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1 - e
La distanza fra la ?nuova e la ?vecchia fra voluntarismo e
generazione? guardia?
-
determinismo ritorna in molti scritti giovanili di Antonio Gramsci; si veda per esem
pio, La critica (1918), in Id., Scritti giovanili 1914-1918, Torino, Einaudi, 1958, pp. 153
155.
2
A. De Viti De Marco, La questione commerciale e gli interessi del Mezzogiorno (1903),
in Antolog?a della questione m?ridionale, a cura di B. Caizzi, Milano, Edizioni di Cornu
nit?, 1950, pp. 225-234; G. Salvemini, La questione m?ridionale (1898), in Id, Opere, IV,
Movimento socialista e questione m?ridionale, t. 2, Milano, Feltrinelli, 1963, pp. 71-89.
3
E. Garin, Intellettuali italiani del XX sec?lo, Roma, Editori Riuniti, 1974, pp. 302-309.
4
Assumo la nozione di liberta positiva nel senso assegnatole da Isaiah Berlin nel celebre
Gerratana, Torino, Einaudi, 1975, p. 1020 (d'ora in poi si citera con Q, seguito dal nu
mero della pagina).
7
M. Walzer, L'intellettuale militante. Critica sociale e impegno politico nel Novecento, Bo
Il Mulino, 1991 (traduzione dalla prima edizione americana del 1989), p. 110.
logna,
8
una lettura in senso pluralista dell'idea di egemonia cfr. C. Mouffe, He
Q, p. 1020. Per
gemony and in Gramsci, in Gramsci and Marxist Theory, ed. by C. Mouffe, Lon
Ideology
and Kegan Paul, 1979, pp 168-204. Per una critica della lettura totali
don, Routledge
taria, cfr. G. Vacca, Gramsci e Togliatti,
Roma, Editori Riuniti, 1991, pp. 76-83.
9
G. Giarrizzo, II Mezzogiorno di Gramsci, in Istituto Gramsci, Pol?tica e storia in Gram
sci, 2 voll., a cura di F. Ferri, Roma, Editori Riuniti, 1977, I, pp. 321 sgg. Ma si veda
anche il pi? recente F. Barbagallo, Il Mezzogiorno, lo Stato e il capitalismo italiano dalla
?Quistione m?ridionale? ai ?Quademi del carcere?, in ?Studi Storici?, XXIX, 1988, pp.
21 sgg.
10
Gramsci non ha mai abbandonato questa posizione n? totalmente ri
completamente
cusato il regionalismo. Come scrisse nel 1923 ?Ilustrando gli obiettivi de ?l'Unit??, con
siderare la questione m?ridionale come una questione nazionale non pensare
significava
in termini di centralizzazione: i movimenti contadini ?hanno sempre avuto nel loro pro
gramma la parola d'ordine dell'autonomia locale e del decentramento? (A. Gramsci, La
lettera per la fondazione de ?l'Unit?? [1923], in Id, La questione m?ridionale, a cura di
F. De Felice-V. Parlato, Roma, Editori Riuniti, 1973, 2a ristampa della III ed, p. 81).
11
?Perch? non si pu? ricordare che i minatori sardi son? pagati con salari di fame [...]
perch? deve essere proibito ricordare che due terzi degli abitanti della Sardegna (spe
cialmente le donne e i bambini) vanno scalzi d'inverno e d'estate, tra le spine e i letti
di torrente che tengono posto di strade, perch? il prezzo d?lie pelli ? portato ad altez
ze proibitive dai dazi protettivi che arricchiscono cos? in un ar
gli industriali torinesi??,
ticolo non firmato su ?l'Avanti? del 1919, in A. Gramsci, Scritti 1915-1921, a cura di S.
esempio l'articolo di C. Rosselli, Wilson del 1917, citato in N. Tranfaglia, Carlo Rosselli
dall'interventismo a ?Giustizia e Liberta?, Bari, Laterza, 1968, p. 20.
