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PREMESSA
1 PREMESSA
VV V
2. Troviamo adesso invece e = in funzione di n = V .
VS V
Partendo dalla formula:
VV
e =
VS
se so che il volume totale è V = VV + VS , allora posso ricavare
VS:
VS = V − VV
Quindi:
VV
e =
V − VV
e dividendo sia il numeratore che il denominatore per il volume
totale V ottengo:
VV VV
V V
e = =
V V V
− V 1 − V
V V V
VV
Infine sapendo che la porosità è n = posso scrivere:
V
n
e =
1 − n
Quindi abbiamo trovato e in funzione di n.
6. il grado di saturazione S:
V
S = W ⋅ 100%
VV
Quando S = 100% allora il terreno è saturo, mentre quando S = 0%
allora il terreno è secco; praticamente si ha S = 100% quando VW e
VV sono uguali, cioè quando tutti gli spazi vuoti sono occupati
dall’acqua.
7. l’umidità relativa W (o il contenuto di acqua naturale):
P
W = W ⋅ 100%
PS
Può anche risultare che PW > PS e quindi W > 100% , anche se non è
molto frequente. W è adimensionale ed esprime il contenuto di
acqua presente nel terreno.
8. il peso specifico γ (o peso dell'unità di volume):
P
γ =
V
1. Il peso specifico dell'acqua è:
P kN
γW = W = 9,81 3
VW m
2. per il terreno secco, quindi quando S = 0% , devo calcolare il peso
specifico con la formula:
P PS
γd = S =
V VG + VS
Non considero infatti l’acqua perché non c’è;
3. per il terreno saturo invece, quindi quando S = 100% , devo
utilizzare la formula:
P PW + PS
γSAT = SAT =
V VG + VW + VS
Stavolta devo considerare l’acqua;
γS
E se GS = allora posso ricavare:
γW
γ S = GS ⋅ γ W
Quindi:
γ d = (1 − n ) ⋅ GS ⋅ γW
8. Esprimiamo adesso il peso specifico relativo al terreno secco γd
in funzione dell’umidità relativa W:
P P
γd = S W = W
V PS
P
Moltiplichiamo e dividiamo γd per una stessa quantità pari a
P
(ricordiamo che il risultato così non cambia):
P P
γd = S ⋅
V P
P
Quindi, ricordando che il peso specifico generico è γ =
V
ottengo:
P
γd = γ ⋅ S
P
Se poi so che il peso totale è P = PS + PW , allora posso scrivere:
γ ⋅ PS
γd =
PS + PW
Quindi, raccogliendo PS al denominatore:
γ ⋅ PS γ
γd = =
⎛ P ⎞ P
PS ⎜ 1 + W ⎟ 1 + W
⎝ PS ⎠ PS
P
E infine, ricordando che l’umidità relativa è W = W , ottengo:
PS
γ
γd =
1 + W
9. Esprimiamo adesso il peso specifico relativo al terreno saturo γSAT
in funzione del peso specifico dei singoli grani γS:
P PW + PS P
γSAT = SAT = γS = S
V VG + VW + VS VS
da cui considero solo l’uguaglianza:
P + PS
γSAT = W
V
da cui:
P P
γSAT = W + S
V V
Per trovare il volume totale V, devo pensare che in questo caso
considero il peso specifico relativo al terreno saturo γSAT, e
quindi non devo considerare che i vuoti siano riempiti dal gas, ma
che siano riempiti solo dall’acqua; perciò il volume totale V sarà
dato dalla formula semplificata:
V = VG + VW + VS e quindi V = VW + VS
Ottengo così:
PW P
γSAT = + S
VW + VS V
Dividendo sia il numeratore che il denominatore del primo termine
per VW ottengo:
PW PW PW
VW P VW P VW P
γSAT = + S = + S = + S
VW + VS V VW V V V V
+ S 1 + S
VW VW VW VW
VS V
E potendo considerare = S , appunto perché i vuoti sono
VW VV
riempiti dall’acqua, ho:
PW
VW PS
γSAT = +
VS V
1 +
VV
PW V P
Sapendo che γW = , e = V e γ d = S = γS (1 − n ) si ha:
VW VS V
γW γW
γSAT = + γS (1 − n ) = + γS (1 − n )
1 e + 1
1 +
e e
e 1 e + 1
Sapendo che n = allora so che = , quindi:
e + 1 n e
γ
γSAT = W + γS (1 − n )
1
n
da cui:
γSAT = γW ⋅ n + γS (1 − n )
Se poi γ d = γ S (1 − n ) si può anche scrivere:
γSAT = γ d + γW ⋅ n
10.Un’altra relazione importante che mette in relazione i pesi e i
volumi è la seguente:
S ⋅ e = W ⋅ GS
γS
dove è il peso specifico dei soli costituenti solidi GS = ,
γW
quindi:
γS
S ⋅e = W ⋅
γW
Evidenziamo ora i valori che si possono trovare:
γS
S ⋅ e = W ⋅
γW
VW V P P PW
S = e = V W = W γS = S γW =
VV VS PS VS VW
Quindi dalla formula precedente si può ottenere:
PS
VW VV P V
⋅ = W ⋅ S
VV VS PS PW
VW
e semplificando i termini:
VW VV PW PS V
⋅ = ⋅ ⋅ W
VV VS PS VS PW
ottengo:
VW V
= W
VS VS
Quindi è possibile notare dalla formula che comunque l’uguaglianza
è rispettata.
V
Se ad esempio ho terreno saturo e quindi S = W = 1 , allora per la
VV
formula S ⋅ e = W ⋅ GS abbiamo:
e = W ⋅ GS
È più facile comunque misurare W piuttosto che e.
Per la determinazione dell’umidità relativa W basta eseguire dei
pesi prima con il terreno umido PU (praticamente PU è il peso
totale del terreno) e poi con il terreno secco PS:
P − PS P
W = U = W
PS PS
Si può notare dalla formula infatti che il peso dell'acqua è
uguale alla differenza tra il peso del terreno umido PU e il peso
del terreno secco PS.
