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Settembre 2006
Convegno sull'acqua in Valdidentro
L'acqua nell'ambiente alpino, responsabilità dell'uomo nel suo uso ed abuso
L'ACQUA NELLAMBIENTE ALPINO: L'acqua nell ambiente alpino, il convegno
-tenutosi presso il salone dello Ski Stadium gentilmente concesso dal Comune
di Valdidentro- su : responsabilità dell'uomo nell'uso e abuso è stata un
occasione di confronto ad alto livello con orizzonti che hanno approfondito
tematiche che interessano tutto l'arco alpino.
C.A.I.: Aprendo i lavori il Presidente del C.A.I. Valdidentro Renata Viviani ha
ricordato come lo sfruttamento dell'acqua gravi l'Alta Valtellina di problemi che
mettono in primo piano il rapporto tra uso del territorio e sostenibilità
ambientale; Flaminio Benetti (vicepresidente C.A.I. Valtellinese) ha insistito sul
significato della manifestazione, che per non restare un esercizio retorico deve
dar luogo ad una riflessione e ad un attenzione che devono proseguire nel
tempo; Lucia Foppoli (Presidente Sez. Valtellinese) ripercorrendo il percorso
che ha portato negli anni il C.A.I. a rinvigorire l'impegno nella tutela
ambientale, ha sottolineato come questa non possa essere ritenuta marginale
nel sodalizio, rispetto alla frequenza attiva della montagna.
LA PROVINCIA DI SONDRIO: Italo Rizzi, dirigente del Settore Risorse Naturali ad
Energia della Provincia di Sondrio ha tratteggiato il quadro della complessità
normativa e di competenze riguardante l'argomento;
CIPRA: Damiano Disimine (presidente della CIPRA Italia l'organizzazione è
osservatore ufficiale ai lavori sul tema presso la Comunità Europea) ha messo
in luce come l'arco alpino necessiti di una strategia integrata e comune per
affrontare i problemi con un approccio che necessariamente superi i confini
nazionali;
PRO MONT BLANC: Giulia Barbieri (Pro Mont Blanc) ha toccato un registro
estetico, poetico e di valore: l'acqua e l'ambiente hanno un valore quando noi
lo riconosciamo, per prima cosa dentro di noi.
GRUPPO VAL MALENCO: Il gruppo Valmalenco, rappresentato da Franco
Rabbiosi, ha proposto un approfondito lavoro di documentazione sulle
devastazioni ambientali provocate dalle centraline poste sui piccoli salti ,
gravate da abusi sui quali non vi è controllo ed ha documentato quanto esposto
con una proiezione che ha molto colpito il numerosissimo pubblico.
MOUNTAIN WILDERNESS: Luigi Casanova (Mountain Wilderness) ha portato
l'esperienza trentina ed ha sottolineato, molto efficacemente, la necessità e la
possibilità operativa di protocolli di collaborazione basati su principi di
solidarietà tra pianura e montagna, in modo che le esigenze dell'una non
soffochino i bisogni dell'altra.
LEGA AMBIENTE: Ruggero Spada (Legambiente) ha proposto una comparazione
tra passato e presente ed ha sostenuto la necessità di nuove risposte agli
incombenti problemi. L'efficacia dell'intervento è stata sostenuta da immagini
particolarmente significative.
E-GAZETTE: Gabriel Bonizzi (direttore di e-gazette) ha catturato l'attenzione del
pubblico descrivendo le traversie che l'acqua incontra nel tentativo di giungere
alla foce, ha parlato di diritto all'acqua e di diritto dell'acqua.
FONDAZIONE SALECINA: Antonio Galli (Fondazione Salecina) ha proposto la
singolare esperienza della Fondazione di Maloja (CH) che fa del rispetto
dell'ambiente e della sua tutela 1a base fondante della proposta ai turisti ospiti
in un organizzazione autogestita.
PRO NATURE VALLE BREGAGLIA (CH): Regula Bucler (presidente di Pro Nature
Valle Bregaglia CH) supportata da immagini suggestive del Lago di Sils, ha
descritto luci ed ombre dell approccio turistico in bilico tra scelte di
valorizzazione ambientale e sfruttamento commerciale.
PADRI CAPPUCCINI DI MALE': Il pubblico, nonostante l'ora inevitabilmente
tarda, ha prestato la sua attenzione sino all'intervento di Padre Fabrizio Forti
(Padri Cappuccini di Malè) che ha fatto vibrare l'uditorio con un intervento
molto intenso che ha preso spunto dai semplici valori francescani per ribadire il
valore universale dell'acqua, bene comune dell'umanità che non può essere
ridotta a merce.
IL GIORNO DOPO: Il giorno successivo, oltre un centinaio di persone ha
percorso la rinnovata (alle necessità del cantiere della costruendo presa A.E.M.
che sottrarrà al loro corso i torrenti Lia e Cardonè) strada della Val Lia per
ritrovarsi convivialmente all'agriturismo Alpe Boron dove, in continuità con un
iniziativa promossa da Padre Zanotelli in Marmolada a difesa delle acque nelle
Alpi, è stata posta una bandiera della pace in prossimità del torrente. Nel
pomeriggio si è esibito il coro femminile C.A.I. Valtellinese. Quando si sono
alzate le note di Signore delle Cime il pensiero è andato al torrente Lia, amico
ingiustamente caduto, non per una disgrazia in montagna ma per
responsabilità dell'uomo nell'abuso dell'acqua. Un ergastolano ha la possibilità
di chiedere la grazia che, con un provvedimento di clemenza unilaterale, lo
potrà restituire alla libertà e all'affetto dei suoi cari; un torrente di montagna
no, anche se non ha fatto niente di male se non scorrere ed elargire intorno a
sé vita e bellezza, quando è condannato da miopi esigenze economiche e
dall'indifferenza dei custodi della Terra, è senza appello e nulla, pare, lo potrà
sottrarre al destino deciso per lui.