14
Sulla ?forza collettiva? della solidariet? creata dalla guerra si veda A. Gramsci, Utopia
(1918), in Scritti cit., pp. 280-287, e P. Gobetti, Manifesto de ?La Rivoluzione
giovanili,
20
La lettera per la fondazione de ?l'Unit??, in Gramsci, La questione m?ridionale, cit., p.
81.
21
II termine dovrebbe essere inteso nei due significati, morale e politico,
disgregazione
che esso connota, cio? come denuncia d?lie condizioni di sofferenza e di e
ingiustizia,
come identificazione del critico dal cominciare la trasformazione dell'intero
luogo quale
sistema sociale; si veda al riguardo
N. Badaloni, Il marxismo di Gramsci, Torino, Einaudi,
1975, pp. 121-124, e A.
Pizzorno, Sul m?todo di Gramsci: dalla storiografia alla scienza
pol?tica, in Aa.Vv, Gramsci e la cultura contempor?nea, 2 voll, a cura di P. Rossi, Roma,
Editori Riuniti, 1970, I, p. 144.
22
A. Gramsci, Alcuni terni della quistione m?ridionale (1926; 1930), in Id., La questione
m?ridionale, cit., p. 159.
23
Q, p. 1008 (e p. 1574). E possibile interpretare quello egemonico corne un ?program
ma di subordinazione gerarchica della politica-potenza (dottrina dello Stato-forza) alla
i due era analoga a quella che correva fra gli uomini del Risorgimento e lo
stesso Gramsci.
24
Q> PP- 3 e 55; A. Gramsci, Lettere dal carcere, 2 voll., a cura di A.A. Santucci, Roma,
Editrice l'Unit?, al numero dell'?Unit?? del 24 gennaio e 14 febbraio 1988,
supplemento
lettera a Tatiana del 7 setiembre 1931, II, p. 32.
25
Questa sui limiti dei liberali piemontesi aveva accomunato conservatori e ra
diagnosi
dicali della generazione risorgimentale; si veda per esempio P. Villari, Di chi ? la colpa?
o sia la pace e la guerra (1866), in Id., Saggi di storia di critica e di pol?tica, Firenze, Ti
pograf?a Cavour, 1868, p. 390, e C. Cattaneo, Prefazione al d?cimo volume del ?Poli
t?cnico? (1860), in Id., Opere scelte, 4 voll., a cura di D. Castelnuovo Frigessi, Torino,
Einaudi, 1972, I, pp. 209-210.
26
Q, p. 2051.
27
Q, pp. 2053-2054.
28
del Risorgimento come di una ?rivoluzione fallita? e so
L'interpretazione gramsciana
prattutto come di una ?rivoluzione agraria fallita? ? stata al centro di un acceso dibat
tito fra gli storici degli anni Sessanta e Settanta, a cominciare da Rosario Romeo e Fe
derico Chabod. Mi sembra che Alessandro Pizzorno abbia coito nel segno quando ha
di le note gramsciane sul Risorgimento in chiave non storio
suggerito leggere pol?tica,
L'obiettivo di Gramsci era di verificare non tanto una interpretazione
grafica. storiogra
fica, quanto invece una teor?a pol?tica (Pizzorno, Sul m?todo di Gramsci, cit., pp. 113
114). Come i Discorsi di Machiavelli, le note di Gramsci son? un'opera di teor?a pol?ti
ca pi? che di storia.
29
Gramsci, Individualismo e collettivismo, cit., p. 180.
30
K. Marx, Sulla questione ebraica (1843), in 17marxismo e la questione ebraica, testi scel
ti, presentad e annotati da M. Massara, Milano, Edizioni del Calendario, 1972, p. 180.
31
Come Gramsci aveva scritto nel 1918, la sola opportunit? dell'Italia di diventare una
nazione stava nell'educazione degli italiani per farli diventare cittadini responsabili do
tati di un chiaro senso dei loro diritti e dei loro doveri. Il suo modello etico ricalcava il
contrasto teorizzato da Mazzini fra l'individuo di tipo benthamista e l'individuo societa
rio o, come lo stesso Gramsci scriveva, fra l'?individuo-capitalista? e l'?individuo-asso
ciazione? (Individualismo e collettivismo, cit., pp. 186-189).