La determinazione di e invece è più complicata, provò quindi ad
esprimerlo in funzione di altri valori. Partendo dalla formula
iniziale:
VV
e =
VS
si può sviluppare sapendo che V = VV + VS e quindi:
VV = V − VS
Quindi ho:
V − VS V VS V
e = = − = − 1
VS VS VS VS
PS
e se so che γS = allora mi posso ricavare VS:
VS
PS
VS =
γS
allora posso andare a sostituire nella formula di e:
V
e = − 1
PS
γS
Posso ricavare poi il peso specifico dei singoli grani γS dal peso
γS
specifico dei soli costituenti solidi GS = :
γW
γ S = GS ⋅ γ W
Quindi:
V
e = − 1
PS
GS ⋅ γW
V ⋅ GS ⋅ γW
e = − 1
PS
Per i terreni e grana grossa, come detto all’inizio, mi Vagli ASTMø [mm]
interessa conoscere la loro distribuzione 4 4,76
granulometrica, la quale è individuata dall'analisi 10 2,00
granulometrica, cioè dall’analisi che determina le 20 0,84
dimensioni delle particelle e che poi mi consente di 40 0,42
stabilire le percentuali in peso delle varie frazioni 80 0,21
che costituiscono il campione. La prova viene fatta con 200 0,074
l’utilizzo di diversi setacci con diversa tramatura,
dai quali faccio passare il materiale, per poi pesare il materiale
trattenuto ad ogni setaccio.
Perché si possa definire terreno a grana grossa, lo stesso terreno deve
avere una percentuale %P < 50% al setaccio ASTM 200, quindi meno della
metà dei suoi grani devo passare al setaccio ASTM 200, avente
ø = 0,074 mm .
Quelli rappresentati nella tabella sono i vagli usati per la prova della
vagliatura meccanica (si può notare nella tabella che un setaccio, o
vaglio, ha il diametro ø quasi il doppio del successivo).
I risultati della prova li riporto in un grafico
(%P,ø) dove costruisco la curva granulometrica. Se
ho una curva verticale, allora vuol dire che ho una
sola frazione granulometrica; se ho invece una curva
ben stesa, allora ho un buon assortimento
granulometrico. Con questa curva posso calcolare il
coefficiente di uniformità:
D
Cu = 60
D10
dove:
D60 è il diametro per il quale passa il 60% del
materiale, e il valore di ϕ lo si legge nella
curva granulometrica nella figura a lato.
Dall’esempio riportato nel grafico si può
notare che al 60% passa del materiale con
ø = 0,75 mm .
1. Se Cu < 2 allora il terreno si può dire
uniforme;
2. se Cu = 1 allora il terreno è probabilmente con un solo ø;
3. se Cu > 2 allora il terreno è assortito.
Inoltre, sempre con la curva granulometrica, mi posso calcolare il
coefficiente di curvatura:
(D30 )
2
Cc =
D60 ⋅ D10
Se Cc = 1 ÷ 3 allora il terreno è ben assortito. Il coefficiente di
curvatura indica il grado di uniformità o no del materiale.
Argilla WL WP WS
Caolinite 40 ÷ 60 25 ÷ 40 10 ÷ 25
Illite 95 ÷ 120 45 ÷ 60 50 ÷ 65
Montmorillonite 300 ÷ 700 50 ÷ 100 200 ÷ 650
ASTM 200, quindi più della metà dei suoi grani non deve passare al
setaccio ASTM 200, avente ø = 0,074 mm . Devo però fare un’ulteriore
analisi granulometrica e vedere il trattenuto al setaccio ASTM 4 con
ø = 4,76 mm e vedere se:
1. %P > 50% , è in questo caso avrei una S = sabbia;
2. %P < 50% , mentre in questo caso avrei una G = ghiaia.
Ricordando invece che, perché si possa definire terreno a grana fine, lo
stesso terreno deve avere una percentuale passante %P > 50% al setaccio
ASTM 200, quindi più della metà dei suoi grani deve passare al setaccio
ASTM 200, avente ø = 0,074 mm ; inoltre considero il passante al setaccio
ASTM 40 con ø = 0,42 mm e su questa porzione determino i limiti di
Atterberg (e precisamente il limite che a noi serve è il limite liquido
WL) e l’indice plastico IP = WL − WP ; poi vado sulla carta di plasticità
di Casagrande mostrata nella figura seguente e vedo, con i valori
ricavati, dove mi trovo nel grafico; a questo punto posso determinare se
ho:
1. C = argille inorganiche;
2. M = limi inorganici;
3. O = limi ed argille inorganici.
allora ho una ghiaia poco assortita che indichiamo con GP (dove P indica
il termine poor).
Invece, per quanto riguarda la sabbia posso ottenere:
Cu > 6 Cc = 1 ÷ 3
allora in questo caso ho una sabbia ben assortita che indichiamo con SW;
se invece ottengo:
Cu < 6 Cc = 1 ÷ 3
allora ho una sabbia poco assortita che indichiamo con SP.
Se invece ho %P > 12% al setaccio ASTM 200, allora ho una componente di
materiale fine che devo definire:
1. H = limosa (SM o GM);
2. C = argillosa (SC o GC).
La seconda lettera, invece, indica
per i terreni a grana fine la
plasticità, quindi devo sempre fare
riferimento alla carta di Casagrande
e al limite liquido WL, e
precisamente alla retta in
corrispondenza di WL = 50 che separa
un basso e un alto grado di
plasticità:
1. se WL > 50 allora ho H (dove H indica il termine high);
2. se WL < 50 allora ho L (dove L indica il termine low).
