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La Malattia di Menière
AT
ISSN 2281-485X
Dall’opuscolo informativo dell’AMMI ONLUS, Asso- ancora vari aspetti non ben chiari in merito alle cause
ciazione Malati Menière Insieme ONLUS: che la determinano, all’evoluzione così diversa da un
“La Malattia di Menière è una delle patologie più inva- paziente all’altro e, di conseguenza, alla terapia.
lidanti che colpiscono l’orecchio interno. Infatti l’insieme Una delle acquisizioni ormai certe fanno risalire la sin-
dei sintomi che la caratterizzano molto spesso non per- tomatologia ad un aumento di pressione dei liquidi che
mette al paziente di vivere una vita indipendente e sere- circolano nell’orecchio interno (endolinfa e perilinfa),
na, ma lo limita notevolmente sia nelle attività lavorative con conseguente danno a carico della parte uditiva (co-
sia negli interessi del tempo libero. clea), e della parte deputata al controllo dell’equilibrio
Purtroppo ad oggi la comprensione di questa malattia (canali semicircolari, utricolo, macula).
non è ancora completa, né per le sue cause, né per la sua
evoluzione. Di conseguenza non esiste un rimedio “defi- Pertanto i sintomi principali della malattia sono:
nitivo”, valido per tutti, valido per sempre, ma la terapia • ipoacusia
si gioca tutta sul tentativo di alleviare la sintomatologia, • acufeni
soprattutto la vertigine, e sulla riabilitazione delle fun- • vertigini
zioni uditiva e vestibolare. • pienezza auricolare
Ecco perchè il cammino dei pazienti è difficile, a volte in-
tollerabile, cosparso abbondantemente di fallimenti tera- A questi si associano, durante la crisi vertiginosa, nau-
peutici e frustrazioni. sea e vomito.
In molti casi, le difficoltà comunicative dovute all’ipoacu- L’ipoacusia è, nelle fasi iniziali, di modesta entità: si ac-
sia, il timore del sopraggiungere improvviso di un attac- compagna al senso di “orecchio chiuso” ed è fluttuante,
co, la tensione nervosa dovuta agli acufeni costringono cioè assume gravità variabile da un giorno all’altro, di-
la persona malata di Malattia di Menière a isolarsi, con ventando permanente nel tempo.
importanti ripercussioni sulla vita sociale e affettiva. Gli acufeni possono essere continui o intermittenti,
Per questo, accanto alle terapie proposte e al rapporto spesso descritti dal paziente “come una cascata o un fi-
con i medici, diventa importantissimo l’incontro con altre schio”.
persone che vivono quotidianamente gli stessi problemi Le vertigini, gravissimo problema e fonte d’intensa an-
in una associazione di pazienti. Associazione che, con il goscia, compaiono generalmente in fasi più tardive e
sostegno, l’aiuto e l’informazione che può fornire, deve hanno una durata variabile da qualche minuto a giorni
essere complementare e indipendente rispetto all’opera interi. Si accompagnano a nausea e vomito e sono di
dei medici, nella terapia non tanto della malattia quanto tipo rotatorio, cioè il paziente vede gli oggetti intorno
piuttosto del malato. Il peso della malattia di Menière è che si muovono rapidamente da un senso verso l’altro.
spesso condiviso anche dai familiari del malato, che tut-
ti i giorni si trovano ad affrontare i danni provocati da La malattia viene diagnostica soprattutto attraverso
questa malattia, con problemi a volte irrisolvibili. Anche l’ascolto dei sintomi riferiti dal paziente ma viene con-
per loro l’associazione deve diventare un punto di riferi- fermata anche attraverso alcuni esami diagnostici che
mento, per condividere esperienze, trovare nuove idee e hanno lo scopo di escludere altre patologie con sintomi
sentire un importante sostegno” simili quali il neurimona del nervo acustico e la sclerosi
multipla.