Renata Viviani presidente Sottosezione C.A.I. Valdidentro
Maggio 2006
NO, alla costruzione di una nuova opera idraulica di derivazione idroelettrica
dal torrente Rezzalasco nel comune di Sondalo
Formulazione di parere negativo dalla Conferenza di Servizi tenutasi il 15
maggio 2006 presso la Direzione Centrale-sede Territoriale di Sondrio- della
Regione Lombardia
In base ai pareri espressi nel corso dell’istruttoria, allegati quale parte
integrante del verbale della Conferenza di Servizi e sinteticamente riassunti nei
giudizi dichiarati dai rappresentanti delle Amministrazioni presenti nella seduta
del 15 maggio 2006 e di seguito riportati:
Maggio 2006
Comunicato Stampa: Annullata la manifestazione indetta per il giorno 14
maggio in Val di Rezzalo (loc.Fumero)
Lo scrivente Comitato Pro Rezzalasco ha convenuto, con l’Associazione
Mountain Wilderness Italia ed il Gruppo Consiliare PRC di Sondalo, di annullare
la manifestazione indetta per domenica 14 maggio in Val di Rezzalo
(loc.Fumero) contro lo sfruttamento indiscriminato delle acque in provincia di
Sondrio, ma soprattutto contro il rilascio della concessione di sfruttamento,
deliberata dalla regione Lombardia, del torrente Rezzalasco a favore della SpA
Energia Ambiente di Mezzano (RA).
I Gruppi sopraindicati, sono arrivati a questa decisione in considerazione della
posizione espressa da alcuni componenti dello Iaps (Intergruppo Acque
Provincia di Sondrio) che sostiene la necessità di una “compattezza”
costruttiva, fiduciosa nell’esito sfavorevole all’opera idraulica in seno al tavolo
tecnico della Conferenza di Servizi che si terrà lunedì 15 maggio 2006 alle ore
9,30 presso la Sede Territoriale regionale di Sondrio.
Si ribadisce con forza l’auspicio che all’interno della Conferenza di Servizi
prevalga la difesa dell’interesse collettivo e la saggezza dei soggetti diversi che
dovranno concorrere a dare un parere definitivo sulla fattibilità di questa nuova
opera idraulica, si chiede che venga negata la concessione di sfruttamento del
torrente Rezzalasco alla Società per Azioni “Energia Ambiente”, ritenendo
valide le osservazioni strutturali fatte dal geologo prof. Griffini riguardanti le
garanzie di sicurezza dell’area in riferimento alla frana del Santel della Rovina.
Si chiede di tenere nella dovuta considerazione le preoccupazioni espresse dal
Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso attinenti al
rischio di dissesto idrogeologico, con esortazione alla Regione Lombardia di
adottare la massima attenzione per la realizzazione di questa nuova
derivazione, salvaguardando prioritariamente, la stabilità del sito, ma
soprattutto l’incolumità della popolazione.
In conclusione chiediamo l’applicazione corretta della normativa europea in
materia di acque 2000/60UE che prevede altresì il coinvolgimento della
cittadinanza ed il diritto all’informazione ambientale mediante la valorizzazione
della PARTECIPAZIONE PUBBLICA. Attualmente l’Italia non ha ancora recepito
questa Direttiva, unico Stato totalmente inadempiente a livello comunitario E
PER QUESTO MOTIVO ci attiveremo impegnandoci nel produrre un dossier di
segnalazione ALLA COMMISSIONE EUROPEA COMPETENTE.
Gli interessi economici e speculativi non devono assolutamente prevaricare la
sicurezza della vita delle persone e questa è la ragione per cui il progetto deve
essere rigettato.
Ribadiamo inoltre che l’acqua è un bene pubblico dell’umanità e per questo va
tutelato.
Comitato Pro Rezzalasco
Mountain Wilderness Italia
H2 Orobie
Amici della Val Grosina
PRC Sondalo
Aprile 2006
Comunicato Stampa: giù le mani dalle acque del torrente Rezzalasco
La vicenda del torrente Rezzalasco e della concessione per la costruzione della
centralina di Energia Ambiente s.p.a. è giunta ormai ad un punto cruciale. La
conferenza dei servizi dovrebbe concludersi entro il mese di maggio con una
decisione che, in qualsiasi caso, sarà determinante per la condizione
ambientale di una valle e del suo corso d’acqua.
Il problema dello sfruttamento indiscriminato delle acque nelle vallate alpine ed
in particolar modo nella nostra provincia in questi ultimi anni è stato sollevato
da molti soggetti, in particolar modo dai comitati spontanei, dalle associazioni
ambientaliste e, recentemente, da Iaps, che riunisce molti di questi soggetti.
Basta confrontare i dati di portata odierna dei torrenti con quelli di 30 anni fa
per capire come il surriscaldamento del pianeta, la drastica riduzione dei
ghiacciai ed altri cambiamenti morfologici delle nostre vallate abbiano
drammaticamente ridotto i corsi d’acqua e cambiato i microclimi, la flora e la
fauna sviluppatesi intorno ad essi. Eppure, nonostante tutto ciò, la normativa
italiana in materia di energia (legge 220 in primis) considera ancora l’acqua
come fonte rinnovabile e quindi, di fatto, ne consente un uso indiscriminato,
privatistico e lobbistico, fonte di alti guadagni (l’energia “pulita” viene venduta
a peso d’oro in quanto permette alle aziende di potersi fregiare dei cosiddetti
certificati verdi). Nella nostra provincia siamo ancora costretti ad assistere al
rilascio di concessioni di sfruttamento nonostante più del 90% dei torrenti sia
già stato captato.
Caso eclatante il rilascio di una concessione di sfruttamento da parte della
regione Lombardia per il torrente Rezzalasco: un torrente che già aveva
devastato la valle durante l’alluvione dell’87 e che ora presenta una portata
media assai scarsa. Il tutto in una valle inclusa quasi totalmente nel Parco
Nazionale dello Stelvio, tranne per quel tratto di versante destro sul quale
infatti dovrebbe essere localizzato l’impianto; un versante però particolarmente
problematico, dato che interessato per larga parte da un’ampia frana, il Santel
de la Ruina, che autorevoli geologi hanno definito come area a rischio e
comunque non edificabile.
