzione che prevedano:
a) il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente come misura pre-
miale;
b) la delocalizzazione delle relative volumetrie in area o aree diverse;
c) l'ammissibilità delle modifiche di destinazione d'uso, purché si tratti di destinazioni tra loro
compatibili o complementari;
d) le modifiche della sagoma necessarie per l'armonizzazione architettonica con gli organismi edi-
lizi esistenti.
Tali interventi non possono riferirsi ad edifici abusivi o siti nei centri storici o in aree ad inedifica-
bilità assoluta, salvi i casi nei quali sia stato rilasciato il titolo abilitativo edilizio in sanatoria.
In ogni caso, resta fermo il rispetto:
- degli standard urbanistici;
- delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell'attività edilizia e in partico-
lare delle norme: o antisismiche; o di sicurezza; o antincendio; o igienico-sanitarie; o relative all'ef-
ficienza energetica; o relative alla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema; o contenute nel codice
dei beni culturali e del paesaggio.
Nelle Regioni a statuto ordinario, oltre a quanto previsto nei commi precedenti, decorso il ter-
mine di sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, e sino all'entrata in vigore
della normativa regionale, si applicano, altresì, le seguenti disposizioni:
a. È ammesso il rilascio del permesso in deroga agli strumenti urbanistici anche per il muta-
mento delle destinazioni d'uso, purchè si tratti di destinazioni tra loro compatibili o comple-
mentari;
b. I piani attuativi comunque denominati e compatibili con lo strumento urbanistico generale
sono approvati dalla Giunta Comunale.
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Sino a quando non interverrà la disciplina regionale, agli interventi di specie si applica l'articolo 14
del testo unico dell’edilizia, anche per il mutamento delle destinazioni d'uso. In ogni caso, in via
suppletiva, decorsi 120 giorni dall'entrata in vigore del decreto sviluppo, le disposizioni contenute
innanzi menzionate sono immediatamente applicabili alle Regioni a statuto ordinario che non
hanno provveduto all'approvazione delle specifiche leggi regionali.
Fino alla approvazione della legislazione regionale, la volumetria aggiuntiva da riconoscere quale
misura premiale è realizzata in misura non superiore complessivamente:
- al 20% del volume dell'edificio se destinato ad uso residenziale;
- al 10% della superficie coperta per gli edifici adibiti ad uso diverso.
Le volumetrie e le superfici di riferimento sono calcolate, rispettivamente, sulle distinte tipologie
edificabili e pertinenziali esistenti ed asseverate dal tecnico abilitato in sede di presentazione del-
ladocumentazione relativa al titolo abilitativo previsto.
1.13. Federalismo fiscale municipale: sanzioni per inadempimento degli obblighi di dichiarazione
agli uffici dell'Agenzia del territorio degli immobili e delle variazioni di consistenza o di de-
stinazione dei medesimi
gli importi minimo e massimo della sanzione amministrativa prevista per l'inadempimento degli
obblighi di dichiarazione agli uffici dell'Agenzia del territorio degli immobili e delle variazioni di
consistenza o di destinazione dei medesimi sono quadruplicati; il 75 per cento dell'importo delle
sanzioni irrogate a decorrere dalla predetta data e' devoluto al comune ove è ubicato l'immobile
interessato”. Il termine del 1° maggio viene spostato dal decreto Sviluppo al 1° luglio 2011.
Sono interventi di manutenzione straordinaria le opere che sono necessarie per mantenere in
buono stato l'intero edificio e, quindi, sono quelle che servono a sostituire o modificare parti an-
che strutturali dell'edificio o quelle necessarie a realizzare dei nuovi impianti, totalmente diversi
da quelli esistenti. sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e
non comportino modifiche delle destinazioni di uso;
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In sintesi:
- sostituzione infissi esterni e serramenti o persiane con serrande, con modifica di materiale o
tipologia di infisso;
- realizzazione ed adeguamento di opere accessorie e pertinenziali che non comportino au-
mento di volumi o di superfici utili, realizzazione di volumi tecnici, quali centrali termiche, im-
pianti di ascensori, scale di sicurezza, canne fumarie;
- realizzazione ed integrazione di servizi igienico-sanitari senza alterazione dei volumi e delle su-
perfici;
- realizzazione di chiusure o aperture porte interne che non modifichino lo schema distributivo
delle unità immobiliari e dell'edificio;
- rifacimento di scale e rampe;
- realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
- sostituzione solai di copertura con materiali diversi dai preesistenti;
- sostituzione tramezzi interni, senza alterazione della tipologia dell'unità immobiliare;
- realizzazione di elementi di sostegno di singole parti strutturali;
- interventi finalizzati al risparmio energetico.