Praticamente, nella carta di plasticità di Casagrande posso trovare le
seguenti tipologie di terreni (come poi mostrate nel grafico sopra):
CH CL MH ML OH OL
G = ghiaie
P = poor
S = sabbie
L = low
C = argille inorganiche
H = high
M = limi inorganici
GM = ghiaia limosa
O = limi e argille organici
GC = ghiaia argillosa
W = well
⎢⎣ ⎥⎦
e quindi:
Ig = a [0,2 + 0,005c ] + 0,01bd Ig = 0,2a + 0,005ac + 0,01bd
kN kN
Gs := 2.7 n := 0.5 γ W := 9.81 ⋅ γ SAT.ARG := 19.62⋅
3 3
m m
ZA := 2m ZB := 2m ZC := 4m
1. GS è il peso specifico dei soli costituenti solidi (praticamente GS è
il peso specifico del solido rispetto a quello dell’acqua) e si
γ
calcola con la formula GS = S ;
γW
VV
2. n è la porosità del terreno e si calcola con la formula n = ;
V
3. γW è il peso specifico dell'acqua;
4. γSAT.ARG è il peso specifico del terreno saturo d’acqua costituito da
argilla (e cioè il peso relativo al terreno sotto il segno di falda).
Innanzitutto bisogna ricordare che per il terreno secco devo calcolare
il peso specifico con la formula generale γ d = (1 − n ) ⋅ GS ⋅ γW , mentre per
il terreno saturo devo utilizzare la formula generale γSAT = γ d + n ⋅ γW .
Calcolare quindi prima i pesi specifici degli strati facendo attenzione
alla profondità e a dove si trova la falda:
kN kN
γ d.SAB := ( 1 − n) ⋅ Gs ⋅ γ W = 13.24⋅ γ SAT.SAB := γ d.SAB + n ⋅ γ W = 18.15⋅
3 3
m m
Non calcolo γSAT.ARG perché c’è l’ho già come dato.
kN kN
σ A.eff := σ A − uA = 26.49⋅ σ B.eff := σ B − uB = 43.16⋅
2 2
m m
kN
σ C.eff := σ C − uC = 82.4 ⋅
2
m
Se le avessi volute calcolare con il metodo dei pesi σ'V 0 = ∑ γ' i ⋅ zi ,
dovevo considerare la formula del peso del volume immerso γ’ senza
tenere conto dell’acqua, e cioè γ ' = γSAT − γW ; bisogna ricordarsi
inoltre che, per disegnare il grafico delle tensioni efficaci σ’
all’inizio dell’esercizio, si deve considerare l’angolo γ’ e non
l’angolo γSAT:
kN kN
σ A.eff := γ d.SAB⋅ ZA = 26.49⋅
2
( )
σ B.eff := σ A.eff + γ SAT.SAB − γ W ⋅ ZB = 43.16⋅
2
m m
kN
( )
σ C.eff := σ B.eff + γ SAT.ARG − γ W ⋅ ZC = 82.4⋅
2
m
Se le tensioni efficaci σ’ ricavate con i due metodi fossero risultate
diverse, allora la falda sarebbe stata in pressione (come poi si può
vedere in uno degli esempi seguenti).
ZA := 2m ZB := 2m ZC := 4m
Riporto i pesi specifici già calcoli in precedenza:
kN kN
γ d.SAB := ( 1 − n) ⋅ Gs ⋅ γ W = 13.24⋅ γ SAT.SAB := γ d.SAB + n ⋅ γ W = 18.15⋅
3 3
m m
ZP.C := 2m ZB := 4m ZC := 4m
Riporto i pesi specifici già calcoli in precedenza:
kN kN
γ d.SAB := ( 1 − n) ⋅ Gs ⋅ γ W = 13.24⋅ γ SAT.SAB := γ d.SAB + n ⋅ γ W = 18.15⋅
3 3
m m
kN kN kN
γ d.SAB := 16.5 γ SAT.SAB := 19 γ SAT.ARG := 20
3 3 3
m m m
ZA := 4m ZB := 4m ZC := 4m
Voglio vedere quanto valgono le tensioni neutrali u nello strato di
sabbia sottostante; uso quindi un piezometro che infilo fino alla quota
necessaria per raggiungere lo strato che mi interessa; quindi a quota
meno 8 m sigillo il foro e, nello strato che mi interessa, l'acqua può
risalire nel tubo:
1. se l’acqua risale fino al livello di falda, allora l’acqua non è in
pressione e l'andamento delle tensioni neutrali u è quello rettilineo
costante con pendenza γW;
2. se l’acqua invece esce dal tubo e zampilla, allora significa che
l’acqua è in pressione, quindi la tensione neutrale uB vale 8 m + 4 m
(i 4 m a cui si fa riferimento sono quelli sopra il P.C) dove
fuoriesce, quindi uB = 12 m .
Questo fenomeno quindi incide sul diagramma delle pressioni neutrali u.
Calcolo adesso le tensioni neutrali u facendo attenzione però alla
tensione neutrale uB, perché l’altezza a cui fa riferimento uB è fino a
più 4 m sopra il P.C.
kN kN
( )
uA := γ W ⋅ ZA − 2m = 19.62⋅
2
( )
uB := γ W ⋅ ZA + ZB + 4m = 117.72⋅
2
m m
Per disegnare il grafico faccio partire la retta dall’origine a più 4 m
e la unisco con il valore uB a quota meno 8 m; da meno 8 m a meno 12 m
prosegue con questa pendenza γW. Per trovare la pressione dell'acqua
nello strato di argilla (cioè nello strato che va da ZA a ZB), unisco il
valore uB con uA e questo tratto ha una pendenza diversa da γW: questo è
dovuto al fatto che ho un moto di filtrazione dovuto allo strato di
argilla, che non permette all'acqua nella sabbia sottostante di muoversi
liberamente e mettersi in equilibrio, quindi l'acqua va in pressione.