Dopo una serie di mobilitazioni, di prese di posizione e dopo aver raccolto più
di mille firme in difesa del torrente Rezzalasco, questa campagna giunge ad un
punto cruciale. Ma, a nostro avviso, questa non è solo una battaglia
particolaristica in difesa di un singolo ambiente, è piuttosto una battaglia di più
ampia portata, per un risveglio delle coscienze di cittadini ed amministratori,
per una nuova politica energetica, orientata al risparmio e alla tutela
dell’ambiente, per l’adeguamento della normativa italiana in materia di energia
alla direttiva 2000/60/CE. Questa è una battaglia per impedire la politica di
privatizzazRezzalascoione delle acque, per restituire all’acqua la sua
dimensione pubblica, naturale, di bene disponibile ed accessibile e, come tale,
difeso e tutelato dallo Stato.
Per questo il Comitato Pro Rezzalasco, con la collaborazione di Mountain
Wilderness Italia, del Gruppo Consiliare PRC Sondalo e dello Iaps (Intergruppo
Acque Provincia di Sondrio), promuove per domenica 14 maggio una giornata
di mobilitazione, di approfondimento e di incontro in Val di Rezzalo (loc.
Fumero), per conoscere e difendere il nostro territorio, le nostre acque.
Aprile 2005
Acque: fonte rinnovabile, non un bene infinito
L'esempio della Valtelina e del torrente Rezzalasco deve portarci a riflettere su
questo grave problema sociale.
Sarà tutto quello che si vuole, ma l'ACQUA non è un prodotto commerciale al
pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale.
Così la Direttiva 2000/60/CE all'articolo 1 definisce questa risorsa unica e
irripetibile, allo scopo e con la finalità di sviluppare una politica comunitaria
integrata e istituire un quadro per la protezione di tutte le acque.
Sono principi solenni quelli indicati nella Direttiva che mirano a promuovere un
utilizzo sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche
disponibili.
Affermare ciò significa rendersi conto del valore che riveste un bene come
l'acqua, importante e irrinunciabile per l'intera umanità.
Significa in altri termini che l'acqua non è un bene infinito; è certo una risorsa,
ma che richiede una perizia particolare nell'uso e nella gestione, evidenziando
che il deterioramento dello stato dei corpi idrici diventerebbe un vero proprio
boomerang con conseguenze indefinibili per la sopravvivenza della biodiversità
del nostro pianeta.
Ogni paese al mondo cerca di adottare un minimo di regole, di principi sui quali
fondare almeno sulla carta, atteggiamenti e comportamenti in sintonia con il
bene di cui si sta parlando.
Di fatto vediamo la corsa all'accaparramento delle fonti idriche con le
conseguenze a noi note e ciò che si vuole procedere alla privatizzazione
dell'acqua. Le multinazionali dell'acqua investono cospicue somme di danaro
per assicurarsi le fonti idriche e utilizzarle poi con finalità di profitto,
accentuando ulteriormente disparità e tensioni a livello planetario e
condizionando pesantemente lo sviluppo di intere regioni della terra che da
sempre convivono con il problema della sete.
Anche nei paesi sviluppati la situazione non è brillante; la competizione alla
privatizzazione delle risorse idriche è in pieno svolgimento e viene attuata
ricorrendo a normative subdole e ambigue che consentono attraverso pressioni
più o meno lecite di esercitare un vero "esproprio" ai danni della collettività-
umanità di un bene necessario e irrinunciabile.
Se l'Unione Europea ha ritenuto necessario dotarsi di una normativa che
almeno nello spirito vuole chiarificare e intervenire per tutelare le acque
comunitarie sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, a livello dei singoli
paesi esistono ancora situazioni a dir poco sconcertanti, dove regole e
procedure "garantiscono" che l'acqua venga trattata nella peggiore delle
possibili maniere, consentendo a taluni di fare dell'abuso l'unico modo di
utilizzo in dispregio a qualsiasi principio etico e coerenza a parametri
ambientali e sociali.
L'Italia sicuramente è proprio il tipico paese dove normative spesso antiquate e
talvolta contraddittorie e farraginose, consentono quasi sempre che
l'attuazione e l'applicazione delle norme vengano utilizzate a fini lobbistici per
soddisfare interessi di gruppi che si appropriano di risorse che appartengono a
tutti, come l'acqua.
Con la legge 220, l'acqua viene infatti classificata tra le fonti rinnovabili,
consentendone talvolta un uso, anzi uno "sfruttamento" che comporta molto
spesso un impatto e un deterioramento dello stato del corpo idrico con le
conseguenze ben note: alterazione dello stato dei luoghi ( prosciugamento di
alvei, modifica del microclima, danni alla flora e alla fauna, impoverimento
della qualità ambientale territoriale e la limitazione all'approvvigionamento
dell'acqua potabile, incrementando gli utili delle industrie dell'imbottigliamento
delle acque minerali).
Le domande di concessione di derivazione di acque per uso idroelettrico stanno
aumentando in maniera esponenziale negli ultimi anni creando seri problemi
ambientali e non solo.
La mancanza di una politica orientata al risparmio energetico e l'assenza di una
pianificazione territoriale che stabilisce tipo e natura degli interventi da
consentire, ha innescato il boom di richieste di sfruttamento dei corsi d'acqua
specialmente sul versante alpino, facendo leva sulla confusione normativa
esistente a livello nazionale, regionale e provinciale, ma anche giocando sul
limitato potere contrattuale che possono contrapporre i piccoli comuni di
montagna.
Febbraio 2005
Ancora centraline in Valmalenco
Art. 1 di una improbabile legge: “…. A far data dal …. ogni paese di montagna
dovrà dotarsi di idonea centralina idroelettrica a gestione privata al preciso
scopo di …”
Abbiamo approfondito un’altra domanda di derivazione redatta dal Sig. Pedrotti
Pietro che dichiaratamente agisce per nome e per conto di un soggetto
giuridico da definire!!! Leggiamo noi: i soliti noti imprenditori.