La Malattia di Menière descritta per la prima volta nel
1861 dal medico francese Prospero Menière, presenta La definizione scientifica dei sintomi, di cui riporto di
situazioni in cui il rumore può essere elevato non tolle- terali ma, a volte, indispensabile anche ai monolaterali
rando il caos che l’orecchio percepirebbe, rifugiandosi quando, ad esempio, il controlaterale soffre di un’altra
quindi in un isolamento gravemente peggiorativo della patologia o quando l’attività lavorativa del malato lo ri-
patologia sia sul piano fisico che su quello psicologico. chiede.
Ma le continue fluttuazioni dell’udito non permettono l’
Altro problema non secondario è la difficoltà ad identi- applicazione di un normale apparecchio acustico.
ficare la fonte del suono. Solo quelli di ultima generazione, infatti, possono, gra-
zie ai loro programmi di adattamento automatici e/o
“… difficoltà nella localizzazione dei suoni perché manca autogestibili, essere – a volte - di aiuto al paziente. Il
“l’immagine del suono” unitaria e completa che consente loro costo però è molto elevato e il rimborso ricono-
non solo di distinguere più facilmente gli stimoli princi- sciuto dall’Inps (circa 600 euro a fronte di una spesa
pali del rumore di fondo, di comprendere meglio il par- di 3-4.000,00), se aventi diritto, può portare al rischio
lato, nonché di agevolare la definizione di caratteristiche di segnalazione da parte della commissione Inps alla
spaziali dell’ambiente che ci circonda. Senza questo equi- Motorizzazione Civile per un potenziale revisione della
librio, le informazioni al cervello giungono incomplete, patente.
spingendo la persona a sforzi psico-fisici considerevoli
per rimanere agganciata alla vita sociale-familiare-lavo- Dobbiamo inoltre ricordare che l’applicazione di una
rativa”. protesi significherà cercare di migliorare uno degli han-
dicap che la malattia gli causa, non migliorare o risolvere
Riconoscere l’origine, la fonte e l’identità del suono è un il suo handicap.
problema che condiziona ogni istante della nostra vita
di persone sorde. Il medico prescrittore e l’audioprotesista dovranno
Non riconoscere un rumore non crea solo disagio, ma quindi tener conto di tantissimi fattori, alcuni di questi
anche tensione o allarme per timore di un pericolo che comuni a tutti: la personalità del paziente, il livello so-
può essere vero o presunto, in quanto il dubbio o la ciale e culturale, ma altri che sono riservati, purtroppo,
“non certezza del riconoscimento” crea costantemente solo a noi affetti da malattia di Menière, ricordando che
uno stato di dubbio e allerta. il nostro udito, spesso ingovernabile, non dipende dal no-
Ma ancora peggiore è non riconoscere il punto di origi- stro umore, ma viceversa.
ne del suono, sentendoci solo da destra istintivamente
penso che il suono arrivi da quel lato, ma automatica- Oggi, ai fortunatamente rari casi di perdita uditiva pro-
mente penso che può non essere così. Rimango quindi fonda bilaterale, può essere praticato l’impianto cocle-
disorientata fino a che gli occhi e la mente non riescono a are. Intervento che, dopo un lungo periodo di riabilita-
individuare “il punto”. zione, può dare risultati eccellenti e ora è praticato in
un numero maggiore di servizi ospedalieri nell’ambito
Attiviamo allora dei meccanismi di miglioramento del- del Servizio Sanitario Nazionale.
la quotidianità di tipo istintivo, ad esempio ruotando
la testa dalla parte dell’orecchio sano, guardando con CRISI DI VERTIGINE
attenzione le labbra e l’espressione del il viso di chi ci
parla, unendo quindi ad un suono percepito in modo Della tetrade sintomatologica principale: vertigine, sor-
non riconoscibile, quelle informazioni che ci permette- dità, acufeni, pienezza auricolare, la vertigine è quella
ranno di identificarlo. O meccanismi di tipo ragionato, che nella maggior parte dei casi, rappresenta l’esperien-
disponendo ad esempio i mobili in modo che i suoni ci za più devastante per i pazienti.