32
Nella nota lettera del 19 marzo (Gramsci, Lettere dal carcere, cit., I, pp. 63-64).
33
Come si vede in Alcuni temi della quistione m?ridionale, Salvemini e Croce diedero
36
?vane tutte le caratteristiche
Q, p. 2268. Per ci? giudicava unitarie della popolazione di
un paese? (lettera a Tatiana del 15 giugno 1931, Lettere dal carcere, cit., I, p. 296).
37
Q> PP- 1505-1506. Che il suo int?resse per il folclore fosse politico, significa che egli
suggeriva di studiarlo per comprendere come renderlo un alleato delle forze progressive.
In un eccellente saggio Alberto Cirese ha scritto anni or son? che secondo Gramsci il
folclore poteva essere tanto reazionario quanto progressivo, dotato di un'energia
perch?
attiva priva della capacita di dirigersi aut?nomamente. L'elemento positivo del folclore,
scriveva Cirese, consiste semplicemente in una sorta di forza naturale. Qualit? come la
tenacia, la spontaneit? e la mutabilit? sono bifronti: la prima pu? tanto sostenere quanto
frenare una trasformazione cult?rale; la seconda pu? aiutare la crescita di un movimento
39
S. Freud, Il disagio della modernit? (1929), in Id, Il disagio della modernit? e altri sag
gi, Torino, Boringhieri, 19855, pp. 204-205.
40
Q, pp. 2271, 2311-2314.
41
Lettere dal carcere, cit., I, p. 64 (corsivo m?o).
42
Q, pp. 33-34. Cfr. anche la lettera a Tania del 5 marzo 1928 suU'esistenza di ?una Ita
lia sconosciuta? {Lettere dal carcere, cit., I, p. 139).
43
Q, p. 33. La critica dell'Illuminismo spiega (o illustra) l'originalit? di Gramsci rispet
to alia ?vieta contrapposizione fra cultura di ?lite e cultura popolare? (F. Ferrarotti,
Gramsci nel mondo arabo, in ?Belfagor?, LI, 1996, n. 3, p. 361).
44
A. de Tocqueville, Scritti politici, a cura di N. Matteucci, 2 voll, Torino, Utet, 1968,
II, pp. 491-494.
45
?, P. 33.
46
A. Gramsci, Socialismo e cultura (1916), in Scritti cit., p. 23.
giovanili,
47
Q, p. 1244.
48
N. Bobbio, introduzione a R. Mondolfo, Umanesimo di Marx. Studi filosofici, 1908
1966, Torino, Einaudi, 1968, p. XLV.
umana co' nobili, e 'n conseguenza che dovevano esser con quelli ugua
La rivoluzione democratica del <<conoscite stesso>>
gliati in civil diritto>>.
aveva trasformatonon soltanto le classi subalternema l'intera societa ate
niese, le sue leggi e la stessa ?maniera di pensare>>49.
L'intellettuale gramsciano e il <<sapientedi sapienza volgare>>che puo dia
logare con i suoi concittadini, non per accettarli come sono, ma per inci
tarli a diventare consapevoli della loro soggettivita come <<esseritrascen
dentali>>,ovvero come eguali. I semi dell'emancipazione culturale sono gia
presenti come puro sentire e in forma folcloristica. La differenza fra alta
cultura e cultura popolare e in questo senso una differenza di grado e di
stile, non di genere50.