Ente interessato per la concessione: la Provincia. Ente interessato per il
VIA: Regione Lombardia.
Stiamo parlando della richiesta di derivare acqua dal torrente Mallero (ancora!)
nei pressi dell’abitato di San Giuseppe in Valmalenco. Tale richiesta è stata
formulata nel dicembre del 2000 ed ora sembra che siano maturi i tempi per il
rilascio del decreto di valutazione di impatto ambientale da parte della
Regione.
Poi proseguirà l’iter istruttorio classico.
Anche di questa richiesta si è saputo sempre molto poco in valle. Questa
ridente (per quanto ancora?) località montana potrebbe trovarsi nel breve
periodo ad
accogliere nelle sue viscere, meglio dire nel suo sottosuolo, meglio ancora nel
sottostante greto del torrente Mallero, un impianto idroelettrico che potrà
derivare fino a 9000 litri al secondo da una presa posta sul torrente 500 metri a
monte, nei pressi della passerella che porta alla località Lagazzuolo.
Sarà un caso, ancora un caso? Ma anche questa volta si assiste ad una
richiesta privata che insiste su una porzione di territorio che ha appena
concluso la sistemazione idrogeologica a cura di un organismo pubblico e
finanziata con fondi della Legge Valtellina (Tratto Chiareggio-Ponte del Giuello
importo a base d’asta 8,967 miliardi di lire appaltato alla ditta Cospe – vedi La
provincia 27/4/2002).
Non succede mai il contrario: che un’ operatore privato “benemerito” si offra di
sistemare una zona chiedendo contestualmente una derivazione di acqua.
Sembra quasi che questi “privati”, oltre a ricavare ingenti profitti dalla
costruzione e dall’esercizio di questi impianti sappiano perfettamente quando
sia giunto il tempo di agire: ovvero a sistemazione pubblica terminata.
Occorre aggiungere che questo territorio è già gravemente compromesso a
seguito della costruzione di una strada (autorizzata? Collaudata?)che corre
lungo il fiume e che serve da transito ai mezzi pesanti di cava che vanno e
vengono dall’impianto di lavorazione posto in località Sabbioniccio, dalla
costruzione post ’87 di briglie, pennelli ecc. ecc. ma che comunque non è privo
di scorci interessanti come massi erratici di discrete dimensioni, prati ecc.
Occorrerebbe casomai pensare ad una riambientazione di tale territorio.
Questo imprenditore vorrebbe eseguire l’opera di presa in un punto dove
esistono alcuni interessanti massi erratici; vorrebbe interrare la condotta in
sponda destra, attraversare il torrente interrandoci un tubo da 2 metri.
vorrebbe letteralmente inserire all’interno di una zona morenica instabile
sottostante il paese il fabbricato centrale di circa 1000 metri cubi tramite una
complicata opera di palificazione e asportazione di suolo;
Tecnicamente è possibile eseguire qualunque tipo di manufatto, ma ci
dobbiamo chiedere perché un imprenditore privato è disposto ad eseguire tale
opera (produzione: 10.000.000 di kWh; ricavo annuo stimato 1 milione di euro);
soprattutto ci dobbiamo chiedere perché mai l’amministrazione pubblica
dovrebbe concedere questa opera che agisce su una porzione di territorio già
messa in
sicurezza.
La Regione Lombardia è ancora una volta chiamata a dare un parere di
valutazione ambientale su un progetto di massima e sappiamo che, in armonia
con la legislazione europea, questo principio è molto contestato se non
addirittura fuori dalla legge.
E’ noto a tutti che poi non si sta troppo a sottilizzare sul progetto definitivo,
anche se cambiato di molto, perché ogni ente decisionale ha elementi
sufficienti per sottrarsi al proprio compito e per dire “per quanto di nostra
competenza le
modifiche sono irrilevanti”; poi succede (è successo) che il fabbricato centrale
raddoppia di volume oppure verrà costruito fuori terra quando era previsto
completamente interrato.
Occorre ancora ribadire, come anche detto in più di un’occasione agli
amministratori del Comune di Chiesa Valmalenco, che occorre avere ben chiaro
l’orizzonte futuro in cui l’amministrazione intende muoversi e agire
conseguentemente.
Se il territorio è considerato risorsa strategica (il nostro gruppo lo pensa) è
indiscutibile che bisogna porre un freno alle nuove attività idroelettriche. Ma
non solo: c’è molto da fare per riambientare molte porzioni di territorio,
ripensare al sistema stradale montano, mettere in sicurezza ecc. ecc.
Se non si ha questo tipo di impostazione per il futuro allora si può
tranquillamente permettere lo sviluppo di qualsiasi attività imprenditoriale che
ha bisogno di “mangiare” territorio e cercare di “incamerare” più denaro
possibile per il bene (materiale) del comune e dei residenti.
Conseguentemente l’organismo pianificatorio della Provincia di Sondrio
dovrebbe appunto pianificare il futuro secondo una visione condivisa tra tutti
gli attori sociali ed economici e tramite l’edizione di piani specifici: esempio il
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Esso sembrava li li per nascere
ed ora ce lo ritroviamo morto. Nel merito cosa pensa di fare la Provincia?
Facciamo il punto:
Valmalenco, circa 300 Km quadrati di bacino imbrifero, produzione idroelettrica
di circa 800-1000 milioni di kWh prodotti (quasi interamente prodotti da grandi
impianti dell’ENEL spa) 5 Richieste pubbliche di piccoli salti: Pirola, Largone,
Secchione, Mallero IMI,Mallero Pedrotti Pietro;
8 Piccoli salti in funzione: Scerscen, Lanterna, Entovasco, Forasco, Foraschetto,
Giumellino-Alpe Lago, Lanzada, Mallero Chiareggio;
5 Grandi impianti in funzione: Campo Moro,Lanzada,Sondrio,Mallero 1,Mallero
2;
2 Grandi bacini artificiali (70 milioni di mc): Alpe Gera, Campo Moro,
Quante sono le richieste segrete?