giungano in modo favorevole, scegliendo suonerie che
possiamo più facilmente percepire, nel caso dei cellu- “Il termine vertigine (dal latino vertere) indica una falsa
lari, attivando la vibrazione, unendo al campanello di sensazione di movimento (generalmente di tipo rotato-
casa un segnale luminoso ecc. rio, a volte traslatorio) che puo’ essere riferita a noi stessi
(vertigine soggettiva) o all’ambiente circostante (vertigine
Problema importantissimo è anche quello della prote- oggettiva)”.
sizzazione, indispensabile e consigliata ai malati bila-
Viviamo le crisi come una minaccia incombente rispet- Per chi tenta la strada del riconoscimento dell’invalidità
to alla quale non sappiamo e non possiamo difenderci. civile vi è anche il rischio che la commissione al mo-
Nessuno può prevederne l’arrivo, nessuno può preve- mento, sempre troppo frettoloso, della valutazione del
derne la durata, che diviene un’incognita nell’incognita. paziente, effettui una segnalazione alla motorizzazione
Dopo aver sperimentato la prima crisi, la paura diventa civile la quale può revocare o sospendere, temporanea-
l’emozione dominante. Diventa la nostra ombra e anche mente o definitivamente, la patente.
quando non la vediamo, rasserenati da un periodo di
latitanza delle crisi, è sufficiente un piccolo giramento Il malato di Menière vive quindi una condizione socia-
di testa per capire che la nostra ombra è sempre stata lì, le molto particolare: affetto da patologia cronica, non
fingevamo solo di non vederla. riconosciuta tale, senza alcuna protezione sociale e con
La paura, dicevo, che via via restringe il nostro campo sintomi non visibili e difficilmente spiegabili e com-
d’azione: alcuni di noi non escono più soli, altri dimi- prensibili ai normodotati.
nuiscono o abbandonano l’attività lavorativa, si restrin-
Non è facile far comprendere l’isolamento al quale por- Sarà quindi compito del medico, e se occorre dello
ta la sordità, non è facile spiegare cosa sono gli acufeni, psicoterapeuta, valutare e comprendere la capacità di
quanto possono essere irritanti, pervasivi e inquietanti. resilienza del malato, comprendendo e non colpevoliz-
Ma la cosa più difficile è spiegare cosa è un attacco di zando la capacità o l’incapacità di reagire ad un evento
vertigine: una sensazione così particolare da non essere drammatico come il ripetersi delle crisi vertiginose o
comprensibile a chi non ne soffre. all’improvvisa caduta dell’udito.
Il dubbio che stiamo esagerando, che ci stiamo fissan- Se la sfera psicologica sarà sopraffatta dalla malattia si
do su un problema più “mentale” che fisico, s’insinua innescherà un meccanismo tanto devastante quanto di-
nelle persone che ci ascoltano, anche nei medici non struttivo. È infatti importantissima la valutazione psi-
competenti. cologica del paziente.
La depressione che spesso accompagna la malattia, è di
È difficile per il malato accettare di aver perso parte tipo reattivo, mal adattiva, post-traumatica.
della propria autonomia. Questo è il punto cruciale: la Possiamo infatti verificare che quasi tutti i pazienti che
perdita di autonomia, il dover dipendere dagli altri, e hanno beneficio dal trattamento con gentamicina in-
anche nei periodi di remissione della malattia dover af- tratimpanica o che sono stati sottoposti a neurotomia
frontare ogni piccolo, banale, quotidiano, evento della del vestibolare, una volta recuperato l’equilibrio, nella
vita, come una sfida, che a volte, ci vede vincitori ma, consapevolezza del non dover più temere le crisi verti-
comunque, esausti per lo sforzo. ginose, escono dalla depressione.
Si vorrebbe guardare in faccia la malattia e gridarle che
non la si teme, ma non è così, la nostra ombra (la Paura) Occorre inoltre rilevare che le spese per le terapie alle
è sempre con noi. quali il paziente voglia o debba sottoporsi, sono a tota-
L’energia con il tempo si esaurisce, passa la voglia di lot- le suo carico e tale condizione rappresenta un ulteriore
tare e la depressione allunga la nostra ombra. ostacolo per il miglioramento della sua qualità di vita.