L'<<intellettualeorganico>>puo conoscere perche puo sentire, e puo sentire
perche, come aveva suggeritoVico, e mosso dalla ?forza>>dell'<immagina
zione>>. L'immaginazione e fantasia drammatica, facolta che consente alla
mente di rappresentarsi inmaniera vivida e concreta i problemi e le spe
ranze degli altri, e alla politica di non essere semplice calcolo strategicoma
neppure esecuzione di modelli astratti.La politica e frutto della mescolan
za di ragioneed empatza.<Perche si provveda adeguatamente ai bisogni de
gli uomini di una citta, di una regione, di una nazione, e necessario senti
re quei bisogni; e necessario potersi rappresentareconcretamente nella fan
tasia questi uomini in quanto vivono, in quanto operano quotidianamente,
rappresentarsi le loro sofferenze, i loro dolori, le tristezze della vita che
sono costretti a vivere. Se non si possiede questa forza di drammatizzazio
ne della vita, non si possono intuire i provvedimenti generali e particolari
che armonizzino le necessita della vita con le disponibilita dello Stato>>51.
Poiche i politici e gli intellettuali italianinon hanno avuto ?fantasia dram
matica>>,i loro atti sono stati di dominio e di arroganza.Invece di gover
nare hanno reso piui amare le difficolta della vita. La loro distanza dal po
polo, il disprezzo rancoroso verso gli <<umili>>, ha fatto di loro cattivi poli
tici e pessimi intellettuali.?Sono dei dilettanti: non hanno alcuna simpatia
per gli uomini. Sono retori di sentimentalismo, non uomini che sentono
concretamente.Obbligano a soffrire inutilmentenel tempo stesso che sciol
gono degli inni alati alla virtu', alla forza di sacrificio del cittadino italiano
[...] Non sanno rappresentarsi il dolore degli altri, percio sono inutilmente
crudeli>>52.
49
G. Vico, La Scienza nuova, con introduzione e note di P. Rossi, Milano, Rizzoli, 1993
(I ed. 1977), pp. 290-291; Gramsci, Socialismo e cultura, cit., pp. 23-24.
50
Q, p. 331.
51
A. Gramsci, Una verit? che sembra un paradosso (1917), in Scritti giovanili, cit., pp.
100-101.
52
Ivi, pp. 101 e 104.
53
Alcuni terni della quistione m?ridionale, cit., p. 151.
54
Walzer, L'intellettuale militante, cit., p. 124.
55
G. Fiori, Vita di Antonio Gramsci, Roma-Bari, Laterza, 19776, p. 30.
56
Q, pp. 1064 e 1388-1389.
57
Gramsci, Socialismo e cultura, cit., p. 24.
58
Ibidem.
59
Aristotele, Politica, 1295b-1296b.
60
Alcuni terni della quistione m?ridionale, cit., p. 149.
sci con il suo corpo, con la sua isola, con iASud e infine con la prigione.
Ciascuno di questi era un luogo di recalcitrantenecessita, di <forze demo
niache incontrollabili>> contro le quali egli lotto strenuamente e senza so
sta61.Come scrisse alla cognata a proposito della sua vita di prigioniero,
<<cioche piui fa soffrire e lo stato di incertezza,1'indeterminazionedi cio
che deve avvenire>>62. Una sorda necessita era il suo corpo. Per dominarlo
Gramsci aveva dovuto sviluppare una volonta ferrea, esercitandosi <<ogni
giorno>>con straordinariae metodica determinazione e con disciplina63.
La sua infanzia in Sardegna, quando aveva dovuto lottare contro la fame,
l'umiliazione e l'ingiustizia, fu un'altra prova della tirannica necessita64.
Come tante prigioni, queste esperienze gli avevano insegnato che la vita
umana e una permanente guerra di posizione contro una natura straniera
e oppressiva, che scoraggiavaogni tentativo di ordine e di controllo razio
nale. Per resistere a questa assoluta e quasi fatale <<ineluttabilita>>,
egli si era
costruito una maschera di distanza e di ironia65. Altrettanto avevano fatto i
contadini del suoMeridione, i quali si opponevano agli intellettuali inter
medi (ilmedico, ii prete, l'avvocato) come Gramsci si era opposto al suo
ambiente: con ?rabbia appassionata>>,ribellione e sarcastica ironia66.