Non c’è molto da ridere.
Gruppo Valmalenco
Vedi anche:
http://gruppovalmalenco.valtellina.net
Dicembre 2004
Nuove captazioni idroelettriche in Valmasino
3 progetti di captazione idrica in Valmasino minacciano i torrenti Oro,
Porcellizzo e Masino
Dopo il successo ottenuto dal "Comitato a difesa della Valle di Mello" contro le
ipotesi di captazioni idriche in questa valle, ecco che nuove ombre si allungano
sui vicini torrenti e ruscelli della Valmasino.
E' notizia di pochi giorni fa infatti che 3 nuovi progetti di captazione idrica siano
già stati presentati e che si trovino ora in fase di valutazione.
A rischio sono le acque dei ruscelli Masino, Oro e Porcellizzo che scendono dalle
omonime valli.
L'eventuale approvazione di tutti i progetti presentati comporterebbe la
realizzazione di 3 nuove centraline che, in aggiunta a quella già esistente di
poco a valle dei Bagni di Masino, arriverebbe a costituire un assurdo di 4
centraline nel giro di 2 Km.
Il comitato a difesa della valle si è riattivato e Mountain Wilderness si prepara
ad offrire il proprio contributo
Mw Italia
Febbraio 2004
La Val di Mello è libera!
Comunicato del comitato a difesa della Valle di Mello
Con un comunicato ufficiale del Pirellone, il Consiglio Ufficiale dei Lavori
Pubblici presieduto da Carlo Lio ha dato parere negativo alla realizzazione della
centrale idroelettrica (proposta da una grossa società) di captazione di tutte le
acque della sponda meridionale della Val di Mello: in particolare dei torrenti
Ferro, Qualido, Zocca, Torrone, Cameraccio. Abbiamo vinto una battaglia
sacrosanta contro una speculazione idiota e distruttiva di una delle valli più
straordinarie, amate e protette delle Alpi. Abbiamo vinto grazie alla
straordinaria bellezza della Val di Mello e delle sue cascate che non possono
finire dentro i tubi di una condotta forzata. Abbiamo vinto grazie al
coinvolgimento di tutta la popolazione indignata di come questi gravissimi
tentativi di speculazione sul territorio passino sopra le teste dei cittadini.
Abbiamo vinto grazie ai giornalisti che ci hanno dato voce. Abbiamo vinto su
un'amministrazione locale che ha sempre sostenuto la non esistenza di progetti
di sfruttamento delle acque in Val di Mello e che ci ha accusato di diffondere
notizie false per interesse personale e politico. Il Comitato spontaneo in difesa
della Val di Mello non è mai stato un soggetto politico e come tale avendo
terminato il suo scopo torna silente, passando la mano alla nuova
Amministrazione Comunale di Val Masino perché abbia la forza di presentare la
candidatura della Val di Mello all'UNESCO. La Val di Mello bene di tutta
l'umanità perché rappresenta un ambiente assolutamente unico ed irripetibile
non solo nelle Alpi ma in tutto il mondo. Un ecosistema delicato, di enorme
valore ecologico e paesaggistico, arricchito dalla secolare presenza dell'uomo
che ha saputo viverlo in perfetto equilibrio con la natura.
Vorrei infine ringraziare le migliaia di amici che hanno firmato il nostro appello,
le associazioni che ci hanno appoggiato e i formidabili Maurizio Rocca, Don
Diego Fognini, Franco Rabbiosi, Massimo Sala, Reinhold Messner, Simone
Pedeferri, Alberto Prina, Lucia Foppoli, Giuseppe Miotti. Un abbraccio
commosso
Jacopo Merizzi
Giugno 2004
Contro le centraline idroelettriche in valle di Mello
Comunicato stampa
Mountain Wilderness Italia, associazione ambientalista per la tutela
dell'ambiente montano, denuncia con forza l'espropriazione in atto
dell'elemento ACQUA in tutto il territorio alpino e prealpino della regione
Lombardia
Mountain Wilderness Italia, associazione ambientalista per la tutela
dell'ambiente montano, denuncia con forza
l'espropriazione in atto dell'elemento ACQUA in tutto il territorio alpino e
prealpino della regione Lombardia.
L'acqua è una risorsa fondamentale, necessaria ad ogni forma di vita: le
popolazioni che vivono in montagna sono
maggiormente consapevoli del progressivo esaurirsi delle risorse idriche, da
tempo segnalato dagli studiosi del settore.
In aggiunta ai cambiamenti climatici, che comportano lo scioglimento dei
ghiacciai, assistiamo all'incontrollato aumento
di richieste di sfruttamento idroelettrico dei torrenti di montagna.
Valle di Mello: L'ultimo allarme, in ordine di tempo, viene dalla Val di Mello:
nei primi giorni di maggio ai piedi della Cascata del Ferro
sono comparsi tecnici ed operai impegnati a cartografare la cascata, "perché
c'è un progetto di captazione delle acque" hanno
innocentemente risposto alle domande degli alpinisti presenti. E' vero che per
ora non ci sono notizie precise, perché durante
la prima parte dell'iter verso l'autorizzazione la richiesta non è di pubblico
dominio, tuttavia in breve tempo sono state già
raccolte oltre 1500 firme in difesa del paradiso dei climber.
Un allarme ingiustificato? Chi fa domanda per un impianto di questo genere
deve rivolgersi
alla Regione se la potenza supera i tre megawatt, alla Provincia se si resta
sotto questo limite;
impianti "appetitosi" che costano 2/3 milioni di euro ottengono anche il 30% di
contributi regionali, e
si ripagano in circa cinque anni.
In Regione non sanno nulla, e comunque dicono che l'impianto sarebbe di
proporzioni tali da risultare di competenza della Provincia.
La Provincia dice che attualmente non ci sono domande presentate, ma non
esclude che qualcuno stia
facendo dei rilievi per presentarne una.