Spesso subentra un’autovalutazione negativa, pensiamo
di non essere più buone madri o bravi padri di famiglia, Il grave problema che dobbiamo affrontare riguardo al
ci sentiamo di peso o in colpa perché malati, ma non è Servizio Sanitario Nazionale è legato anche al fatto che
così, il valore di una persona non si valuta con un esa- non esistono attualmente dati attendibili relativi al nu-
me audiometrico o da quante volte le gira la testa. mero reale delle persone affette da Malattia di Menière
Noi siamo persone forti, speciali, proprio perché vivia- in Italia, situazione questa che non consente di sapere
mo e combattiamo la Malattia di Menière. se la nostra malattia è rara oppure no.
Ma anche per le persone a noi vicine è difficile accettare Alcuni ospedali pubblicano dati sulla propria esperien-
la nostra situazione. za, ma il dato risulta “sporcato” dal peregrinare dei ma-
Dovranno fidarsi di quello che diciamo loro, senza nul- lati da un centro all’altro in cerca di un benessere spesso
la discutere, perchè mai potranno capire fino in fondo i negato.
sintomi da noi descritti. L’unico dato attendibile sarebbe ricavabile da un censi-
Spesso il malato si definisce “menierico”: ovvero si mento effettuato presso i medici di famiglia, mentre le
identifica nella malattia. strutture pubbliche potrebbero fornire dati sulla pro-
Anche per molti medici siamo “menierici”. pria esperienza terapeutica.
Questo identificarsi nella malattia è pericoloso: se il
malato annulla se stesso diventando la malattia, ogni Dalla mia esperienza di persona affetta da Malattia di
parte del suo vissuto sarà malattia, anche quando sarà Menière, ma ben decisa a non diventare “menierica”,
in fase di remissione spontanea o per un effetto benefi- ho pensato che rimuginare sulla sfortuna vissuta sen-
co delle terapie prescritte. za trarre beneficio da questa, sarebbe stato sprecare un
Mio impegno è, ormai da anni, quello di tenere ben possibilità che, nella sua negatività, poteva avere risvolti
distinto il ruolo della malattia dalla vita del malato. In positivi se non per me, per i nuovi malati.
questo modo la persona combatterà con forza e deter- Ho quindi pensato di passare all’azione fondando
minazione l’invasore che sta cercando di impadronirsi l’AMMI Onlus Associazione Malati Menière Insieme
della sua esistenza. Se invece si riconoscerà “menierico” e amministrando un gruppo “Malattia di Menière” sul
avrà concesso alla malattia di diventare se stesso. social network Facebook.
futuro fosse non peggiore del presente, consapevole del comunicazione tra i malati. Una rete che attraverso l’in-
passato, posso controllare gli altri sintomi ma non la formazione ma anche e soprattutto tramite la condivi-
vertigine”. Eliminare la vertigine consente di guardare sione della quotidianità dia sollievo ai momenti, non
positivamente il futuro. rari, di profondo sconforto.
È necessario quindi il passaggio dalle modalità “stori- Quella quotidianità che può diventare difficile per noi
che” di partecipazione del cittadino-paziente (umaniz- che dobbiamo convivere con la paura degli attacchi di
zazione delle cure, qualità percepita, carta dei servizi, vertigine, con le difficoltà relazionali create dalla sor-
consenso informato) a processi più ampi e complessi dità, con l’incubo degli acufeni e della pienezza auri-
di empowerment, riconosciuti quali strumenti utili per colare.
favorire l’erogazione di cure efficaci e appropriate sotto Ognuno di noi, nel proprio vissuto, affronta le difficoltà
il profilo clinico ed etico e, nel contempo, garantire il che la malattia traccia davanti a noi, con le armi che
massimo livello possibile di equità nell’uso delle risor- ha a disposizione: quelle che ci danno i medici, con le
se. Di pari passo quindi il paziente diventerà dapprima terapie mediche e quelle che dobbiamo trovare in noi e
paziente informato e poi paziente competente. tra noi, stringendo le nostre mani in una alleanza che si
chiama solidarietà.