La segregazione rende la comunicazione impossibile e indesiderata.Nel
Sud, e fra ilNord e il Sud, le relazioni sociali erano basate sull'ignoranza
reciproca e sulla reciprocapaura, perche nessuno poteva prevedere cio che
l'altro avrebbe fatto: i contadini a causa della loro sovrabbondanzadel sen
tire, gli intellettuali a causa della loro arida erudizione, e i settentrionali
perche consideravano la ?miseria>>del Sud come ?inspiegabile>>67. <<L'ele
mento popolare "sente",ma non sempre comprende o sa; l'elemento in
tellettuale "sa",ma non sempre comprende e specialmente "sente">>68.
Come avrebbe potuto riconciliarequesti elementi senza cadere nell'umani
tarismomazziniano o in un impaziente giacobinismo? Nei primi anni di
universita,Gramsci si era appassionato al problema del valore pratico del
?fattore intellettuale>>, del perche le idee hanno il potere di farci agire. I1
suo professoreAnnibale Pastore lo aveva invitato a studiare le idee-forzadi
61
A. Gramsci, L'uomo pi? libero (1917), in Id., Scritti politici, 2 voll., a cura di P. Spria
no, Roma, l'Unit?-Editori Riuniti, 1967, I, p. 64.
62
Lettera a Tania del 25 gennaio 1932, in Lettere dal carcere, cit., II, p. 81.
63
Fiori, Vita di Antonio Gramsci, cit., p. 20.
64
Lettera a Tania del 3 ottobre 1932, in Lettere dal carcere, cit., II, p. 146.
65
Si vedano tra le altre la lettera a Giulia del 27 febbraio 1928 e a Tania del 10 luglio
1928 e del 21 dicembre 1931, in Lettere dal carcere, cit., I, pp. 136, 155-156; II, p. 70.
66
Q, pp. 1520-1521.
67
Q, p. 2021.
68
Q, p. 1505.
Alfred Fouil1ee, una prima versione di quella che piu tardiWilliam James
chiam6 <<volontat di credere>>e che aiuto molti contemporanei di Gramsci
a trovare rifugio dal determinismo e dall'astrattismopositivisti69.
Due sono le strade per vincere la necessita: il singolo atto eroico (la <<guerra
di manovra>>,laforza) e il lento e prosaico lavoro culturale di riformadell'o
pinione pubblica (la <<guerradi posizione>>, il consenso).Come si e visto,
Gramsci rinunciaallaprima strategiaperche lagiudica adatta alle societapre
moderne. Nell'Occidente, la societa civile era comunque piu articolatae plu
ralistache nella Russia contemporanea o nella Francia dei philosophes70. Per
la classe operaia dell'Occidente ilmomento giacobino era passato. Nessuna
elite, nessun leadercarismaticoavrebbe potuto creare una nuova societa con
il semplice uso della forza.Per usare le parole diMichael Walzer, l'intellet
tuale di Gramsci non avrebbe forzato la verita da fuori.Questo era il signi
ficato del suo progetto di coniugareRinascimento e Riforma.
La lotta del Sud non era una semplice lotta per il progresso economico.
Prima di tutto, il Sud doveva liberare se stesso dalle sue ?tremende>>pas
sioni.Per vincerle non sarebbe bastato invertire la relazione fra ?cono
scere>>e <<sentire>>. Giornalista alle prime armi in Sardegna,Gramsci ave
va visto con i propri occhi l'impotenza del ribellismo.Nel 1910, i conta
dini si erano detti pronti a mostrare la loro tremenda determinazione per
ottenere il suffragio universale nelle elezioni locali. Per calmarli basto che
il governo inviasse ottanta soldati. Paralizzati dalla paura della repressio
ne, il loro istinto di ribellione si era dimostrato impotente71.La strada
verso l'autonomia politica e la dignita morale doveva seguire un'altra di
rezione, perche la debolezza dei contadini non stava tanto nelle loro con
dizioni economiche, quanto piuttosto nell'assenza di una coscienza sog
gettiva, nell'incapacita di governare la loro tensione ?spontanea>>verso la
liberazione72. Distinguere se stessi dagli altri, come individui e come clas
se, Gramsci scrisse qualche anno piu tardi, significa acquistare coscienza
di se come soggetti indipendenti, essere in grado non semplicemente di
volere, ma di avere la ?nozione esatta della propria potenza>>,di sapere
cio che si puo volere73.