kN kN
σ A := γ d.SAB⋅ 2m + γ SAT.SAB⋅ 2m = 71 ⋅ σ B := σ A + γ SAT.ARG⋅ ZB = 151 ⋅
2 2
m m
kN
σ C := σ B + γ SAT.SAB⋅ ZC = 227 ⋅
2
m
E se il gradiente idraulico è
Δh
i = , allora Δh = i ⋅ L , quindi
L
sostituendo posso ottenere:
σ 'B = γ' ⋅ L − γW ⋅ i ⋅ L
E raccogliendo L:
σ 'B = ( γ' − γW ⋅ i) L
La tensione efficace σ’B rappresentata dalla formula ricavata prima:
σ 'B = γ' ⋅ L − γW ⋅ Δh
rispetto alla tensione calcolata nell’esempio precedente che era:
σ'B = γ '⋅ L
è infatti diminuita della quantità:
γW ⋅ Δh
perché appunto sono in presenza di un moto diretto dal basso verso
l'alto, e quindi di un moto negativo; quindi σ’B sarà tanto più piccola
quanto maggiore sarà ∆h.
E se il gradiente idraulico è
Δh
i = , allora Δh = i ⋅ L , quindi
L
sostituendo posso ottenere:
σ 'B = γ' ⋅ L + γW ⋅ i ⋅ L
E raccogliendo L:
σ 'B = ( γ' + γW ⋅ i) L
La tensione efficace σ’B rappresentata dalla formula ricavata prima:
σ 'B = γ' ⋅ L + γW ⋅ Δh
rispetto alla tensione calcolata nel primo esempio (con i serbatoi di
altezza e livello dell'acqua uguale) che era:
σ'B = γ '⋅ L
è infatti aumentata della quantità:
γW ⋅ Δh
perché appunto sono in presenza di un moto diretto dall’alto verso il
basso, e quindi di un moto positivo; quindi σ’B sarà tanto più grande
quanto maggiore sarà ∆h.
Ricapitolando:
1. se il moto è negativo, allora ho un moto di filtrazione dal basso
verso l'alto;
2. se il moto è positivo, allora ho un moto di filtrazione dall’alto
verso il basso.
Riassumendo invece le formule:
1. ho σ'B = γ '⋅ L quando l'acqua è in quiete, cioè quando il livello di
acqua è uguale nei due serbatoi;
2. ho σ 'B = γ' ⋅ L ± γW ⋅ Δh quando ho un moto, cioè quando il livello di
acqua è diverso nei due serbatoi.
ESERCIZIO
LA FASE INIZIALE 0
VV 1
Nella fase 1 invece ho che e1 =, da cui mi posso ricavare
VS
VV 1 = VS ⋅ e1 ; dalla figura si può notare che cambia il volume dei vuoti
VV, quindi VV 1 ≠ VV 0 e cambia il volume dei vuoti perché, nella fase 1
dopo la compressione, VV1 viene compresso; invece VS1 = VS0 = VS , quindi il
volume della parte solida VS invece rimane uguale. Il volume totale
nella fase 1 dopo la compressione vale:
V1 = VV 1 + VS
e andando a sostituire VV 1 = VS ⋅ e1 ottengo:
V1 = VS ⋅ e1 + VS
e raccogliendo VS:
⎛ VS ⋅ e1 VS ⎞
V1 = VS ⎜ + ⎟ V1 = VS (e1 + 1)
⎜ VS VS ⎟⎠
⎝
Quindi in conclusione ΔV si calcola con la formula:
ΔV = V0 − V1
e se la deformazione Δε è data dalla formula:
ΔV ΔH
Δε = =
V0 H0
allora si può andare a sostituire:
ΔV V0 − V1
Δε = =
V0 V0
Ricordando che V0 = VS (e0 + 1) e V1 = VS (e1 + 1) posso ottenere:
VS (e0 + 1) − VS (e1 + 1) e0 − e1
Δε = Δε =
VS (e0 + 1) e0 + 1
e0 + 1 − e1 − 1 Δe
Δε = Δε =
e0 + 1 e0 + 1
Quindi si può scrivere la relazione tra i cedimenti Δε e l'indice dei
vuoti e:
Δe
Δε =
e0 + 1
1 Δe
mV = ⋅
Δσ'V e0 + 1
Δe
Se infine vado a sostituire ∂V = nella formula precedente
Δσ'V
1 Δe
mV = ⋅ , allora ottengo:
Δσ'V e0 + 1
∂V
mV =
e0 + 1
ΔH
Se so che la deformazione è data da ΔεV = ottengo:
H0
ΔH
H0 ⋅ = ( RR ⋅ Δlogσ'V + CR ⋅ Δlogσ'V ) H0 ΔH = H0 ⋅ RR ⋅ Δlogσ'V + H 0 ⋅ CR ⋅ Δlogσ'V
H0
Se infine sostituisco i valori logaritmici precedentemente trovati e
raccolgo H0 ottengo:
⎛ σ'P σ' + ΔP ⎞
ΔH = H0 ⎜ RR ⋅ log + CR ⋅ log V 0 ⎟
⎝ σ'V 0 σ'P ⎠
È quindi importante valutare la pressione di preconsolidazione σ’P e il
rapporto di sovraconsolidazione OCR per capire quanto deve essere ∆P per
arrivare alla compressione, cioè per arrivare graficamente alla linea di
compressione vergine.
