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punto specifico del fondale di uno specchio d'acqua; un'ancora è realizzata spesso in metallo e collegata per
mezzo di una cima o di una catena all'imbarcazione.
L'àncora è uno strumento antico, conosciuto e usato dai fenici e dai greci, che fu successivamente perfezionato
dai romani, subendo nel tempo notevoli miglioramenti, ma conservando ancora alcuni dei tratti originari. Nel
tempo esse si sono evolute verso l'uso di ferro, ghisa o acciaio.
Indice
2 Tipi di àncore
3 Simbolo e simbolismi
4 Note
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Un'àncora lavora esercitando le forze di resistenza sufficienti a trattenere l'imbarcazione a cui essa è collegata.
Sono due i modi primari per realizzare questa azione: tramite il peso, che tende a spingere l'àncora sul fondo, e
tramite la sua forma, che permette una presa ottimale sui fondali. Mentre le àncore permanenti fanno uso
prevalente del fattore peso mediante grandi masse lasciate sul fondo marino, ciò non risulta pratico per le
àncore temporanee che necessitano di essere sollevate a bordo dell'imbarcazione. Sebbene il peso dell'ancora
e la lunghezza, quindi anche il peso, della catena sommersa (calumo) contribuiscano al meccanismo di
ancoraggio garantendo il giusto angolo di presa sul fondo, le àncore temporanee fanno affidamento prevalente
sul fattore di forma per «dar testa» bene nei fondali: migliore è la forma, minore è il peso necessario affinché
l'ancora funzioni.
Tipi di àncore
Esistono due principali tipi di àncore e conseguentemente di ancoraggi: ancora provvisoria e ancora
permanente.
Salpare l'àncora è l'espressione che descrive l'operazione di spedare l'ancora dal fondo e riportarla a bordo.
Nelle moderne navi l'àncora trova alloggiamento nella cubìa, un'apertura presente sulla superficie dei masconi.
Nelle imbarcazioni più piccole l'àncora è generalmente alloggiata sul musone di prua, oppure, se piccola e
magari ripiegabile, nel gavoncello in prua in cui si trova l'eventuale verricello e in cui si ripone la catena salpata.
Questo gavone è detto per estensione cala ancore.
Le àncore permanenti sono usate per mantenere in una fissa posizione in maniera stabile un'imbarcazione,
come ad esempio una nave-faro, in tutte le condizioni meteomarine, anche nelle più avverse. Queste àncore
non necessitano ma, o necessitano molto raramente, di essere spostate dal fondo o sollevate a bordo. Àncore
permanenti sono anche utilizzate per ancorare pontili galleggianti, piattaforme petrolifere, bacini per la
pescicoltura, boe, ecc. Impropriamente si parla anche di ancoraggio permanente per l'ormeggio delle
imbarcazioni, per lo più realizzato senza uso di àncore, ma tramite cime (cime di ancoraggio) o catene ad un
corpo morto sul fondale.
Le spere e le àncore galleggianti, spesso confuse tra loro, sono dispositivi o accorgimenti utilizzati quando si
vuole ridurre il più possibile lo spostamento o la velocità della barca. Entrambi usano il principio del
paracadute, ma in situazioni diverse. La spera può essere qualsiasi zavorra fissata ad una cima utilizzata a
rimorchio dell'imbarcazione per frenarne l'andatura in caso di maltempo, specie con onde frangenti, e
impedire intraversamenti, avendo l'accortezza di far passare la linea di applicazione della forza frenante
sull'asse di simmetria dello specchio di poppa, diversamente si favorisce proprio l'intraversarsi. L'àncora
galleggiante invece è una sorta di secchio tessile immerso, e si usa laddove la profondità dell'acqua impedisce
un ancoraggio vero e proprio, è posto di prua per tener l'imbarcazione orientata al mare e al vento.
Un'àncora temporanea moderna consiste generalmente di una barra centrale, detta fuso, e di bracci (marre)
dotati di superfici (patte) di forma opportuna al fine di penetrare il fondale. Il fusto è generalmente chiuso ad
un'estremità da un anello (cicala) per legare l'ancora alla cima o alla catena e presenta in genere all'altra
estremità il diamante, dal quale si dipartono le marre.
