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SINTESI PER I CITTADINI
1. QUAL È IL PROBLEMA?
A livello europeo esistono leggi che vietano la discriminazione; quindi è illegale discriminare
le persone per motivi di religione o convinzioni personali, disabilità, età od orientamento
sessuale nel mondo del lavoro e della formazione professionale. Purtroppo la discriminazione
non si verifica unicamente in ambito lavorativo. Quando viene rifiutato l'ingresso in un bar a
una persona perché ha con se un cane guida o quando un'agenzia rifiuta di affittare un
appartamento a un individuo perché è di religione musulmana, queste persone non godono
degli stessi diritti degli altri.
La Commissione crede che nell'Unione europea tutte le persone devono essere tutelate dalla
discriminazione anche al di fuori del mercato del lavoro, ed è per questo che ha proposto una
nuova normativa europea (o direttiva) per estendere la protezione giuridica contro la
discriminazione per motivi di religione o convinzioni personali, disabilità, età od
orientamento sessuale.
La direttiva comprende regole che faciliterebbero il ricorso da parte delle vittime contro il
trattamento discriminatorio. Ogni Stato membro dovrebbe istituire un'organizzazione
(denominata "organismo di parità") per promuovere la parità di trattamento e offrire
consulenza sulla parità di trattamento, nonché aiutare le vittime di discriminazione.
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4. PERCHÉ È NECESSARIA UN'AZIONE A LIVELLO UE?
La proposta di direttiva deve essere prima discussa dagli Stati membri a livello del Consiglio.
Si auspica che un accordo sia raggiunto nel 2009. Gli Stati membri avrebbero poi due anni per
trasformare la direttiva in diritto nazionale.
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