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"INCUBO" (28-06-2018)

Già una volta scrissi una poesia su Gengar.

Ma ora volevo aggiungere qualcosa in più, siccome anni fa Gengar aveva una mossa che per molti è
considerata ancora sua prerogativa (sebbene propriamente non lo sia mai stata): Incubo (e anche
Destinobbligato, fino a una certa estensione).
Incubo è un tormento, che colpisce con lo stesso ammontare di danni percentuali a turno una vittima
addormentata. Lo stesso Gengar viene spesso descritto da numerose fonti come malefico e pronto a
tormentare le vittime per raffreddarne lo spirito, attraverso l'ombra.

Tuttavia desidero puntualizzare alcune cose.


Nelle versioni di gioco più recenti si evince che Gengar era uno spirito umano (o, per cominciare,
almeno è entrato in coinvolgimento con uno di essi, se si considera che Gastly nacque solo da gas, a
giustificare il tipo veleno), e che s'adopera in questa maniera per entrare in contatto con un'altra
anima ad accompagnarlo. Definitorio, è il fatto che si evolve tramite scambio, come se solo
l'allontanamento da un'anima dalla quale è "coinvolto", se non addirittura legato, lo forzi a tale
trasformazione, come se da cacciatore che era prima iniziasse a subire ed adoperare angoscia.
Inoltre Gengar ha la combinazione di tipi unica spettro- veleno, che non scompare con l'evoluzione,
come se il veleno fosse qualcosa di più implicito che la semplice interazione di gas della sua forma
base o intermedia, dalla quale comincia a introdursi come Haunter, "cacciatore",
Gengar, megaevolvendosi, acquisisce anche la capacità di entrare "in un'altra dimensione", che lo
forza a divenire ancora più malvagio, intrappolando gli spiriti altrui, a non volersene più separare
pur sapendo che questi soffrono.
Il Pokèmon e la sua linea evolutiva, hanno l'unica combinazione di tipi possibile, esistente o non
ancora utilizzata, che può essere debole contemporaneamente a buio e psico. Ovvero alla mente e la
malvagità. Gengar in particolare, è debole anche a terra (abilità rimosse), come se temesse la mera
realtà, l'accadere fattuale delle cose, e a spettro, come se temesse il tempo, il passare di questo, gli
spiriti, le maledizioni e la morte.
Tuttavia, ripeto, è debole sia alla mente e alla malvagità, non all'una O all'altra ma a entrambe, e
questo dovuto al fatto che i suoi due tipi non incrociano debolezze o resistenze opposte ma solo
analoghe (es. Coleottero, veleno) cosa che accadrebbe con una qualsiasi altra combinazione dei tipi
con quelle due debolezze.

Se Gengar rappresentasse l'inconscio? E, in particolare, il rendersi conto di come l'anima è egoista?

Semplicemente Gengar potrebbe rappresentare l'anima, in termini molto spicci, da un punto di vista
sociale. Ovvero l'unione del desiderio di trovare degli affiliati e la "morbosità" dello scontro con cui
questo desiderio viene approssimato nonostante la sua grandezza. Ovvero quando la cruda realtà lo
costringe a soddisfare l'esito delle sue ricerche oltre la morte (ricordiamo che Gengar è lo "spettro
originale", ben 3 anni prima che lo spettro esistesse come tipo puro), ad avvelenarlo fin dai princìpi
ectoplasmici. Per questo motivo esso s'impersona bene nelle due mosse "quasi" esclusive di un
tempo. Destinobbligato non colpisce gli alleati, già fonte di affetto o complicità, ma costringe i
nemici ad affrontarlo, soprattutto se sotto l'effetto di "malosguardo" o "pedinombra" (che
impediscono di fuggire, ma costringono l'utilizzatore a essere presente, come un pensiero costante
che non ci abbandona) e subirne le conseguenze assieme ad esso in un legame volente o nolente.

E quindi Gengar, per un dovere (a sua volta non dettato dal pensiero ma innato) causato dal timore
del suo stesso inconscio, reso malvagio dalle necessità (psico + buio) entrate in conflitto con realtà
o aspettativa (terra + spettro) agisce in questo modo, sacrificando da una parte sè stesso e dall'altra
il suo rivale in battaglia che in realtà si interpone ad oggetto dei suoi interessi.
E Incubo, in ultimo? Dove si colloca?

Questa intera riflessione nasce da un fatto personale: una persona a me cara si definì "incubo" nei
miei confronti, dallo stress che il nostro legame subisce. Ella non è correlata al marchio "Pokémon"
per alcun motivo, ma l'intensità della parola suscitò questa metafora che reputo calzante nel
descrivere come l'anima processi certe "evoluzioni" (mutamenti graduali che causano svolte
decisive, non molto diverso dal franchise appena citato...) nei rapporti con le persone.
"Incubo" non è per forza negativo, se non è usato in uno scontro, ma può insegnare, convincerci a
riproporci in una sfida non finita.
Siccome l'incubo è comunque causato da una scelta semi-cosciente, a volte può continuare anche da
svegli. E l'incubo può anche essere condiviso, se il legame vuole venire mantenuto da entrambi.

Incubo, è la definizione definitiva: parzialmente tormento, e in parte la ricercatezza di un legame


anche non cosciente. Incubo, come se si volesse ricercare una mancanza anche nel sonno, da quanto
teniamo a una persona. Come se Gengar volesse ricordare della sua presenza sia nell'incubo stesso,
sia nell'essere causa dell'incubo, attraverso un legame tra coscienze. È davvero negativo tutto ciò,
oppure è parte di quel morbido morboso animo umano… che nelle sue ricerche s’avvince ad
ottenere risposte?
Il pensiero in sè può sembrare pesante, ma solo perchè una coscienza non potrà mai sapere cosa
aspettarsi da un membro esterno a sè. Ricordo però che la condivisione può aiutare a sentirsi non
una minaccia ma un senso di esistenza. Perchè la paura è elemento constante dell'anima, in una
ricerca di protezione.
In conclusione, Gengar, l'inconscio, si esprime così, nella speranza di non essere dimenticato nel
risveglio di una persona, in modo tale che l’atmosfera tra due possa vivere, a discapito degli spettri,
ancora. Come se "addormentarsi entrambi" sia una barriera comune dal dolore della realtà.

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