Il sindaco di Valmasino, sul cui territorio ricade la Val di Mello, non ha ricevuto
alcuna comunicazione in proposito e si dichiara contrario a qualunque
intervento in una zona che è compresa tra i Siti di Interesse Comunitario (SIC)
della Comunità Europea.
Attualmente il 92% delle acque di questi bacini sono già sfruttati, con un canale
che li convoglia verso la centrale di Ardenno.
L'oro blu: La Val di Mello è solo l'ultimo caso in successione, ma il problema
dei piccoli salti d'acqua affligge tutta la Valtellina da un decennio con una
brusca accelerazione negli ultimi tre o quattro anni. Condividiamo la richiesta
già avanzata da altri gruppi
ambientalisti operanti sul territorio, di una moratoria delle richieste
idroelettriche in attesa del varo del piano territoriale provinciale e del piano di
tutela delle acque.
La speculazione in atto sul cosiddetto "oro blu" è evidente: per legge il 2%
dell'energia immessa sul mercato deve provenire da fonti rinnovabili, e i
produttori che devono procurarsi queste quote di certificati verdi sono pronti a
pagare forti somme
per acquisire energia idroelettrica. Si sottrae così l'acqua al patrimonio
comune, e si stabiliscono prezzi e forniture di un bene primario in modo
arbitrario e dettato dalle regole di mercato più che dal buon senso; lo "scippo"
dell'acqua rappresenta un'ulteriore forma di sfruttamento delle risorse
ambientali per il guadagno economico di pochi e contro l'interesse della
comunità, considerando le scarse ricadute sull'approvvigionamento energetico
nazionale e le pesanti conseguenze sull'habitat dei torrenti intercettati.
Mountain Wilderness Italia: aderisce come parte attiva alla protezione della
Val di Mello e di tutte quelle vallate montane la cui ricchezza d'acqua le rende
potenziale obiettivo di speculazioni, e si unirà a tutti gli altri movimenti ed
associazioni
attenti alla salvaguardia ed alla tutela dei beni essenziali a cui tutti hanno
diritto, solidale con gli abitanti delle vallate montane e in difesa della qualità
della vita delle popolazioni dei centri urbani.
MW Italia
Maggio 2004
Aggresione ambientale in val di Mello
Contro l'ipotesi di captazione idroelettrica dei torrenti
Il comunicato stampa del comitato spontaneo per la difesa della Val Masino e
della valle di Mello. E' a rischio la naturalità e l'integrità della valle. MW Italia
condivide pienamente le preoccupazioni del comitato e prepara un comunicato
ufficiale!
Pochi giorni or sono, col tentativo di aprire una larga strada in Val di Mello (Val
Masino) e con la successiva notizia che sono state richieste quattro concessioni
per la costruzione di centraline idroelettriche in corrispondenza delle cascate
delle valli del Ferro, di Zocca, Torrone e Cameraccio è iniziato un assalto in
grande stile ad uno degli ultimi angoli incontaminati delle Alpi italiane, forse il
più noto a livello mondiale. Oltre che assolutamente inutile sul piano
dell'apporto energetico questo attentato appare evidentemente una assurdità
paesaggistica ed ambientale. La Val di Mello deve restare integra perché
rappresenta un ambiente assolutamente unico ed irripetibile non solo nelle Alpi
ma in tutto il mondo. Un ecosistema delicato, di enorme valore ecologico e
paesaggistico, arricchito dalla secolare presenza dell'uomo che ha saputo
viverlo in perfetto equilibrio con la natura. Da decenni la Val di Mello è
patrimonio non solo di chi ci abita o di chi ci arrampica, ma di tutti i cittadini,
che qui trovano un polmone verde unico per la sua spettacolare bellezza. Ma la
Valle, detta anche la "piccola Yosemite" è ormai diventata anche un patrimonio
di tutta l'umanità e questo tentativo di violenza, che sconvolgerà il perfetto
equilibrio che ne regola ritmi e tempi, assume rilevanza universale nella sua
gravità senza precedenti. Per questo motivo il Comitato spontaneo che si è
formato alla notizia delle gravi minacce che incombono sulla Valle chiede alle
associazioni alpinistiche e ambientalistiche di aderire a questa battaglia
inviando un proprio documento di partecipazione e solidarietà. Grandi alpinisti
come Walter Bonatti, molte organizzazioni alpinistiche italiane come il Club
Alpino Accademico si sono schierate o si stanno schierando in difesa delle
bellezze della Val di Mello e della Val Masino. Contiamo anche sulla vostra
partecipazione per rafforzare a livello internazionale la nostra battaglia per
salvare un patrimonio comune.
Settembre 2003
Convegno sull'acqua in Valdidentro
L'acqua nell'ambiente alpino, responsabilità dell'uomo nel suo uso ed abuso
L'ACQUA NELLAMBIENTE ALPINO: L'acqua nell ambiente alpino, il convegno
-tenutosi presso il salone dello Ski Stadium gentilmente concesso dal Comune
di Valdidentro- su : responsabilità dell'uomo nell'uso e abuso è stata un
occasione di confronto ad alto livello con orizzonti che hanno approfondito
tematiche che interessano tutto l'arco alpino.
C.A.I.: Aprendo i lavori il Presidente del C.A.I. Valdidentro Renata Viviani ha
ricordato come lo sfruttamento dell'acqua gravi l'Alta Valtellina di problemi che
mettono in primo piano il rapporto tra uso del territorio e sostenibilità
ambientale; Flaminio Benetti (vicepresidente C.A.I. Valtellinese) ha insistito sul
significato della manifestazione, che per non restare un esercizio retorico deve
dar luogo ad una riflessione e ad un attenzione che devono proseguire nel
tempo; Lucia Foppoli (Presidente Sez. Valtellinese) ripercorrendo il percorso
che ha portato negli anni il C.A.I. a rinvigorire l'impegno nella tutela
ambientale, ha sottolineato come questa non possa essere ritenuta marginale
nel sodalizio, rispetto alla frequenza attiva della montagna.