Le variazioni e le integrazioni di questi elementi-base hanno dato sviluppo a diversi tipi di àncore, utilizzate in
relazione al tipo di fondale nel quale devono esercitare la presa ed alle caratteristiche dell'imbarcazione. In
generale le àncore a patte larghe sono più indicate per fondali di sabbia o fango, mentre quelle a patta stretta
ed unghia appuntita sono più indicate per fondali duri. Oggi esistono àncore di ultima generazione definite
«universali», ovvero capaci di utilizzo in ogni tipo di fondale penetrabile.
àncore a ceppo;
àncore a cucchiaio
Àncora ammiragliato
Àncore a ceppo
Le àncore a ceppo sono tra le più efficienti. L'esempio più noto di tale famiglia è l'àncora Ammiragliato, spesso
usato a simbolo stesso dell'ancora. La sua efficacia è legata alle dimensioni contenute delle marre, che le
permettono di affondare anche nel groviglio delle alghe, e al ceppo che le permette, una volta arrivata sul
fondo, di assumere una posizione particolarmente favorevole alla presa delle marre nel terreno. In commercio
si trovano per lo più a ceppo sfilabile, per un più facile stivaggio.
L'àncora Northill appartiene a questa famiglia, ma per il suo peso è di uso esclusivo su navi.
Àncora CQR
Àncore a vomere o aratro
Le àncore di questa famiglia hanno in comune il fatto che le loro marre assomigliano a un aratro. Esso sono
particolarmente popolari tra i naviganti diportisti e possessori di barche private. Hanno generalmente un buon
comportamento in tutti i fondali, ma non sono eccezionali su nessuno in particolare. Le àncore di questa
famiglia più conosciute sono la CQR e la Delta, che è «figlia» della prima.
La CQR originale fu messa a punto nel 1933 dal matematico Geoffrey Ingram Taylor, per coprire le esigenze
degli idrovolanti che necessitavano di un'àncora di ancoraggio leggera, ma efficiente. Ha la caratteristica che,
trascinata sul fondo marino, tende a girarsi lateralmente, conficcando la sua punta nel terreno e quindi
ammorsarsi grazie alla sua forma ad aratro. Fa prese su ogni tipo di fondale, tranne che nella posidonia, dove
però riesce a sfruttare ogni tipo di asperità per aggrapparsi.
Àncora Bruce
Àncore a cucchiaio
In questa famiglia cadono molte delle àncore contemporanee ad alta tenuta. Sono àncore totali, ovvero non
solo adatte a tutti i fondali, ma anche con la più alta tenuta in ogni fondale. Essendo di recente costruzione non
sono ancora estremamente diffuse. Le più conosciute sono Spade, Rocna, Ultra.
In questa famiglia si può far in qualche modo rientrare la ormai storica àncora Bruce e tutte le sue derivate, per
esempio la Trefoil, considerandola una sorta di «cucchiaio capovolto» o guantone. L'àncora Bruce fu disegnata
nel 1970 da Peter Bruce, ingegnere navale, per l'ancoraggio delle piattaforme petrolifere. Nata specificamente
per la sabbia, è un'àncora molto popolare tra le piccole imbarcazioni e ha un'ottima presa nei fondali giusti,
diversi da quelli fangosi ed erbosi. Funziona bene nei modelli ad elevato peso, meno bene in quelli a basso
peso, tipicamente utilizzate nelle piccole imbarcazioni.
Àncora Danforth
Si tratta di àncore con marre molto grandi e piatte che possono ruotare su un asse trasversale al fusto.
L'àncora Danforth è la più conosciuta di questa famiglia. È un'àncora leggera con una presa eccezionale su
fondali di sabbia, ma con prestazioni molto limitate su altri fondali, in particolare su fondali rocciosi e di
posidonie, sui quali tende a scivolare con un effetto slitta.
Anche l'àncora Hall appartiene a questa famiglia, ma per il suo peso è di uso prevalente su navi di grandi
dimensioni.