La concezione idealista della soggettivita e il seme della nozione gramscia
na della catarsi, dell'elevazione dal momento puramente egoistico e passio
69
Garin, Intellettuali italiani del XX sec?lo, cit., pp. 356-357.
70
L. Paggi, Le strat?gie del potere in Gramsci. Tra fascismo e socialismo in un solo paese
1923-1926, Roma, Editori Riuniti, 1984, pp. 14-15.
71
Fiori, Vita di Antonio Gramsci, cit., p. 69.
72
Salvadori, Gramsci e il problema storico della democrazia, cit., p. 136.
73
Cfr. in proposito W.L. Adamson, Hegemony and Revolution. A Study of Antonio Gram
sci's Political and Cultural Theory, Berkeley-Los Angeles-London, University of Califor
nia Press, 1980, pp. 152-154.
74
Q, p. 1244.
75
Norberto Bobbio ? stato forse il primo ad argomentare efficacemente il primato del
la politica nel gramsciano (N. Bobbio, Gramsci e la concezione della societ? ci
pensiero
vile, Milano, Feltrinelli, 19773). L'interpretazione ?politica? di Gramsci ha incontrato for
ti ostilit? presso i marxisti ortodossi; un recente esempio ? costituito da P. Ransome, An
tonio Gramsci. A New Introduction, New York-London, Harvester Wheatsheat, 1922, pp.
166-171.
76
Walzer, L'intellettuale militante, cit., p. 125.
77
P. Gobetti, La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, nuova edizione a
cura di E. Alessandrone Perona, con un Profilo di Piero Gobetti di P. Spriano, Torino,
Einaudi, 1983, p. 96.
78
Walzer, L'intellettuale militante, cit., p. 126.
79
Gramsci, 77Mezzogiorno e la guerra (1916), in Scritti giovanili, cit., p. 31.
80
Ibidem.
81
Gramsci, Alcuni temi della quistione m?ridionale, cit., p. 135.
82
Walzer, L'intellettuale militante, cit., p. 130.
83
Gramsci, Lettere dal carcere, cit., I, p. 63. Recentemente Joseph A. Buttigieg ha sug
di non cristallizzare la ricerca di Gramsci in un a non tra
gerito ?filol?gica? dogma,
scurare il fatto che Gramsci ?ammonisce contro il pericolo di correr? alle conclusioni?
e ?invita a prestare attenzione al particolare?. La frammentariet? ? stata forse meno l'e
sito ?sfortunato? di una forzata n?cessita che lo stile stesso del suo pensiero, sempre cri
tico nei confronti dell'estensione aile discipline umane del principio couvierista della ri
duzione sistem?tica dei
particolari al gen?rale (J.A. Buttigieg, introduzione ad A. Gram
me e soff oca: ?odio tutto ci? che ? convenzionale e sente di pratica di ufficio? (lettera
a Tania del 25 aprile 1927, ivi, p. 80).
85
Un interessante commento di On Liberty fu pubblicato an?nimo da Gramsci su ?II
Grido del pop?lo? del 23 marzo 1918, anni prima che del libro uscisse la nuova edi
zione italiana curata da Luigi Einaudi per i tipi di Piero Gobetti (Pensieri di liberta, in
Scritti 1915-1921, cit., pp. 351-355).
86
Q, pp. 2316-2317.
87
Q, p. 331.
88
Questo del resto era il senso che lo stesso Croce aveva dato alla Riforma protestante
(cfr. nota 33). Joseph V. Femia ha interpretato l'egemonia di Gramsci come una versio