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Luigi Carrino
Controlli ad ultrasuoni
Tecnologie Speciali I Prof. Luigi Carrino
CONTROLLI AD ULTRASUONI
Presenza difetto
CONTROLLI AD ULTRASUONI
Per la fisica, il suono è un'oscillazione (un movimento nello spazio) compiuta dalle particelle
(atomi e molecole) in un mezzo. Le oscillazioni sono spostamenti delle particelle, intorno alla
posizione di riposo e lungo la direzione di propagazione dell'onda, provocati da movimenti
vibratori, provenienti da un determinato oggetto, chiamato sorgente del suono, il quale trasmette
il proprio movimento alle particelle adiacenti, grazie alle proprietà meccaniche del mezzo; le
particelle a loro volta, iniziando ad oscillare, trasmettono il movimento alle altre particelle vicine
e queste a loro volta ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione. In questo
modo, un semplice movimento vibratorio si propaga meccanicamente originando un'onda sonora
(o onda acustica), che è pertanto un’onda longitudinale.
CONTROLLI AD ULTRASUONI
La frequenza è il numero di
cicli della forma d'onda
ripetitiva per secondo. Si
c = velocità di propagazione del suono misura in hertz [Hz=1/s]
nel mezzo considerato [m/s]
Il suono si propaga nei corpi mediante la vibrazione elastica degli atomi e delle
molecole ad una velocità che dipende dalle caratteristiche del materiale attraversato
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J
Velocità di propagazione delle onde longitudinali in un mezzo solido: VL =
ρ
Intensità dell’onda (J) :
Quantità di energia, associata all’onda, che attraversa una unità di superficie nell’unità di
tempo. [W/cm2]
J
2
(W/cm ) A C
Soglia del dolore
1
Alla zona D appartengono gli
10-2 ultrasuoni di bassa intensità
utilizzati per i controlli non
Campo
distruttivi.
dell’udito D
umano Basse intensità ed elevate
frequenze.
10-16
10 16000
Suoni Ultrasuoni f (Hz)
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CONTROLLI AD ULTRASUONI
Si dimostra che nel rilevamento di un difetto ha importanza anche il suo
spessore rispetto alla lunghezza d’onda delle onde ultrasoniche usate.
Precisamente, affinché il difetto sia rilevabile, bisogna che il suo
spessore “s” verifichi la relazione:
λ
s≥ λ: lunghezza d’onda
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CONTROLLI AD ULTRASUONI
Quando un’onda ultrasonora attraversa un corpo, subisce una naturale attenuazione
della sua intensità secondo una legge del tipo:
Jx=J0e-Kx
K è il coefficiente di assorbimento che dipende dal materiale e dalla frequenza del
segnale. f: frequenza
K cresce all’aumentare della frequenza: K = funz(f2/ρv3) ρ: densità
Jx v: velocità dell’onda
J0
K(Alluminio)=1
K(Acciaio)=12÷25
K(Vetro)=130
K(Gomma)=13000
N.B. x
Il coefficiente di assorbimento K=K(f2/ρv3) cresce all’aumentare della frequenza, quindi non si
può aumentare troppo quest’ultima onde evitare un rapido smorzamento dell’onda.
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Affinché un difetto venga rilevato, occorre che una parte dell’energia ultrasonica
proveniente da una sonda ritorni dal difetto alla sonda stessa. Sono quindi fondamentali
per il rilevamento:
Orientazione del difetto rispetto alla sonda
Dimensione del difetto
Natura della discontinuità
CONTROLLI AD ULTRASUONI
L’onda, incontrando una fase con diversa impedenza acustica, viene in parte riflessa.
La riflessione sarà tanto più grande quanto maggiore è la differenza delle impedenze.
R: coefficiente di riflessione
Z1 = v1· ρ1 Z1 − Z 2
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CONTROLLI AD ULTRASUONI
CONTROLLI AD ULTRASUONI
CONTROLLI AD ULTRASUONI
Tecnica in Tecnica in
RIFLESSIONE TRASPARENZA
N.B.
In entrambe le tecniche si utilizza un mezzo di accoppiamento o
addirittura la tecnica “in immersione” per favorire la trasmissione
delle onde al pezzo da testare
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TECNICA IN RIFLESSIONE
Sonde singole
Sonde
utilizzate
Sonde doppie
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TECNICA IN RIFLESSIONE
CONTROLLI AD ULTRASUONI
TECNICA IN RIFLESSIONE
CONTROLLI AD ULTRASUONI
TECNICA IN RIFLESSIONE
Senza difetti
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TECNICA IN RIFLESSIONE
Difetto normale
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Difetto esteso
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TECNICA IN RIFLESSIONE
Difetto parallelo
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TECNICA IN RIFLESSIONE
Considerazioni:
• Il difetto viene individuato se l’energia viene riflessa prima di
raggiungere la superficie opposta
• Questo è l’unico metodo che ci consente la localizzazione in profondità
del difetto valutando la distanza tra i picchi di riflessione
• Ottimo per rilevare le delaminazioni
• Il limite di questo sistema è l’impossibilità di ispezionare pezzi di
spessore elevati a causa del doppio percorso dell’onda
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TECNICA IN TRASPARENZA
a) b)
Presenza del difetto
a) b)
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TECNICA IN TRASPARENZA
Senza difetti
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Difetto normale
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Difetto esteso
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TECNICA IN TRASPARENZA
Difetto parallelo
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TECNICA IN TRASPARENZA
Considerazioni:
• Necessità di avere entrambe le superfici accessibili
• Bisogna conoscere la legge di attenuazione dell’onda
• Non si può valutare la profondità dei difetti
• Si dimezza il percorso del fascio
• Necessario l’allineamento delle due sonde
• Viene utilizzato su pezzi di grandi serie e di forma geometrica semplice
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CONTROLLI AD ULTRASUONI
TECNICA IN IMMERSIONE
Con questa tecnica si risolve il problema dell’accoppiamento acustico sonda-
pezzo.
In pratica, sia la sonda (o le sonde) che il pezzo da testare vengono immersi in
acqua o in altro liquido opportuno.
In tal modo gli ultrasuoni vengono inizialmente trasmessi nel liquido e, solo
dopo un certo percorso in esso, giungono all’interfaccia liquido-solido dove ha
inizio il percorso nel materiale.
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TECNICA IN IMMERSIONE (RIFLESSIONE)
CONTROLLI AD ULTRASUONI
TECNICA IN IMMERSIONE
OSCILLOSCOPIO
È un’ampolla di vetro, a
vuoto spinto, entro il quale si
produce un fascio di
elettroni (raggio catodico)
che attraverso un sistema di
focalizzazione e dopo due
deviazioni (orizzontale e
verticale) va ad urtare contro
lo schermo fluorescente
provocando il segnale
Placchette Placchette
verticali orizzontali visibile sul display
dell’oscilloscopio