LA PROVINCIA DI SONDRIO: Italo Rizzi, dirigente del Settore Risorse Naturali ad
Energia della Provincia di Sondrio ha tratteggiato il quadro della complessità
normativa e di competenze riguardante l'argomento;
CIPRA: Damiano Disimine (presidente della CIPRA Italia l'organizzazione è
osservatore ufficiale ai lavori sul tema presso la Comunità Europea) ha messo
in luce come l'arco alpino necessiti di una strategia integrata e comune per
affrontare i problemi con un approccio che necessariamente superi i confini
nazionali;
PRO MONT BLANC: Giulia Barbieri (Pro Mont Blanc) ha toccato un registro
estetico, poetico e di valore: l'acqua e l'ambiente hanno un valore quando noi
lo riconosciamo, per prima cosa dentro di noi.
GRUPPO VAL MALENCO: Il gruppo Valmalenco, rappresentato da Franco
Rabbiosi, ha proposto un approfondito lavoro di documentazione sulle
devastazioni ambientali provocate dalle centraline poste sui piccoli salti ,
gravate da abusi sui quali non vi è controllo ed ha documentato quanto esposto
con una proiezione che ha molto colpito il numerosissimo pubblico.
MOUNTAIN WILDERNESS: Luigi Casanova (Mountain Wilderness) ha portato
l'esperienza trentina ed ha sottolineato, molto efficacemente, la necessità e la
possibilità operativa di protocolli di collaborazione basati su principi di
solidarietà tra pianura e montagna, in modo che le esigenze dell'una non
soffochino i bisogni dell'altra.
LEGA AMBIENTE: Ruggero Spada (Legambiente) ha proposto una comparazione
tra passato e presente ed ha sostenuto la necessità di nuove risposte agli
incombenti problemi. L'efficacia dell'intervento è stata sostenuta da immagini
particolarmente significative.
E-GAZETTE: Gabriel Bonizzi (direttore di e-gazette) ha catturato l'attenzione del
pubblico descrivendo le traversie che l'acqua incontra nel tentativo di giungere
alla foce, ha parlato di diritto all'acqua e di diritto dell'acqua.
FONDAZIONE SALECINA: Antonio Galli (Fondazione Salecina) ha proposto la
singolare esperienza della Fondazione di Maloja (CH) che fa del rispetto
dell'ambiente e della sua tutela 1a base fondante della proposta ai turisti ospiti
in un organizzazione autogestita.
PRO NATURE VALLE BREGAGLIA (CH): Regula Bucler (presidente di Pro Nature
Valle Bregaglia CH) supportata da immagini suggestive del Lago di Sils, ha
descritto luci ed ombre dell approccio turistico in bilico tra scelte di
valorizzazione ambientale e sfruttamento commerciale.
PADRI CAPPUCCINI DI MALE': Il pubblico, nonostante l'ora inevitabilmente
tarda, ha prestato la sua attenzione sino all'intervento di Padre Fabrizio Forti
(Padri Cappuccini di Malè) che ha fatto vibrare l'uditorio con un intervento
molto intenso che ha preso spunto dai semplici valori francescani per ribadire il
valore universale dell'acqua, bene comune dell'umanità che non può essere
ridotta a merce.
IL GIORNO DOPO: Il giorno successivo, oltre un centinaio di persone ha
percorso la rinnovata (alle necessità del cantiere della costruendo presa A.E.M.
che sottrarrà al loro corso i torrenti Lia e Cardonè) strada della Val Lia per
ritrovarsi convivialmente all'agriturismo Alpe Boron dove, in continuità con un
iniziativa promossa da Padre Zanotelli in Marmolada a difesa delle acque nelle
Alpi, è stata posta una bandiera della pace in prossimità del torrente. Nel
pomeriggio si è esibito il coro femminile C.A.I. Valtellinese. Quando si sono
alzate le note di Signore delle Cime il pensiero è andato al torrente Lia, amico
ingiustamente caduto, non per una disgrazia in montagna ma per
responsabilità dell'uomo nell'abuso dell'acqua. Un ergastolano ha la possibilità
di chiedere la grazia che, con un provvedimento di clemenza unilaterale, lo
potrà restituire alla libertà e all'affetto dei suoi cari; un torrente di montagna
no, anche se non ha fatto niente di male se non scorrere ed elargire intorno a
sé vita e bellezza, quando è condannato da miopi esigenze economiche e
dall'indifferenza dei custodi della Terra, è senza appello e nulla, pare, lo potrà
sottrarre al destino deciso per lui.
Febbraio 2005
Mondiali di SCI a Bormio, pausa con riflessione ?
Sci, Alpinismo e Ambiente: Tavola rotonda con il ministro Alemanno
Nella giornata di riposo dei mondiali di sci Bormio "ampio spazio" alle
discussioni sui temi della montagna e dello sviluppo.
A Bormio è tornato il ministro Gianni Alemanno che ha affrontato, con diversi
interlocutori, alcune questioni legate alla montagna.
Il Ministro ha posto l'accento su tre elementi chiave:
- la giusta rimunerazione per chi vive in montagna
- la tematica ambientale
- la montagna del turismo e dei grandi eventi.
Settembre 2003
Tagliati i fondi al Parco del Gran Paradiso
Costretto a chiudere ai turisti il Parco Nazionale più antico d'Italia
A causa dei recenti tagli del fondo ordinario statale per le spese di gestione del
Parco Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano è costretto dal 1 ottobre
a sospendere i suoi servizi turistici e informativi. La riduzione operata al
bilancio di quest’anno dell’Ente Parco, pari a 619.880,51 EUR sui 4.372.880, 51
preventivati, ha colpito soprattutto la valutazione dei costi del personale. I
fondi che rimangono quindi a disposizione per la gestione del Parco sono
insufficienti per una qualsiasi operatività. L’Ente Parco si trova così
nell’impossibilità di rinnovare le convenzioni con le cooperative che gestiscono
i servizi turistici. Dal 1 ottobre resteranno quindi chiusi i centri visitatori del
Parco, punti informativi primari per i turisti in visita nell’area protetta, la
Segreteria Turistica di Noasca, che coordina e gestisce tutte le informazioni
turistiche del Parco e presso la quale è presenteanche un laboratorio didattico,
punto di riferimento per le scuole in visita nell’area protetta, e l’Ufficio
prenotazione Guide del Parco, sportello deputato all’organizzazione delle visite
guidate e alle attività didattiche con le scuole. In sostanza, un turista
interessato a una visita nel Parco, dal 1 ottobre non avrà più la possibilità di
ottenere informazioni e/o prenotare una visita guidata, così come una scuola
interessata a un soggiorno o un’escursione nell’area protetta non potrà più
farlo rivolgendosi all’Ente Parco. Particolarmente grave risulta l’assenza del
servizio verso le scuole, che proprio inquesti giorni definiscono e prenotano le
uscite didattiche di tutto l’anno: anche solo unmese di sospensione del servizio
può pregiudicare l’intero calendario di visite di tuttol’anno scolastico.