pagina precedente, questo calo sarà più veloce ai margini del provino,
vicino alle pietre porose, e meno veloce al centro del provino; quindi
praticamente al centro del provino la pressione dell’acqua in uscita sarà
maggiore rispetto alla pressione dell’acqua in uscita ai margini del
provino e vicino alle pietre porose. Collegando i livelli dei piezometri,
troveremo un andamento curvo. A mano a mano che l'acqua esce, la curva si
spiana e quindi diventa una retta orizzontale, quindi il moto di
filtrazione è finito e sono finiti anche i cedimenti. Consideriamo adesso
t100, cioè il tempo in cui è avvenuta il 100% della consolidazione; a
questo punto le tensioni efficaci σ’V cominciano ad essere costanti. Il
punto sul grafico che rappresenta t100 (indicato poi nel grafico
precedente con il simbolo ) si trova con l’intersezione del
prolungamento del tratto rettilineo finale e della tangente al punto di
flesso (indicato dal simbolo ). Da t100 hanno inizio i cedimenti
secondari, e cioè il coefficiente di consolidazione secondaria Cαε dato
dalla formula:
Δε
Cαε =
Δlogt
Il coefficiente di consolidazione secondaria Cαε ci indica la pendenza
del tratto rettilineo, esprimendolo come rapporto tra la variazione di
altezza sulla variazione di tempo. Cαε può anche essere espresso in
funzione dell’indice dei vuoti e con la seguente formula:
Δe
Cαe =
Δlogt
ΔH
Allora, ricordando che Δε = , Cαε sarà:
H0
ΔH 1
Cαε = ⋅
H0 Δlogt
da cui posso determinare il cedimento ΔH in funzione del tempo:
ΔH = C αε ⋅ Δlogt ⋅ H0
Determino poi Δlogt:
t
Δlogt = logt − log t100 = log
t100
e infine ottengo:
t
ΔH = Cαε ⋅ log ⋅ H0
t100
Questa formula rappresenta i cedimenti in un certo istante t.
Si =
( )
q ⋅ B 1 − ν2
⋅ IW
Eu
dove:
1. Eu è il parametro elastico che devo attribuire al terreno;
2. IW è il coefficiente di influenza che dipende:
1. dalla forza zona caricata;
2. da D;
3. dallo spessore dello strato deformabile.
Sc invece corrisponde a
∆H, e cioè al cedimento
di consolidazione che
avviene dopo aver
applicato il carico.
Ss, infine, è dovuto ai
cedimenti che proseguono
nel tempo sotto carico costante; sono delle deformazioni a tensioni
efficaci σ’ costanti e sono più marcate per le argille che per le sabbie.
retta, quindi applico uno sforzo N 2 > N 1 ,ottenendo quindi una seconda
curva nel grafico (τmax,δ) e un secondo punto per disegnare la retta delle
τ nel grafico (τ,σ’). La soluzione migliore è considerare tre provini.
La retta inclinata nel grafico (τ,σ’), mi consente di conoscere C’ e ϕ’,
cioè i due parametri che mi interessano per calcolare la resistenza a
taglio del terreno τ = c '+ σ '⋅ tan ø '.
La prova di taglio diretto però ha alcuni svantaggi:
1. l’apparecchiatura non consente di controllare bene le condizioni di
drenaggio dell’acqua;
2. è fondamentale che la fase di taglio sia condotta con velocità di
spostamento orizzontale sufficientemente lenta;
3. lo stato tensionale è noto nei suoi valori medi solo sul piano
orizzontale mediano;
4. non è possibile costruire il cerchio di Mohr.
σ 'p = 43
Troviamo adesso l’indice di compressione Cc:
Δe
Cc = −
Δlogσ'V
kN
e considero l’intervallo Δlogσ'V = 200 ÷ 800 , quindi:
m2
e0 (200) − e1 (800) 0,864 − 0,772
Cc = Cc = Cc = 0,153
Δlogσ'V log 800 − log 200
Considero adesso di avere uno strato di argilla di H0 = 4 m e voglio
vedere quanto è il cedimento nell’intervallo imposto all’inizio come
kN
dato, e cioè nell’intervallo Δσ'V = 220 ÷ 360 2 . Calcolo i cedimenti ΔH
m
con il coefficiente di compressibilità di volume mV e poi con l’indice
di compressione Cc; poi li metto a confronto.
Ricordiamo che mV è dato dalla formula:
Δε Δe
mV = =
Δσ'V Δσ'V (1 + e0 )
e che la deformazione Δε la si può calcolare con la formula:
ΔH Δe
Δε = =
H0 1 + e0
Quindi:
ΔH
= mV ⋅ Δσ'V ΔH = mV ⋅ Δσ'V ⋅ H0
H0
Sapendo che conosco adesso:
m2 kN
H0 = 4 m
mV = 0,127 Δσ'V = 360 − 220 2
MN m
allora posso infine calcolare il cedimento ΔH relativo a mV:
⎡ m2 ⎤ ⎡ kN ⎤
ΔH = 0,127 ⋅ 10−3 ⎢ ⎥ ⋅ (360 − 220) ⎢ 2 ⎥ ⋅ 4 [ m ]
⎣⎢ kN ⎦⎥ ⎣ m ⎦
ΔH = 71 ⋅ 10-3 m ΔH = 71 mm
Ricordiamo invece adesso che Cc è dato dalla formula:
Δe
Cc = −
Δlogσ'V
e che la deformazione Δε la si può calcolare con la formula:
ΔH Δe
Δε = =
H0 1 + e0
da cui posso ricavarmi Δe:
ΔH
Δe = (1 + e0 ) ⋅
H0
Quindi andando a sostituire Δe alla formula di Cc:
C ⋅ H0 ⋅ Δ log σ 'V
Cc =
1
Δ log σ 'V
(
⋅ 1 + e0 (220) ⋅ )
ΔH
H0
ΔH = c
1 + e0 (220)
Sapendo che conosco adesso:
Cc = 0,153 H0 = 4 m e0 (220) = 0,858
360 kN
Δlogσ'V = log360 − log 220 = log
220 m2
allora posso infine calcolare il cedimento ΔH relativo a Cc:
360
4 ⋅ 0,153 ⋅ log
220 ΔH = 70 mm
ΔH =
1 + 0,858
Tra i due valori di ΔH calcolati, prima con mV e poi con Cc, c’è 1 mm di
differenza, questo perché prima usavo mV medio di un intervallo
tensionale medio, quindi il secondo metodo è più corretto.
