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VI
il commitment è utilizzato in svariati contesti economici: INCENTIVI SUL LAVORO l'importanza per
gli effetti sulla produzione non può essere ignorata.
ci si rende conto dell'esistenza di una "propensione al lavoro" attitude toward work > dell'incentivo
monetario in termini di guadagno marginale all'esercitazione.
le influenze sociali giocano un ruolo importante nel tema del work-motivation, al di fuori della teoria del
premio/punizione sostenuta dall'economia classica. la quale ignora totalmente il commitment e le
relazioni sociali che lo circondano.
per porre un esempio, la rivoluzione culturale cinese ha portato all'aumento del senso di dovere
(commitment) verso il lavoro a discapito degli incentivi materiali: l'intenzione era di sviluppare un senso
di dovere verso una produzione maggiore, migliore, più rapida (greater, faster, better).
l'introduzione di concetti come il senso del dovere, la moralità e la cultura non sposano la ben radicata
teoria utilitaristica, benchè ci siano situazioni comunemente note alle quali essa non si adatti
perfettamente:
negoziazione del salario: persiste un senso collettivo di solidarietà sia da una che dall'altra parte.
oligopolio: sembra funzionare sulla base di fiducia mutuale e reciproca.
VII
la teoria delle utilità è spesso criticata per la sua struttura corposa, in corrispondenza del soggetto umano
che, in realtà, sembra essere piuttosto semplice.
in realtà, la teoria utilitaristica si avvale di una struttura piuttosto povera: si ha un solo ordine di
preferenze, il quale è chiamato a riflettere gli interessi personali, rappresentare il benessere, descrivere
le scelte e i comportamenti.
si dice razionale chi applichi diligentemente questo ordine di preferenze, ma se non ne può fare uso per
distinguere dei concetti differenti fra loro, è un folle". continua dicendo: l'homo oeconomicus puro non è
che un "idiota sociale" (social moron) da qui nasce l'espessione rational fool titolo del paper.
necessità di una struttura differente per incorporare concetti come etica, moralità, senso del dovere:
la prima esprime quello che l'individuo preferisce sulla base di considerazioni sociali impersonali.
la seconda esprime quello che l'individuo preferisce veramente sulla base di interessi personali.
questo ci porta a distinguere quello che è ritenuto socialmente preferito da quello che è personalmente
preferito.
la sympathy (solidarità) rientra nella seconda sfera, mentre il senso del dovere non si pone da nessuna
parte.
infatti:
se le preferenze soggettive dovrebbero definire la funzione di utilità, questo escluderebbe il
commitment, ma sorge il dubbio, perchè non si capisce se con le preferenze soggettive si intenda tutta
una serie di scelte effettivamente intraprese, o soltanto quelle basate su puro individualismo.
e poi, se si considerasse una scelta presa nel proprio interesse ma con un occhio di riguardo alla propria
famiglia, gruppo di appartenenza, religione, questa, che include il commitment, deve essere considerata
preferenza soggettiva!?
il metodo del meta-ranking è polivalente, cioè applicabile a svariati ambiti come la politica o l'ideologia.
può anche andare a descrivere le preferenze che un soggetto vorrebbe avere: conflitto della dipendenza.
"dati i miei gusti, starei meglio se sotto effetto di eroina, ma l'eroina porta alla dipendenza. preferirei non
avere questi gusti".
dai metodi di creazione del meta-ranking si deduce che l'osservazione diretta del comportamento del
soggetto non è sufficiente a creare un profilo economico accurato.
il meta-ranking ha applicazioni anche in teoria dei giochi, per spiegare l'inserimento del commitment nel
dilemma del prigioniero.
la cosa particolare dal punto di vista della teoria del comportamento razionale è che spesso le persone
non si affidano alla strategia egoistica.
si associa generalmente un outcome positivo come una mancanza di intelligenza dei soggetti: non
sono stati in grado di recepire la scelta egoista come la migliore.
ma forse è la persona ad essere più sofisticata della teoria: il soggetto potrebbe essersi chiesto che
cosa gli piacerebbe che l'altro facesse, così da replicare la scelta su se stesso.
questo significa dover inserire nella teoria la possibilità della presenza di commitment.
conclusioni: l'intento era di porre il commitment come parte integrante del comportamento economico
umano. non esiste solo la dicotomia egoismo-utilitarismo.
nel mezzo ci sono le mille sfaccettature date dai legami sociali e dal senso del dovere/del sociale che essi
comportano.
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