Rientrano nella manutenzione straordinaria anche le opere di consolidamento statico (p.e. se un
edificio sta crollando a causa di un elemento strutturale logorato o sottodimensionato bisogna
sostituirlo o rinforzarlo, oppure sono opere di consolidamento statico anche le catene utilizzate
per migliorare la resistenza dell'edificio al terremoto), il rifacimento integrale dei servizi igienici e
degli impianti relativi e la modifica integrale dell'impianto idrico, dell'impianto elettrico, dell'im-
pianto sanitario.
Non sono interventi di manutenzione straordinaria quelli che alterano la sagoma, la forma, il vo-
lume o la superficie complessiva dell'edificio e la relativa destinazione d'uso (p.es. la realizza-
zione di una veranda per coprire un terrazzo modifica la sagoma, la forma, il volume e cambia la
destinazione d'uso del terrazzo da non abitativo ad abitativo e, pertanto, non è manutenzione
straordinaria, ma ristrutturazione edilizia. La redistribuzione della casa mediante la demolizione
di tramezzi e la modifica delle stanze non altera né la sagoma, né la forma, né il volume e nep-
pure la destinazione d'uso, ed è, quindi, manutenzione straordinaria).
c) «INTERVENTI DI RESTAURO E DI RISANAMENTO CONSERVATIVO»
Sono gli interventi edilizi rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità
mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e
strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali inter-
venti comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edifi-
cio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'elimi-
nazione degli elementi estranei all'organismo edilizio;
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d) «INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA»,
Sono gli interventi rivolti a trasformare un fabbricato mediante un insieme sistematico di opere
che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente.
Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio,
l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti.
Nell'àmbito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti
nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quella preesistente, vo-
lumi, area di sedime e caratteristiche dei materiali, a quello preesistente, fatte salve le sole inno-
vazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica;
In sintesi:
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- Realizzare nuovi elementi strutturali necessari per la trasformazione totale o parziale dei
fabbricati;
- Recupero a fini abitativi o all’attività in atto di casseri, fienili, granai, stalle, tettoie chiuse da
tre lati , purché incorporate nel fabbricato principale anche se ciò comporta la formazione di
nuove superfici utili di pavimento. Tali nuove superfici sono ammesse una sola volta nella mi-
sura max del 20% di quella esistente a condizione che:
a. L’incremento non determina un aumento della volumetria esistente;
b. Esistano adeguate infrastrutture primarie
c. Siano garantiti i parcheggi privati in misura di 1mq/10mc di costruzione per civile abitazione
o un posto auto per ogni addetto nel caso di fabbricati ad uso artigianale o industriale.
d. Demolire e ricostruire un fabbricato identico al precedente per sagoma, volume, area di se-
dime e caratteristiche dei materiali, ad eccezione delle innovazioni necessarie per l’adegua-
mento alla normativa antisismica.
L’ampliamento e la sopraelevazione
- Gli interventi di nuova edificazione in ampliamento sono volti ad aumentare la volumetria esi-
stente mediante l’estensione in orizzontale del fabbricato
- Gli interventi di nuova edificazione in sopraelevazione sono volti ad aumentare la volumetria
esistente mediante l’estensione in orizzontale del fabbricato
Demolizione
Intervento che in tutto o in parte annulla le preesistenze.
E’ sempre consentito per rimuovere le superfetazioni dai fabbricati o per rimuovere baracche, tet-
toie, recinzioni. Nel caso di demolizione dovute al crollo accidentale di un fabbricato, la ricostru-
zione è può avvenire solo con il rilascio del permesso a costruire.
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Sono considerarsi tali:
a) La costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, l'ampliamento di quelli esistenti
all'esterno della sagoma esistente,;
b) Gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal co-
mune;
c) La realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comporti la
trasformazione in via permanente di suolo inedificato;
d) L'installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi
di telecomunicazione;
e) l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere,
quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni,
ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a sod-
disfare esigenze meramente temporanee;
f) gli interventi pertinenziali che le norme tecniche degli strumenti urbanistici, qualifichino
come interventi di nuova costruzione, ovvero che comportino la realizzazione di un volume
superiore al 20% del volume dell'edificio principale;
g) realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti per attività pro-
duttive all'aperto ove comportino l'esecuzione di lavori cui consegua la trasformazione per-
manente del suolo inedificato;
TITOLI ABILITATIVI
ATTIVITÀ EDILIZIA LIBERA
Salvo più restrittive disposizioni previste dalla disciplina regionale e dagli strumenti urbanistici,
e comunque nel rispetto delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina
dell’attività edilizia, i seguenti interventi possono essere eseguiti senza titolo abilitativo:
- Interventi di manutenzione ordinaria;
- Interventi volti all'eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione
di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio;
- Opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico
siano eseguite in aree esterne al centro edificato.