Àncora a grappino
Il tipo con marre larghe è adatta in fondali sabbiosi, fangosi o ciottolosi, mentre quella con marre più strette
rende meglio su fondali duri, sono comunque da evitare i fondali rocciosi per la facilità con cui si può
incattivare.
Nei modelli più recenti, specie a marre larghe, è spesso con marre richiudibili ad ombrello, per un più facile
stivaggio. Per quelli a marre strette esistono geniali soluzioni artigianali diverse che consentono lo stivaggio
coricato dell'àncora: una coppia di marre che può essere sbloccata a mano e ruotata sul fusto fino ad appaiarsi
alla coppia, oppure una coppia di marre sfilabile, o ancóra le 4 marre sfilabili in blocco dal fusto.
Àncora Rocna
In anni recenti sono stati portati a termine diversi progetti di ancore, di facile uso e con una forte capacità di
presa, orientate per imbarcazioni da piccola a grande dimensione: molti di questi progetti sono sotto brevetto.
àncora Bulwagga;
Àncora ULTRA
Fra le àncore recenti l'ultima evoluzione è quella delle cosiddette «àncore a tenuta dinamica» ovvero quelle
che, sotto tiro, hanno un comportamento che gli permette non solo di dare testa in poco spazio, ma di
assestarsi in posizioni di forza mano a mano che cresce il tiro. Questa caratteristica fa sì che abbiano una tenuta
statica già più alta delle àncore di precedente concezione, ma se si dovesse superare questa tenuta a causa di
un tiro più forte o per un semplice giro di vento che le fa ruotare queste si assestano sempre più solidamente
nel fondale e non spedano.
In poche parole, queste àncore fanno testa con grande capacità in ogni fondale (penetrabile), non possono
spedare e possono essere solo salpate con un tiro verso l'alto a circa 80-90°.
Àncora Mantus
àncora Ultra (o Ultranchor) di design turco - Autoraddrizzante di peso e disegno a geometria complessa.
àncora Mantus di disegno americano - Autoraddrizante di forma e costruita secondo una geometria vettoriale
che massimizza la pressione sull'unghia.
Le ancore permanenti rientrano in una grande varietà di forme. Non dovendo essere sollevate a bordo, se non
occasionalmente, e dovendo garantire l'ancoraggio in qualsiasi condizione meteo, caratteristica comune delle
ancore permanenti è il loro elevato peso. Per le navi-faro e in fondali sabbiosi spesso è utilizzata l'àncora a
fungo. Àncore permanenti possono essere costituite anche da grandi lastre di roccia o cemento. In alternativa,
àncore permanenti sono pure costituiti da sistemi infissi sul fondo mediante trivellazione; in tutti questi casi si
parla più propriamente di «corpi morti».
Simbolo e simbolismi
Nelle cartografia nautica, il simbolo dell'àncora «⚓» (Unicode U+2693) è spesso utilizzato per indicare una zona
di ancoraggio.
Nell'iconografia cristiana l'ancora rappresenta la fede cristiana e la speranza nella risurrezione:[1] San Paolo,
nella sua Lettera agli Ebrei, parla della speranza che serve alla nostra anima come un'àncora ferma ed
assicurata al fondo marino.[2]
La cubìa, dove trova alloggiamento l'àncora, è detta anche occhio di cubìa: tale nome deriva dall'usanza di
alcune popolazioni antiche di dipingere un occhio quale espressione di fede in una divinità che si credeva
sempre vigile contro i pericoli della navigazione.[3]
Un'àncora a cui è avvinto un delfino è il marchio dell'editore Aldo Manuzio. Il marchio è accompagnato dal
motto Festina lente, a significare il peso dell'àncora e l'agilità del delfino.
Note
^ (FR) Christophe Renault, Reconnaître les saints et les personnages de la Bible, Paris, Éditions Jean-Paul
Gisserot, 2002 ISBN 2877476588. p. 12
^ L'occhio di cubìa
Voci correlate
Boa (nautica)
Ancoraggio
Ormeggio
Altri progetti
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Collegamenti esterni
"Ultimate Holding Power" - Test comparativo di tipologie di ancore da Yachting Monthly, dicembre 2006
"Holding Power" - 14 test comparativi di ancore dalla rivista SAIL, ottobre 2006
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