C ⋅ H0 ⋅ Δ log σ 'V
Cc =
1
Δ log σ 'V
( )
⋅ 1 + e0 (151) ⋅
ΔH
H0
ΔH = c
1 + e0 (151)
e0(151) lo ricavo dal grafico dal punto in cui comincio a caricare, quindi
dove ho la tensione efficace σ’V. Sapendo che ora conosco:
Cc = 0,223 H0 = 8 m e0 (151) = 0,8
311 kN
Δlogσ'V = log311 − log 160 = log
160 m2
allora posso infine calcolare il cedimento ΔH relativo a Cc:
311
0,233 ⋅ 8 ⋅ log
160 ΔH = 0,311 m
ΔH =
1 + 0,8
10 LE INDAGINI GEOTECNICHE
PROVE DI LABORATORIO
VANTAGGI
1. Le condizioni al contorno sono ben definite.
2. Ho il controllo delle condizioni di drenaggio.
3. Ho lo stato di sollecitazione noto e uniforme.
4. Ho l’identificazione esatta della natura del materiale testato.
LIMITAZIONI
1. I parametri di deformabilità sono molto sensibili al disturbo.
2. Sono delle prove costose e di lunga durata.
PROVE IN SITO
VANTAGGI
Ho un andamento più continuo dei parametri con la profondità, come ad
1.
esempio nella prova penetrometrica fatta con la sonda.
2. Ho una maggior quantità di terreno investigato.
Ho una valutazione più attendibile sui parametri di deformabilità, di
3.
permeabilità e sullo stato tensionale iniziale.
Ho a disposizione delle nuove apparecchiature e un maggior
4.
affinamento delle tecniche in sito.
5. Sono delle prove rapide ed economiche.
LIMITAZIONI
1. Ho delle incerte condizioni al contorno e di drenaggio.
2. Gli stati tensionale e deformazionale sono molto disuniformi.
Quindi una buona indagine deve prevedere entrambe le prove, cioè sia
quelle in sito che quelle in laboratorio, e mettere in relazione i
risultati ottenuti perché sono due tipi di prove complementari.
1. la prova scissometrica;
2. la prova pressiometrica;
3. la prova di carico su piastra;
4. le indagini geofisiche.
Per misurare le pressioni neutrali u dell’acqua in sito posso usare dei
piezometri.
Per misurare invece la permeabilità del terreno K posso svolgere:
1. le prove di laboratorio, cioè posso usare il permeametro a carico
costante;
2. le prove in sito, tra cui:
1. la prova di emungimento da pozzi;
2. la prova con immissione di acqua nei fori di sondaggio.
I sondaggi sono quelle perforazioni nel terreno che mi consentono di
riportarlo in superficie. Il sondaggio ottenuto per carotaggio mi
consente di ricostruire la stratigrafia del terreno. Il carotaggio
continuo riporta in superficie una colonna di terreno pari alla
profondità del carotaggio.
Esiste inoltre una tabella che indica la qualità Q che deve avere il
provino in base alle caratteristiche che voglio determinare (nel senso
che, se voglio fare determinate verifiche, il provino deve avere delle
particolari caratteristiche). La qualità Q del provino dipende dal tipo
di strumento che utilizziamo, cioè dal campionatore, e anche dal tipo di
terreno come si può vedere dalla seguente tabella.
Campionatore
Parete sottile A doppia parete
Tipo di terreno A pistone infisso
infisso a avviata a
a pressione
pressione rotazione
Coesivo poco
Q4 Q5 \
consolidato
Coesivo
moderatamente Q5 Q5 \
consolidato
Coesivo molto
Q5 \ Q5
consolidato
Sabbia fine sopra
la falda (terreno Q3 Q3 \
non coesivo)
Sabbia fine sotto
la falda (terreno Q2 Q2 \
non coesivo)
La qualità si indica con Q1, Q2, Q3, Q4 e Q5, con la qualità crescente da
Q1 a Q5. I problemi maggiori si hanno con la sabbia perché non raggiunge
dei valori di qualità Q4 e Q5. Nei terreni di sabbia, non essendo dei
terreni coesivi, non si riescono a prelevare dei provini indisturbati. Le
caratteristiche che possiamo determinare, in funzione della qualità del
campione Q, sono:
1. profilo stratigrafico (Q1 ÷ Q5);
2. composizione granulometrica (Q2 ÷ Q5);
3. contenuto di acqua naturale (Q3 ÷ Q5);
4. peso dell’unità di volume (Q4 ÷ Q5);
5. caratteristiche meccaniche (Q5).
10.1.3 IL PIEZOMETRO
FS =
∑
Ms
≥ 1,5
∑
Md
2. la verifica a scorrimento: le forze orizzontali S
spingono l’opera di sostegno in questo caso verso
sinistra, quindi, per avere l’equilibrio, devo
avere una forza uguale e contraria che si opponga
a S, e questa forza che si oppone è l’attrito T
che si forma sotto il muro, il quale dipende dal
peso proprio W dello stesso muro. Il coefficiente
di sicurezza relativo alla verifica a scorrimento
è dato dalla formula:
FS =
T
=
∑Fxs
≥ 1,3
S ∑Fxd
1. T è la forza che si oppone allo
scorrimento;
2. S è la forza che provoca lo scorrimento;
3. Fxs sono le forze stabilizzanti;
4. Fxd sono le forze destabilizzanti;
3. la verifica a schiacciamento, cioè la
verifica della capacità portante della
fondazione: si valuta quindi il carico
massimo che il terreno può sopportare attraverso una certa
fondazione. R è la risultante di S e di W. Devo verificare che il
terreno resista alle forze trasmesse dalla risultante, quindi:
q
FS = lim ≥ 3
q
σ ha = σV ⋅ K a + q ⋅ K a
σV = γ ⋅ h + q σ ha = γ ⋅ h ⋅ K a + q ⋅ K a
σ ha = ( γ ⋅ h + q ) K a
q lim
FS =
≥ 3
q
da cui si può avere il carico ammissibile qa:
q
q a = lim
3
Devo poi verificare che sia qa ≥ q
relativo al caso esaminato. Ora calcoliamo
il qlim. Facciamo una fondazione di un metro
sotto al P.C; il terreno laterale si può
trascurare, ma comunque il terreno laterale
pesa, e quindi consideriamo un sovraccarico
q = γ ⋅ D , dove D è la profondità del
terreno dal P.C al piano di appoggio. Se
spingiamo sulla piastra, il terreno sotto tende a spostarsi lateralmente.