Ex CIL
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- Opere dirette a soddisfare esigenze contingenti e temporanee , tali opere devono essere ri-
mosse entro 90 giorni;
- Opere di finitura di spazi esterni, anche di sosta, realizzazione di intercapedine interamente
interrate e non accessibili, vasche per la raccolta d’acqua;
- Installazione di pannelli solari, fotovoltaici, e termici senza serbatoio di accumulo esterno, a
servizio degli edifici( non valido per a la ZTO A (centri storici);
- Aree ludiche senza fini di lucro ed elementi di arredo delle aree di pertinenza degli edifici.
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L'incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita con deliberazione
del consiglio comunale in base alle tabelle parametriche che la regione definisce per
5. classi di comuni in relazione:
all'ampiezza ed all'andamento demografico dei comuni;
alle caratteristiche geografiche dei comuni;
alle destinazioni di zona previste negli strumenti urbanistici vigenti;
ai limiti e rapporti minimi inderogabili fissati dalla normativa vigente e dalle leggi regionali.
Se la regione non ha definito le tabelle parametriche, i comuni provvedono, in via provviso-
ria, con deliberazione del consiglio comunale ad aggiornare gli oneri di urbanizzazione pri-
maria e secondaria, in conformità alle relative disposizioni regionali, in relazione ai riscontri
e prevedibili costi delle opere di urbanizzazione primaria, secondaria e generale.
Gli oneri di urbanizzazione primaria sono relativi ai seguenti interventi:
Strade residenziali, spazi di sosta o di parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribu-
zione dell'energia elettrica e del gas, pubblica illuminazione, spazi di verde attrezzato.
Il costo di costruzione per i nuovi edifici è determinato periodicamente dalle regioni con riferi-
mento ai costi massimi ammissibili per l'edilizia agevolata, definiti dalle stesse.
le regioni identificano classi di edifici con caratteristiche superiori a quelle considerate nelle
vigenti disposizioni di legge per l'edilizia agevolata, per le quali sono determinate maggiora-
zioni del detto costo di costruzione in misura non superiore al 50 per cento.
Nei periodi intercorrenti tra le determinazioni regionali, il costo di costruzione è adeguato
annualmente, in base alla variazione dei costi di costruzione accertata dall'Istituto nazionale
di statistica (ISTAT). Il contributo relativo al permesso di costruire comprende una quota di
detto costo, variabile dal 5 per cento al 20 per cento, che viene determinata dalle regioni in
funzione delle caratteristiche e delle tipologie delle costruzioni e della loro destinazione ed
ubicazione.
Nel caso di interventi su edifici esistenti il costo di costruzione è determinato in relazione
alcosto degli interventi stessi, così come individuati dal comune in base ai progetti presen-
tati per ottenere il permesso di costruire.
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Per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, per gli interventi di ristruttura-
zione edilizia, i comuni hanno la facoltà di deliberare che i costi di costruzione non superino
i valori determinati per le nuove costruzioni .
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Gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano discipli-
nati da piani attuativi, compresi gli accordi negoziali aventi valore di piano attuativo, che-
contengono precise disposizioni planovolumetriche, tipologiche, formali e costruttive;
Gli interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumenti urbani-
stici generali recanti precise disposizioni planovolumetriche.
In questi casi, data la complessità degli interventi, non è possibile iniziare i lavori
nello stesso giorno in cui si presenta la segnalazione, ma si deve attendere il ter-
mine di 30 giorni (come accadeva con la Dia).
Gli interventi di ristrutturazione edilizia, che non comportino aumento di unità immobi-
liari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici , solo per le zone A
non si può cambiare destinazione d’uso .
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di opere che nel rispetto degli elementi tipologici formali e strutturali dell’organismo stesso,
ne consentano destinazioni d’uso con esso compatibili.
Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino, ed il rinnovo degli elementi costi-
tutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esi-
genze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo stesso. Si riportano i se-
guenti esempi:
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