Conseguenza grave della sospensione di questi servizi, oltre al danno evidente
verso il pubblico, saranno la sospensione dal lavoro di alcuni operatori,
particolarmente preoccupante in aree montane depresse, dove l’area protetta
e il suo indotto turistico rappresentano una delle poche occasioni lavorative, e
una drastica riduzione del lavoro per le Guide del Parco, nuove figure
professionali volute dalla Legge quadro nazionale sulle aree protette. Vivissima
preoccupazione è stata espressa dagli organi dell’Ente. L’Ente si erainfatti
adeguato con un taglio del 22,86% dei consumi intermedi alla richiesta
cautelativa del Ministero dell’Ambiente di una riduzione complessiva di almeno
il 10% al fine di raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione della finanza
pubblica e contenimento della spesa con particolare riguardo alle spese di
parte corrente.
Giugno 2005
Sun day. Giornata del sole e delle fonti rinnovabili
Bormio - So
In occasione della manifestazione internazionale “Sun Day”, Legambiente
Circolo di Bormio, in collaborazione con Mountain Wilderness, organizza dalle
ore 10 alle ore 19 nella piazzetta di S.Vitale – via Roma a Bormio un banchetto
dove verrà esposto materiale divulgativo – informativo ed una mostra
sull’energia alternativa.
Saranno presenti tecnici che illustreranno le applicazioni, il funzionamento ed i
vantaggi economici – ambientali delle tecnologie solari.
Hanno dato la loro disponibilità: RIELLO Alpenklima di Luca Giacomelli –
Bormio, EMME D impianti elettrici industriali e civili di Milesi Dario – Bergamo,
Studio Massimo Gamba progettazione impianti elettrici - Settala Milano
Aderiscono all’iniziativa il Corpo Forestale dello Stato C.T.A. di Bormio e il
Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio.
Adriano Licini
licini@mountainwilderness.it
Energia
Maggio 2006
NO, alla costruzione di una nuova opera idraulica di derivazione idroelettrica
dal torrente Rezzalasco nel comune di Sondalo
Formulazione di parere negativo dalla Conferenza di Servizi tenutasi il 15
maggio 2006 presso la Direzione Centrale-sede Territoriale di Sondrio- della
Regione Lombardia
In base ai pareri espressi nel corso dell’istruttoria, allegati quale parte
integrante del verbale della Conferenza di Servizi e sinteticamente riassunti nei
giudizi dichiarati dai rappresentanti delle Amministrazioni presenti nella seduta
del 15 maggio 2006 e di seguito riportati:
Mountain Wilderness esprime soddisfazione per quella che ritiene una vittoria
del buon senso, ottenuta anche grazie all’impegno degli Enti presenti (Comune
di Sondalo, Comunità Montana Alta Valtellina, Parco dello Stelvio) alla CdF, che
hanno collaborato alla raccolta dei dati tecnici ed hanno dato voce alle proteste
della popolazione locale, stanca di vedere saccheggiato il proprio territorio, e di
chi ritiene che l’acqua rappresenti ancora un bene pubblico.
licini@mountainwilderness.it
Mobilita’
Agosto 2005
Convegno internazionale: Quale mobilità per lo sviluppo sostenibile in
Valtellina?
Bormio - SO
Legambiente Circolo di Bormio, Mountain Wilderness, CAI Valtellina,
WWF Valtellina, Italia Nostra Valtellina
organizzano a Bormio, il 6 agosto 2005, il Convegno Internazionale su:
Il convegno si terrà nella sala della Filiale di Bormio della Banca Popolare di
Sondrio,
via Roma 131, col seguente programma:
aprile 2005
Raduno della Valviola: in Ambiente montano un turismo diverso è
possibile!
Valdidentro (SO)
Partecipa anche tu alla tre giorni di scialpinismo, sci da fondo escursionistico,
ciaspole e backcountry in Alta Valtellina organizzata da MW Italia in
collaborazione con CAI Valdidentro e il CAI Venezia, con il patrocinio della TAM
Centrale.
Programma:
Sabato 9 aprile:
ore 9/9:30 arrivo ad Arnoga (Valdidentro) presso l’Albergo “Li Arnoga”, uscita
per escursione.
ore 17:30 incontro con il naturalista Stefano Mayr (direttivo nazionale MW) “Gli
animali carnivori nelle Alpi: l’orso, il lupo, la lince”
Domenica 10 aprile:
escursione
ore 18: diapositive e fi lmato con l’alpinista Enrico Lazzeri, e sua esperienza
alla spedizione K2 1954-2004
Lunedi’ 11 aprile:
escursione
ore 19 cena,
dopo cena filmato con immagini di montagna accompagnate da musicisti
sorseggiando un buon bicchiere di vin brulé
Martedì 12 aprile: colazione, saluti, abbracci, scambi di indirizzi … alla
prossima.
Base logistica: Albergo “Li Arnoga” Valdidentro tel: 0342/927116 web:
www.arnoga.it e-mail: liarnoga@libero.it prenotare entro il 31marzo 2005
direttamente all’albergo o in segreteria.
Segreteria: Moreno Gurini Cai Valdidentro tel.338.8503375