Vediamo la situazione limite nel punto A. In A abbiamo Sa, cioè la
spinta attiva, ed Sp, cioè la spinta passiva che oppone il terreno (il
terreno, a causa di queste spinte, si rompe). Facciamo l’equilibrio a Sa
ed Sp sotto la fondazione. Se consideriamo un terreno coesivo, come ad
esempio l’argilla, la spinta attiva Sa sarà:
Sa = γ ' + (q lim ⋅ h ⋅ K a )
⎛1 ⎞
Sa = (q lim ⋅ h ⋅ K a ) + ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K a ⎟ − 2c '⋅ h ⋅ K a
⎝2 ⎠
( )
dove:
⎛1 ⎞
(
1. γ ' = ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K a ⎟ − 2c '⋅ h ⋅ K a ;
⎝ 2 ⎠
)
2. (q lim ⋅ h ⋅ K a ) è il sovraccarico;
⎛1 ⎞
3. ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K a ⎟ è il contributo del terreno;
⎝2 ⎠
4. (2c '⋅ h ⋅ Ka ) è il contributo della coesione.
La spinta passiva Sp invece sarà:
S p = γ ' + (q ⋅ h ⋅ K p )
⎛1 ⎞
S p = (q ⋅ h ⋅ K p ) + ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K p ⎟ + 2c '⋅ h ⋅
⎝2 ⎠
( Kp )
Se pongo Sa = S p e se voglio determinare il qlim ottengo che:
(q lim ⎛1
⎝2
⎞
⎠
( ) ⎛1
⎝2
⎞
(
⋅ h ⋅ K a ) + ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K a ⎟ − 2c '⋅ h ⋅ K a = (q ⋅ h ⋅ K p ) + ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K p ⎟ + 2c '⋅ h ⋅ K p
⎠
)
(q lim ⎛1
⎝2
⎞
⎠
( )
⎛
⎝2
1 ⎞
(
⋅ h ⋅ K a ) = (q ⋅ h ⋅ K p ) + ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K p ⎟ + 2c '⋅ h ⋅ K p − ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K a ⎟ + 2c '⋅ h ⋅ K a
⎠
)
(q ⎛1 ⎞
( ⎛1
) ⎞
⋅ h ⋅ K p ) + ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K p ⎟ + 2c '⋅ h ⋅ K p − ⎜ γ '⋅ h2 ⋅ K a ⎟ + 2c '⋅ h ⋅ K a
⎝ 2 ⎠ ⎝ 2 ⎠
( )
q lim =
h ⋅ Ka
1 1
q ⋅ h ⋅ Kp γ '⋅ h 2 ⋅ K p γ '⋅ h 2 ⋅ K a 2c '⋅ h ⋅ K p 2c '⋅ h ⋅ K a
q lim = + 2 − 2 + +
h ⋅ Ka h ⋅ Ka h ⋅ Ka h ⋅ Ka h ⋅ Ka
1
q ⋅ Kp γ '⋅ h ⋅ K p 2c '⋅ K p 2c '⋅ K a
1
q lim = + 2 − γ '⋅ h + +
Ka Ka 2 Ka Ka
Kp 1 ⎛K ⎞ ⎛ Kp Ka ⎞
q lim = q ⋅ + γ '⋅ h ⎜ p − 1 ⎟ + 2c ' ⎜ + ⎟
Ka 2 ⎝ Ka ⎠ ⎜ Ka Ka ⎟
⎝ ⎠
1 ⎛K ⎞ ⎛ Kp + Ka ⎞ K
q lim = γ '⋅ h ⋅ ⎜ p − 1 ⎟ + 2c ' ⎜ ⎟ + q ⋅ p
2 ⎝ Ka ⎠ ⎜ Ka ⎟ Ka
⎝ ⎠
B 1
dove h = ⋅ ; faccio questa sostituzione perché è l’altezza
2 Ka
interessata dalla spinta attiva Sa e la sostituisco in qlim.
Quindi il qlim è la somma di tre termini e cioè:
1. γ’ più la larghezza della fondazione B;
2. la coesione;
3. il sovraccarico q.
Questi tre termini sono sempre presenti, quindi possiamo scrivere
l’espressione relativa al qlim di Terzaghi:
⎛1 ⎞
q lim = ⎜ ⋅ γ ⋅ B ⋅ N γ ⎟ + (c '⋅ N c ) + (q ⋅ N q )
⎝2 ⎠
dove γN , N c e N q sono i fattori di capacità
portante e sono tutti in funzione di ϕ,
cioè sono in funzione dell’angolo di
resistenza del terreno. Analizziamo i tre
termini:
⎛1 ⎞
1. ⎜ ⋅ γ ⋅ B ⋅ N γ ⎟ è dovuto al peso proprio
⎝ 2 ⎠
del terreno sotto la fondazione, il
quale avrà un certo γ;
2. (c '⋅ N c ) è dovuto alla coesione del terreno; se c ' = 0 , quindi quando
ho una sabbia, allora il termine si annulla;
3. (q ⋅ N q ) , dove q è il sovraccarico a lato della fondazione.