Dalla visione empatica dei bisogni del paziente può Malattia significa fatica e se, come nel nostro caso, la
nascere per quest’ultimo la volontà di superare la “pri- malattia presenta aspetti oscuri e difficilmente com-
gionia della malattia”, tutto quell’insieme di dolore e di prensibili, tutto si complica di più. La sensazione di
disagio che gli occupa l’animo e che gli rende talora im- essere intrappolati in una situazione ingestibile e in-
possibile aprirsi ad altre esperienze di vita. spiegabile, con sintomi invalidanti e inabilitanti, può
Questa visione, che si basa sull’Empatia e la Compas- portare ad un aggravamento di ciò che “la vita della
sione, dà concreta sostanza morale all’ideale di “allean- stessa malattia” può imporci.
za terapeutica”. In questo contesto si pone la Medicina “Vita della malattia” perché la malattia non è la nostra
Centrata sulla Persona. vita bensì un suo aspetto da combattere come si com-
batte ogni nemico: con tutte le nostre forze e con tutte
Da tutto questo è nata l’AMMI Onlus Associazione le nostre armi. .
Malati Menière Insieme Onlus: Se la sordità, gli acufeni, la fullnes ci penetrano e rendo-
no gravosa la nostra esistenza, se le crisi di vertigine ci
“Vivere la malattia di Menière oggi: la nostra associa- devastano e rendono impossibile e angosciante la nostra
zione” esistenza, “armiamoci”:
Oggi i medici e i centri specializzati nella malattia di — rivolgendoci a medici preparati e seri. La nostra as-
Menière ci sono. Vero è che non sono tanti ma il fatto sociazione potrà fornire il nominativo del medico, a
che questi specialisti si occupino di noi è determinan- nostro avviso competente, più vicino all’ abitazione del
te: con loro abbiamo le armi per non restare sopraffatti malato;
dall’uragano che la Malattia di Menière porta nelle no- — condividendo la quotidianità. Condividere significa
stre vite. “dividere con”: dividere con gli altri le delusioni di cui
spesso è irto il cammino di chi è affetto da Malattia di
Però… un però c’è e non è cosa da poco. Menière; dividere con gli altri la paura delle crisi, l’in-
cubo degli acufeni e le difficoltà causate dalla sordità;
Ancora oggi vivere con la Malattia di Menière significa — organizzando convegni gratuiti con specialisti rivolti
vivere con una malattia non visibile e di difficile com- ai malati ma aperti anche ai medici e paramedici
prensione per chi non ne è affetto e quindi per i nostri
familiari, i nostri amici e per i colleghi o datori di lavoro. Vivere insieme la malattia farà sì che tutto diventi più
Per questi motivi vivere con la malattia di Menière può “lieve” e che l’angoscia della solitudine scompaia.
far sì che ci si senta così soli da rischiare forme depres- Insieme per affrontare le Istituzioni chiedendo la giusta
sive che altro non faranno che aggravare la malattia attenzione verso la nostra patologia.
stessa. Insieme per collaborare con gli specialisti che con noi
Credo quindi che sia importante costruire una rete di vorranno approfondire la ricerca al fine di scoprire le
cause della Malattia di Menière senza le quali non po- alla malattia costruendo una rete di supporto dove non
tremo sperare nella sua sconfitta. c’è chi dà aiuto e chi lo riceve ma solo mani che si strin-
gono dandosi forza e sostegno.
INSIEME a questo io e i soci Fondatori dell’AMMI On-
lus abbiamo pensato quando abbiamo deciso di fonda- I nostri volontari, tutti affetti da Malattia di Menière,
re questa associazione: accolgono le richieste dei malati nei seguenti giorni ai
non più remissivi accettatori di pillole, sotto la suddi- numeri indicati:
tanza del “magico sapere” del camice bianco, ma per- Il lunedì dalle 17:30 alle 19:00 al 051-6478288.
sone consapevoli e informate, coscienti costruttori del Il martedì dalle 17:30 alle 19:00 al 347-4963020.
proprio vissuto anche se di malato. Malati che collabo- Il giovedì dalle 17:30 alle 19:00 al 366-8158175.
rano con i medici, fianco a fianco, ma che reagiscono Il venerdì dalle 17:30 alle 19:00 al 349-0854951.
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