⎛1 ⎞
q lim = ⎜ ⋅ γ ⋅ B ⋅ N γ ⎟ + (Cu ⋅ 5,7) + (q ⋅ 1)
⎝2 ⎠
q lim = (5,7 ⋅ Cu ) + q Breve termine
σ'h
dove β = K ⋅ tan δ . Ricordando però che K = , posso allora
σ'V 0
calcolare la tensione efficace orizzontale σ’h:
σ 'h = K ⋅ σ 'V 0
Quindi posso ottenere la formula per calcolare il qs, e cioè:
q s = ( K ⋅ σ'h ) tan δ
dove:
1. K è il coefficiente di spinta; K dipende dalla tipologia
costruttiva del palo:
1. se ho un palo battuto, allora provoco una compressione del
terreno, e quindi K sarà passivo, cioè Kp;
2. se ho un palo trivellato, allora tolgo del terreno, quindi il
terreno che mi rimane si rilassa e K sarà attivo, cioè Ka;
2. tan δ è l’attrito tra il palo e il terreno.
Trovate la portata di base Qb e la portata laterale Qs, posso infine
calcolare la portata Q = Qb + Qs , determinando così la portata
ammissibile del palo con la seguente formula:
Q
Qam =
2,5
dove 2,5 è il coefficiente di sicurezza.
Qs entra in gioco fin da subito nella realtà, mentre Qb, prima che si
formino le superfici di rottura, si deve scendere di 10 ÷ 20 m , quindi
faccio maggior riferimento a Qs.
1 PREMESSA
2 LE RELAZIONI TRA LE DIVERSE FASI DEL TERRENO
3 I TERRENI A GRANA GROSSA
4 I TERRENI A GRANA FINE (I LIMITI DI ATTERBERG)
4.1 LA PROVA DEL CUCCHIAIO DI CASAGRANDE
5 LA CLASSIFICAZIONE DEI TERRENI
5.1 LA CLASSIFICAZIONE USCS
5.1.1 LA PRIMA LETTERA DELLA CLASSIFICAZIONE USCS
5.1.2 LA SECONDA LETTERA DELLA CLASSIFICAZIONE USCS
5.2 LA CLASSIFICAZIONE AASHTO
6 L'ACQUA DEL TERRENO
LE CONDIZIONI IDROSTATICHE DELL’ACQUA
6.1
(IL METODO DELLE TENSIONI EFFICACI σ’)
6.1.1 LE TENSIONI LITOSTATICHE
ESERCIZIO SUL CALCOLO DELLE TENSIONI EFFICACI σ' = σeff
ESERCIZIO SUL CALCOLO DELLE TENSIONI EFFICACI σ' = σeff
(CASO DI FALDA IN PRESSIONE)
6.2 LE CONDIZIONI IDRODINAMICHE DELL’ACQUA
6.2.1 LA LEGGE DI DARCY
6.2.2.1 SERBATOI DI ALTEZZA E LIVELLO DELL'ACQUA UGUALE
SERBATOIO DI DESTRA CON LIVELLO DELL'ACQUA MAGGIORE E
6.2.2.2
SABBIA SATURA NEL SERBATOIO DI SINISTRA
6.2.2.2.1 LA FORZA DI FILTRAZIONE E LA PRESSIONE DI FILTRAZIONE
6.2.2.2.2 IL GRADIENTE IDRAULICO CRITICO IC
SERBATOIO DI SINISTRA CON LIVELLO DELL'ACQUA MAGGIORE E
6.2.2.3
SABBIA SATURA NEL SERBATOIO DI SINISTRA
ESERCIZIO
7 LO STATO DI TENSIONE LITOSTATICA (I CEDIMENTI)
7.1 LA PRESSIONE DI PRECONSOLIDAZIONE σ’P
7.2 IL RAPPORTO DI SOVRACONSOLIDAZIONE OCR
7.3 IL COEFFICIENTE DI SPINTA K
7.4 LA PROVA EDOMETRICA (LA DEFORMAZIONE Δε)
IL CALCOLO DELLA DEFORMAZIONE ∆ε
7.5
IN FUNZIONE DELL'INDICE DEI VUOTI e
I COEFFICIENTI RICAVATI CON LA DEFORMAZIONE Δε E IL VALORE
7.6
DI Δσ’V
IL CALCOLO DELLA PRESSIONE DI CONSOLIDAZIONE σ’P CON IL
7.7 METODO GRAFICO DI CASAGRANDE E I PARAMETRI DI
COMPRESSIBILITÀ
7.8 IL CALCOLO DEL CEDIMENTO ΔH
7.8.1 IL CALCOLO DEL CEDIMENTO ΔH IN UN TERRENO NC
7.8.2 IL CALCOLO DEL CEDIMENTO ΔH IN UN TERRENO OC
7.8.3 IL CALCOLO DEL CEDIMENTO ΔH IN UN TERRENO NC/OC
LA CONSOLIDAZIONE E I PARAMETRI DI CONSOLIDAZIONE
7.9
(IL CALCOLO DEI CEDIMENTI IN FUNZIONE DEL TEMPO)
LA RESISTENZA AL TAGLIO DELLE TERRE
8
(IL PRINCIPIO DI COULOMB – TERZAGHI)
8.1 LA PROVA DI TAGLIO DIRETTO
8.2 LA PROVA TRIASSIALE Tx
GLI STATI DI EQUILIBRIO LIMITE PLASTICO
9
(LA TENSIONE ATTIVA σha E LA TENSIONE PASSIVA σhp)
IL CALCOLO DELLA TENSIONE ATTIVA σha E DELLA TENSIONE PASSIVA
9.1 σhp
(IL COEFFICIENTE DI SPINTA ATTIVA Ka E PASSIVA Kp)
PROVA EDOMETRICA E CALCOLO DEI CEDIMENTI ΔH
PROVA EDOMETRICA CON ARGILLA NC E CALCOLO DEI CEDIMENTI ΔH (CALCOLO Cc)
PROVA EDOMETRICA CON ARGILLA OC E CALCOLO DEI CEDIMENTI ΔH (Cr E Cc)
CONSOLIDAZIONE SECONDARIA Cαε E CALCOLO DEI CEDIMENTO ΔH